Caccia Passione settembre 2018

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ANNO VII nr. 09 - Settembre 2018

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia

IL BECCCO DELLE DONNE Cinghiale:

• Un portafortuna a pois

Cani da caccia:

• L'importanza della cerca

Canna liscia:

• Sabatti Mini Ranger

Canna rigata:

• Howa 1500 Varminter Hogue


ANNO VII nr. 09 - Settembre 2018

CACCIA PASSIONE

in copertina

IL BECCO DELLE DONNE...

Dedicato a chi ha la passione per la caccia

IL BECCO DELLE DONNE Cinghiale:

• Un portafortuna a pois

Cani da caccia:

• L'importanza della cerca

Canna liscia:

• Sabatti Mini Ranger

Canna rigata:

• Howa 1500 Varminter Hogue

Caccia al capriolo. Cronaca di un’uscita di due cacciatrici e un bavarese

SOMMARIO Anno VII Nr. 09

www.cacciapassione.com

8 Cinghiale:

Un portafortuna a pois

16 Ungulati:

Il becco delle donne

Pg 6 News ed eventi venatori

a cura della redazione

Pg 8

Cinghiale: Un portafortuna a pois

Vincenzo Frascino

Pg 16 Ungulati: Il becco delle donne Pina Apicella Pg 24 Cani da caccia: L'importanza della cerca

24 Cani da caccia:

L'importanza della cerca

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Simona Pelliccia

Pg 32 Fucili canna liscia: Sabatti Mini Ranger Emanuele Tabasso


Sommario

32 Fucili canna liscia: Sabatti Mini Ranger

Pg 40 Fucili canna rigata: Howa 1500 Varminter Hogue in .300 Win. Mag. Emanuele Tabasso

Pg 50 Munizioni: La cartuccia 7x65R Hirtenberger

40 Fucili canna rigata:

Howa 1500 Varminter Hogue

Costantino Ramolfi

Pg 56 Aziende: Nuova collezione Decathlon stagione caccia 2018-2019

50 Dalle Aziende:

Nuova collezione Decathlon stagione caccia 2018-2019

Simone Ricci Valerio Troili

Pg 62 Veterinaria: La giusta alimentazione durante la stagione fredda.. Francesca Baranello

76 V eterinaria:

a giusta alimentazione L durante la stagione fredda Caccia Passione 3


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Editoriale PER UN PUGNO DI VOTI.. Finalmente arriva il tanto atteso settembre, apre la stagione venatoria. Ma oramai, più si parla di caccia e gestione venatoria, quella giusta e corretta, e purtroppo più ci si avvicina alla politica e ai possibili voti per consensi fragile e contradditori; i più vari raggruppamenti e soggetti politici iniziano a collocarsi e a schierarsi con maggioranze o minoranze di individui con il solo intento di accaparrarsi intese. Grande è l’attenzione da parte dei signori politici verso un pugno di voti, con promesse su possibili modifiche alle Leggi e o regolamenti in essere che però puntualmente ogni anno tali soggetti, son capaci di creare semplicemente solo caos, capaci persino di far chiudere in alcune regioni italiane la nostra passione. Motivo?? Totale ignoranza dell’argomento da trattare e tutelare, ovvero la Caccia. Certo, non è sempre così, anzi, vi son politici che per la caccia in questi anni stanno e faranno ancora tanto, tutelando la categoria dei cacciatori e l’indotto economico che gira intorno ad esso. Ove vi sono politici capaci e corretti, tutto funziona egregiamente ed animalisti e cacciatori convivono senza ulteriori malesseri. La caccia in Italia è gravemente penalizzata, nonostante siano proprio i cacciatori che con i loro continui contributi volontari siano parte attiva di una corretta gestione faunistica e forestale. I cacciatori sempre in forma volontaria, partecipano alla prevenzione incendi, con continui interventi di pulizia dei boschi, a dar del cibo ad ungulati e altre specie selvatiche durante le nevicate o il caldo torrido, e potremmo stare ore a descrivere tutte le lodevoli attività volontarie eseguite dai cacciatori che fan certo risparmiare abbondantemente, le amministrazioni locali nella gestione del patrimonio faunistico forestale. Io animalisti o ambientalisti che fanno quanto in narrazione non ne ho mai visto, e allora perché il Sig. Consiglio di Stato o i vari Tar regionali non fanno altro che dar ragione a dei ricorsi assurdi, che basterebbe leggere le motivazioni dello stesso per capire che l’unico scopo di tale ricorso sia far chiudere la caccia, senza neppur immaginare i danni connessi a tale divieto, vedasi gli ungulati nei centri abitati. A grande rammarico, siamo stufi, e stiamo diminuendi di anno in anno, comunque ancora tanti e se maggiormente uniti, nessuno potrà porre fine ad una passione utile per l’equilibrio dell’ecosistema e alla corretta riduzione dei danni alle colture, ogni anno per milioni di euro, che ungulati ed altri selvatici perpetrano all’agricoltura.

Pierfilippo Meloni


Cacciatori calabresi sono preoccupati per i casi di TBC Il coordinamento regionale delle associazioni venatorie riconosciute è intervenuto ancora per parlare del controllo sanitario.

I

l coordinamento calabrese delle associazioni venatorie riconosciute è intervenuto ancora una volta per parlare del controllo sanitario e della preoccupazione destata dai casi di TBC riscontrati in questa regione sui cinghiali abbattuti. L’obiettivo è quello di ottenere una task force che sia in grado di monitorare la situazione e capire la reale consistenza della patologia. Ad oggi, il coordina-

mento nel manifestare ancora una volta preoccupazione per lo stato delle cose, sollecita l’urgenza di ricevere notizie sulle iniziative che la task force Veterinaria, attraverso le ASP provinciali, intende mettere in atto per fronteggiare tale emergenza. La task force veterinaria, infatti, quale organo sanitario operativo sul territorio, ha il compito di affrontare e prevenire situazioni di carattere sanitario come, per l’appunto, le zoonosi. Un’emergenza, quella attuale, che, alla luce dei fatti esposti, appare ad oggi, sottovalutata e che potenzialmente può costituire un serio rischio per migliaia di cittadini. Il coordinamento vuole tutelare i cacciatori e i loro congiunti, ritenendo indifferibile l’assunzione di responsabilità. Nell’attuale situazione di grande precarietà e di insufficienti controlli sanitari, è fermo auspicio, che venga garantito, da parte dei preposti, il diritto alla salute, assicurando per l’imminente stagione di caccia un servizio di controllo capillare sul territorio per la pronta verifica dei capi di cinghiale abbattuti.

Federcaccia condanna l’uccisione di un lupo in Lessinia: “gesto esecrabile” L'associazione venatoria ha diffuso un comunicato per fare chiarezza e chiedere al legislatore nazionale di affrontare il problema.

L

a Federazione Italiana della Caccia ha deciso di commentare con un comunicato ufficiale un episodio avvenuto in questi giorni in provincia di Verona. Si tratterebbe del primo caso in assoluto per quel che riguarda questa zona del Veneto. Ecco il testo integrale della nota: “Nessuna giustificazione per il gesto ignobile di chi ha ucciso un esemplare di lupo in Lessinia. Il lupo è una specie particolarmente protetta e come tale tutelata a livello italiano ed europeo. Federcaccia condanna con forza qualsiasi azione illegale rivolta a questa come ad altre specie animali non sottoposte a prelievo. In attesa di conoscere gli esiti degli esami in corso, come sempre la federazione offre agli inquirenti la piena disponibilità della propria struttura a qualsiasi li-

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vello per aiutare le indagini sperando possa condurre all’individuazione del responsabile. Purtroppo non ci possiamo esimere però dal sottolineare come la mancanza di una seria volontà da parte del legislatore nazionale di affrontare anche alla luce delle esperienze di altri Stati il problema della convivenza fra le attività umane e i grandi carnivori finisca per creare situazioni di grave tensione che, come già in altri casi, sfociano in gesti gravissimi come questo”. La vicenda ha avuto ampio risalto sulle cronache locali e nazionali.


News venatorie Michela Vittoria Brambilla: “L’abolizione della caccia è il mio unico obiettivo” La numero uno del Movimento Animalista ha presentato diverse proposte di legge che riguardano l'attività venatoria.

