Caccia Passione Marzo 2018

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ANNO VII nr. 03 - Marzo 2018

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia

DIGISCOPING: LA SCELTA DEL LUNGO... Speciale aziende:

• Sabatti un’azienda completa con la predilezione per le canne rigate

Ungulati:

• La traccia di Argo

Canna rigata:

• Blaser R8 in .308 Win e Nikon Monarch


ANNO VII nr. 03 - Marzo 2018

CACCIA PASSIONE

in copertina

Dedicato a chi ha la passione per la caccia

La spontaneità operativa del telescopio diritto SwarovskiOptik sembra favorevole alle valutazioni e al Digiscoping; ma un numeDIGISCOPING: ro ben maggiore è di cacciatori e/o LA SCELTA DEL LUNGO... digiscopers usano l’angolare. Vediamone le ragioni, alla luce degli attuali modelli. Speciale aziende:

• Sabatti un’azienda completa con la predilezione per le canne rigate

Ungulati:

• La traccia di Argo

Canna rigata:

• Blaser R8 in .308 Win e Nikon Monarch

SOMMARIO Anno VII Nr. 03

www.cacciapassione.com

8 M igratoria:

Becchipiatti nella nebbia

16 Speciale aziende:

Sabatti un'azienda completa..

Pg 6 News ed eventi venatori

a cura della redazione

Pg 8

Migratoria: Becchipiatti nella nebbia

Roberto Aguzzoni

Pg 16 Speciale aziende: Sabatti un’azienda completa con la predilezione per le canne rigate

30 Ungulati:

La traccia di Argo

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Emanuele Tabasso

Pg 30 Ungulati: La traccia di Argo

Vincenzo Frascino


Sommario

36 Fucili canna rigata:

Blaser R8 in .308 Win e Nikon Monarch

Pg 36 Fucili canna rigata: Blaser R8 in .308 Win e Nikon Monarch

Emanuele Tabasso

Pg 48 Munizioni: La cartuccia 6,5 Creedmoor Hornady con palla ELD Match

La cartuccia 6,5 Creedmoor Hornady con palla ELD

Costantino Ramolfi

Pg 54 Digiscoping: La scelta del lungo: Angolare o Diritto? Riccardo Camusso

Pg 62 Veterinaria: Leishmaniosi canina e pappataci, una presenza preoccupante per la salute del nostro cane.

48 Munizioni:

Francesca Pierri

54 Digiscoping:

La scelta del lungo: Angolare o Diritto?

62 V eterinaria:

Leishmaniosi canina e pappataci, una presenza preoccupante per la salute del nostro cane. Caccia Passione 3


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Editoriale CACCIA: TRA CULTURA, PASSIONE E TRADIZIONE.. Penso di far parte di una generazione che vive la caccia con sentimenti contrastanti, da una parte nostalgica perché la passione è cresciu-ta con i racconti dei nostri avi che hanno alimentato questo amore con un'idea della caccia dalle sfumature poetiche per la grande libertà che godeva la categoria e nel contempo per la quantità di selvaggina naturale presente lungo lo stivale. Dall’altra con la cultura rurale di una caccia eco-compatibile, sostenibile e responsabile nella gestione del territorio e la passione del cinofilo cacciatore. Quest'ultimo aspet-to dovrebbe portare noi giovani cacciatori illuminati a proteggere e preservare la nostra passione che via via sembra abbia preso per l'opinione pubblica una connotazione immotivatamente negativa. Da sempre e in prima persona ho sempre cercato di impegnarmi in questa direzione e con grosso rammarico devo dire che le associazioni venatorie che dovrebbero essere il nostro sindacato, oggi hanno sempre più l'aspetto di un mercato politico di voti e raramente ascoltano le reali problematiche della categoria. Ma la caccia non è politica e non lo dovrà mai essere, è una grande passione intrisa nel profondo rispetto per la natura, desiderio che accomuna anche tutti gli altri uomi-ni e donne che la praticano o semplicemente la conoscono e pertanto la rispettano. La caccia è un'attività che affonda le radici nella storia dell'uomo e, per questo motivo, non si può definire meramente uno sport, ma è qualcosa di molto più grande: una vera e propria forma di cultura. Rifiutarla significa cancellare una grande ed importante parte del nostro passato, rinnegando anche le origini dell'uomo, la sua storia. Chi critica la caccia, nella stragrande maggioranza dei casi, semplicemente lo fa perchè non la conosce. Chi non sa che il cacciato-re moderno ricopre un ruolo fondamentale per la tutela dell'ambiente, chi crede che la caccia sia guidata da un mero istinto di prelevare un selvatico, quando l’abbattimento rappresenta semplicemente l’atto finale di un romanzo a se stante, oppure a chi non ha la benchè minima idea del duro lavoro che c'è dietro alla gestione delle popolazioni di ungulati presenti nel nostro Paese, il cui numero di animali è in continua crescita, o l’altro aspetto della caccia è il reddito che produce con il suo punto e mezzo di PIL che muove in Italia e gli oltre 100.000 lavoratori del comparto caccia. Chi non è al corrente di tutte queste cose e si lascia indottrinare dal politicante animalista di turno che tutto sa, tranne ciò di cui sta parlando, allora farebbe meglio a rispettare ciò che non conosce. Ricordo che in tutte le altre na-zioni, specie nord Europa, il cacciatore e la caccia è altamente tutelato dalle istituzioni, la caccia entra nel quotidiano delle famiglie, nella scuola, è fonte di reddito e soprattutto motivo di grande orgoglio nazionale. Occorre rispetto!

Pierfilippo Meloni


Nasce l’Intergruppo per la difesa della cultura rurale Lo ha annunciato Maria Cristina Caretta, neoparlamentare e presidente dell'associazione venatoria CONFAVI.

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ome reso noto da Maria Cristina Caretta, esponente di Fratelli d’Italia e guida dell’associazione venatoria CONFAVI, è stato appena costituito l’Intergruppo per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale presso la Camera dei Deputati. Si tratta di un raggruppamento che è aperto all’ingresso di tutti i parlamenti, senza distinzioni per quel che riguarda l’appartenenza politica, che abbiano a cuore la dife-

sa e la promozione della cultura rurale. Questo viol dire che anche tutte le attività legate a quest’ultima, tra cui la caccia in primis, saranno discusse e approfondite con attenzione. Caretta ha spiegato come le attività in questioni siano fondamentali nel nostro paese, visto che vengono rappresentati milioni di cittadini con il loro lavoro, la produzione del reddito, la creazione di occupazione e il pagamento delle tasse. La cultura rurale viene tramandata di generazione in generazione con tutti i suoi valori, i quali sono parte integrante della storia italiana, della nostra cultura e della nostra tradizione. Come ha sottolineato la parlamentare, l’Intergruppo è nato per difendere questi valori, promuovendoli nei confronti dell’opinione pubblica, spesso portata fuori strada. Nei prossimi giorni ci saranno nuove adesioni, visto che le manifestazioni di interesse sono state numerose e nascerà un apposito coordinamento per affrontare tutti i provvedimenti utili prima della trasmissioni alle Commissioni che si occupano di queste materie e all’Aula.

Remington attiva Chapter 11 e dichiara ufficialmente bancarotta Le restrizioni sulle armi hanno influito su questa crisi: il debito è stato per il momento ridotto fino a 700 milioni di dollari.

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emington, la celebre azienda americana produttrice di armi e munizioni, ha chiesto ufficialmente l’attivazione del Capitolo 11 della Legge Fallimentare a stelle strisce, quello che prevede la riorganizzazione societaria. La compagnia di Madison è in gravi difficoòltà economiche e si è rivol-

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ta al Tribunale del Delaware, come reso noto dai media locali. Si tratta della cosiddetta “protezione dalla bancarotta”, una mossa che garantirà la sopravvivenza a un marchio così importante e storico. Le norme restrittive sulle armi hanno sicuramente influito sulla crisi finanziaria della Remington, la più antica società armiera statunitense. Quest’ultima è riuscita comunque a sottoscrivere il Restructuring Support Agreement con i propri creditori, riducendo il debito fino a 700 milioni di dollari in totale. Non mancherà un contributo di altri 145 milioni di dollari, utile per le sussidiarie operative. Con la bancarotta, tra l’altro, Remington non sarà più sotto il controllo della Cerberus Capital Management. Il colosso è stato fondato nel lontano 1816, dunque ha più di 200 anni di storia e i suoi modelli sono apprezzati in tutto il mondo.


