Campana - Itinerari di Storia

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CAPITOLO SETTIMO LE CHIESE

Nello sviluppo urbanistico, oltre che nella formazione del tessuto aggregativo dei rapporti umani e civili, il momento religioso ha sempre esercitato un ruolo di primaria importanza. Soprattutto a partire dall'epoca normanna (sec. XI), tempo in cui c'è la concentrazione degli agglomerati rurali verso i centri abitati meglio caratterizzati e difesi, la chiesa e il suo campanile sono diventati dovunque il fulcro della vita e della coscienza di paese. Non abbiamo testimonianze dirette sul sorgere a Campana della prima chiesa, nè si hanno notizie su eventuali chiese diffuse tra i casali rurali, di cui si è parlato in precedenza. Uniche eccezioni sono la chiesa di S. Maria "de Runtia", certamente esistente nel 1275 e di cui si è parlato trattando della Fiera della Ronza ed una contrada denominata "Fossa della chiesa", in località Foresta, che indurrebbe a pensare all'esistenza in loco di un manufatto sacro. Senza escludere che potrebbe trattarsi semplicemente di un fondo appartenuto alla chiesa, non vogliamo nemmeno rigettare a priori l'idea che possa essersi trattato di una minuscola costruzione chiesastica, tenuto conto del tipo di materiale edilizio rinvenuto intorno al 1950 da mio padre Francesco Renzo nel corso dei lavori di impiantatura della vigna. 1 Per il resto il silenzio è totale. Ma entriamo nel merito dell'argomento per cercare di fare il quadro della situazione.

1.

La Chiesa Matrice

Dedicata da tempo immemorabile all'Assunta, la chiesa Matrice, a pianta basilicale, ha registrato nel corso dei secoli svariate trasformazioni strutturali, che, se hanno reso più affascinante il suo complesso architettonico, hanno altresì complicato la possibilità di ricostruire con chiarezza le fasi storiche della sua evoluzione. Se poi a questo aggiungiamo la mancanza pressocchè totale di una qualche documentazione, si può capire la gravità del disagio e la difficoltà a decifrare, almeno fino al sec. XVI, i singoli interventi amplificativi. Di certo il complesso attuale prende avvio nella prima fase normanna (fine sec. XI) in coincidenza dell'incremento urbanistico del paese, di cui si è già parlato. L'aumento consistente della popolazione residente richiese anche un luogo di culto più capiente e meglio rispondente ai nuovi orientamenti politico-religiosi imposti dai Normanni, che determineranno in breve tempo la progressiva latinizzazione della lingua e del rito. In questo contesto una chiesa bizantina di dimensioni contenute e preesistente sull'attuale manufatto sacro potrebbe essere stata prima allungata dalla parte della navata centrale e poi successivamente ampliata anche con le due navate laterali, presumibilmente tra il XIII-XV secolo. I segni di questo corpo preesistente sono affiorati durante i lavori di restauro della matrice progettati e diretti dall'Ing. Gennaro Madera. 2 Nello scavo sotterraneo per il recupero delle cripte sepolcrali, è affiorato, poco più avanti della predella dell'altare maggiore, un muro di sbarramento trasversale, che stacca senza plausibile ragione l'area presbiterale e corale dal resto della navata. Ci sembra di poter individuare proprio in questo spazio ridotto l'antica chiesetta bizantina, con abside certamente semicircolare rivolta verso oriente. 3 Da questo periodo in poi la chiesa matrice è andata acquistando fisionomie sempre nuove, purtroppo difficilmente documentabili. Un grande aiuto per tentare di decifrare quanto è avvenuto ci è offerto provvidenzialmente dal susseguirsi ininterrotto degli interventi di restauro, che dal 1973 hanno riguardato la revisione generale del tetto, del Campanile ed infine del pavimento e delle cripte sottostanti. Soprattutto questi ultimi, per le informazioni indirette fornite, sono risultati i più preziosi e sotto certi aspetti i più risolutivi. Così, per esempio, è venuto alla luce che la navata di sinistra (lato Campanile) era più stretta e che in epoca imprecisata è stata allargata di circa un metro. 4 Il nuovo muro, più solido nelle fondazioni, nell'avanzare verso l'alto è progressivamente rientrante. Analoga rientranza si nota nel muro opposto di Vico Caliserna verso il Destro, che esternamente mostra evidenti diverse stratificazioni, che fanno pensare a continui rifacimenti anche notevoli, a cui è stato sottoposto l'edificio sacro nel corso dei secoli. 5 All'interno, sul lato destro dell'altare maggiore, è inoltre affiorato un doppio setto distinto di pavimento in cotto, su cui alla fine del sec. XVIII è stato innalzato lo stesso altare maggiore con la predella marmorea a 3 gradini. 6 In questo sforzo di ricomposizione ciò che lascia sconcertati è l'impossibilità di poter in qualche modo datare gli interventi. In ogni caso il tutto avviene certamente entro il sec. XV. Alla metà del sec. XVI risale il corpo aggiunto con muro dal lato sud (lato Vico Caliserna), leggermente obbliquo a rientrare, che ha allungato la chiesa di un paio di metri verso la facciata, nella sezione dell'antiporta, che fa da supporto alla cantoria e all'organo a canne, oggi distrutto. Tanto si deduce sia dal muro che dall'esterno appare chiaramente addossato e senza perfetta aderenza al precedente, sia da una pietra incastonata nello stesso muro in cui è leggibile l'anno 1549, senza altra scritta, che dovrebbe riferirsi proprio all'anno di costruzione del corpo. 7 A completamento di quanto fin qui detto, citiamo due elementi significativi, anche se da decifrare.


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