architettura
curriculum vitae
curriculum vitae
11.10.1997 Nocera Inferiore (SA) via Carlo Alberto I trav., 3 80045, Pompei (NA), Italia bottonecarmela.97@gmail.com +39 350 1690 678
dottoressa in architettura
istruzione
Corso di alta formazione in “Marketing & Communication for Architecture”
YACademy, Bologna novembre 2022 - in corso
Laurea Magistrale a ciclo unico in Architettura, Università degli studi di Napoli “Federico II” voto 110/110 e Lode settembre 2016 - luglio 2022
Certificazione 24 CFU in discipline antro-psico-pedagogiche e metodologia didattica maggio 2021 - settembre 2021
Vincitrice Progetto Erasmus Universidade de Coimbra Portogallo a.a. 2020/21
Diploma Liceo Scientifico “Renato Caccioppoli”, Scafati settembre 2011-luglio 2016
competenze
AutoCAD
Adobe Illustrator
Adobe InDesign
Adobe Photoshop SketchUp QGIS Microsoft Office
conoscenze linguistiche Inglese (B2) Francese (A2)
esperienze didattiche
22.07.2022 tesi di Laurea magistrale in Architettura degli Interni “Riabitare Tresino. Nuove attrezzature per il villaggio abbandonato di San Giovanni.” DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
11.2021 04.2022 tirocinio e workshop di autocostruzione con ONLUS Pessoa DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
22.07.2021 “Curare i margini - Frattaminore Advanced Design Studio”
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
08.05.2020 “Progetto per la grande Villa Adriana. Piranesi Prix de Rome” DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
12.10.2018 13.10.2018 workshop e mostra dei progetti “La piccola America. Realtà territoriali Non-Standard.”
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
14.01.2019 rappresentazione fotografica dell’architettura “Distributori di benzina. Ipotesi di catalogazione.”
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
09.03.2018 URBACT 2nd chanche “Waking up the Sleeping Giant” SS. Trinità delle Monache
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
partecipazione a mostre 13.05.2022 partecipazione a concorso e mostra dei progetti “Re-FOOD” Dipartimento di Agraria alla Reggia di Portici, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
30.12.2020 vincitrice concorso di fotografia “Architettura Nuda” DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
01 02 03 04 05 06 07 08
Contents
Lavori accademici p.20 Casa del Torello di Bronzo 04. p.22 Progetto per la grande Villa Adriana 05. p.24 Architettura parassita 06. p.26 La piccola America 07. p.30 Waking up the sleeping giant 08.
p.6
Riabitare Tresino. Nuove attrezzature per il villaggio abbandonato di San Giovanni 01. p.14 Pessoa Luna Park 02. p.16 Hemp-orium, coltivare la città 03.
Tesi di Laurea magistrale in Architettura degli Interni
(a) (b)
(a) (b) (c) (d)
1 2
3
1 2 3 4 b d monastero granaio scala casa colonica
a b c d
Punta Pagliarolo Castellabate Punta Licosa
villaggio abbandonato di San Giovanni
Sentiero dei Ponti di Pietra
area boschiva (70%) Pinus Halepensis Quercus ilex arbusteti (35%)
Olea europaea praterie xerofile Poaceae aree agricole montane Citrus Vitis prateria (Posidonia oceanica)
le stanze
A partire dal vuoto, la prima intenzione è stata quella di voler riconnettere gli edifici attraverso nuovi percorsi e costruire nuovi punti panoramici. La strategia si è poi sviluppata all’interno, dove le unità degli spazi vengono trasformate in nuovi spazi a misura d’uomo attraverso l’inserimento di volumi che accolgono nuovi usi, modulari, smontabili e riutilizzabili. E’ seguita la necessità di intensificare la forza dello spazio vuoto ricostituendone l’unità con l’aggiunta di un nuovo volume che si affacci sulla piazza. A partire dai nuovi punti panoramici individuati, la nuova struttura segue le tracce del monastero, rifacendosi alla sua minima unità compositiva, e traducendosi in una trasposizione della stanza all’aperto, in tensione con il campanile, rivolto verso nuovi punti di interesse paesaggistico e naturalistico.
