Caccia Passione gennaio 2015

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ANNO IV nr.01

Gennaio 2015

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Eventi:

• HIT Show 2015: Hunting, Individual Protection e Target Sports..

Fucili da caccia:

• Fausti Italyco: il nuovo sovrapposto di Famiglia..

Cani da caccia:

• Setter Irlandese..eleganza, resistenza e caparbietà nel lavoro..

A caccia con i campioni..




ANNO IV nr.01 - Gennaio 2015

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Eventi:

• HIT Show 2015: Hunting, Individual Protection e Target Sports

Fucili da caccia:

• Fausti Italyco: il nuovo sovrapposto

Cani da caccia:

• Setter Irlandese..eleganza, resistenza e caparbietà nel lavoro

in copertina

A caccia con i campioni.. a caccia in Inghilterra con i migliori tiratori delle Fiamme Oro

A caccia con i campioni

SOMMARIO 10 Speciale Franchi:

Storie di caccia e cucina

Anno IV Nr. 01 - Gennaio 2015

Pg 6 News ed eventi venatori

a cura della redazione

Pg 10 S peciale Franchi: Storie di caccia e cucina

18 Eventi: HIT Show 2015.

Hunting, Individual Protection e Target Sports

Pg 18 Eventi: HIT Show 2015. Hunting, Individual Protection e Target Sports..

con i Campioni delle Fiamme Oro Caccia Passione 2

Giovanni Di Maio

Pg 20 C accia all’Estero: A caccia in Inghilterra con i Campioni delle Fiamme Oro

20 Estero: A caccia in Inghilterra

A cura di FRANCHI Armi

Saverio Patrizi

Pg 26 Caccia e cacciatori: Fausti Italyco.. il nuovo sovrapposto..

Emanuele Tabasso


Sommario Pg 56 Ottiche: Swarovski Optik.. Binocolo SLC 42 HD.

32 Ungulati: La posta del Sassone

Pg 60 Storia delle Armi: John Moses BROWNING...L’uomo, il genio, la leggenda!

Marco Benecchi

Pg 38 Cani da caccia: Il Setter Irlandese.. eleganza, resistenza e caparbietà nel lavoro.

38 Cani da caccia: Il Setter

Irlandese.. Eleganza, resistenza e caparbietà nel lavoro..

52 Munizioni: La cartuccia 9,3x62

Claudia Zedda

Pg 48 Fucili da caccia: Browning BAR in 9,3x62. Leggero e potente.. Emanuele Tabasso Pg 52 Munizioni: La cartuccia 9,3x62

Kalaris

A cura della redazione

Pg 44 Racconti di caccia: Caccia al camoscio.. Il mio primo jahrling in Alto Adige..

Marco Benecchi

Pg 67 Veterinaria: I Grassi nella Dieta del Cane da Caccia..

Pg 32 U ngulati: “La posta del Sassone” con carabina Browning 30.06 S

Diego Mastroberardino

Emanuele Tabasso

67 Veterinaria: I Grassi nella Dieta del Cane da Caccia ..

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Bruzzone, “Niente ricorsi, la caccia non può essere sospesa” Caccia: Liguria, il consigliere Francesco Bruzzone, “Nessun ricorso dal Governo, la caccia non può essere sospesa”. Il consigliere leghista della Regione Liguria, Francesco Bruzzone ha annunciato che non ci saranno “ricorsi al Governo; siamo la prima regione in Italia a legiferare in questo senso: la caccia in Liguria non potrà essere sospesa e verrà svolta secondo quanto previsto dalla legge regionale”. Nessun ricorso per la legge ‘salva-caccia’, l’attività venatoria non potrà essere sospesa. Il Consigliere Regionale della Lega Nord Francesco Bruzzone esprime soddisfazione per il mancato ricorso nei riguardi della sua legge ‘salva-caccia’ da parte dell’esecutivo nazionale. Proseguendo sull’argomento Bruzzone ha affermato, “Le notizie circolate nelle ultime settimane, relative a un possibile ricorso del Governo nei riguardi della Legge Regionale ligure ‘salva calendario venatorio’ si sono rivelate infondate”. “I termini sono decorsi e, ad oggi, la legge è in vigore. – spiega Bruzzone - Siamo la prima regione in Italia a legiferare in questo senso: la caccia in Liguria, durante la stagione venatoria, potrà essere soggetta a ricorsi, ma non sospesa nel suo complesso, e verrà svolta secondo quanto previsto dalla legge regionale”.

Benelli all’HIT 2015- le novità presentate

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enelli e il suo team chiamano a raccolta tutti i cacciatori e gli appassionati d’armi, da sabato 14 a lunedì 16 febbraio, al Salone Hit di Vicenza: ”la vetrina” Benelli aprirà i battenti al padiglione 7 - Stand 248 ed esporrà la più ampia gamma di semiautomatici presente al mondo, più di 150 modelli a catalogo. Tra le novità, i visitatori potranno ammirare il nuovo Colombo il semiautomatico dedicato alla caccia al colombaccio, il primo fucile progettato e realizzato per una delle cacce ad uno dei volatili più ambiti. Tra i vari semiautomatici non manche-

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ranno invece i Raffaello equipaggiati con canne Power Bore, i modelli che hanno avuto i più grandi riconoscimenti in tutto il mondo. Tre le versioni: Raffaello Power Bore, Raffaello Black Power Bore e Raffaello Deluxe Power Bore. Alla rassegna fieristica non mancheranno altre novità, come il Raffaello Black, la nuova Argo E Pro, l’unica carabina equipaggiata di un esclusivo e brevettato sistema di total comfort applicato ad una calciatura in legno. Il programma della fiera è divertente e molto ricco: ci sarà anche la possibilità di provare gratuitamente il Raffaello Power Bore, il Raffaello Black Power Bore e il Raffaello Crio 28 al campo da tiro dell’ASD Tavnuovoborgo di Montebello Vicentino, inoltre da non perdere lo show di Renato Lamera che sabato e domenica stupirà la platea con i suoi numeri. Dunque siate numerosi dal 14 al 16 febbraio per vivere una entusiasmante esperienza all’insegna della caccia e delle nuove tecnologie Benelli.


News venatorie HIT Show 2015: precisazioni da ANPAM e Fiera di Vicenza HIT Show 2015: in una nota congiunta ANPAM e Fiera di Vicenza fanno alcune precisazioni in merito alla manifestazione in tema di Hunting, Individual, Protection, Target e Sports”.

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ella nota congiunta di ANPAM e Fiera di Vicenza si può leggere, “Facendo seguito ad alcune sollecitazioni provenienti dal mondo dell’associazionismo connesso alla Società civile, nonché con riferimento all’incontro avvenuto nella giornata di Mercoledì 4 Febbraio u.s., nel corso del quale erano presenti i rappresentanti di “O.P.A.L.” e di “Rete Italiana per il Disarmo”, Fiera di Vicenza S.p.A. ed A.N.P.A.M., reputano utile esplicitare alcune caratteristiche relative alla Manifestazione denominata “HIT Show – Hunting Individual Protection Target Sports”, programmata, presso il quartiere fieristico vicentino, dal 14 al 16 febbraio 2015. Tale Evento fieristico, rappresenta la naturale evoluzione delle precedenti Manifestazioni tenutesi presso Fiera di Vicenza S.p.A. negli anni precedenti (“Hunting Show”); tale format espositivo, non prevede estensioni in ordine alle merceologie a favore di settori non in linea con l’uso sportivo e civile delle armi. Si coglie, pertanto, l’occasione per evidenziare: l’assenza di qualsiasi arma ad uso militare; la presenza di un Padiglione dedicato all’“Individual Protection” (altrove non precisamente definito “Law Enforcement”) nell’ambito del quale, comunque, non sarà esposta nessun tipo di arma da fuoco, mentre saranno, invece, presenti alcuni articoli di difesa come giubbotti antiproiettile, calzature tecniche, sistemi di sorveglianza etc.; la presenza di un poligono di tiro dove potranno accedere solo persone aventi titolo legale per il maneggio di armi e soltanto previa registrazione, mediante esibizione di copia di un valido documento

d’identità al fine di svolgere i relativi controlli di polizia; i minori di 18 anni non avranno accesso al poligono di tiro mentre potranno partecipare alle attività di tiro del soft-air o con armi ad aria compressa, ma sempre sotto la supervisione di istruttori e tecnici preparati a far svolgere l’attività in sicurezza e in un contesto formativo; durante lo svolgimento della Manifestazione Fieristica non è prevista né consentita alcuna attività di vendita di armi o parti essenziali di armi. L’area dedicata allo shopping prevede esclusivamente la vendita di oggetti e abbigliamento legati alla caccia, all’outdoor e al tiro sportivo. L’appuntamento fieristico di HIT Show, in base a questi chiarimenti e alla comunicazione operata nella massima trasparenza da Fiera di Vicenza S.p.A. e dal main partner A.N.P.A.M. (Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni Sportive e Civili), si presenta perciò come un evento in cui la vetrina di una delle eccellenze del Made in Italy, ovvero la produzione manifatturiera collegata alle attività venatorie e del tiro sportivo, è trattato in modo sicuro e responsabile nell’interesse comune. Certi che i chiarimenti appena ribaditi, in parte già ampiamente rintracciabili nella comunicazione ufficiale di lancio dell’Evento, possano trovare accoglimento anche nei confronti delle sensibilità più attente a questi temi, invitiamo tutti gli interessati a visitare HIT Show - Hunting Individual Protection Target Sports, per vivere un’esperienza di grande impatto vissuta nella massima sicurezza. Caccia Passione 7


Arci Caccia Lazio: “Sulla caccia due pesi e due misure” Arci Caccia Lazio esprime la propria delusione sulla situazione dell’attività venatoria nella regione.

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“Sulla caccia, nel Lazio, due pesi e due misure. Da un lato infatti con una decisione unilaterale e discutibile la Giunta regionale, su richiesta del Ministero dell’Ambiente, nel “nome della legge e della scienza” ha ridotto la stagione di caccia ad alcune specie; dall’altro la stessa giunta regionale, “non rispettando la legge e le indicazioni della scienza” non ha concesso la proroga della stagione venatoria al colombaccio e ad alcune specie opportuniste come

in realtà avrebbe dovuto fare visto che lo aveva previsto fin dalla scorso estate quando per rispettare l’arco temporale ha avviato l’attività venatoria in ritardo allo stesso colombaccio. Per questo esprimiamo la nostra delusione”. Così è scritto in una nota diffusa dall’Arci Caccia del Lazio che con ripetute sollecitazioni aveva invitato la Giunta regionale a non adottare il provvedimento di chiusura e al tempo stesso ad approvare il provvedimento di estensione di caccia al colombaccio per la prima decade di febbraio. “Perché questa diversità di atteggiamenti? Perché il presidente Zingaretti non ha ritenuto di promulgare il decreto di posticipazione di chiusura della caccia che l’assessorato competente aveva già predisposto?: se lo chiede l’Arci caccia del Lazio che ricorda altresì come “diversi siano stati gli impegni assunti da Zingaretti nel suo programma elettorale”. “Per questo – conclude l’Arci caccia del Lazio – ancora stiamo aspettando una risposta alla lettera aperta indirizzata al presidente Zingaretti e stiamo ancora aspettando la possibilità di incontro richiesto da tempo e più volte”.

