Informa Caritas 61

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61 Marzo 2010

informacaritas@caritaspisa.it http://www.caritaspisa.it


foto: arch. Caritas

Editoriale Cammini di santità: la sfida della responsabilità ..... 3 Pastorale della Carità I ragazzi della Cresima: porta a porta della solidarietà Il percorso di promozione della Caritas parrocchiale nell'Unità Pastorale di Asciano, Campo e Colignola. All'insegna della sobrietà e degli stili di vita .............. 4 In duecentocinquanta al Mercatino solidale di Ghezzano .... 4 . . . Per difendere la terra, l acqua e l aria La questione ecologica al centro del messaggio di Benedetto XVI per la 43esima Giornata mondiale della Pace: Indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità ................... 5 Copenaghen, il grande flop ....................................... 6 Dossier Quaresima Poi c è un anziana e ha paura che il Serchio ritorni Due mesi dopo l'alluvione di Natale: il lavoro dei trenta volontari del Centro d'Ascolto Caritas di Nodica. Per ogni numero civico, un volto, una storia e una relazione.................................. 7 Cronistoria di una lenta ripresa ................................ 7 Microrealizzazioni. Priorità ai più vulnerabili ......... 9 Haiti: Caritas aiuta e progetta la ricostruzione Distribuite 200mila coperte e 15mila tende, oltre a materassi, acqua potabile, pastiglie per la potabilizzazione e disinfettanti. Arrivati via mare due centri e sei cliniche mobili ........................................................................ 10

Come contribuire:

Indice

ccp 11989563, intestato a Caritas Diocesana di Pisa, piazza Arcivescovado, 18 56126 Pisa ccb IBAN IT 86 L 01030 14010 000000390954 intestato a Arcidiocesi di Pisa - Caritas Diocesana Versamento direttamente in Caritas, il Martedì, Mer/Gio/Ven, dalle 9.00 alle 12.00. NB. È importante indicare sempre nella causale del versamento la destinazione delle offerte.

InformaCaritas Caritas Diocesana di Pisa Periodico della Caritas Diocesana di Pisa Aut. Trib. Pisa n.15/2000 del 10/8/2000 Redazione: p.za Arcivescovado, 18 56100 PISA tel. 050.560.952 fax 050.560.892 informacaritas@caritaspisa.it http://www.caritaspisa.it Direttore Responsabile: Francesco Paletti Redazione: Francesca Bianchi, Paolo Martinelli, Federico Russo Grafica & Impaginazione: DIGITAL 335.5345.660 Foto: Archivio Caritas, P.Del Freo finito di stampare: marzo 2010 da Pacini Editore via A.Gherardesca, 1 56121 PISA

Immigrazione Tassi di criminalità elevati per i più giovani. Italiani o stranieri che siano. Un estratto della ricerca di Caritas/Migrantes e Redattore Sociale: fra i migranti regolari incidenza leggermente più elevata per la diversa composizione anagrafica della popolazione ............................................................. 11 Campagne Nell UE 23.500.000 persone vivono con meno di 10 euro al giorno Un quinto dei bambini europei (19milioni) è a rischio povertà: sono i figli di genitori disocuppati o con un'occupazione precaria. E le Caritas del continente lanciano la campagna "Zero Poverty"....................... 13 La petizione Già raccolte 1.717 firme ........................................... 13 Servizio civile ...È stare con le antenne alzate verso il cielo Eros, Cristina, Veronica, Concetta e le "loro" case famiglia spiegate ai coetanei cantando "Fango" di Jovanotti. "Perché è proprio come dice la canzone: io lo so che non sono solo anche quando sono solo" ........................... 14 Dire per fare Farsi prossimi a chi non ce la fa Una famiglia senza luce, acqua e gas. Un'altra cerca un lavoro per rimanere unita. In questa nuova rubrica spazio alle persone e ai bisogni incontrati ai Centri d'Ascolto. Perché la Carità sia davvero comunitaria...................... 15


Editoriale

Cammini di santità: la sfida della responsabilità foto: arch. Caritas

don Emanuele Morelli, Direttore Caritas Diocesana di Pisa

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lemosina, preghiera e digiuno (in quest'ordine, in Mc 6,1ss) sono tre azioni, diverse ma indissolubili, che riempiono di significato l'inizio della nostra quaresima. Praticare questi gesti significa scegliere di connotare il tempo quaresimale come tempo di conversione. Chiedono consapevolezza della propria situazione presente, desiderio del cammino e chiarezza della meta. Da dove partiamo, che strada vogliamo percorrere e verso dove vogliamo andare. Ma non ci accompagnano verso l'ignoto. Il fatto che siano segni quaresimali ci dice che sono strumenti per ritornare ad essere uomini e donne "viventi". Ritornare alla vita. Ecco il senso, direzione e significato, di questo itinerario. In un tempo come il nostro, profondamente segnato dall'individualismo e dalla competizione, dalla perdita di ogni riferimento etico comune e condiviso, dall'arroganza del potere, dalla presunzione di onnipontenza, dalla paura del diverso, elemosina, preghiera e digiuno sono tre percorsi che devono essere declinati, coniugati, tradotti in questo oggi. Per questo Elemosina oggi è ritornare alla condivisione di quello che siamo e di quello che abbiamo. È misura esigente che verifica la qualità della nostra vita di fede. Non può essere ridotta ad un dare senza compromettersi con colui che riceve. È mettersi in gioco. È condividersi prima che condividere. È assumere la sfida della nostra società complessa, che non prevede risposte semplicistiche e superficiali, ma discernimento autentico ed appassionato. È un dare che libera chi riceve dalla dipendenza del ricevere, an-

Elemosina oggi È un dare che libera chi riceve dalla dipendenza di ricevere che quando non vorrebbe e soprattutto quando sta volentieri nella condizione dell'assistito. Non ha nulla a che fare con il superfluo ma rimanda subito alla condivisone dell'essenziale. È stile di promozione non strumento di assistenza. La Preghiera oggi è ritornare a credere di non bastare a se stessi. Ritornare a fidarci del Padre. Abbiamo bisogno di un ALTRO che ci tenda la mano per aiutare a rialzarci quando siamo caduti, che ci giudica con viscere di misericordia e per questo ci ascolta, ci accoglie, cura le nostre ferite e incoraggia il nostro cammino. La nostra preghiera oggi deve partire dalla vita ed arrivare alla vita. Sarà preghiera autentica quando sarà preghiera incarnata e porterà con sé, verso il cielo, le gioie ed i dolori, le fatiche e le speranze degli uomini e delle donne del nostro tempo. Una preghiera che ha il sapore della nostra terra ferita e che ha il coraggio di annunciare che ogni croce è condizione provvisoria perché siamo fatti per la vita. Il Digiuno è oggi ritornare a prassi di sobrietà. Siamo così sazi perché siamo pieni di tutto. Ingolfati, ingombrati,