News venatorie iwa conferma il suo carattere internazionale Chiusa con un bilancio molto positivo la 45esima edizione di IWA OutdoorClassics di Norimberga, salone internazionale dedicato alla caccia, al tiro sportivo, alle attrezzature per gli sport outdoor e per la sicurezza civile e delle autorità.

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urante le quattro intense giornate (dal 9 al 12 marzo), l’evento ha ospitato 1.558 espositori da 60 paesi e quasi 47.000 visitatori professionali da circa 130 paesi in tutto il mondo (i dati relativi all’evento sono rilevati e certificati secondo le definizioni unitarie della FKM, la Società per il controllo volontario dei dati sulle fiere e sulle esposizioni). Degli 11 padiglioni di cui è composta la manifestazione, il 4 e il 5 sono in particolare dedicati all’abbigliamento e alle attrezzature per gli sport outdoor quali caccia, pesca, tiro con l’arco e ogni attività all’aria aperta, con un’ottima rappresentanza delle novità made in italy. Un evento sempre più internazionale. Il tasso di internazionalità dell’evento ha continuato a crescere rispetto al passato: otto espositori su dieci e approssimativamente due terzi dei visitatori professionali hanno raggiunto Norimberga da paesi diversi dalla Germania. Oltre all’internazionalità gli espositori hanno apprezzato l’alta qualità del pubblico: nove operatori su dieci erano coinvolti nelle decisioni inerenti gli acquisti

della propria azienda di appartenenza. Dal canto loro, pressoché l’85% dei visitatori si è dichiarato soddisfatto o molto soddisfatto dell’offerta espositiva. Ancora una volta, quindi, l’evento ha posto le basi per l’attività commerciale dell’anno a venire. IWA OutdoorClassics conferma il suo carattere internazionale. Appuntamento al 2019. Sul sito della manifestazione iwa.info è ancora possibile visionare il catalogo e le planimetrie e contattare le aziende presenti mentre sono già da ora disponibili le date dell’appuntamento 2019, che si terrà a Norimberga da venerdì 8 marzo a lunedì 11 marzo 2019. La manifestazione è riservata esclusivamente a un pubblico professionale e non è permesso l’accesso ai minori di 18 anni: i biglietti d’ingresso sono rilasciati unicamente a visitatori appartenenti al commercio specializzato, a enti e istituzioni pubbliche con specifica attività settoriale, nonché a istituti privati di sicurezza civile provvisti di adeguata legittimazione.

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Migratoria

B E C C H I P I AT T I NELLA NEBBIA Caccia Passione 9


BECCHIPIATTI NELLA NEBBIA La nebbia incombe sul paesaggio impastandolo in massa amorfa e muta, procurando alla maggior parte delle persone un forte senso di fastidio e disorientamento. Deroga da tale stato il cacciatore di valle, che trova nella nebbia un estemporaneo e a volte insperato alleato per la caccia ai becchipiatti dall’appostamento.

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acciatore nell’appostamento, con il gioco di stampi appena percettibile nell’alba scura che prelude al sorgere del sole. Gli stampi dondolano sull’acqua, accarezzati dalla leggera brezza mattutina che soffia dal mare. Le anitre da richiamo, fide collaboratrici, “soprani” e “bassi” del teatro acquatico, aprono il concerto. E’ iniziata l’alba di caccia. E’ il film in bianco e nero, con le anitre da richiamo, di un passato più o meno lontano o più o meno recente. Cacciatore nell’appostamento, con il gioco di stampi appena percettibile nell’alba scura che prelude al sorgere del sole. Gli stampi dondolano sull’acqua, accarezzati dalla leggera brezza mattutina che soffia dal mare. E’ iniziata l’alba di caccia. Film a colori del presente … senza le anitre da richiamo “cancellate” da disposizioni sanitarie sulle quali la discussione è tuttora aperta. Il film in bianco e nero è stato talvolta riproiettato per qualche breve spezzone di un “come eravamo”, ma poi presto riposto in cineteca, soverchiato dall’attualità

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di Roberto Aguzzoni

del colore di cui sopra. Giocoforza ci si adegua. Detto questo, subito dopo vale la pena ricordare che l’uso dei richiami dopo l’alba, a giorno pieno, è sempre stata una scelta soggettiva. Un vecchio cacciatore di valle sentenziava che disporre il gioco è come fare il ragù: gli ingredienti son più o meno sempre gli stessi, ma ognuno li mette nel tegame e li cucina secondo i propri gusti e le proprie esperienze. Questo per dire che una volta, di giorno, in condizioni di tempo normali, alcuni tenevano le anitre al gioco mentre altri facevano il gioco “morto” (senza anitre da richiamo), perché secondo loro la “ragnata” delle anitre poteva essere controproducente verso i voli di palmipedi svernanti e diffidenti. Al massimo tenevano nel gioco il germa-


Migratoria Gioco di stampi appena percettibile nell’alba che prelude al sorgere del sole. Dondolano sull’acqua accarezzati dalla leggera brezza mattutina ‌.

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Alzavole in pastura. La specie predilige acque basse. E’ la più piccola fra le anitre cacciabili, dotata di un volo molto veloce.

no maschio che, sibilando appena, avvertiva dell’arrivo di qualche palmipede con toni bassi e non allarmanti. Esperienze e convinzioni soggettive che oggi l’assenza dei richiami ha parificato: dicasi solo ed esclusivamente mojo e fischi per tutti. Condizione paritetica che oggi si applica, non potendo fare diversamente, anche con la nebbia, quando cioè sono/sarebbero praticamente tutti d’accordo che le anitre da richiamo sono/sarebbero necessarie, quantomeno consigliabili. La nebbia, generalmente di ostacolo alla maggior parte delle forme di caccia, nelle cacce di valle può rivelarsi invece alleata. SempreCaccia Passione 12

chè, ovviamente, in zona vi sia … presenza di acquatici. Ciò che accade con la nebbia è presto detto. Il primo giorno di nebbia fitta tiene i palmipedi fermi. E’ dal secondo giorno, allorchè avvertono la necessità di cibo, che si rimettono in ala, effettuando di giorno ciò che solitamente fan di notte, ossia cercar pastura e luoghi sui quali sostare. E’ in quel frangente che la ricerca del cibo e la maggiore capacità d’inganno che assumono le stamperie grazie alla nebbia, fanno sì che gli uccelli vengano più facilmente attratti dai giochi e (venivano attratti) dai richiami degli appostamenti. Gli uccelli intraprendono cioè i voli


Migratoria

verso le pasture senza attendere la protezione della notte, oppure, se la nebbia cala di notte mentre già sono sulle pasture, una seconda ipotesi che può dare spiegazione a tale maggior confidenza con le stamperie è che con la nebbia vengano momentaneamente nascosti possibili elementi di riferimento sul territorio. Di conseguenza, una volta fatto giorno, non avendo più in vista detti elementi, gli uccelli, mancando loro qualcosa alla normale “bussola”, è plausibile credano maggiormente ai giochi che gli si parano “sorprendentemente” sul percorso. Ipotesi che potrebbe trovare riscontro nella constatazione che nei varchi

di schiarita che si creano estemporaneamente per improvvisa levata del vento, o nelle zone di chiaro al margine della nebbia, siano stati realizzati a volte carnieri anche in appostamenti solitamente mediocri in normali condizioni di aria sgombra. La cosa vale per tutti gli anatidi, con una certa specificità per l’alzavola, ma è particolarmente il moriglione che incarna la figura del palmipede “classico” delle giornate di nebbia, soprattutto se a questa si associano vento di ponente e brina. Il moriglione incarna la perfetta simbiosi con il momento meteorologico. Ha il dorso brinato come la galaverna che la nebbia gelata depoCaccia Passione 13