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ichela Vittoria Brambilla, leader del Movimento Animalista, ha presentato tre proposte di legge alla Camera che hanno a che fare con la caccia. Come ha spiegato lo stesso ex ministro, si tratta di iniziative da avviare in attesa di un’abolizione vera e propria dell’attività venatoria. Brambilla ha poi sottolineato come questa abolizione sia il suo unico obiettivo, di conseguenza le misure restrittive dovrebbero rappresentare una sorta di “antipasto”. Le proposte legislative puntano ad aumentare (raddoppiare per la precisione) le distanze di sicurezza durante la stagione venatoria e il divieto di caccia domenicale, oltre alle punizioni più severe da infliggere ai bracconieri. Il numero uno di MA vorrebbe cancellare l’articolo 842 del codice civile, quello secondo

cui il proprietario di un fondo non può impedire che un cacciatore entri all’interno per svolgere l’attività. Secondo Brambilla questa norma è fin troppo obsoleta, in quanto formulata nel 1942 e oggi non dovrebbe essere più accettata. La parlamentare di Forza Italia è poi tornata a parlare delle visite mediche annuali per i cacciatori e di maggiori controlli sulle armi. Tanto per non farsi mancare nulla, l’ex titolare del Ministero del Turismo, vorrebbe che il Governo Conte intervenga sulla caccia in deroga. Nel corso della conferenza stampa è intervenuto anche Maurizio Giulianelli, vicepresidente dell’Associazione Vittime della Caccia.

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Cinghiale

UN PORTAFORTUNA A POIS

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UN PORTAFORTUNA A POIS Caccia al cinghiale. La buona sorte a volte sembra sfiorarci senza mai farsi afferrare. Testo e foto di Vincenzo Frascino

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Cinghiale

C

iascuno di noi, che si ammetti o no, nelle proprie attività preferite o nelle proprie passioni, ha certamente un oggetto, una frase, un rito “portafortuna”: l’indumento jolly degli esami universitari, il quadrifoglio nel libro, la zanna di quel tal cinghiale, la frase di rito prima di avviare un’attività, passare sotto quel particolare ponte prima di un evento, etc. Conoscevo un tale che se si sentiva augurare “buona caccia” mentre si avviava col fucile in spalla immediatamente cambiava proposito e tornava a casa. La scaramanzia è molto più diffusa di quanto pensiamo, anche tra le persone più razionali. Tra i cacciatori probabilmente è ubiquitaria, che si confessi o no. Ci sono dei segnali considerati

infausti, altri propizi. Per mia naturale predisposizione sono poco incline a considerare i primi mentre sono più attento verso i segnali di buona sorte. Come spesso accade la mia buona stella era in agguato dietro una costellazione di eventi per così dire “sfortunati”. Siamo a stagione venatoria inoltrata. Nelle battute dell’ultimo mese, sabato precedente compreso, la sorte si era presa gioco di me facendo si che, una volta alla mia destra, una volta alla mia sinistra (talvolta addirittura entrambe!) le poste accanto alla mia abbattessero uno o più cinghiali senza che a me fosse dato nemmeno l’opportunità di intravedere una setola. Sembrava un malefico sortilegio! Giunto

Il piccolo coleottero portafortuna Caccia Passione 11


alla mia posta vedo sfilare davanti a me gli altri amici diretti nel fosso e li saluto con un sincero “In bocca al lupo!”. Inizio a osservare il trottoio che devo coprire: è battuto, ma non più di tanto. Per migliorarne la visuale taglio con le forbici da pota alcuni rametti frondosi, abitudine appresa dalle battute nell’aspra macchia maremmana e, Caccia Passione 12

sempre in onore alle pratiche maremmane, controllo la direzione del vento, attore non protagonista ma decisivo nella caccia al cinghiale. Sono a vento buono, per fortuna! Sposto dal suolo le foglie secche che rischiano di denunciare ogni mio minimo movimento dei piedi. Poso il fodero della carabina sul ramo di un leccio e accendo


Cinghiale

Foto di rito con il cinghiale fermato dall'autore

il mio Aimpoint regolandone l’intensità del punto rosso in base alla luce presente. Alla sciolta dei cani l’usta mattutina viene subito reperita dal loro tartufo e dopo un rapido accostamento, un fragoroso abbaio a fermo indica lo scovo degli animali. Le prime canizze si dirigono in basso, lungo il fosso, ed è proprio lì che vengono ferma-

ti i primi cinghiali. Mentre mi arrovello in questi sterili pensieri, la mia attenzione è attratta dal rosso punteggiato di nero di una coccinella che occhieggia vermiglia, affianco alla cordura verde campo del fodero della mia carabina. La faccio delicatamente salire sul dito indice e, in un muto e buffo faccia a faccia le dico nei miei pensieri Caccia Passione 13


Vincenzo Frascino durante la braccata

“Dicono che porti fortuna: allora, dai! Oggi è la tua occasione per dimostrarlo!” Poso la coccinella sulla foglia di un leccio. Trascorre qualche veloce minuto. “Crack!” Un rumore sospetto attira la mia attenzione. Non sono certo di cosa si tratti, potrebbe essere un cinghiale, ma non posso escludere che sia un cane, sebbene tutti i cani della squadra portino un campano al collo. Dopo pochi istanti un altro “crack!” e, subito, nel fitto della macchia, un’ombra. Appena entra nel cono di visibilità che ho ritagliato tra i rami, si delinea il cinghiale. La palla 30.06 sputata dalla Bar Tracker Pro HC inchioda sul posto l’animale. Mentre per radio i canai chiedono quali cani fossero sulle tracce del cinghiale fermato, inizio a udire i cani e in men che non si dica tre ausiCaccia Passione 14

liari raggiungono l’animale per prendersi la loro rivalsa. “Alleluja!” esulto tra me e me “Si è finalmente interrotto lo sfortunato carosello di battute assurde in cui la buona sorte veniva a sfiorarmi senza mai farsi afferrare!”. Preso da fanciullesco istinto di andare a ringraziare la coccinella non la trovo più sulla foglia dove l’ho lasciata. Solo dopo un po’ la scorgo accanto al bossolo, come a voler reclamare, piccola e impettita, la sua magica influenza sul buon esito di questa giornata di caccia.


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Fatti notare Argo E Battue, compatta, sicura e pratica

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Pina e Erika pronte a partire per un'avventura di caccia al capriolo Caccia Passione 16


Ungulati

IL BECCO DELLE DONNE Caccia Passione 17


IL BECCO DELLE DONNE Testo di Pina Apicella

Caccia al capriolo. Cronaca di un’uscita di due cacciatrici e un bavarese

C

i sono uomini capaci di gesti molto romantici, come tappezzare casa di rose rosse o nascondere gioielli in fondo a un drink. E quelli vanno benone per le donne “normali”, per me il gesto più galante e affettuoso è stato sentirmi dire “Stasera li tengo io i bimbi, vai tu a caccia!”. Da tempo dicevamo con Erika che sarebbe stato bello uscire solo noi due, a caccia di caprioli nella splendida campagna maremmana dove entrambe, con percorsi diversissimi ma per certi versi simili, siamo approdate. E così, in una fresca e soleggiata domenica pomeriggio di giugno, lasciamo al casale un papà alle prese con due bambini e ci incontriamo per goderci questa boccata di libertà. Erika arriva col suo fuoristrada aggressivo, accompagnata da Argo, lo splendido bavarese abilitato insieme alla sua conduttrice al recupero di ungulati feriti. Mi sono vestita velocemente ed emozionata nel metter su dopo tanti mesi gli scarponi. Carico in macchina zaino e carabina e una volta a bordo un profondo sospiro mi libera di tutte le ansie e le pre-

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occupazioni di mamma (mangeranno senza di me? Vincenzo darà loro la frutta? Si sentiranno abbandonati?) per far posto ai vecchi, cari pensieri un po’ vaghi e un po’ ingenui da cacciatore (ci sarà ancora quel bel maschio nel tagliato? In che condizioni sarà l’appostamento? Avrò preso il coltello?). La caccia è così: ti conquista il cuore e la mente e spazza via tutte quelle piccole e grandi preoccupazioni e ansie e ti proietta in una dimensione in cui le incombenze quotidiane sembrano più piccole e gestibili, mentre i più piccoli segnali della natura assumono un significato enorme! Arriviamo all’appostamento dopo un bel po’ di salite. Da qui l’abitato sembra lontanissimo ed è facile immaginarsi lontane da tutti e tutto. Argo cammina tra me ed Erika con circospezione, silenzioso e diligente. Il tragitto dall’auto all’appostamento non è brevissimo, scendiamo di quota verso il tagliato e ogni tanto con lo sguardo ci diciamo “Chissà al ritorno quanto ci peserà questa salita!”. Superato il campo assolato l’ombra fresca di una grande quercia ci accoglie materna, tutto è in