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occupati. Digiunare è allora cammino di liberazione. Prima di tutto da tutto ciò che ci opprime e poi per ritornare ad ascoltare i propri bisogni, per dirsi gli uni gli altri che siamo inadeguati, che spesso non ce la facciamo, che non siamo all'altezza, che abbiamo bisogno di aiuto. Digiunare oggi è scegliere di che cosa nutrirsi, e non solo in relazione al cibo. Penso all'informazione, alle relazioni interpersonali, ai propri stili di vita. Elemosina, preghiera e digiuno sono il percorso che ci permette di ritornare alla vita per assumere la responsabilità come cifra della nostra esistenza. Tutti responsabili di tutto. E ciascuno responsabile della propria parte di umanità. Radicalmente affidati gli uni agli altri. Quella vita che il Signore ci dona nella pasqua di Gesù è il grande dono del quale siamo stati fatti radicalmente corresponsabili perché tutti possano avere la vita ed avere in abbondanza (cfr. Gv 10,10). La vita che pro-esiste, che ama fino al dono totale di sé, che si piega nel servizio umile della vita ferita. La vita di Gesù che si dona dalla croce. Scriveva Lévinas: "Io sono nella sola misura in cui sono responsabile dell'altro". Ecco ciò che siamo chiamati a vivere nell'incontro con l'altro al di là della paura e al cuore della nostra identità: incontrare l'altro significa assumersi una responsabilità senza attendersi reciprocità, fino all'ardua ma arricchente sfida di una relazione asimmetrica, disinteressata e gratuita. Solo così la vicenda dell'incontro con l'altro si fa occasione di umanità per tutti. Buon cammino. Buona quaresima di responsabilità.


Pastorale della Carità

I ragazzi della Cresima: porta a porta della solidarietà Il percorso di promozione della Caritas parrocchiale nell'Unità Pastorale di Asciano, Campo e Colignola. All'insegna della sobrietà e degli stili di vita.

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L'Esperienza Due GAS per cinquantacinque famiglie comunità -spiega il don Francesco Barsotti, parroco ad Asciano-: quindi tre centri diversi, che però lavorino mantenendo uno stretto rapporto di coordinamento e condivisione". E l'Avvento è stata l'occasione per cominciare il percorso: "Abbiamo scelto tutti e tre di puntare sul tema della sobrietà e degli stili di vita continua don Barsotti- e utilizzato, sia pure con finalità diverse, il volumetto "Basta e avanza" della Caritas di Lucca, dedicato alle ricette fatte con i

foto: arch. Caritas

ioveva a dirotto il giorno del "porta a porta". Isabella e Matteo Neri, rispettivamente madre e figlio, insieme a Mariangela Dongarrà, tutti e tre catechisti dei giovani adolescenti che seguono il cammino di preparazione alla Cresima e di quelli della "classe" precedente della parrocchia di Campo. "Ma si figuri, nessun eroismo -ride Isabella-, anzi: diciamo che le condizioni climatiche hanno cementato ancora di più il gruppo". Risultato: più di un quintale di pasta, oltre settanta chili di zucchero, 27 litri di olio e molti altri generi alimentari a lunga conservazione. Consegnato al centro della parrocchia di Ghezzano per la distribuzione dei pacchi spesa alle famiglie bisognose. Tutto nasce dal percorso di formazione per la nascita di una Caritas parrocchiale in ciascuna delle tre comunità dell'unità pastorale di Campo, Asciano e Colignola. "L'obiettivo è quello di arrivare alla costituzione di un Caritas in ciascuna

cosiddetti cibi di scarto". Poi, la quarta domenica d'Avvento,la scelta dei segni, comuni con le preghiere recitate nelle tre celebrazioni : "Durante la Messa nelle tre chiese è stato montato un grande pannello con la parola "sobrietà" e i simboli delle tre comunità parrocchiali".. Ognuno, invece, ha scelto i suoi segni: a Campo, appunto, il "porta a porta" della solidarietà. Ad Asciano la "cena della solidarietà" utilizzando prodotti locali per le microrealizzazioni caritative diocesane e parrocchiali e i mercatini di raccolta fondi all'insegna del riciclaggio. Il cammino da fare è lungo è tutt'altro che privo di difficoltà perché "l'abitudine allo spreco è ancora troppo radicata nella società e, quindi, anche nelle nostre comunità" come spiega il parroco di Colignola don Francesco Fabrizio. Ma passo dopo passo la sobrietà comincia a farsi strada nelle tre comunità parrocchiali: a Campo, ad esempio, da qualche mese è nato un Gas cui hanno già aderito quindici famiglie. Ad Asciano, invece, il Gruppo c'è già da due anni ed è animato da una trentina di nuclei familiari.

In duecentocinquanta al Mercatino solidale di Ghezzano

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l miele di San Rossore e il vino e l'olio dei fratelli Falzari di Cerreto Guidi. E poi i formaggi e cotechini della Fattoria Lydia di Riparbella, le verdure, le conserve e i sughi dell'Azienda agricola Colombini di Crespina, le erbe della Colombaia di Marradi. E ancora marmellate, panettoni e pomodori, prodotti del commercio equo e solidale e di "Libera Terra", ossia coltivate sulle terre confiscate alle mafie. Tutto questo, e molto altro, al Mercatino di Natale Solidale promosso da Gas "Lehem", parrocchia di Ghezzano e Caritas diocesana nel periodo natalizio. Una fiera lunga quattro giorni (il 10, 20, 26 e 27 dicembre) dedicati al mangiare sano, biologico ed etico, ospitata nei locali della parrocchia di Ghezzano (San Giuliano Terme) che ha attirato oltre 250 visitatori. Venduto circa l'80% dei prodotti esposti per un incasso lordo di quasi 7.500 euro. Il ricavato, al netto delle spese sostenute, è stato destinato al sostegno dell'orfanotrofio "Le Creche di Betlemme" e al mense dei poveri di Pisa.

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Pastorale della Carità

. . . Per difendere la terra, l acqua e l aria

foto: arch. Caritas

La questione ecologica al centro del messaggio di Benedetto XVI per la 43esima Giornata mondiale della Pace: Indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità

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ome rimanere indifferenti di fronte alle problematiche derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, l aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? . E ancora: Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti profughi ambientali , persone che, a causa del degrado in cui vivono, lo devono lasciare per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all accesso alle risorse naturali? . Comincia con una serie di punti interrogativi il messaggio di Benedetto XVI per la 43esima Giornata Mondiale della Pace ( Se vuoi coltivare la pace, custodisci il Creato ), reso noto a capodanno. Per arrivare subito al punto. Ossia, alla necessità di una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo e al bisogno di una seria riflessione sul senso dell economia e sui suoi fini . Perché l umanità -evidenzia il Papa- ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale . I problemi, infatti, per il Pontefice nascono dal fatto che l essere umano si è

Energia Incoraggiare lo sfruttamento dell energia solare lasciato dominare dall egoismo, perdendo il senso del mandato di Dio e, quindi, comportandosi da sfruttatore . Guai dimenticare, infatti che la natura è dono del Creatore -prosegue-, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intriseci affinché l uomo possa trarne gli orientamenti doverosi per custodirla e coltivarla . Quando, invece, l uomo si sostituisce a Dio, finisce per provocare la ribellione della natura: egli, quindi, ha il dovere di esercitare un governo responsabile della creazione . Tutto il contrario, dell attuale ritmo di sfruttamento che mette seriamente in pericolo la disponibilità di alcune risorse naturali, non solo per la generazione presente, ma soprattutto per quelle future . Ne consegue, per Benedetto XVI l urgenza di una leale solidarietà inter-generazionale perché

