Caccia Passione giugno 2017

Page 1

ANNO VI nr. 06 - Giugno 2017

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

IL CUSTODE DI POGGIO AL VENTO Eventi:

• 6° Raduno del Blaser Club Italia: eccellenza e amicizia ai piedi del Cervino

Cani da caccia:

• L'importanza della cerca

Canna rigata:

• Mauser M12 con la nuova sicura




ANNO VI nr. 06 - Giugno 2017

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

IL CUSTODE DI POGGIO AL VENTO Eventi:

• 6° Raduno del Blaser Club Italia: eccellenza e amicizia ai piedi del Cervino

Cani da caccia:

• L'importanza della cerca

Canna rigata:

• Mauser M12 con la nuova sicura

in copertina

IL CUSTODE DI POGGIO AL VENTO.. Caccia al capriolo. L’incontro con un bel maschio adulto e le emozioni di un prelievo all’ultimo secondo..

SOMMARIO

8 Ungulati:

Il custode di Poggio al Vento

Anno VI Nr. 06

www.cacciapassione.com

Pg 6 News ed eventi venatori

16 Eventi:

6° Raduno del Blaser Club Italia: eccellenza e amicizia ai piedi del Cervino

a cura della redazione

Pg 8

Ungulati: Il custode di Poggio al Vento

Pina Apicella e Vincenzo Frascino

Pg 16 Eventi: 6° Raduno del Blaser Club Italia: eccellenza e amicizia ai piedi del Cervino Pina Apicella Pg 24 Cani da caccia: L'importanza della cerca

24 Cani da caccia:

L'importanza della cerca

Caccia Passione 4

Simona Pelliccia

Pg 32 Fucili canna liscia: Beretta 690 Field I Vittoria Emanuele Tabasso


Sommario

32 Fucili canna liscia:

Beretta 690 Field I Vittoria

Pg 70 Tiro a volo: Nicolò Anastasi trionfa alla 34^ Gold Cup Beretta

A.S.D. Trap Concaverde

Pg 72 Photogallery: I colombi dell'Argentario

Vincenzo Frascino

Pg 76 Veterinaria: Diabete: Cause, diagnosi e terapia nel cane

a cura della Redazione

Pg 40 Fucili canna liscia: Benelli Ethos 28 magnum

Benelli Armi

Pg 46 Fucili canna rigata: Mauser M12 con la nuova sicura

Benelli Ethos 28 magnum

Emanuele Tabasso

Pg 56 Munizioni: Fiocchi Performance HP 37: di tutto, di più

40 Fucili canna liscia:

Costantino Ramolfi

Pg 60 Digiscoping: Portata, diaframmi e profondità

46 Fucili canna rigata: Mauser M12 con la nuova sicura

Riccardo Camusso e Andrea Castellini

Pg 66 Paraolimpici: 9° Campionato Italiano Paralimpico

Saverio Patrizi

76 V eterinaria:

iabete: Cause, diagnosi D e terapia nel cane Caccia Passione 5



Editoriale ALTRE FORME DI RISPETTO.. Cari Amici, ci siamo! Finalmente manca davvero poco, anzi qualcuno di noi ha già cominciato con le prime uscite! L’euforia che assaporo sempre, in questi momenti che considero magici, questa volta è però offuscata da un pensiero che mi angoscia. Siamo abituati, ormai addirittura vaccinati, agli attacchi che subiamo praticamente da tutti, ma l’escalation di questi ultimo periodo è veramente preoccupante e mi ha portato a condividere con voi una riflessione sul futuro…. Tutti ci danno addosso e, i pochi che prendono le nostre difese, mai compatti e uniti, sono scarsamente efficaci, forse per interessi sottesi che vanno al di là del reale amore per la caccia. Nel breve o medio periodo, a seconda di quale piatto della bilancia sarà più pesante, avremo, noi direttamente, l’opportunità di promuovere chi dovrà tutelare le nostre ragioni e il futuro della caccia, che purtroppo percepisco essere sempre più in pericolo. Ovviamente ognuno di noi ha le sue idee e farà le proprie valutazioni, ma quello che io personalmente mi accingo a fare, fin da ora, è di inserire nella mia lista dei pro e contro, chi è apertamente a svantaggio dei miei interessi di cacciatore o chi non prende una posizione favorevole. Ritengo che, se saremo tutti uniti, in ogni parte d’Italia, nel tutelare la grande passione che ci accomuna, forse avremo l’opportunità di non essere relegati allo status di specie in via di estinzione forzata e soprattutto di non darla vinta agli pseudo animalisti ambientalisti ipocriti e ignoranti. ….Meditate gente, meditate!

Pierfilippo Meloni


L’ATC di Imperia chiede una deroga per il cinghiale I cacciatori si sono rivolti al Ministero dell'Agricoltura: il TAR ha bocciato il prolungamento della scadenza della caccia.

L

’Ambito Territoriale di Caccia di Imperia è pronto a inviare una istanza al Ministero dell’Agricoltura insieme alla Coldiretti e alla CIA (Confederazione Italiana degli Agricoltori) per ottenere una deroga alle “battute di allontanamento” dei cinghiali dalla Regione Liguria. Gli ungulati da allontanare si trovano nella zona costiera e nelle alture, ma esistono alcuni periodi che sono stati esclusi da una recente

sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale. Il TAR ha infatti annullato la proroga della caccia disposta dalla Giunta Regionale, visto che era stata bocciata dal Ministero dell’Ambiente. I cacciatori di questa parte della Liguria hanno la possibilità di entrare in azione nel periodo compreso tra la terza settimana di settembre e il 15 dicembre di ogni anno. I danni causati dai cinghiali, però, hanno costretto la Regione a estendere il termine fino al 31 gennaio, una novità che non è piaciuta agli ambientalisti, i quali hanno presentato il ricorso al TAR. Nel periodo consentito si possono prelevare 3500 cinghiali in tutta la provincia e 700 nel Ponente. I selvatici scendono a valle senza trovare ostacoli alla ricerca di cibo: l’unica soluzione intravista dall’ATC ligure è quella di coinvolgere il Ministero dell’Agricoltura, in modo da ottenere un nuovo via libera alle battute di allontanamento.

Regione Sardegna ringrazia i cacciatori per contributo contro peste suina Nel corso della Fiera della Caccia di Macomer è stato esaltato il lavoro del mondo venatorio, incaricato di raccogliere i campioni.

A

lessandro De Martini, responsabile dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della peste suina africana e direttore generale della Presidenza della Regione Sardegna, è intervenuto nel corso della Fiera della Caccia di Macomer per ringraziare personalmente il mondo venatorio. I cacciatori sardi sono stati fondamentali con il contributo offerto, la raccolta di campioni di cinghiali abbattuti e altre attività che hanno agevolato il monitoraggio della patologia che colpisce i selvatici. Gli stessi cacciatori isolani sono stati ringraziati per aver dimostrato un grande senso civico e responsabilità verso le istituzioni e l’interesse di tutti i cittadini. La raccolta riguarda i campioni di diaframma per le analisi necessarie sulla trichinella. Nelle zone non

Caccia Passione 8

infette, inoltre, è necessario un prelievo di sangue su almeno 59 capi abbattuti per singolo macroareale: nelle zone infette, al contrario, i prelievi riguardano tutti i capi, senza dimenticare un campione di milza. In base ai dati diffusi finora, sono oltre 9mila i chilometri quadrati di zone infette. La collaborazione con le compagnie di caccia è stata esaltata anche dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, il quale ha il compito di stilare i report ufficiali. Nella stagione venatoria 2016-2017 i campioni sieropositivi sono stati 237 su 15673 complessivamente raccolti.


News venatorie Cacciatore formato e attività venatoria con finalità commerciale, cosa dice la legge La sezione provinciale di Brescia della Federcaccia ha spiegato la delibera regionale in materia: fondamentale l'esame della trichinella.

L

a sezione provinciale di Brescia della Federazione Italiana della Caccia ha pubblicato un approfondimento in merito ai requisiti igienico-sanitari che sono necessari per immettere, commercializzare e consumare le carni di selvaggina selvatica. Il cacciatore deve essere in possesso dell’attestato di persona “formata”, inoltre non si deve dimenticare che l’attività venatoria con finalità commerciale non è altro che la caccia condotta per la successiva immissione sul mercato delle carni. Nella Delibera della Giunta Regionale della Lombardia si può leggere come il cacciatore abbia la possibilità di fornire piccoli quantitativi di selvaggina selvatica o carne al consumatore finale oppure ai laboratori, nel pieno rispetto dell’accordo tra governo, regioni e pubbliche amministra-

zioni. Il piccolo quantitativo è definito come un capo di selvaggina grossa (dal capriolo in su per quel che riguarda la stazza) e 500 di piccola (lepri e fagiani ad esempio). La carcassa può transitare presso un Centro di Lavorazioni di carni di selvaggina con tanto di modulo allegato. Di conseguenza il cacciatore diventa il responsabile del rispetto delle disposizioni legislative alimentari. Un obbligo importante è quello di documentare la provenienza dei prodotti e delle carni cedute. L’esame dei cinghiali è tra i più importanti, in quanto occorre ricercare l’eventuale presenza di trichinella, nello specifico si ispeziona un campione di muscolo.