Levata di alzavole in una giornata di nebbia, sorprese dal teleobiettivo. Durante il primo giorno di nebbia fitta i palmipedi restano fermi. Dal secondo giorno si rimettono in ala per cercar pastura, e in quel frangente, grazie alla nebbia, possono venire più facilmente attratti dai giochi

sita sulle erbe della valle, ha il corpo possente di chi non teme le burrasche. Il sibilo delle sue ali dentro la bambagia acquosa è come una buffata di vento. Reale ed impalpabile, fuggevole alito di decibel nell’atmosfera sonnolenta, immota, della valle. Anitra a volte sorprendente sugli stampi per apparente limitata scaltrezza, ma non deve stupire il fatto che anche selvatici scaltri, in certi frangenti particolari quali la nebbia, per motivi diversi e non sempre ben chiari agli uomini, fanno quel che meglio riescono a fare, divenendo più vulnerabili ancorché (fortunatamente) per breve tempo. Cacce antiche, cacce della grande tradizione venatoria italiana. Cacce moderne, al meglio che si può. I cambiamenti climatici e le modifiche ambientali, segnando a volte un meno ma a volte anche un più, hanno via via influito sulle popolazioni di acquatici come su quelle di altre specie. LiCaccia Passione 14

mitandoci al territorio italiano, si registrano oggi spostamenti della fascia di svernamento di palmipedi più a nord rispetto al passato, minori presenze su luoghi tradizionali, così come, al contrario, nidificazioni di rilievo in zone sulle quali non si erano mai verificate. Oggi è quindi più che mai utile e necessaria la partecipazione dei cacciatori ai censimenti e nel fornire i dati degli abbattimenti per consolidare la conoscenza sullo stato delle specie. Continuare a poter cacciare acquatici passa anche attraverso queste piccole azioni, perché la mancanza di dati sugli abbattimenti è uno dei vuoti da colmare per sostenere la ricerca scientifica che il mondo venatorio ha intrapreso collaborando con alcuni Istituti universitari. Quanto alle anitre da richiamo, mah, il futuro è ancora … nella nebbia.


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Speciale aziende

SABATTI UN’AZIENDA COMPLETA CON LA PREDILEZIONE PER LE CANNE RIGATE Caccia Passione 17


SABATTI UN’AZIENDA COMPLETA CON LA PREDILEZIONE PER LE CANNE RIGATE La possibilità di una visita nella ditta gardonese mostra una realtà vincente tutta italiana in un settore dove un tempo erano i nomi mitteleuropei a dettare legge mentre oggi nella caccia e più ancora nel tiro agonistico a lunga distanza si vede primeggiare il nome di Sabatti di Emanuele Tabasso

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itirare in prova una carabina della recente serie Saphira si rivela l’occasione favorevole per una visita all’azienda: così alla fine di gennaio, accompagnati dall’Ing. Emanuele Sabatti passiamo di reparto in reparto cercando di cogliere il pensiero che in principio ha mosso le scelte commerciali e di lì quelle tecniche. Nel settore delle armi lunghe l’industria di Gardone ha visto primeggiare per lungo tempo le canne lisce in linea con l’orientamento venatorio rivolto alla piccola selvaggina affiancato da quello, sempre molto seguito, della pedana. Il bisogno crea la funzione e se qualche spirito intraprendente ne raccoglie la sfida nascono cose interessanti. La Sabatti era ben radicata nella produzione di tutte le versioni dei fucili a pallini, ma ha colto favorevolmente l’evoluzione dei tempi segnata dall’espandersi della caccia agli Caccia Passione 18

ungulati e, collateralmente, del tiro di precisione secondo le divere norme internazionali per cui occorrono armi rigate adatte alle cartucce a fuoco centrale. Si ponevano due soluzioni: comporre carabine prelevando le componenti principali da terzi affermati o impiantare ex novo questa tecnologia in azienda: la realizzazione della canna è il passo importante che vede agli inizi, oramai sono trascorsi parecchi decenni, acquistare una rotomartellatrice dalla ditta belga Delcourt, progettare e realizzare in proprio castello e otturatore, completare con le parti accessorie la meccanica passando infine alla calciatura. Detto così pare già interessante, ma dando mano libera alla curiosità c’è molto altro da apprezzare. La visita inizia dal magazzino degli acciai dove barre lunghe parecchi metri stazionano a terra in attesa di passare al taglio degli spezzoni con la misu-


Speciale aziende ra giĂ proporzionata alla richiesta del pezzo finito; si passa poi alla foratura con punta a cannone e al primo passaggio in una macchina operatrice per ricavare il profilo ester-

no: questa è dotata di una doppia possibilità di bloccaggio secondo il punto del pezzo su cui si lavora per evitare le oscillazioni che creerebbero irregolarità . Si passa poi a una

Il magazzino acciai dove le barre stazionano in attesa di passare alla lavorazione successiva.

Qui si esegue la foratura con punta a cannone e si riceva il profilo esterno tramite una macchina operatrice Caccia Passione 19


Qui si esegue una lavorazione in verticale che consente di ottenere i vari punti di presa necessari

lavorazione con pezzo in verticale per ottenere i punti di presa necessari al successivo passaggio nella rotomartellatrice, quella che crea la rigatura. Sulla parete a fianco sono disposte le spine che, inserite nel foro della canna, fungono da matrice quando i martelli, con una pressione elevatissima, costringono la parte interna della canna stessa ad assumerne la forma: interessante paragonare una spina per rigatura tradizionale a quella per la nuova rigatura multiradiale, un ritrovato recente della Sabatti per cui si eliminano gli spigoli vivi tra pieni e vuoti imprimendo il moto rotatorio al proiettile tramite una variazione elicoidale di superfici arrotondate con raccordi a due raggi alternati. Maggiore velocità di uscita della palla per una sigillatura ottimale dei gas e minori attriti per l’assenza dell’intaglio sul proiettile sostituito dalla piegatura: in sostanza si avranno rosate migliori e minor parassitaggio all’interno dei componenti della mantellatura. La cameratura viene eseguita successivamente Caccia Passione 20

Qui si crea la rigatura tramite una rotomartellatrice


Speciale aziende

Dopo la rigatura viene sempre eseguito uno scrupoloso controllo manuale

I denti a scatto appena realizzati tramite un taglio a filo eseguito a laser

e questo è già un punto di differenziazione ad esempio verso una parte della produzione tedesca che opta per eseguirla insieme alla rigatura. Interessante osservare come nello stesso ambito aziendale si adottino

metodi differenti di lavorazione del metalli: da una piastra si ricavano i denti di scatto con il procedimento del taglio a filo operato con il laser per ottenere la massima precisione del pezzo. Procedura di altro genere Caccia Passione 21


Gli ottoratori appena realizzati vengono preparati per essere inviati alla sala metrologica per vari controlli

Tramite la microfusione si ottine un pezzo unico dell'ottoratore e manubrio

Otturatore corredato dal suo manubrio subito dopo la lavorazione di microfusione

per le azioni in acciaio: qui la microfusione è scelta per ottenere otturatore e manubrio in pezzo unico con minori costi operativi di fresatura e l’adozione di leghe con particolari componenti finalizzati all’impiego. I controlli vengono realizzati nella sala me-

trologica, a clima condizionato, e i risultati confermano la bontà delle lavorazioni. In un altro reparto avviene il montaggio dei fucili e si osservano alcuni modelli di basculanti a canna liscia affiancarsi alle tante carabine: comunque anche in questa tipolo-

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Speciale aziende

La sala metrologica è a clima controllato

I risultati ottenuti dai controlli confermano la bontĂ delle lavorazioni

Simpatico esservare anche il "progetto su carta" da ove siamo partiti per ottenere il pezzo lavorato. Caccia Passione 23