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i costi derivanti dall uso delle risorse ambientali comuni non possono essere a carico delle generazioni future . Parimenti, però, va ribadito il bisogno morale di una rinnovata solidarietà intragenerazionale, specialmente nei rapporti fra i Paesi in via di Sviluppo e quelli altamente industrializzati . Tanti, al riguardo, i problemi sul tappeto. A cominciare dal nodo delle risorse energetiche , da affrontare individuando strategie condivise e sostenibili per soddisfare i bisogni di energia della presente generazione e di quelle future . Ossia favorendo comportamenti improntati alla sobrietà, diminuendo il proprio fabbisogno di energia e migliorando le condizioni del suo utilizzo , ma anche promuovendo la ricerca e l applicazione di energie di minore impatto ambientale . Molteplici le potenzialità: Occorre incoraggiare le ricerche volte ad individuare le modalità più efficaci per sfruttare la grande potenzialità dell energia solare e per valorizzare le sinergie esistenti tra il contrasto ai cambiamenti climatici e la lotta alla povertà . Ma soprattutto, evidenzia il Pontefice, appare sempre più chiaramente che il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi,


gli stili di vita e i modelli di consumo e produzione attualmente dominanti . Quindi si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita, nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti . Perché occuparsi dell ambiente richiede uno sforzo comune e responsabile per passare da una logica centrata sull egoistico interesse nazionalistico ad una visione che abbracci sempre le necessità di tutti i popoli . Centrale, però, è anche il tema del disarmo nucleare: E quanto mai auspicabile -scrive il Santo Padre- che trovino corrispondenza ed efficacia gli sforzi della comunità internazionale volti ad ottenere un progressivo disarmo ed un mondo privo di armi nucleari, la cui sola presenza minaccia la vita del pianeta e il processo

di sviluppo integrale dell umanità presente e di quella futura . Ma la difesa del Creato deve diventare una priorità anche in ambito ecclesiale. Perché la Chiesa ha, al riguardo, una particolare responsabilità e sente di doverla esercitare per difendere la terra, l acqua e l aria, doni di Dio Creatore per tutti, e, anzitutto, per proteggere l uomo contro il pericolo della distruzione di se stesso . La priorità è di ordine pedagogico: Non si può domandare ai giovani di rispettare l ambiente se non vengono aiutati in famiglia e nella società a rispettare se stessi. Volentieri, pertanto, -conclude il Pontefice- incoraggio l educazione ad una responsabilità ecologica che affermi con rinnovata convinzione l inviolabilità della vita umana in ogni sua fase e in ogni sua condizione, la dignità della persona e l insostituibile missione della famiglia, nella quale si educa all amore per il prossimo e al rispetto della natura .

foto: arch. Caritas

Stili di vita Il degrado ambientale è una conseguenza dei modelli di consumo e produzione dominanti

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Copenaghen, il grande flop

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l 31 gennaio scorso scadeva il termine per gli Stati che hanno sottoscritto l accordo di Copenhagen per presentare gli obiettivi da raggiungere in materia di taglio delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Avendo fallito il raggiungimento di un target condiviso, la conferenza aveva preferito lasciare un mese e mezzo di tempo in più ai singoli Stati per prendere un impegno adeguato, ciascuno secondo la propria sensibilità. La Convenzione delle Nazioni Uniti sui cambiamenti climatici (Unfccc) ha reso noti i documenti inviati dai vari Stati. La notizia, pessima, è che non ci sono sorprese. Tutti i grandi inquinatori hanno sottoscritto impegni identici a quelli avanzati in dicembre, non muovendosi neanche di un passo. L Unione Europea ha detto che ridurrà le emissioni del 20% entro il 2020 sui livelli del 1990, o del 30% se gli altri Stati faranno altrettanto. Gli Stati Uniti si sono mantenuti sulla soglia del 17% sui livelli del 2005, cioè del 4% sui livelli del 1990: una vera miseria. Oltretutto, l impegno degli States è sottoposto al veto del Senato, in cui giace il disegno di legge sul taglio delle emissioni: una legge la cui promulgazione non è affatto scontata. Ancora più nebuloso l impegno della Cina, che si è impegnata a ridurre del 40-45% la quantità di gas prodotti per ciascuna unità di Pil: un modo per dire che riconvertirà gradualmente una parte della sua macchina produttiva, ma che non intende affatto ridurre l ammontare complessivo delle emissioni. Disattese anche le aspettative di Caritas Internationalis, la confederazione che aggrega tutte le Caritas del mondo, che due mesi fa al vertice di Copenaghen aveva presentato un documento ( Giustizia climatica: cercando un etica globale ) in cui chiedeva alle nazioni industrializzate di assumere un ruolo guida nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, pari al 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 .


Dossier Quaresima

Poi c è un anziana e ha paura che il Serchio ritorni

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l fontanello che diventa una falla in una manciata di ore. Trenta milioni di metri cubi d acqua, lo squarcio lungo 168 metri lungo il tratto rettilineo dell argine del Serchio. E due mesi dopo nessuno ha ancora detto se l alluvione di Natale, quella che ha messo in ginocchio Nodica e Migliarino, si poteva evitare. E di chi è la "colpa" dell accaduto. Venerdì di metà febbraio, oratorio della parrocchia dei Santi Simone e Luca, accanto al circolo CSI-Acli "Dar Prete": il campanile, il bar e i campi di calcetto e calcio a sette. Due mesi dopo il disastro, le domande galleggiano ancora nell aria: le riportano i volontari, trenta in tutto, del Centro d Ascolto ad hoc promosso dalla Caritas diocesana. "Non sono stati tutti avvisati in tempo, soprattutto qui a Nodica: anche oggi me lo dicevano in due o tre" dice Giovanni Deri. "Ma il Meini (vicesindaco ndr) dice che proprio non potevano avvertirli prima perché anche loro non lo sapevano. Sono andati appena hanno saputo" risponde Cristina Bianchi. "Comunque - aggiunge Danilo Corti - quelli dalla

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parte di San Giuliano Terme sono stati avvertiti e infatti lì, come s è visto, le cose sono andate un po meglio: almeno un po di "roba" sono riusciti a salvarla". Comincia inevitabilmente da lì, dalla necessità di sapere se il disastro poteva essere evitato, anche la riunione convocata per decidere come utilizzare i 50mila euro raccolti grazie alla colletta straordinaria del 10 gennaio scorso che ha mobilitato gran parte delle parrocchie della diocesi. Ma non è la ricerca di un capro espiatorio o di un colpevole ad ogni costo, bensì il bisogno di dare un senso e una spiegazione all accaduto quella che incontrano quotidianamente i volontari della Caritas. Forte almeno tanto quanto la necessità degli indennizzi che servono per rimettere in moto le attività produttive e per riparare le abitazioni danneggiate. L archivio della memoria dell accaduto è in un faldone rosso: un centinaio di schede circa, tante quante le famiglie incontrate dai volontari in due mesi di lavoro. Dentro c è la mappa dettagliata dell alluvione: via