Caccia Passione 9


Caccia Passione 10


Ungulati

IL CUSTODE DI POGGIO AL VENTO

Caccia Passione 11


IL CUSTODE DI POGGIO AL VENTO Caccia al capriolo. L’incontro con un bel maschio adulto e le emozioni di un prelievo all’ultimo secondo Testo di Pina Apicella Foto di Vincenzo Frascino

Caccia Passione 12


Ungulati

L

a campagna s’imbiondisce di giorno in giorno sotto il sole che irradia ogni cosa di calda luce rovente. I campi sono stati quasi tutti sfalciati e, tra la stoppia, timide foglioline di erba verde sfidano l’aridità che la natura ha saggiamente disposto per queste settimane. La ricerca del capriolo che mi è stato assegnato è sempre più ardua. Con Vincenzo abbiamo valutato diverse zone, dedicando ore e ore al vano sbinocolamento ma, a parte una femmina sottile e qualche tenebroso abbaio crepuscolare nel bosco, non abbiamo visto ancora nulla. Non mancano tante uscite prima che si chiuda la caccia in occasione degli amori estivi. Il

tempo stringe, e bisogna investire il massimo dell’impegno. “Domani proviamo a Poggio al Vento!” suggerisce Vincenzo, a cena, mentre trascorriamo in compagnia di amici le poche ore che ci separano dalla crudele sveglia estiva delle 3.30. “Ci sarà da camminare un po’ per arrivare sul posto, quindi dovremo svegliarci ancor prima, ma sono fiducioso che ne varrà la pena!”. Alle 4.00 ci mettiamo in cammino dopo esserci ripartiti, come da collaudato copione, i diversi “fardelli” (zaini, reflex, treppiedi, carabina). La decisione di tentare col buio una zona per la prima volta dopo molti mesi ci fa un po’ tentennare: la fisionomia dei campi è un po’ cambiata, dove c’era una staccionata ora è stato seminato, dove c’era prato ora c’è stoppia e balle di fieno. Arriviamo sotto la grande quercia e ci fermiamo. Ci circonda ancora una fitta nube d’ombra, i confini delle cose sono illuminati dalle stelle e dal freddo bagliore dell’alba che inizia a vibrare alle nostre spalle. Il ponentino, impercettibile e fresco, soffia da ovest sulla fronte, in direzione opposta al nostro avanzare. Da qui in poi c’è un campo di orzo. Col binocolo a fatica si distinguono le sagome, nel mare di spighe che si dipana davanti a noi. “Santo cielo che bestia!” esclama Vincenzo a fior di labbra, “laggiù, a 50 metri dal bosco…un verro enorme!”. Cerco col mio binocolo l’oggetto di tanto sgomento, e in un primo momento non lo identifico col grande cespuglio nero che si staglia in mezzo al campo ma…un momento! Non è un cespuglio, si muove! Man mano che l’irradiazione azzurra dell’alba incipiente schiarisce l’orzo dorato, i confini del poderoso corpo del verro si delineano sempre più. Posso vedere chiaramente la sua bocca aprirsi per sgranare le spighe, e masticare. Mangia con metodo, ritmo, incessantemente, avanza di un passo ad ogni boccone. È una macchina da guerra, concentrato, con l’imponente avantreno e la testa enorme che spiccano da lontano sul bacino stretto. Un verro “d’autore”! Per vederlo meglio Vincenzo lo inquadra nell’ottica della carabina. Se non lo conoscessi Caccia Passione 13


bene, penserei, davanti a un animale così bello, che gli stia venendo la tentazione di tirare. Ma prima che io possa esprimere il malvagio pensiero, ha di nuovo inforcato il binocolo. Non appena l’ultima stella tramonta e le chiome degli alberi intarsiano il cielo sopra il bosco, col suo passo maestoso il re della macchia si ritira prudente nei suoi appartamenti. “Abbiamo un capriolo a 100 metri!”. Senza muoCaccia Passione 14

vere quasi nulla, faccio una minima torsione del busto per spostare le lenti sulla sagoma indicata da Vincenzo, che ora s’intravede quasi a occhio nudo. Capriolo è capriolo, ma cos’è? “Secondo me è una femmina…aspetta che lo inquadro con l’ottica!”, e delicatamente, con movenze da bradipo, ruoto verso di me la carabina, fissata sul doppio appoggio del nuovo treppiedi di Vincenzo. “Tra le orecchie non ha nulla…” confer-


Ungulati

mo a Vincenzo. La capriola, che fin ora sembrava non essersi accorta di noi, fissa lo sguardo verso la quercia che ci copre. Non può averci avventati perché siamo a vento buono, nemmeno il furbo verro si era accorto di noi: deve averci visti. Faccia a faccia con la capriola ho modo di appurare con certezza il suo gentil sesso. Fa un paio di balzi verso la nostra destra e si ferma. Io la seguo dall’ottica della carabina, Vincenzo dal

binocolo. La distanza non è molta, ma la luce è ancora poca per guardare ad occhio nudo. “Ma…ora mi sembra un maschio!”- sussurro stupita, e stizzita per aver sbagliato la prima valutazione. Laddove la capriola si è fermata, un capriolo con “qualcosa” sulla testa sta mangiando, ed ha il punto rosso illuminato dell’ottica puntato sul muso. Non c’è dubbio: è un maschio. Adulto dal portamento, dalla conformaCaccia Passione 15


zione del collo. Ha un muso un po’ tanto lungo. “C’è ancora la femmina!” – Vincenzo chiarisce l’arcano – “ed è ancora in allerta. Il maschio era già lì da un pezzo seduto a ruminare, e si è alzato allarmato da lei”, dice Vincenzo. Dopo un paio di passi il maschio si risiede a ruminare. Talvolta la sua testa scompare per piluccare qualche altro boccone. A me non resta che inquadrare il vigoroso collo e il singolare palco. Ha una stanga più corta, puntuta, e sull’altra non vedo lo stocco. Di sicuro è un maschio adulto, ma probabilmente è un anomalo o…un buon incassatore di botte. Vorrei osservarlo meglio e più a lungo, ma la situazione non è favorevole. La luce è ancora poca, e ci vorrà almeno un quarto d’ora prima che siano apprezzabili ulteriori dettagli sul mio M2. Il punto rosso illuminato del Magnus è perfettamente fermo sulla base del collo dell’animale, ma non sono convinta. In ogni caso armo la carabina. Il minimo moCaccia Passione 16

vimento impresso non mi fa perdere il bersaglio. L’arma è stabile sul doppio appoggio. “Che faccio, Vi’, sparo al collo? Ce l’ho!”. Se chiedo è perché non sono convinta. “Se te la senti spara, ma non è un bersaglio facile. Non è distante, ce l’hai ad 80 metri…però considera che tra poco potrebbe muoversi!”. La femmina è allarmata, anche se lui sembra tranquillo e ignaro di noi. Un altro sprazzo di sesto senso femminile imprime nelle zampe posteriori della capriola una scarica di adrenalina, che la fa balzare 3-4 metri più in là. Il maschio si mette in piedi. “No! Se ne va!” impreca sottovoce Vincenzo. Io mantengo un singolare sangue freddo. Penso che, se non è “personalmente” allarmato, prima di lasciare la pastura ci ripenserà. Forse mi darà un’altra occasione per mirarlo, e questa volta non sarà il collo. Una volta in piedi il bel maschio mi offre una sagoma perfettamente a cartolina. Il profilo della sella è lievemente inclinato verso il posteriore come se la contrazione muscolare delle zampe stia incamerando la spinta elastica per un balzo improvviso. La decisione, la mira, la concentrazione, il respiro, il movimento del dito sul grilletto, la previsione dei suoi prossimi movimenti…tutto si concentra in un unico, infinitamente piccolo e infinitamente lungo istante. Tutto accade contemporaneamente e, mentre realizzo quello che devo fare e quello che spero accada, il maschio è sparito dagli oculari del binocolo di Vincenzo, caduto sulle ultime spighe su cui aveva appena messo gli zoccoli. “Weidmannsheil” sussurra Vincenzo, mentre tira un sospiro di sollievo. Un altro secondo e, con l’amaro in bocca, saremmo rimasti lì a rimuginare sulla fuga dei due caprioli, magari condita di fragorosi abbai che avrebbero messo in allarme tutti i caprioli della zona. Non è ancora giorno fatto quando andiamo sul capriolo. Il suo pelo bianco e il suo palco ci raccontano di lui molte cose. Il vecchio becco era oramai in regresso, verosimilmente è frutto delle tante estati e dei tanti inverni passati qui, a custodire questa meravigliosa fetta di natura.



Caccia Passione 18


Eventi

6° RADUNO DEL BLASER CLUB ITALIA: ECCELLENZA E AMICIZIA AI PIEDI DEL CERVINO

Caccia Passione 19


6° RADUNO DEL BLASER CLUB ITALIA: ECCELLENZA E AMICIZIA AI PIEDI DEL CERVINO

I

Testo di Pina Apicella Foto di Stefano Cacciatori

l 27 e 28 maggio scorsi si è tenuto a Torgnon (Aosta) il 6° raduno del Blaser Club Italia (BCI), ospitato dal Trofeo Monte Cervino. Abbiamo sentito il Presidente del BCI, Francesco Giordano, entusiasta dell’ultima edizione del raduno, frutto della grande organizzazione e dell’ottimo lavoro di squadra di tutti gli amministratori (e non solo) del club. “In questa edizione siamo stati splendidamente accolti da Luca Chatrian organizzatore del celebre Trofeo “Monte Cervino”, da Stefano Perrin, assessore del comune di Torgnon, ottimo padrone di casa e da Santo Diano, presidente regionale di Enalcaccia “, racconta Francesco. “La sede del raduno è stato il bellissimo Hotel Zerbion, di cui sono proprietari Aldrin e Liam Chatrian, storici soci del BCI”. Nonostante la sede un po’ “estrema” dal punto di vista geografico, i partecipanti alla 6° edizione del raduno sono stati numerosi, e ci sono state tante nuove iscrizioni. “Sono accorsi amici provenienti da tutta Italia e abbiamo registrato un pienone di iscrizioni. Per far fronte alle necessità logistiche di chi doveva raggiungere posti anche lontanissimi, chi in auto, chi addirittura in aereo, abbiamo dovuto

Caccia Passione 20


Eventi

Caccia Passione 21


chiudere le iscrizioni a mezzogiorno della domenica” racconta Francesco. La gara di tiro sul terreno del Trofeo Monte Cervino è stata particolarmente dura e combattuta. Come si sono comportati i blaseristi? “Si, la gara è stata molto dura, il campo da tiro molto selettivo, ma ciò ha fatto si che il livello dei cacciatori si esaltasse ancora di più”, commenta Francesco. “Di fatto con un 45 si rientrava si e no nei primi trenta classificati, mentre per stare nelle prime 15 posizioni bisognava segnare almeno 46 punti. C’è stato solo un 50. Questi numeri la dicono lunga sulla difficoltà della prova”. Francesco, dicci i nomi dei tiratori al vertice della classifica! “Al vertice della classifica della gara si è piazzato Giovanni Herin con 50 punti e una mouche. A seguire Giusi Ricciardiello, una ragazza giovane che spara meravigliosamente, con 49 e una mouche, e terzo Pierangelo Fassa, una presenza costante dei nostri raduni”. Alle 13:02 di domenica, con precisione “svizCaccia Passione 22