Caccia e Fauna: Ferrara, e’ allarme nutrie. Ferrara: Comune emette ordinanza per contenere la specie “Sono rovinose per le colture agricole e per i nostri argini”.

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anneggiano argini di fiumi e canali, sono rovinose per le colture agricole e l’habitat di molte specie protette autoctone. Insomma le nutrie, originarie del Sud America - vennero importate in Italia nel 1929 per la produzione di pellicce - sono diventate un vero problema. In particolare per la loro enorme diffusione. Anche il Comune di Ferrara invoca una situazione di emergenza nel territorio dovuta all’eccessiva presenza di nutrie. Il sindaco del capoluogo estense infatti, con un’ordinanza contingibile e urgente, ha dettato le disposizioni per il controllo della popolazione delle nutrie all’interno del territorio comunale. Il provvedimento, che sarà valido fino al 30 aprile 2015, apre tre mesi di ‘caccia’ alla nutria, la cui diffusione sta diventando un problema serio. Un

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animale che la normativa considera una specie nociva e infestante, con la competenza del suo contenimento passata dalle Province ai Comuni, i quali possono però ancora contare sull’appoggio dell’ente provinciale. Il controllo potrà avvenire con due modalità: 1) Mediante cattura con gabbie-trappole e successiva soppressione; operazioni consentite ai coadiutori già abilitati dalla Provincia di Ferrara, al personale della protezione civile, al personale degli enti addetti alla tutela delle acque (consorzi di bonifica, Aipo) noncjhè agli agricoltori nell’ambito dell’azienda agricola. 2) Attraverso l’abbattimento diretto con arma da fuoco esclusivamente da parte di «cacciatori durante l’esercizio dell’attività venatoria esclusivamente nei territori loro assegnati per l’esercizio della caccia, nei periodi e negli orari consentiti.


News venatorie Normative: proposta di introduzione del reato di “disturbo di Caccia e Pesca” proposto Art. 660 bis c.p. : l’introduzione nel codice penale del reato di “turbativa, ostacolo ed impedimento delle attività di Caccia e di Pesca”.

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isturbare cacciatori e pescatori potrebbe costare caro. Infatti, i senatori di Pdl, Fli, Udc e Lega hanno depositato una proposta che prevede di inserire nel codice penale l’articolo 660 bis, che introduce il reato di “turbativa, di ostacolo ed impedimento agli atti di caccia e pesca” e all’attività degli impianti di cattura della fauna selvatica. Disturbare cacciatori e pescatori potrebbe costare caro. Infatti, i senatori di Pdl, Fli, Udc e Lega hanno depositato una proposta che prevede di inserire nel codice penale l’articolo 660 bis, che introduce il reato di “turbativa, di ostacolo ed impedimento agli atti di caccia e pesca” e all’attività degli impianti di cattura della fauna selvatica. “Caccia e pesca”, spiega il senatore del Pdl Valerio Carrara, primo firmatario del disegno di legge, “condizionano la vita dell’uomo da tempo immemorabile: per secoli la sopravvivenza della specie umana è stata garantita proprio dalle catture degli animali selvatici e dei pesci”. Oggi caccia e pesca non sono più una questione di mera sopravvivenza, ma hanno assunto “valenze di segno diverso: sono”, sottolinea Carrara, “un patrimonio culturale tramandato di padre in figlio. La caccia, in particolare è elemento di una tradizione legata fortemente alla terra e ai valori della ruralità”. L’attività venatoria inoltre, insiste Carrara, è divenuta un efficace strumento di regolazione della fauna attraverso una serie mirata di interventi “che non si

estrinsecano più, come in passato, esclusivamente in azioni di prelievo di animali dall’ambiente”. Ma c’è, attacca Carrara, “chi è ideologicamente contrario, e purtroppo nel nostro Paese alcuni sedicenti animalisti-ambientalisti sono passati dalle parole alle vie di fatto, trasformando l’opposizione ideologica in atti di vero e proprio ostruzionismo, anche violenti: appostamenti di caccia dati alle fiamme o danneggiati in modo grave; gomme tagliate alle auto dei cacciatori; azioni di disturbo con sirene e campanacci sui terreni di caccia per ostacolare l’attività venatoria”. I cacciatori e i pescatori, ricorda Carrara, pagano ogni anno una tassa di concessione statale e una regionale, “ed è giusto che lo Stato assicuri loro la possibilità di esercitare l’attività, peraltro autorizzata attraverso apposite licenze”. Tra l’altro, argomenta il senatore del Pdl, “per poter svolgere l’attività venatoria occorre avere particolari requisiti psico-fisici e conseguire un’abilitazione tecnica, non facile ad ottenersi, rilasciata dalle strutture pubbliche competenti”. Il nuovo reato verrebbe punito con l’arresto fino a 6 mesi o, in alternativa, con un’ammenda fino a 1.200 euro se a commetterlo è una singola persona. Se invece l’ostruzionismo è opera di più persone, allora la pena aumenta e si rischia di finire in galera per un anno, pagando, questa volta obbligatoriamente, una multa che può arrivare fino a 2.400 euro.( 2 febbraio 2015 ). Fonte: Armi e Tiro Caccia Passione 9


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HIT Show 2015: Hunting, Individual Protection e Target Sports.. a Fiera di Vicenza dal 14 al 16 Febbraio 2015 Per il primo anno alla Fiera di Vicenza, da sabato 14 a lunedì 16 febbraio 2015, si svolgerà HIT Show 2015, la nuova Fiera Internazionale dedicata al settore delle armi e munizioni sportive e civili, alle attrezzature ed accessori dedicati al mondo dell’outdoor, ed ovviamente al mondo della Caccia, del Tiro Sportivo e tanto altro. Direttamente dall’esperienza e dal successo del più conosciuto Hunting Show grazie alla collaborazione di Fiera di Vicenza e ANPAM (Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni) nasce HIT Show 2015; l’obbiettivo degli organizzatori è quello di supportare lo sviluppo e il processo d’internazionalizzazione delle imprese in uno dei settori più rilevanti del Made in Italy con un volume produttivo che copre circa il 60% della produzione di tutta l’Unione Europea per un giro di affari complessivo del settore che tocca gli otto miliardi di euro l’anno con quasi 100.000 posti di lavoro. I visitatori di HIT SHOW avranno il privilegio di provare ed eventualmente acquistare i prodotti direttamente presso gli stand allestiti dalle case produttrici dislocati sulle tre macro-aree in cui si suddivide l’esposizione dedicate al mondo della caccia, alle armi da difesa personale ed al tiro sportivo. Gli appassionati di Caccia infatti potranno visitare l’area espositiva “Hunting” alla ricerca di novità e soluzioni in uno spazio capace di raggruppare i migliori marchi italiani ed esteri in fatto di armi, munizioni ed attrezzature da caccia aumentando la gamma e la qualità Caccia Passione 18

dei prodotti in vetrina; i visitatori avranno inoltre la possibilità di partecipare ad eventi specialistici e frequentare aree dimostrative appositamente allestite in cui gli appassionati potranno interagire direttamente con le novità esposte. A tutta l’esposizione fa da sfondo l’obbiettivo di informare e diffondere la cultura di un utilizzo consapevole e responsabile dei prodotti esposti. HIT Show 2015 offre particolare attenzione alla Caccia con l’area espositiva Hunting Grande spazio ad HIT Show al tiro sportivo nell’area dedicata ai cosiddetti Target Sports. Dopo il grande successo ottenuto ai Giochi Olimpici di Londra 2012 dove i fucili e le munizioni Made in Italy utilizzati dagli specialisti del Tiro a Volo, hanno dato ampia dimostrazione di superiore qualità con la vittoria delle quindici medaglie in palio nelle cinque specialità utilizzando armi e munizioni italiane. Il pubblico troverà in vetrina non solo le armi e le munizioni sportive Top del settore ma anche attrezzature ed abbigliamento tecnico di elevata qualità; inoltre grande opportunità per gli appassionati per aggiornarsi sulle più innovative soluzioni studiate per migliorare le proprie performance sportive. Hit Show 2015 è anche area espositiva Target Sports HIT Show è anche Difesa Personale con l’offerta di un’ampia gamma di accessori e attrezzature all’avanguardia ma soprattutto con la possibilità per le persone interessate di incontrare


Eventi

professionisti specializzati in grado di illustrare ed insegnare le più appropriate tecniche di difesa personale nell’ambito della Individual Protection. Infine non manca all’HIT Show lo spazio dedicato alla cinofilia nell’ambito del HIT DOG Show, il Salone più prestigioso dedicato alla cinofilia con eventi dedicati; tra tutti si svolgerà all’HIT Show la 35a Esposizione Nazionale di Vicenza organizzata dal Circolo Cinofilo Vicentino e la Fiera di Vicenza nelle giornate del 14 e 15 febbraio 2015. Nella giornata di sabato 14 febbraio saranno presenti in esposizione i

gruppi: 3 – 4 – 6 – 7 – 8 – 10. I giudizi inizieranno alle ore 10.00 circa, mentre al pomeriggio i raduni di razza inizieranno alle ore 15.00. Domenica 15 febbraio 2015 invece si svolgerà l’Esposizione Nazionale di Belluno (valida per il Trofeo “Leone Alato” 2015). Hit dog show 2015 presso Fiera di Vicenza durante HIT show 2015 Tutto questo e tanto altro ancora vi aspetta all’HIT Show 2015; il programma dettagliato ed altre informazioni utili potrete trovarle sul sito ufficiale dell’evento www.hit-show.com. Caccia Passione 19


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Caccia all’estero

A caccia con i campioni.. Due giorni di caccia, in Inghilterra con i tiratori delle Fiamme Oro.. Caccia Passione 21


A caccia con i campioni delle Fiamme Oro..

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uando il mio amico Vittorio mi ha chiamato per invitarmi a caccia in Inghilterra, dal 2 al 6 gennaio, dicendomi di aver invitato i tiratori delle Fiamme Oro, oltre al comune amico Benedetto Barberini (ex consigliere FITAV) mi sono subito incuriosito, l’idea di cacciare con chi del tiro ha fatto una professione m’incuriosiva molto. Saranno così micidiali anche a caccia o l’abilità sul piattello non è sinonimo di buoni risultati sulla selvaggina? Appuntamento la mattina del 2 gennaio all’aeroporto di Ciampino, oltre al sottoscritto e al Barberini, arrivano Daniele Di Spigno, Mauro De Filippis, Andrea Filippetti, Erminio Frasca Caccia Passione 22

e Riccardo Rossi, cinque fra i più forti tiravolisti italiani. Qualcuno già lo conoscevo, altri li vedevo per la prima volta, subito instauriamo quel rapporto di sana amicizia, a prima pelle, che solo chi è cacciatore può capire. Arrivati a Londra aspettiamo il nostro ospite che ha un’altro volo, dopo di che, tutti insieme, prendiamo il pulmino che ci porterà a Worlingham, paesino due ore a nord est di Londra nella regione del Suffolk, dove si trova la tenuta di caccia.