- Cronistoria di una lenta ripresa -

dicembre. Nella notte il Serchio rompe in località Malaventre, fra Nodica e Migliarino. In poche ore un fontanello diventa un fiume: lungo l argine si apre uno squarcio lungo 168 metri da cui usciranno 30 milioni di metri cubi d acqua. 30 dicembre. Bernardo De Bernardinis, il vicecapo della Protezione Civile inviato sul posto da Bertolaso, annuncia: Chiuso l argine, il rischio di nuove esondazioni è minimo . Sull amministrazione comunale piovono critiche per le modalità con cui è stata gestita l emergenza, ma il sindaco si difende: Tutte le misure preventive conformi ai dati a nostra disposizione sono state adottate . 5 gennaio. Nasce il Comitato cittadino degli alluvionati composto da piccole

e medie imprese, agricoltori e privati cittadini: Siamo pronti a reagire, ma i risarcimenti devono arrivare al più presto . Poco dopo si divideranno: piccole e medie imprese da una parte (Comitato Argini ) e agricoltori e privati cittadini dall altra. 12 gennaio. Il Comune apre lo sportello informativo per la richiesta d indenizzi. Sindaco e Presidente della Provincia scrivono al Presidente del Consiglio per chiedere, al più presto un decreto ad hoc che preveda fondi per la ricostruzione e la sospensione delle scadenze fiscali, tributarie e contributive. 13 gennaio. Il Consiglio dei Ministri decreta lo stato d emergenza, il passaggio indispensabile per dare il via libera all ordinanza di protezione civile per

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determinazione di modalità e tempi per il riconoscimento dei danni e dei risarcimenti. 18 gennaio. Il ministro Matteoli, in visita nelle zone alluvionate, contatta telefonicamente il collega Tremonti e annuncia: Ho ottenuto il nulla osta, per le aziende colpite dall alluvione saranno sospese temporaneamente le imposte . 20 gennaio. L opposizione presenta due emendamenti in Commissione Ambiente del Senato e chiede 700 milioni di euro per le alluvioni di Natale che hanno colpito Toscana, Liguria ed Emilia Romagna. Contemporaneamente Bertolaso informa la Camera di aver provveduto a un primo stanziamento d urgenza pari a 20 milioni di euro . Il giorno dopo il (segue)

foto: arch. Caritas

Due mesi dopo l'alluvione di Natale: il lavoro dei trenta volontari del Centro d'Ascolto Caritas di Nodica. Per ogni numero civico, un volto, una storia e una relazione.


foto: arch. Caritas

Nuova, via Paradiso, via della Bozza, via di Pavoncella, via di Golena, via Oberdan, via del Capannone, via Mazzini, via Traversagna, via del Feo, e l elenco potrebbe continuare. Ad ogni indirizzo corrisponde un nome e la storia di un incontro. Ad ogni pagina un frammento di vita: in via Amedeo c è da rifare una facciata di un abitazione e poi "c è una signora anziana che è ancora spaventata, non riesce a dormire per paura che torni l acqua". Via dell Argine, invece, è la strada dei contadini, "tutti, o quasi, agricoltori diretti, in questa zona: hanno perso polli, conigli e altri animali d allevamento e poi i trattori e gli altri macchinari agricoli sono gravemente danneggiati". Uno deve rifare i pavimenti, un altro avrebbe bisogno di un auto perché quella che aveva è stata trascinata via dalle acque. In tanti si sentono soli, "abbandonati dalle istituzioni", si legge nelle schede aggiornate dai volontari al termine di ogni visita. Ci sono anche molti anziani, "intimoriti e disorientati, che hanno bisogno soprattutto di vicinanza e compagnia". E "pure diverse situazioni di marginalità che l alluvione ha amplificato e reso più evidenti" spiega Debora Cei, responsabile della Caritas Diocesana. Le prime abitazioni alluvionate si trovano in località Malaventre: è qui che il Serchio ha rotto l argine. Poi la piena ha raggiunto e superato l autostrada per precipitare verso la

I danni 125 milioni di euro, la stima del Comune di Vecchiano zona industriale di Migliarino e fermarsi nella zona della bonifica di Vecchiano, in un area contigua al lago di Massaciuccoli. Le aziende colpite sono 196 per un totale di 112 milioni di danni: alla perdita delle attrezzature e alla distruzione delle strutture, infatti, si deve aggiungere anche il calo di fatturato conseguenza del rallentamento, se non del blocco totale, delle attività produttive. Danni ingenti anche per le aziende agricole: secondo la stima dell amministrazione comunale ammonterebbero a undici milioni. Circa due, invece, quelli necessari per risarcire le 138 famiglie più duramente colpite dall alluvione. In tutto fanno 125 milioni solo nel comune di Vecchiano ma il governo, per il momento,

L'obiettivo Accanto alla gente nella normalità di tutti i giorni

responsabile della Protezione Civile visita nuovamente i luoghi colpiti dall alluvione e annuncia ulteriori 100 milioni per tre regioni colpite. 10 febbraio. Via libera, al senato, all emendamento che stanzia i cento milioni di euro annunciati. Nessun accenno, invece, alla sospensione delle tasse. Ancora nessun accenno alla sospensione degli obblighi fiscali annunciati un mese prima dal ministro Matteoli. 17 febbraio. La regione approva l ordinanza di Protezione Civile che stanzia 20 milioni di euro. Riapre, in entrambe i sensi di marcia, l Aurelia benché limitatamente ai veicoli al di sotto dei 75 quintali. 18 febbraio. La Camera boccia gli emendamenti dell opposizione: nessun aumento delle risorse destinate agli alluvionati. Rimangono cento milioni. Ancora rinviata la decisione sulla sospensione degli obblighi fiscali.

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ne ha messi a disposizione soltanto venti per tutte le aree di Toscana, Liguria ed Emilia Romagna pesantemente investite dal maltempo durante le festività natalizie. Intanto la Caritas ha già cominciato, da diverse settimane, a distribuire i primi aiuti: deumidificatori per risanare pareti e pavimenti, mobili da cucina, lavatrici, frigo, una stufa a gas e tanta biancheria. "Interventi per l emergenza -spiega il direttore diocesano don Emanuele Morelli-. Ma adesso dobbiamo attrezzarci per rimanere accanto a queste persone anche nell ordinarietà della vita cosiddetta di "tutti i giorni"". Mario del Carlo sfoglia il regolamento dell amministrazione regionale riferito ai danni risarcibili: "Dobbiamo capire bene che cosa è coperto dai finanziamenti pubblici, bisogna evitare duplicazioni. Forse è il caso di fissare un incontro di coordinamento con l amministrazione comunale" dice. Le agende si aprono e gli appuntamenti da mettere in calendario si moltiplicano: ci sono i Rossi (nome di fantasia) da accompagnare al magazzino della San Vincenzo de Paoli per vedere se è possibile recuperare almeno un armadio provvisorio. Poi qualcuno dovrà partecipare all incontro del Comitato dei Cittadini. Lunedì si ricomincia: di nuovo via Nuova, via Amedeo, via Paradiso, via della Bozza ... Ogni numero civico un volto, una storia e una relazione da approfondire.