Ungulati

L'autore durante l'uscita pomeridiana al folletto rosso Caccia Passione 19


perfette condizioni: l’ombreggiante, gli sgabelli, l’appoggio. Argo si acciambella sulla coperta che la sua amorevole padrona ha predisposto per lui e in men che non si dica comincia impercettibilmente a russare. Qualche cicala prova a far vibrare l’aria tiepida di un’estate che non ha ancora raggiunto la suo acme. Il respiro di Argo è l’unico rumore percettibile in questo selvaggio angolo di maremma. Io e Erika bisbigliamo a fior di labbra raccontandoci qualche aneddoto emozionante delle nostre carriere venatorie, quasi come se, evocando lo spettro delle passate avventure, possa indurre la sorte a Caccia Passione 20

regalarcene altre. Ho gli occhi fissi nel binocolo. È così tanto tempo che non esco a caccia che la magia di scoprire dettagli altrimenti invisibili mi rapisce. A occhio nudo scorgo una lepre. “Guarda Erika che leprone … aspetta! Dietro è uscito un capriolo!” – “è un maschio!” esclama lei con la voce fintamente calma. L’apparizione del capo cercato dopo pochi minuti di appostamento ci lascia entrambe emozionate. Il capriolo è sbucato dal bosco alla nostra sinistra, attraversa il campo incolto ed è evidentemente diretto al tagliato che si trova alla nostra destra, separato dal campo da un breve ma profondo


Ungulati

L'attrezzatura utilizzata dall'autore

fosso costipato di rovi. Cammina, sbocconcella, ricomincia a camminare. È evidente che nel campo non si fermerà e, una volta saltato nel tagliato, non sarà più a tiro. “Pina lo tengo d’occhio, tu avvisami se decidi di sparare! Ora provo a fischiare vediamo se si ferma!”, Erika tiene il binocolo e con i mignoli si tappa le orecchie. Fa un lungo fischio che fa sobbalzare Argo destandolo dal suo torpore, ma il capriolo non lo considera affatto. Prosegue il suo incedere deciso verso il tagliato. Io ho armato la Blaser e girato la ghiera del Magnus su 16 ingrandimenti. Il binotelemetro mi dava 170 metri e non ho

dato nessun click. La croce dell’ottica è sul blatt del capriolo e si sposta con lui man mano che avanza verso il breve fosso che sta per saltare. Mi sembra di vedere nei suoi occhi la misura del salto che sta per compiere, nei muscoli delle sue zampe la tensione del balzo che si prepara. Senza rendermi conto sussurro a Erika di prepararsi al tiro e il calcio della R8 mi batte sulla spalla restituendomi l’energia della palla che ci ha lasciate per andare a cercare il torace del bel maschio. “Non lo vedo più! Può darsi che sia saltato…ma sono sicura che l’hai preso! Ora calma e diamoci qualche minuto per aspettaCaccia Passione 21


re, poi andiamo a verificare”. Erika mi trasmette con il suo metodo e la sua calma tutta la preparazione che si addice ad un recuperatore. Al suo cospetto spero di mostrarmi all’altezza. Nei 15 minuti che seguono il tiro chiacchieriamo con più rilassatezza, mentre Argo ormai ben sveglio ha chiaramente capito cosa stiamo per fare e sembra fremere. Quasi alle 20:00 ci dirigiamo sull’anschuss. Io avanzo con la carabina Erika e Argo subito dietro. Ho stampato in mente il punto preciso in cui ho visto per l’ultima volta il capriolo e senza indugio ci dirigiamo là. Argo è sempre più eccitato, io ho il cuore in gola. Il manto rosso del bel capriolo ci accoglie quando giungiamo sull’anschuss. Il capriolo adagiato tra i rovi in una posa fatata non ha mosso un passo da dove è stato colpito. È difficile reperire il foro d’entrata. Mi avvicino per posizionare la fascetta ma Argo mi abbaia severo, “Ora non

è il caso che tu lo tocchi, sai? Per lui questo è suo, è un cane da recupero, dobbiamo lasciarlo fare. Meglio che la metta io la fascetta” mi spiega sorridendo Erika. Ci concediamo una veloce foto di rito per immortalare questa avventura “rosa” e poi abbandoniamo la parte femminile di noi per rimboccarci le maniche e procedere al recupero della spoglia. La pendenza è notevole in salita e il capriolo ben pasciuto, Erika lo lega alla sua corda e comincia a trascinarlo verso l’alto. La sua femminilità esplosiva svela una notevole forza e resistenza. Con qualche strattone e pochi secondi per riprendere fiato il capriolo è infine in macchina. Torniamo a casa che è ancora quasi giorno, stanche e sudate, stupite per quanta fortuna abbiamo avuto in questa uscita e, ciascuna in cuor suo, grata per aver trovato un’amica con cui condividere questa grande passione. Foto di rito al termine dell'azione di caccia

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Inizia l'accostamento Caccia Passione 24


Cani da caccia

L’IMPORTANZA DELLA CERCA Caccia Passione 25


L’IMPORTANZA DELLA CERCA Troppo spesso ormai si assiste allo svolgimento di verifiche zootecniche dove il singolo, la coppia o la muta vengono liberati nel punto esatto della pastura; rischiando cosÏ di perdere una fase del lavoro di Simona Pelliccia

La fase di cerca Caccia Passione 26


Cani da caccia

L

a fase della ricerca dell’usta lavorabile (la cosiddetta cerca) sta oggi sempre più passando in secondo piano, a causa spesso delle prove di lavoro per cani da seguita, in cui il singolo, la coppia o la muta vengono liberati su zone dove già è presente la pastura della lepre (e questo avviene spesso anche nel caso di verifiche zootecniche su cinghiale). Ciò pregiudica non solamente la capacità di valutare la capacità del cane di ricercare l’usta utile finché non l’abbia trovata, ma anche quella stessa dote: si assiste sempre più spesso a mute di segugi che devono essere condotti sulla pastura, proprio perché disabituati ad una ricerca autonoma del-

la stessa, essendo spesso sciolti su terreni dove si ha la certezza del punto da dove iniziare l’accostamento. Cacciando spesso in montagna, dove la presenza di lepri è assai esigua, capita spesso che la muta debba esplorare il territorio anche per più di un’ora prima di trovare una passata lavorabile. Trovo quest’aspetto assai utile per testare anche la caparbietà e la venaticità dei soggetti più giovani, che a volte tendono a mostrare minore interesse per il lavoro sul terreno quando si accorgono che non c’è odore; costringerli a ricercare la pastura prima di iniziare l’accostamento è utile per

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La passata lavorabile è stata reperita

conferire loro quella forza di volontà che poi si mostrerà utile nelle giornate di scarsa olfattazione. Sarebbe bene ogni tanto slegare i segugi in un punto lontano dalla passata utile, per costringerli ad adoperarsi sul terreno, ad aprirsi alla ricerca dell’usta, in modo da Caccia Passione 28

sviluppare una fase importante quella quella della cerca. Cerca che nel caso del segugio italiano dovrebbe evidenziare autonomia e briosità: chiaramente, non appena un componente della muta abbia rilevato la passata utile e l’abbia evidenziata con la voce, tutti gli altri


Cani da caccia devono unirsi e iniziare a lavorarla. Dal momento in cui il conduttore capisce che il cane ha trovato una passata giusta, da quel momento sarebbe bene che lasciasse il segugio lavorare da sé; l’accostamento è infatti una fase molto delicata; chiamare continuamente la muta o cercare di aiutar-

la nella risoluzione di un fallo sull’accostamento potrebbe inficiare l’intero lavoro. Perdere anche solo 50 metri sbagliando direzione potrebbe implicare il mancato scovo di quella lepre. Lasciare poi che la muta arrivi allo scovo senza l’aiuto del canettiere ha poi una rilevanza

La ricerca della pastura

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notevole quanto al valore di quel lavoro. Ho visto sovente in alcune verifiche zootecniche conduttori molto abili risolvere falli in accostamento al posto della muta, magari sulla convinzione(poi rilevatasi giusta), supportata da previa conoscenza del territorio o da consigli altrui, che la lepre fosse

Ottimi areali per il cane da seguita

Muta di segugi italiani che hanno reperito la passata lavorabile Caccia Passione 30

rimessa in una certa zona: questo non solo dovrebbe trovare adeguata penalizzazione in fase di giudizio da parte del giudice, ma dovrebbe indurre anche ad una riflessione sul valore di quella lepre scovata. @La Redazione - A grande richiesta abbiamo ripubblicato questo articolo.



