CONTENUTI
Laurea Triennale
OLTRE VIA SPEZIA: PROGETTO DI RIGENERAZIONE URBANA
2019 / Laboratorio di progettazione architettonica 3
PARCO ARCHEOLOGICO NEAPOLIS
2019 / Laboratorio di progettazione finale
Laurea Magistrale
UNIVERSITY PAVILION IN
MANTOVA
2021 / Architectural design in historical context studio
THE CHANGING CITY.
Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
2022 / Tesi di Laurea Magistrale
3
4 10 16 24
2019 / Laboratorio di progettazione architettonica 3
Politecnico di Milano - Polo territoriale di Mantova
Docenti: Prof. Arch. V. Uccelli, Arch. S. Zenoni, Arch. S. Cagozzi, Arch. M. Zaglio
Con: Bertocchi Marco, Silvestri Samuele
Il workshop ha affrontato temi inerenti alla composizione architettonica, al carattere degli edifici, al rapporto tra nuovo e antico in architettura e al ruolo particolare della storia nella progettazione architettonica. Sono stati inoltre discussi e affrontati temi legati alla rigenerazione urbana, al rapporto tra architettura e paesaggio e al ruolo della “natura” all’interno della ricerca di un’idea attuale e necessaria della città contemporanea.
IL LUOGO
Il progetto nasce da una risposta alternativa al ripensamento dell’area di CUBO, alternativa perché di fronte al paesaggio dell’area industriale, prefabbricata e omologata, non si accontenta di negare la realtà dei capannoni, demolendoli, come se fosse un luogo come un altro. Il nostro percorso di studi, la tradizione stessa che ereditiamo e che vogliamo reinterpretare, ha voluto che attraverso il progetto architettonico ci si interrogasse sul luogo da affrontare per determinare come si stabilisce quale edificio ha valore e quale no.
Vale a dire: di fronte a capannoni industriali il cui valore tecnico è pressoché nullo ma che in questo particolare evento, la realtà di CUBO, trovano un inaspettato completamento di senso, questo fatto ha condizionato la scelta progettuale di reinterpretare la natura industriale, il genius loci dell’area di progetto.
IL TEMA
Di fronte alla sfida di cercare un senso, un valore, anche dove apparentemente manca, sono stati studiati i capannoni, così come appaiono oggi, è stata studiata la città di Parma, sono state studiate altre città, alla ricerca dell’idea di città che appartiene all’area di progetto e che deve essere ricordata.
Così i vari temi che sono emersi (la centralità di CUBO, il rapporto con la strada vs il rapporto con il verde, la natura industriale del luogo) hanno trovato una risposta in tipologie precise: Il sistema urbano a cui si fa riferimento è il corridore, un unico elemento capace di tenere insieme diversi elementi della città e anche di orientarli verso una direzione specifica. La passerella, luogo del corridore, realizzata in profili di ferro, collega quindi il CUBO al verde, integrando nel suo percorso i capannoni esistenti, attraversandoli. Il sistema, però, non si impone, ma si adatta ai vari allineamenti degli edifici esistenti, calando la realtà ideale del portico nella “realtà più reale” dell’area. Nei capannoni vengono mantenute la struttura e la copertura e al loro interno vengono creati negozi a pianta libera.
A sinistra: rappresentazione schematica della vista verso CUBO
A destra: planivolumetrico di progetto
Oltre via Spezia: progetto di rigenerazione urbana
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OLTRE VIA SPEZIA: PROGETTO DI RIGENERAZIONE URBANA
5 Carmine Renalto / Portfolio
FUNZIONI / ORGANIZZAZIONE
Nel primo edificio industriale i negozi ruotano attorno a una corte centrale, collegata agli altri sistemi pubblici.
Tra i due edifici industriali i negozi, su due livelli, sono di nuovo intervento e completano lo spazio mancante, in coerenza con la continuità del sistema urbano.
Alle loro spalle un giardino, un luogo semi-pubblico.