Caccia all’estero Arrivati finalmente a destinazione, dopo aver occupato le nostre stanze, procediamo alla scelta dei fucili, nessuno di noi ha portato la sua arma, utilizzeremo quelle del nostro ospite. La scelta è vasta e per tutti i gusti, doppiette Franchi Condor e Imperiale, sovrapposti Beretta e Perugini Visini, due splendidi Piotti e altri fucili, il tutto nei calibri 12 e 20.C’è anche qualche semiauto, ma ridotto a due colpi. Personalmente opto per una splendida Franchi Condor calibro 20, con cui ho già sparato in preceden-

pernici, palombacci, anatre e beccacce. Procediamo al sorteggio dei capanni per le anatre, Andrea e Daniele al primo lago, Erminio e Riccardo al secondo, Benedetto e Mauro al terzo mentre Vittorio ed io, insieme al fidanzato di sua figlia, andremo a provare un lago nuovo che ha preparato questa estate. Sveglia a buio, un veloce caffè e tutti a caccia, arriviamo in postazione molto presto, fa freddo e pioviccica, ma nulla ci può fermare. Vittorio non tira fuori il fucile al fodero, vuol far spara-

ti occasioni e mi sono trovato molto bene. Per la mattina successiva è previsto prima l’aspetto alle anatre e successivamente alcuni piccoli drive a fagiani ma non mancheranno

re noi. Presto arrivano le prime alzavole ma è ancora troppo buio, quando finalmente schiarisce, entrano un po’ di uccelli e cominciamo a incernierare alzavole e germani, sentiamo Caccia Passione 23


cantare anche i fischioni, ma stampi non ne abbiamo, il fonofilo qui è proibitissimo e dobbiamo sperare negli uccelli che qui si nutrono. Comunque verso le 9,30, quando lasciamo il lago abbiamo preso 6 alzavole e 5 germani e qualche padella…., tutti rigorosamente con le doppiette calibro 20. Il risultato si rivelerà in media con quello degli altri appostamenti. A questo punto torniamo a casa per un’abbondante colazione e, sostituite le cartucce con i pallini d’acciaio con quelle di piombo, ripartiamo per i drive, il tutto si svolge intorno casa, spesso spostandoci a piedi da una zona all’altra. Qui ho modo di osservare che la classe dei nostri atleti e ben riposta anche sul tiro di caccia, difficilmente vedo fagiani andar via Caccia Passione 24

e registro anche numerose coppiole. Facciamo tre drive avendo cosi modo di alternarmi con i vicini di posta, tutti oltre che molto abili, sempre corretti e attenti alle regole, mai è partito un colpo basso o in qualche modo pericoloso, spesso ho visto rinunciare al tiro su animali che non si stagliavano sul cielo e tra questi anche diverse beccacce. A fine giornata il risultato sarà di otre 100 uccelli fra fagiani, pernici, alzavole, germani, 2 oche egiziane, palombacci e 5 beccacce. Il tutto in otto fucili con una media cartucce/uccelli altissima. Il secondo giorno è di domenica e in Inghilterra non si caccia, decidiamo di andare allo stand di tiro a volo e golf di John Bidwell, un famoso campione di percorso di caccia,


dove ci sono diverse piazzole sparse nel bosco, con tiri sempre impegnativi e diversi fra loro. Qui fra sfottò, padelle e tiri eccezionali ci siamo sfidati in una garetta, alla fine vinta per distacco da Erminio ma anche noi non professionisti ci siamo difesi. Per concludere la giornata abbiamo portato i nostri amici a vedere dei laghi a pochi chilometri da casa, dove è stato creato un ambiente per le anatre sfruttando degli invasi ricavati da cave di ghiaia dismesse, lo spettacolo era impressionante, migliaia di uccelli occupavano l’acqua e i prati circostanti, numerosi germani, fischioni, mestoloni, alzavole e morette oltre alle oche e i cigni. Qui mentre contemplavamo i voli abbiamo assistito all’attacco di un pellegrino su di un maschio di moretta che ha atterrato a

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pochi metri da noi, così da farci ammirare tutta la potenza di questo splendido rapace. L’ultimo giorno ancora drive, questa volta in una zona diversa, una bella azienda vicina al mare, con molte beccacce e fagiani. Cinque drive su animali impegnativi che hanno messo a dura prova la nostra abilità. In Inghilterra è sempre ammirevole il lavoro dei cani, generalmente spaniel e labrador perfettamente addestrati a riporto, oserei dire radiocomandati, che sono il giusto coronamento all’azione di caccia. Tre giorni in cui ho avuto modo di conoscere dei veri cacciatori e grandi fucili, sempre umili e ottimi compagni di caccia, devo ringraziare Vittorio per avermi invitato per queste giornate di caccia indimenticabili.

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Fucili da caccia

Fausti Italyco

il nuovo sovrapposto..

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Fausti Italyco

il nuovo sovrapposto..

In una degna cornice le sorelle Fausti hanno presentato il loro nuovo sovrapposto curioso già nel nome e ricco di motivi tecnici ed estetici di interesse per un’ampia clientela nazionale e dei vari mercati esteri estimatori del marchio.

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n periodi dove tanti limitano le spese, anche quelle che dovrebbero risultare degli investimenti, è doppiamente piacevole aderire all’invito che la ditta Fausti ha esteso a un congruo numero di addetti alla comunicazione del settore armiero, nello specifico quello delle armi lunghe a canna liscia e rigata. Villa Baia-

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na nella tenuta La Montina, sulle colline poco distanti dal lago d’Iseo, ha accolto in un’atmosfera professionale e insieme di cordialità la presentazione del nuovo sovrapposto che l’azienda di Marcheno ha ideato per agire con sempre maggiore incisività nell’ampio mercato in cui opera e proporsi sui nuovi emergenti.


Fucili da caccia Le tre sorelle Elena, Giovanna e Barbara hanno spiegato con dovizia di elementi l’avvio del nuovo progetto dove la bellezza gioca un ruolo dominante, dando per assodati gli elementi tecnici conosciuti e che ora rivedremo. Accordare la ricerca del bello con la funzione non è un impegno gravoso, solitamente i due elementi procedono di pari passo, e l’unico vero inciampo è rappresentato dai costi. Superfluo affermare come si sia tutti un po’ viziati dalle cose di un certo livello e che la mediocrità non

esalti alcuno: il guaio è sempre rappresentato dalla spesa, fattore che negli ultimi tempi ha dato qualche fastidio a molte persone. La ricerca della giusta clientela e dello stimolo adeguato per far sentire necessario un acquisto si pongono alla base di questo progetto in cui il nome del fucile di Dickson, Round Body, riappare per significare qui un’impostazione stilistica dove il verbo arrotondare è diventato il tema dominante: la chiave di volta sta proprio nell’eleganza delle linee giocate con sapiente

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maestria sulle curve bilanciate, proporzionate, adeguate a ogni particolare di questi fucili. Oculatamente si è svolto il tema partendo da una base e creando una proposta ampia e articolata per soddisfare tante esigenze. Le due serie fondamentali: Il nome Italyco, accattivante e sottilmente curioso, dà connotazione alla linea con bascula tradizionale e batterie corte, mentre Italyco SLX è appannaggio di quella con cartelle lunghe: entrambe con canne lisce e dedicate alla caccia. Si toccano con giustezza anche il settore della caccia a canna rigata, con l’appellativo di Italyco Express, e quello della pedana con l’Italyco Sport Edition. Nel primo e più vasto raggruppamento sono presenti tutti i calibri, tranne i poco usati 24 e 32, e ognuno ha la bascula con misure specifiche tranne 28 e .410 Mg. che usufruiscono della medesima, e camere da 70 o 76 mm. Molte le misure di canna dove si parte dai 60 cm per arrivare agli 81; più finalizzate le scelte nella serie da Sporting dove manca il calibro 16 e le canne sono da 71, 73, 78 e 81 cm. Le strozzature possono essere fisse, con valori a richiesta, oppure mobili con i diversi gradi usuali, così come si può Caccia Passione 30

scegliere fra monogrillo selettivo o bigrillo e gli estrattori normali o automatici. La calciatura si avvale di noce turca o circassa lavorata con perizia nell’incassatura, negli zigrini manuali, nella finitura a olio per far risaltare le pregevoli caratteristiche di questo legno che dona ai fucili un tono di gran classe: anche qui la scelta spazia sull’impugnatura all’inglese, a pistola o Principe di Galles. Degno di nota il leveraggio esterno del sistema Aoget per lo svincolo dell’astina dove alla linea si somma la funzionalità di un punto di presa davvero ergonomico: piccole cose si dirà, ma denotano attenzione per il lavoro e qualificano il prodotto. Ancora un dualismo per scegliere la finitura di bascula e delle eventuali cartelle: o la classica tempera ad argento vecchio con incisioni di gusto per la disposizione e per la realizzazione a bulino, oppure l’altrettanto gradevole e storica tartarugatura, chiamata Bone & Charcoal, realizzata su fondo liscio da un maestro tedesco del settore con vivace mescolanza di tinte decise e accattivanti sfumature. Difficile scegliere considerando che entrambe le opzioni vivacizzano con classe le curvature, specialmente appezzabili sulle bascule dotate


di cartelle lunghe. Si pone cura anche nei particolari come la chiave di apertura, di buona linea e realizzata non in microfusione, ma di fresa da massello in pezzo unico con il perno. La meccanica: Tutti i modelli, fatta eccezione per l’Express, conservano il sistema brevettato di tenuta chiamato Four Lock® dotato di semiperni e orecchioni con quattro punti di contrasto dati da due rilievi ricavati nei fianchi di bascula contro cui si pongono pari incavi ricavati nel monobloc, e in aggiunta di due tenoni affiancati posteriori che insistono contro il traversino di fondo: nel profilo posteriore di questi si inserisce il tassello comandato dalla chiave per attuare la chiusura. Nell’Express ci si avvale sempre di semiperni e orecchioni, ma sono assenti le spallature laterali mentre i due tenoni affiancati sono passanti così da affidare allo

Fucili da caccia

spessore del dorso di bascula il giusto contrasto per cartucce vivaci che spaziano dall’8x57IRS al .30R Blaser e al 9,3x74R o negli statunitensi .30-06 Sprg., .45-70 Gvt. e .444 Marlin. Le batterie montate sul sottoguardia si avvalgono di molle a spirale su guida: scatti ben regolati e senza filature sono alla base per sparare bene e con la giusta piacevolezza. Fra gli accessori spicca la valigetta di trasporto e nelle quotazioni indichiamo i due estremi con 5.700,00 € e 7.500,00 € cui va aggiunta l’IVA. Un prodotto quindi in linea con le esigenze di gusto e resa che gli appassionati conoscitori non mancheranno di valutare: oltre al classico calibro 12 e al 20 sempre più diffuso si è fatta rapidamente strada la coppia dei due piccoli, 28/70 e .410 Mg. dove le dimensioni ridotte e la sportività del loro impiego daranno un’ulteriore spinta al già accattivante profilo dell’Italyco.

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Ungulati

“La posta del Sassone�

con carabina Browning 30.06 S

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“La posta del Sassone”

con carabina Browning 30.06 S..

