Le Ricette del Buon Ricordo per l'Unità d'Italia - 2012

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gio 1849 e sostenuto da una squadra navale. Dopo una strenua resistenza, la città fu costretta a capitolare.” Figura esemplare di questo episodio fu il mazziniano Antonio Elia, marinaio di poca cultura ma di eccezionale tempra patriottica, che fu fucilato dopo la presa della città. Sulle sue tracce, il figlio Augusto, che si unirà a Garibaldi nella spedizione dei Mille e fu uno degli eroi di Calatafimi, facendo scudo col proprio corpo al suo comandante; ferito in modo gravissimo, non appena ristabilito si riunì al generale seguendolo fino all’Unità d’Italia, quando fu decorato cavaliere dell’Ordine militare di Savoia. Quanto alla rievocazione gastronomica, lo chef di Villa Amalia ha scelto delle seppie in zimino, piatto che unisce mare ed entroterra e accomuna Ancona a Genova, come a dire che certi valori non hanno mai conosciuto frontiere. Chissà per quale strano giro linguistico il nome è di origine araba, – da ‘sam n’, grasso, burroso, – a indicare un modo succulento di cucinare il pesce assieme a biete, spinaci o analoghe erbette. Nel nostro caso pulire le seppie come di consueto, quindi tagliare il mantello a listerelle e separare i tentacoli. Liberare le biete dalle costole, lavarle e trinciarle abbastanza fini. Porre sul fuoco una casseruola con un velo d’olio e far prendere leggero colore a un trito di cipolla, carota e sedano. Unire le seppie e lasciare che prendano sapore, quindi bagnarle con un bicchiere di vino bianco, lasciando sfumare. Aggiungere le biete e la passata di pomodoro, mescolare e portare a cottura in una mezz’ora sotto coperchio, avendo l’accortezza che il fondo resti sempre ben fluido.

Vino consigliato: Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Doc

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