Il modello idealizzato del Rinascimento dagli architetti Percier e Fontaine

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Il modello idealizzato del Rinascimento dagli architetti Percier e Fontaine, tra rivoluzione francese e impero napoleonico BRIAND Quentin

ROMA E IL RINASCIMENTO - 2021/2022

FRANCESCA MATTEI

Il modello idealizzato del Rinascimento dagli

architetti Percier e Fontaine, tra rivoluzione francese e impero napoleonico

I. Introduzione II. Il viaggio in Italia degli architetti francesi

1. Grand Prix de Rome

2. L’Academia di Francia e “l’envoi de Rome”

III. Interesse per il rinascimento : tra reale e ideale

1. Palazzo Farnesina ai Bullari

2. Palazzo Farnese

3. Palazzo Massino alle colonne

4. Villa Madama

IV. Conclusione

Copertina : Vue du vestibule d’entrée du palais Farnèse du côté de la place, FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, GARRIC Jean-Philippe, Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, Editions MARDAGA, 2008 (dall’edizione originale di 1798), tav. 43

SOMMARIO

I. Introduzione

Charles PERCIER (1764 - 1838) e Pierre Fontaine (1762 - 1853) sono due architetti francesi, riconosciuti per aver lavorato come architetti personali di Napoleone. Si incontrano nello studio di Antoine François Peyre (1739-1823), all’Accademia Reale di Architettura, mentre preparavano il concorso del Grand Prix de Rome, che permetteva al vincitore di diventare pensionante dell’Accademia di Francia a Roma nel Palazzo Mancini.

Sono gli autori di due raccolte sulla Roma Moderna, che hanno avuto un grande successo e che hanno influenzato la produzione architettonica francese dell’epoca, sia la loro che quella dei loro contemporanei. Il primo si chiama «Palais de Rome, palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome(1)», pubblicato in una prima edizione anonima nel 1798 e sotto il nome degli architetti nel 1803. Il secondo si chiama «Choix des plus célèbres maisons de plaisance de Rome et ses environs mesurées et dessinées(2»), pubblicato in 1809.

PERCIER vinse il primo Prix de Rome nel 1786 e divenne ospite dell’Academia di Francia al Palazzo Mancini, mentre Fontana raggiunse la città a sue spese e finì per entrare nell’accademia grazie alle sue relazioni. Essi eseguirono i loro studi e disegni fino al 1790(3). Il periodo è segnato da un’instabilità politica in una Francia segnata dalla rivoluzione di 1789. La commissione architettonica della monarchia e della sua corte o della chiesa è un tempo passato. Il tempo richiede un’architettura più modesta, civile, per i clienti meno prestigiosi. Un’architettura che troverà un modello nel Rinascimento italiano e nei suoi palazzi e abitazioni.

In questo contesto, studieremo l’architettura rinascimentale attraverso gli occhi dei due architetti francesi, tra reale e ideale.

Ci concentreremo sullo studio di questi due libri per analizzare la visione dei due architetti sull’architettura del Rinascimento romano.

(1) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798

(2) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Choix des plus célèbres maisons de plaisance de Rome et de ses environs, Paris, Didot l’Ainée, 1809

(3) GARRIC Jean-Philippe. «La Renaissance Perfectionnée. Le Cinquecento Dans Palais, Maisons Et Autres édifices Modernes Dessinés à Rome De Charles Percier Et Pierre Fontaine.» Ricerche Di Storia Dell’arte 105 (2011): 25-95. Web, p.26

II. Il viaggio in Italia degli architetti francesi

1. Il Grand Prix de Rome

L’interesse degli architetti francesi per la città di Roma e la sua architettura si concretizza già con la creazione del Prix de Rome (Premio di Roma) nella seconda metà del XVIII secolo.

Si tratta di una borsa di studio consegnata al vincitore del concorso di architettura che gli permette di partire in viaggio di studio a Roma, e di studiare i suoi monumenti e le rovine antiche. Questo soggiorno si svolge presso l’Accademia di Francia a Roma, situata nel palazzo Mancini dal 1725 al 1793 poi alla Villa Medici dal 1793 ad oggi. Questo concorso è accessibile agli allievi dell’Académie Royale d’Architecture (poi Académie des Beaux-Arts a partire dal 1793). La durata del viaggio è di 4-5 anni.(1)

Charles Percier vinse il primo Prix de Rome nel 1786(2), che gli permise di partire per Roma nello stesso anno, poi raggiunto da Fontaine. Il loro soggiorno a Roma si estese dal 1786 al 1790. Nel 1791 viaggiano attraverso l’Italia. Durante questo periodo, producono un gran numero di disegni, interessandosi principalmente agli edifici rinascimentali, importanti come più banali, ma anche alle sculture e frammenti antichi.

