Montagne360 | Febbraio 2022

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EDITORIALE orizzonti e orientamenti

No all’ eli-montagna: una sfida nella sfida di Vincenzo Torti*

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tare seriamente l’effettiva valenza nel tempo di quanto si intende realizzare, da un lato, e per comprenderne e far comprendere appieno l’impatto ambientale, dall’altro. Un primo spunto di riflessione, ma che vuole essere ad un tempo una denuncia, viene dalle segnalazioni delle Socie Agnes Dijaux di Bardonecchia e Gabriella Crivellaro, di Settimo Torinese, in tema di eliski. L’occasione è data dall’approvazione della R.L. n. 32 del 15 dicembre 2021 da parte della Regione Piemonte, con cui si sono apportate modifiche alla normativa precedente, autorizzando l’eliski in ogni giorno dell’anno, domeniche e festivi compresi, eliminando il divieto di praticarlo nelle aree naturali protette, nei parchi regionali e nei siti Natura 2000 e, non ultimo, avallandone l’utilizzo quale mezzo di trasporto per raggiungere i rifugi in quota, il coseddetto elitaxi. Gli effetti di una siffatta nuova normativa non si sono fatti attendere: a Sestriere il Comune ha patrocinato un “Babbo Natale in elicottero”, con un sorvolo al Colle per alunni e docenti delle elementari e delle medie, quegli stessi ragazzi che – sono parole del Sindaco riportate dalla stampa – “tra qualche anno prenderanno in mano le redini della nostra stazione turistica”. Il futuro che si prospetta è indubitabilmente da “Luna park”, col silenzio rigorosamente bandito, con estati caratterizzate da impavidi fruitori di elibike – così da risparmiare la fatica della salita e poter scendere a rotta di collo – e con escursionisti che, dopo essere stati accompagnati, lungo il sentiero, dall’assordante frastuono dell’andirivieni degli elicotteri che portano turisti in rifugio, lo troveranno occupato con difficoltà anche nel solo accedere per bere una bevanda calda. Con buona pace del rifugio - presidio culturale, di cui così bene ha scritto, nel tempo, Annibale Salsa. E se questo scenario non fosse sufficiente a rendere l’idea di quale “transizione ecologica“ si profili così all’orizzonte, si aggiunga che proprio

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ocie e Soci carissimi, da due anni, ormai, ci confrontiamo con le criticità connesse alla pandemia che ha così profondamente inciso sulle nostre vite, anche se ora, grazie ai vaccini e all’adozione di comportamenti prudenziali costanti, abbiamo visto recuperata e confermata la possibilità di frequentazione delle montagne. Mentre scrivo, sia pure limitatamente a quanti dispongono di green pass, gli impianti di sci sono stati mantenuti accessibili e questo significa non poco per un settore che ha conosciuto uno stallo totale nell’inverno precedente. In tutti gli àmbiti vi è una forte volontà di ripresa e i dati che riguardano il nostro Paese sono certamente positivi, nel contesto di quell’immenso volano economico che dovrebbe essere rappresentato dal Piano di Ripresa, appunto, e Resilienza che, accanto a meri ristori per le penalizzazioni pregresse, offre ingenti risorse per rivitalizzare economia, produzione e consumi. Il tutto dovrebbe essere improntato dalla “Transizione ecologica”, cioè in vista di una rilettura totale di scelte e comportamenti in chiave di rispetto per l’ambiente e, quindi, delle persone, con una visione radicalmente mutata per cui ogni ipotesi di investimento od iniziativa dovrebbe essere connotata non dalla mera apparenza “green”, con cui troppo spesso la pubblicità riveste quel che di “verde” ha poco o nulla (il cosiddetto greenwashing), bensì, e quanto meno, da una effettiva sostenibilità ecologica oltre che da una intelligenza e utilità di fondo. E se c’è un momento storico, una vera sfida nella sfida, in cui massima deve essere la nostra attenzione a tutela della montagna, e non solo, è proprio questo, per l’evidente pericolo che, con la scusa di investire e creare lavoro, poco importa come, si commettano gravi errori nelle progettualità e nelle strategie. La fretta, lo sappiamo bene, può essere non meno dannosa della più bieca burocrazia paralizzante, se sottrae il tempo necessario per valu-

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