Il caffè, dall'illuminismo ai giorni nostri

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LETTERATURA ARTE RACCONTI HIDDEN BOOKSHOPS WWW.CAFFEMAGAZINE.IT A CURA DI VALENTINA BARLETTA Dall'illuminismo ai giorni nostri RIVISTA INDIPENDENTE VERSO LA CONTEMPORANEITÀ... Die Bücherwürmer #1 10/05/2023
Editoriale Gli autori 2 Indice Section 2
caffè,
giorni nostri Presentazione I grandi classici Il giocatore, Dostoevskij Alcuni consigli per lo scrittore Come si scrive un romanzo storico? 20 Recensioni Umanità anno zero La memoria del male Lo snob nella società dello snobismo di massa 22 24 27 Rivista culturale indipendente. Pubblicazione periodica trimestrale non soggetta a registrazione, ai sensi dell'articolo 3 bis del DL 18 maggio 2021 n. 63, convertito con legge il 16 luglio 2021 n. 203 Page 03 Letteratura Letteratura Arte e spetatcolo Il Musical e il teatro dei secoli nostri Lo sviluppo e la crescita del Musical Tango macondo: il venditore di metafore 13 10 Scrittura creativa I libri del mese Appendice Racconti Carestia, Fame: Laura Gronchi La saggezza dell'acqua del sandalo: Assunta Marone Appendice 28 30 18
Il
dall'illuminismo ai

Editoriale

Da dove nasce l'idea?

Il 20 Gennaio 2019, con la poesia Silvia, conquista il premio internazionale Il Poeta dell’Anno, mentre il 22 Settembre dello stesso anno vince il premio internazionale Città di Varallo con la poesia Il Cane Nel 2020 chiude il contratto con la casa editrice Apollo e lancia la sua nuova edizione di Ichinen Sanzen, edita da se stessa: V for Barletta Ama suonare la chitarra, il grande Rino Gaetano, gli anni 80 e i cavalli. A sedici anni scopre la passione per la Nobile Arte, per poi approcciarsi alla letteratura: Dante, Tolstoj, Dostoevskij, ma soprattutto lui, Giacomo Leopardi. Riprende gli studi presso l’università di Pavia dove ha insegnato il grandissimo Ugo Foscolo. Ah, dimenticavo È anti machiavelliana

Tutto iniziò nel mese di febbraio, quando Valentina Barletta, aspirante docente di lettere, studiò diecimila pagine per l'esame di letteratura italiana Leggendo la biografia di Alessandro Manzoni, le colpì il fatto che l'autore stesso, assieme ad altri artisti, scrisse per una rivista culturale: Gli ideologi Fu così che nacque l'idea Valentina Barletta, scrittrice anticonformista e rivoluzionaria di stampo scapigliato ma con spirito leopardiano, ha sempre sostenuto il pensiero illuminista del grande filosofo Immanuel Kant: "Sapere aude! Abbi coraggio di servirti della tua propria intelligenza!" E così, l'idea di una rivista culturale indipendente si è trasformata in realtà, grazie al supporto dei suoi amici scrittori con cui condivide la passione per la scrittura.

Valentina Barletta nasce a Segrate il 23 Settembre 1994 A diciannove collabora con Edizioni Amande all’antologia Poesie%autori, scrivendone anche la prefazione. Nel 2017 firma il contratto con la casa editrice Apollo, pubblicando il suo libro d’esordio Ichinen Sanzen, raccolta poetica. Nel 2018, con questo libro, vince il premio internazionale Agenda dei Poeti, premiato dal critico letterario Roberto Bramani Araldi.

www.valentinabarletta.com

www.caffemagazine.it
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Presentazione

SIamo i Die Bücherwürmer, un gruppo di scrittori che promuovono l’arte e la cultura

all’interno della società Scriviamo per passione!

Ma veniamo al dunque, cosa significa questo strano termine incomprensibile? La parola tedesca Bücherwurm, plurale Bücherwürmer, nasce dalla denominazione di “larve”, vermetti e vari insetti che si nutrono di legno e carta arrecando danni. La stessa parola però possiede un duplice significato: si utilizza anche per definire le persone che “si cibano” di libri Addirittura, il termine Bücherwurm, diventa il nome di un gruppo cabarettistico di Potsdam che fa cabaret con critica sociale nella DDR

Tutto ciò sembra particolarmente apprezzabile per chi non appartiene alla categoria dei cosiddetti “ja-sager”, ossia delle pecore che dicono di si a tutto. Per questo abbiamo deciso di portare avanti “Il caffè” dei fratelli Verri, periodico italiano pubblicato dal giugno 1764 al maggio 1766 Secondo gli illuministi il caffè risvegliava le virtù dell’uomo. Leggiamo, quindi pensiamo con la nostra testa, perché grazie alla lettura abbiamo gli strumenti per farlo Diverse tematiche sono presenti in questa rivista: la letteratura, la scrittura creativa, l'arte e lo spettacolo. Non mancheranno poi gli articoli sullo sport e sulla fotografia... tutto inglobato in un'unica parola: Arte. Ti starai chiedendo che cosa c'entri lo sport con la letteratura....

Ebbene, siamo qui per spiegartelo, per farti capire come tutto ciò che apparentemente non è in realtà è! Per citare alcuni esempi, dalla nobile arte praticata da Ernest Hemingway, spazieremo al pugilato dell'Eneide di Viriglio, per poi parlarvi del grande Giacomo Leopardi, nonché fondatore della letteratura sportiva Troverai anche dei racconti che ti terranno compagnia Siediti, e sfoglia rivista sorseggiando i t tuo buon caffè!

Seguici sui social per scambi culturali per eventuali collaborazioni! ◆

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KARIN BERTAGNOLLI

Karin Bertagnolli nasce nel 1970 a Bolzano, dove vive e lavora. Bilingue praticamente dalla nascita consegue la maturità scientifica presso il Liceo Scientifico in Lingua tedesca sempre a Bolzano, per poi trasferirsi a Bologna dove studia Lingue e Letterature straniere moderne Si laurea in Lingua e Letteratura inglese presso la Facoltà Lingue e Letterature Straniere Moderne, con una tesi di Letteratura e Cultura Angloamericana. Tornata a Bolzano coltiva la propria creatività cantando come soprano alto nello Showchoir Vocalists Le Pleiadi, come corista nel Fabrizio De André Ensemble, come cantante nella band Metafora e ballando Rock'n'Roll acrobatico nella squadra dell'Accademyc Dance Bolzano Madre di Lorenz, si dedica alla passione per la scrittura mentre attende il figlio all'uscita degli allenamenti. Morsa è il suo primo romanzo, tradotto in un secondo tempo dalla casa editrice America Starbook che lo mette in vendita nel Maryland col titolo Vice. Prima del suo primo romanzo, "Morsa" ha pubblicato il racconto: Il principino delle gocce Splash si mette in viaggio con Donna e mamma e vari racconti nelle antologie Writhink di Edizioni Associate, Cercatore di Sogni della casa editrice Kimerik, Racconti di autori italiani della casa editrice Kimerik, Fiabe per bimbi cresciuti con ilmiolibro, ottenendo anche una menzione speciale nel concorso

indetto da Enrico Folci Editore Sembrava amore ma per il racconto Il coleottero assassino, con il quale ha partecipato all’iniziativa Autori per il Giappone”. Prosegue la sua attività contribuendo a titolo gratuito alle antologie in difesa degli animali Amici per sempre-storie vere di animali a cura di Lara Zavatteri, per il quale contribuisce con un racconto e con la prefazione a favore del cangattile di Naturno/Plaus e 60 store d’amore per amore degli animali a cura dell’associazione ConFido in te per il salvataggio dei cani detenuti nelle perreras spagnole. Partecipa inoltre all’agenda dello scrittore per l’anno 2016 e all’antologia Ti racconto una favola. Recentemente ha pubblicato con ilmiolibro il manuale Troia non era solo una città dell’antichità in cui svela alle mogli le tattiche delle amanti che aspirano al loro “posto” a fianco del marito.

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LAURA GRONCHI

Laura Gronchi, Pisana, classe 1967, dopo gli studi tecnici amministrativi e il biennio di praticantato presso uno studio commerciale, si occupa della gestione e dell’amministrazione, di una delle tante aziende che compongono il tessuto metalmeccanico della zona e che segue tutt’ora.

Al lavoro, affianca l’amore per la lettura e la letteratura in generale, che l’accompagna fin dalla più tenera età. La sua prima passione, il fumetto, spazia dagli intramontabili Topolino, ai vari Marvel, fino ad approdare al fumetto d’autore su Lanciostory e Skorpio, grazie ai quali conosce i grandi parolieri e disegnatori sudamericani, ma non solo (intramontabili le serie di Savarese, Hèlena, Martin Hell, Dago, Amanda ecc)

Da qui, il passaggio ai classici della letteratura sudamericana è breve, Coelho e Allende in testa

Predilige i romanzi in cui qualcosa di soprannaturale è sempre presente, quale che sia il genere letterario.

