Off-White: una visione, un movimento

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Quando quel 28 Novembre del 2021 il mondo ha appreso la notizia della scomparsa di uno dei designer più visionari della storia recente, Virgil Abloh, la cui genialità faceva rima con Off-White e con Louis Vuitton Uomo, il settore della moda è andato letteralmente sotto shock. Un’assenza semplicemente incolmabile per un creativo a 360 gradi che riusciva a coniugare estro ed eleganza, trovando un ponte per tutte le arti.

Ma chi era Abloh?

E perché il suo contributo è stato così fondamentale nel mondo della moda?

Virgil Abloh

Virgil Abloh nacque a Rockford nel 1980 da una famiglia di origini ghanesi. Nel tempo libero dalla scuola, Abloh si appassionò di skateboard (da cui, dichiarò lui stesso, era nato il suo primo interesse per la moda) e iniziò a fare il dj, attività che diventò poi un’altra delle tante sfaccettature del suo lavoro. Studiò presso l'Università del Wisconsin e conseguì la laurea in Ingegneria civile, contesto in cui conobbe il futuro collega e amico Kanye West. In seguito, completò un master in architettura all'Illinois Institute of Technology.

Abloh aveva lavorato nella street fashion di Chicago prima di entrare nella moda internazionale grazie ad uno stage presso Fendi nel 2009, al fianco del sopracitato Kanye West. I due iniziarono quindi una collaborazione artistica che avrebbe avviato la carriera di Abloh. Il designer statunitense curò anche la direzione artistica di diversi album di Jay-Z e West, tra cui Watch the Throne, e proprio grazie a questa collaborazione, nel 2011, ottenne una candidatura ai Grammy Awards per la miglior confezione di una registrazione.

Da questo momento in poi, la musica sarà parte centrale delle collaborazioni artistiche di Abloh.

Negli anni successivi, fra le tante attività ci furono l'apertura di una galleria d’arte con spazio retail, il suo lavoro per il collettivo Been Trill accanto a Heron Preston e Matthew Williams, e il lancio di Pyrex Vision, un brand ormai non operativo da tempo ma che è ancora oggi oggetto di scambio tra appassionati.

Nel 2013, però, lo stilista aveva deciso di cambiare direzione, e da Pyrex Vision era passato a un nuovissimo concept che aveva chiamato Off-White, condividendo il nuovo progetto con Marcelo Burlon di County of Milan, uno spirito a lui affine, anch'egli stilista e dj, che aveva incoraggiato Abloh a produrre Off-White attraverso quella che sarebbe poi diventata la holding New Guards Group a Milano.

Off-White

Concept e sviluppo

Off-White è la piena espressione della visione e della genialità che ha reso Virgil Abloh un rivoluzionario nel settore del fashion. Si tratta di un brand lanciato a Milano nel 2013 incentrato non solo sull’abbigliamento per uomo e per donna, ma anche su una collezione di oggetti e complementi di arredo, fino a comprendere una serie di pubblicazioni a tema.

La presentazione della prima collezione di Off-White nel 2014 coincise con un più ampio cambiamento nel mondo della moda. In risposta ai mutamenti nei desideri dei consumatori, che si dimostravano difficili da soddisfare concretamente nel contesto delle categorie prestabilite dell’abbigliamento di lusso, le maison avevano cominciato, dapprima lentamente e con una certa esitazione, a proporre le sneakers.

Ma una generazione che le sneakers le indossava abitualmente, e che raramente acquistava capi sartoriali, cominciò a volere sempre di più: voleva lo “streetwear”. E proponendo capi di puro streetwear in un contesto come quello di una sfilata, Off-White aveva infranto la barriera fra la torre d’avorio della moda e la strada, in cui dominavano invece le espressioni del gusto e del giudizio degli appassionati di sneakers.

Rintracciare una definizione per Off-White è riduttivo così come lo è per Virgil, un artista a tutto tondo, che portava tutto il suo viscerale amore per l’arte in ogni settore che incrociava lungo la sua strada. Off White è l’area grigia tra il bianco e il nero, un progetto che nasce come dialogo tra arte, moda, musica e lusso. L'obiettivo è quello di aggiungere uno strato intellettuale, traghettare lo streetwear, da sempre considerato qualcosa di economico nel panorama del lusso. Per questo concept innovativo del brand, nel 2015 Off-White era fra i candidati al LVMH Prize, nel 2018 Abloh era stato caldeggiato da Kim Jones per prendere il suo posto come direttore creativo da Louis Vuitton, mentre nel 2019 Off-White si è posizionato come il brand più desiderato al mondo.