Il secondo sistema di edifici industriali inizia ad entrare in una dimensione più pubblica del progetto: gli spazi si ampliano, i luoghi sono pensati per la permanenza. L’edificio industriale crea all’interno due volumi, uno vetrato (un negozio) e uno pieno (l’auditorium, più a lato), entrambi attraversati da percorsi interni che rendono lo spazio permeabile.
Di fronte, l’edificio industriale viene trasformato in un ristorante, il fronte laterale viene arretrato creando un portico con i pilastri esistenti.
Il percorso termina nel parco con una sala pubblica e una torre: due edifici che caratterizzano la vocazione pubblica del luogo, un luogo comune in stretta relazione con lo spazio naturale
CUBO
Oltre via Spezia: progetto di rigenerazione urbana
6
spazi di lavoro negozi ristorante auditorium aula pubblica torre
Pianta piano terra
Pianta piano primo
7 Carmine Renalto / Portfolio
Il progetto ha una duplice natura: di apertura verso l’interno e il parco, di chiusura verso la strada. Il portico si ricollega al tema della struttura, proprio sia di CUBO che dei capannoni industriali.
Le aperture sono ampie, per creare uno spazio continuo, in relazione dall’interno all’esterno e viceversa.
Il prospetto verso la strada è un’unica parete intonacata in rosso sporco, in relazione al verde rame dei pilastri e dei parapetti del portico.
I colori, i materiali, vogliono richiamare lo spirito industriale, il genius loci dell’area di progetto.
In alto, a sinistra: keyplan
In alto, a destra: Mario Sironi, paesaggio urbano, 1940/41
via Spezia: progetto di rigenerazione urbana
T5 LABO ORIO DI OG T AZIONE A CHIT E ONI C M R BE T CHI 879788 P R OSP E T TI S C ALA 1:100 T5 PROSPET TO NORD PROSPET TO SUD 8 IL
LINGUAGGIO
Oltre
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 3 ANNO ACCADEMICO 2018/2019 PROF. VITTORIO UCCELLI, PROF. SIMONE ZENONI ARCH. SIMONE CAGOZZI, ARCH. MAURIZIO ZAGLIO MARCO BERTOCCHI CARMINE RENALTO SAMUELE SILVESTRI 879788 880011 879669 APPROFONDIMENTO TORRE T9 1:50 SOLAI Pavimentazione Massetto di allettamento in cls alleggerito Cls con rete elettrosaldata Lamiera grecata Profilato H 20x20cm Isolante 20cm Controsoffitto in cartongesso PARETI Intonaco Blocchi forati Isolante 15cm Mattoni forati Intonaco 9 Carmine Renalto / Portfolio In alto: dettaglio e prospetto della torre In basso, su due pagine: prospetti di progetto
2019 / Laboratorio di progettazione architettonica finale
Politecnico di Milano - Polo territoriale di Mantova
Docenti: Prof. Arch. V. Longheu, Prof. Arch. E. Montanari, Prof. L. Giacomini
Con: De Grandis Davide, Ferri Mariya, Silvestri Samuele, Zuanni Chiara, Zucchelli Alberto
Durante il workshop di progettazione finale è stata esplorata e sperimentata una specifica concezione del progetto architettonico come opera di riscrittura, in cui le istanze di trasformazione sono orientate dalla lettura, dall’interpretazione e dalla rielaborazione dell’identità del luogo come risultato di una lenta e articolata sedimentazione di tracce, saperi e visioni, il tutto finalizzato alla riqualificazione di un’area storica della città di Siracusa, con un approccio che vede la collaborazione dei diversi strumenti disciplinari della Progettazione Architettonica, della Storia dell’Architettura e dell’Architettura degli Interni.
IL LUOGO / IL TEMA
Il progetto riguarda l’area archeologica del Parco della Neapolis di Siracusa e nasce dall’esigenza di risolvere alcune problematiche legate principalmente alla gestione del parco, oltre a cercare, attraverso il ruolo dell’architettura, di valorizzare un luogo ricco di storia e cultura e di migliorarne la visitabilità e l’accessibilità, caratteristiche che attualmente presentano diverse criticità.