Dopo tanto leggere sente il naturale desiderio di sperimentare la parola scritta in prima persona, inizia con i primi racconti, pubblicati in varie antologie, il primo romanzo Ossessione, pubblicato da PSE, il secondo, Su è giù per le scale, pubblicato in self su Amazon, e il terzo, Cronache dal Borgo, che dovrebbe uscire ad ottobre a cura di Alcheringa Editore

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GIOVANNA FRACASSI

Giovanna Fracassi ha esordito con la la raccolta poetica Arabesque, pubblicata nel 2012 con la casa editrice Rupe Mutevole Segue nel 2013 Opalescenze, nel 2014 La cenere del tempo, nel 2015 Emma alle porte della solitudine, nel 2017 con l'opera Nella clessidra del cuore, e nel 2018 L'albero delle filastrocche. Nel 2016 ha pubblicato con Kimerik la raccolta In esilio da me, nel 2018 con Kubera Edizioni Il respiro del tempo, e nel 2021 con Rupe Mutevole pubblica una raccolta poetica intitolata La brace dei ricordi, e un fortunato libro di favole e filastrocche intitolato Nel magico mondo di Nonna Amelia

Nel 2021 è diventata autrice della Tomarchio Editore con una raccolta poetica intitolata Il canto della memoria, presente nell'antologia Conversazioni poetiche, Autori Vari. La sua ultima pubblicazione risale nel 2022, con Lettere a Sofia, Tomarchio Editore.

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GRAZIANA DI STEFANO

Graziana Di Stefano nasce a Nizza Monferrato il 9 settembre 1995. Ballerina e danzatrice, conduce una personale ricerca sul corpo come performer. Quest'anno termina la formazione in danza contemporanea presso l’azione silenziosa con Giovanni Di Cicco Studia all'università DAMS di Torino, dove intraprende un percorso di scrittura creativa con il docente nonché scrittore Alessandro Perissinotto

Attualmente scrive per il blog critica teatrale della sua università, dove partecipa al laboratorio Danzare la scrittura tenuto da La Lavanderia a vapore di Collegno in collaborazione con scuola Holden. Tutto ciò ha un unico obiettivo: creare testi che danzino partendo dal corpo.

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ASSUNTA MARONE

Assunta Marone vive e lavora a Pesaro. Ha compiuto gli studi universitari ad Urbino La specializzazione in psicoterapia ad orientamento Sistemico Familiare e Relazionale è stato il suo punto di partenza. Da quel momento ha ampliato la sua formazione attraverso un Master in Management Innovativo delle Organizzazioni Sanitarie e numerosi corsi di formazione.

Svolge l’attività di psicologa, psicoterapeuta Ha esordito come scrittrice con il suo primo romanzo Speranza: una come tante e nessuna, pubblicato nel 2019 con la casa editrice PAV.

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Per la stessa casa editrice ha scritto un racconto in Antologia di Natale ne 2020

LAVINIA MAGNOTTA

Lavinia Magnotta, nata il 10/07/1991, vive a Roma Sin da bambina ha manifestato interesse per l'arte e ha trascorso la sua adolescenza tra la scuola e tante ore di danza. Il suo vero destino, però, si è compiuto con il diploma di ragioneria Dal 2018 pubblica racconti e poesie con piccole case editrici e sogna di diventare una stilista di moda. In questa rivista, cura la rubrica sulla scrittura creativa.

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BIAGIO AMPOLA

Biagio Ampola nasce a Salemi, classe 1983. Vive a Roma. Appassionato da sempre di comunicazione, decide di farne il suo mestiere. Consulente, account manager, blogger – è suo il blog www.primoemendamento.it – ama i libri, i ragionamenti sensati ed è “fortemente allergico” a forme di slogan semplicistiche che soffocano il pensiero

Collabora con enti ed associazioni culturali, presso i quali tiene lezioni e seminari sulla comunicazione e la negoziazione Scrive saltuariamente, quale esperto di comunicazione, per diversi blog ed ha collaborato, come autore, con testate di filosofia politica, di cultura e di attualità.

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IL GIOCATORE

Germania,1865. Al casinò di Wiesbaden il più grande autore di tutti i tempi diventa vittima del gioco d’azzardo Inutile pensare che giocare alla roulette fosse la soluzione adatta per saldare quel debito di tredicimila rubli Fu così che il grande autore di Delitto e castigo creò il personaggio Aleksej Ivànovic. Ma veniamo al dunque, perché?

Il giocatore è un romanzo dettato dallo stesso Dostoevskij in soli ventisei giorni alla stenografa e sua futura moglie Anna Grigor’evna Snitkina Scritto per necessità e su commissione dalla casa editrice Stellovski fu pubblicato nell’autunno 1866, per poi affermarsi come uno dei capolavori più amati della lettera russa ottocentesca.

1821 - 1881

Fëdor Michajlovič Dostoevskij è il miglior scrittore e filosofo di tutti i tempi. Con Delitto e Castigo, I fratelli Karamazov, Umiliati e offesi, e Memorie dalla casa dei morti, segna la storia della letteratura russa, contendendosi il primato con l'altro "gigante" della letteratura: Lev Tolstoj.

Ci sono due modi di giocare: uno da gentleman, l’altro invece plebeo, venale, insomma il modo di giocare di una canaglia”.
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- FËDOR DOSTOEVSKIJ

Protagonista della vicenda è Aleksej Ivanovic, un giovane uomo che perde interesse verso tutto ciò che lo circonda in nome della sua unica vera essenza: il gioco d’azzardo Incarnando la psicologia del “Dostoevskij giocatore”, il protagonista (e al contempo narratore) ci porta nella città immaginaria di Roulettenburg situata in Germania, luogo in cui si svolge la vicenda del romanzo

Aleksej Ivànovic, precettore presso una bizzarra ed eccentrica famiglia, si innamorerà di Polina, donna appartenente a una famiglia di rango disagiato La famiglia di Polina è in rovina a causa delle manipolazioni del marchese Des Grieux Tutto ciò spingerà il padre della donna a ipotecare una grossa parte del patrimonio familiare, e Aleksej, per conquistare Polina, inizia a giocare per guadagnare le grosse somme di cui lei necessita. L’unica speranza che vive nei personaggi è la morte della baboulinka, l’anziana nonna, proprietaria della futura eredità.

La principale tecnica narrativa utilizzata da Dostoevskij è il monologo interiore, rendendo il romanzo una sorta di diario. Attraverso un dialogo con se stesso il protagonista si pone delle domande senza trovare nessun tipo di risposta, e aggiungo io, domande che forse ci siamo poste tutti noi

I personaggi non vengono descritti per il loro aspetto caratteriale, bensì dal punto di vista psicologico La scelta dell’ambientazione è spesso in relazione alle connotazioni caratteriali dei protagonisti, persone ambigue e “senza tempo”. I giocatori non si accorgono di quanto tempo scorra durante la roulette. Vivendo in una dimensione atemporale non hanno nessun rapporto con il contesto storico della vicenda Nel Giocatore vi è un tempo reale dei fatti e un tempo raccontato del discorso, dove il narratore modifica l’ordine e la durata degli eventi in una dimensione atemporale Siamo sicuri che Aleksej Ivànovic trarrà vantaggio da questa esperienza da giocatore?

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Non riesco ancora a comprendere me stesso -ALEKSEJIVÀNOVIC
I GRANDI CLASSICI IL GIOCATORE, DOSTOEVSKIJ

L'analogia pirandelliana

Sicuramente ti starai chiedendo cosa c’entri il grande poeta drammaturgo Luigi Pirandello con questo capolavoro della letteratura russa ottocentesca. Sono qui per spiegartelo, per ricordarti di quanto sia importante leggere e di quanto i classici possano cambiare la vita di ogni singolo lettore Se non hai letto Il fu Mattia Pascal ti suggerisco di farlo. Se non lo avessi ancora fatto, considererei questa tua mancanza una BLASFEMIA per la letteratura italiana

Mattia Pascal diventa schiavo del gioco al casinò di Montecarlo, proprio come Aleksej nella città di Rulettemburg. Entrambi i personaggi sono trascinati da quella dipendenza che gli allontana dalla vita quotidiana, proprio come me, che dopo aver letto per ben tre volte il romanzo appena recensito continuo ad avere la dipendenza di continuare a sfogliarlo

I GRANDI CLASSICI IL
GIOCATORE, DOSTOEVSKIJ
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Valentina Barletta

Il musical è un genere proveniente dagli Stati Uniti, che dal 1960 in poi, si è diffuso nel Regno Unito. Da sempre caratterizzato con un background culturale, politico e sociale degli Stati Uniti, ha l’abilità straordinaria di unificare al suo interno una varietà di azioni artistiche da palcoscenico, che erano sconosciute al sistema Europeo

DallaculturaEuropeaalsistema diintrattenimentoAmericano:lo sviluppoelacrescitadelMusical