Inclusione e nascita di un movimento

L’influenza di Abloh verrà ricordata anche al di là del suo lavoro nella moda. Quel suo stesso metodo così anticonformista, quello che aveva alimentato la sua straordinaria ascesa in un mondo spesso dominato dalle convenzioni, lo aveva portato a vedere le sue creazioni semplicemente come l’effetto collaterale di un fine molto più grande. Si trattava,, come spiegava lui stesso, di “creare una community globale a prescindere dall'élitarismo o da una sorta di territorialità che può esserci nella sottocultura”. Il suo prodotto più importante fu quello di creare le opportunità più varie per chi queste opportunità se le vedeva continuamente negare.

Nel 2017 Abloh disegnò la divisa per Melting Passes, un team di calciatori recentemente emigrati a Parigi e senza permesso di soggiorno, che quindi venivano esclusi dalle competizioni ufficiali; Abloh in seguito li invitò ad assistere a una sfilata di Off-White. Nel 2018, alla sua prima sfilata per Louis Vuitton alle Tuileries, c’erano tremila studenti. Lo stilista si impegnò a sostenere gli appassionati di skateboard e i surfisti in Ghana, paese natale dei suoi genitori, e finanziò la ristrutturazione di parchi e aree giochi a Chicago, la città che considerava la sua casa.

Nell’agosto 2020 lanciò il suo Post-Modern Scholarship Fund, risposta progressista al movimento Black Lives Matter, e da allora si impegnò a raccogliere fondi e a sostenere attività gestite da imprenditori neri. Abloh fu molto generoso anche nella sfera professionale, facendo da mentore a designer black più giovani, come il britannico Samuel Ross, e assumendone altri nel suo design team di Off-White.

Nacque un vero e proprio movimento, il “Support Young Black Businesses”, tramite cui Virgil Abloh supportava tutte le aziende e i progetti dei giovani afroamericani. La generosità di Abloh si alimentava di speranza, egli volle compiere sin da subito quello che riteneva più giusto e in cui credeva di più: dare vita ad un brand fatto da giovani per giovani e che fosse aperto ad accogliere, per crescere e diversificarsi, altrettanti giovani artisti e designer.

Nello stile di Off-White è dunque presente un concept della moda vivo e in costante cambiamento, dove tutto è al servizio della necessità espressiva del momento maturata da un determinato contesto storico e culturale.

Non plagio, ma “campionamenti fashion”

Nella sua breve storia Off-white fu più volte accusata di plagio da parte di altri brands, a partire da Denim Paige che nel 2017 accusò il brand americano di aver utilizzato le righe diagonali impropriamente, su etichette e dettagli, che il marchio di jeans ha sempre apposto sulle tasche delle sue creazioni. Poi fu la volta del brand norvegese Helly Hansen, specializzato in abbigliamento sportivo, che contestò a Off-White l'utilizzo di strisce diagonali sul braccio di felpe e maglie, e soprattutto nel logo, che Helly Hansen dichiarò di utilizzare da oltre trent'anni. Il brand di Abloh fu accusato in modo simile anche dall'aeroporto di Glasgow, il cui logo era molto simile, quasi identico alla versione di Off White che presentava le frecce inserite nel quadrato. Il logo scozzese fu ideato dall'artista grafico Kinneir Calvert e registrato nel 1965.

Per questi motivi al debutto del Summer Season 2020 Off-White presentò un nuovo logo. Il nuovo logo ritrae un volto che sembra emergere e le due mani che collegano le scritte Off e White sui lati, l'ispirazione è un uomo che sembra affondare ma riemerge, l'idea è infatti registrata come "the sinking man" e si contraddistingue da una forte estetica più grafica che minimal.