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’ innegabile che in qualsiasi bosco alcuni “trottoi” sono molto più frequentati di altri, ma è anche vero che quando un cinghiale è inseguito da una muta famelica di cani si comporta in maniera imprevedibile. Quindi, anche se un cacciatore avesse sempre la possibilità di scegliersi la posta, non sarebbe mai sicuro al cento per cento di avere un “faccia a faccia” con il Re della Macchia. Ma su una cosa credo che siamo tutti d’accordo: se vogliamo trascorrere alcune ore in santa pace e goderci una bella braccata maremmana, la posta che la fortuna (o la sfortuna) ci avrà asCaccia Passione 34

segnato al sorteggio “dovrebbe” almeno essere di nostro gradimento. Dico questo perché purtroppo potrebbe capitare che dobbiamo stare ai margini di una larga, quando invece avremmo preferito essere in una stretta cessa tagliafuoco, o magari viceversa. Quante volte poi vi sarà capitato di stare di posta vicino ad un impetuoso ruscello che non ti fa sentire niente, in un punto dove c’è scarsa visibilità, oppure di avere un vicino che ascolta le partite alla radio e che esulta od ogni goal o parata? Tutti hanno le proprie preferenze e simpatie e su questo non si discute. Io, ad


Ungulati

esempio, tutte le volte che nella Tenute delle Forane fanno la battuta della “Villa”, vorrei sempre che mi venisse assegnata la posta del “Sassone”. E’ una posta né brutta né bella, a me piace perché è un po’ fuori mano e in più di un’occasione ci ho abbattuto dei bei verri. Quando me lo permettono mi ci apposto sempre molto volentieri. Giampiero Bernacchi, il gestore delle “Forane”, l’ultima volta che battemmo la macchia della “Villa”, al Sassone ci piazzò un arzillo signore armato di carabina rigata Browning BAR 30.06 S, mentre decise di relegare il sottoscritto in mezzo ad un campo arato. Volete sapere come andò a finire? Il cacciatore di posta al Sassone padellò tre grossi cinghiali mentre io non solo non vidi e non sentii niente, ma mi venne quasi l’insolazione! Giampiero giustificò la sua strategia affermando che era stato proprio in funzione alla fiducia che riponeva nei miei confronti, se aveva deciso di lasciarmi da solo in quel campo dove invece ci sarebbero volu-

ti quattro fucili. Poi, a sentir lui, la posta del Sassone era una come tante altre! Ma dopo quel giorno Giampiero, accortosi che non mi aveva completamente convinto con la sua arringa, promise che tutte le volte che avremmo cacciato in quella zona, se proprio mi faceva piacere, mi avrebbe lasciato la posta del Sassone. Caccia al cinghiale: inizia la battuta di caccia e i canai inviano i cinghiali alle poste Una freddissima domenica di dicembre fu di parola perché non mi fece partecipare al sorteggio delle poste. “Marco, vai al Sassone con una decina di fucili. Schierane cinque lungo la carrareccia alla tua destra ed altrettanti a sinistra. Oggi, se troviamo tutto il branco c’è da divertirsi”. Felicissimo come può esserlo un bambino al quale hanno appena concesso il permesso di aprire i regali di Natale, chiamai le poste dalla “uno” alla “dieci” e gli dissi di seguirmi. Ci conoscevamo tutti così schierarci perfettamente equidistanti e in linea non ci portò via troppo tempo. Quel giorno Caccia Passione 35


tirava una gelida tramontana e nonostante il mio ottimismo dovetti ammettere che, dov’eravamo noi undici, il vento era sfacciatamente “cattivo”. Sperai comunque che nonostante ciò la bracca riuscisse ugualmente a spingerci contro qualche cinghiale. Caricai la mia Heckler & Koch 770 Kurz calibro 308 Winchester con delle TIG ricaricate da 150 grani, controllai che la batteria del “punto rosso” fosse carica e poi mi sedetti direttamente sulla famosa, grossa pietra. Soltanto allora mi ricordai che con quel vento sarebbe stato quasi impossibile udire il suono del corno. Era passato diverso tempo senza che avessi una ben che minima indicazione se la braccata fosse iniziata, ma ipotizzai di si perché sentii in lontananza qualche latrato ed anche un paio di spari. Ritengo la battuta al cinghiale una delle forme di caccia più belle in assoluto, ma purtroppo può essere emozionantissima come di una noia mortale. Trascorse più di un’ora senza che mi si presentasse un’occasione d’imbracciare la carabina e, inutile negarlo, l’entusiasmo mattutino andava pian piano ridimensionandosi. Nessuna merla, ghiandaia, tordo o colombaccio aveva attraversato la carrareccia che avevo davanti, né tanto meno qualche rumore sospetto aveva attirato la mia attenzione. Dulcis in fundo, in quell’angolo di macchia dimenticato da Dio non prendeva neanche il Midland Alan 607. Decisi che potevo permettermi di telefonare a Giampiero per sentire le novità: “Non senti niente? Verso mare sembra lo sbarco in Normandia da quanti colpi hanno tirato. Mi sembra strano che lassù da voi non si è ancora affacciato nessun cinghiale”.“Occhio che abbiamo messo in piedi un bel branco”, rispose tutto eccitato il caro amico di Capalbio. Quelle parole mi rincuorarono e mentre cercavo invano di aguzzare più l’udito che la vista, due – tre poste sotto di me partì una prima scarica di fucile. Poco dopo ne seguì un’altra. Imbracciai la HK e mi misi in allerta, anche se ancora non si sentiva l’eco di una canizza. Una merla Caccia Passione 36

spaventata attraversò la carrareccia volando talmente basso che per poco non mi tolse il cappello! Altre due la seguirono sullo stesso percorso ed una ghiandaia gracchiò forte perché un intruso era entrato nel suo territorio. Ci siamo pensai. Controllai che il “Red Point” fosse acceso e la sicura disinserita, ipotizzai da dove sarebbe potuto arrivare un cinghiale e mi preparai. L’attesa durò pochi secondi. Vidi una palla nera venirmi incontro di punta a tutta velocità ed ebbi appena il tempo di mettergli il punto rosso addosso e di premere il grilletto. Cinghiali che passano sulle poste durante la battuta di caccia Il grosso verro accusò il colpo, ma invece di cadere sterzò bruscamente per riguadagnare il folto. Non ci riuscì. Lo centrai in pieno per altre due volte. Prima di muovermi attesi l’arrivo dei cani, volevo essere certo che non portassero un altro animale, poi mi feci aiutare dalla posta vicina per trascinare il cinghiale morto al pulito. Ero curioso di vedere “a caldo” l’effetto dei miei colpi. La prima palla l’aveva colpito sul muso, era fuoriuscita dalla gola e gli aveva provocato anche un profondo taglio nell’addome per tutta la sua lunghezza (grandissime TIG!). Le altre due erano entrate in cassa, distanziate, l’un l’altra di dieci dita. Tolsi il caricatore e reintegrai i colpi sparati e dopo aver scacciato l’ultimo “tigrato maremmano” tornai a sedermi sulla mia bella poltrona di pietra, inutile negarlo, con uno stato d’animo diverso. Dopo trent’anni che pratico la caccia al cinghiale in battuta ancora oggi, dopo che ne ho abbattuto uno, non riesco più a togliergli gli occhi di dosso. Me lo stavo guardando e riguardando tutto estasiato quando uno scalpitio furtivo ruppe il silenzio innaturale che regnava nel bosco. Segno inequivocabile che qualcosa si stava avvicinando, ma non capivo cosa. Poteva essere un cane, un daino, un capriolo o magari un’altro cinghiale! Nel dubbio meglio non farsi trovare impreparato. Impugnai la .308 e mirai direttamente verso la direzio-


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ne del rumore. Attesi alcuni istanti in quella posizione ed ecco che nella lente (che non è proprio cristallina) del Pro Point, entrò la famigliare sagoma irsuta di un bel cinghiale. La HK sparò da sola ed una veloce 150 grani nel collo lo inchiodò inesorabilmente sul posto. Come l’esperienza insegna, aspettai sempre l’arrivo dei cani prima di abbassare la guardia, ma questa volta non si fecero vivi. Quel furbacchione aveva tentato di forzare l’accerchiamento alla chetichella, ma gli era andata male. Il secondo cinghiale era leggermente più piccolo del primo, ma non per questo era meno bello. Nel giro di neanche mezzora avevo abbattuto due animali: uno inseguito dalla muta e l’altro da solo, senza cani o “scanato”, come si dice dalle mie parti. Novanta volte su cento, un cinghiale si presenta al cacciatore appostato in uno di quei modi, ed il tiro può essere facile o difficile, l’importante è non

farsi sorprendere. Giampiero doveva aver sentito gli spari perché quando mi telefonò chiese subito: “Quanti morti?”. “Due grossi li ho stesi io e hanno tirato anche sotto di me, ma non so com’è andata.” Ci lasciammo ambedue consapevoli che di lì a poco avremmo potuto raccontarci tutti i particolari di persona, perché, indipendentemente dal carniere, era già stato deciso che la battuta sarebbe terminata per l’ora di pranzo. Tramite “Radio Macchia” fu un canaio a comunicarci che era ora di rientrare. Aiutato dai miei compagni di posta misi in posa i due verri per le immancabili foto di rito e poi, dopo aver raccolto le mie cose, andai di corsa al rialto (il ritrovo dove si mangia e dove si sezionano i cinghiali abbattuti). Non vedevo l’ora di sfottere il buon Giampiero. Non era lui quello che sosteneva che: “Una posta valeva l’altra” . Caccia Passione 37


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Cani da caccia

Il Setter Irlandese..

eleganza, resistenza e caparbietĂ

nel lavoro..

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Il Setter Irlandese..

eleganza, resistenza e caparbietà nel lavoro.. Il Setter Irlandese è una razza poco diffusa in Italia per scopo venatorio, in quanto gli viene preferito il “cugino” inglese.