Oggi parliamo dello sviluppo del musical americano e delle sue connessioni con la cultura europea, che ha profondamente influenzato questo genere, nonostante abbia mantenuto una connotazione prettamente americana. Possiamo affermare che le basi del genere denominato musical siano state date dall’Europa Queste basi lasciate sul suolo americano diedero poi i loro frutti che furono reimportati in Europa sotto forma di musical o di musical tradotti, così come di nuove forme di rivista alla Garinei e Giovannini degli anni 40-50-60 in Italia

Le basi Europee derivano dalle forme di teatro musicale quali Opera e Operetta e dalla letteratura Europea Definirei di origine europea anche la coincidenza che portò alla nascita del primo spettacolo di questo genere, ossia un corpo di ballo francese che doveva esibirsi a New York in un teatro che bruciò, e che fu abbinato ad un gruppo teatrale americano che si sarebbe esibito la stessa serata in un altro teatro. Uno spettacolo senza musica e danza fu associato ad un balletto, creando quindi un prodotto assolutamente innovativo

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PARTE 1^

In scena, a teatro, gli attori recitano, mentre nell’Opera e nell’Operetta recitano e cantano e nel balletto danzano. Nel musical invece, recitazione, canto e danza hanno la stessa importanza Proprio questa equivalenza distingue il musical dalle arti che lo avevano preceduto, come anche il lavoro di équipe che porta alla sua creazione, nella quale il coreografo ha la stessa importanza del Maestro d’orchestra e della regia, del tecnico del suono e di quello delle luci

Lo sviluppo del musical statunitense fu connesso al Jazz americano e a Broadway. In questo primo articolo ci soffermeremo sullo sviluppo storico del fenomeno musical, analizzando in dettaglio le varie corrispondenze tra Romeo e Giulietta di William Shakespeare e West Side Story di Leonard Bernstein e Stephen Sondheim

Nell’ Opera e nell’Operetta troviamo una situazione quasi analoga, ma in entrambi i casi la danza ha un ruolo meno importante e viene spesso confinata al corpo di ballo, mentre nel musical ha la stessa valenza delle altre arti Il musical inoltre si è sviluppato prendendo origine da forme di spettacolo note solo al teatro Americano, come Afterpieces of spoken theatre, English Ballad Opera, Tom and Jerry Shows, Pantomime, Minstrel, Circus, Extravaganza, Burly Show, Vaudeville e Music Hall, Farce Comedy, Melodrama. Naturalmente anche l’Opera e l’Operetta hanno svolto un ruolo fondamentale, come quello del balletto, nella creazione di questa nuova forma di spettacolo Il teatro inglese ha svolto un ruolo importante solo agli inizi, fino al 1914, per poi tornare ad assumere un ruolo importante per la storia del musical, negli anni Sessanta

Tra il 1914 e gli anni Sessanta, tuttavia, il musical si è sviluppato interamente negli Stati Uniti, influenzato dalla Jazz- and Dance-Craze Wave e, in parte, dall' Hollywood Film Musical Il musical comprende un connubio di discipline che interagiscono tra di loro, come recitazione, canto e ballo, e ha importantissime radici nella cultura Europea, scegliendo le proprie trame nella letteratura e nella storia dell'Europa Possiamo inoltre affermare che anche gli inizi di questa nuova forma di intrattenimento sono dovuti al vecchio continente. Infatti il primo musical è nato quasi per caso, nel 1866, grazie alla fusione fortuita di uno spettacolo di danza con uno spettacolo teatrale Nonostante si possa considerare il musical americano come la risposta all’Operetta Europea, esso è da considerarsi comunque un prodotto interamente statunitense

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LO SVILUPPO E LA CRESCITA DEL MUSICAL

Il musical americano nasce a Broadway, il più importante centro di entertainment del mondo. In America l’intendente del Teatro e il direttore artistico non esistono come figure equiparabili alla versione europea Il direttore è il produttore, ed è lui che vive negli agi o si rovina con ogni singolo spettacolo, motivo del perché il marketing assume un’importanza basilare. Possiamo inoltre affermare che anche gli inizi

di questa nuova forma di intrattenimento sono dovuti al vecchio continente. Infatti il primo musical è nato quasi per caso, nel 1866, grazie alla fusione fortuita di uno spettacolo di danza con uno spettacolo teatrale Nonostante si possa considerare il musical americano come la risposta all’ Operetta Europea, esso è da considerarsi comunque un prodotto interamente statunitense

Infatti ci sono delle regole che lo distinguono dal prodotto europeo Il musical americano nasce a Broadway, il più importante centro di entertainment del mondo. In America l’intendente del Teatro e il direttore artistico non esistono come figure equiparabili alla versione europea Il direttore è il produttore, ed è lui che vive negli agi o si rovina con ogni singolo spettacolo, motivo del perché il marketing assume un’importanza basilare. Tuttavia ci sono delle eccezioni al genere

e, come nel caso di Porgy and Bess di Gershwin difficilmente inquadrabile. Non si riesce a definirlo come musical al 100% ma non è nemmeno un Opera Americana, pur contenendo gli elementi di orchestra e musica classica quali la fuga Tutto questo per dirvi che siamo nel periodo di nascita e sviluppo di una nuova forma musicale, il Jazz. Non a caso uno dei brani principali, Summertime, è stato interpretato dalle più grandi voci jazziste di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong

PARTE 1^ LO SVILUPPO E LA CRESCITA DEL MUSICAL
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PARTE 1^

LO SVILUPPO E LA CRESCITA DEL MUSICAL

Gershwin creò il cosiddetto Jazz bianco, con connessioni a musica classica e orchestra, mentre Porgy and Bess è famosa anche perché si tratta della prima opera con attori afroamericani. Il "melting pot" di varie culture ha portato ad una forma di espressione che ne contiene svariate creando un insieme del tutto inedito Il musical si compone di tre parti essenziali: storia, libretto e musica Prima nasce la storia che dà la base per la trama e può essere comica, drammatica o fantastica come in Brigadoon e il Mago di Oz, ma esistono anche trame nate allo scopo di creare un musical Dalla storia i librettisti, produttori, coreografi, direttori artistici, creano il prodotto finale. Gli scrittori che intendono lavorare a Broadway devono pertanto conoscere le regole per un buon libretto e anche come far sposare la musica alle scene utilizzando i brani e i ritmi nonché le coreografie. Il musical si compone di tre parti essenziali: storia, libretto e musica Prima nasce la storia che dà la base per la trama e può essere comica, drammatica o fantastica come in Brigadoon e il Mago di Oz, ma esistono anche trame nate allo scopo di creare un musical. Dalla storia i librettisti, produttori, coreografi, direttori artistici, creano il prodotto finale Gli scrittori che intendono lavorare a Broadway devono pertanto conoscere le regole per un buon libretto e anche come far sposare la musica alle scene utilizzando i brani e i ritmi nonché le coreografie

Il significato attuale della parola musical è derivato dall’aggettivo “musicale” utilizzato in lingua inglese e americana. In origine denotava una commedia musicale, un dramma musicale, una fiaba musicale, ma tutte queste definizioni risultavano disagevoli e fu coniato il termine musical che conteneva i vari sottogeneri musicati.

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Ci sono delle regole che non vanno assolutamente ignorate:

Sentimenti e suspance

Una storia d’amore o più di una Personaggi credibili Interazioni che supportino l’azione principale Accurati dettagli/umorismo

Nel prossimo numero analizzeremo tutti gli elementi elencati nelle loro diverse combinazioni, presenti nell'opera West Side Story.

Karin Bertagnolli 1. 2. 3. 4 5
PARTE 1^ LO SVILUPPO E LA CRESCITA DEL MUSICAL
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Tangomacondo:Ilvenditoredi metafore-GiorgioGallione

Tango macondo è un assemblaggio, un’operazione contemporanea che trova le sue radici nel mito.

I linguaggi si fondono tornando alla materia, un atto totale, un atto corale, tra realtà e surreale. Il sughero della Gallura sul palco: se ne avverte l’odore quando i danzatori alzano il vento Il simbolo ed il rito emergono sempre I linguaggi artistici si compenetrano, come le forme narrative di Borges, Marquez e Julio Cortázar. La scrittura, la parola incarnata ci portano in un viaggio di immagini e sensazioni Lo spettacolo vive nell’opera di Niffoi, il venditore di metafore

Tango macondo

è un assemblaggio, un’operazione contemporanea che trova le sue radici nel mito

Tango macondo

è un assemblaggio, un’operazione contemporanea che trova le sue radici nel mito.

Il protagonista Mataforu ed il suo amore Anzelina, ci cantano storie di piazza in piazza, compiendo un viaggio da Mamoiada a Macondo, racconti popolari sardi s’intrecciano alla sinuosità musicale creata appositamente da Paolo Fresu, accompagnato da Daniele Bonaventura e Pierpaolo Vacca. L’andi-rivieni di attori e danzatori sulla scena permette la continua tensione, in un’alternanza ordinatamente scandita da ritmo e curatela visiva I danzatori ricreano il deliro di riti intimi e collettivi, arcaici. la scrittura coreografica di Giovanni Di Cicco ben si amalgama al resto del paesaggio ritmico fatto di parole di carne e musica Infatti la pedagogia di Giovanni Di Cicco contiene un ricco immaginario narrato in metafore, dando ad ogni movimento una pienezza di sensazioni, una visualizzazione.