Vista dall’alto con la culatta delle canne e l’innesto della larga bindella, la testa di bascula con i pronunciati seni tondeggianti, la modellatura e l’innesto della chiave, la codetta dal semplice disegno e il tasto della sicura Caccia Passione 32


Fucili canna liscia

Sabatti Mini Ranger

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Sabatti Mini Ranger di Emanuele Tabasso

L’eccellenza della Sabatti nel settore venatorio e agonistico delle canne rigate è sempre affiancata da un’estesa produzione di canne lisce realizzate con la stessa cura seguendo i canoni dell’archibugeria e l’orientamento del mercato

E

' innegabile come l’attualità armiera veda alcuni filoni predominanti su altri, logica conseguenza di esigenze venatorie dettate dalla presenza di certa selvaggina, e insieme dallo scoprire nuovi abbinamenti tra fucili e selvatici che danno all’arte dei seguaci di S. Uberto un diverso sapore. La predominanza degli ungulati in tante regioni vede le canne rigate primeggiare nelle richieste della clientela, con la canna liscia in posizione statica per quanto attiene il classico calibro 12: per contro è da osservare il fenomeno del 12/89 scelto da una parte di cacciatori che con un solo fucile potrà coprire il più ampio ventaglio di selvatici immaginabile, dalla quaglia al tacchino selvatico, oppure si passa direttamente al 28 o al .410 Mag., gioiellini di meccanica, di estetica e di rendimento balistico. Intrigante quest’ultima scelta perché impone al cacciatore un affinamento delle proprie capacità di tiro. Abbiamo avuto modo di impiegare sulle starne nella Tenuta Bonicelli di Ceresole d’Alba (CN) un’accattivante doppietta della Sabatti, denominata Mini Ranger, camerata proprio per la car-

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tuccia .410 Mag. e, presentando questo fucile, riteniamo opportuno iniziare il discorso proprio dagli elementi essenziali della balistica. La pretesa di raggiungere con un piccolo calibro gli stessi risultati che si ottengono impiegando il classico calibro 12 è decisamente assurda: è vero per contro che si possono fermare opportunamente gli stessi selvatici, ma usando qualche accortezza non da poco. Per rendersi conto di un tale asserto basta avere tempo e pazienza ponendosi di fronte a un bersaglio adeguato e comparando le rosate a parità di grossezza del piombo e in analogia di strozzature. Sottolineiamo il temine analogia perché le strozzature vanno in percentuale, non in valore metrico assoluto, e che quindi più si restringe il calibro, e quindi la sezione della canna, e minore sarà la diminuzione da apportare per raggiungere i valori noti, oggi indicati usualmente con le stelle. La carica di pallini è la dirimente primaria considerando come la carica piena normale del 12/70 sia di 36 g e quella del .410 Mag. sia di 19 g: quest’ultima non raggiunge il 53% dell’altra e qualcosa vorrà pur dire. Ci poniamo di fronte


Fucili canna liscia

L’accuratezza si nota anche nei particolari come il tasto della sicura sagomato per offrire un facile e sicuro appoggio al dito che la aziona: qui la vediamo attivata per cui compare alla vista la S incisa sulla codetta di bascula

Semplice e lineare il disegno del fianco di bascula con i perni della meccanica interna, tipo Anson & Deeley modificata, ben in vista: una sobria incisione ravviva l’insieme

Fra le canne è posta la bindella di mira: molto efficace l’ombreggiatura a linee trasversali. La larghezza cospicua è certo funzionale nel puntamento, forse esteticamente un po’ ampia nel raffronto con la sezione delle canne

In alto, l’incassatura della testa del calcio con legno a crescere, come dovuto. Sotto si pone l’occhio al corretto ovale della guardia entro cui sporgono i due grilletti ricurvi, ossequienti ai canoni della classicità cui la doppietta si richiama

Il dorso di bascula mostra una corretta essenzialità di disegno con la vite di fissaggio del coperchio di fondo arricchito da discrete incisioni; nella parte anteriore spicca un quadrello brunito che è la metà passante del profilo del tenone anteriore

La sigla “Incisioni B. & B.” a giusta testimonianza di chi ha compiuto l’opera di abbellimento. Un po’ di rugosità nella tavola del primo grilletto ne denota la provenienza da microfusione Caccia Passione 35


al bersaglio e sarà realistico rimanere intorno ai diciotto metri di distanza per verificare qualcosa di congruo e di facilmente ripetibile. In primo luogo si osserverà una rosata discretamente concentrata con la prima canna e, a seguire, la tendenza a un’ulteriore restringimento con la seconda. I fabbricanti infatti tendono opportunamente a questi risultati perché diversamente la dispersione vanificherebbe in pochi metri la presenza, nei settori in cui è suddiviso il bersaglio, di quei cinque pallini del diametro adatto al selvatico, tenuti come regola per l’abbattimento. Il diametro di rosata utile sarà poi sensibilmente inferiore a quello di un calibro 12: senza dilungarci sul discorso è chiaro come per abbattere il selvatico sia necessario sparare con rapidità e accurato puntamento perché ciascuno di questi due fattori si rivelerà essenziale nel raggiungimento del risultato. La tecnica dell’arma La doppietta Mini Ranger viene consegnata con una pratica valigetta in ABS di colore verde: ricomponendo il fucile si percepisce una sensazione di robustezza e di lavorazione accurata con un’impostazione tecnica dove si deve tener conto del prezzo. La dimensione della bascula integrale, giustamente contenuta rapportandosi al calibro, consente l’impiego dell’acciaio con una favorevole sensazione di compiutezza: il disegno evidenzia i fianchi lisci da cui sporgono i perni della meccanica tipo Anson & Deeley perfezionata, i pronunciati seni tondi a contornare la testa in cui è modellata la sede della chiave con il prolungamento della codetta superiore. Nella chiave si apprezza la leggera convessità che investe non solo il corpo, ma ugualmente la testa del perno integrale mentre il pulsante mostra un gradevole profilo allungato; all’apice della codetta sporge la slitta della sicura dotata di un rilievo per l’appoggio del pollice. Nel dorso piano viene inserito il coperchio inferiore a cui si collega il breve prolungamento del ponticello. Tale sistema rende più spedita la lavorazione delle parti interne, complementari a quelle del monobloc di culatta con cui venCaccia Passione 36

Lo spessore delle canne in volata è ragguardevole: d’altra parte i piccoli calibri lavorano a pressioni un po’ più elevate dei medi. Apprezzabile la finitura con le zeppe incassate a regola d’arte e adeguato all’insieme il mirino sferico in ottone

La doppiettina Sabatti Mini Ranger in calibro .410 Mag.


Fucili canna liscia

Il calcio a pistola denota una corretta scelta formale e funzionale: ci pare che le striature brune siano state ottenute con un attento intervento del laser. Di buona grippabilitĂ anche le zigrinature nei punti di presa

Ancora una vista della bindella saldata senza incertezze fra le due canne: passare lo stecchino in legno sulle linee di giunzione cerziora sulla correttezza del lavoro eseguito

La punzonatura aziendale sul fianco sinistro del monobloc di culatta

La vista inferiore dell’asta a mezza coda di castoro ne evidenzia le gradevoli proporzioni. Il meccanismo di sgancio riposa sul sistema a pompa con pulsante apicale di svincolo

Al fianco spianato della bascula si sovrappone la decisa rotondità del seno. Garbato nel disegno dell’asta il raccordo tra la stretta sezione del testacroce e la dilatazione del corpo anteriore dove si serra la mano Caccia Passione 37


gono appaiate le canne ricavando i semipiani con l’innesto dei tenoni: le sedi di questi per contro vengono fresate nel corpo della bascula. Tenute e chiusure risultano semplici ed efficaci: il perno inserito anteriormente viene sgravato dalla spinta in avanti del gruppo canne dall’appoggio del primo tenone, parzialmente a vista, che insiste nello spessore del dorso di bascula, e del secondo contro il blocchetto intermedio; la chiusura viene assicurata dalla slitta scorrevole sotto alla tavola con impegno nelle mortise posteriori dei due tenoni, quindi con una classica doppia Purdey. Da notare come l’aggiustaggio fra le parti sia finito dalle mani di un provetto armaiolo: lo si percepisce dai leggeri segni sui fianchi e sui punti interni dei tenoni a contrasto con le loro sedi nella bascula. Nella faccia piana si notano unicamente i fori per i due percussori, essendo pleonastica una terza chiusura. Batterie, scatti, canne e calciatura. Le batterie corte mostrano i due denti di armamento sporgenti dal giro di cerniera, comandati, all’abbassamento delle canne, dai contrasti praticati nel testacroce. L’occhio passa su questi elementi notando, con piacere, le striature di frizione segno

Da sx si apprezza la corretta finitura della bindella inferiore, il gambo dell’estrattore dove agisce il puntone di spinta, i semipiani con i punzoni del BNP, il primo tenone con profilo inferiore quadro a vista