Il reparto in cui viene eseguito il montaggio dei fucili

Alcuni basculanti a canna liscia

gia il rigato è molto presente con gli express o con i combinati: la caccia al cinghiale con un parallelo a due canne rigate ha senz’altro un diverso sapore . C’è poi il lavoro attento e puntuale dei calcisti alle prese con ciocchi di Caccia Passione 24

noce di apprezzabile estetica che vestiranno soprattutto i basculanti, senza dimenticare alcune versioni da caccia della carabina: di qui si marcano le differenze fra le varie tipologie dell’arma lunga: i modelli Tactical


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I modelli basculanti si affiancano alle tante carabine

si stanno espandendo a macchia d’olio mentre gli specialisti delle competizioni vedono sempre un’evoluzione in diversi particolari tecnici come nelle finiture. Le calciature in sintetico dai colori sgargianti si affiancano a

quelle in legno lamellare cui le diverse tinture degli strati risaltano durante le lavorazioni per abbinarsi con vivace esito cromatico al trattamento delle componenti metalliche . Quasi al termine delle operazioni si incidoCaccia Passione 25


I calci vengono sapiente lavorati a mano

Il calcista alle prese con un ciocco di noce

no a laser la matricola e gli altri riferimenti personali dell’arma: uno schermo contro i raggi UV protegge chi opera con questo particolare macchinario. La progettazione è continuamente in movimento per fornire alla clientela un prodotto sempre più avanCaccia Passione 26

zato, aiutata dalla tecnologia CAD CAM: prima di lasciare l’azienda buttiamo l’occhio su un modello di carabina dotata della canna in acciaio a basso spessore avvolta da una serie di spire in fibra di carbonio: si coniuga così la leggerezza e la resistenza, pur se,


Speciale aziende

Nelle rastreliere si osservano le carabine Tactical

L'uso delle carabine Tactical si sta espendendo a macchia d'olio

Ancora momenti di lavoro aziendale Caccia Passione 27


Una fase di progettazione

La tecnologia CAD CAM permette di ottenere un prodotto sempre più sofisticato

ci sottolinea l’Ing. Sabatti, il riscaldamento dopo pochi colpi dei due materiali comporta estensioni differenti, specie in lunghezza, con alterazioni del punto battuto. Va da sé come tale soluzione sia appannaggio della caccia alla cerca dove la leggerezza è molto apprezzata e i 2 o 3 colpi in rapida successione rappresentino il massimo del volume di fuoco richiesto. Fra le ultime proposte e per dar seguito al tema del peso contenuto c’è proprio la Saphira con castello in lega leggera: la vedremo di qui a poco riservandole lo spazio che merita. Lasciamo l’azienda colpiCaccia Passione 28

ti dall’apparente semplicità con cui l’acciaio si trasforma in fucili di precisione attraverso processi di lavorazione che sembrano svolgersi in modo elementare. Poi ci si sofferma a pensare a quanti interrogativi si sia dovuto dar risposta, a quali decisioni si sia dovuto accedere nell’incertezza di quei momenti in cui buttarsi negli investimenti per trattare in maniera adeguata il rigato non doveva essere cosa facile. Un merito anche questo che ha preceduto e creato il successo odierno


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Argo, il bavarese di Erika, una volta agganciata la traccia, procede deciso

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Ungulati

LA TRACCIA DI ARGO

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La traccia di Argo di Vincenzo Frascino

Caccia agli ungulati. L’intervento di recupero è un’azione imprescindibile dopo un tiro dall’esito incerto.

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Quindi ti è partito dai rovi mentre lo cercavi?” Riccardo sta palesemente masticando quando al telefono cerca di farsi spiegare come sono andate le cose. È ora di cena, e sto risalendo il campo ansimando verso il posto macchina mentre sono al telefono con i miei amici recuperatori per chiedere il loro intervento l’indomani. Non prediligo cacciare la sera, preferisco di gran lunga l’aspetto al mattino, quando la luce va incrementando anziché ridursi, la ricerca di eventuali animali feriti è più tempestiva e la gestione dell’auspicabile spoglia più semplice e meno penosa che alla sera. Purtroppo, le occasioni per uscire sono sempre così poche, e oggi non ho desistito e sono andato a cercare il capriolo assegnatomi, una femmina o un classe 0. Avevo visto femmina e piccolo dopo un’oretta circa ma ben presto si erano occultati ai miei occhi e il piccolo non mi è apparso se non dopo molto tempo, sul limitare dell’ultimo bagliore. La distanza di neanche 100 metri mi aveva confortato nel tiro e la reazione con balzo in alto mi aveva assicurato la sua efficacia. Il piccolo aveva fatto un salto per poi andare a sparire in un avvallamento del terreno sotto di lui, ed ero certo di ritrovarlo lì. Trascorsi 5 minuti (perché visto il buio incipiente 15 sarebbeCaccia Passione 32

ro stati veramente troppi!) mi sono avviato sull’anschuss e, appena saltata la stretta siepe di rovi che delimita le due porzioni di campo, da un cespuglio ecco che mi era balzato davanti e con pochi salti si era dileguato nel bosco. Ho tentato di seguirlo con circospezione inchiodando con lo sguardo il punto in cui l’avevo visto e cercando conferma nelle macchie di sangue. Quando il bosco si è infittito e le tenebre lo stesso ho desistito. Ho legato un fazzoletto intriso di amarezza sull’ultimo segno ematico e mi sono avviato alla macchina cercando il cellulare nella tasca. “Domattina veniamo con Erika, portiamo Argo. Stai tranquillo che lo troviamo…o per lo meno troveremo ciò che i predatori e i cinghiali lasceranno stanotte!” conclude Riccardo, congedandosi da me e dandomi appuntamento per l’indomani mattina. I recuperatori sono una categoria veramente speciale, offrono con gratuità un servizio lodevole nei confronti dei cacciatori ma soprattutto degli animali, le cui sorti dopo un tiro dal dubbio esito possono essere le più disparate: dal colpo mancato a una ferita lieve fino al colpo non immediatamente mortale che lo espone a lunghe e penose sofferenze e rendono la loro morte vana e crudele. L’intervento di recupero si


Cinofilia venatoria I recuperatori sono una categoria veramente speciale offrendo con gratuitĂ un servizio lodevole nei confronti dei cacciatori ma soprattutto degli animali

Il recupero di un capo ferito permette di scalare dal piano d'abbattimento un animale altrimenti non conteggiato

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è svolto al mattino molto presto, nell’ottica di conciliare gli impegni di lavoro di Erika e Riccardo. A me è costato rinunciare a un’uscita mattutina a caccia ma non sarebbe stato sensato andare a cercare un altro capriolo lasciandone uno ferito dalla sera prima. cesi dalla macchina Erika fa sgranchire le zampe ad Argo e lo richiama per mettergli il collare satellitare. “Addirittura! Credi davvero che sia necessario? Vedrai che non dovremo fare troppa strada per trovare il capriolo” affermo speranzoso. “Vincenzo, ogni recupero è una storia a sé, e non va mai a finire come si immagina…meglio essere prudenti!” mi risponde Erica, mentre accarezza il suo bel bavarese. Accompagno i miei amici sull’anschuss. Il

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sangue a spruzzo conferma il tiro in cassa toracica, ma il cane non prende subito la traccia qui. Procediamo per pochi metri in direzione del fosso seguendo copiose macchie di sangue. In prossimità del fosso Argo lo attraversa, conduce Erika per qualche decina di metri sull’altra sponda e poi ritorna dall’altro lato, punto in cui il capriolo è balzato dai rovi. Argo ha agganciato la traccia! Prosegue in direzione del fazzoletto dove ho segnato l’ultimo passaggio visibile. Lungo il tragitto mostro ai recuperatori un pezzo di polmone che avevo messo sotto un sasso per proteggerlo dalla gola di qualche volpe. Riccardo è ammirato da queste accortezze, che costano molto poco ma sono di grande aiuto nella ricostruzione dell’azione di cac-

La soddisfazione di Erika e Riccardo al termine della traccia Caccia Passione 34


Cinofilia venatoria cia “Se tutti i cacciatori avessero questa cura nel favorire il recupero per noi sarebbe una benedizione!”. Entrati nel bosco un’ampia macchia di sangue su un tronco ci racconta di un animale preso in pieno torace che si è poggiato all’albero prima di ripartire. Il reperto ci incoraggia e procediamo baldanzosi certi di inciampare nel capriolo dopo pochi metri. La passeggiata però non è così scontata e le tracce non sono più così ravvicinate. Argo deciso procede ed Erika dietro di lui. A un certo punto le tracce di sangue si fanno più rade fino a scomparire ai nostri occhi. Erika ci precede di un bel pezzo con Argo tanto che non li vediamo più e non sappiamo se il cane sia ancora in traccia. Dopo aver percorso più di 350 metri, la pendenza

inizia un po’ a salire e le speranze di trovare facilmente il capriolo iniziano a vacillare. “Ma sei ancora in traccia? Non vi vediamo più, e non c’è nemmeno più sangue…sei sicura che non dobbiate tornare indietro? La salita si sta facendo un po’ troppo ripida per un animale così concio!” commenta Riccardo per radio. La replica di Erika non arriva dall’auricolare, ma un “Bravoooooo Argoooo!” che si sente da lontano ci racconta l’esito inaspettato (e fortunatamente positivo) di un recupero che, come tutti i recuperi, non è andato come ci aspettavamo.