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l Setter Irlandese è una razza originaria dell’Irlanda ed è stato selezionato come cane da caccia. Esso appartiene al gruppo 7 dei cani da ferma, secondo la classificazione del F.C.I.. La razza è frutto dell’incrocio del Setter Irlandese Rosso e Bianco e un cane sconosciuto di un colore rosso. Lo standard è stato riconosciuto nel 18° secolo e nel 1882 venne fondato per la promozione della razza l’Irish Red Setter Club. Questa associazione pubblicò lo Standard di Razza ufficiale nel 1886, una data che diede il via ad Caccia Passione 40

organizzare prove di lavoro e esposizioni, al fine di determinare maggiormente e con più sicurezza lo standard di razza. Le origini del Setter Irlandese Rosso (Irish red setter) sono in comune con quelle del “Setter Irlandese rosso-bianco”. Alcuni esperti ritengono che questa razza derivi dall’antico Epagneul, il cosiddetto “Bracco da quaglie” o “Chien d’oysel”. Il Setter Irlandese è una razza molto diffusa in tutta Europa, tranne che nostro paese, dove negli ultimi tempi gli è stato preferito il “Setter inglese” in ambito venatorio. A livello caratteriale il setter ir-


Cani da caccia landese è considerato un cane molto attivo, particolarmente nei primi anni di vita. Le femmine tendono diventano più miti dopo il primo calore, anche se conservano nel tempo energia e vitalità. Questa razza necessita di fare lunghe passeggiate e di correre in spazi aperti, considerata la sue specializzazione, ossia la caccia. È un cane che non si adatta a vivere solo in appartamento, poiché ha bisogno di uno spazio aperto, anche piccolo, per dare sfogo alle proprie energie. Il setter irlandese è un cane molto affettuoso in costante ricerca del contatto umano. Setter Irlandese è una razza da ferma La sua educazione risulta essere abbastanza semplice, vista la sua intelligenza, anche se durante la fase di addestramento ci si accorge della sua simpatica testardaggine. Una particolarità di questa razza è ascrivibile al suo sistema nervoso molto sensibile, la punto che può essere visto tremare quan-

dimostra altamente affidabile. Generalmente è molto socievole con gli altri cani ed animali, ad eccezione della selvaggina, verso cui nutre una naturale tendenza ad incalzarla. Se non utilizzato in ambito venatorio, il setter irlandese è adatto a vivere tranquillamente in famiglia e con i bambini. Dal punto di vista morfologico, i maschi hanno una statura compresa tra i 61-66 cm, mentre le femmine tra i 58-65. Il peso degli esemplari maschi è di circa 27-34 chilogrammi e quello delle femmine di 25-32 Kg. È un cane magro di costituzione, al punto che è consigliabile misurare con precisione la giusta razione di alimenti e pesare costantemente il cane per controllare il peso, poiché gli esemplari che vivono in appartamento tendono ad ingrassare, portandosi dietro vari problemi di natura ossea. Il tronco rimane inscritto nel quadrato, con il petto stretto, il torace ben disceso ed

do prova forti emozioni di varia natura: per questo necessita di molta calma, pazienza e conoscenza della razza nell’educazione ed addestramento del soggetto: è importante sottolineare che l’addestramento del setter irlandese deve essere condotto senza utilizzare le maniere forti ed evitando nervosismi da parte del padrone. Una volta che il cane conquista la fiducia nel padrone, si

il garrese molto elevato. La testa è leggera, asciutta, scarna e si sviluppa maggiormente in lunghezza. Lo stop è poco accentuato. Tartufo: con narici ben aperte. La dentatura del setter irlandese è particolarmente forte, completa e corretta, con chiusura a forbice. Il collo è di moderata lunghezza, leggermente arcuato, muscoloso e senza giogaia. Le orecchie sono pendenti, sottili e Caccia Passione 41


piatte. Gli occhi denotano una dolcezza unica tra tutte le razze da caccia e sono di colore marrone o nocciola scuro. Gli arti sono in perfetto appiombo, con la spalla ben inclinata. Setter cane da ferma: Essendo una cane molto tonico, presenta una muscolatura molto sviluppata. La coda è attaccata bassa, portata orizzontalmente o in basso. Il pelo, il quale conferisce molta eleganza a questa razza, è lungo da 5 a 6 cm, sericeo, ben striato, con frange ricche ma leggere e mai folte. Il colore del manto è monocolore rosso mogano dorato e brillante senza la minima traccia di nero. Dal punto di vista venatorio il setter irlandese presenta eccellenti qualità, eccellente temperamento, elevata velocità d’azione e buona resistenza al lavoro, che può compiere su ogni tipo di terreno, anche i più accidentati e con qualsiasi condizione climatica. I setter irlandesi sono

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molto avidi nella cerca sono seriamente impegnati su ciò che fanno e credibili sulla ferma che porta sempre all’incontro. Gli irlandesi vengono considerati “incontristi” eccezionali, di gran fondo e smisurata passione, poiché lavorano usando tutte le loro doti per soddisfare ed accontentare il loro padrone, dimostrando prontezza e capacità di intelletto durante la caccia e non solo. Il galoppo è particolarmente sciolto; sono molto belli da vedere durante la ferma statuaria col corpo teso e naso sul vento, anche se sono pur sempre setter e nel caso in cui capita una ferma non proprio come quella descritta, ossia leggermente flessa, non gli deve essere preclusa la possibilità di continuare la prova. Un’altra caratteristica di questa razza, che può ulteriormente convincere i lettori, è la longevità del setter irlandese: sono cani che possono arrivare anche sopra i quindici anni di vita..


Cani da caccia

Standard della razza:

FCI Standard N° 120 / 02.04.2001 SETTER IRLANDESE ORIGINE: Irlanda DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.03.2001 UTILIZZAZIONE: Cane da caccia e da famiglia CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 7 Cani da ferma Sezione 2 Cani da ferma britannici ed irlandesi - Setter- Con prova di lavoro. BREVE CENNO STORICO: il Setter irlandese fu allevato in Irlanda come cane da lavoro per la caccia. La razza proviene dal Setter irlandese rosso-bianco e da un cane sconosciuto dal mantello monocolore. Il tipo venne fissato nel 18° secolo. Il Setter irlandese, evolvendosi lungo il corso degli anni, è diventato un cane forte, sano e intelligente, dotato di eccellente abilità venatoria e grande resistenza. ASPETTO GENERALE. Distinto e atletico pieno di qualità, dall’espressione amichevole. Armonico nelle proporzioni COMPORTAMENTO – CARATTERE Acuto, intelligente, energico, affezionato e leale. TESTA lunga e asciutta, e non troppo pesante agli orecchi. Muso e cranio di uguale lunghezza e su linee parallele MANTELLO - PELO sulla testa, parte anteriore degli arti, e punte degli orecchi, corto e fine; sulle altre parti del corpo e degli arti, di moderata lunghezza, piatto e possibilmente privo di riccioli o ondulazioni. Frangia sulla parte superiore degli orecchi lunga e serica; sul dietro degli arti anteriori e posteriori lunga e fine; buona abbondanza di pelo sul ventre, formando frangia che può estendersi fino al petto e gola. Caccia Passione 43


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Racconti di caccia

Caccia al camoscio..

Il mio primo jahrling in Alto Adige.. Da qualche anno che ho abbandonato la mia prima passione, la pesca a mosca e che la Valle Aurina e i suoi dintorni, mi continuano ad ospitare per un altro motivo: la caccia al camoscio.

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l ricordo dell’apertura di quest’anno è ancora vivo nei miei ricordi, sarà che è stata una giornata di caccia entusiasmante, quindi ho deciso di raccontarla anche a te, chissà che non ti possa ritrovare in questo breve racconto. Come tutti i cacciatori ho dei riti propiziatori che, secondo il me più irrazionale, faranno andar bene la giornata di caccia. Il primo è quello di raggiungere il luogo di caccia molte ore in anticipo, meglio se una notte in anticipo: dormendo sul posto mi sembra quasi di instaurare un rapporto fisico con il bosco, con il cielo, con la terra. Inoltre c’è il grande vantaggio di poter dormire qualche ora in più, e chi va a caccia di camosci sa bene cosa possa significare. La sveglia anche il primo giorno di caccia di quest’anno è suonata presto, troppo presto. Ho messo su la caffettiera preparata la notte precedente e con la tazzina in mano ho passeggiato appena fuori la porta, coperto da un bel tetto di legno pesante. Ecco il mio secondo rito scaramantico: guardo il cielo, lo osservo con cura e tiro ad indovinare come andrà la giornata. Le nuvole di norma non mentono mai. Tutte le volte che per fretta o per necessità ho tralasciato questi rituali, le cose sono andate male, per cui… Quando arriva Giacomo sono le quattro del mattino; fari del fuori strada accesi, marcia ingranata piuttosto bassa e cautela nell’affrontare il sentiero di quella casa che oramai conosciamo molto bene, visto che la affitto da anni. “Marisa ancora addormentata?”, si informa sullo stato di salute di mia moglie e dei miei figli che, quando io mi diletto con la cacCaccia Passione 45


cia, si rilassano in montagna, e dopo qualche convenevole, del quale non abbiamo mai avuto bisogno salgo in macchina e partiamo. Mi ricorda che sarà necessaria una breve deviazione, dobbiamo caricare anche Raimondo, un ragazzo della zona che ci porterà “nei posti giusti” dice lui, e io lo assecondo. Arriviamo nel primo “posto giusto” alle cinque del mattino. Io trascorro i primi cinque minuti a respirare e a osannare la natura. Questo è il mio terzo rito propiziatorio, dimostrare rispetto al luogo che mi regala ospitalità. Sembra che alla natura questo non dispiaccia, peccato per i miei compagni, piuttosto sbrigativi. Imbraccio il mio fucile, per l’occasione ho portato con me una bellissima carabina 257 Weatherby e mi avvio. Sento profumo di abeti e di larici praticamente ovunque: l’odore è talmente tanto pungente che mi gratto il naso ma niente. Riabituarsi all’aria aperta e ai suoi Caccia Passione 46

profumi richiede tempo, ma non c’è niente di meglio. Quando arriviamo sul posto Raimondo ci fa un cenno con la mano: in lontananza ammiriamo un fulmine rosso che scende a gran velocità, un bel capriolo che pare non essere interessato alla nostra presenza. Sorrido. Sarà una buona giornata. Ci posizioniamo dietro un gran masso che ci regala protezione e aspettiamo. In questo periodo la caccia è specialmente questione di attesa. Il luogo d’altronde è perfetto visto che noi siamo riparati e i camosci per la pastura devono necessariamente passarci accanto. Ne vediamo sette sulla cima appena sopra la nostra testa. Prima o poi raggiungeranno i luoghi di pascolo. Aspettiamo. Dopo un paio di ore però l’attesa non ci sembra più l’arma vincente per cui su consiglio di Raimondo scegliamo di cambiare tattica e luogo. Cacciatore alle prese con un giovane camoscio. Bella camminata, Giacomo


che ansima, sole che si è fatto piuttosto caldo, e Raimondo che parla l’indispensabile. Meglio dico io, così ho la possibilità di godere di questa spettacolare giornata. Raggiungiamo dopo una mezzora il secondo posto giusto, ma la storia si ripete: individuiamo sette esemplari su una cima poco distante da noi, aspettiamo, non si muovono e io decido di raggiungerli: sarà pure una follia, ma l’avvicinamento mi sembra la soluzione migliore. Carico zaino e fucile e proprio mentre faccio il cenno della mano a quei due sento la mano di Raimondo che mi afferra al braccio e mi mette “al riparo” dall’acutissima vista dei caprioli. Ne stanno scendendo almeno cinque e ci stanno puntando. E’ probabile che qualcosa, o qualcuno il abbia spaventati. I miei riti scaramantici non falliscono mai. Cacciatori intenti ad una

battuta di caccia al camoscio in Alto Adige Imbraccio il fucile e il mio occhio piuttosto allenato distingue immediatamente almeno due jharling. Sono piuttosto veloci e sono gli ultimi della coda. Presto li metto dentro il mio mirino ma continuano a sovrapporsi, a cambiare direzione e la situazione si mette piuttosto male. Sto per rinunciare quando all’improvviso uno di loro si ferma e quasi sapesse che c’è l’ho sotto tiro mi guarda. E’ la mia occasione: punto, sparo ma un secondo prima che io abbia affondato il dito nel grilletto lui è ripartito. Bestemmio, tiro giù qualche santo, e poi rido di cuore. Raimondo pensa chi io sia pazzo. Ci consiglia di andare alla ricerca di un altro “posto giusto” e io lo seguo taciturno. Per oggi ho avuto la mia dose di adrenalina e da oggi ho un conto aperto con quel meraviglioso jharling.

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Browning BAR in 9,3x62 leggero e potente..