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Il teatro e la danza

Il teatro danza che osserviamo non è didascalico in quanto evocativo, essenziale e mai aulico, i corpi alle volte rimangono tali ma posseduti da spinte interiori, e talvolta invece prendono qualitàdimovimentomenoumane.Ilcaos sulpalcosemprevisivamenteappuntato, viene collocato, calmato, liberato dalle sculture ed opere d’arte di Marcello Chiarenza. Figurazioni anch’esse simbolicheedidrammaturgiadellafesta, sucuivalelapenasoffermarsi:sitrattadi strutture leggere che attraversano lo spazio e collaborano al disegno fantasiosochesivamanmanricreando, una canna da pesca molleggia nell’aria pezzi di stelle, una tela da pesca baldanzosaleraccoglie.Ildisegnolucidi Aldo Mantovani contempla colore ma monocromie, un rosso, un magenta, una luce fredda, una luce calda di un giallo paglia durante l’epidemia dell’insonnia, trattadalromanzodiMarquez,Cent’anni di solitudine Insomma, uno spettacolo complesso, stratificato, ma anche semplice, che ci riporta alla matrice, il rito.

Uno spettacolo che arriva, accessibile, ma allo stesso tempo che rimane prezioso e fascinoso,nobileepopolare.

Unagemma

GrazianaDeStefano

Fontearticolo: https://wwwteatrodamstorinoit/2023/03/ 29/tango-macondo-il-venditore-dimetafore-giorgio-gallione/

TANGO MACONDO: IL VENDITORE DI METAFORE
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Comesiscriveun romanzostorico?

Tutti sanno che un romanzo storico è ambientato nel passato. Ma siamo sicuri di saperlo scrivere? Ispiratosi al modello di Walter Scott, Manzoni ci ha portato a rivivere in un’epoca storica secentesca, era in cui gli usi e i costumi erano del tutto diversi rispetto alla società odierna. È davvero appassionante leggere storie di principi, cavalieri, duchesse, principesse tutto ciò è un ottimo strumento didattico per apprendere i fatti più importanti delle varie epoche, senza dover ricorrere ad un libro scolastico tradizionale.

Il capolavoro manzoniano de I Promessi Sposi è stata un’innovazione per la letteratura italiana, una novità che ha portato al nostro patrimonio culturale quello che tutti noi conosciamo come romanzo storico.

Scrivere un romanzo storico però non è affatto semplice, soprattutto se non si è studiosi di professione. Conoscere i fatti e gli avvenimenti dell’epoca è di vitale importanza: per questo bisogna documentarsi accuratamente! Oltre ai refusi e agli errori, evitare gli anacronismi è la regola delle regole. In questo articolo vi elenco i “5 orrori” che gli scrittori emergenti commettono con maggiore frequenza, suggerendovi di affidarvi a un buon editor di professione.

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OGGETTI CHE NON SONO STATI ANCORA INVENTATI: nell’antichità non esistevano il frigorifero, la lavatrice o lo stereo… la presenza degli elettrodomestici moderni in un romanzo storico farebbe perdere la credibilità dell’opera. Risultato? Il lettore è insoddisfatto

USO DI UN LINGUAGGIO NON APPROPRIATO: il linguaggio usato nel passato era sicuramente molto più formale rispetto a quello attuale Persino le parolacce erano diverse, ed espressioni come “Cavolo!” e “Accidenti!” non venivano usate, soprattutto nell’epoca della nobiltà

ABBIGLIAMENTO NON APPROPRIATO AI PERSONAGGI E AL CONTESTO STORICO: gli autori emergenti molto spesso descrivono l’abbigliamento del ‘700 e dell’800 come se fosse simile a quello attuale. Se stiamo scrivendo una scena d’amore non

I5"ORRORI"DA EVITARE

possiamo utilizzare il termine “slip”, perché le mutandine vennero indossate dagli europei solo a partire dagli anni ‘60 del Novecento

ERRORI CON I TITOLI NOBILIARI: i titoli nobiliari non erano gli stessi in tutta Europa. In Inghilterra non esistevano i marchesi, così come in Italia i conti erano molto più numerosi rispetto ad altri Paesi.

ERRORI NEL DESCRIVERE DATE E AVVENIMENTI STORICI: è praticamente impossibile scrivere un romanzo storico senza avere un’ottima conoscenza delle date e degli avvenimenti storici del periodo a cui il libro fa riferimento Per questo documentarsi è la regola inviolabile!

Vi aspetto nel prossimo numero per darvi altri preziosi consigli sulla scrittura creativa.

A presto!

In questo articolo analizzeremo passo per passo ogni errore da evitare. Pronti? Iniziamo!
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COME SI SCRIVE UN ROMANZO STORICO?

Umanità anno zeroun libro di Barbara appiano

Interessantissimo romanzo di formazione di Barbara Appiano, prolifica e creativa scrittrice torinese che ha al suo attivo già numerosi libri di grande successo. Umanità anno zero è edito dalla prestigiosa

Fondazione Marco Luzi Pubblicato nel 2017 è composto da 172 pagine; prezzo è 20 euro Ciò che subito cattura l’attenzione del lettore è l’introduzione scritta dalla stessa autrice: Istruzioni per l’uso: maneggiate con cura questo libro, potreste vedere le parole uscire dalle pagine Questo romanzo è un romanzocontenitore, un romanzo-valanga, ambizioso, curioso, goloso, da portare in viaggio in borsa insieme all’aspirina per eventuali emicranie, evitando il check in e i metal detector di tutti gli aeroporti del mondo

La trama narra la storia surreale di un gruppo di animali e di alcuni bambini che insieme raccontano la storia dell’umanità vista attraverso i loro occhi, come la stessa Appiano ci avverte: Gli animali non sono “ghost writer” ma “real writers” e sono i ricercatori della verità, sono loro a guidarvi nel turbinio della storia, come dei vigilantes o guide da museo vi accompagnano pagina per pagina nella nostra storia, loro narrano chi siamo Un romanzo di inversione dove le cavie siamo noi e gli animali ci tollerano con grande dignità e spirito di sopportazione. Si viene così trasportati nel tempo e nello spazio, e si incontrano grandi personaggi e protagonisti della storia della filosofia come Aristotele e Rousseau; della storia, dai Greci, alla bomba atomica e alla Guerra Fredda passando per la scoperta del Nuovo Continente, lo sterminio delle popolazioni indigene con le loro civiltà, la Rivoluzione Francese, le due Guerre Mondiali con il loro carico di devastazione e di dolore. Non manca poi il colonialismo e l’imperialismo della storia dell’arte, con alcuni suoi grandi esponenti come Picasso fino alla politica di Kennedy e Krusciov.

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Tante “schegge” di storia e di geografia in un’ esplosione pirotecnica di personaggi che fanno la loro rapida comparsa in questo caleidoscopio di vicende presentate con un ritmo incalzante e talvolta disorientante, ma sempre scoppiettante di osservazioni umoristico-satiriche. Tutto ciò induce alle riflessioni più serie sui tanti disastri ecologici, ambientali e umani che costellano la storia del pianeta Terra e dell’umanità intera Lo stile è estremamente duttile e fluido, spesso giocoso, sempre eclettico e alquanto originale. Tutti gli elementi del racconto sono pervadono passato e presente, saldamente ancorati all’interno di una struttura circolare, dove inizio e fine del romanzo si sovrappongono Una notevole abilità dell’autrice è quella di contestualizzare ogni incontro dei protagonisti nel nostro tempo, tratteggiando con ironia gli aspetti più stridenti e in molti casi “disumanizzanti” Emerge così chiaro e inequivocabile il messaggio più importante di questo romanzo che si distingue non solo per l’originalità dell’impianto narrativo, ma anche per l’incisività dei messaggi che vi si possono cogliere.

L’altro richiamo è rivolto allo stesso genere umano in sofferenza per i vari tipi di inquinamento. L’autrice alla fine della sua opera ci lascia con questa importantissima riflessione: L’essere umano è l’unico essere vivente nato per sbagliare e per correggersi se vuole e in questo non perderebbe tempo, ma lo investirebbe su stesso, che è un invito a non indugiare più perché le sofferenze della Terra e dell’Uomo sono ormai intollerabili Concludo ponendo i miei più vivi complimenti all’autrice per questo suo romanzo di formazione così avvincente e ricco di riferimenti storici, geografici, artistici, per questa sua scrittura particolarissima che rende la sua opera innovativa e assai originale nel panorama letterario attuale Umanità anno zero è un testo che per i suoi contenuti e per i suoi messaggi ambientalisti è quanto mai moderno e contemporaneo. Un romanzo da far entrare nelle scuole, da far leggere e commentare agli studenti perché si formino nella consapevolezza che la Natura e l’Uomo sono legati indissolubilmente.