Eventi

zera” (vista anche la sede!) è iniziata la distribuzione dei quasi 80 premi, tutti a estrazione, tra cui ben quattro binocoli Blaser Primus; uno di essi, insieme all’ambìto sconto del 50% sull’acquisto di una carabina Blaser, è stato offerto dalla Jawag [casa importatrice per l’Italia, ndr]. “Questo del 2017 è stato il primo raduno appoggiato interamente dalla casa madre e grazie ai premi offerti è stata messa in palio tutta la gamma dei nuovi binocoli Blaser (i tre 8x e il 10x42). Un’ottima occasione per vedere e provare dal vivo questi gioiellini nati in casa Blaser”, commenta Francesco, poi conclude “Per la generosa ospitalità ringraziamo di cuore Luca Chatrian organizzatore del Trofeo Monte Cervino che ha ospitato il raduno, e Stefano Perrin, che ci hanno fatto sentire a casa nel magnifico contesto delle Alpi Aostane”. Complimenti al BCI, portatore di valori autentici di amicizia ed eccellenza in qualunque contesto approdi con i suoi raduni e le sue molte iniziative. Caccia Passione 23


Caccia Passione 24


2017

primavera/estate


Inizia l'accostamento Caccia Passione 26


Cani da caccia

L’IMPORTANZA DELLA CERCA Caccia Passione 27


L’IMPORTANZA DELLA CERCA Troppo spesso ormai si assiste allo svolgimento di verifiche zootecniche dove il singolo, la coppia o la muta vengono liberati nel punto esatto della pastura; rischiando cosÏ di perdere una fase del lavoro di Simona Pelliccia

La fase di cerca Caccia Passione 28


Cani da caccia

L

a fase della ricerca dell’usta lavorabile (la cosiddetta cerca) sta oggi sempre più passando in secondo piano, a causa spesso delle prove di lavoro per cani da seguita, in cui il singolo, la coppia o la muta vengono liberati su zone dove già è presente la pastura della lepre (e questo avviene spesso anche nel caso di verifiche zootecniche su cinghiale). Ciò pregiudica non solamente la capacità di valutare la capacità del cane di ricercare l’usta utile finché non l’abbia trovata, ma anche quella stessa dote: si assiste sempre più spesso a mute di segugi che devono essere condotti sulla pastura, proprio perché disabituati ad una ricerca autonoma del-

la stessa, essendo spesso sciolti su terreni dove si ha la certezza del punto da dove iniziare l’accostamento. Cacciando spesso in montagna, dove la presenza di lepri è assai esigua, capita spesso che la muta debba esplorare il territorio anche per più di un’ora prima di trovare una passata lavorabile. Trovo quest’aspetto assai utile per testare anche la caparbietà e la venaticità dei soggetti più giovani, che a volte tendono a mostrare minore interesse per il lavoro sul terreno quando si accorgono che non c’è odore; costringerli a ricercare la pastura prima di iniziare l’accostamento è utile per

Caccia Passione 29


La passata lavorabile è stata reperita

conferire loro quella forza di volontà che poi si mostrerà utile nelle giornate di scarsa olfattazione. Sarebbe bene ogni tanto slegare i segugi in un punto lontano dalla passata utile, per costringerli ad adoperarsi sul terreno, ad aprirsi alla ricerca dell’usta, in modo da Caccia Passione 30

sviluppare una fase importante quella quella della cerca. Cerca che nel caso del segugio italiano dovrebbe evidenziare autonomia e briosità: chiaramente, non appena un componente della muta abbia rilevato la passata utile e l’abbia evidenziata con la voce, tutti gli altri


Cani da caccia devono unirsi e iniziare a lavorarla. Dal momento in cui il conduttore capisce che il cane ha trovato una passata giusta, da quel momento sarebbe bene che lasciasse il segugio lavorare da sé; l’accostamento è infatti una fase molto delicata; chiamare continuamente la muta o cercare di aiutar-

la nella risoluzione di un fallo sull’accostamento potrebbe inficiare l’intero lavoro. Perdere anche solo 50 metri sbagliando direzione potrebbe implicare il mancato scovo di quella lepre. Lasciare poi che la muta arrivi allo scovo senza l’aiuto del canettiere ha poi una rilevanza

La ricerca della pastura

Caccia Passione 31


notevole quanto al valore di quel lavoro. Ho visto sovente in alcune verifiche zootecniche conduttori molto abili risolvere falli in accostamento al posto della muta, magari sulla convinzione(poi rilevatasi giusta), supportata da previa conoscenza del terri-

Ottimi areali per il cane da seguita

Muta di segugi italiani che hanno reperito la passata lavorabile Caccia Passione 32

torio o da consigli altrui, che la lepre fosse rimessa in una certa zona: questo non solo dovrebbe trovare adeguata penalizzazione in fase di giudizio da parte del giudice, ma dovrebbe indurre anche ad una riflessione sul valore di quella lepre scovata.



Ecco la signorina Valentina Muffolini alle prove di tiro: è una delle partecipanti ai corsi di tiro che la Casa di Gardone ha promosso per le giovanissime leve e apprezziamo l’impostazione in pedana un attimo prima del pull Caccia Passione 34


Fucili canna liscia

Beretta 690 Field I Vittoria

Caccia Passione 35


Beretta 690 Field I Vittoria

di Emanuele Tabasso

I sovrapposti Beretta 690, eredi della mitica serie iniziata con il modello S55, sono sempre sulla cresta dell’onda e contendono ai semiautomatici la presenza nelle mani dei cacciatori quando le due canne sono segno distintivo di una scelta particolare

I

l sovrapposto Modello 690 Field I Vittoria è un classico della produzione Beretta situandosi in una fascia di mercato molto accessibile e con una dotazione di tutto rilievo per impianto di base e per gli accessori. A questa tipologia iniziata alcuni decenni addietro con il Mod. 680 e derivati va ascritta la modifica costruttiva a cui la Casa di Gardone è pervenuta con un notevole anticipo rispetto alla concorrenza: l’impianto è sempre quello conosciuto che tra poco verificheremo, ma diverse soluzioni tecniche e quindi esecutive hanno consentito di affrontare una gran parte dei passaggi produttivi sulle nuove macchine a controllo numerico unendo alla contenutezza dei costi anche una minore dipendenza dalla manualità, sempre più cara e sempre più difficile da addestrare in numeri adeguati alle tirature che tali fucili richiedono. Gli amanti delle lavorazioni proprie dell’archibugeria tradizionale, per dirla in termine specifico, non temano: sussiste un gruppo adeguatamente ristretto di specialisti dalle mani sante che dedicano la loro elevatissima opera alle più alte fasce di prodotto dove tali

Caccia Passione 36

capacità hanno modo di manifestarsi e di farsi apprezzare per quel che valgono dalle persone competenti. Poniamo ora l’attenzione sulla tecnica di tenute e chiusure, la base fondante si un fucile a canne basculanti. La bascula, ricavata da un massello di acciaio legato, presenta un leggero allargamento rispetto al passato concentrando fra le mani dell’utilizzatore una massa maggiore e meglio padroneggiabile; il disegno mantiene una profonda sezione a U che accoglie il gruppo canne giuntate con l’affidabile sistema del monobloc di culatta da cui vengono ricavate diverse funzioni partendo dagli orecchioni in cui si incavalcano i semiperni avvitati entro la parte anteriore delle pareti: soluzione che ai suoi inizi era stata fortemente innovativa. Per sollevare i due punti di rotazione delle canne dalla proiezione in avanti conseguente allo sparo troviamo la soluzione peculiare della Casa con due incavi praticati al filo superiore delle pareti di bascula dove insistono gli spessori ricavati dal massello del monobloc; il contrasto fra le due superfici inclinate è incrollabile. Resta


Fucili canna liscia

Elegante la leggera bombatura del dorso di bascula con i lunghi filetti ai bordi: si notano l’incastro del prolungamento del ponticello e le diciture del modello e del Made in Italy

Nel fianco di bascula si osserva l’ispessimento di rinforzo e il profilo angolato del bordo superiore dove insiste il massello ricavato dal monobloc realizzando la tenuta

La parte anteriore della bascula mostra l’inserimento dall’interno dei semiperni avvitati grazie alla testa con profilo a brugola; sopra è evidente la pista a camme per attuare l’estrazione primaria

Nel vivo di volata delle canne si notano i due strozzatori mobili: sopra spicca la bindella zigrinata e dotata del mirino sferico in ottone

Nella culatta delle canne sono evidenti i due estrattori e i blocchetti di tenuta laterali con i fori in cui si inseriscono i rebbi conici del tassello di chiusura. A fianco si osserva il calciolo in gomma nera utile per attutire la sensazione di rinculo

Una vista maggiormente ravvicinata della culatta per meglio apprezzare i particolari di tenuta e chiusura fra cui la complanarità degli assi della canna inferiore e dell’orecchione Caccia Passione 37


ancora da impedire la rotazione sotto sparo e a ciò provvede il tassello sdoppiato inserito nella faccia di bascula e comandato dalla chiave: i due apici a cono, con recupero automatico del gioco, si inseriscono negli appositi recessi ricavati proprio negli spessori di tenuta citati poco sopra. Intuitivo come il braccio di leva sia praticamente nullo per la canna inferiore e di minima entità per la superiore: la conseguente durata di questo impianto è raccontata proprio dai vetusti S55 che ancora in piena efficienza, si osservano nelle mani di cacciatori che hanno passato la quarta età. Si possono poi osservare, sempre nel monobloc, gli estrattori a gambo lungo con tondini rilevati a contrasto con le piste inclinate fresate nelle pareti di bascula per l’estrazione primaria, mentre ricevono dal meccanismo posto nell’asta lo sgancio e l’impulso per l’eiezione automatica: l’attivazione è demandata alle due bacchette tonde dissimulate nel dorso e deputate in primis alla monta delle batterie montate sul sottoguardia. Altre parti del fucile e la prova in pedana Prima di accingerci a sparare qualche colpo in pedana diamo uno sguardo d’insieme apprezzando le forme garbate dei doppi seni della bascula, gli ispessimenti laterali di irrobustimento, i raccordi con il dorso, la codetta superiore su cui è posta la chiave per l’ apertura di apprezzabile linea italiana, la slitta della sicura con il tasto di selezione di sparo. Si passa alla guardia con ovale di giuste proporzioni, forse con la codetta un po’ tozza, ottimo il grilletto robusto e ben lisciato, ampiamente soddisfacenti le incisioni che troviamo più che gradite per il livello di prezzo dell’arma. Apprezzabile il noce impiegato per il calcio mentre quello dell’asta risulta un poco scuro per l’esteso campo zigrinato a cui, per altro, va il merito di una presa molto salda e un posizionamento della mano ben differenziato in lunghezza. Gli strozzatori intercambiabili consentono di adeguare le rosate ai fattori bersaglio e distanza e la bindella ventilata con mirino tondo in ottone porta l’occhio con giustezza sul bersaglio. Impiegando cartucce decise quali le 37 g Caccia Passione 38