Dopo la fenomenale diffusione dei calibri magnum reputati necessari per ogni genere di caccia si sta assistendo a un riposizionamento più razionale delle diverse cartucce con rivalutazione di quelle messe indebitamente da parte.

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el corso degli ultimi decenni si è assistito a un fenomeno molto particolare nella scelta delle cartucce: nel dopoguerra i magnum d’oltre Atlantico si erano ritagliati una parte consistente del mercato ponendo in angolo molte valide soluzioni precedenti, soprattutto quelle create dai tedeschi. Le guerre, come ben si sa, non si vincono solo per la gloria e per gli ideali (molto simili a quelli che in artiglieria si definiscono i “falsi scopi”), ma con un occhio acuto e interessato ai risvolti commerciali. Trascorsi tuttavia parecchi anni certe cose buone vengono riscoperte e, in mezzo al tutto e al di più cui ci si è abituati, si inizia a valutare con maggior oculatezza tutta la serie di prerogative di un certo prodotto. Nelle cartucce da arma rigata si è visto così risorgere un buon numero di cariche non esasperate, affiancate da altre nuove dello stesso indirizzo, segno manifesto che non sempre dove sta il più sta il meno, o per esser più precisi, a volte il di più è solo un fastidio, come camminare con scarpe numero 46 quando abitualmente s’indossi un 43. Questo movimento ideale si riscontra a pieno titolo nei semiautomatici rigati e proprio le camerature scelte nel BAR della Browning ne offrono un chiaro esempio. Consideriamo innanzitutto l’impiego di questa tipologia di

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fucili nello specifico ambito venatorio di casa nostra, quindi nella caccia al cinghiale; la disponibilità di calibri offerta dalla Casa di Herstal era stata da subito molto ampia partendo dal .243 Win. per arrivare al .338 Win. Mag. offrendo una valida soluzione anche a chi insidiava prede ben maggiori delle nostre. Le due opzioni medie del .30-06 Sprg. e del .308 Win. sono sempre state una scelta condivisa da parecchi cacciatori, specie la prima che tollera con disinvoltura anche i pesi di palla fra i 180 (il preferito) e i 220 gr senza manifestare sovrappressioni inquietanti. Sulla storia dei pesi ci sarebbe da scrivere parecchio: tra i 150 e i 168 gr si hanno diverse caratteristiche positive, ma è perfettamente inutile cercare di scalzare con dati tecnici quel che uno ha nel cuore quindi è bene che ognuno si affidi a quanto ritiene più giusto. A fianco di tali calibri era stato in seguito molto in auge il .300 Win. Mag. ottima cartuccia polivalente, la si usa con soddisfazione pure sull’alce, e quindi si era pensato che fosse bene disporne non solo sui fucili per la lunga distanza, ma ugualmente sui semiautomatici. All’epoca il castello in acciaio fungeva da tranquillante, nemmeno troppo però, e il susseguente passaggio al castello in ergal aveva definitivamente convinto che la misura delle cose è segno di


Fucili da caccia

intelligenza e di accorta valutazione. In poche parole se ci servono davvero tutti i kgm o joules espressi dal magnum insieme agli scossoni correlati, ben venga, ma se si rivelano solo un eccesso ecco allora che è bene rispolverare la valenza di una misura media che porta con sé, insieme a una pari energia, un modo di esprimerla meno affaticante con un picco pressorio inferiore, un rinculo decisamente più stemperato, un rilevamento contenuto della canna, uno stress più accettabile per il tiratore: il tutto per consentire di sparare bene non solo il primo colpo, ma quelli che seguono, sovente parimenti importanti e decisivi. Il peso dell’arma poi pare sia diventato un fattore determinante e quindi i fucili risultano ben più leggeri di un tempo, ma gli accorgimenti adottati offrono in effetti risultati favorevoli.

Un’altra scuola di pensiero Lasciando da parte i magnum, considerando opportuni i medi come il .30-06 Sprg. e il .308 Win., un’altra idea ha toccato i cultori dell’abbinamento fucile e calibro: si rispolvera una vecchia gloria come il 9,3x62 progettato dal tecnico berlinese Otto Bock nel 1902 e si riscontra come il grosso calibro si riveli appropriato per il cinghiale, anche di notevole stazza e come le reazioni allo sparo siano ben gestibili pur con fucili di peso contenuto. Il Browning BAR Long Trac con calciatura in sintetico possiede le caratteristiche adeguate alle necessità grazie al sistema di ripetizione a presa di gas con lunghe aste di movimento collegate a un carrello oculatamente dimensionato e alla testina rotante con sette alette: il movimento dilazionato stempera in un tempo Caccia Passione 49 51


adeguato l’energia del rinculo e il movimento che ne deriva consente al tiratore di mantenere con discreta facilità la linea di mira e quindi di doppiare il colpo con successo. Il buon funzionamento dell’arma deve molto anche all’impianto di estrazione affidato a una solida unghia incassata in una delle alette anteriori e registrata da un’indistruttibile molla a filo posizionata oltretutto in maniera da scongiurare anomalie operative. Il caricatore qui adottato è da tre colpi: altri sono disponibili con capienze diverse in ossequio a leggi e regolamenti in vigore. La canna viene offerta con molte opzioni di lunghezza e di forma, e qui è adottata una corta da 51 cm con scanalature di irrigidimento che favoriscono pure la dissipazione del calore. Le mire aperte con mezza bindella da battuta e tacca integrata con traccia bianca, insieme al mirino in spezzone di fibra ottica rossa, offrono quanto di meglio per visibilità in ogni condizione, ma non mancano i fori filettati per le basi di un cannocchiale variabile, un punto rosso o un olografico che facilitano l’acCaccia Passione 50

quisizione del bersaglio anche per chi porti gli occhiali. La calciatura in due pezzi, in sintetico nell’esemplare visionato, è molto ergonomica con l’aggiunta delle placchette alla giunzione con il castello per ottimizzare piega e deviazione secondo l’imbracciatura del tiratore; inoltre le zone di presa sono dotate di riporti in gomma morbida e corrugata, dove la mano rimane ben ferma pure se bagnata. Sul calciolo in materiale analogo si stempera buona parte del rinculo; i pioli per le magliette a sgancio rapido rientrano nella comoda dotazione prevista. Così al tiro La struttura dei BAR attuali, i modelli Long e Short Trac, rimane invariata rispetto agli originali, pur con il gradevole ammodernamento delle linee. La consistente riduzione di peso rende il loro impiego assai più comodo e, nonostante questa scelta, le reazioni allo sparo son molto ben controllabili e permettono di riallineare rapidamente il fucile sul bersaglio ripetendo i colpi con successo. La scelta della cartuccia 9,3x62 non deve far pensare


Fucili da caccia

a una soluzione per buttare i proiettili un po’ a casaccio: occorre sempre scegliere le palle in funzione della taglia media dei selvatici insidiati e della distanza di ingaggio. Poi resta l’obbligo di piazzare il colpo in zone vitali perché non basta avere un 9,3 mm in luogo di un .30” per garantirsi l’abbattimento. Anche il proiettile di un .500 N/3” da oltre 900 kgm se passa vicino non sortisce effetti e se attinge una zampa rallenta l’andatura senza fer-

mare. Vero è che la lesività risulta solitamente maggiore e concede qualche centimetro in più negli scarti, cosa che non guasta mai. Nelle prove abbiamo apprezzato una volta in più la completezza di questo semiautomatico rigato: aver superato dal 1966, anno della prima presentazione, il milione di pezzi venduti rappresenta la bontà del fucile e la soddisfazione della clientela, miglior veicolo pubblicitario per ogni prodotto. Caccia Passione 51


La cartuccia 9,3x62

dalle colonie tedesche in Africa ai semiautomatici da cinghiale..

I prodotti efficienti e razionali possono venire messi da parte per questioni commerciali legate sovente a nazionalismi, ma fatalmente vengono riscoperti quando la loro funzionalità diventa specifica in un particolare settore

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gni f Inizio del XX secolo, ci si affranca dall’Ottocento e si entra nel 1900: da qualche decennio la scoperta francese della polvere infume ha dato il via a studi specifici per le cartucce animate da tale propellente con doti decisamente più funzionali rispetto alla vecchia polvere nera. Sono i tempi in cui le guerre europee e, scusate l’apparentamento, la caccia nelle

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colonie, almeno per chi le ha, funzionano da spinta incontenibile per gli studi di balistica. Gli inglesi sono padroni di una percentuale enorme del mondo, quella di maggior rendita ovviamente, e si sono resi protagonisti di uno sviluppo storico nei fucili e nelle cartucce: domina per la selvaggina pesante e pericolosa di Africa e India il concetto del proiettile lento e pesante, insieme, e va sotto-


Munizioni lineato, a cospicue dosi di energia, di letalità e di riguardo per chi spara: far stramazzare in contemporanea preda e cacciatore evidenzierebbe un progetto errato. Nei calibri da express i figli d’oltre Manica sono padroni della situazione, ma nelle cartucce da carabina i tedeschi rintuzzano vivacemente i concorrenti, pur se i loro territori coloniali sono decisamente inferiori. Negli studi i sudditi del Kaiser sommano le esigenze di queste zone, insieme a quelle ben più congeniali e praticabili della vecchia Europa continentale, con i fucili a ripetizione: il movimento Mauser K98 ha iniziato a mostrare al mondo come si

grossi felini, siano leopardi o leoni, i bufali e quand’anche i pachidermi. La cartuccia gode già dell’evoluzione della polvere infume e dell’arrivo dei proiettili affusolati riscuotendo un notevole successo a partire dalle colonie come l’Africa del Sud Ovest, ponendosi quasi in parallelo con la .375 di Holland & Holland, un po’ meno potente, ma ugualmente dignitosa nel suo lavoro. Per raggiungere e superare nei numeri la fantastica inglese arriverà dopo pochi anni un’altra 9,3 mm, quella progettata da Wilhelm Brenneke con la sua lunghezza classica di bossolo pari a 64 mm. Tornando alla creatura di Bock e al

fa a contenere pressioni elevate con due, anzi tre piccoli prismi di acciaio. La cartuccia che esaminiamo nasce proprio all’alba del secolo, intorno al 1905, a opera del tecnico berlinese Otto Bock che individua nel diametro di 9,3 mm, già molto usato in Germania, la misura opportuna per i grandi cervi, gli alci dei territori prussiani, le più prestanti antilopi africane e pure elementi pericolosi come i

suo ritagliarsi una fetta importante di mercato dobbiamo notare come le prestazioni equilibrate, un rinculo più che tollerabile, energia e capacità vulnerante apprezzabili si sposino sovente in quegli anni con le capacità dell’industria e dell’artigianato di fornire ottime carabine così camerate a prezzi che oggi definiremmo popolari. L’argomento monetario è sempre interessante e così Caccia Passione 53


cartuccia e fucili si diffondono con rapidità. Qualche dato e l’impiego odierno. Abbiamo ripreso alcuni dati proprio della carica della Fiocchi giunta da non molto tempo sul