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i sono quelli che hanno subito molti danni e sono in una condizione di vulnerabilità particolarmente marcata e loro avranno la priorità. Poi ci sono coloro su cui l'alluvione non ha avuto un impatto devastante ma che già versavano in condizione di precarietà prima del 25 dicembre, "le povertà che le il disastro di due mesi fa ha soltanto fatto emergere" per dirla con le parole dei volontari del Centro d'Ascolto. Anche a loro sarà dedicata attenzione nell'ambito delle microrealizzazioni di Quaresima, finanziate con le offerte che saranno raccolte e con quelle che sono già pervenute agli uffici della Caritas diocesana in conseguenza della colletta straordinaria lanciata dall arcivescovo lo scorso 10 gennaio: 50mila euro in tutto, in parte già utilizzati per gli interventi d emergenza. A questi due gruppi vanno aggiunti coloro che hanno subito danni ingenti ma sono anche in condizioni socio-economiche abbastanza solide e coloro, nelle stessa situazione, che hanno subito danni limitati . Un gesto d'attenzione, comunque, ci sarà per tutte le persone che operatori e volontari Caritas hanno incontrato, "ma non faremo distribuzioni a pioggia -dice il direttore don Emanuele Morelli spiegando i criteri che saranno seguiti nell'individuazione delle microrealizzazioni-: partiremo dai bisogni emersi dal lavoro svolto in questi mesi, fatto d'incontri e di ascolto". E si terrà conto anche dei danni che saranno coperti dai fondi per l'emergenza stanziati dal governo e da altri enti pubblici, onde evitare duplicazioni e sovrapposizioni.

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foto: arch. Caritas

Microrealizzazioni Priorità ai più vulnerabili


Dossier Quaresima

Haiti: Caritas aiuta e progetta la ricostruzione foto: arch. Caritas

Distribuite 200mila coperte e 15mila tende, oltre a materassi, acqua potabile, pastiglie per la potabilizzazione e disinfettanti. Arrivati via mare due centri e sei cliniche mobili.

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l numero delle vittime del terribile sisma che ha colpito Haiti lo scorso 12 gennaio continua a crescere. E se la fase di emergenza, con il passare dei giorni, sta lasciando il posto alla gestione del dopoterremoto e alla programmazione di interventi di più ampio respiro, c'è ancora tanto, tantissimo da fare nell'inferno di distruzione della capitale Port au Prince e nelle vicine Petit Goyave e Leogane. E' per questo che Caritas Haiti, impegnata nell'aiuto della popolazione sin dalle prime ore, sta proseguendo con il suo lavoro a fianco dei sopravvissuti. Come Moni Marion è uno studente in Scienze dell'Informazione: si è salvato perché al momento della scossa era in strada, stava tornano proprio dall'Università. Ma la sua casa è crollata. Non ha più niente ad esclusione degli abiti che indossava il 12 gennaio. Adesso dà una mano alla Caritas come traduttore durante la distribuzione degli aiuti. Suxe Bienvenue, invece, è rimasta sola con suo figlio: la sua casa è fatta dei teloni distribuiti anche grazie al sostegno della rete di Caritas Internationalis, immediatamente attivatasi al fianco di quella haitiana. Anche Soeurette Etienne dorme in strada. Insieme ai suoi due bambini, il marito, la sorella e la madre. Perché la paura per altre scosse di assestamento è ancora tanta. E i sopravvissuti che non hanno più un tetto sotto il quale vivere sono tantissimi. La rete Caritas, guidata da quella di Haiti, è accanto a loro. In fase di emergenza sono stati messi a disposizione oltre centomila euro di-

ventati in breve tempo molti di più grazie alla mobilitazione di numerosi sostenitori: un milione di euro in totale. Sono state distribuite 200mila coperte e 15mila tende. E poi materassi, acqua potabile, pastiglie per la potabilizzazione e disinfettanti. Venti camion con aiuti alimentari e generi

Per aiutare Haiti a risollevarsi Per sostenere gli interventi della rete Caritas ad Haiti sono a disposizione un conto corrente postale (ccp 11989563, intestato a Caritas diocesana di Pisa, Piazza Arcivescovado 18 - 56126 Pisa) e un conto corrente bancario (ccb IT86L010301401000000039 0954 intestato a Arcidiocesi di Pisa - Caritas dicoesana).È importante indicare sempre nella causale del versamento emergenza Haiti .

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di prima necessità sono arrivati da Santo Domingo, mentre via mare sono sbarcati ottanta container di aiuti alimentari oltre che due centri e sei cliniche mobili per le cure di base. Insieme sono giunti sull'isola anche i pacchi settimanali per 20mila famiglie contenenti cibo in scatola (legumi, sardine, crackers, riso, latte, succo di frutta, olio), acqua potabile o pasticche per la potabilizzazione, farmaci di base con indicazioni in lingua creola, utensili per l'igiene personale e da cucina. Caritas è presente anche presso l'ospedale di San Francesco di Sales, nell'ospedale di Petit Goave e nell'ospedale Nostra Signora di Lourdes. Quattro le cisterne per l'acqua potabile già installate rispettivamente a Saint Marie, Carredoux, Delmas 32 e all'ospedale di San Francesco di Sales. Un impianto di potabilizzazione della capacità di 2mila litri l'ora è stato attivato anche a Leogane e Gressier. Ma l'impegno non finisce qui. In stretto coordinamento con Caritas Haiti, saranno programmate una serie di azioni per garantire sostegno non solo per i bisogni primari ma anche per la ricostruzione, sostegno psicologico alle persone traumatizzate, progetti di ricostruzione mirati che riguarderanno strutture comunitarie, di accoglienza, scuole e infrastrutture per l'agricoltura come pozzi e sistemi di irrigazione. Successivamente si dovrà pensare anche al rilancio delle attività produttive (artigianato, allevamento e agricoltura) anche facendo ricorso allo strumento del micro credito.

foto: arch. Caritas

Un ferito assistito da un team Caritas


Immigrazione

Tassi di criminalità elevati per i più giovani. Italiani o stranieri che siano. foto: arch. Caritas

Un estratto della ricerca di Caritas/Migrantes e Redattore Sociale: fra i migranti regolari incidenza leggermente più elevata per la diversa composizione anagrafica della popolazione.