I LIBRI DEL MESE: UMANITÀ ANNO ZERO
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Lamemoria delmare-Unlibrodi MarcoMarinoni

Marco Marinoni (Monza, 1974) vive a Finale Ligure e insegna Musica Elettronica al Conservatorio di Latina. Da sempre appassionato di letteratura poliziesca, affianca all’insegnamento l’attività di scrittore Nei suoi libri coniuga il gusto per l’investigazione classica ad atmosfere thriller e noir, con particolare attenzione all’ambientazione e allo scavo nella psicologia dei personaggi Ha vinto il primo premio alla VII edizione di Gialloluna Neronotte 2019, sia nella

Incontro lo scrittore all’ingresso della libreria Mondadori di Lucca. Volevo acquistare l’ultimo romanzo di Glenn Cooper, compagno fidato delle mie vacanze estive, ma esco con una copia del suo giallo autografata, conquistata dalla curiosità che riesce a istillarmi l’autore durante una nostra conversazione.

sezione racconto inedito che nella sezione romanzo inedito.I suoi racconti sono pubblicati sui Classici del Giallo Mondadori. È autore di quattro romanzi, ma oggi analizzeremo “La memoria del male” Non leggo neppure la trama, è la copertina ad attirarmi! Una copertina nera che sfuma sul rosso acceso verso la scena del crimine, dove s’intravede una sagoma minuta in tuta bianca che fotografa un qualcosa di oscuro

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ll romanzo si rivela subito al di sopra delle aspettative, un prologo agghiacciante che riempie di punti interrogativi e spinge a continuare pagina dopo pagina per saperne di più di tutti i personaggi che mano a mano si fanno avanti: Carraro, ex poliziotto, delineato inizialmente come simpatico e arguto segugio in pensione ma che pian piano rivela un passato tutt’altro che cristallino, e lascia il palcoscenico nelle mani di quello che diventa il vero protagonista, Bonora, l’ispettore capo che gli è succeduto.

Nonostante una mano offesa e un disturbo sensoriale che lo affligge, scaverà su loschi fatti di vent’anni addietro e più, e che potrebbero coinvolgere anche il suo ex capo.

I buoni non sono mai del tutto buoni, e ai cattivi viene data qualche attenuante, per poi leggere un finale adrenalinico e sorprendente.

I temi trattati sono essenzialmente due:

La corruzione nell’ambiente poliziesco e nelle carceri (fino a sfiorare il tema dei cosiddetti “suicidi inspiegabili”).

La violenza sulle donne (presentato in maniera ambigua e inquietante). La donna passa da carnefice a vittima ma non attira a sé alcuna solidarietà, né tanto meno la simpatia.

La scrittura è scorrevole, con uno stile avvincente e descrittivo seppure per nulla monotono, dimostrandoci un’ottima conoscenza della polizia scientifica, della medicina e della psicologia forense Tutto ciò rende credibile l’opera, e l’uso sapientemente e centellinato del dialetto ligure intriga più che indispettire! Lo show don’t tel è usato a piene mani. Più che leggere un libro sembra di guardare un film

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Laura Gronchi
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I LIBRI DEL MESE: LA MEMORIA DEL MALE

Losnobnella societàdello snobismodimassaunlibrodiGaetano Cappelli

Gaetano Cappelli, scrittore italiano con alle spalle una copiosa produzione letteraria Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Floppy disk (Marsilio, 1988); Volare basso (Marsilio, 2009), Il primo (Marsilio, 2005), Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo (Marsilio, 2007), tradotto in Francia e, grazie al quale, è divenuto Chevalier de la Confrérie du Tastevin di Borgogna, onore riservato a pochi eletti beoni, tra cui Norman Rockwell e Winston Churchill

Quanti significati assume un termine, da quando esso viene coniato fino all’uso contemporaneo?

E poi, Parenti lontani (Marsilio, 2009), Premio Internazionale John Fante, e La vedova, il Santo e il segreto del Pacchero estremo (Marsilio, 2012), Premio Hemingway. Ancora Scambi, equivoci eppiù torbidi inganni (Marsilio, 2015), e Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo (Marsilio, 2016) Infine, Quanto sei cool Piccola guida ai capricci del gusto (Sonzogno, 2017) e, da giugno, in libreria con Lo snob nella società dello snobismo di massa (Oligo Editore, 2022):

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I LIBRI DEL MESE: LO SNOB NELLA SOCIETÀ DELLO SNOBISMO DI MASSA

Quanti significati assume un termine, da quando esso viene coniato fino all’uso contemporaneo? Può, quel termine, essere stravolto al punto da assumere un significato addirittura opposto a quello originario (enantiosemia)?

Se il termine è snob, le risposte a queste – e ad altre domande – le troviamo nel breve e acuto trattato di Gaetano Cappelli, Lo snob nella società dello snobismo di massa, edito da Oligo Editore (2022).

Un pamphlet che traccia l’intero percorso che il termine snob ha attraversato da quando, verso la metà del XVIII secolo, alcuni studenti di Cambridge iniziarono ad usarlo per indicare quanti, estranei al loro gruppo, venivano da loro emarginati con altezzoso disprezzo

Un vero e proprio viaggio sociale, letterario e storico, che accompagna il lettore – con punte di sarcasmo che sbeffeggiano certi snob moderni – tra scrittori affermati, avventori social, moderni snob e grotteschi emuli

E ancora, l’intersecarsi di quel termine con la cancel culture, i radical chic, il fanatismo del Me

Too, le riflessioni di William Thackeray, di John Ian Russel, e perfino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Tutti ingredienti piacevolmente mischiati dalla penna di Gaetano Cappelli, che non manca di sferzare stoccate di gusto – ai limiti dello snobismo – a personaggi contemporanei altezzosi, ridicolmente e ingiustificatamente snob. Dopo le prime pagine si delinea già un tratto dello snob: le sue abitudini, l’abbigliamento, gli accessori, l’atteggiamento a tavola Poi, le considerazioni dell’autore invitano a riflettere sui tempi moderni, sul significato percepito del termine: è una connotazione positiva o negativa essere definito snob?

Perché – ci chiede l’autore – anche se difficilmente lo confessereste, non vi dispiace affatto sentir accompagnare il vostro nome a quell’elegante puntuto epiteto? Il lettore potrà farsene un’idea definitiva alla fine, quando Cappelli , dopo un’analisi su come i social network hanno impattato sull’argomento, ci indica le tre definizioni che quella parola assume oggi, lasciandolo libero di identificarsi o meno con lo snob di primo, secondo e terzo tipo. Un volumetto denso, ricco di riferimenti e di testimonianze letterarie.. un trattatello che tutti, snob o meno, dovrebbero leggere.

Biagio Ampola
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CARESTIA, FAME

Ho sempre pensato che il problema della carestia, della “fame”, riguardasse i popoli sottosviluppati, analfabeti, in parole povere: ignoranti.

Impegnati solo a scannarsi tra loro, invece di risolvere in concreto problemi comuni

Invece, con tutta la nostra istruzione, la nostra tecnologia, le nostre fallimentari politiche ambientali, adesso è toccata a noi

Sono tre anni che non piove, non un acquazzone decente in tutta Italia

Il vecchio Giacomo si rigirò nella mano il pomodoro seccato sulla pianta, dalle pendule foglie ingiallite, e lo mise in tasca Tutto fa Srotolò la gomma per annaffiare e la posizionò alla base delle radici, accese quindi la pompa alimentata da un pannello solare.

Il motore emise un leggero ronzio e lui restò con gli occhi incollati sul tubo in attesa di un miracolo che neanche quel giorno avvenne: sul terreno colò uno sputo verdastro, poi basta.

«Prima o poi lo farai bruciare codesto motore!» lo rimproverò la moglie Anna affacciandosi sull'uscio «Ma vai al diavolo...» biascicò a voce bassa. Si affrettò comunque a spegnere.

In fin dei conti, non ha tutti i torti

A passo lento si avviò verso casa, una villetta che un tempo era stata motivo di vanto per Anna, per il bel giardino rigoglioso che aveva curato maniacalmente

È bruciato tutto: i cespugli di rose, le ortensie, persino le due agavi a guardia dell'ingresso principale si sono arrese, e se ne stanno rinsecchite e dure come

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cuoio, accasciate sul marciapiede

Al posto del prato, solo terra polverosa e crepata e qualche erbaccia dalla resistenza eroica.

Il vecchio si passò la lingua sulle labbra, dalla tasca tirò fuori un sassolino grigio, piatto e arrotondato, ficcandoselo in bocca. Terrà a bada la sete per un po'.

A fine ottobre faceva caldo come il quindici di agosto

Lo stomaco barbugliò, ricordandogli purtroppo che l'ora del pranzo era ancora lontana.

Che pranzo poi! Una scatoletta di fagioli divisa in due e un bicchiere d'acqua a testa. Osservò le braccia rinsecchite che sbucavano dalla maglietta a mezze maniche, le giunture nodose, la peluria che ricopriva la pelle flaccida, arruffata come un peluche passato tra le zampe di un gatto incazzato, la pelle delle cosce che tremolava a ogni passo

Sembro uno di quei profughi dei campi di concentramento alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Maledizione ho fame! Quanto pagherei per una bella focaccia tiepida ripiena di mortadella!