mercato individuando come, anche in canna corta da soli 51 cm, le prestazioni rimangano di tutto rispetto: la palla Soft Point Bonded, quindi a punta morbida e camiciatura saldata al nucleo interno, da 286 gr (18,5 g) realizza una V/2 media pari a 701 m/sec con SD di 9 m/sec ed E/2 di 463,3 kgm, un’entità appropriata per non generare un rinculo fastidioso mantenendo capacità lesive garantiste; questi poi i valori ulteriori in kgm con E/50 di 415, E/100 di 383, E/200 di 328. Un paragone con le altre tre cartucce tedesche da 9,3 mm rimaste sulla breccia vedrebbe in lizza l’antesignana, tranquilla 9,3x72R, sorella di altre cinque pari diametro differenziate dalla lunghezza del bossolo cilindro conico che andava dai 48 agli 82 mm: questa citata è l’unica ancora in produzione RWS e consente di sperimentare soprattutto fucili misti dell’epoca con notevole soddisfazione. Di ben maggiore caratura la 9,3x64 di Brenneke, già citata, un poco affaticante per il rinCaccia Passione 54

culo non propriamente leggero, ma dotata di energia (arriva a 640 kgm) e radenza da vendere grazie alle dimensioni del bossolo maggiorate e al proporzionale contenuto di polvere. Si torna a rese simili alla 9,3x62 con la 9,3x74R, grazie al collarino adatta ai basculanti e, anch’essa, tuttora sulla scena. Da quanto riportato è facilmente intuibile come la carica sviluppata da Otto Bock si sia rivelata molto adatta ai semiautomatici rigati di attuale produzione e al loro impiego di elezione. La distanza di tiro è mediamente entro i 100 metri, sovente al di sotto dei 50, quindi la radenza è un fattore secondario e quella sviluppata basta e avanza anche per tiri più lunghi; l’energia sviluppata nell’ambito di tali metrature è numericamente eccellente (media fra 460 e 490 kgm) con il vantaggio della densità sezionale dei proiettili da 9,3 mm e peso dai 15,0 ai 18,5 g (232 – 286 gr) che, nei tipi a naso molle, cedono moltissima energia, creando tramiti importanti e assai lesivi; da ultimo e non ultimo il rinculo moderato grazie a un angolo di spalla non troppo accentuato, poco sotto ai 40°, una carica non esasperata e al cinematismo del fucile per cui la forza si sviluppa in un tempo allungato, senza picchi fastidiosi per la spalla del tiratore e per l’impennamento della canna, quindi con facile ritorno in mira. Una riscoperta dunque che fa giustizia di un lungo e immeritato oblio e un’applicazione oggi davvero calzante nella tipologia armiera specifica per la caccia al cinghiale.



Binocolo SLC 42 HD.. Swarovski Optik: oltre l’osservazione..

La Swarovski Optik stupisce sempre ed ecco il binocolo SLC 42 HD, disponibile in versione 8x42 W B HD e 10x42 W B

HD.

N

el campo delle ottiche da puntamento, binocoli, telescopi ed accessori per la caccia, la Swarovski Optik si è da semprte contraddistinta per il design, la tecnologia e l’affidabilità dei suoi prodotti. La ricerca dell’elevata qualità ottica e della costruCaccia Passione 56

zione robusta, ha condotto la Swarovski Optik a produrre la serie di binocoli SLC, i quali vengono considerati di categoria superiore da molti appassionati cacciatori di tutto il mondo. Nel caso di un binocolo, ciò che lo rende preciso, sicuro ed affidabile sono il peso, la ma-


Ottiche neggevolezza e la rendita in termini di acquisizione dell’immagine che si sta osservando. Caratteristiche quest’ultime presenti nella serie di binocoli SLC della Swarovski Optik. Nello specifico oggi trattiamo il SLC 42 HD. Questo binocolo ha una presa sicura e confortevole grazie agli incavi posti sulla parte superiore del rivestimento in gomma antiscivolo, mentre i pollici vanno ad appoggiarsi nella parte inferiore. In particolare ci teniamo a specificare che per tutta la gamma SLC, la Swarovski Optik si avvale di nuovissime tecnologie di elevata qua-

to per superfici esterne è stato ottenuto grazie al sistema SWAROCLEAN, con il quale viene facilitata la rimozione dalle lenti sia dell’obiettivo che dell’oculare di impurità, come i residui minerali essiccati, macchie d’acqua causata dell’appannamento, insetticidi o resina. Tale sistema consente una minor pulizia con il conseguente aumento della longevità dello strumento stesso. Le lenti HD del binocolo SLC 42 HD contengono fluoruri che assicurano immagini luminose, ricche di contrasto, in colori naturali. Tale effetto cromatico viene consolidato dai particolari trattamenti sulle

lità, come il rivestimento SWAROBRIGHT il lenti. Il nuovo SLC HD consente un ampio quale conferisce dei colori estremamente fede- campo visivo anche per i portatori di occhiali. li sull’intero spettro della luce ed i rivestimen- Il binocolo SLC 42 HD della Swarovski Optik ti SWAROTOP e SWARODUR, con i quali si Le caratteristiche appena elencate partecipaottiengono immagini ricche di contrasto e no a rendere questo binocolo da caccia uno brillanti. L’effetto antiaderente del trattamen- dei più affidabili e più performanti. La preCaccia Passione 57


senza di lenti HD al fluoruro consente una minimizzazione dell’aberrazione cromatica, tipica dei vetri convenzionali. Per tal motivo il SLC 42 HD acquisisce immagini ricche di contrasto dai colori naturali e contorni estremamente nitidi per immagini eccellenti, di qualità molto elevata, che consentono al cacciatore di concentrarsi sui dettagli cru-

senza poarticolari fastidi. Ad esempio l’SLC 8x42 HD con il suo campo visivo di 136 metri garantisce la miglior vista panoramica della sua classe di appartenenza. Inoltre, gli oculari smontabili consentono una regolazione singola in tre posizioni. Il nuovo SLC 42 HD offre non solo prestazioni ottiche eccellenti, poiché attraverso al nuovo meccanismo per la messa

ciali nel momento in cui sta identificando e puntando l’obiettivo. La tecnolgia di un binocolo viene a concentrarsi in particolar modo sulle lenti ovviamente, ragion per cui il particolare rivestimento delle stesse e dei prismi SWARODUR, SWAROTOP, SWAROBRIGHT rafforza la qualità delle lenti HD. Anche al crepuscolo, il bersaglio viene identificato in maniera perfetta. L’SLC 42 HD si contraddistingue da molti modelli anche grazie ad una grande distanza della pupilla di uscita. Come già accennato poche righe sopra, anche i portatori di occhiali possono osservare con lo stesso campo visivo grandangolare e godersi al massimo le luminose immagini del nuovo SLC HD,

a fuoco concede anche delle regolazioni molto veloci ed assai precise. Infine, la costruzione corta e slanciata fa del nuovo SLC 42 HD uno dei binocoli più maneggevoli al mondo. Inoltre, il nuovo corpo in magnesio conferisce un elevato grado di leggerezza rispetto ai modelli che lo hanno preceduto. L’SLC si presta perfettamente ad un’osservazione precisa, senza sforzo, anche con i guanti indossati.

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Ottiche


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Storia delle Armi

John Moses BROWNING...

L’uomo, il genio, la leggenda!

Non credo che esista un cacciatore, tiratore o semplice appassionato d’armi da fuoco e di storia contemporanea, che non abbia mai sentito parlare di John Moses Browning. L’uomo, il genio, l’inventore che direttamente o indirettamente ha legato il suo nome a tutte le più importanti invenzioni in campo armigero del ventesimo secolo. Di a John Moses Browning nacque il 23 gennaio 1855 a Ogden, nello Utah. Era uno dei 22 figli di Jonathan Browning (nato il 22 ottobre del 1805!) che, da buon Mormone, aveva tre mogli. Il giovane John Moses aveva nobili origini per quanto riguarda la fabbricazio-

di fronte ai continui “perché?” del piccolo John Moses, che lo disturbavano mentre stava lavorando. La vita di questo ragazzo tipico americano è ricca di aneddoti che lasciano intravedere, con anni di anticipo, il profilo di un geniale inventore di fama internazionale.

ne delle armi, perché ... “Figlio mio, mi sa pro- John Moses depositò il suo primo brevetsuo padre era un noprio che sto per morire. ” to, quando aveva soltevole armaiolo che aveva già introdotto Quel giorno gli operai inter- tanto ventitre anni, per il “J.M. Browning diverse innovazioni ruppero il lavoro e resero Single Shot Rifle”. La in questo campo. Da bambino John tra- omaggio alle sue spoglie... stesura del testo del brevetto nella debita scorreva parecchio tempo nel laboratorio del padre e conosceva forma gli costò uno sforzo maggiore di quelgià il nome di tutte le parti di un’arma prima lo che aveva dedicato all’invenzione stessa, ancora di aver imparato l’alfabeto. Già all’età e che consisteva in una semplificazione del di sei anni fabbricava accessori da pesca con meccanismo di percussione che aumentava rottami di ferro, che martellava su un ban- la durata e la sicurezza. Nello stesso periodo co da lavoro in miniatura costituito con una Browning sposò Rachel Teresa Child, che fu casa di legno. Il padre Jonathan Browning, pe- la sua compagna per tutta la vita. Poco prima raltro famoso per la sua pazienza, non sem- di morire suo padre gli cedette l’attività ed il pre riusciva a nascondere la sua irritazione giovane Browning, associatosi al fratello Matt Caccia Passione 61


(che non aveva mai azionato una macchina utensile) e con meno di mille dollari in banca trasformò la modesta bottega famigliare in una piccola fabbrica di armi con sette dipendenti. Lontana da qualsiasi centro urbano e senza capitali, l’azienda riusciva a malapena a sostenersi, finché la fortuna non contribuì a far conoscere l’inventore. Un rappresentante della ditta Winchester inviò ai vertici della sua azienda un’arma fabbricata dai fratelli Browning, da lui scoperta ed acquistata in un altro Stato, perché l’idea gli era sembrata interessante. Il rappresentante aveva davvero avuto un ottimo fiuto, perché il direttore generale della Winchester partì immediatamente per un lungo viaggio di oltre sei giorni verso il selvaggio West per incontrare i fratelli Browning. Stupito dal fatto di trovarsi di fronte a due ventenni che lavoravano in una bottega di campagna, fu però abbastanza perspicace da andare oltre le apparenze e di concludere immediatamente con loro accordi commerciali che proseguirono per diversi decenni. John Moses Browning: Col passare degli anni, John Moses Browning accordò a diversi fabbricanti licenze per le decine d’invenzioni e di armi da lui messe a punto. Non è esagerato affermare che John Moses Browning ha inventato tutto quel che c’era da inventare nel campo delle armi da fuoco. Inoltre c’è da notare che, dall’inizio del secolo, la parte essenziale delle sue innovazioni tecnologiche non è stata né migliorata né soppiantata. Ciò dimostra l’alto grado di perfezione al quale Browning era arrivato dopo anni e anni di studi e prototipi. Ma la svolta decisiva alla già affermata Ditta Browning arrivò nel 1897, quando un altro perspicace direttore commerciale, venuto questa volta dalla Fabbrica Nazionale delle Armi di Guerra di Herstal (Belgio), notò una pistola Browning calibro 7.65 dal meccanismo di chiusura originale. La FN ottenne la licenza di fabbricazione e fu l’inizio di una collaborazione ininterrotta tra l’inventore, che abitava sulle rive del Grande Lago Salato e la fabbrica situata lungo la Mosa. Caccia Passione 62