Si tratta di diversi interventi puntuali dislocati nelle varie aree del parco che, nel loro insieme, vanno a definire un disegno unitario e a risolvere le varie problematiche presentate dall’area di progetto.
servizi al teatro ristorante e servizi pubblici area di accesso al parco padiglioni espositivi
In questa pagina: diagramma di progetto Pagina successiva: planivolumetrico di progetto
10 Parco Archeologico Neapolis
PARCO ARCHEOLOGICO NEAPOLIS
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Carmine Renalto / Portfolio
AREA DI ACCESSO
Il primo intervento riguarda l’area di accesso, per la quale è stata prevista la realizzazione di un grande spazio che costituisce un “filtro” tra la città caotica e la zona più tranquilla del parco. L’accesso è costituito da un grande spazio rettangolare pavimentato, caratterizzato da terrazze che seguono l’andamento naturale del terreno e da lucernari che mettono in relazione il sopra e il sotto (caratteristica ricorrente nella città di Siracusa). Al livello interrato si trovano i parcheggi, che conducono a un’area pubblica sottostante dove si trova una galleria espositiva che racconta la storia del parco, e l’accesso a una delle aree di interesse, quella delle latomie.
Superato lo spazio filtro ci si trova nell’area di accesso vera e propria, caratterizzata dalla presenza di un auditorium, una grande apertura che permette di raggiungere il livello sotterraneo.
auditorium rampa di accesso al parcheggio sotterraneo
spazio pavimentato con terrazzamenti
Su due pagine: sezione ovest dell’area di accesso Pagina successiva: pianta delle coperture
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Parco Archeologico Neapolis
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/ Portfolio
Carmine Renalto
AREA DELL’ANTICO ACQUEDOTTO
Entrando nel parco ci si trova nell’area centrale, quella degli acquedotti. Quest’area è il luogo di sosta per i visitatori, vista la presenza di un ristorante e di servizi pubblici, oltre ad essere il nodo centrale da cui si sviluppano i percorsi che portano alle diverse aree di interesse del parco.
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Neapolis
Parco Archeologico
SERVIZI AL TEATRO
Nell’area del teatro è prevista la costruzione di un piccolo edificio che dialoga con il contesto circostante, andando a completare un’area un tempo occupata dalla rocca. L’edificio sarà adibito a camerino/servizi del teatro per garantire un uso corretto ed efficiente dello spazio, in occasione di eventuali spettacoli o eventi pubblici.
PADIGLIONI ESPOSITIVI
Oltre al grande percorso panoramico pubblico che circonda il parco, all’interno di ogni area di interesse sono stati ridisegnati dei percorsi lungo i quali, per ogni monumento, è stato allestito un padiglione espositivo che fornisce tutte le informazioni necessarie sull’area in cui ci si trova, migliorando così l’esperienza del visitatore.
15 Carmine Renalto / Portfolio
2021 / Architectural design in historical context studio
Politecnico di Milano - Polo territoriale di Mantova
Docenti: Prof. Arch. L.M.L. Spinelli, Arch. Prof. E. Souto de Moura, Arch. N.G. Moura, Prof. Arch. J.P.F. de Campos, Prof. Arch. J.M. Ribeiro, Prof. V. Ferrari
Con: Alcantara Beatriz Chicarelli, Zaky Elghazaly Yomna Ahmed, Zhang Pinwen, Zucchelli Alberto
Il corso ha affrontato il tema della progettazione architettonica, delle conoscenze analitiche, storiche e strumentali che consentono di arrivare alla sintesi progettuale attraverso la definizione della forma architettonica, e alla sua rappresentazione attraverso lo strumento del disegno. Attraverso l’insegnamento di docenti internazionali nella disciplina del progetto architettonico è stato possibile sviluppare capacità progettuali, giudizio e controllo della qualità degli spazi e dei volumi nelle diverse fasi del progetto, dall’ideazione alla sua definizione formale, attraverso lo studio del rapporto con il sito, la storia urbana, le funzioni, le tecniche costruttive e i materiali scelti.