Lo stomaco brontolò ancora, facendo eco a quello della moglie ancora sulla soglia

«Forza Giacomo spicciati, altrimenti faremo tardi »

Lui le rivolse un'occhiata in tralice

«Finché non suonerà la sirena inutile avviarsi.» Fece spallucce e la scostò per entrare in casa. Posò il magro bottino sul tavolo: due pomodori secchi e duri, tre baccelli scuri, una cipolla avvizzita.

Gli occhi di lei s'illuminarono.

«Con l'aggiunta di qualche fagiolo, potremo farci il brodo!»

«Facci cosa ti pare, quel che manca è la sostanza.»

«Dai avviamoci, quelli che arrivano prima si prendono i pacchi umanitari migliori »

«Sono uguali per tutti, credi a me »

Caricò le taniche per l'acqua sulla carriola e raggiunse la moglie con le chiavi in mano.

«Andiamo »

Per la strada incontrarono altri come loro, curvi e grigi, chiusi nei loro pensieri.

In piazza il tir era già arrivato. Si incolonnarono in una delle file e salutarono con un cenno quelli che conoscevano.

L'attenzione di Giacomo fu catturata dalle insegne delle botteghe sprangate: panetteria, macelleria e pasticceria Ricordi banali, ma che in quel momento gli parvero felici, gli balzarono alla mente, assieme alla consueta domanda: sarebbero mai tornati a un'esistenza normale?

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LA SAGGEZZADELL’ACQUA DI SANDALO

Il treno era quasi arrivato al capolinea, si scorgevano le prime case, si potevano riconoscere gli scorci delle strade, gli alberi che fiancheggiavano la strada andavano diradandosi lasciando intravedere il cartello blu della stazione di Pesaro

All’uscita del vagone, una grande folla di gente in un assordante schiamazzo si versò sui binari e nel giro di pochi minuti si dileguò nel freddo pungente di un ottobre che pareva anticipasse l’inverno

Speranza trascinò faticosamente la sua grossa valigia fuori dal treno e in una presa salda attirò a sé il trasportino di Ottaviano, il suo amato gatto Il felino mostrava i primi segni di inquietudine a stare ancora chiuso in un piccolo spazio.

Erano passati tre anni dalla sua partenza, ma a Speranza sembrò di essere stata via anni; intorno a lei molte cose erano cambiate. In lontananza intravide una figura formosa e sorridente che la salutava con entusiasmo

“Ciao Speranza, figlia mia come stai? Che piacere averti di nuovo qui!” –esclamò con entusiasmo Vittoria.

“Ciao mamma! Che bello vederti!”, Speranza salutandola le era corsa incontro per abbracciarla

“Tutto bene con la chiusura del contratto di casa di Cesena? Non ci vediamo da sei mesi, che mi racconti? Il nuovo lavoro ti piace?”, Vittoria aveva sommerso di domande una Speranza rallentata e stanca.

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ASSUNTA MARONE

Le due donne si diressero verso la via di casa, Vittoria aiutò Speranza con le valigie, e dopo un caloroso saluto si diedero appuntamento nei prossimi giorni per passare un po' di tempo insieme Speranza si chiuse la porta del suo piccolo appartamento alle spalle e liberò Ottaviano dalla prigionia.

Non aveva nulla per cena, si ordinò una pizza a domicilio Prima dell’arrivo della pizza, si diresse in bagno dove si concedé una lunga doccia calda.

Dopo cena, si lasciò cadere sul divano e accarezzando Ottaviano iniziò a pensare al fatto di trovarsi nuovamente in quella casa dove l’ultimo periodo che c’era stata, c’era ancora Camillo Se si concentrava le sembrava di sentire ancora il suo odore misto di olii essenziali e dopobarba legnoso. Aveva una grande voglia di rivedere Anita, non aveva mai interrotto la psicoterapia; ma avevano continuato a distanza seppur con degli intervalli temporali variabili a causa del suo lavoro che le portava via la maggior parte della giornata Il fluire dei suoi pensieri fu interrotto da una telefonata inaspettata.

“Speranza ciao, sono Antonio, mi dispiace chiamarti a quest’ora di venerdì sera, ma devo darti una terribile notizia!”, Antonio era il suo responsabile dell’area marketing.

“Oh mio Dio, cosa è successo Antonio?” aveva esordito impaurita Speranza

“La tua collega Paola è morta in un incidente stradale … era sulla strada di ritorno da Milano … Ci aspettano domani mattina per fare il riconoscimento del corpo!” l’uomo aveva parlato con un filo di voce.

"Non è possibile, come è successo? Paola non merita una fine del genere, tutto ciò che so lo devo a lei, non ci credo che non la vedrò più… non ci credo ” Speranza aveva iniziato a singhiozzare “Speranza mi dispiace molto, ma domani mattina devi tornare a Cesena, perché dobbiamo andare a … ” non era riuscito a finire la frase che era stato chiamato dall’ufficio di medicina legale.

“Antonio, non capisco come sia potuto accadere … Paola ha fatto mille volte la strada per Milano non lo so non ci credo ” non riusciva più a parlare, il dolore e le lacrime l’avevano travolta.

“Speranza adesso purtroppo non posso parlare, perché ci sono delle pratiche da svolgere legate al fatto che il veicolo era intestato all’Azienda. Conto su di te, a domani!” Antonio aveva chiuso frettolosamente la chiamata Speranza era ammutolita, devastata, completamente persa nei suoi pensieri e abbandonata sul divano in preda ad un pianto disperato

Paola era una donna forte, con grandi attitudini comunicative, era definita imbattibile nel suo lavoro, una vera stachanovista Senza legami, aveva dedicato tutta la sua vita alla società ed era stata una maestra impareggiabile per Speranza; aveva da poco assunto il coordinamento di tutti progetti dell’area ristorazione dell’azienda

Avrebbe svolto il suo lavoro in sede, tale che quella avrebbe dovuto essere una delle sue ultime trasferte.

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La mattina arrivò in fretta, Speranza non aveva chiuso occhio e non aveva fatto altro che passare tutto il c q u a d e l s a n d a l o 31
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tempo a pensare al tragico incidente di Paola, non poteva crederci che non l’avrebbe più rivista. Si preparò velocemente, prese il primo treno per Cesena e alle nove varcò la soglia dell’ufficio di Antonio che l’aspettava per andare dal Dott Verboni, medico legale. Giunti a destinazione un uomo maturo dall’aria accogliente li invitò ad entrare Speranza sentiva un odore strano, si sentiva osservata, più volte si era guardata intorno alla ricerca di occhi indiscreti ma non aveva visto nessuno Così chiese ad

Antonio:

“Antonio, non ti senti osservato? Non hai l’impressione che ci sia qualcosa di strano?”.

L’uomo la guardò impensierito: “Onestamente non vedo nulla di strano”.

Speranza restò perplessa e si ammutolì. Il Dottor Verboni li accompagnò per il riconoscimento del corpo Speranza ebbe un capogiro, si appoggiò al corrimano delle scale e con fatica entrò nella stanza. Un’atmosfera gelida scese nella stanza Il corpo era completamente sfigurato Della povera Paola, restavano riconoscibili solo la croce celtica che portava fissa al collo, un regalo di Natale dei colleghi e il tatuaggio di una coccinella rossa che aveva sul polso sinistro, fatto all’età di 18 anni in Messico nella sua prima vacanza all’estero

Dopo aver svolto le varie pratiche burocratiche Antonio e Speranza si apprestarono a risolvere la prassi per i funerali, stabiliti a distanza di pochi giorni “Speranza torni a Pesaro? Oppure resti qui? Ovviamente considerati libera se hai bisogno di riprenderti.

“E’ importante che restiamo uniti e cerchiamo di farci forza, Paola avrebbe voluto così” con tono mesto l’uomo aveva cercato di rassicurare Speranza, che si era ammutolita da quanto aveva visto i resti del corpo di Paola

“Sai Antonio, fino a che non ho visto il corpo non ci avrei mai creduto…mi sento confusa, turbata non so ancora spiegarti come mi sento Può darsi che ricominciare subito a lavorare sia la ricetta migliore in questi casi, ti farò sapere” Speranza aveva assunto un fare malinconico, come di chi ha perso ogni fiducia verso il futuro. “Ti lascio carta bianca, fammi sapere” l’uomo aveva salutato con affetto Speranza e si era diretto verso la sua Audi nera

L’uomo restò impietrito, quando incastrato nella maniglia dello sportello della vettura aveva trovato un biglietto rosso rubino con scritto:

“La tua fine è vicina”, firmato “F” Antonio restò sconcertato, Speranza vedendo la scena si precipitò verso l’uomo e leggendo il contenuto del biglietto iniziò ad incitare l’uomo che dovevano recarsi alla Polizia per raccontare l’accaduto.

L’uomo si mostrò poco propenso:

“Dai ma scherzi? Sarà lo scherzo di qualche testa calda”

“Antonio, non sottovalutare la cosa, non puoi saperlo” ribatté Speranza.