Ancora un primo piano della bascula: nella faccia sono praticati i due fori sovrapposti dei percussori mentre, a destra, sporge il nottolino elastico per la rimessa al centro della chiave a fucile smontato

La linea elegante del sovrapposto Beretta si apprezza pienamente in questa immagine


Fucili canna liscia

Il ponticello viene incassato nel legno con l’incastro anteriore nel dorso di bascula; la guardia mostra un ovale correttamente disegnato in cui sporge il grilletto singolo con ampia base lucidata per l’appoggio del dito

La gentilissima signorina Valentina Muffolini, appassionata di tiro a volo.

Magistrale la realizzazione macchinata delle scalfature che pongono in risalto i doppi seni di bascula; disegno consequenziale per la chiave di apertura e per la slitta della sicura comprendente il tasto del selettore di sparo

Per parecchio tempo durante le prove un coniglio selvatico ha razzolato nel campo di tiro: non contento si è approssimato alla pedana sistemandosi a fianco della lamiera di copertura della fossa osservandoci da vicino. I botti evidentemente non gli creano fastidio Caccia Passione 39


con il caratteristico bossolo da 70 mm marcato “Superfiocchi” si godono sensazioni decise e imponenti fumate dei piattelli: il calciolo in gomma assorbe adeguatamente il rinculo così che il fucile può venir mantenuto in un peso di 2800 g, vantaggioso per la caccia vagante.

Un classico questo 690 Field I Vittoria il cui appellativo richiama il marchio appunto con la statua della Dea, la Nike dell’antica Grecia (e per favore non la si pronunci Naik) che dagli inizi aveva connotato i primi Monobloc Vittoria dei fucili Beretta.

SCHEDA TECNICA Costruttore: Fabbrica d’Armi Pietro Beretta S.P.A. - via Pietro Beretta, 18 – 25063 Gardone VT (BS) – Tel. 030 83411 – Fax 030 8341399 – www.beretta.com Modello: 690 Field I Vittoria Tipo: fucile da caccia a due canne lisce sovrapposte Calibro: 12/76 (anche 20/76) Funzionamento: canne basculanti Bascula: in acciaio legato lavorato all’utensile Batterie: corte Canne: lunghe 71 cm (in alternativa 66 o 76 cm) Steelium - giunzione con monobloc di culatta Strozzatori: OCHP intercambiabili

Congegno di scatto: scatti diretti con monogrillo Estrattori/eiettori: automatici Linea di mira: bindella piana ventilata ombreggiata – mirino sferico in ottone Sicura: a tasto sulla codetta superiore di bascula con selettore di sparo Calciatura: in due pezzi – legni di noce di classe media con finitura a olio impugnatura a pistola e asta sagomata – calciolo Microcore in gomma nera – Finiture: finitura satinata alla bascula con parti lucidate e incise – canne brunite Peso: non dichiarato in listino

La pratica valigetta consegnata con il fucile contiene anche il flacone dell’olio, la serie di strozzatori intercambiabili (3 + 2) insieme alla chiave di smontaggio, il libretto di istruzioni Caccia Passione 40



Caccia Passione 42


Fucili canna liscia

Benelli Ethos 28 magnum

Caccia Passione 43


Benelli Ethos 28 magnum

di Benelli Armi

Il nuovo fucile semiautomatico Benelli Ethos 28 magnum rappresenta una vera e propria novità nel panorama mondiale.

Q

uali le ragioni alla base della sua ideazione? Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi nello sviluppo del calibro 28, sia nel comparto armi, sia nel comparto munizioni. Il 28 è ormai passato da semiautomatico da capanno a fucile in grado di ben figurare persino sulle pedane del tiro al piattello. Lo sviluppo del 28 è stato accompagnato da un’offerta variegata di diverse tipologie di fucili, finiture e dotazioni, per non parlare poi delle munizioni. Quindi che bisogno c’era di creare un nuovo 28, per lo più magnum? Andiamo con ordine … Perché fare un calibro 28 Il progresso è inarrestabile; Benelli ha messo a punto un semiautomatico veramente nuovo: siamo di fronte ad un fucile con una sua spiccata personalità; un nuovo calibro che apre la strada a molteplici soluzioni future. Il calibro 28 magnum spalanca al cacciatore nuovi orizCaccia Passione 44

zonti prestazionali. Un calibro piccolo è generalmente più impegnativo allo sparo rispetto ad un classico calibro 12, ma non meno sportivo. Sarà più gratificante per il cacciatore che mette a segno la fucilata. Un cacciatore che spara con i calibri minori trova però una soddisfazione nel compiere tale azione, gratificando l’ego ed esaltando le sue capacità. A questi fondamentali aggiungiamo un miglioramento nel comfort e uno sviluppo del semiautomatico orientato all’utilizzo di munizioni in acciaio, dato che l’uso delle cartucce “no toxic” si sta ampiamente diffondendo. Con il Benelli Ethos 28 magnum si potranno tranquillamente sparare anche nelle zone dove vige il divieto di utilizzo del piombo, sia con cartucce toste, sia con cartucce dalle grammature meno estreme, semplicemente variando l’altezza dei contenitori. Tutto ciò spiega le ragioni alla base del lancio di questo calibro 28 e le specifiche che Benelli ha adottato e che qui di seguito illustriamo.


Fucili canna liscia

Quali sono le sue caratteristiche Il semiautomatico Ethos 28 magnum è un gioiellino tecnologico, funzionale ed estetico. Piccolo, proporzionato, bello di linee e di aspetto, filante, è un Ethos 20 in miniatura. Con Raffaello Ethos 28 avviene quel completamento di gamma necessario a mantenere la tradizionale leadership della produzione Benelli. Calibro 12 calibro 20 e infine il piccolo calibro. Legno e metallo si sposano in una impeccabile soluzione stilistica, che esalta la precisione degli accoppiamenti, tipica delle macchine di lavorazione e del montaggio in Benelli. Come sul fratello maggiore, la carcassa in Ergal possiede una doppia finitura: nella porzione infero-posteriore (quella più vicina al calcio) è tirata manualmente liscia, con un effetto spazzolato veramente bello. Una porzione della carcassa presenta invece una fine incisione a riccioli di inglesina che decora l’intera superficie metallica conside-

rata. Elegante la linea curva di raccordo fra le due distinte superfici. Sempre piacevole il contrasto cromatico che si genera fra la superficie metallica della carcassa e quella del fodero; un’accoppiata chiaro/scuro che esalta le finiture. Il grilletto è dorato, il pulsante della sicura è in posizione classica, vale a dire nella parte posteriore del ponticello. Sul lato destro riscontriamo la leva di discesa cartuccia con funzioni di cut off. Nel calcio in legno non poteva mancare il sistema Progressive Comfort per la riduzione del rinculo accoppiato con il legno di noce. Il Progressive Comfort consente di avere un fucile corredato da un legno elegante e raffinato, senza rinunciare… al comfort. Il sistema già utilizzato in parecchi semiautomatici della gamma Benelli si compone di un contenitore, di un telaio a forma di “C” le cui braccia laterali assomigliano a pettini e di un pettine doppio che poggia sul fondo del contenitore e può scorrere assialmente riCaccia Passione 45


spetto al telaio a “C”. Allo sparo, la spalla preme contro il calciolo che a sua volta spinge il telaio in avanti; gli intercalari in plastica si flettono poggiando l’uno sull’altro a sbalzo, dissipando l’energia cinetica. Il tutto, ovviamente, in combinazione con la deformazione del calciolo in poliuretano speciale. Il “set total comfort” è completato dal nasello – realizzato in gel – che assicura un buon livello di comfort per la guancia del tiratore. L’impugnatura è a pistola e offre una buona presa in ogni situazione. Nell’ astina filante e di facile manovrabilità, il cappellotto di chiusura garantisce un funzionamento impeccabile, grazie alle dimensioni corrette per un suo facile azionamento anche durante il periodo invernale. Il legno di noce europeo che equipaggia l’Ethos 28 magnum è di categoria Gro X-grain, finito ad olio. Benelli lo definisce “Wood Fx”, una terminologia che tratta l’esaltazione delle venature naturalmente presenti. Le pieghe sono variabili a piacere con il set di intercalari in dotazione (45, 50, 55 e 65 mm). La Lop (Lenght of pull) è di 365 mm (+/- 2 mm), modificabile in più (380 mm con calciolo lungo) o in meno (350 mm con calcio specifico).

Caccia Passione 46

L’Ethos 28 magnum presenta una canna Power Bore criogenica da 66 cm di lunghezza. Non escludiamo che in futuro ne possano essere proposte altre; da rimarcare, comunque, come la canna di 66 cm sia assolutamente equilibrata per le dimensioni complessive del fucile. Anche sul calibro 28 il diametro interno, strettamente controllato, è compreso tra 13,94 +/- 0,1 mm. Naturalmente la canna è camerata… magnum (76 mm)! Con la canna da 66 cm, internamente cromata, disponiamo di un set di cinque strozzatori interni (da una a cinque stelle) Criochoke; sono lunghi ben 7 cm e possono sparare tutti quanti le cartucce caricate con acciaio. La bindella da 7 mm è in fibra di carbonio, leggerissima e quasi impalpabile; è ventilata a ponticelli larghi e termina con un mirino composto da un pezzetto di fibra ottica di colore rosso. Per concludere Raffaello Ethos 28 è un semiautomatico dove potenza, controllo e leggerezza si fondono in un tutt’ uno e rendono questo piccolo calibro 28 camerato magnum, un fucile assolutamente da provare. Un semiautomatico altamente performante dedicato al cacciatore sportivo che vuole esaltare la sua abilità.