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ella nostra metodologia di stima si fa riferimento ai reati con autore noto (neppure un quarto del totale delle denunce), non essendo possibile instaurare un confronto tra italiani e stranieri se non su di essi e, quindi, il tasso di criminalità così calcolato risulta parziale rispetto alla totalità delle denunce. Inoltre, vengono presi in considerazione tutti i reati, non sussistendo criteri oggettivi per effettuare al loro interno la selezione di alcuni da ritenere pienamente indicativi dell'intero settore, escludendo gli altri, seppure sia scontato che la gravità cambi a seconda della loro tipologia. Delle 130.458 denunce riferite a cittadini stranieri viene preso come base di calcolo solo il 28,9% (37.702), perché nel 2005 tale era la quota riferibile a cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno: è un'accortezza raccomandata nello stesso Rapporto sulla criminalità in Italia (p. 360): "Solo depurando gli stranieri denunciati dalla componente irregolare potremo dire se l'incidenza degli stranieri è superiore rispetto a quella che si riscontra nella popolazione residente in Italia". Nel passato si è ricorso a un calcolo ponderato del tasso di criminalità, tenen-

Il dato 0,75 denunce ogni 100 residenti italiani e 1,24 per gli italiani do conto della media delle pene edittali previste per i singoli reati, ma non è possibile seguire questa impostazione nel confronto tra gli italiani e gli stranieri, essendo questi assoggettati a reati aggiuntivi non previsti per i cittadini del posto (le infrazioni alla normativa sul soggiorno). Si è inoltre ritenuto opportuno, per favorire un inquadramento più immediato nei lettori, calcolare il quoziente di criminalità in percentuale e non ogni 100.000 persone delle popolazioni di riferimento. Rapportando le denunce con autore noto alle rispettive popolazioni si calcola per il 2005 un tasso di criminalità dello 0,75% per gli italiani e uno più alto per gli stranieri: 1,41% se rapportato agli stranieri residenti a fine 2005 (2.670.514) e 1,24%

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se rapportato alla popolazione regolarmente presente stimata dal Dossier Caritas/Migrantes(3.035.144). Quindi, avrebbero a che fare con la giustizia a seguito di denunce penali contro noti, 1 ogni 133 italiani e 1 ogni 71/81 stranieri. Fin qui il coinvolgimento degli immigrati sarebbe più elevato rispetto agli italiani (quasi il doppio), comunque ben lontano da un tasso di criminalità del 6% (1 denuncia ogni 16 immigrati) da altri ipotizzato, ma la ricerca consente di andare oltre. La presente ricerca consente di fare un ulteriore passo in avanti prendendo in considerazione le diverse classi di età che, come unanimemente riconosciuto, esplicano diverse potenzialità criminogene e tenendo conto che, in particolare, la popolazione immigrata è più giovane di quella italiana. Non consta che di questo fattore si sia tenuto conto per interpretare il tasso di criminalità sulla base della totalità delle denunce, mentre delle classi di età si è tenuto conto nello studio comparativo di alcuni gruppi campione e, sotto questo, la ricerca Redattore Sociale/Dossier Caritas Migrantes ha inteso fornire un apporto innovativo. La ripartizione delle persone denunciate


foto: arch. Caritas

per classi di età non è indicata nell'ultimo Annuario delle Statistiche Giudiziarie pubblicato dall'Istat (l'edizione è del 2004), dove, però, sono riportate, tanto per gli italiani che per gli stranieri, le classi di età delle persone condannate in un giudizio penale (nel 2004 sono state 239.391 complessivamente e di esse 62.236 con cittadinanza straniera). Possiamo presumere che le classi di età dei condannati siano sostanzialmente simili a quelle riguardanti le persone denunciate nel 2005. Invece, il numero delle condanne da solo non basta per determinare il tasso di criminalità in quanto fortemente condizionato dal funzionamento lacunoso dell'amministrazione. Constatiamo, così, che la fascia di età a più elevato potenziale di devianza è quella di 18-44 anni (78,6% dei casi) e in misura ridotta lo è quella di 45-64 anni (17,9%), per cui si può dire che la criminalità è una questione di persone adulte, segnatamente di giovani adulti. Le ali estreme sono comprensibilmente poco rappresentate, essendo la delinquenza solo residualmente questione di anziani (2,4%) e di minori (1,1%: di essi si occupano anche i Tribunali dei minori, i cui dati non vengono qui presi in considerazione). Rapportando distintamente la composizione per classi di età a italiani e stranieri, rileviamo che per gli stranieri è notevole la concentrazione nella classe

La proiezione Ma il divario si restringerebbe se la composizione delle due popolazioni fosse uguale di età 18-44 anni (92,5% dei casi), mentre per gli italiani il valore è consistente ma non così elevato (73,7%). Al contrario gli adulti italiani di 45 64 anni hanno una rilevanza penale ben più ampia rispetto ai coetanei stranieri (22,3% rispetto al 5,3%). Ripartite le denunce del 2005 secondo le percentuali proprie di ciascuna fascia e tenendo conto delle rispettive quote di popolazione assegnate a ciascuna di esse, si ricavano i tassi comparativi di criminalità, che per gli stranieri - come prima accennato - è calcolato due volte in quanto abbiamo tenuto conto distintamente della popolazione residente registrata dall'Istat (2.670.514) e di quella effettivamente presente stimata dal Dossier, includendovi anche le persone che ancora non hanno definitivo le pratiche per l'iscrizione anagrafica, che ammontano a diverse centinaia di migliaia

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(3.035.144): - Per la fascia di età 18-44 anni, 1,50% per gli italiani e 2,14%/1,89% per gli immigrati; - Per la fascia di età 45-64 anni, 0,65% per gli italiani e 0,50%/0,44% per gli immigrati; - Per la fascia di età 65 e più anni, 0,12% per gli italiani e 0,14/0,12% per gli immigrati. La differenza tra italiani e stranieri si concentra tra i ventenni e i trentenni, il periodo in cui gli immigrati iniziano la vicenda migratoria e compiono il massimo sforzo, mentre dai 40 anni in poi, avviato il processo di inserimento ed essendo forte il desiderio degli immigrati di inserirsi proficuamente nella nuova società, italiani e stranieri hanno un tasso di delinquenza simile, anzi più basso per i cittadini stranieri. Per quanto riguarda gli italiani, mantenendo fermo il tasso di criminalità effettivamente registrato e ipotizzando la ripartizione per classi di età uguale a quella degli stranieri, i giovani tra i18 e i 44 anni da 20,4 milioni passerebbero a 34,2 e le denunce da 209.637 a 512.000. Per questo motivo, tenuto conto della diminuzione delle denunce nelle successiva classi di età, complessivamente le denunce riguardanti gli italiani, anziché 420.152 come quelle della statistica, salirebbero a 573.000 e il tasso di criminalità sarebbe dell'1,02%, molto vicino all'1,24% registrato per gli stranieri residenti. Si può aggiungere che, estrapolando i reati che gli immigrati commettono proprio in quanto stranieri, che il tasso di delinquenza degli immigrati è del tutto simile a quello degli italiani anche nella fascia più giovane di età: non bisogna, infatti, sottostimare l'impatto della diversa posizione giuridica degli stranieri rispetto agli italiani, per cui non pochi reati sono collegabili all'infrazione diretta della legge sugli stranieri e diversi altri ne sono una conseguenza (in Idos, Le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati nell'area romana, Edizioni idos, Roma 2008, ", "La popolazione immigrata: una periferia virtuale", a cura di A. Colaiacomo, M. Nanni, F. Pittau, pp. 232-244). Se invece si dovesse tenere conto delle più sfavorevoli condizioni socio-economiche familiari degli immigrati, come più volte sottolineato dagli studiosi del settore, la bilancia finirebbe per pendere dalla loro parte. Le statistiche ufficiali non contengono queste disaggregazioni e anche le ricerche sul campo raramente se ne possono far carico in maniera adeguata: avere lo stesso livello di istruzione, essere occupati, avere con se la famiglia, godere di un certo agio economico e altri ancora esercitano naturalmente un impatto sul comportamento delle persone e, il fatto di non poter disporre di queste variabili, rende i confronti meno attendibili.