La robusta ramponatura del Mini Ranger risulta evidente da questa immagine

Parte orizzontale del testacroce con i fori laterali in cui contrastano i denti di armamento e, al centro, la levetta a bilanciere per l’arretramento dell’estrattore: le striature superficiali della superficie ricurva denotano una corretta messa a punto del tiraggio Caccia Passione 38

Nella faccia di bascula si nota lo scasso arretrato del secondo tenone per lucrare un più favorevole braccio di leva nella chiusura. Presenti poi i fori dei percussori, la tavola con le sedi dei due tenoni, la slitta della doppia Purdey, il perno di rotazione canne e la cerniera con i denti di monta delle batterie


di un corretto tiraggio del fucile, foriero di una lunga durata. Gli scatti sono affidati a due grilletti sagomati e racchiusi nella guardia dall’ovale di buon disegno. I pesi di sgancio si rivelano piuttosto elevati con una media pari a 3.225 e 2.762 g: senza ritocchi, solo con un certo uso, si raggiungeranno valori ottimali. Le canne evidenziano foratura e raddrizzatura esenti da qualsiasi critica: la lunghezza è pari a 66 cm con camera di 76 mm (3”) e strozzature di ***/*. La linea di mira consiste nella bindella piana e ombreggiata con il mirino sferico in ottone: ecco, proprio per trovar qualcosa diremmo che la larghezza accomoda l’occhio nel puntamento, gratificandolo un po’ meno dal lato estetico se la si compara con la sezione delle canne. I legni a fondo chiaro, trattati per evidenziare sfumature scure di discreto effetto, presentano linee classiche pur con qualche digressione dalle regole della doppietta come l’impugnatura a pistola e l’astina a mezza coda di castoro. La prima soluzione è sempre più richiesta, anche nei due canne affiancate, stante la sua facilità di impugnatura; della seconda vanno apprezzate le corrette proporzioni e la funzionalità perché anche a canne calde non ci si scotta la mano. A

terminare segnaliamo come alla nostra versione Standard si affianchi anche una Lusso con calciatura in noce di grado elevato; nelle opzioni per entrambi i modelli si ha a disposizione l’impugnatura all’inglese o a pistola, il monogrillo anziché il bigrillo, le canne da 71 anziché da 66 cm, la finitura tartarugata anziché lucida. Conclusioni Puntuale la Sabatti propone quello che la clientela ha in mente e l’ultimo in scala gerarchica dei piccoli calibri è diventato uno dei più richiesti nell’attuale mercato. La Mini Ranger ha tutte le carte in regola per ben figurare: impiegare un fucile di peso assai contenuto (2.300 g), dal rinculo inavvertibile, con una richiesta di maggior impegno da parte dell’utilizzatore è una risposta sensata e divertente per cacciare con sobrietà assaporando, come cantava il mai dimenticato Lucio Battisti, “nuove sensazioni, giovani emozioni…”. Grazie a Lorenzo Verra della Tenuta Bonicelli per l’amichevole accoglienza e la cordiale disponibilità in occasione delle prove sul campo (Tel. +39 328 962 3945).

Pronti per partire: due cartucce sono incamerate e si nota l’estrattore monopezzo con ampi settori di presa sui collarini e gambo inferiore con astina superiore di guida per evitare impuntamenti. Di bel disegno il pulsante della chiave, un po’ italico e un po’ austriaco Caccia Passione 39


L’ottica Yukon Jaeger 3-12x56 con terza torretta per l’illuminazione rivela buone doti dell’impianto ottico e dimensioni compatte Caccia Passione 40


Fucili canna rigata

HOWA 1500 VARMINTER HOGUE IN .300 WIN. MAG. Caccia Passione 41


HOWA 1500 VARMINTER HOGUE IN .300 WIN. MAG. Gli allestimenti di fucili per il varmint sono una realtà varia e interessante declinati oltretutto in diversi calibri anche robusti e sostanziosi come questo modello della giapponese Howa in cui ritroviamo molte caratteristiche di notevole spessore tecnico di Emanuele Tabasso

G

razie alla cortesia del Dr. Adinolfi, titolare della Fulpa, abbiamo provato un recente prodotto della giapponese Howa di cui l’azienda di Monza cura l’importazione e la distribuzione in Italia: i doverosi e sentiti ringraziamenti vanno anche all’armeria Fiorentino di Chivasso (TO) che ci ha messo a disposizione l’arma dotata di ottica Yukon Jaeger. Già abbiamo avuto modo di provare altri prodotti della storica Casa nipponica, conta oramai 111 anni di attività, sempre condotti con quell’attenzione maniacale all’insieme come al dettaglio propria dello spirito degli operatori del Sol Levante: in ogni situazione abbiamo verificato e apprezzato la tecnica e l’esecuzione che si traducono poi in eccellenti risultati sul bancone di tiro. Osserviamo quindi questo sostanzioso fucile rigato. Castello e otturatore - La progettazione si è posta quale obiettivo una quotazione competitiva per il mercato nordamericano e il traguardo è raggiunto con un insieme di tecnica Caccia Passione 42

e di lavorazioni superiore a quanto ci si possa attendere da tale livello. Alcuni elementi del Mod. 1500 rivelano il prosieguo di realtà consolidate e di successo presenti nei Remington Mod. 700: si apprezza ovviamente tale scelta che fornisce da molti decenni risultati di tutto rispetto. La struttura cilindrica del castello offre la giusta rigidità insieme a un’esecuzione lineare e di costo contenuto: all’anello tondo anteriore fa riscontro il robusto ponte posteriore a due diametri e fra i due elementi apicali intercorrono i fianchi di notevole spessore. Nell’anello sono praticate le mortise per le due alette di chiusura e la filettatura in cui si avvita la canna, sulle calotte sono presenti i grani filettati per il montaggio dell’ottica secondo le specifiche Remington per cui il mercato offre con dovizia basi e anelli di tipo e quotazioni diverse. Sul fianco destro è praticata la finestra di espulsione con dimensioni tali da rendere pratica e spedita ogni manovra senza tuttavia sottrarre troppo materiale utile ai fini della


Fucili canna rigata

La vista della parte centrale del fucile evidenzia linee La scritta posta sulla destra della canna con la deterregolari, gradevoli e filanti con un ottimo rapporto fra minazione del calibro e la prescrizione di leggere il manuale d’istruzioni prima dell’uso le masse

La finestra di espulsione di medie dimensioni mostra l’aletta destra dell’otturatore in cui è praticata la fresatura che funge da guida per un regolare scorrimento

La poderosa cartuccia .300 Win. Mag. pronta per essere camerata

rigidità del complesso, all’interno sono realizzate le fresature di scorrimento delle alette con quella destra dotata di una nervatura di guida e scorrimento così da impedire sbandamenti nella corsa dell’otturatore che ne risulta velocizzata e lineare. Il prisma di scarico delle forze viene ottenuto per fresatura dal blocco dell’anello, senza soluzioni di continuità e, al suo interno, reca la filettatura per la brugola anteriore di giunzione fra meccanica e calciatura: scelta un po’ più costosa, ma sicuramente molto pregevole tecnicamente. L’otturatore è ottenuto da un massello di acciaio legato tramite lavorazioni all’utensile: presenta un corpo cilindrico e le classiche due alette in testa contrapposte, arretrate di un paio di millimetri dalla faccia, a sua volta ribassata, in cui appaiono il foro rettificato del percussore, il

nottolino elastico dell’espulsore e l’unghia di estrazione con la base a lamina, mutuata dal nostro fucile Mod. 91,e l’unghia con buon arco di aggancio e affidabile robustezza. Nella zona posteriore si apprezza il manubrio dalle linee personali e caratterizzate con il braccetto a sezione prismatica e poi tonda, dalla parte superiore smussata per non avvicinarsi troppo all’ottica, la nocca a pera tondeggiante di comodo impiego, il profilo dell’anello di base che, a otturatore chiuso, occlude lo spazio dietro al ponte posteriore: anche il tappo apicale copia tale profilo rivelando attenzione pure nei minimi particolari. Al centro sporge il tondino del codolo del percussore segnalando la meccanica armata. Per gli appassionati di quella tecnica esaltata dagli storici Mauser K 98 segnaliamo come otturatore e manubrio Caccia Passione 43


L’otturatore completamente arretrato non mostra cali sull’orizzontale, segno di una corretta lavorazione fra le parti

Le posizioni della sicura: qui la 1^ con tastino tutto avanti, bollino rosso visibile, tutte le funzioni libere quindi manovra dell’otturatore, scatto e percussione

La 2^ posizione con il tasto della sicura a metà corsa: non si vede più il bollino rosso, ma sono inibiti scatto e percussione potendo tuttavia manovrare l’otturatore