Fucili canna liscia

Caccia Passione 47


Fusto e asta sono collegati con bisellature dei profili che distinguono questo modello: la spianatura inferiore consente un appoggio fermo e le rotonditĂ dei fianchi una conveniente presa della mano per il tiro in movimento Caccia Passione 48


Fucili canna rigata

MAUSER M12 CON LA NUOVA SICURA Caccia Passione 49


MAUSER M12 CON LA NUOVA SICURA La grande firma si è spostata dalla storica sede di Oberndorf senza smettere la ricerca del meglio nelle diverse fasce di produzione così come dimostra questa versione del Modello 12 con il sistema Handspannung di Emanuele Tabasso

I

stazione, quindi con anello anteriore e ponte chiuso posteriore, con sezioni resistenti adeguate senza eccedere nel peso, considerando come la chiusura avvenga direttamente fra otturatore e canna: l’acciaio qui fa la sua bella figura con un peso totale del fucile intorno ai 3,1 kg considerato oggi il giusto compromesso per comodità di porto e giuste reazioni allo sparo. Dall’anello tondo, sotto a cui sporge il tassello integrale per lo scarico delle forze, partono i fianchi piani raccordati al ponte con calotta ad arco appiattito: la finestra di espulsione mostra dimensioni contenute sottraendo poco materiale atto alla rigidità del complesso, un poco più ampia la feritoia inferiore dove si inserisce il caricatore amovibile. Una delle prerogative del modello è la giunzione della canna al castello ottenuta con saldatura a temperatura predeterminata dell’anello e della culatta: adeguati controlli automatici fissano l’assialità fra le due parti e lo spazio di testa, uno degli elementi basilari per la precisione nel tiro. L’otturatore cilindrico presenta Castello, canna e otturatore Metallurgia e apparecchi di controllo spinti ai queste prerogative: sei alette a sezione conica massimi livelli della sofisticazione consento- disposte su due file e ricavate a ribasso dalla no di realizzare un castello classico nell’impo- sezione maestra con chiusura direttamente l fenomenale cartiglio della Mauser non poteva rimanere confinato soltanto negli esemplari della eccezionale Mod. Europa 66, chi ne ha le tenga ben strette, o in quei modelli di transizione come le pur valide ’94 e ‘96 o ancora la nuova M03 del segmento premium che, agli inizi del nuovo millennio, ha segnato una riconquista di spazi adeguati alla storia di questa Casa. Si sentiva la necessità e la possibilità di ampliare il mercato delle canne rigate da caccia con uno studio dove fossero coniugati funzione e prezzo, connubio messo in opera non da teorie minimaliste nell’esecuzione, ma da innovazioni tecnologiche di alto livello per rendimento e contenutezza di esborso monetario. La M12 compendia diverse soluzioni interessanti e, come osserveremo, ha già in questa seconda versione, l’adozione di quel sistema di armamento manuale del percussore disgiunto dalla manovra dell’otturatore e quindi dalla cameratura della cartuccia.

Caccia Passione 50


Fucili canna rigata

Vista dall’alto del sistema di armamento e sicura a tre La levetta nella posizione intermedia mantiene la pieposizioni montato sul tappo dell’otturatore: qui l’in- na sicurezza con la possibilità di scarrellare per estrardicatore sul punto rosso indica la posizione di Fuoco re la cartuccia eventualmente camerata

La terza posizione mantiene tutto bloccato, anche il Il robusto anello in cui si inserisce e viene saldata la canna: su questa spicca il mitico Mauser Banner, il manubrio, disattivando la molla del percussore cartiglio inconfondibile della famosa Casa tedesca

Nella posizione di sicura la leva zigrinata sporge dal profilo dell’otturatore pur restando defilata nella sagoma generale del fucile. Molto classico e caratteristico il disegno del manubrio

Insieme alle corrette bisellature di raccordo si apprezza nel castello il fianco spianato su cui sono riportate in bella grafia la sigla del modello e il Made in Germany Caccia Passione 51


Molto apprezzabile la linea del castello ben inserita nella calciatura dalle forme classiche, ma ravvivata con dettagli stilistici di bell’effetto e gradevole funzionalità

Studio ed esecuzione del tappo otturatore non sono certo banali e se ne apprezza la classe e la singolarità: anche nei particolari come il bottone di svincolo otturatore non si scende a compromessi

Le mire aperte sono imprescindibili in un fucile tedesco: qui osserviamo la robusta tacca di mira con inclinazione antiriflesso e visuale a U: la regolazione in brandeggio avviene grazie alla base a coda di rondine Caccia Passione 52

nelle mortise ricavate nella culatta della canna, la faccia con un forte ribasso per un adeguato supporto del fondello cartuccia, a fianco del foro del percussore sporgono i due nottolini di espulsione per un’azione risolutiva, ma con energia meglio distribuita; l’estrattore poi segue l’impostazione di validissime armi automatiche con una spira di filo armonico avvolta sul cilindro, un angolo retto, il passaggio sotto a una coppia di alette e l’inserimento in un foro predisposto nell’unghia. Questa è foggiata a prisma di notevole spessore e con adeguato arco di presa lavorando ortogonalmente nella propria sede fresata nella corrispondente aletta di testa: crediamo che nemmeno il bossolo più scorbutico possa resistere alla sua azione. Proseguendo nell’esame osserveremo l’inserimento a caldo del manubrio, ricavato da microfusione e dalla foggia molto…Mauser, quindi un pregio in più: il braccetto cilindrico rastremato, dalla linea diritta, termina nella nocca sferica, qui in sintetico, che rappresenta sempre il meglio quanto a funzionalità e anche ad estetica. Nel tappo di culatta, dalla linea raccordata al profilo del ponte, viene inserito l’Handspannung cioè il sistema di sicura e armamento manuale del percussore, tenendo presente che la sua molla viene messa solo parzialmente in tensione dal movimento del manubrio. Una comoda levetta con tasto di presa e asse ortogonale può assumere tre posizioni: la prima con sicura inserita e blocco del manubrio, dello scatto, del percussore e disattivazione della sua molla per muoversi con la cartuccia camerata; la seconda con il blocco di tutto tranne che del manubrio per scarrellare in piena tranquillità, la terza che sblocca tutto il sistema completando la tensione della molla per avere l’arma pronta allo sparo. Tale disposizione consente il montaggio molto basso dell’ottica e, ancora in tema di ricerca del particolare, in un piccolo incavo del fianco sinistro del castello è posto il pulsante per lo svincolo dell’otturatore.


Fucili canna rigata

Il mirino montato su zoccolo presenta la visuale semisferica in ottone: la vite consente le regolazione in elevazione

La canna lunga 56 cm e con sezione alla bocca di 16,5 mm concede una funzionale rigidità : il vivo di volata poi presenta un ribasso conico di 11°, ottimale per la protezione delle righe e per la balistica del proiettile

Caccia Passione 53


Calciatura e scatto L’allestimento del modello fotografato presenta una calciatura in sintetico grigio chiaro, una veste adeguata a tutti climi e di pratica rigidità dove le linee classiche sposano l’asse molto diritto in stile americano, che è poi quello con la migliore funzionalità per mantenere il bersaglio sotto controllo, insieme all’impugnatura a pistola allungata e l’asta tonda, ma a fondo piatto per un fermo appoggio nel tiro a distanza. Anche lo scatto segue lo stile del maggior mercato delle armi rigate con impianto a sgan-

cio diretto pronto, netto, adeguatamente leggero (intorno a 1.000 g) e senza vizi di sorta. Le prestazioni sono state sondate su diversi altri esemplari in altre occasioni e sempre abbiamo verificato una precisione ben oltre la media: con parecchi tipi di cartucce si rimane fra ½ e ¾ di MOA, quindi con una resa ben adeguata alle esigenze anche di tiri lunghi. La quotazione è più che abbordabile per il marchio e per il complesso di soluzioni tecniche e realizzative: un fucile quindi da prendere in seria considerazione.

Il calcio con impugnatura a pistola si basa su linee classiche dalla comprovata funzionalità

Viste intere Caccia Passione 54


Fucili canna rigata

La sezione maestra dell’otturatore con le sei alette a ribasso promette rigidità e tenuta: il manubrio è inserito a caldo nella propria sede senza apporto ulteriore di saldature

Oltre all’impostazione tecnica con la rassicurante unghia di estrazione e il doppio nottolino di espulsione, merita osservare il nitore di lavorazione di tutti i particolari