riconnessione stanze
riconnessione belvedere stanze
foresteria e spazi comuni area ristoro ed eventi spazio del fuoco bivacco fontane
riconnessione attrezzature pt attrezzature piano attrezzature II piano sistema di risalita belvedere stanze
sistema di risalita nuovo padiglione belvedere
lo spazio della sosta
b
a
a b c d e
cappella spazio espositivo spazio della sosta spogliatoio spazio dello studio
piano terra
d cucina spazio del fuoco f g
piano
auditorium spazio della contemplazione h i
II piano
I nuovi solai in legno ricostituiscono l’unità architettonica del monastero favorendo sempre la possibilità di aprire nuovi prospettive e punti di vista sui vari ambienti senza mai perdere il rapporto con il paesaggio e la natura all’esterno. Il solaio di calpestio dei piani terra degli edifici è costituito da: battuto in malta per gli ambienti atti ad ospitare gli escursionisti; ghiaia stabilizzata per le stanze a diretto contatto con la natura. Le bucature vengono rifunzionalizzate attraverso un’imbotte in lamiera e infissi posti a filo interno. L a struttura portante dei solai intermedi si presta all’apposizone di binari in alluminio che consentono l’utilizzo di tendaggi ed altri materiali leggeri, rendendo versatile la conformazione degli spazi.
lo spazio della scala
la cucina
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
orditura portante e pavimentazione in legno pannello in policarbonato rete metallica corrimano in alluminio pannelli in legno di larice travetti in legno lamellare blocco servizi capriata in legno lamellare arcarecci in legno lamellare tavolato in OSB pannelli in zinco
esploso padiglione
sezione d-d’
L’inserimento di nuovi sistemi per il superamento delle quote e il ripristino degli spazi esistenti caratterizza il progetto consentendo una rinnovata fruibilità. La connessione tra le due quote fondamentali del sito viene ricostituita attraverso la rifunzionalizzazione della grande scala a doppio rampante. Gli interventi sulla scala riguarderanno l’inserimento di soluzioni di malta di calce e inserti in pietra locale e il corrimano in acciaio, per permettere la salita in sicurezza.
tirocinio e workshop di autocostruzione
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Il progetto nella sua interezza si fa carico di una serie di questioni architettoniche e sociali, sono infatti pregnanti i concetti di “urbanismo tattico” e “agopuntura urbana”, con azioni e trasformazioni a basso costo e breve termine, ma con elevato impatto sociale e trasformazione spaziale. L’incipit di progetto è stato quello di pensare ad un sistema modulare, leggero, dal rapido e facile montaggio, che potesse dare valore all’investimento nell’acquisto di materiali nuovi e di riciclo, dall’alta versatilità rispetto le infinite declinazioni di tema che nel corso del tempo il progetto del parco urbano può assumere. Tra gli obiettivi, quindi, la volontà di porre al primo posto il riuso e l’adattabilità del sistema costruttivo. La proposta infatti parte dal ragionamento sull’unità e sul modulo, tipico dello storage industriale, con un sistema costituito da profili metallici ad L e mensole, resistente e in grado di cambiare. Affinché assumesse però il compito di accogliere, questo viene immaginato sotto forma di un vero e proprio padiglione: il modulo base di progetto infatti si compone di multipli dell’unità base in commercio. Si individuano due tipologie di spazi, a garanzia della sicurezza notturna degli stessi, facilmente chiudibili con sistemi a cerniera: la prima, rappresentata da due blocchi base abitabili, ed una seconda tipologia, che invece caratterizza e definisce lo spazio attraverso il sistema costruttivo “balloon frame”, laddove la funzione richiede una metratura maggiore di spazio fruibile. La sezione funzionale all’interno delle strutture metalliche viene realizzata con un rivestimento in legno (copertura,sedute, banconi); le tamponature verticali invece variano da rete metallica a tessuti elastici a secondo delle funzioni del satellite. L’architettura è sospesa su un sistema di ruote che ne faciliti il trasporto e la chiusura, la narrazione alla sua apertura, come un libro pronto a raccontarsi.
Hemp-orium, coltivare la città
Curare i margini, Frattaminore Advanced Studio
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II” m m m
corti/riferimenti
1 macerazione 2 stoccaggio 3 coltivazione 4 decorticazione 5 materiale edile 6 oli e vernici 7 materiale tessile 8 riciclo, vendita
flusso delle lavorazioni
Il tema è stato la riconfigurazione di alcu ne aree del comune di Frattaminore, in provincia di Napoli: in particolare, il pro getto ‘’Hemp-orium’’ intende esplorare il concetto di confine, inteso come margine fisico e concettuale, esemplificato dall’As se Mediano, arteria infrastrutturale che assurge a vera e propria cesura nel territo rio compreso tra i comuni di Frattamino re e Crispano. Pretesto per la reinterpreta zione architettonica e spaziale del tema è stata la reintroduzione di un’antica coltura locale, la cannabis sativa, che ha rappre sentato il motore di una trasformazione del contesto fisico di riferimento. I quat tro nuovi edifici vengono proposti come elementi puntuali di una catena produtti va low-impact e a chilometro zero: dalla produzione fino al riciclo della canapa, materia prima che garantisce un alto li vello di sostenibilità ambientale, essendo adatta a ogni tipo di terreno grazie alla sua capacità di bonificare anche quelli in cat tivo stato. La relazione tra i quattro edifici si basa su un sistema logistico interrato di circolazione delle merci in partenza, e su un sistema di mobilità fuori terra pe donale, ciclabile, e di piccoli mezzi auto rizzati. L’intento è quindi quello di fare di Frattaminore un polo che possa attrarre investimenti, trasformandolo in un luogo che possa ritrovare una propria identità a partire dal ruolo fortemente aggregativo dell’agricoltura e della messa in rete dei produttori locali. L’architettura proposta si integra con il paesaggio circostante e la vegetazione grazie a materiali sostenibili, completamente riciclabili e riutilizzabili per altre attività, non soltanto riducendo l’impatto energetico degli edifici ma pro ducendo un surplus di energia potenzial mente reinvestibile nei processi produt tivi attraverso impianti solari e l’accorta scelta dell’orientamento degli edifici.