Virgil Abloh amava personalizzare, rivedere e modellare a suo piacimento tutto ciò che reputava stimolante. Esattamente come accade nel rap (in cui si usa campionare dei pezzi di brani famosi riutilizzandoli a proprio piacimento), Abloh prendeva dei campionamenti fashion d’ispirazione per rivederli secondo la sua caos couture.Virgil è un esempio di visione divergente: “Per cinquant’anni nessuno ne aveva apprezzato la forma e ne aveva visto le potenzialità iconiche”, disse il designer riferendosi all’aeroporto di Glasgow.

Collaborazioni

Nel 2018, dunque tre anni prima della sua scomparsa, grazie al suo lavoro con Off-White Abloh entrò a far parte della prestigiosissima maison Louis Vuitton come Direttore creativo per la sezione uomo, lasciando il segno. Portò all’interno della casa di moda francese una ventata di contemporaneità inondando della grande bellezza dell’urban e dello streetwear anche le passerelle di Parigi. Iconica in tal senso l’ultima onirica collezione da lui creata, presentata postuma nel gennaio del 2022, intitolata “Louis Dreamhouse” e impreziosita dalla parte musicale curata da Tyler, The Creator.

La storia di Virgil è anche costellata da tante collaborazioni con marchi importanti al mondo.

Nike è stata tra i primi brand a collaborare con il brand di Abloh nel 2017, lanciando la collezione The Ten, una decostruzione di dieci modelli iconici Nike che sono passati alla storia nella sneaker culture.

Poi toccò ai Simpson nel 2019 con una capsule collection composta di felpe, magliette grafiche, giacche di jeans e capispalla tecnici: una collezione che univa lo stile streetwear di Off-White a dettagli hi-tech, per la prima volta accostati all’universo dell’abbigliamento ispirato alla famigerata famiglia di Springfield.

Imprevedibile ma in linea con la filosofia di Off-White, nello stesso anno arrivò la collaborazione con Ikea: una collezione di tappeti luxury per manifattura e prezzo sotto il nome di Markerad, pensata per i millennial in cerca di casa.

In ultimo è opportuno citare la partnership con Mercedes-Benz, per la quale Abloh nel 2020 ha curato gli interni della Classe G insieme al team creativo del marchio, dando una nuova luce contemporanea all’estetica classica e distintiva Mercedes. Un sodalizio celebrato ulteriormente anche con la recente capsule d’abbigliamento “Project Maybach” che Off-White ha realizzato con Mercedes Benz e lanciato nel novembre 2021: una collezione dall’estetica pulita ed essenziale dove appare anche la scritta Abloh. Quasi fosse l’ennesimo ed eterno segno lasciato da Virgil.

Ib Kamara

Nel maggio del 2022, Ib Kamara ha ricevuto il delicatissimo incarico di sostituire Virgil alla direzione creativa di Off-White. Si tratta di un giovanissimo stilista, classe ‘90, da tempo legato al fondatore. Il neo creative director, dopo essersi diplomato in comunicazione alla Central Saint Martins, è diventato uno dei designer più richiesti di tutto il settore, lavorando per colossi come Louis Vuitton, Burberry, Stella Mccartney e Dior incantando inoltre con una mastodontica mostra realizzata nel 2016 e focalizzata sul cambiamento della mascolinità all’interno della comunità africana.

La persona giusta al momento giusto. Sotto la guida di Ibrahim Kamara, il nuovo Image and art director, il brand continua a esplorare tutte le possibilità, continuando a creare e a sfidare seguendo la scia di Virgil.

Virgil Abloh era un fashion designer, un uomo di cultura, un intellettuale, un artista; creò un nuovo topos, unico, un “tipo di artista alla Virgil Abloh”, creò un parallelo tra la cultura e la curiosità, tra il piacere e l’educazione, un “self-made man”. È senza dubbio la fashion story più significativa del secondo decennio degli anni: come afroamericano e come creativo, il cui lavoro nasceva da quel mondo eclettico che è lo streetwear, definizione che sempre contestava, Abloh è stato un visionario, un innovatore fondamentale in un settore notoriamente chiuso.

“I DO FASHION TO TELL A NARRATIVE”

Virgil Abloh

Wikipedia: “VirgilAbloh”

Vogue: “VirgilAbloh: il designer del progresso”

Fonti:

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