Campagne

Nell UE 23.500.000 persone vivono con meno di 10 euro al giorno Un quinto dei bambini europei (19milioni) è a rischio povertà: sono i figli di genitori disocuppati o con un'occupazione precaria. E le Caritas del continente lanciano la campagna "Zero Poverty". econdo un'indagine di Eurobarometro la maggior parte degli europei ritiene di non essere a rischio povertà. Solo, infatti, poco più di un europeo su dieci (il 12%) ammette di non riuscire, o di riuscire difficilmente, a raggiungere la fine del mese. La povertà, dunque, non ci riguarda? In realtà, sebbene all'interno dei confini dell'Unione Europea nessuno più muoia di fame, ciò non significa che la povertà sia scomparsa. Anzi. E' utile sapere, ad esempio, che 23,5 milioni di europei vivono con meno di dieci dollari al giorno, che un europeo su cinque non ha un'abitazione adeguata, che quasi un europeo su dieci appartiene ad una famiglia priva di lavoro. In totale son o 79 milioni i cittadini Ue a rischio povertà, cioè il 16% della popolazione totale, percentuale che non è affatto diminuita nell'ultimo decennio (anzi è aumentata al 17% nel 2008). E molti altri milioni di persone vanno aggiunte, considerando i paesi europei non comunitari. Va aggiunto tuttavia che le condizioni sociali non sono identiche dappertutto. Il quadro dell'incidenza della povertà, infatti, varia sensibilmente a seconda dei singoli stati. Esempi? Nella Repubblica Ceca e nei Paesi Bassi il 10% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, mentre in Grecia si arriva al 21% e in Lettonia al 23%. In ben cinque dei 27 stati Ue, una quota di popolazione tra il 20 e il 40% non può permettersi di consumare un pasto equilibrato una volta ogni due giorni. Inoltre, un conto è essere poveri in Svezia, un altro in Romania. Nei paesi più ricchi il tenore di vita di una persona indigente è tre volte e mezzo più

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elevato che in quelli più economicamente disagiati. Così come il rischio di povertà non colpisce in egual modo tutti i paesi, allo stesso modo incide diversamente sui differenti gruppi sociali. I più esposti, in tutta Europa, sono bambini e anziani. Ancora qualche dato. Nella Ue i bambini a rischio di povertà sono ben 19 milioni (il 19% dei bambini europei: quasi un bambino ogni cinque rischia di essere povero). Sono generalmente figli di un padre o di una madre disoccupati o con un lavoro precario, ma mentre alcuni abitano in paesi che riescono a sopperire alla debolezza familiare con servizi e aiuti, altri vivono in stati senza un sistema di welfare solido, dunque impossibilitati a garantire sostegni efficaci e a impedire che le famiglie precipitino in basso anche solo di fronte a una difficoltà momentanea. Gli anziani si trovano in condizioni identiche. Ma la loro situazione è peggiore in alcuni paesi. Nel Regno Unito, in Spagna e nei Paesi baltici la percentuale di chi si trova a rischio povertà sale al 25% tra le persone che hanno superato i 65 anni. Tra i generi le donne (17% del totale delle europee), soprattutto le single (25%), sono più colpite dalla povertà rispetto agli uomini (15%). Anche i disoccupati sono particolarmente vulnerabili: il 41% di loro vive al di sotto della soglia di povertà. Gli aiuti statali (assegni familiari, sussidi di disoccupazione, etc), là dove esistono, riducono il rischio di povertà, ma non consentono, a chi ne dipende interamente, anche nei paesi con i sistemi di welfare più generosi, di raggiungere livelli di vita dignitosi.

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La petizione Già raccolte 1.717 firme

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e ultime in ordine di tempo sono quelle di Ivana Vidovic della Bosnia Herzegovina e Elisabeth Hill della Germania. In tutto, al 19 febbraio, sono 1.717 le sottoscrizioni on line pervenute in calce alla petizione promossa da Caritas Europa (www.zeropoverty.org/en/petition) nel quadro dell anno europeo di lotta alla povertà e all esclusione sociale. Quattro gli impegni che i firmatari chiedono ai politici e ai governi: in primo luogo l eliminazione della povertà infantile in Europa, cominciando con il dimezzare, entro il 2015, il numero di minori che vivono in famiglie il cui reddito è al di sotto della soglia di povertà . Una misura, in particolare, è raccomandata: garantire assegni per ogni figlio a carico, indipendentemente dallo status dei genitori . Poi assicurare a tutti un livello minimo di protezione sociale in modo tale che, entro il 2015, siano assicurate pensioni decorose, assegni per gli ammalati e un reddito minimo adeguato a chi non dispone di risorse sufficienti per permettersi condizioni di vita dignitose . Quindi aumentare la fornitura di servizi sociali e sanitari, garantendone l accesso paritario a tutti entro il 2015 incrementando del 50% la disponibilità degli alloggi popolari e riconoscendo e sostenendo le cure domestiche come servizio sociale a tutti gli effetti . Infine garantire un lavoro decoroso a tutti facendo scendere la disoccupazione sotto il livello del 5% .


Servizio civile

...È stare con le antenne alzate verso il cielo

Eros, Cristina, Veronica, Concetta e le "loro" case famiglia spiegate ai coetanei cantando "Fango" di Jovanotti. "Perché è proprio come dice la canzone: io lo so che non sono solo anche quando sono solo"

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er raccontarsi e raccontarli si sono ispirati a Jovanotti e hanno scelto "Fango". "Perché è proprio così come dice la canzone: "Io lo so che non sono solo anche quando sono solo". Per loro forse, sicuramente anche per me", spiega Eros Florio, 20 anni, un diploma in tasca e quattro mesi di servizio civile già alle spalle. E così da quando frequenta la casa famiglia di Marciana (Cascina) gestita dalla cooperativa Paim: nel gergo delle politiche sociali è "un servizio di tipo residenziale a carattere assistenziale per disabili medio-gravi che ospita otto utenti". Per Cristina Cilia, anche lei 20 anni e il diploma di maturità in un cassetto, è un posto dove dare significato alle parole: "Cos è la casa famiglia l ho capito quando per la prima volta sono rimasta a cena: mi sono seduta a tavola ed è come se ci fossi sempre stata, come se l anormalità fosse non esserci". Lo raccontano ad altri giovani, una cinquantina in tutto, che il 25 gennaio scorso nei locali del seminario diocesano hanno partecipato ad un momento di confronto promosso dalla Pastorale Giovanile ("Il servizio civile come dono di sé" il titolo dell iniziativa) a partire dall esperienza dei quattro ragazzi in servizio civile della Caritas diocesana. Oltre ad Eros e Valentina, infatti, ci sono anche Veronica e Concetta Biliotta, sorelle gemelle, entrambe 24 anni e una laurea in sospeso. Loro, invece, alla casa famiglia di Pontasserchio, anch essa gestita dalla cooperativa "Paim": "Sono le piccole cose che fanno la differenza -raccontano-: gli abbracci e gli sguardi, un affetto che non immaginavamo proprio di ricevere, quanto meno in queste proporzioni". Dicono poco di quello che fanno, perché più che "fare" "stanno": "Si fa quel che c è da fare partecipando alle attività quotidiane". Attenti a non farsi sfuggire un abbraccio oppure una richiesta d aiuto. E intanto, in sotto fondo, Jovanotti canta "le lacrime di una mamma, le idee di uno studente, gli incroci possibili in una piazza. E stare con le antenne alzate verso il cielo".