Caccia Passione 55


SCHEDA TECNICA Costruttore: Mauser Jagdwaffen G.m.b.H. – Ziegelstadel 1, D-88316 Isny im Allgäu info@mauser.com – www.mauser.com Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (BZ) – tel. 0471/803000 – fax. 0471/810899 – www.bignami.it – email@bignami.it Modello: M12 Handspannung Tipo: fucile a canna rigata Funzionamento: otturatore girevole scorrevole con ripetizione ordinaria Chiusura: sei alette anteriori su due ranghi da tre ricavate a ribasso - mortise nella culatta della canna Percussione: percussore con molla coassiale interno all’otturatore attivato dal sistema di sicura Estrattore: a unghia con movimento ortogonale e molla di registro a filo Espulsore: due bottoni a molla in testa all’otturatore Canna: in acciaio con 4 rigature destrorse, passo 1:10” (per cal. .270 Win.) ottenute per martellatura lunghezza 560 mm per calibri standard e 620 mm per i magnum Scatto: diretto con grilletto unico tarato a 1.030 g Sicura: leva con tre posizioni nel tappo di coda dell’otturatore – 1) blocca percussore, distendendone la molla, manubrio, scatto – 2) idem con libertà di manovra del manubrio – 3) svincola tutto e completa l’armamento del percussore per far fuoco. Pulsante laterale per svincolo dell’otturatore a fondo corsa Caricatore: a pacchetto estraibile bifilare in polimero da 5+1 cartucce calibri standard – 4+1 calibri magnum Mire: tacca di mira a U con regolazione in deriva e mirino a grano con regolazione in elevazione - predisposizione per attacco dell’ottica con 4 fori filettati sul castello Calciatura: monopezzo in polimero stampato con punti di presa zigrinati – calciolo ammortizzante Calibro: .308 Win. (in alternativa: .22-250 Rem. - .243 Win. –.270 Win. - .30-06 Sprg. 6,5x55 – 7x64 – 8x57 IS - 9,3x62 – Magnum: 7 Rem. Mag. .300 Win. Mag. - .338 Win. Mag.) Materiali: acciaio forgiato e fresato per castello e otturatore - canna in acciaio al carbonio Lunghezza: 106,5 cm con canna da 560 mm – 112,5 cm canna da 620 Peso: g 3.100 circa senza attacchi e ottica (calibri standard) – 3.200 g (calibri magnum) Finiture: corpo centrale otturatore lucidato e brunitura delle parti restanti Prezzo: € (da verificare) Caccia Passione 56


Fucili canna rigata

Caccia Passione 57


Caccia Passione 58


Munizioni

Fiocchi Performance HP 37: di tutto, di piĂš

Caccia Passione 59


Fiocchi Performance HP 37: di tutto, di più

di Costantino Ramolfi

Nell’ampia proposta delle cartucce Fiocchi per la caccia abbiamo provato un grande classico rivisto con una particolare attenzione all’attualità e quel che ci si attendeva è giunto puntualmente a conferma della tradizione

L

e prove di alcuni fucili della Beretta sul campo di tiro a volo di Bettolino (BS) si sono rivelate un’occasione eccellente per sparare diverse cartucce della nuova serie Fiocchi Performance HP 37. Queste cartucce vengono presentate in un’elegante scatola di cartone dai toni di una foto in bianco e nero con l’inserimento di colori molto attenuati: apprezzabili le indicazioni tecniche in grafia ben leggibile dove si inizia con la dicitura Performance a indicare la classe elevata della produzione aziendale. A seguire si trova la sigla HP 37 che segnala le alte prestazioni e la grammatura di pallini contenuta, con 1 gr in più delle classiche cariche massime relative al calibro posizionate per tanto tempo sui 36 g: seguono poi la specifica del calibro, il 12, evidenziato dal fondo rosso, la lunghezza del bossolo pari a 70 mm, l’altezza del fondello di ben 27 mm su cui è impressa la scritta “Superfiocchi” che richiama alla mente dei cacciatori più stagionati epiche cariche da lepre o da anatidi; specificato ulteriormente il peso della carica pari Caccia Passione 60

a 37 g e la tipologia della borra, adeguata ai tiri lunghi, quindi una in plastica dotata del contenitore atto a preservare i pallini dalle deformazioni dovute a strisciamento contro le pareti della canna. Sui fianchi della confezione è poi riportato il n° che determina la sezione del singolo pallino secondo la scala inglese che, nel nostro caso è il 7. In pedana Il sovrapposto Beretta 690 Field I Vittoria è pronto: preleviamo alcune delle dieci cartucce inserite in ogni scatola apprezzando la scelta cromatica del bossolo con tonalità verde oliva, le scritte argentate che ben risalto sul fondo insieme all’ottone del fondello: viene posta in evidenza la pressione di 1050 bar, valore per cui deve obbligatoriamente essere bancato il fucile. Inserendo le cartucce in camera osserviamo la precisa chiusura a stella, l’innesco DF adeguato per far sprigionare alla carica tutto il suo potenziale e orientiamo, per una vecchia abitudine, la scritta Fiocchi sul fondello prima di chiudere l’arma. Anco-


Munizioni

ra una volta la conformazione del calcio non ci premia o meglio, la nostra struttura non si accompagna alle misure standard valide per una grande maggioranza dei possibili utilizzatori: l’esito al tiro sarĂ quindi viziato da una marcata elevazione che cerchiamo vanamente di correggere, riuscendoci solo ogni tanto. Le sensazioni allo sparo, anche dei due colpi in rapida successione, sono decisamente favorevoli pur se il peso del fucile non è certo pari a quello di un esemplare da piattello, ma l’equilibrio dato dalla leggera crescita della massa centrale, quella posta fra le due mani, il bilanciamento e la foratura delle canne con sezione ai massimi del calibro, gradiente dolce delle pendenze dei coni allungati offrono in definitiva sensazioni molto attenuate del rinculo, ben diverse da quelle preventivate dai diversi ingredienti in opera. La distanza utile di ingaggio di questa cartuccia supera abbondantemente le nostre normali previsioni con seconde canne sparate per onor di firma e che invece si rivelano perfettamente in grado di rompere il piattello. Caccia Passione 61


In quest’immagine di due caprioli in duello, che stanno sullo stesso piano, la messa a fuoco e la profondità di campo si giocano in una ventina di centimetri. L’erba in primo piano e lo sfondo sono (volutamente) poco leggibili. Questo effetto è la peculiarità del Digiscoping. Caccia Passione 62


Digiscoping

PORTATA, DIAFRAMMI E PROFONDITÀ Caccia Passione 63


PORTATA, DIAFRAMMI E PROFONDITÀ Fra le domande più ricorrenti da parte dei digiscopers, la portata del lungo, il suo diaframma e la profondità di campo sono quelle che meritano risposte tecniche adeguate. Testi e foto di Riccardo Camusso e Andrea Castellini

I

mmancabile la prima domanda che molti fotografi ci pongono: a quale distanza può arrivare il Digiscoping? La risposta è semplice ed articolata al tempo stesso: Il lungo parte da una distanza minima di 3/4 metri e può “arrivare” a chilometri di distanza. In pratica si può fotografare a pieno fotogramma sia il piccolo insetto a pochi metri da noi sia la luna e quant’altro. Parlando, però, di fotografia terrestre, non esistono formule fisse. Occorre, cioè, considerare il tipo di fotocamera/adattatore usati ed è difficile tradurre gli ingrandimenti del lungo in lunghezze focali equivalenti a quelle dei teleobiettivi. Troppo grande è la differenza fra lo schema ottico di un telescopio e quello di un supertele. Nel lungo la luce passa attraverso lenti e specchi (necessari per ridurre l’ingombro Caccia Passione 64


Digiscoping generale). Se la luce arrivasse direttamente all’oculare, ingrandimenti nell’ordine di 9002000 e più mm. (espressi in lunghezza focale) richiederebbero strumenti con enorme lente finale e lunghezze improponibili. Indichiamo, comunque i dati ufficiali e un modo empirico per “trovare” le lunghezze focali. I dati ufficiali, ci dicono che i 30x di un ATX95 (con TLSAPO30) equivalgono a 900mm. Se spingiamo a 70x, l’equivalenza è di circa 2100 mm. E così via. Il modo empirico, poco scientifico, ma immediato ed efficace, è porre ad una distanza qualsiasi un oggetto o un cartello con una precisa misura in centimetri e fotografarlo con un obiettivo fotografico (di cui conosciamo la lunghezza focale) e con il lungo a diversi ingrandimenti. Basta quindi fare un’equazione con tre dati conosciuti e con una sola incognita, cioè la lunghezza focale equivalente agli “x” del lungo.

Circa la questione del diaframma - tipica domanda dei fotografi evoluti - serve precisare che Il lungo non può regolare il diaframma o, meglio, ha un diaframma fisso, non regolabile. Considerando però grande differenza fra gli schemi ottici dei lunghi rispetto ai teleobiettivi, non si può fornire il valore preciso del diaframma. In fotografia, il diaframma controlla l’apertura dell’obiettivo e la quantità di luce che raggiunge il sensore della fotocamera. Insieme al tempo d’esposizione e alla sensibilità ISO, l’apertura di diaframma è uno dei parametri fondamentali che controllano l’esposizione dell’immagine. I fotografi utilizzano i valori “f ” per indicare la dimensione dell’apertura e il rapporto tra la lunghezza focale e l’apertura. Maggiore è il numero, minore è l’apertura. In Digiscoping, tuttavia, l’apertura non può essere modificata. Essa è infatti prestabilita in base al campo visivo e al diametro dell’obiettivo del lungo, che fa entrare più o meno A sinistra, il diaframma della fotocamera privilegia luce nello strumento. Lavorando in manuale il camoscio; a destra, il diaframmo molto più chiuso e mettendo a contatto diretto il corpo della consente di rendere più leggibile lo sfondo. fotocamera con il lungo (tramite TLSAPO) la fotocamera non è in grado di rilevare la presenza di un telescopio d osservazione o di un telescopio con una lunghezza focale molto lunga; occorre quindi soltanto regolare il tempo d’esposizione, in rapporto alla luminosità e agli ISO. Se, invece, sulla fotocamera è montato un obiettivo (in combinazione con un adattatore basculante DCB II), è possibile sfruttare gli automatismi e regolarne l’apertura di diaframma della fotocamera, anche se ciò ha un effetto poco significativo sulla luminosità dell’immagine. In genere, si usa l’apertura massima del diaframma, anche perché lo zoom del lungo fa variare la quantità di luce che entra nel sistema. Fermo restando l’alto indice di luminosità (86), questi sono comunque i valori nominali: Lo Swarovski ATX95, al minimo ingrandimento (25x) ha, per esempio, un diaframma Caccia Passione 65


I due caprioli sono vicini ma non sullo stesso piano: nell’immagine a sinistra la focheggiatura è sulla femmina adulta in secondo piano; nell’altra foto, viceversa, il fuoco è sulla femmina giovane. Impossibile, in Digiscoping mettere a fuoco entrambi i soggetti.

f/11.5; al massimo ingrandimento (70x) ha f/27,5 ; L’ATX 85 a 25x ha f/8.8; a 60x f/21.2; L’ATX 65 a 25x ha f/9.5 e, a 60x ha f/22,1. Grazie all’alto indice di luminosità l’impressione visiva è più elevata, sia in osservazione che in Digiscoping anche (e soprattutto) con poca luce. L’alto valore crepuscolare dei lunghi di qualità è un fattore fondamentale nella fotografia naturalistica rivolta ad animali selvatici, anch’essi prediligono le ore crepuscolari dell’alba e del tramonto. La profondità di campo, nella fotografia normale, è in relazione diretta con il diaframma. Ma in Digiscoping, rapportata ai maxi-ingrandimenti è assai scarsa e poco regolabile pur con la fotocamera dotata di obiettivo. Ciò a dispetto dei diaframmi “chiusi” e fissi

Caccia Passione 66

del lungo. Il soggetto viene esaltato al massimo, trascurando e/o rendendo poco leggibile lo sfondo. Volutamente. Ciò esige un’accurata messa a fuoco nel punto voluto: tipico l’esempio di un capriolo (frontale): muso a fuoco e fondoschiena un po’ “sfocato”; oppure, quando si hanno due soggetti vicini ma non sullo stesso piano: se la focheggiatura si concentra su uno dei due soggetti, l’altro rimane “sfocato”, e viceversa. In pratica, la profondità di campo diventa un elemento creativo: esaltando un camoscio a scapito dello sfondo si ottiene l’immagine di un camoscio nel suo habitat montano; viceversa, diaframmando al massimo per leggere lo sfondo, otterremo un’ottima immagine della montagna con un camoscio che vi abita.