La 3^ posizione con tasto di sicura tutto arretrato e conseguente blocco della manovra dell’otturatore, dello scatto e della percussione Caccia Passione 44

vengano ricavati da un blocco unico: le cose si possono eseguire in modi diversi, magari senza scapitare nella resa, ma questa prassi possiede un suo perché come l’orologio meccanico che fa tic tac mentre gli altri no. Premendo un piccolo tasto il lamiera sagomata, sporgente a sinistra del codolo all’apice del castello, si può sfilare l’otturatore. La canna La destinazione d’uso impone il montaggio flottante della canna e dimensioni ragguardevoli con una sezione cilindrica a leggera conicità culminante in volata nel diametro pari a 21 mm su una lunghezza di 61 cm, in teoria un poco ridotta per spremere al meglio le potenzialità velocitarie e quindi energetiche della cartuccia. 300 Win. Mag., in pratica ininfluente visto il caricamento con propellente vivace e i risultati del cronografo, il tutto adeguato ai fini della costanza di tiro e della precisione. Di certo il regime vibratorio e la dissipazione del calore sono ben studiati come evidenziano le prove di tiro. La rigatura a sei principi destrorsi con il classico passo di 1:10”, realizzata con la camera di cartuccia secondo il procedimento della rotomartellatura, presenta superfici lucidate a specchio e spigoli vivi: l’ottima esecuzione rende bossoli privi di ogni difetto susseguente allo sparo. L’egresso delle nervature risulta protetto da un ribasso cilindro conico su cui la regolare stella di annerimento sta ad indicare un lavoro di alto livello. A corollario di quanto evidenziato segnaliamo come la ditta sia tuttora fornitrice di elezione presso diversi fabbricanti per le canne rigate con qualità certificata dal sistema ISO 9001. Scatto, sicura e caricatore Il pacchetto di scatto avvitato sotto al castello include il ponte e la guardia con la piastra di base incassata nella calciatura: qui si trova la seconda brugola per la giunzione fra le due componenti dell’arma. L’ampio grilletto rigato, anch’esso in acciaio, consente di padroneggiare lo scatto dalle elevate potenzialità detto


Il vivo di volata presenta un ribasso cilindro conico a protezione dell’egresso delle righe: dopo lo sparo di alcuni colpi è evidente la corretta e regolare stella di annerimento

Fucili canna rigata

Sul fianco sinistro del castello spiccano marca e modello del fucile: la finitura superficiale mostra qualche segno di spazzolatura completamente plausibile con il prezzo

Vista posteriore del ponte forato al massimo diametro per consentire il passaggio delle alette: in seguito si incassano sopra e sotto gli appositi spessori per ridurre la sezione al valore del cilindro. A destra entro il ponte si nota la guida a rilievo di scorrimento dell’otturatore e a sinistra, esternamente, la levetta di svincolo fondo corsa

HACT Match in cui una precorsa ridotta porta al punto di pressione per lo sgancio che avviene pulitamente e senza la minima contrarietà applicando una trazione di circa 1490 g, con scarti entro gli 80 g quindi con apprezzabile costanza. Portando tale valore di scatto intorno ai 900 g si sarebbe ulteriormente favoriti, ma anche così i risultati non sono certo mancati, merito appunto della costanza e della nitidezza. La sicura viene azionata da una levetta posta a destra del castello, dietro al manubrio dell’otturatore: tutto perfetto tranne uno spessore limitato poco gradito al pollice. Per il re-

sto questo determinante particolare offre solo fattori positivi come la silenziosità a prova di orecchio di cervo, la facilità di azionamento quando si è in punteria, la tranquillità offerta dalle tre posizioni per cui si scarrella estraendo la cartuccia camerata senza pericoli o affanni, oppure procedendo nel cammino con percussore, manubrio e scatto bloccati in completa affidabilità. Il caricatore fisso da 3 colpi consta dello scatolato in lamiera incassato nel fusto entro cui scorre la suola elevatrice mossa dalla molla a W incastrata nel fondello sagomato su cui campeggia il marchio aziendale: un tastino Caccia Passione 45


posto nel rebbio anteriore della guardia e un perno interno consentono l’apertura per un rapido prelievo delle cartucce non utilizzate. La calciatura La rigatura è un parte di cospicua responsabilità per raggiungere certi risultati, ma la calciatura non le è da meno: qui la Casa ha scelto con molta oculatezza una soluzione della Hogues, l’azienda statunitense specializzata in tali componenti che ha dalla sua una tecnologia di qualità superiore e un’estesa produzione che consente di limitare i prezzi di vendita su valori decisamente accessibili. Il tutto per la gioia

degli appassionati. L’allestimento, spiegato in termini assai ridotti, vede un guscio in sintetico entro cui si cala un’intelaiatura in fibra di vetro che funziona, sempre semplificando il ragionamento, da bedding integrale. I risultati son lì a dimostrare come il complesso funzioni e anche molto bene. Le linee classiche codificate per il tiro vedono asse dritto con nasello e dorso alti per posizionare adeguatamente l’occhio nel cannocchiale, pistola ampia e di media arcuatura con sezione allargata verso la coccia per una stabile postura della mano forte, fusto largo e piano per stabile appog-

Il tappo cilindrico dell’otturatore presenta due scalfature che evidenziano l’ispessimento centrale superiore consequenziale all’analogo profilo dell’anello di base del manubrio

Nella guardia in acciaio è imperniato il tasto a bilanciere per svincolare il coperchio pivotante del magazzino fisso. Il grilletto arcuato e rigato consente un favorevole controllo dello sgancio Caccia Passione 46

Sul coperchio del magazzino fisso è impresso il nome del fabbricante. All’apice della piastra di fondo e dietro alla guardia si notano le due viti Torx per il fissaggio della meccanica alla calciatura


gio sul treppiede del poligono o sullo zaino: il peso del fucile senza accessori pari a 3,610 kg permette ancora un tiro a sbraccio, capitano anche queste evenienze, utilizzando la sezione dell’astina per stringere con la mano debole e indirizzare opportunamente il colpo: le superfici di presa sono costellate da papille antiscivolo di grande efficacia e il calciolo in gomma morbida, ad alto assorbimento di energia, stabilizza il contatto con la spalla attutendo il rinculo. Per terminare osserviamo la disponibilità dei due pioli a cui agganciare le magliette porta cinghia. La prova in poligono Nella giornata trascorsa al poligono di Carrù (CN) abbiamo trovato un clima favorevole con poco vento, fresco e aria tersa. Sistemati sul bancone apprezziamo l’ottica Yukon Jaeger 3-12x56 con reticolo balistico e scatti da ¼ di MOA, senza la correzione della parallasse: non se ne sentirà la mancanza, ma la messa a fuoco andrà rivista al variare degli ingrandimenti, fattore da tenere presente sul terreno di caccia.

Fucili canna rigata

L’otturatore completamente arretrato non mostra cali sull’orizzontale, segno di una corretta lavorazione fra le parti

Le posizioni della sicura: qui la 1^ con tastino tutto avanti, bollino rosso visibile, tutte le funzioni libere quindi manovra dell’otturatore, scatto e percussione

Ribaltando il coperchio del magazzino si osserva la molla a W e la suola elevatrice in sintetico a doppio spessore Caccia Passione 47


La terza torretta regola l’illuminazione che al nostro occhio procura solo fastidio: la teniamo spenta. Proviamo le cartucce Winchester Super-X con tradizionale palla Soft Point sia nella versione da 150 grs che in quella da 180 grs: apprezziamo come tutto sia ben aggiustato per fornire piacevolezza nei vari movimenti inserendo le cartucce nel serbatoio, manovrando l’otturatore, ponendoci in punteria. Dello scatto abbiamo già dato le note tecniche e qui valutiamo positivamente la resa sul campo: a 100 m le palle da 150 grs danno una rosata di tre colpi in 20 mm, quelle da 180 con una prima rosata da 24 mm, una seconda da 16 e una terza da 19 mm utili anche per verificare una V/3 media pari a 912 m/sec, che non è certo poco. Passiamo ai 300 metri senza cu-

rarci di effettuare la nuova centratura, interessati alla verifica della rosata specialmente con la palla da 180 grs, la più adeguata al calibro e alle finalità del fucile: primo colpo un poco in alto a destra, secondo appena più basso e terzo, nel foro del secondo con evidenti difficoltà nel determinarlo nel lungo. La misura fra i centri dà 11 mm cioè 0,13 di MOA: di sicuro era giornata buona anche per il tiratore, ma evidentemente la lunga distanza è padroneggiata al meglio dalla terna fucile, cartuccia e ottica. Le soddisfazioni possono assumere l’aspetto di piccoli fori vicinissimi nel cartoncino di un bersaglio e i mezzi come questo Howa Varminter Hogues, insieme all’ottica Yukon e alle sempre affidabili cartucce Winchester Super-X, ne consentono il raggiungimento.