Fango

I

o lo so che non sono solo Anche quando sono solo Io lo so che non sono solo Io lo so che non sono solo Anche quando sono solo Sotto un cielo di stelle e di satelliti Tra i colpevoli le vittime e i superstiti Un cane abbaia alla luna Un uomo guarda la sua mano Sembra quella di suo padre quando da bambino Lo prendeva come niente e lo sollevava su Era bello il panorama visto dall'alto Si gettava sulle cose prima del pensiero La sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero Ora la città è un film straniero senza sottotitoli Le scale da salire sono scivoli Scivoli scivoli Ghiaccio sulle cose La tele dice che le strade son pericolose Ma l'unico pericolo che sento veramente E' quello di non riuscire più a sentire niente Il profumo dei fiori l'odore della città Io lo so che non sono solo Anche quando sono solo Io lo so che non sono solo Io lo so che non sono solo Anche quando sono solo Sotto un cielo di stelle e di satelliti Tra i colpevoli le vittime e i superstiti Un cane abbaia alla luna Un uomo guarda la sua mano Sembra quella di suo padre quando da bambino Lo prendeva come niente e lo sollevava su Era bello il panorama visto dall'alto Si gettava sulle cose prima del pensiero La sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero Ora la città è un film straniero senza sottotitoli Le scale da salire sono scivoli Scivoli scivoli Ghiaccio sulle cose La tele dice che le strade son pericolose Ma l'unico pericolo che sento veramente E' quello di non riuscire più a sentire niente

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Il profumo dei fiori l'odore della città Il suono dei motorini il sapore della pizza Le lacrime di una mamma le idee di uno studente gli incroci possibili in una piazza E stare con le antenne alzate verso il cielo Io lo so che non sono solo Io lo so che non sono solo Anche quando sono solo Io lo so che non sono solo E rido E piango E mi fondo con il cielo E con il fango La città è un film straniero senza sottotitoli Una pentola che cuoce pezzi di dialoghi "come stai quanto costa che ore sono che succede che si dice chi ci crede allora ci si vede" Ci si sente soli dalla parte del bersaglio E diventi un appestato quando fai uno sbaglio Un cartello di sei metri dice "è tutto intorno a te" Ma ti guardi intorno e invece non c'è niente Un mondo vecchio che sta insieme solo grazie A quelli che Hanno ancora il coraggio di innamorarsi E a una musica che pompa sangue nelle vene E che Fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi E di smettere di lamentarsi E' quello di non riuscire più a sentire niente Di non riuscire più a sentire niente Il battito di un cuore dentro al petto La passione che fa crescere un progetto L'appetito la sete l'evoluzione in atto L'energia che si scatena in un contatto Io lo so che non sono solo Anche quando sono solo Io lo so che non sono solo E rido E piango E mi fondo con il cielo E con il fango di Jovanotti - Franti - Onori (2008)


Dire per fare

Farsi prossimi a chi non ce la fa . . .

Una famiglia senza luce, acqua e gas. Un altra cerca un lavoro per rimanere unita. Un nuovo e puntuale strumento per farsi prossimi alle persone e ai bisogni incontrati ai Centri d Ascolto. Perché la Carità sia davvero comunitaria.

C

arissimi amici e amiche, come Caritas Diocesana sentiamo il bisogno di comunicare sempre di più quello che viviamo, le scelte, gli incontri, le storie.... perché crediamo che comunicare quello che facciamo sia il modo più giusto per costruire comunione, tessere reti, fare chiesa. Per questo vi raggiungiamo nelle vostre caselle di posta elettronica con questa news letter , un nuovo strumento che diffonderemo solo in formato elettronico e che conterrà la traccia della nostra quotidianità, con la speranza di non essere invadenti ma di farvi un servizio utile. La News Letter avrà due parti. Dire per fare nella quale daremo informazioni, faremo proposte e richieste. Intendiamo offrire opportunità e strumenti per intevenire efficacemente su situazioni di bisogno precise e specifiche e in questo modo educare ed animare alla carità ed alla solidarietà le nostre comunità cristiane. Detto e fatto nella quale proveremo a rendere conto di quanto è stato fatto rispetto alle richieste ma anche un'opportunità per condividere esperienze, per scambiare buone prassi.

subìto un aborto spontaneo. La rete familiare è compromessa ed attualmente vive in una stanza in affitto insieme ad alcune studentesse. I lavori trovati fino ad adesso non sono sufficienti a renderla autonoma. È molto sofferente psicologicamente e va sostenuta nei prossimi mesi in attesa che trovi un lavoro più stabile che le permetta di pagare regolarmente l'affitto della stanza. La richiesta. La cifra necessaria è di almeno eu 1.000,00.

Vi salutiamo augurandovi, all'inizio di questo nuovo anno una buona vita! Don Emanuele e l'équipe della Caritas Diocesana. ***

Senza luce, acqua e gas È una famiglia composta da madre, figlia e due nipoti di 17 e 7 anni. La madre percepisce la pensione minima, la figlia effettua piccoli lavori saltuari poiché è impossibilitata a svolgere per lungo tempo lavori faticosi a causa di un tumore maligno. A causa delle scarse entrate familiari, hanno accumulato dei debiti con Enel, Acque, Gas tanto che quest'ultima ha già da tempo interrotto la fornitura. Si rende necessario un intervento volto a sanare in toto la situazione debitoria e contemporaneamente aiutarli in un accompagnamento lavorativo. La richiesta. La cifra necessaria è di circa eu 2.000,00. Divorziata, aiutala a pagare l'affitto È una ragazza straniera adottata. Si è separata recentemente dal marito ed ha

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Un aiuto per stare vicino alla figlia È una famiglia straniera, in Italia dal 2004. Hanno una bambina di 7 anni diversamente abile; il marito lavora saltuariamente come muratore, la moglie non lavora ed è in stato interessante. Sono riusciti a trovare una casa in affitto a Pisa che permette loro di curare meglio la figlia. In attesa di un lavoro più stabile, vanno sostenuti nel pagamento dell'affitto. La richiesta. La cifra . . . .


E

ppure il vento soffia ancora spruzza l'acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le foglie bacia i fiori li bacia e non li coglie eppure sfiora le campagne accarezza sui fianchi le montagne e scompiglia le donne fra i capelli corre a gara in volo con gli uccelli Pierangelo Bertoli

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Marzo 2010


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