(1)VERGER Annie, Rome vaut bien un prix. Une élite artistique au service de l’État : Les pensionnaires de l’Académie de France à Rome de 1666 à 1968, Artl@s Bulletin 8, no. 2, 2019, p.86

(2) PERCIER Charles, Premier Prix de Rome, Édifice destiné à rassembler les Académies, Paris, Ecole Nationale des Beaux-Arts, PRAe10, 1786

2. L’Academia di Francia e “l’envoi de Rome”

Una volta a Roma, gli studenti dell’Accademia di Francia si sottopongono ad un esercizio chiamato «Envoi de Rome». È diventato obbligatorio a partire dal 1778. Consiste nel realizzare un lavoro da inviare a Parigi per la sua valutazione. Può assumere tre forme: quella di un progetto, del rilievo di un monumento moderno oppure del rilievo e della restituzione di un monumento antico.

Il lavoro di restituzione di un monumento antico consiste in diverse tappe: realizzare un’analisi tipologica dell’edificio, poi ripercorrere la sua storia, dall’antichità allo stato contemporaneo, individuando i vari eventi significativi che hanno comportato la modifica/distruzione dell’edificio. Poi si tratta di rilevare il monumento allo stato attuale. Infine, grazie a fonti testuali, iconografiche e archeologiche, il monumento viene restituito con il disegno nel suo stato antico.

Charles Percier ha quindi realizzato questo esercizio, scegliendo di realizzare una restituzione della colonna di Traiano(1). È uno degli edifici meglio conservati dell’epoca imperiale romana, ancora oggi. Questo lavoro di restauro di una colonna monumentale ancora in ottime condizioni, ha quindi poco interese, contrariamente ai lavori di altri pensionanti su terme e templi in rovina, a riflettere sulla nozione di spazio o di composizione di facciata dell’architettura antica.

Al contrario, la sua visione si concentra più sulla scultura, l’opera d’arte, attraverso lo studio della base della colonna e dei suoi bassorilievi che ricoprono il fusto. In effetti, la questione della scultura antica è quella che la interesserà di più, tanto che i frontispices nei suoi due libri sul Rinascimento saranno punteggiati da queste opere e frammenti antichi.

Così gli unici edifici contemporanei facenti parte del corpus degli archi-

(1) PERCIER Charles, Colonne de Trajan, Façade principale du piédestal, Paris, École Nationale des Beaux-Arts, Env1-03, 1788

tetti saranno destinati alla presentazione e valorizzazione di collezioni antiche, in particolare il museo Pio Clementino in Palais de Rome e la Villa Albani Torlonia in «Scelta delle più famose case da diporto di Roma». Pierre Fontaine non è mai stato più che secondo premio di Roma, quindi intraprende il viaggio a sue spese prima di raggiungere il suo collega all’Accademia, grazie alle sue relazioni. A causa delle sue modalità di accesso, egli stesso non sarà soggetto all’invio di Roma. Così non realizzerà questo esercizio di studio dell’architettura antica che occupa normalmente il viaggio di tutti gli pensoniati.

Effettivamente, durante questo viaggio a Roma, l’attenzione degli architetti si concentra in particolare sullo studio dei monumenti moderni della città, più in particolare sugli edifici rinascimentali, in previsione della creazione delle loro due opere(1) (2) che saranno pubblicate qualche anno dopo al loro ritorno in Francia.

(1) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798

(2) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Choix des plus célèbres maisons de plaisance de Rome et de ses environs, Paris, Didot l’Ainée, 1809

III. Interesse per il Rinascimento : tra reale e ideale

Se si guarda al corpus delle loro due opere, sui palazzi e sulle ville, la grande maggioranza degli edifici presentati sono concepiti durante il Rinascimento. Come già detto, gli unici edifici contemporanei del corpus sono destinati all’accoglienza di collezioni antiche, una tematica che sarà per loro un’ispirazione durante il loro progetto sui lavori di ampliamento del Louvre e del suo museo, quando divennero architetti di Napoleone. Non sono i primi architetti francesi del XVIII secolo ad interessarsi alla Roma moderna, ma sono i primi a pubblicare un’opera di tale ampiezza e portata.

-vent dégradés par l’ignorance des innovateurs, ou par le caprice des propriétaires, quelques-uns n’ont conservés de leur première forme qu’une disposition difficile à reconnaître. »(1)

Così, questa teorizzazione del modello rinascimentale permette la creazione di opere che presentano modelli architettonici che possono servire d’ispirazione agli architetti francesi contemporanei:

L’essenza della loro opera è di rappresentare questi edifici, non cercando di descrivere le loro condizioni attuali, ma piuttosto di interessarsi alla forma ideale: il modo in cui sono stati progettati, anche se questa forma non esiste più o non è mai esistito. Ciò porta ad una certa idealizzazione del modello rinascimentale: della sua semplicità, del rapporto proporzionale tra le parti, in piano come in prospetto. La loro volontà è quella di rappresentare l’essenza ideale del modello rinascimentale.