rete elettrica/direttrici progettualiLe scelte progettuali per l’involucro degli edifici pongono molta attenzione alla questione energetica e ambientale. Si tiene conto della presenza delle colture, che con la massima altezza di 6 m, fungono da schermatura per le facciate, che si presentano principalmente in vetro fotovoltaico. Viene adottato un sistema di pannelli in alluminio del tutto riciclabili e riutilizzabili nel ciclo dei materiali, che si integra perfettamente col contesto naturale grazie alla capacità riflettente
1 2 3
blocchi funzionali portanti in CLS struttura in acciaio rivestimento in vetro fotovoltaico
esploso degli edifici 2), 3), 4), 8)
0 1 m
4)
Parco archeologico di Pompei, laboratorio di restauro
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Casa del Torello di bronzo 0 5 m pianta della passerella e nuova accessibilità
La casa del Torello di Bronzo, il cui nome è dato da una piccola statuetta raffigurante un toro ritrovata nell’atrium, è situata nella parte sud della regio V del Parco Archeologico di Pompei, riportata alla luce soltanto a partire dal 1836. La domus era un’importante abitazione privata, celebre soprattutto per il suo impianto idraulico che regalava fantastici giochi d’acqua. Si sviluppa in senso verticale ed è composta da molte stanze con funzioni diverse: l’ingresso bipartito in vestibulum e fauces, da cui si accede all’ atrium e agli ambienti che si affacciano su esso, le cubicula. Nel retro della casa, all’aperto, il perystylium con il ninfeo e le sue fontane, mentre nell’ala ovest trovano luogo le stanze domestiche con il bagno e il calidarium, la cucina e gli ambienti per la servitù. La prima parte di progetto ha volto uno sguardo all’accessibilità, favorita dalle dimensioni del marciapiede esistente che costeggia la domus, grazie ad un sistema di griglie in alluminio per l’allineamento delle quote, riconnettendosi anche agli interventi per la nuova accessibilità interna, con pedane e rampe, atte alla salvaguadia delle superfici. Per poi passare al restauro degli interni, perseguendo la via del minimo intervento con particolare attenzione alla pulizia e ripristino dei mosaici e dipinti. Si prevedono nuove soluzioni e il superamento di barriere architettoniche anche grazie a sistemi interattivi multimediali e braille. Infine, si propone un primordiale progetto per le coperture, con lo scopo di proteggere e salvaguardare le ricchezze ancora in vita.
v Casa del Torello di Bronzo percorso per tutti ingressi aree non accessibili domus di maggiore interesse terme punto ristoro foro anfiteatro, teatro
strategia
Potenzialità basoli per l’attraversamento pavimento in quota percorso “Pompei per tutti” pendenza naturale <8% coperture per mosaici e affreschi Criticità assenza impianto elettrico assenza attraversamenti dimensioni ridotte barriere architettoniche mosaici coperti da teli di deflon Strategie adeguamento percorso per tutti adeguamento “Pompei di notte” videosorveglianza messa in sicurezza incremento segnaletica informativa
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
strategia generale
La strategia generale prevede una lettura del territorio impostata su due assi principali che si rifanno aille più importanti generatrici di villa Adriana e villa d’Este. Si prevede l’estensione degli orti della villa Adriana fino al fiume Aniene e si progetta un sistema di terrazzamenti ove, dalla valle al sito archeologico, si insinuano nella terra i vari progetti, in particolare quello degli alberghi, e la nuova viabilità, che si distingue tra carrabile e percorsi per passeggiate ciclo-pedonali. La nuova struttura ricettiva sfrutta il declivio esistente, che consente, attraverso degli opportuni interventi di contenimento dei muri, di inserire i nuovi spazi e nuovi vuoti. Molte caratteristiche del progetto rispettano le volontà imposte dal bando di concorso, come il limitato sviluppo in altezza delle architetture. I corpi longitudinali fanno da vetrina sulla piazza centrale e accolgono gli spazi comuni; da questi si è direzionati agli spazi privati della zona notte e del centro benessere. Le camere degli alberghi si rifanno al concetto di insula pompeiana, e assorbono luce e aria grazie alla presenza di corti private. La scelta dei materiali è dettata da alcune esigenze di luce, data la conformazione delle strutture, e anche dalla vicinanza a numerose cave e rivenditori locali di marmo travertino.