Prima serie a 100 m impiegando le cartucce Winchester Super-X con palla Power Point (S.P.) da 150 grs: tre colpi in una ventina di mm con il foro in basso doppiato

Sempre alla distanza di 100 m e sempre tre colpi, ma provando le cartucce Winchester Super-X Power Point (S.P.) da 180 grs. tre colpi stanno in 24 mm

Mantenendo la distanza di 100 m e impiegando ancora Ultima prova a 100 m, sempre con le cartucce W-W le stesse cartucce dotate di palla da 180 grs otteniamo con palla SP da 180 grs si osservano i tre colpi disposti il risultato di tre colpi verticalizzati e ristretti in 11 mm in orizzontale con interasse pari a 19 mm Caccia Passione 48


Fucili canna rigata

Passando ai più impegnativi 300 m ci siamo avvalsi del reticolo balistico esagerando un poco nel compenso della caduta e incontrando un vento teso da sinistra che ha spostato di undici cm il punto battuto: così i colpi sono finiti alti e a dx, ma questo non ha inficiato minimamente la rosata: il primo colpo è quello più in alto seguito dai due successivi finiti nello stesso foro per un diametro pari a soli 11 mm

Un grazie al Dr. Adinolfi della ditta Fulpa di Monza (www.adinolfi.com),ai titolari dell’Armeria Fiorentino di Chivasso (TO) (011 910 1346 – armeria.rosa@libero.it), a Giorgio Rosso e a Kevin Ballauri del poligono di Carrù (347 96 92 677) per la cortesia e la disponibilità che ci hanno consentito lo svolgimento della prova. Scheda tecnica:

Costruttore: Howa Precision Rifles & Barreled Actions per Legacy Sports International – Reno – Nevada (USA) Distributore: Adinolfi (Gruppo Fulpa) Monza – www.adinolfi.com Modello: 1500 Varminter Hogue Tipo: carabina a otturatore girevole scorrevole a ripetizione ordinaria Castello: anello e ponticello chiusi; misura lunga Otturatore: a due alette in testa con chiusura nel castello – cilindro e manubrio integrali Canna: in acciaio al carbonio - profilo cilindro conico - lunga 61 cm – 6 righe passo 1/10” Percussione: percussore interno all’otturatore con molla elicoidale Alimentazione: magazzino fisso con coperchio pivotante – cartucce 3+1 Congegno di scatto: HACT a due tempi con grilletto singolo e peso regolabile Estrattore: a gancio con molla a lamina Espulsore: con bottone elastico nella testa dell’otturatore Linea di mira: non prevista – 4 fori filettati sul castello per basi ottica Sicurezza: tastino zigrinato a tre posizioni sulla destra del castello Calciatura: Hogue con intelaiatura interna in fibra di vetro inserita nel pezzo unico esterno in sintetico colore verde - impugnatura a pistola – calciolo in gomma morbida – pioli per magliette Finiture: brunitura delle parti metalliche Peso: 3610 g circa senza attacchi e ottica Calibro: .300 Win. Mag. Ottica: Yukon Jaeger 3-12x56 con punto illuminabile e torrette dotate di riferimenti graduati interni e click da 1/4 di MOA Distributore: Adinolfi (Gruppo Fulpa) – www.adinolfi.com Caccia Passione 49


Un drilling Merkel del ’71 con la canna rigata predisposta per il 7x65R: la lunghezza di 65 cm consente di spremere qualcosa in piÚ di velocità con favorevoli effetti terminali Caccia Passione 50


Munizioni

La cartuccia 7x65R Hirtenberger Caccia Passione 51


La cartuccia 7x65R Hirtenberger di Costantino Ramolfi

Sulla base dell’intramontabile 7x65R la Hirtenberger allestisce un caricamento di particolare efficacia nel campo venatorio impiegando la nota palla Nosler Partition da 140 grs

L

a Casa austriaca Hirtenberger nasce nel 1860 quando l’avancarica a percussione viene affiancata dalle prime munizioni a retrocarica per il sistema ad ago, reso celebre dal fucile Dreyse, e poco dopo dominerà la scena la cartuccia a bossolo metallico così come la conosciamo ancor oggi. Lo sviluppo aziendale è favorito dal risiedere nell’Impero austroungarico, l’espressione territoriale di maggiore entità della vecchia Europa, dotato di un esercito di immani proporzioni. Le vicende del XX secolo smembrano questo insieme politico, ma non fermano lo sviluppo aziendale che segue oculatamente il settore civile oltre a quello militare con il superbo periodo della caccia alta inserito fra le due guerre. E’ il tempo dei cervi dai trofei e dalla stazza fenomenali: sovente vengono cacciati proprio con questo calibro a cui va riconosciuto un autorevole potere d’arresto anche a distanze considerevoli. Il 7 mm è considerato la misura aurea dei proiettili e l’impostazione tecCaccia Passione 52

nica data da Wilhelm Brenneke a questa sua cartuccia, nata fra l’altro 101 anni fa, prevede un passo di rigatura molto corto di 1:8,6 (220 mm), adeguato per stabilizzare correttamente proiettili con peso di 11,5 g, quindi dotati di un’elevata densità sezionale cui si somma una velocità superiore alla media, di poco inferiore ai successivi magnum di pari calibro; la differenziazione operata dai progettisti tedeschi fra la cartuccia da carabina e quella omologa da basculante vede opportunamente un qualcosa in meno per queste ultime, ma ci si discosta poco. La penetrazione in selvatici di grande massa è assicurata e la cessione di energia, a questo punto, è affidata alla struttura del proiettile: già all’epoca il progettista ne propone una serie a struttura differente per i diversi capi di selvaggina e sono tutt’oggi ai vertici del settore. In questi ultimi tempi il marchio aziendale viene inglobato nella Ruag Ammotec GmbH e a Fürth, vicino a Norimberga, l’azienda ha un impianto produttivo per le cartucce di qua-


Munizioni

La cartuccia 7x65R Hirtenberger

Su uno dei fianchi della scatola appaiono marchio e peso di palla, calibro e quantità (20 cartucce), e poi il pratico specchietto balistico con distanze e relative cadute del proiettile

lità più elevata: visitandolo si ha contezza della meticolosità applicata nelle lavorazioni e nel controllo da parte di una mano d’opera altamente qualificata. Intanto anche negli Stati Uniti d’America lo studio dei proiettili da caccia e tiro ha compiuto passi da gigante con ottimi risultati di balistica esterna e terminale cui si unisce l’apprezzabile risvolto di prezzi abbordabili (almeno fino a qualche tempo fa). Opportuna quindi la scelta della Hirtenberger di adottare una palla inserita da molti anni nelle preferenze dei cacciatori: la Nosler Partition non ha certo bisogno di presentazioni, ma vale la pena rammentare la

Sul fianco sinistro della bascula spicca una delle prede adeguate al calibro, specie se si tratta di uno di quei cinghiali dell’Europa continentale di stazza superiore ai due quintali e dall’incredibile vitalità Caccia Passione 53


sua forma esterna con corpo cilindrico, base aperta, ogiva rastremata con apice appuntito in piombo scoperto, fattori che ne favoriscono la stabilizzazione passando nella rigatura, creando le premesse di una costante e apprezzabile precisione intrinseca. A questo si aggiunge la struttura interna ben nota grazie alla mantellatura che a metà circa del proiettile si chiude separando in due distinte entità la massa interna in piombo: la sezione retta mostra una H con il setto centrale di divisione. All’impatto con il selvatico si avrà così un’espansione a fungo della parte anteriore, dove si raddoppia il diametro originario creando dalla camiciatura dei petali risvoltati su se stessi; nello stesso tempo la parte posteriore si mantiene integra fungendo da elemento di spinta per l’attraversamento del selvatico. Da rilevare come la Casa assicuri tali effetti anche a velocità residue intorno ai 570 m/sec, quindi a distanze considerevoli. La palla montata su questa cartuccia ha un peso di 9,1 g (140 grs), valore intermedio per il 7x65R con cui si ottiene una buona tensione di traiettoria: i telemetri e alcune ottiche attuali consentono la correzione rapida del puntamento in funzione della distanza e quindi della caduta della palla, ciò non di meno è sempre favorevole poter usufruire di una messa in mira rapida sapendo come, entro certi limiti, sia sufficiente posizionare la croce più o meno alta, ma sempre entro il bersaglio, con la certezza che il colpo finirà dove deve. La pratica tabella stampata sulla confezione indica i 180 m come GEE, la distanza di azzeramento più favorevole per non avere un punto battuto superiore ai 4 cm, e qui si verifica giusto a 100 m: con questa taratura corrispondono -2,5 cm a 200 m, -12,5 cm a 250 m e --28 cm a 300 m quindi un raggio di impiego di misura sensata per insidiare dal camoscio al cervo con l’intermezzo del capriolo, la cui spoglia non viene rovinata, al muflone, al daino e al cinghiale.