L’uomo la guardò incredulo e dissentì Speranza ignara proseguì

“Quando siamo andati dal dott Verboni hai notato quella berlina rossa che ci ha quasi investito?! Forse ha seguito i nostri spostamenti”

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“Senti, non ho il tempo di preoccuparmi di messaggi anonimi e berline rosse guidate 32

da teppisti, non ci pensiamo più!

Torna a Pesaro, ci sentiamo più tardi!” Antonio aveva liquidato frettolosamente Speranza, scappando via con la sua auto come fosse inseguito da un branco di lupi affamati Speranza non riusciva a pensare ad altro. Aveva raccolto il biglietto che Antonio aveva lasciato cadere nel parcheggio e lo strinse nelle mani con rabbia, si sentiva una povera sciocca eppure era certa che le sue non erano solo fantasie.

Decise di tornare a casa, aveva bisogno di riflettere e riposare un po’ Nel tragitto in treno pensò di telefonare Giulia, la sua cara amica, gli eventi delle ultime ore la avevano travolta e non aveva avvisato nessuno del suo arrivo a Pesaro

“Ciao Speranza!! Pranziamo insieme?” aveva gioito l’amica nel sentirla.

“Ok, ma ho bisogno di parlarti … mi raccomando non farne parola a nessuno!” Speranza si era raccomandata e si erano date appuntamento al loro locale preferito in centro a Pesaro.

Dopo qualche ora Speranza scese alla stazione e si diresse con passo svelto verso il luogo dell’appuntamento con Giulia. Le due donne si salutarono con affetto e dopo un breve scambio di battute, Speranza raccontò all’amica della morte di Paola. Le mostrò il biglietto e le raccontò della berlina rossa.

“Pensi che Antonio sia in pericolo?” esordì la donna

“Non lo so e se la morte di Paola non sia frutto di un incidente?”

Speranza restò immersa nei suoi pensieri durante tutto il pranzo

“Facciamo un giro per i negozi? Hai voglia amica mia?” Giulia incitò l’amica ad accettare.

“Giulia ti va di venire a casa mia a leggere i documenti che mi ha lasciato Paola? Cerchiamo un indizio o qualcosa che può esserci utile a chiarire le cose ?” Speranza non pensava ad altro “La solita cocciuta! Va bene, sai che i misteri mi intrigano!” l’amica aveva acconsentito alla richiesta.

Giunte a casa di Speranza, Giulia aveva dimostrato un grande interesse nell’aiutarla a fare luce sull’intera questione. Speranza preparò una grossa moka di caffè bollente, accompagnati con dei biscotti al burro

“Giulia ho solo questi biscotti, spero che ti piacciano!”, aveva esclamato Speranza.

Erano passate già diverse ore, quando Giulia esclamò:

“Speranza, non è strano che Paola sia andata a Milano tutti i mercoledì questo mese? I mesi precedenti non è mai andata Cosa doveva fare a Milano vedi ha pernottato due notti all’Albatros, e ha fatto solo un pieno di benzina … come ha fatto?”, la donna aveva trovato strane queste condotte

“Per quello che mi ha raccontato Paola, doveva chiudere gli ultimi progetti con questa società e poi avrebbe lasciato a me Ora che mi ci fai pensare, mi aveva detto che la società aveva chiesto espressamente di me … si chiama la Trade Restaurant. Perché chiedere di una inesperta come me?”

Speranza indugiò allungo su questo pensiero “La Trade Restaurant ha cambiato gestione, ma non è scritto nulla su chi siano i titolari e non ci sono contatti vediamo sui social?”

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Giulia aveva preso il pieno controllo dell’indagine. “Si, su LinkedIn ci sono i contatti, provo a chiamare … 33

vediamo se rispondono sono le 16, di sabato pomeriggio dubito che mi risponda qualcuno” Speranza aveva allungato la mano per prendere lo smartphone Rapidamente digitò il numero Una voce registrata aveva risposto alla chiamata.

“Siete pregati di lasciare un messaggio, la nostra segreteria non è al momento disponibile Trade Restaurant provvederà con urgenza a risolvere i vostri problemi appena possibile.”

Nessuna risposta soddisfacente, le due donne continuarono a fare ipotesi

“”Giulia, che ne dici di telefonare alla polizia stradale e chiedere sulla dinamica dell’incidente. Sicuramente sono state coinvolte anche le forze dell’Ordine, dovremmo riuscire a sapere qualcosa di più … rifletto ora che … “ Speranza si interruppe.

“Cosa?” aveva incitato Giulia “Che Antonio non ha detto nulla sull’incidente!? Non ha fatto parola su come siano andati i fatti … beh è vero che io non ho chiesto nulla, non me la sentivo di saperne di più ma ora credo sia importante andare in fondo a questa storia…”.

“Speranza perché non chiami Antonio? Potrebbe essere in pericolo e neanche lo sa non hai detto che ha reputato superfluo i tuoi sospetti?! Chiama, dai, metti in viva voce … voglio ascoltare anche io!” Giulia iniziava a preoccuparsi molto seriamente “Pronto Antonio?

Ti disturbo? Posso chiederti delle cose rispetto alla morte di Paola?”

Speranza era andata dritta al punto.

“Ciao Speranza, certo dimmi tutto”

Antonio aveva risposto con aria affabile come sempre, alla donna sembrò strano quella reazione; dato

che poche ore prima l’aveva liquidata come una mezza paranoica.

Speranza proseguì senza indugiare per fare chiarezza su quanto era accaduto alla povera Paola

“La stradale ha detto che Paola probabilmente ha perso il controllo dell’auto, ma non si sa ancora nulla. Faranno indagini probabilmente Paola era molto stanca nell’ultimo periodo, credo sia dovuto a una disattenzione. Dormiva poco ed era spesso irritabile.” Antonio era stato apparentemente disponibile

“L’ho vista meno di 4 giorni fa e mi è sembrata in forma come sempre”

Speranza non aveva trovato una grande corrispondenza di informazioni Paola era una donna energica, abituata a ritmi di lavoro intensi!

L’uomo iniziava a tradire una certa insofferenza per tutte quelle domande: “Speranza non ricomincerai con la storia che ci sono delle cose che non ti tornano? Devi andare avanti, abbiamo dei clienti che contano sulla nostra società e sul nostro lavoro, ora ancora di più dato che Paola non c’è più. Lunedi ti aspetto in ufficio, per ridefinire il lavoro! Ci vediamo domani per i funerali!”

Chiusa la conversazione, Giulia ribatté: “Simpatico il tuo capo!”

“Giulia non so perché fa così!

Antonio non è mai così…” Speranza era turbata

Le due donne decisero che avrebbero momentaneamente sospeso le indagini. Per superare lo stress della giornata progettarono per la serata una maratona di serie tv crime, così da affinare le loro doti da detective.

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Speranza si sentiva in dovere di fare 34

luce sulla morte di Paola; per tutto ciò che le aveva insegnato Anche

Antonio sapeva bene il grande valore che Paola aveva avuto nella società, ma sembrava si fosse dimenticato tutto!”

Giunte finalmente a casa, Speranza e Giulia si accomodarono sul divano ed Ottaviano si raggomitolò accanto a loro dopo un lauto spuntino

La serata volò in fretta, Speranza non aveva ancora preso appuntamento con Anita, ma si prefissò di farlo quanto prima.

Erano già le 23:00 e Giulia stava iniziando a dare segni di chiara stanchezza, così Speranza le propose di restare a dormire a casa sua. L’amica accettò di buon grado. Restarono sveglie a letto, a parlare ancora un po' e dopo si addormentarono.

La mattina la sorprese ancora a letto, nonostante fosse ottobre, la giornata si prospettava soleggiata con un aspro venticello che veniva dal mare. Gli alberi avevano iniziato a cambiare i propri colori e i piccioni intonavano una melodia puntuale e decisa, tale che iniziarono a picchiettare sui vetri del balcone

Ottaviano era già di guardia alla fortezza, correva da una parte all’altra tra il balcone e la finestra della camera, per spaventare i rumorosi ospiti indesiderati che rompevano la quiete ottobrina.

“Giulia sei sveglia?” interrogò Speranza “Si, i piccioni mi hanno svegliata! Ma cosa hai sul balcone briciole di pane? Sembra che tutti i volatili di Pesaro si sono dati appuntamento oppure siamo nel film di Hitchcock?!” Giulia scoppiò in una fragorosa risata

Ma cosa ridi?” anche Speranza tradì un ghigno di divertimento “Dato che non abito qui da tempo, avranno preso il monopolio sul balcone… fortuna che c’è Ottaviano che difende il territorio”

“Ah, beh allora se abbiamo un gatto da guardia siamo in una botte di ferro!” Giulia non la smetteva di ridere “Intanto che tu ridi, io conquisto la doccia!!!!” Speranza con uno scatto atletico era balzata giù dal letto per accaparrarsi la doccia.