In questa pagina: inserimento del progetto nel contesto (piazza D’arco, Mantova)
Pagina successiva: masterplan di progetto
16
UNIVERSITY PAVILION IN MANTOVA
University pavilion in
Mantova
17
/ Portfolio
Carmine Renalto
A sinistra: esploso assonometrico
A destra: pianta piano terra / collegamento con l’università
18 University pavilion in Mantova
A sinistra: pianta piano primo
A destra: pianta piano secondo / collegamento con l’università
19 Carmine Renalto / Portfolio
Su due pagine: sezioni di progetto
20 University pavilion in Mantova
21 Carmine Renalto / Portfolio
Supporto in acciaio a sezione cava
Intercapedine Travi
In alto: progetto per la pavimentazione di piazza D’arco
In basso: dettaglio del collegamento tra il nuovo edificio e l’università
22 University pavilion in
Mantova
23
/ Portfolio
Carmine Renalto
Render di progetto
THE CHANGING CITY.
Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
2022 / Tesi di Laurea Magistrale
Politecnico di Milano - Polo territoriale di Mantova
Relatore: Luigi Mario Lorenzo Spinelli
Correlatore: Marco Patruno
Il seguente lavoro di ricerca, di carattere progettuale, si propone di indagare una tra le varie possibilità di intervento rispetto a un’area e a manufatti industriali che versano in uno stato di incompiutezza e abbandono, tema attuale che investirà sempre più le città contemporanee, in relazione al mutamento dei luoghi del lavoro e della produzione.
La base dell’intervento è costituita da una prima parte teorica, prendendo come riferimento tre progetti che, pur non essendo progetti realizzati e anche apparentemente molto diversi tra loro se si guarda al prodotto finale o alle motivazioni alla base di quei lavori di ricerca, affrontano temi simili, che vanno dalle questioni legate al tema della flessibilità nella sua accezione più ampia (degli spazi, della composizione architettonica, delle funzioni, dei materiali), a quelle della reversibilità delle soluzioni così come della modularità degli elementi, e offrono quindi diversi spunti e strumenti interessanti che possono rivelarsi utili per la soluzione di problemi attuali, anche di natura diversa rispetto a quei progetti trattati.
Accanto alla parte teorica sui riferimenti, la proposta di intervento si sviluppa anche a partire da una conoscenza approfondita degli oggetti di studio, prima a grande scala, per comprendere le dinamiche e le caratteristiche dell’area su cui si sta lavorando, e poi entrando nel dettaglio delle singole componenti che costituiscono i manufatti su cui si interviene con la proposta progettuale, per avere una visione completa dell’area e delle strutture esistenti.
L’obiettivo è quello di mostrare, attraverso questo lavoro, un possibile modo di intervenire in questi luoghi, partendo dalle potenzialità del territorio e dell’area, insieme all’utilizzo dei diversi materiali e delle soluzioni innovative disponibili, puntando a rigenerare una parte della città attualmente esclusa dalle dinamiche sociali, diverse da quelle lavorative e produttive, che può rappresentare un nuovo polo attrattivo per la città e il territorio, attraverso la valorizzazione dell’esistente.