Digiscoping

Caccia Passione 67


9° CAMPIONATO ITALIANO PARALIMPICO Sulle pedane del TAV Laterina tre giorni nel segno del Para-Trap di Saverio Patrizi

I

l 18 giugno sono stati assegnati i tre titoli italiani delle categorie in cui è suddiviso il settore Paralimpico del tiro a volo; Sitting, coloro che utilizzano la carrozzella, Standing 1 coloro che hanno problemi agli arti inferiori ma possono stare in piedi, Standing 2 chi utilizza un solo arto superiore. Oltre quaranta atleti che hanno onorato questo appuntamento, un movimento in continua crescita grazie alla Fitav rappresentata dalla Sig.ra Emanuela Bonomi Croce che ormai da anni è responsabile di questo settore, del tecnico federale Benedetto Barberini e di Francesco Fazi in qualità di membro della commissione internazionale IPC.. Questo per il tiro paralimpico è l’anno della svolta, finalmente è stato riconosciuto, dall’IPC (International Paralympic Committee), tra le discipline paralimpiche e di conseguenza è stato ammesso nel novero delle discipline per persone disabili il tiro al piattello, nella specialità Fossa Olimpica. Si chiamerà Para-Trap e farà parte dello Shooting IPC, il tiro a segno paralimpico. La prima competizione, in onore della Federazione Italiana Tiro a Volo che è stata promotrice a livello internazionale di questo risultato, si terrà in Italia a Lonato del Garda (BS) ed è la Coppa del Mondo del 15 e

Caccia Passione 68

16 settembre prossimi, ospitata presso le strutture del TAV Concaverde. Un successo tutto italiano, dopo 8 campionati italiani e 6 GP internazionali, che son serviti alla Fitav e all’IPC per redigere un documento riassuntivo del percorso di ricerca svolto, anche in termini di classificazioni e individuazione delle categorie di gara, un riconoscimento della valenza del Tiro a Volo come disciplina sportiva, particolarmente apprezzato in questo momento che ha visto la cancellazione del Double Trap dalle discipline olimpiche per normodotati e voci relative al tiro laser e attacchi vari alle armi da fuoco. Tornando alla gara, il Campionato italiano si è svolto con il regolamento ISSF, sabato 17/06 gli atleti hanno tirato ai primi 75 piattelli, domenica 18 gli ultimi 50 piattelli di qualifica, a seguire le finali cui hanno partecipato i primi sei di ogni categoria. Il livello tecnico ogni anno cresce notevolmente e non sarà facile per il Tecnico Federale Benedetto Barberini individuare i dodici (quattro per categoria) che dovranno rappresentare l’Italia alla prima Coppa del Mondo. La Categoria Standing 1 è stata dominata da Giorgio Marrozzini, con uno strabiliante 122/125 in qualifica e un 44/50 in finale, sul podio al secondo posto Massimo Lanza (43 in


Paraolimpici

Foto di gruppo, atleti, arbitri, organizzatori ecc.

Podio Standing 1

Podio Standing 2

Emanuela Bonomi e Benedetto Barberini

Podio Sitting Caccia Passione 69


Barberini, Lai e Bonomi

Andrea Benelli e Christian Ciocchi

Andrea Benelli sempre molto disponibile

finale e in qualifica 110/125), terzo Alessandro Spagnoli (32 in finale e in qualifica 113/125). Categoria Standing 2, forse la più difficile e impegnativa, vedeva solo 4 atleti, pertanto tutti in finale, in questo caso si è laureato Campione Italiano Elio Spadoni (24 in finale e in qualifica 96/125), secondo Emilio Poli (21 in finale e in qualifica 97/125), terzo Christian Ciocchi (14 in finale e in qualifica 88/125) e quarto Paolo Bortolin (11 in finale e in qualifica 79/125). Fra le carrozzine, categoria Sitting, lo scudetto tricolore lo ha conquistato il sardo Oreste Lai (42 in finale e in qualifica 106/125), secondo posto per Bruno Busti (34 in finale e in qualifica 91/125), terzo Pietro Boem (27 in finale e in qualifica 107/125), autore della miglior qualifica ma che non è riuscito a ripetersi in finale. Molto apprezzata dagli atleti la presenza del pluricampione e CT della nazionale italiana di Skeet Andrea Benelli, che ha voluto sottolineare di aver imparato, in questi giorni, molto in quanto a determinazione e passione agonistica, valori che trasmetterà sicuramente anche

ai suoi tiratori e allievi. Benedetto Barberini ha voluto ricordare Silvano Basagni, che è stato per anni la vera anima del TAV Laterina e quanto gli sarebbe piaciuto presenziare a questa gara, purtroppo la malattia è stata inesorabile e se lo è portato via un mese prima. Pur riconoscendo l’importanza del risultato tecnico il grande successo è la costante e inesorabile crescita del movimento del tiro Paralimpico, un grazie particolare al presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli che grazie al suo impegno ha supportato la Fitav in questo impegnativo percorso e alla Beretta, da quattro anni sponsor ufficiale dei Campionati e dei GP internazionali. Il prossimo appuntamento è per il 15 e 16 settembre a Lonato, dove saranno presenti atleti disabili di ogni parte del mondo e ci auguriamo anche un folto pubblico, sicuramente un’imperdibile occasione per imparare qualcosa dalla tenacia e dalla abnegazione di chi è stato più sfortunato.

Caccia Passione 70


Paraolimpici

Inizia la finale dei Sitting

Elio Spadoni si prepara per l’ultimo piattello

Andrea Benelli con il 1° e 2° della categoria Standing 2

La posizione di tiro con un solo braccio non è delle più semplici.

Il Campione Italiano Sitting Oreste Lai

Paolo Cirillo con uno splendido Beretta SO

Emilio vice campione italiano Standing 2 Caccia Passione 71


NICOLÒ ANASTASI TRIONFA ALLA 34^ GOLD CUP BERETTA di A.S.D. Trap Concaverde

Il presidente del TAV Marsala, promoter Beretta, vince la coppa davanti allo spagnolo Luis Rodriguez e al croato Giovanni Cernogoraz. L’oro olimpico di Londra 2012 si rifà con il titolo di migliore tiratore assoluto.

I

numeri. 432 tiratori provenienti da 10 nazioni, dalla caliente Spagna fino al lontano Giappone, hanno onorato la 34^ edizione della Gold Cup Beretta di Trap, di scena al Concaverde di Lonato del Garda dal 23 al 25 giugno. Il vincitore. La Gold Cup del 2017 è volata in Sicilia, stretta nelle mani del presidente del TAV Marsala Nicolò Anastasi (166+24+4+4+5+10). Armiere di professione, promoter Beretta e Fiocchi, nella finale con formula a eliminazione, il “Re delle Due Sicilie” ha avuto la meglio su Jose Luis Uris Rodiguez (168+22+5+5+4+9). Lo spagnolo, autore di un’ottima performance nell’arco dei due giorni di gara e migliore tiratore della seconda giornata (73/75), si è fermato a un piattello di distanza dall’alfiere siciliano. Alle loro spalle si è piazzato un gladiatore che non ha bisogno di presentazioni: Giovanni Cernogoraz (172+20+3+5+4). L’oro olimpico di Londra 2012 ha comunque più di un motivo per ritenersi soddisfatto. Oltre al terzo posto nella finalissima, il croato con passaporto italiano si è portato a casa 3 titoli: quello di migliore tiratore assoluto (172/175); quello di migliore tiratore Caccia Passione 72

straniero e quello di miglior tiratore della prima giornata (100/100). La dichiarazione a caldo. «Assolutamente non me l’aspettavo – ha detto Anastasi subito dopo il piattello decisivo – L’anno scorso ero rimasto un po’ deluso, visto che è da molti anni che partecipo a questa competizione con risultati altalenanti. Oggi è una grande soddisfazione per me e per tutti quelli che mi hanno sostenuto. Vincere un trofeo come questo non capita tutti i giorni, soprattutto contro campioni come quelli che erano in pedana». Tanti campioni sul podio. Tra i vari atleti che hanno ben figurato in questa edizione va segnalata un’altra medaglia olimpica, Jessica Rossi, che ha conquistato il titolo di migliore Lady con il punteggio di 165/200. Un altro premio d’onore, consegnato da Valerio Staffelli, è andato a Francesco Nespeca(149/200), miglior atleta paralimpico, che ha avuto la meglio su campioni titolati come Antonio Pesenti, Fernando Bulgheroni, Christian Ciocchi ed Emilio Poli. Passando alle categorie, i migliori, nonché vincitori dei 4 fucili Beretta 690 black edition, sono stati: Erminio Frasca (Eccellenza 169+25); Nicolò Anastasi (1^