Alcune car sovrapposi


Munizioni

L’alveare interno in cartone si rivela pratico e funzionale

rtucce spiccano fra il drilling e uno storico telemetro Wild a izione d’immagine: il laser era ancora di là da venire Caccia Passione 55


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Dalle Aziende

LA NUOVA COLLEZIONE DECATHLON PER LA STAGIONE CACCIA 2018-2019 Caccia Passione 57


LA NUOVA COLLEZIONE DECATHLON PER LA STAGIONE CACCIA 2018-2019 La catena di negozi di articoli sportivi Decathlon ha in serbo ottimi prodotti per ogni gusto e sensibilità: dagli zaini agli stivali, passando per i pantaloni. di Simone Ricci e Valerio Troili

“Crediamo che essere cacciatore implichi una responsabilità forte, nell’ingaggiarsi per il rispetto delle bio-diversità, in coerenza anche con le attività agricole e forestali”. La tradizione e la cultura venatoria si tramandano di generazione in generazione: la caccia è una filosofia di vita, una passione che si fonda su un profondo rispetto e amore per la natura e che viene praticata sempre in sicurezza e nel rispetto delle leggi. La celebre catena di negozi di articoli sportivi Decathlon crede fortemente nel concetto di caccia etica e responsabile e, con l’imminente inizio della stagione venatoria 2018-2019, sta proponendo una collezione di abbigliamento ed equipaggiamento pensata in ogni minimo dettaglio. I cacciatori, potranno trovare, nei 122 negozi Decathlon d’Italia, tutto l’occorrente per prepararsi nel migliore dei modi. Solognac, brand Decathlon per la caccia e il tiro sportivo, ha pensato proprio a tutto con un’offerta completa di abbigliamento e accessori. Caccia Passione 58


Dalle Aziende SCARPE DA CACCIA CROSSHUNT 300 Queste scarpe da caccia, dotate di rinforzo parasassi, sono realizzate da Solognac per sopportare un utilizzo intenso, adattandosi ad ogni tipologia di terreno. I ganci e i passanti per le stringhe sono realizzati in metallo e i componenti esterni sono testati per resistere a graffi e strappi. Massimo comfort nella camminata, resistenza e leggerezza, sono i punti di forza delle scarpe da caccia Decathlon. Comode, impermeabili e traspiranti, difficile trovare particolari migliori.

PANTALONI STEPPE 300 RINFORZATI Le gambe del cacciatore sono sempre le più esposte ai diversi tipi di vegetazione, di conseguenza la scelta del pantalone si rivela importante e strategica. Le condizioni climatiche fanno ovviamente la differenza, ma con Decathlon si va sul sicuro. Questi pantaloni sono resistenti alla vegetazione più selvaggia e dotati di rinforzi doppi frontali e sul polpaccio. Le cuciture rinforzate assicurano comodità e sicurezza. Il comfort di utilizzo è garantito dalla vita elasticizzata, pensata proprio per assicurare un avvolgimento ideale sulle anche, come una seconda pelle. Il tessuto principale è stato realizzato al 35% da poliestere e per il restante 65% in cotone. L’imbottitura principale è poliestere al 100%, mentre la tasca che è cotone 100%.

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STIVALI DA CACCIA RENFORT 520 Questi stivali sono proposti da Decathlon per offrire ai cacciatori una grande resistenza all’abrasione grazie ad una costruzione attenta e meticolosa. La suola interna è di 4 millimetri, oltre che antibatterica e assorbente al 100%. Il sistema CS al tallone aggiunge ulteriori vantaggi alla camminata. Gli stivali Renfort 520 sono facili da indossare e da togliere grazie a un’apposita sporgenza posteriore che serve a sfilare le calzature. Il rinforzo posteriore, inoltre, è la scelta giusta per un avvolgimento completo della caviglia. Il collo del piede e la tomaia sono stati realizzati entrambi in gomma multistrato. ZAINI DA CACCIA Completa è l’offerta di zaini da caccia Decathlon, adatti per ogni esigenze. Un esempio è lo zaino X-ACCESS 2.0 da cinquanta litri: è stato ideato per la caccia da appostamento alla grande selvaggina, ma può essere sfruttato facilmente e con soddisfazione anche nel corso delle altre pratiche venatorie. Le spalline sono comode e agevolano il trasporto, oltre alla cintura regolabile in schiuma poliestere e al cinturino pettorale. Sono presenti anche due cinturini di compressione a ogni lato dello zaino. Il volume iniziale è estensibile con l’aggiunta delle pochette X-ACCESS. Di dimensioni più contenute è lo zaino da caccia Xtrailight 2.0 Furtiv. In questo caso il prodotto è leggero e compatto al tempo stesso, in grado di portare senza problemi una carabina oppure un arco. Le uscite ideali con questo zaino sono quelle che vanno dalle 2 ore all’intera giornata: gli spallacci sono molto sottili e non causano alcun fastidio al momento del tiro.

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Veterinaria

La giusta alimentazione durante la stagione fredda..

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La giusta alimentazione durante la stagione fredda di Francesca Baranello

Per assicurare il benessere del proprio amico a quattro zampe, anche in inverno bisogna prestare attenzione all'alimentazione

L

a salute del cane passa anche attraverso la corretta alimentazione, lo sanno bene i cacciatori che hanno un rapporto speciale con il loro amico a quattro zampe. Come sanno che il fabbisogno energetico di un cane da caccia non è sempre lo stesso durante l’anno. A seconda del periodo, il segugio sarà sottoposto ad uno sforzo diverso. Infatti, mentre nella stagione invernale a causa delle temperature basse il dispendio energetico è elevato anche nei giorni di riposo, nel periodo estivo, quando l’attività venatoria è ferma, l’impiego energetico sarà nettamente inferiore. Nonostante questa sostanziale differenza, non si deve dimenticare, che il metabolismo del cane atleta, in ogni fase dell’anno è nettamente superiore rispetto ad un cane da compagnia. I segugi vanno a caccia più volte alla settimana per intere giornate, anche quando le temperature sono basse e il tempo non è clemente. Per questo motivo bisogna adottaCaccia Passione 64


Veterinaria

re delle accortezze particolari. Come detto in precedenza la loro dieta deve tenere conto di un dispendio energetico consistente, volto a proteggere il nostro amico a quattro zampe da stati carenziali che sul lungo periodo potrebbero creare dei problemi fisici, mettendo a rischio la sua salute. Ovviamente quando parliamo di alimentazione la scelta tra quella casalinga e quella industriale è personale, dipende molto dalle preferenze dei padroni. Se si sceglie quella casalinga, consultando un veterinario di certo si avranno le linee guida per creare un pasto equilibrato. In questo caso si deve prestare molta attenzione alle dosi di proteine, zuccheri, fibra, vitamine e sali minerali che variano in base all’etĂ , al peso e alla forma fisica del cane. Visto che le calorie servono per mantenere il peso e conservare le caratteristiche fisiche del segugio, queste devono essere suddivise nel modo corretto tra grassi, proteine e carboidrati. I grassi forniCaccia Passione 65


scono la più alta forma di energia. Le proteine devono assicurare digeribilità, mentre i carboidrati forniscono energia immediatamente disponibile. Quindi per i cani atleti nella prima parte della stagione, quando le temperature non sono ancora troppo basse, si può aumentare di circa il 20/30% l’alimentazione rispetto a quella del periodo estivo, quando il cane è fermo. Quando il freddo aumenta e si entra nel vivo della stagione venatoria il consumo sarà maggiore e il fabbisogno giornaliero del cane atleta aumenterà, inoltre duCaccia Passione 66

rante il giorno di caccia si dovrà aumentare anche la quantità di cibo. La cosa importante è che i pasti in ogni caso siano sempre due. Uno strappo alla regola si può fare quando le ore di caccia o di addestramento sono tante. In questo caso è possibile ricompensare l’impegno e la dedizione del nostro amico a quattro zampe con uno snack. La cosa importante è consultare un veterinario e decidere insieme la giusta alimentazione da somministrare al nostro fido compagno per assicurargli il massimo del benessere.


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Anno VII – N° 09 – Settembre 2018 www.cacciapassione.com

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