In questa oagina: vista aerea dell’area di progetto (Viale della Chimica 2, 41012 Carpi (MO) Pagina successiva: in alto, pianta delle coperture dello stato di fatto in basso, pianta piano terra dello stato di fatto
F108 M214 F108 M51 F108 M193 24
THE CHANGING CITY. Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
ABSTRACT
25 Carmine Renalto / Portfolio
51 26
THE CHANGING CITY. Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
4X
trave di gronda
2X 5X
2X
pillar [2] pillar [3]
6X 3X
tegolo TT trave a doppia pendenza pannello prefabbricato pilastro [1] pilastro [2] pilastro [3] plinto di fondazione
tegolo TT 4X 9X 6X
14X 27 Carmine Renalto / Portfolio
eaves beam double-slope beam prefabricated panel pillar [1] foundation plinth
193 28
THE CHANGING CITY. Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
trave di gronda
pillar [2]
tegolo TT trave a doppia pendenza pilastro [1] pilastro [2] plinto di fondazione
tegolo TT 4X 9X 8X 3X 6X 12X 4X
eaves beam double-slope beam pillar [1] foundation plinth 29 Carmine Renalto / Portfolio
214 30
THE CHANGING CITY. Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
trave di gronda
tegolo TT trave a doppia pendenza elemento prefabbricato pilastro [1] pilastro [2] pilastro [3] plinto di fondazione
pillar [2] pillar [3]
tegolo TT 6X 12X 10X 8X 10X 17X 5X 2X 2X 2X
eaves beam double-slope beam prefabricated element pillar [1] foundation plinth 31 Carmine Renalto / Portfolio
MULTI FUNZIONALITÀ
Considerando le molteplici possibilità di utilizzo di queste tre strutture, in relazione al loro elevato livello di flessibilità degli spazi interni garantito da una struttura modulare autoportante, sono state individuate alcune delle possibili funzioni che questi manufatti sono in grado di ospitare e quindi assegnate rispettivamente a ciascun capannone in base alla migliore compatibilità tra funzione e struttura esistente, dopo aver verificato la coerenza tra esigenze spaziali e illuminotecniche. In questo modo si riconosce l’individualità di ogni struttura esistente, ma nonostante la specificità dell’intervento non si esclude l’intercambiabilità di funzioni tra capannoni diversi se i requisiti funzionali sono soddisfatti dalle caratteristiche del capannone.
32
51
libreria / conferenze cinema / teatro co-working calcio a 5 / tennis boxe / gym / karate ginnastica / danza skatepark
serra
193 214
galleria espositiva laboratori artigianali
THE CHANGING CITY. Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
L’area è costituita da tre appezzamenti di terreno su cui insistono tre diversi capannoni - non finiti - di cui solo la struttura portante puntuale, costituita da una maglia regolare di pilastri e travi a doppio spiovente in calcestruzzo prefabbricato, e la copertura, anch’ essa in tegole prefabbricate, sono state realizzate sulla base dei progetti originali.
Sulla base delle tematiche affrontate dai casi studio individuati come riferimento per questa ricerca e delle linee guida di intervento indicate nei capitoli precedenti, rispetto ad aree di questa natura, quindi, il progetto prevede un approccio, inteso come rapporto tra esistente e nuovo, che è lo stesso per tutte e tre le strutture, ovvero attraverso l’utilizzo di una struttura portante metallica prefabbricata, alla quale viene invece applicato un involucro che si differenzia, dal punto di vista dei materiali utilizzati, in relazione alle tre strutture simili, ma diverse.
Mentre nei materiali dell’involucro l’approccio utilizzato è diverso per i tre capannoni, il rapporto con cui questi diversi materiali sono applicati è comune, rispetto alla struttura e al suolo.
Il nuovo intervento prevede l’applicazione di una struttura metallica di supporto prefabbricata che viene ancorata alla struttura esistente pur mantenendo una distanza minima da essa, per enfatizzarne la diversa natura e preservare la leggibilità dell’edificio.
Il piano di calpestio dei nuovi spazi è allineato con il livello del terreno ma, scavando l’area coperta dei capannoni, si garantisce uno spazio di separazione con il terreno, portando, allo stesso tempo, parzialmente alla luce i plinti di fondazione dei capannoni, in modo da mostrare anche quegli elementi nascosti che fanno comunque parte della composizione architettonica delle strutture esistenti.
La regolarità e la modularità che caratterizzano le strutture esistenti si riflettono nel tartan del verde, definendo aree caratterizzate da colture diverse che possono cambiare e intercambiarsi nel tempo, rendendo il paesaggio mutevole.
A valorizzare ulteriormente l’approccio con cui si è intervenuti su questi manufatti è il confronto tra le immagini delle planimetrie originali, in cui si nota l’approccio classico a queste strutture (lo stesso che è stato applicato su tutti gli altri edifici dell’area) che produce contenitori isolati dal contesto in cui si trovano, utili solo a fini produttivi, con l’intervento proposto che, invece, mette in risalto la struttura esistente valorizzando le potenzialità di queste in termini di flessibilità, sia dal punto di vista funzionale che estetico.
di progetto
33 Carmine Renalto / Portfolio IL PROGETTO
Masterplan
Per il primo capannone, l’intervento prevede un involucro, a completamento della struttura esistente, realizzato in policarbonato.