“Ma Speranza sono io l’ospite!” aveva protestato Giulia

“Ospite tu? Ma se ci conosciamo da talmente tanti anni che ormai sei la sorella che non ho mai avuto! Sciocchezze vadooooo!!! Doccia sei mia!!” Speranza era già sotto il getto di acqua calda!

Data la disfatta della doccia, Giulia iniziò a preparare la colazione. Mentre il caffè saliva Giulia diede uno sguardo fuori L donna notò una berlina rossa, che appena la vide spuntare dalla tenda color cappuccino della cucina si dileguò in gran fretta!

“Speranza, Speranza vieni subito!!! Corri!!!” Giulia gridò accoratamente.

Ottaviano fuggì via, spaventato dall’urlo improvviso Speranza si precipitò in cucina

“No, accidenti è andata via!” imprecò Giulia.

“Chi è andata via?” chiese Speranza con tono interrogativo “Tu ieri hai parlato di una berlina rossa ho visto qua sotto casa, una berlina rossa!” Giulia era agitata.

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“Oh cavolo!” con stupore Speranza commentò l’accaduto “Sono un po' in pensieri, allora i nostri sospetti 35

sono fondati! Paola è stata assassinata!”

Le due donne si prepararono rapidamente. Speranza portò

Ottaviano da Vittoria ed abbassò tutte le persiane Progettò di chiamare degli operai per installare dei sistemi di sicurezza.

“Dai non esagerare! Ora stai diventando paranoica!” Giulia trovò fuori luogo l’atteggiamento di eccessiva preoccupazione di Speranza. Ma Speranza non l’ascoltava più, era immersa nei suoi pensieri; si diresse verso la macchina senza vederla

Iniziava ad essere confusa.

Uccidono Paola, minacciano Antonio e pedinavano lei?! Era davanti ad un rompicapo Nella testa le risuonava un nome, il solito nome, l’unico che poteva aver architettato tutto questo poteva essere non altri che lui: Camillo!

Da quanto si era trasferita a Cesena ed aveva cambiato completamente vita, non aveva ricevuto più sue notizie. Aveva chiesto a Giorgia la sua ex responsabile, notizie su di lui, ma oltre al fatto che si era stabilito a Torino non aveva più avuto alcuna notizia. Si guardò intorno, intravide un uomo alto e affascinante fermo davanti alla caffetteria vicino casa sua Ebbe le palpitazioni, il cuore smise di battere, si ricordò le parole di Anita. “Quando lo vedrai di nuovo potresti avere una reazione che non ti aspetti!”

Speranza iniziò ad agitarsi, “Giulia fermati, ferma la macchina devo scendere!”.

“Ma non mi posso fermare qui, siamo in una rotonda!” ribatté Giulia, ma Speranza era già scesa

dalla macchina Le auto in coda iniziavano a suonare il clacson Giulia tentò di svincolarsi dall’ingorgo che aveva creato. “Speranza aspetta, così ti ammazzi! Ma dove vai?” Speranza era sul marciapiede nei pressi della caffetteria e stava raggiungendo quell’uomo affascinante che aveva intravisto in macchina Non lo vedeva più, era lì fino a pochi minuti fa! Dov’era?! Iniziò ad agitarsi. Entrò nella caffetteria, chiedendo a tutti i presenti se avevano visto dove era andato l’uomo all’ingresso Tutti la guardarono come un’aliena In quel momento Giulia entrò: “Scusatela, ha perso da poco una cara amica, non ci fate caso! È tutto sotto controllo!” Giulia aveva trascinato di peso Speranza fuori dal bar

“Speri ma cosa ti è preso? Ma ti vuoi ammazzare? Devo portarti al ricovero se continui così … vogliamo chiamare Anita? Magari ti tranquillizzi!” Giulia era turbata dalla condotta dell’amica.

“No Giulia sto benissimo! Sai chi c’era qui?? Vuoi saperlo? Camillo!!! Ora non lo vedo più, dove sarà andato!? È lui, ti dico che è lui è lui che c’è dietro a tutto questo…” scoppiò in un pianto disperato in mezzo alla strada I passanti la guardavano sbigottiti, la scansavano e cercavano di tenersi a distanza per non essere involontariamente coinvolti nelle allucinazioni di quella strana donna che non la smetteva di dare spettacolo Giulia cercava di tranquillizzarla. “Dai ora basta, andiamo che ci aspettano al funerale di Paola!” Speranza era devastata

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Era incredibile come poteva cambiare la vita nel giro di due giorni; pensi di aver raggiunto un equilibrio ed invece tutto scompare. Credi di aver fatto del tuo meglio, di aver costruito mattone dopo mattone tutto ciò che vuoi, con pazienza e invece poi tutto si infrange, tutto finisce e tu resti vittima di te stesso Speranza iniziava a credere di aver perso tutto ciò su cui aveva lavorato.

Ma poi che cos’è che aveva perso?

Cosa credeva di aver avuto, che ora non aveva più? La serenità oppure un barlume di equilibrio? Se Camillo fosse tornato nuovamente nella sua vita, cosa sarebbe accaduto?

Il viaggio in macchina da Pesaro verso Cesena riuscì a ridare a Speranza un po' di tranquillità; i mesi di psicoterapia stavano dando i suoi frutti, sebbene la reazione fosse stata esplosiva, stava riuscendo ben preso a ritrovare un equilibrio

“Giulia” esordì Speranza “Volevo ringraziarti per quello che stai facendo per me, ma io non sono pazza Io l’ho visto Quell’uomo era Camillo! Lo riconoscerei tra mille! Ora ancora di più sono decisa ad andare a fondo a questa storia!”.

“Va bene, però ora stai tranquilla!” aveva incoraggiato Giulia Giunti in chiesa, la celebrazione fu breve La discreta folla che si era formata accompagnò il feretro al cimitero per l’ultimo saluto

Tra i presenti una donna, con il volto coperto da uno spesso velo nero e una grossa spilla rossa appariva addolorata e turbata. Destò l’interesse di Speranza il fare della donna, distaccato e superbo Sembrava avesse un uomo, un autista ad aspettarla.

Pensò che doveva essere una cliente facoltosa di Milano, affezionata a Paola.

Speranza sentiva nell’aria un profumo legnoso di sandalo, ma non capiva da dove venisse Era la donna misteriosa oppure qualcun altro ad emanare quel piacevole profumo? Al funerale ogni elemento le sembrò sinistro Non riusciva più a distinguere quali elementi potevano essere oggettivamente utili per indagare sulla morte di Paola e quali invece erano frutto della sua immaginazione La funzione funebre era quasi alla fine, catturò il suo interesse un uomo in blu che sembrava aspettasse Antonio, che era seduto accanto a lei Così decise di chiedere ad Antonio l’identità dello sconosciuto

“Non saprei, sarà un collega della filiale di Milano, sarà qualcuno che non ricordo, sicuramente”. L’uomo aveva risposto in modo distratto Speranza non capiva, perché Antonio non riusciva mai a dare una risposta soddisfacente a qualsiasi domanda sulla questione! Bloccò i suoi pensieri Giulia

“Ehiii!!! la smetti di fissare quell’uomo? Stai diventando imprudente … ti manca solo un cartello con scritto penso che Paola sia stata assassinata! “

“Sshhh!!! Giulia non dirlo più, c’è troppa gente!” rimbrottò Speranza. La celebrazione finì. La donna con la grande spilla rossa sparì L’uomo in blu si avvicinò ad Antonio I due si appartarono dietro una cappella con fare discreto e furtivo. Speranza ebbe la conferma che Antonio, aveva mentito Non era vero che non conosceva quell’uomo! Cercò di ascoltare la conversazione, ma erano troppo lontani, leggere il

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labiale era decisamente da Patrick

Jane della serie tv, quindi al di fuori della sua portata. “Giulia, quei due si conoscono! Sa molto di più di quanto dice! Dobbiamo scoprire come stanno le cose! Vieni, andiamo dalla polizia stradale” Speranza aveva finto di salutare Antonio con affetto e si era allontanata con Giulia verso la macchina

Le due donne erano pronte a partire, quando Antonio le raggiunse. “Ragazze” gridò Antonio “Dove stai andando? Volete compagnia?” No Antonio, abbiamo bisogno di tornare a casa” Speranza lo aveva liquidato con voce ferma.

L’uomo in blu si era dileguato Antonio si allontanò diretto verso la sua Tiguan metallizzata. Un tarlo si insinuò in Speranza, forse Antonio le aveva bloccate per paura che seguissimo l’uomo in blu?! Realizzò che il commento sull’identità dell’uomo in blu, ad Antonio era stato avventato. Almeno ora sapeva che non avrebbe più dovuto fidarsi di Antonio Se non sbagli non puoi sapere le cose, non impari e non costruisci. E se non costruisci non vai avanti. Gli errori sono preziosi! Anita glielo diceva sempre Le due donne si misero in macchina per andare alla polizia stradale.

R a c c o n t i : L a s a g g e z z a d e l l ' a c q u a d e l s a n d a l o N E L P R O S S I M O N U M E R O . . . Continua... 38

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