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Fucili canna rigata

BLASER R8 IN .308 WIN E NIKON MONARCH Caccia Passione 37


BLASER R8 IN .308 WIN E NIKON MONARCH Una fortunata combinazione ci ha permesso di provare una Blaser R8 preparata da tiro e addirittura una terna di ottiche Nikon che, in abbinamento al fucile, si prestano a caccie diverse come al tiro accademico di Emanuele Tabasso

I

progetti di Horst Blaser confluiti in quello che è divenuto un marchio a sé stante hanno sicuramente rivoluzionato il modo di costruire fucili: in particolare la carabina a canna rigata è depositaria di un sistema totalmente fuori dall’usuale. Può piacere o non piacere, sollevare critiche, dubbi e distinguo, ma su un punto ci si trova tutti d’accordo: la precisione di tiro. Poi vengono altre belle caratteristiche quali la maneggevolezza, il peso ridotto, la facilità del cambio canna disponendo di un ventaglio encomiabile di calibri e di profili esterni, giusto per citare le più evidenti a cui si aggiunge una scelta di calciature dalle impostazioni più varie. Si conclude con la quotazione di vendita, non certo bassa, ma adeguata a quanto una fetta cospicua di clienti ritiene equo spendere per entrare in possesso di quest’arma diventata una finalità obbligata. In una fortunata occasione e grazie al Signor Remo Orologio, distributore delle ottiche Nikon, ci siamo trovati al poligono di Carrù per esaminare una versione della Blaser R8 con canna selezionata e camerata per il classico .308 Win. che vieCaccia Passione 38

ne impiegata dal proprietario nelle competizioni e in uscite venatorie. Abbiamo quindi a disposizione questo fucile dotato della calciatura in sintetico verde scuro denominata Success estremamente ergonomica nel tiro mirato e parimenti favorevole in quello su bersaglio in movimento come in una battuta al cinghiale: un poco di allenamento per sistemare rapidamente la mano attraverso la trabeazione ricavata fra calcio e impugnatura, passando dall’arma appoggiata alla spalla e la messa in mira, ed il gioco è fatto. Il motivo di tanta facilità nel puntamento risiede nel profilo superiore del dorso che parte con una leggera curva a salire dall’innesto col fusto proseguendo con linea dritta fino al calciolo: la guancia appoggia così su un piano ben elevato portando l’asse dell’occhio a livello di quello dell’ottica favorendo l’acquisizione immediata della lente, in pratica senza sforzi di accomodamento del bulbo. La pistola presenta una forte arcuatura e un’ampia sezione tonda con modellatura ergonomica su cui la mano si sistema in maniera naturale e senza tensioni: un rilievo aggettante infe-


Fucili canna rigata

Il Nikon Monarch 7 1-4x24 da battuta serrato negli anelli collegati all’attacco a slitta peculiare della Blaser: gli agganci semisferici sono una garanzia di stabilità e di sicuro ripristino della posizione

Il Nikon Monarch 7 3-12x56 riveste il ruolo di tuttofare: con l’estensione dei valori di ingrandimento è valido nel tiro in movimento come in quello a fermo a medio lunga distanza mentre l’obiettivo da La Blaser R8 in .308 Win combinata con l'ottica 56 mm è garante di buona definizione e luminosi- Nikon Monarch tà anche al crepuscolo

La torretta della Castor montata su un’ottica Nikon per cui è specificatamente progettata: la taratura è funzionale fino alla distanza di 600 metri

Carrello arretrato con possibilità di osservare il caricatore incassato nel proprio vano ricavato dal complesso comprendente il gruppo di scatto Caccia Passione 39


La parte mobile della culatta con la manetta di azionamento, il portaotturatore e il tasto di monta della batteria: si notano i due rebbi inferiori di aggancio alla culatta fissa

Parte inferiore della culatta: da dx a sx si notano la testa dell’otturatore e il suo supporto a lamelle, la levetta trasversale sollevabile con l’unghia per il cambio della testina, il gioco di incastri collegato alla manetta, il meccanismo della batteria e i due risalti di sicurezza

Faccia dell’otturatore incassata, foro del percussore, nottolino di espulsione e unghia di estrazione garante di eccellente funzionalità per le sue dimensioni, l’ampio settore di presa, il moto ortogonale e il registro dato da una molla a filo di sperimentata validità anche su armi automatiche Caccia Passione 40

riore verso la coccia segnala alla mano di non scendere ulteriormente. Il fusto di foggia prismatica, piuttosto ampio e profilato verso la parte dell’asta sottocanna, è il supporto della parte inferiore della meccanica e della canna: ne diamo una descrizione anche se agli appassionati tutto ciò è ben noto. Il sistema di ripetizione è del tipo in linea: la manetta di apertura, inserita nel carrello mobile, compie prima un moto angolare sul proprio asse per svincolare l’otturatore dalla sede di tenuta, proseguendo poi con la corsa con cui si compie l’eventuale estrazione/espulsione del bossolo con la successiva cameratura di una cartuccia presente nel caricatore. Nel carrello è inserito l’otturatore composto dalla testina incavata e dotata del nottolino elastico di espulsione e di una robusta unghia prismatica per l’estrazione, con ampio arco di presa e molla a filo di contrasto Arretrando troviamo collegato un cilindro in acciaio, dalla forma a clessidra, composto da un anello di base da cui si dipartono dodici lamelle elastiche, vicinissime e separate l’una dall’altra, con apice a dente che, grazie a un cono scorrevole internamente, si dilatano agganciandosi direttamente nel risalto di una corona circolare fresata all’interno della culatta della canna. Il manubrio sporgente dal carrello ha un contenuto movimento pivotante sul proprio asse: una camma interna fa arretrare il profilo a cono cui segue il ritorno delle lamelle alla posizione originale e la possibilità, tirando indietro il manubrio, di far compiere velocemente il ciclo dell’otturatore mentre la stabilità al momento dello sparo è assicurata da un sistema sottosquadra. La testina è mobile, con un ingegnoso sistema a incastro, per sostituirla in base alla serie di cartucce prescelte (tre misure disponibili) e un meccanismo ad alette, posto al fondo della culatta fissata alla calciatura, si solle-


Fucili canna rigata

Il Nikon Monarch 3 6-24x50 ha una dimensione ragguardevole come impongono i valori di ingrandimento in gioco

Un particolare del Nikon per tiro a lunga distanza: si osserva la torretta alta e graduata per il rapido intervento in elevazione e, prima dell’oculare, l’aggancio a fascetta della bolla d’aria per controllare l’orizzontalità della postura