La scelta di questo materiale si basa sulla volontà di creare spazi interni in cui la luminosità sia garantita ma l’attenzione delle persone sia focalizzata sulle attività che si svolgono all’interno; quindi, in relazione alle funzioni ritenute più adatte, individuate in precedenza, per questo specifico capannone: cinema, teatro, conferenze, biblioteca, uffici e spazi di co-working.
Gli spazi interni sono illuminati principalmente dalle aperture esistenti tra le tegole prefabbricate, ma è prevista la possibilità di aprire parzialmente i pannelli in policarbonato sul lato nord, in caso di necessità e/o quando il clima lo consente, per garantire una luce non diretta, ideale per spazi di questo tipo.
1. elementi di chiusura e lucernari 2. elementi del tetto esistenti 3. travi esistenti 4. nuove funzioni [conferenze/biblioteca/ cinema/teatro]
5. nuova pavimentazione sopraelevata 6. pilastri e plinti di fondazione esistenti 7. nuova struttura di supporto prefabbricata 8. pannelli in policarbonato
51
1 2 3 4 5 8
6
7 34 THE CHANGING CITY. Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
35
Renalto / Portfolio
Carmine
In questo caso, la scelta dell’involucro, in relazione alla categoria di funzioni individuate per questo capannone, di tipo sportivo/ricreativo, ricade sull’utilizzo di una tensostruttura installata su supporti scorrevoli, che può essere completamente oscurata, e la luce regolata artificialmente attraverso sistemi, oppure prevedere la possibilità di essere parzialmente o totalmente apribile, per garantire l’illuminazione naturale e il rapporto con l’esterno.
La scelta è dovuta anche al fatto che l’involucro dovrà garantire una certa resistenza agli urti, che potrebbero verificarsi durante le attività previste per questo specifico capannone, e la possibilità, se necessario, di sostituire rapidamente e facilmente le parti danneggiate senza compromettere l’integrità dell’intero involucro.
1. elementi di chiusura e lucernari 2. elementi del tetto esistenti 3. travi esistenti 4. nuove funzioni [calcio/tennis/palestra/ danza/gymnastic/boxe]
5. nuova pavimentazione sopraelevata 6. pilastri e plinti di fondazione esistenti 7. nuova struttura di supporto prefabbricata
8. tende scorrevoli
193 1 2 3 4 5 8 6 7 36 THE CHANGING CITY. Flexibility and change of use of three industrial structures in Carpi
37
Renalto / Portfolio
Carmine
Per l’involucro di questa struttura si è optato infine per cuscini pneumatici in ETFE a tripla membrana, sempre in relazione alla categoria di funzioni individuate come più adatte a questo capannone, in termini di orientamento e dimensioni, ovvero: serra, galleria espositiva e laboratori di arti e mestieri; attività che richiedono più luce delle altre.
Tuttavia, è prevista la possibilità di schermare l’involucro, altrimenti completamente trasparente, mediante un sistema di tende, se necessario, e/o di regolare la diffusione luminosa interna mediante serigrafia della membrana in ETFE.
La scelta di questo materiale, diverso dagli altri due, oltre che alla relazione con le possibili configurazioni funzionali e alla volontà di indagare diverse soluzioni progettuali, è legata alle proprietà di questo materiale e ai vantaggi che derivano dalla sua adozione, in termini di facilità di montaggio e reversibilità dell’intervento.
1. elementi di chiusura e lucernari 2. elementi del tetto esistenti 3. travi esistenti 4. nuove funzioni [esposizione/serra/laboratori d’arte e artigianato] 5. nuova pavimentazione sopraelevata 6. pilastri e plinti di fondazione esistenti 7. nuova struttura di supporto prefabbricata 8. cuscini in ETFE
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Renalto / Portfolio
Carmine