Tiro a volo

cat. 166+23); Josè Luis Uris Rodriguez (2^ cat. 168+23) e Corrado Ortolani (3^ cat. 163+25). Sparando con le stelle. A fianco della gara principe s’è tenuta la seconda edizione di “Sparando con le stelle”, promossa dalla Fondazione Beretta per la raccolta di fondi a favore della ricerca contro i tumori. La manifestazione ha visto nelle vesti di direttore di tiro, e “jolly” su chiamata partecipanti, il noto inviato di «Striscia la Notizia» Valerio Staffelli. Alla gara hanno partecipato campioni appartenenti a varie discipline del panorama sportivo italiano, da Alessandro “Spillo” Altobelli a Laurent Ottoz, in coppia con i campioni del Team Beretta, tra cui i medaglieri viventi Giovanni Pellielo e Massimo Fabbrizi. La vittoria è andata alla coppia composta da Luca Miotto, vicecampione europeo e mondiale juniores di fossa olimpica, e Guglielmo Palazzani, mediano di mischia delle Zebre Rugby. Alle loro spalle si sono posizionati Silvana Stanco, argento agli ultimi europei di trap, ed Enrico Ghidoni, leggenda della Yukon artic. Grazie ai piattelli colpiti dai tiratori in gara, Beretta ha staccato un assegno da 11.600 euro, che saranno destinati, appunto, alla lotta contro il cancro. A questa cifra

andranno ad aggiungersi le offerte raccolte con la vendita delle magliette ispirate all’evento. La Gold Cup del settore giovanile. Last but not least, una menzione a parte va dedicato alla gara individuale e a squadre riservata agli atleti del settore giovanile. Il migliore tra coloro che rappresentano il futuro di questo meraviglioso sport è stato Edoardo Antonioli che, allo shoot off, ha avuto la meglio su Mattia Pavan. Pavan si è comunque rifatto nella prova a squadre, guadagnando con i suoi compagni (Michael Caragnano ed Edoardo Gerotto) il gradino più alto del podio. Caccia Passione 73


I colombi dell'Argentario Caccia al colombaccio. Reportage fotografico di una giornata di passo nell’incantevole scenario di Monte di Vincenzo Frascino Argentario.

Caccia Passione 74


Photogallery

Caccia Passione 75


Caccia Passione 76


Photogallery

Caccia Passione 77


Caccia Passione 78


Veterinaria

Diabete: Cause, diagnosi e terapia nel cane

Caccia Passione 79


Diabete: Cause, diagnosi e terapia nel cane di Redazione

Non tutti lo sanno, ma il diabete non è un problema che riguarda solo l’uomo. Anche i nostri animali possono esserne colpiti e in quel caso meritano cure e attenzioni specifiche. Scopriamo insieme come comportarci con un cane affetto da diabete.

S

e il cane soffre di diabete lo si capisce presto: normalmente inizia a bere molto più del solito, urina con molta frequenza, ha molta più fame e dimagrisce in maniera sospetta e anomala. Un’attenzione in più va riservata alla situazione nel caso in cui il cane abbia fra i 6 e gli 8 anni, periodo durante il quale normalmente il diabete si manifesta con maggiore frequenza (da notare che comunque il diabete può comparire, secondo quanto ci dicono i veterinari, dai 4 ai 14 anni). Se tutte le condizioni dette sono valide, ma anche se si ha semplicemente il sospetto è bene portare il cane dal veterinario. La diagnosi precoce è importante visto che il diabete, se tralasciato può causare complicazioni anche piuttosto gravi.

Caccia Passione 80

Quale diabete? Ce ne sono almeno di due tipi diversi: il mellito, il pià classico, e l’insipido che è più raro ma non meno complicato. L’una e l’altra forma di diabete hanno davvero pochissimo in comune. Oggi ci concentreremo sul mellito, causato da un deficit di un ormone che secerne il pancreas, la famosa insulina. Lo scompenso in questione provoca condizioni anche molto gravi di disordine metabolico degli zuccheri. A loro volta queste comportano un aumento pericoloso della glicemia con tutti i problemi che ne discendono. La presenza degli zuccheri nelle urine a quel punto diventa allarmante e urge una soluzione già che il diabete è una patologia che può portare, se trascurata, alla morte.


Veterinaria

La diagnosi Non tutti lo sanno, ma è una malattia molto diffusa fra i cani adulti; ne soffrono 1 cane su 200 e colpisce molto più le femmine rispetto ai maschi. In realtà la scienza non individua razze più o meno soggette alla patologia anche se a livello statistico sono le razze più piccole a soffrire di diabete mellito con maggiore frequenza. Per quanto non si abbiano certezze in merito, è sicuro che a causare la malattia siano una serie di condizioni che si verificano insieme: - predisposizione genetica; - obesità; - infezioni; - farmaci; La diagnosi precoce è importante e l’unico a

poterla fare è il veterinario. Il cane dovrà essere sottoposto ad esami del sangue e delle urine. L’importante è che sia a digiuno. Il tasso di zuccheri riscontrato con le analisi nel sangue e nelle urine darà una risposta certa. La terapia Dopo gli esami di routine potrà essere previsto il giusto iter terapeutico che varia per ciascun cane. In genere la terapia farmacologica è indispensabile: consiste nella somministrazione sotto cutanea di insulina. Ce ne sono di diversi tipi ma pare che la più efficace per i cani sia quella di origine suina. E’ da ricordare che l’insulina dà nel cane effetti diversi rispetto a quelli dati all’uomo. Questi sono infatti molto più rapidi ma anche meno duraCaccia Passione 81


turi, e questo elemento non va sottovalutato. La terapia farmacologica non risolve da sola la situazione. Il cane deve essere sottoposto ad una serie di attenzioni alimentari con l’obiettivo di: - eliminare il problema obesità; - determinare una precisa frequenza dei pasti; - determinare sessioni giornaliere di esercizio fisico; - precisare un apporto calorico quotidiano da rispettare.

muscoli. Il proprietario dal canto suo dovrà portar con sé zuccherini, frutta candita o acqua zuccherata visto che il rischio di ipoglicemia è dietro l’angolo. I segnali principali che ci avvertono del calo glicemico sono la debolezza improvvisa del nostro ausiliare, testa costantemente piegata, crisi convulsive o nel peggiore dei casi collasso.

Alimentazione del cane diabetico Senza voler scendere nel dettaglio, visto che ogni cane fa storia a sé, è bene ricordare coLe complicazioni munque che in commercio esistono mangimi Se la terapia non è repentina o rispettata con pensati per chi soffre di diabete, contenenti precisione le complicazioni possono essere tutti i nutrienti indispensabili per una terapia anche molto preoccupanti: si può incorrere alimentare efficace. ad esempio in chetoacidosi diabetica, perdita drastica di peso, cataratta, infezioni batteriche, pancreatiti. Insomma tutte ulteriori patologie da non sottovalutare. Diabete nel cane da caccia Quando a soffrire di diabete mellito è il cane da caccia le attenzioni devono aumentare. Non tutti sanno ad esempio che durante i periodi di intenso lavoro le dosi di insulina vanno ridotte. Durante la giornata di caccia infatti l’esercizio fisico riduce la presenza di glucosio e migliora la mobilizzazione dell’insulina visto il maggiore afflusso di sangue nei Caccia Passione 82



INVIA LA TUA FOTO La foto del mese

Caccia alle anatre con

Le discrezionedella dellaredazione, redazione,all’inall’inLemigliori migliori immagini verranno pubblicate, aa discrezione terno del portale, portale,della dellarivista rivistao in o in altre pubblicazioni curate da Caccia Pasaltre pubblicazioni curate da Caccia Passione. sione. Passione avrà d’uso diritto d’uso e pubblicazione gratuita deiinviamateCacciaCaccia Passione avrà diritto e pubblicazione gratuita dei materiali riali inviateci spontaneamente. autore dichiarai diritti di detenere i diritti di teci spontaneamente. Ogni autoreOgni dichiara di detenere di Copyright delle Copyright dellee dei fotomanoscritti inviate e dei manoscritti e saràpersonalmente responsabile personalmente foto inviate e sarà responsabile per l’oggetto per l’oggetto nella fotosollevando presentatagià sollevando già daPassione ora Caccia Passione ritratto nellaritratto foto presentata da ora Caccia da qualsiasi da qualsiasi responsabilità. ogniil caso il materiale trasmesso non verrà restituito responsabilità. In ogniIncaso materiale trasmesso non verrà restituito


Spaniel su lepre

Collabora con Caccia Passione: Collabora con Caccia Passione:

INVIA LE TUE STORIE INVIA LE TUE STORIE

Caro Caroamico amicocacciatore cacciatoresesesei seiamante amante della della fotografia naturalistica naturalistie/o oppure amiami scrivere e raccontarci le tue imprese veca venatoria, e/o venatoria, oppure scrivere e raccontarci le tue imprese natorie e vorresti vedere le tue foto o io tuoi venatorie e vorresti vedere le tue foto i tuoiarticoli articolipubblicati pubblicatisu Caccia Passione, puoipuoi inviare i tuoi manoscritti o i otuoi scatti acsu Caccia Passione, inviare i tuoi manoscritti i tuoi scatti compagnandoli dadauna dell’autore, accompagnandoli unadidascalia didascaliaee dal dal nominativo dell’autore, all’indirizzo email: redazione@cacciapassione.com all’indirizzo email: redazione@cacciapassione.com


CACCIA PASSIONE Anno VI – N° 06 – Giugno 2017 www.cacciapassione.com

Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com Collaborazioni Pierfilippo Meloni, Emanuele Tabasso, Riccardo Camusso, Saverio Patrizi, Simone Ricci, Claudia Zedda, Pina Apicella, Vincenzo Frascino, Valerio Troili, Kalaris, Ilaria Troili, Simona Pelliccia Traduzioni A cura della Redazione Grafica e impaginazione A cura di Grazia Lospennato Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Vincenzo Frascino. Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3383243383 redazione@cacciapassione.com Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 ®CACCIA PASSIONE È UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA.


Per Informazioni o Prenotazione degli Spazi Pubblicitari Contattare: commerciale@cacciapassione.com oppure chiamaci al 335.6408561

www.cacciapassione.com Caccia Passione s.r.l. - Via Camillo Golgi n.1 - 20090 Opera (MI) - Tel 3383243383



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.