Browning raggiunse l’apice della sua notorietà con il fucile da caccia semiautomatico Auto 5 (ancora oggi apprezzatissimo sia dai cacciatori sia dai collezionisti di tutto il mondo) che ebbe un considerevole successo commerciale, tanto che il geniale armaiolo decise che era giunta l’ora di organizzare una visita ad Herstal. Ma la sua fama, senza alcun dubbio, si suggellò con la messa in servizio di una delle sue più grandi creazioni: la pistola semiautomatica GP - HP calibro 9 mm Parabellum (Grande Potenza - High Power), prodotta in più di 10 milioni di esemplari e che dal 1907 è stata adottata dalla maggior parte delle forze di polizia e degli eserciti di tutto il mondo. Il nome Browning è d’altronde divenuto il sinonimo per designare questo tipo di pistole. Nessuno dei successi di Browning è dipeso dal caso. Come tutti i grandi e tenaci pionieri americani, John Moses fece fortuna lavorando davvero sodo e combattendo con la concorrenza e con la burocrazia di quel tempo. La forza del suo carattere e la saldezza dei suoi principi furono straordinari e quando negli ultimi decenni della sua esistenza gli fu offerto un titolo onorifico da un’università lo rifiutò, adducendo come unico motivo il fatto “che si era imposto come regola di vita di non accettare nulla che non si fosse guadagnato da solo lavorando”. Questo grandissimo e insuperato genio delle armi passò i suoi ultimi istanti di vita nel suo ufficio di Herstal, durante il suo sessantunesimo soggiorno in Europa. Morì nel 1926 di attacco cardiaco tra le braccia del figlio Val e le sue ultime parole furono: “Figlio mio, mi sa proprio che sto per morire….” Quel giorno gli operai interruppero il lavoro e resero omaggio alle spoglie di colui che aveva affidata alla loro azienda il compito di concretizzare l’essenza del suo talento. Rimpatriato negli Stati Uniti, l’inventore ricevette gli onori militari, e suo figlio Val proseguì sempre la sua collaborazione con la fabbrica belga. John Moses Browning inventò, costruì o contribuì al progetto di armi come alcuni modelli del mitico Winchester a leva, la pistola semiautomatica Colt 1911, il


Storia delle armi fucile Browning Auto 5 a lungo rinculo della canna, lo Shotgun calibro 12 a leva mod.1887, le mitragliatrici mod. 1917 calibro 30, mod. VZ -30 cal. 7,92 mm e la M2 cal. 50 (tutte con sistema di chiusura ritardata), il mitico fucile mitragliatore BAR mod. 1918 A1 (da cui deriva l’omonima, famosissima carabina semiautomatica da caccia), il BL 22 a leva ed uno dei migliori fucili sovrapposti mai costruiti: il B 25. Oggi la Browning, dopo centoventicinque anni dalla nascita della ditta capostipite, costruisce ancora prestigiose armi da caccia affidabili ed eleganti, riuscendo ad abbinare le vecchie tradizioni alle tecnologie d’avanguardia. John Moses Browning durante una verifica ad un arma Browning Mio nonno cacciava con una doppietta Browning, mio padre con un Auto 5 e quando nel lontano 1976 presi la licenza anch’io, non potevano che regalarmi un semiautomatico

“Browning”. Due anni dopo, arrivò anche la mia prima carabina BAR in calibro 270 Winchester. Oggi sono orgogliosissimo di avere in rastrelliera due semiautomatici Auto 5 calibro 12, la doppietta del nonno, una BAR MK II, una BAR 1/50 Rupicapra, una BAR Prima Lusso ed una BAR Long Trac Eclipse Gold mancina, tutte in calibro 30.06. Credo che questo sia sufficiente a dimostrare quanto apprezzo e stimo il buon marchio creato dal grande Browning. E poi c’è un altro aneddoto che voglio raccontarvi: quando da ragazzo andavo a caccia di cinghiali (la cosiddetta “Cacciarella Maremmana”), il vecchio Capocaccia diceva sempre a mio padre, suo vice: “Gianni, prendi cinque Browning e chiudi tutta la larga”! Perché negli anni settanta – ottanta era scontato che chi possedeva un semiautomatico, aveva una delle più belle creazioni del geniale John Moses.

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Accessori per la caccia FOX Big Game Skinner Guthook. Questo è il modello FOX Big Game Skinner Guthook classico coltello da caggia adatto allo scuoio e dotata di lama gon gut hook, molto robusto e curato nei particolari, realizzato FULL TANG in acciaio AUS N690Co, impugnatura legno multistrato, fodero in cuoio nero.

Fenix Light - HP40F È Torcia frontale da 450 lumens concepita appositamente per la pesca in notturna o in scarsa condizione di luce; funzionante con 2 batterie 18650 o 4 batterie CR123A tramite un pacco batterie separato da agganciare alla cintura o da tenere nella tasca interna della propria giacca, dotata di 5 differenti livelli luminosi + SOS. Riesce ad illuminare fino a distanze di 233m. Il pacco batteria ha anche una pratica presa USB in modo da poter alimentare, in caso di necessità, cellulari, tablet o altra attrezzatura che possa essere ricaricata tramite una presa USB.

Bushnell - Trophy XLT 8X32

Ottiche completamente multistrato ed i prismi BaK-4 funzionano insieme per fornire immagini estremamente luminose, nitide, nei momenti piu critici per gli spostamenti della selvaggina. Inoltre, il binocolo estremamente robusto e aerodinamico,rivestimento Dura-Grip in gomma e’ sigillato con un anello e purificato all azoto per garantire non solo affidabilita’ ma anche un impermeabilita e una resistenza all appannamento al 100%. Le impugnature morbide facilitano inoltre la maneggiabilita del dispositivo.

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Veterinaria

I Grassi nella Dieta del Cane da Caccia

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I Grassi nella Dieta del Cane da Caccia.. Il cane da caccia, definito anche “cane atleta” o “cane da lavoro”, svolge un ‘attività che richiede un notevole dispendio di energia, dispendio che va reintegrato con una sana alimentazione.

I

l cane Da anni sono in corso studi che si occupano proprio della dieta ideale del cane da caccia, dieta non meno importante di quella dell’uomo, poiché ogni errore alimentare può compromettere gravemente la salute del nostro amico più fidato. Il regime alimentare del cane da caccia è notevolmente diverso rispetto a quello del cane domestico. Se quest’ultimo, infatti, deve evitare le diete ricche di grassi, il cane “cacciatore” deve, invece, essere alimentato proprio con una dieta ricca di grassi. Quelli che tutti Caccia Passione 68

conosciamo come “grassi” sono in realtà gli acidi grassi o lipidi, molecole composte da legami di carbonio che l’organismo del cane, ma anche quello dell’uomo, sfruttano per produrre energia e tessuti di riserva ( l’adipe). Se nel cane domestico i grassi tendono ad accumularsi nei tessuti originando accumuli adiposi e quindi facendo ingrassare l’animale, nel cane da caccia vengono utilizzati per il mantenimento del metabolismo energetico e per sostenere lo sforzo muscolare dell’animale in attività. Veterianaria - Grassi nei Cani.


Veterinaria Nel cane da caccia, a differenza dell’uomo, lo sforzo fisico va compensato proprio con i grassi e non con i carboidrati. Possiamo dire che i grassi sono i componenti essenziali nella dieta del cane da caccia, assieme alle proteine, sostanze che vengono principalmente usate dal cane durante gli sforzi muscolari. Nello specifico, i grassi evitano che il cane perda troppo peso ed energia durante la battuta di caccia, mentre le proteine facilitano lo sforzo muscolare dello stesso durante le fasi di cattura della preda ( su terreno o in acqua). E’ stato dimostrato che cani da caccia con una dieta povera di grassi tendono a perdere peso durante e dopo l’attività venatoria. Ciò accade perché il cane è essenzialmente un “mammifero HDL”, al contrario dell’uomo che è invece un “mammifero LDL”. I termini appena utilizzati indicano che l’uomo

fatti, che un cane da caccia vada incontro a problemi di iperlipidemia, cioè di eccesso di grassi, anche se questa eventualità è sempre possibile, specie se il cacciatore o il padrone sconoscono la corretta razione di grassi da somministrare al proprio cane da lavoro. Nel cane da caccia si prevede un apporto giornaliero di grassi pari al 20% della razione complessiva, a cui aggiungere un 35% di proteine. I grassi, nella dieta del cane, hanno il vantaggio di rendere più gustosi gli alimenti e di migliorare, nello stesso animale, anche la lucidità e la brillantezza del pelo. La razione di grassi può essere aumentata o diminuita in base alla razza a cui il cane appartiene e al tipo di sforzo fisico a cui è sottoposto. Per nutrire il cane da caccia con un corretto apporto di grassi, si ricorre a delle formule matematiche che possono essere fornite dal

tende a produrre maggiormente grassi cattivi, il cosiddetto colesterolo LDL, mentre il cane, al contrario, tende a produrre grassi buoni, cioè colesterolo HDL. E’ difficile, in-

proprio veterinario. Attraverso queste formule, basate sul tipo di cane, sul suo peso , sulle ore di attività e sull’applicazione di alcuni coefficienti, si può determinare il fabbiCaccia Passione 69


sogno calorico giornaliero dell’animale e la corretta razione di grassi. Il cane da lavoro ha bisogno sia di grassi saturi che insaturi. I primi sono conosciuti come grassi “cattivi”, perché tendono a ostruire le vene e le arterie, essendo facilmente metabolizzabili, mentre i secondi sono detti grassi “buoni” perché sono meno assimilabili. Nel cane da caccia, l’eccesso di grassi saturi, cioè “cattivi”, può causare fenomeni di perdita olfattiva e l’olfatto, per un animale che deve riconoscere la preda “ a naso”( cioè con il fiuto), è davvero indispensabile. L’ideale sarebbe fornire all’animale una giusta quota di grassi insaturi omega 6 e omega 3, facendo attenzione a rispettare rapporti compresi tra 5:1 e 10:1. Questi rapporti, naturalmente, possono variare in base alla razza e al tipo di attività venatoria in cui il cane è impegnato. Di contro, una carenza di grassi “buoni” può determinare nel cane una serie di gravi patologie, tra Caccia Passione 70

cui: ritardo nello sviluppo e nella crescita; deficit energetico per l’attività muscolare; perdita della capacità riproduttiva; opacità della cute e del pelo; perdita di peso. Per far sì che il cane da lavoro assimili meglio i grassi saturi e polinsaturi, meglio ricorrere a quelli a catena corta, cioè solubili in acqua e facilmente utilizzabili per produrre energia durante gli sforzi. I grassi utili nella dieta del cane sono contenuti in alimenti quali sego, lardo, pollo, olio di mais, olio di semi di lino, olio di semi di girasole, olio di pesce, olio di zafferanone e olio di semi di soia. Il cane da caccia deve avere la sua quota di grassi sia per le battute di caccia estive che per quelle invernali. La calura estiva provoca un maggiore affaticamento dell’animale, mentre il freddo invernale tende a rallentarne il metabolismo. Durante i mesi estivi, i grassi e gli oli, per non deteriorarsi, devono essere conservati in un luogo fresco e asciutto.


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