0 100 m
centro congressi centro benessere albergo 3 stelle albergo 5 stelle programma degli usi
nuovi contenitori da abitare per il DiARC DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Il progetto propone un’architettura parassita per la sede della facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, affinché il complesso possa assumere nuove forme e nuova vita anche alla fine della giornata universitaria. Si propone un nuovo sistema di risalita in acciaio, sul lato sud dell’edificio che dà su via Forno Vecchio, e si relaziona con la sua scansione alle bucature della facciata, e genera un contrasto attraverso i nuovi colori e materiali. Meta del nuovo sistema di risalita, è il suggestivo paesaggio napoletano del centro storico, della collina e del Vesuvio, grazie all’impianto di tre container coibentati, adibiti ad aree sosta, bar e per piccoli eventi.
la terrazza
Realtà territoriali Non-Standard. I luoghi del lavoro, Rosarno
DiARC Dipartimento di Archittura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
spazi pubblici
campi coltivati uliveti percorsi riattivati tracciati storici stato di fatto
Il progetto indaga la città di Rosarno come luogo del lavoro e si concentra al margine del centro abitato, in particolare nell’area del Parco Archeologico di Medma. La strategia pone il Parco Archeologico come filtro tra campagna e città, attraverso la riorganizzazione di questo rifacendosi alle tracce dell’antica Medma e ritenendo necessario introdurre un nuovo ingresso, più prossimo e diretto al centro abitato stesso. La cultura del mondo greco restituisce spunti anche per gli interventi sugli edifici. A partire dall’attuale Museo Archeologico di Medma e la scuola agraria ora in disuso, il progetto prevede una congiunzione tra le parti, un ampliamento e un nuovo ingresso. L’organizzazione vuole riprendere la suddivisione della pòlis greca, la parte bassa, l’asty, dedicata all’esposzione per l’agricolutra, e la parte alta, l’acropoli per la collezione del museo appartenente alle fasi di scavo di Paolo Orsi del ‘900 e nuove opere.
La piccola America 0 100 m
Triticum Vitis orti Citrus Ficus carica Olea europaea specchi d’acqua
modello del parco ed edifici con XPS
Il percorso previsto nel nuovo Parco Archeologico, tra i campi coltivati, gli orti urbani, e gli uliveti, ha culmine in prossimità degli scavi che portano alla luce quel che resta della città greca e la sua posizione. Il progetto propone delle architetture volte alla valorizzazione di questi, grazie a delle strutture felssibili in acciaio, rivestite, ed una passerella calpestabile ad una nuova quota, così da consentire nuovi punti di vista e la possibilità di futuri cantieri di ricerca.
Waking up the Sleeping Giant
Il complesso della SS. Trinità delle Monache, noto anche come Parco dei Quartieri Spagnoli, è uno dei più vasti complessi abbaziali di Napoli, situato nel centro storico, e adibito a ospedale militare dal XIX alla fine del XX secolo. L’occasione di progetto pone l’obbiettivo di far riemergere quella che era la struttura del complesso prima che questo fosse trasformato in Ospedale Militare e poi abbandonato. La proposta prevede infatti la ricostruzione del braccio mancante, abbattuto, attraverso una nuova architettura che vuole apparire calata dall’alto, insinuandosi sulla traccia di quella che era la traccia primordiale, ed enfatizzando la presenza degli spazi sottostanti con un nuovo affaccio e una corte ipogea. La struttura presenta solette e struttura a setti portanti in calcestruzzo, in contrasto con un secondo involucro non strutturale, in vetro, scandito con moduli concordi a quelli della facciata principale del convento. Caratterizzante il progetto è la scala, che dalla corte ipogea, compresa tra due setti, giunge al livello del giardino superiore del grande parco.
Il progetto per il complesso della SS. Trinità delle Monache prevede anche un intervento in quello che è il giardino superiore del parco, attraverso l’inserimento puntuale di architetture in legno, che consentono spazi di sosta all’interno del giardino e di occasione di nuovi punti di vista grazie alla duplicità del modulo, con una nuova quota da raggiungere e una nuova inclinazione verso il panorama napoletano
“La produzione di massa, che oggi deve essere presa in considerazione come base per l’architettura moderna, esiste nella stessa Natura e, intuitivamente, nell’opera popolare.” Lina Bo Bardi
mostra rappresentazione fotografica dell’architettura 14.01.2019
“Distributori di benzina. Ipotesi di catalogazione.” DiARC Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”