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Lettere

Passione e sostenibilità

Caro direttore, sono un’appassionata di montagna, non mi definisco esperta. Amo le Terre alte da quando ero bambina e cerco di passarci più tempo possibile. Da un po’ mi interrogo su un tema, senza trovare una risposta. Ha senso organizzare escursioni sui ghiacciai a fronte dei cambiamenti climatici in corso dei quali siamo ormai tutti quanti testimoni? Non si potrebbe chiedere di limitare per quanto possibile l’accesso a questi tesori che stanno scomparendo? Avendo partecipato al corso di alpinismo presso la mia sezione Cai mi rendo conto della meraviglia che si prova a essere totalmente autonomi in montagna, a superare qualsiasi ostacolo ci si trovi davanti, a vedere il sole sorgere dopo ore di cammino al gelo. Ma non percorrere quei “sentieri” potrebbe preservarli?

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Miriam Fiorenza

Gentilissimo direttore, alcuni anni fa sono stato in Piemonte, in Val di Thuras, per fare delle ciaspolate. Luoghi bellissimi, ottima neve, giornata di sole con un cielo azzurro intenso. Andando verso il colle dello Chabaud (ai confini con la Francia) assaporavo “la pace profonda dell’antico bosco solenne; tutto risplendeva dell’incomprimibile gioia dei cieli” (La mia prima estate sulla Sierra, John Muir) quando un rumore fastidioso si fece sempre più vicino e assordante. Era un elicottero. Pensavo a un sopralluogo, o peggio a un soccorso. Invece, come ho poi saputo dai ragazzi indignati del rifugio presso cui alloggiavo, erano elicotteri che dal Sestriere facevano servizio di elisky. Dalle 10 fino alle 14 un continuo passaggio di elicotteri per permettere a danarosi “amanti della montagna” di farsi qualche minuto di discesa. Ho poi appreso da Montagne360 che la Regione Piemonte ha autorizzato l’elisky, permettendo inoltre l’elitaxi. Da parte mia, questo ha causato rabbia e sconcerto.

Umberto Maiocchi – Cai Cremona

Stavolta, cari Socie e Soci, abbiamo unito due vostre lettere, differenti solo all’apparenza. Per ogni dubbio o domanda sappiamo bene che non c’è mai una risposta semplice, soprattutto se questa è relegata nelle poche righe di una rubrica destinata appunto alle missive. Condividere un pensiero, un’indignazione o un’idea è sempre arricchente. Spesso nascono stimoli, dibattiti e riflessioni per nulla banali. In questo modo possiamo accompagnarci reciprocamente in un percorso di crescita. Ebbene, al netto di questa doverosa premessa, se abbiamo messo insieme questi due messaggi è perché entrambi sono accomunati da una passione (quella per la montagna) e da un’attitudine indispensabile (quella verso il rispetto dell’ambiente). La prima risposta sta quindi tutta lì, racchiusa nel senso stesso di due concetti chiave: sostenibilità e responsabilità. Senza questi principi non potremmo parlare di frequentazione responsabile, ma neppure di tutela dell’ambiente paesaggistico e naturale. Per quanto riguarda i temi più specifici da voi affrontati mi limiterò a dire che la crisi climatica è assai più complessa di una relazione diretta tra le escursioni e la fusione glaciale. Credo che una gita su un ghiacciaio non possa essere dannosa per la problematica esposta nella prima lettera. Danni ben più evidenti sono causati ad esempio dall’inquinamento. Tutt’altra faccenda riguarda invece l’elisky. L’Italia non ha una norma nazionale, quindi tutto è affidato ai singoli governi locali. A livello nazionale esiste unicamente una norma dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) che regola alcuni aspetti. Sappiamo che in molti paesi è vietato (ad esempio in Francia e Germania, ma non solo) e anche che in Piemonte (sic!) è possibile volare in sette comuni per sei mesi l’anno (cioè quando ci dovrebbe essere la neve (uso non a caso il condizionale visti gli effetti del riscaldamento globale). Nelle aree naturali protette e in quelle della Rete Natura 2000 l’attività di elisky è consentita solo con autorizzazione dell’Ente gestore. In Rete Natura 2000 chi chiede di poter far svolgere elisky ha l’obbligo di presentare all’Ente gestore dell’area la “Valutazione di incidenza ambientale” (Vinca). L’auspicio è che anche in questo caso, nelle decisioni future del legislatore, possa prevalere il principio del rispetto dell’ambiente montano e che si arrivi a vietare per legge l’elisky (e l’elitaxi). Il Cai continuerà a fare la sua parte per far cessare questa pratica dannosa per l’ambiente e gli animali.

Luca Calzolari Direttore Montagne360