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va automaticamente in caso di svincolo inopinato della chiusura arrestando tempestivamente il carrello. Le canne Blaser offrono sezioni diverse e profili lisci o scanalati per soddisfare ogni esigenza, così come le camerature seguono i desideri e le mode del momento: qui abbiamo in opera la cartuccia .308 Win., la più richiesta per il tiro e parimenti molto usata anche a caccia, ma si osservano canne per calibri molto particolari. Remo Orologio ne aveva disponibile una scanalata per la cartuccia 7-47 GS, quella che Giani e Sabatti, due nomi che non abbisognano di presentazioni,

hanno derivato dalla 6,5x47 Lapua allargando il colletto per una palla da .277 ottenendo una precisione davvero notevole anche a lunga distanza. Il fissaggio canna calciatura è dato da due pilierini integrali alla culatta e filettati internamente: si inseriscono in appositi recessi del fusto dove una culla metallica a misura accoglie la sezione inferiore della culatta stessa fermando il tutto con due brugole ed è intuibile come il ripristino della posizione sia automatico e perfetto. In mezzo a tanta innovazione si posizione adeguatamente il caricatore staccabile, prerogativa del Mod. R8,

Il gruppo caricatore, scatto e guardia realizzato in sintetico: sul fianco una delle due lamine elastiche per l’aggancio alla sede e nella guardia il grilletto arretrato per un comodo uso anche da chi ha mani piccole Caccia Passione 42


Fucili canna rigata Particolare del gruppo di scatto con il piolo collegato al grilletto tramite cui si comanda lo sgancio del percussore

Parte distale posteriore della culatta fissa dove si osserva al centro il dente di scatto e, ai fianchi, i rilievi di contrasto con i due risalti di sicurezza visti sotto alla culatta mobile: a destra sporge la levetta per sfilarla dalla sede

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inglobato nel gruppo di scatto: il complesso, che non ha mancato di sollevare qualche dubbio alla sua presentazione, inserito nell’apposita feritoia ricavata nel fusto, ha dato soddisfazione a quanti mal sopportavano il caricatore fisso. Bloccato in sede da due alette elastiche poste ai fianchi questo marchingegno realizzato in sintetico vede uno scatolato in cui si inserisce il cuore del caricatore, tra l’altro con suola elevatrice a movimento rotante, ricordo del mitico magazzino di Otto Schönauer nelle carabine Steyr del Novecento: è possibile procurarsi più d’uno di questi particolari così da tenere in tasca, già dotato di cartucce, il rapido ricambio. Nello stampo del complesso vediamo la guardia entro cui sporge il grilletto: lo sgancio diretto è quanto di meglio si possa avere su un tale impianto con stacco nitido e pulito senza vizi di sorta. Un cenno al sistema di percussione pensato per

sommare la totale sicurezza e la rapidità di intervento: l’armamento della batteria è svincolato dalla manovra dell’otturatore e viene attuato da un tasto posto nella coda della culatta mobile. Premendo si pone in tensione la molla del percussore e si è pronti allo sparo e anche ai successivi perché il complesso rimane armato: se per contro si rimanda il tiro basta una leggera ulteriore pressione sul tasto per farlo retrocedere distendendo la molla. Va da sé che rimandare il colpo e riprendere la marcia senza disattivare la batteria è una situazione di rischio notevole: l’attenzione personale è sempre richiesta per evitare brutte sorprese. Grazie all’attacco a sella peculiare della Blaser abbiamo potuto provare con speditezza e puntualità tre ottiche Nikon, importate dalla Nital di Moncalieri (TO): la Monarch 7 - 1-4x24, la Monarch 7 IL - 3-12x56 e la Monarch 3 - 6-24x50 SF: c’è tutto quindi

Culatta della canna con le punzonature della Casa compresi modello e calibro

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Fucili canna rigata

La prova a 100 m con ottica Nikon Monarch 7 1-4x24

Sempre a 100 m con ottica Nikon Monarch 7 3-12x56

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dalla caccia in battuta a quella alla cerca a selvaggina varia su diversi terreni a quella decisamente specifica del varmint, per quanto praticabile da noi, al tiro di poligono. In aggiunta alle qualità intrinseche di questi cannocchiali dall’eccellente impianto ottico con reticolo inciso sulla lente e struttura monopezzo con tubo da 30 mm, c’è da osservare un’integrazione apportata dalla Castor, l’azienda creata da Remo Orologio e dal socio Alessandro Castellanelli, sotto forma di torrette balistiche ideate appositamente per le ottiche della marca nipponica, utili anzi necessarie per conseguire certi risultati che Remo mostra nel suo palmares di tiro agonistico. Nel compatto 1-4x24 spicca la pupilla di uscita di ben 16 mm, la distanza oculare di 96,5-94,0 mm e il campo visivo a 100 m di 39,9 m con 1x, tutti fattori utili a una pronta assunzione dell’immagine e un veloce intervento di tiro. Nel 3-12x56 spiccano il diametro dell’obiettivo finalizzato alla massima lu-

minosità e definizione dell’immagine anche in scarse condizioni di luce, quindi ottimale per la caccia ai selvatici crepuscolari, abbinata alla gamma di ingrandimenti valida per tiro in movimento come per l’aspetto anche a distanze considerevoli: è presente la correzione della parallasse sulla torretta laterale e l’illuminazione del reticolo. Il 6-24x50 si caratterizza per il tubo da 1” (25,4 mm), pupilla di uscita di 2,1 mm che impone un accurato posizionamento dell’occhio, reticolo posto sul secondo piano di immagine così da non mutarne lo spessore apparente variando gli ingrandimenti: il reticolo Duplex (fine crosshair) consente una mira molto accurata così come la taratura degli scatti delle torrette impostati a 1/8 di MOA. Non manca certo la terza torretta per il correttore della parallasse. Esperienza più che interessante e i bersagli conseguiti esprimono le capacità dei mezzi tecnici filtrate, purtroppo, da quelle di media caratura del tiratore.

L’autore ringrazia il Signor Giorgio Rosso (tel. 347 96 92 677) titolare del poligono di tiro di Carrù (CN) e il sempre valido aiutante Kevin Ballauri per l’efficace assistenza

Ancora a 100 con ottica Nikon Monarch 3 6-24x50: i tanti ingrandimento danno un aiuto in più Caccia Passione 46


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Aperta la scatola si può estrarre l’alveare in plastica entro cui sono contenute le cartucce Caccia Passione 48


Munizioni

La cartuccia 6,5 Creedmoor Hornady con palla ELD Match Caccia Passione 49


La cartuccia 6,5 Creedmoor Hornady con palla ELD Match di Costantino Ramolfi

Le cartucce per tiro a lunga distanza sono in pieno fermento e sovente i progetti statunitensi sono supportati dalla produzione industriale di ottime cariche con destinazione specifica come questa pensata per le competizioni

P

rovati sovente per molto tempo sui campi di gara da tiratori di vertice che, su istanza dei produttori, si prestano a tale esperienza, alcuni calibri specifici per il tiro a lunga distanza calcano la ribalta commerciale quando le prove, durate magari qualche anno, hanno sentenziato che tutto funziona a dovere. Il 6,5 Creedmoor scopre le sue carte già nel nome dedicato a quel campo di tiro in cui dalla fine dell’Ottocento si svolgono competizioni di cui si rammenta quella alle mitiche 1.000 iarde. Lo spostamento del calibro verso la misura dei 6,5 mm è un omaggio alle teorie consolidate della vecchia Europa e un affiancamento alla competitrice più prossima, la 6,5x47 Lapua. Non mettiamo oggi in paragone queste due magnifiche cartucce focalizzandoci su quella statunitense: la Hornady, che ha creato questa cartuccia nel 2007, ha meritoriamente inserito nella sua linea produttiva di alta gamma più di un caricamento originale per tale calibro fra cui abbiamo scelto questo specifico per il tiro. E’ magari superfluo rammentare come la Casa sia una delle migliori produttrici di palle da rica-

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rica e da questo comparto sceglie appropriatamente il prodotto per le sue cartucce originali. Nel tiro la gran parte degli agonisti ricarica da sé quanto occorre per allenamenti e competizioni, ma non mancano altri appassionati, con esigenze un poco diverse, che sperimentano positivamente il bilanciamento fra costi e rendimenti delle munizioni originali. Osserviamo quindi la carica di fabbrica con la palla ELD Match da 140 grani. Sulla confezione in cartoncino opaco di colore neutro spiccano il marchio di fabbrica in rosso brillante, le diciture Accurate, deadly, dependable che rappresentano il programma aziendale, e l’effigie del fondatore J. W. Hornady (1907-1981), una di quelle figure che spiace non aver potuto conoscere personalmente tale e tanta è la simpatia e l’affidabilità che ispira. In un angolo in basso una dicitura indica il quantitativo di 20 cartucce contenuto nella confezione. Simili diciture vengono riportate sul fondo della scatola mentre sui fianchi corti spiccano le specifiche delle cariche contenute: accanto alla grande H rossa risalta la dicitura MATCH in blu, al di sotto il calibro 6,5 Creedmoor e 140


Munizioni

La scatola in robusto cartoncino richiama l’attenzione per la scritta in rosso con il logo aziendale e non manca di suscitare simpatia l’effigie sfumata del fondatore J. W. Hornady: molto apprezzabile questa scelta

gr ELD Match riferito alla palla. Sul retro della confezione appaiono le prescrizioni di sicurezza e la segnalazione del supporto finanziario che l’azienda dà, in base al proprio fatturato, per l’associazione National Shooting Sports Heritage Found e per la Wildlife Restoration con intuitive finalità di ripristino delle zone naturali: ve l’immaginate qui da noi un abbinamento col nostrano WWF? Altre terre, altre mentalità. Sempre sul retro cominciamo a vedere i numeri che interessano al tiratore: in uno specchietto sono riportate la velocità alla bocca di 2710 fps (circa 888 m/sec) e la traiettoria con basi da 100 a 500 yds. La taratura a 200 yds vede un alzo di 1,9” a 100, e una caduta di 7,8” a 300, 22,3” a 400 e 44,4” a 500: tradotto in cm si osservano + 4,8, - 19,8, - 56,6, - 113. Da notare come le distanze siano in iarde e quindi occorra aggiungere mediamente un 10% ai valori in cm sopracitati per confronti con le nostre misure abituali. All’interno le cartucce sono riposte in un robusto alveare prismatico in plastica da cui si prelevano senza combattere con quei risalti di fermo che si trovano presso altri fabbricanti:

Su uno dei fianchi sono riportate le caratteristiche principali come il calibro, 6,5 Creedmoor e la palla adottata, la recente ELD Match da 140 gr

Sul fondo della scatola spiccano il marchio aziendale e le tre caratteristiche che presiedono alla fabbricazione e quindi alla resa delle munizioni Hornady: accuratezza, micidialità (che è anche il raggiungere il 10 di un bersaglio in cartoncino), affidabilità Caccia Passione 51


comodo, specie quando si è sul bancone cercando di non perdere la posizione. La fattura del prodotto è troppo nota agli appassionati per metterci a descriverla: anche l’ottone impiegato nei bossoli è di alta qualità e, a chi interessa, permette alcune ricariche; eseguiti a perfezione anche l’incavo nel fondello per l’aggancio dell’unghia di estrazione e la sede dell’innesco. Leggera e sicura la crimpatura della palla ELD da 140 gr, una delle ultime creazioni della Casa, con struttura interna in lega di piombo, camiciatura in rame saldata, disegno secondo le attuali regole con corpo cilindrico, ogiva molto allungata con profilo iperbolico e punta in sintetico riportata. Alcune prove di tiro con

carabine come la Ruger Predator hanno evidenziato le potenzialità della cartuccia anche in questi fucili di basso costo, caratterizzati da un peso leggero e una canna corta, intorno ai 22” con rosate poco sopra il mezzo MOA: grazie a questo specifico modello e agli analoghi come una X-Bolt di Browning e una Axis di Savage il calibro si sta diffondendo anche da noi e non mancano esperienze anche venatorie, con l’opportuno cambio di palla: densità sezionale e buona traiettoria consentono abbattimenti puliti anche di selvaggina di media taglia, ma sono quei fori ravvicinati nel cartoncino del bersaglio a conquistare il favore di una lista cospicua e crescente di appassionati.

Dall’alveare da 20 pezzi le cartucce possono essere estratte senza sforzi di sorta: una buona soluzione per evitare movimenti indesiderati quando si è sul bancone di tiro e quando si hanno le mani fredde

Il proiettile ELD viene ricavato da una struttura classica con nucleo in piombo saldato alla mantellatura in rame con spessori estremamente costanti per una rotazione senza incertezze: completa l’opera la punta in policarbonato Caccia Passione 52


Munizioni

La cartuccia si presenta compatta, bossolo corto da 55 mm adatto ad azioni della classe .308 Win., solco di presa dell’estrattore profondo e ben rifinito

Poste cosĂŹ sul bancone di tiro le cartucce risultano a portata di mano per una accurata serie di tiri

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La buona Messa a Fuoco su questo capriolo all’inizio della primavera non si è lasciata ingannare dai rami interposti fra il punto di ripresa e il soggetto. Caccia Passione 54


Digiscoping

LA SCELTA DEL LUNGO: ANGOLARE O DIRITTO?

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LA SCELTA DEL LUNGO: ANGOLARE O DIRITTO? La spontaneità operativa del telescopio diritto SwarovskiOptik sembra favorevole alle valutazioni e al Digiscoping; ma un numero ben maggiore è di cacciatori e/o digiscopers usano l’angolare. Vediamone le ragioni, alla luce degli attuali modelli. di Riccardo Camusso

E

’ meglio il lungo diritto o quello angolare? Questa è sicuramente la domanda più ricorrente che – oggi come e più di ieri - ci rivolgono cacciatori e digiscopers. Iniziamo dicendo che la sigla che contraddistingue i lunghi prodotti dalla SwarovskiOptik già evidenzia la differenza “morfologica” fra ATX e STX, o fra ATS e STS : la lettera “A” significa appunto “angolare”, mentre la sigla iniziale “S” richiama la forma a S, o diritta, dell’STX e la visione comunque rettilinea. Ma le differenze non si fermano qui. A livello strutturale, naturalmente nulla cambia per quanto riguarda lenti, schema ottico, ingrandimenti, ghiere e quant’altro, tanto più nel sistema modulare (ATX e STX), in cui il modulo obiettivo (6585-95) resta comunque identico a prescindere dalla forma dell’oculare. Ciò che cambia, quindi, è appunto la forma del modulo oculare; all’interno del lungo, ciò si traduce in uno specchio in più (che serve per trasmettere la visione all’occhio) nel modello a “S”. In ogni modo questo specchio in più Caccia Passione 56

La buona Messa a Fuoco su questo capriolo all’inizio della primavera non si è lasciata ingannare dai rami interposti fra il punto di ripresa e il soggetto.


Digiscoping non condiziona in alcun modo la luminosità generale. Ricordiamo, comunque che, la presenza – a prescindere - di specchi interni, presenti in tutti i telescopi moderni da osservazione terrestre, risponde alla precisa esigenza di limitare le dimensioni del telescopio. Solo per esemplificare il modello allungabile (CTC 30x75) misura 49 cm, mentre l’ATX65 ha una lunghezza di 33,9 cm. Fermo restando, quindi, l’indiscussa e alta qualità generale – uguale per tutti - degli attuali lunghi da osservazione e Digiscoping, la valutazione che conta riguarda l’uso squisitamente pratico di questi prestigiosi strumenti ottici. E’ proprio in questo tipo di test che emerge la differenza fra diritti e angolari. Perché la stragrande maggioranza di cacciatori, selecontrollori e digiscopers preferisce

gli angolari? Con i modelli diritti, l’occhio è chiaramente in linea con il soggetto. Senza curve o angoli. Benissimo, quindi, quando il soggetto inquadrato è davanti a noi, alla stessa altezza. Non dobbiamo fare contorsioni o altro: la visione è immediata, intuitiva. Quando, tuttavia, la situazione non è così “classica” (soggetto più alto, più basso, più avanti, più indietro, a grande angolo di sito ecc.) le cose cambiano. Radicalmente. In questi casi, che sono la stragrande maggioranza, la visione rettilinea non è più possibile, saremmo costretti a spostarci, muoverci con il corpo, contorcerci e tanto altro per inquadrare il soggetto, tanto più quando esso si muove più o meno velocemente. Ecco, allora, che i modelli angolari si dimostrano assai più performanti e, soprattutto,

Sfruttando la rotazione di 360° sul proprio asse, i telescopi angolari – sia in osservazione che in Digiscoping - si modulano sulla posizione del digiscoper, e non viceversa Caccia Passione 57


I telescopi diritti, contrassegnati dalla sigla “S” ripropongono una visione rettilinea.

Sopra. Anche con soggetti che stazionano più in alto o più in basso rispetto al digiscoper, i telescopi angolari consentono di stare ben paralleli al terreno, senza contorsioni inutili.

Un formidabile primo piano di un capriolo in velluto rip

sfruttano alla grande la possibilità di ruotare sul proprio asse di 360°. Potremo stare fermi dove siamo, senza alcuna contorsione del corpo ed avendo a disposizione una visuale sopra, sotto, davanti, dietro, destra, sinistra e a più di 180°. Non solo: potremo anche avere osservazioni usando il lungo a mo’ di periscopio, o viceversa, sempre senza muoverci dalla nostra posizione. E’ come se dovessimo fare incursione in una camera

restando nascosti in corridoio e usando un fucile a canne ad angolo. Certo: occorrerà un (breve) periodo per familiarizzare con questa visione a “L”: all’inizio può apparire innaturale, ma poche “ore di volo” sono più che sufficienti. Un esempio fra tanti: siamo in una cengia montana, o in auto, o comunque non vogliamo/possiamo spostarci e/o affacciarci. Con il lungo angolare, e con la possibilità di ruotarlo alto/basso/destra/si-

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Digiscoping

preso (a 260 mt. di distanza) con un telescopio SwarovskiOptik ATX 95 Angolare portato a 70x.

nistra, senza muovere un dito e senza contorsioni, abbiamo un campo estremamente ampio. E se vogliamo osservare un uccello su un ramo, o un camoscio in basso, o con angoli di sito estremi, possiamo farlo senza contorsioni e/o colpi della strega. In una parola, non dobbiamo modulare la nostra posizione e il brandeggio del lungo a seconda della posizione del soggetto. SarĂ invece il lungo ad adeguarsi alla nostra posizione sta-

tica, qualunque essa sia. Molto utile provare tutto ciò sul campo, nella pratica. Invitiamo chi vuole provare prima di scegliere ai nostri workshop di Digiscoping e di Osservazione o alla nostra postazione attrezzata. I vantaggi dei telescopi angolari sono qui evidenziati sul campo, anche grazie ai moderni monitor aggiuntivi ad alta risoluzione (riccardo.camusso@alice.it ).

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Digiscoping

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Veterinaria

Leishmaniosi canina e pappataci, una presenza preoccupante per la salute del nostro cane.

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Leishmaniosi canina e pappataci, una presenza preoccupante per la salute del nostro cane. La vista è un bene prezioso, sia per gli uomini che per gli animali. Entrambi possono condividere dei disturbi visivi in grado di compromettere qualsiasi attività, caccia compresa. Tra le patologie che presentano una certa rilevanza nell’ambito della caccia, vogliamo ricordare le miodesopsie, conosciute anche come “mosche volanti”. di Francesca Pierri

C

on l’avvento della bella stagione, le passeggiate con il nostro amico a quattro zampe si moltiplicano, ma attenzione: gli spazi verdi ed umidi nascondono diverse insidie. Uno dei peggiori nemici del cane è infatti il pappatacio, un insetto simile alla zanzara, colpevole della leishmaniosi. Si tratta di una malattia infettiva molto grave, spesso mortale per il cane e che può colpire anche l’uomo. È importante perciò conoscerne i sintomi ed i metodi di prevenzione.

persona, il protozoo che provoca la malattia deve infatti, per diventare infettante, compiere una parte del proprio ciclo biologico all’interno dell’organismo del pappatacio. La malattia è causata da un microorganismo, la Leishmania infantum, ovvero un parassita del sangue e viene trasmesso al cane mediante la puntura di un insetto, il pappatacio. Solo gli esemplari di sesso femminile pungono per procurarsi il sangue necessario a far maturare le uova. Dopo una fase di maturazione nell’intestino del pappatacio, la leishmania La trasmissione della leishmaniosi non av- può essere trasmessa ad un altro ospite, duviene direttamente da cane a cane o da cane a rante un successivo pasto dell’insetto.

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Veterinaria

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una diagnosi. Alcuni animali, una volta infettati, presentano prevalentemente sintomatologie cutanee, in altri vengono colpiti gli organi interni ed in alcuni casi possono manifestarsi entrambi i sintomi. Alcuni dei sintomi più diffusi sono la dermatite secca esfoliativa tipo forfora, una perdita di peso repentina, alopecia (ovvero perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe o sul dorso), lesioni alle orecchie le quali perdono pelo e manifestano ulcere sanguinolente, perdita di sangue dal naso dovuta a ulcere nella mucosa orale in cui sono presenti i parassiti, crescita accelerata delle unghie, dolori articolari e lesioni oculari. A livello viscerale si riscontrano invece danni ai reni, in correlazione ai quali compaiono a seconda del procedere della malattia: polidipsia, poliuria, anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali, sino ai segni neurologici e al coma uremico. La diagnosi viene effettuata in laboratorio attraverso l’analisi di campioni di sangue o urina. Per quanto riguarda le cure, vi sono dei farmaci che nel caso in cui la malattia sia ancora poco diffusa, riescono a contenerla ed in alcuni casi curarla. Dunque cosa si può fare per evitare il contagio? La prevenzione diretta, atta ad evitare che il cane venga punto dall’insetto infetto resta di vitale importanza. Per fare ciò possiamo ridurre il rischio di contagio ricorrendo a repellenti specifici, ricordando che la maggior parte degli antiparassitari in commercio risultano tossici per i gatti che non devono perciò venirne a contatto. A partire dal 2012, è inoltre stato reso disponibile un vaccino in grado di bloccare l’azione del parassita. Prima di effettuare tale vaccino è però necessario verificare tramite esame del sangue che il cane non sia positivo all’infestazione, in questo caso il vaccino risulterebbe inutile.

Il pappatacio è un insetto molto diffuso nell’area mediterranea, lungo circa 2-3 mm e che a differenza delle zanzare non emette alcun suono durante il volo ed è attivo soprattutto nelle ore serali e notturne. È attivo nel periodo che va da maggio a ottobre ed è particolarmente diffuso nelle aree collinari e in pianura, predilige inoltre luoghi freschi come abitazioni e cantine. In Italia ci sono regioni più a rischio ma ormai la malattia si sta espandendo e zone un tempo ritenute “sicure” non lo sono più. Fino a pochi anni fa infatti, la quasi totalità dei casi si registravano lungo le coste marine, nel corso deli ultimi anni invece ci sono stati focolai in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Trentino. Una volta punto dall’insetto infetto, il cane colpito dalla malattia può andare incontro a sintomi piuttosto gravi che possono manifestarsi assieme o singolarmente. I possibili sintomi della malattia sono numerosi e spesso ne sono presenti solo alcu- * A seguito delle numerose richieste giunte in redani, uno soltanto o addirittura nessuno. Per zione abbiamo deciso di riproporre questo articolo questo in genere risulta difficile arrivare ad inerente la lesmania canina. Caccia Passione 66


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CACCIA PASSIONE Anno VII – N° 03 – Marzo 2018 www.cacciapassione.com

Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com Collaborazioni Pierfilippo Meloni, Emanuele Tabasso, Riccardo Camusso, Saverio Patrizi, Simone Ricci, Claudia Zedda, Pina Apicella, Vincenzo Frascino, Valerio Troili, Kalaris, Ilaria Troili, Simona Pelliccia, Francesca Pierri. Traduzioni A cura della Redazione Grafica e impaginazione A cura di Grazia Lospennato Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Vincenzo Frascino. Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3271378484 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3271378484 redazione@cacciapassione.com Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 ®CACCIA PASSIONE È UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA.


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