« Il fallait représenter les ouvrages tels qu’ils avaient été conçus, et non pas toujours dans l’état où nous les avons trouvés : sou-

«

Nous ne prétendons pas dire que l’on doive copier servilement tous les édifices que nous présentons : nous ne les donnons pas comme entièrement exempt de défauts. Nous savons encore que notre climat, nos matériaux, nos usages, nous prescrivent souvent d’autres formes. Mais cependant nous pouvons dire en observant la marche qu’on suivit les architectes italiens dans leur composition, en les comparant avec les données qu’ils avaient à remplir, en les étudiant enfin, les artistes observateurs sauront profiter avec avantage des lumières que cette collection leur offrira »(2)

« Produire beaucoup d’effet avec les moyens les plus simples »(3)

O in italiano «Produrre molto effetto con i mezzi più semplici.

(1) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Choix des plus célèbres maisons de plaisance de Rome et de ses environs, Paris, Didot l’Ainée, 1809, p.2

(2) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798, p.7

(3) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798, p.5

Questa ricerca di semplicità interviene in un contesto politico in Francia di tra-due, tra l’Ancien Régime e l’Empire, dove la commissione architettonica disponibile agli architetti non è più adatta alla grandezza e ai riferimenti dell’architettura antica. Lo si sente nella prefazione di Palais et Maisons[...], pubblicata nel 1798.

La seconda opera sulle ville fu pubblicata nel 1809, quattro anni dopo la creazione dell’impero francese, mentre Percier e Fontaine divennero architetti dell’imperatore. È il ritorno del prestigio delle commissioni architettoniche come l’ampliamento del Palazzo del Louvre e il progetto del Palazzo del Re di Roma.

Il suo discorso consiste nella descrizione degli edifici, in pianta e prospetto, nella loro condizione contemporanea. Così, mentre si dedica alla rappresentazione del reale, potremo vedere in confronto come gli architetti Percier e Fontaine si sono interessati al modello ideale. Esamineremo alcuni casi di studio in cui metteremo in relazione i disegni di Percier e Fontaine con quelli del loro allievo Letarouilly o i disegni originali del Rinascimento.

Per comprendere meglio la visione dei due architetti sull’architettura rinascimentale e il loro modo di presentare e teorizzare questa architettura, possiamo confrontare la loro visione con quella di Paul Letarouilly (1795-1855).

Allievo dei due architetti nel loro studio dell’Ecole des Beaux-Arts, si dedicherà anch’egli alla pubblicazione di un’opera sugli edifici romani: « Édifices de Rome moderne : ou recueil des palais, maisons, églises, couvents, et autres monuments publics et particuliers les plus remarquables de la ville de Rome»(1) pubblicata tra il 1840 e il 1855.

LETAROUILLY Paul, Villa de Papa Giulio, vue du bâtiment d’habitation prise de l’extrémité de la grande cour, da Édifices de Rome moderne, ou Recueil des palais, maisons, églises, couvents, et autres monuments publics et particuliers les plus remarquables de la ville de Rome, Paris, Firmin-Didot et Frères, 1840, vol 2, tav. 214

(1) LETAROUILLY Paul, Édifices de Rome moderne, ou Recueil des palais, maisons, églises, couvents, et autres monuments publics et particuliers les plus remarquables de la ville de Rome, Paris, Firmin-Didot et Frères, 1840

1. Il palazzo Farnesina ai Baullari

Situato in via Vicolo dell’Acquila e via dei Baullari, questo piccolo palazzo è attribuito all’architetto Baldassare Peruzzi (14811537), l’architetto di Villa Farnesina. L’edificio occupa interamente un piccolo isolato urbano, ma la ristrettezza delle vie impedisce di avere un arretramento sulla sua facciata principale, di cui studieremo i disegni.

(1) BRIAND Quentin - Fotografia della facciata del palazzo dal Corso Vittorio Emmanuele, 2022

All’epoca dell’apertura del Corso Vittorio Emmannuele nel XIX secolo, il palazzo si ritrova in facciata della nuova arteria, ma la facciata recentemente messa in luce non è la sua facciata principale, quindi questa è rimaneggiata dall’architetto Enrico Guj. Quest’ultimo aggiunge una loggia sulla nuova facciata del corso Vittorio e quindi snatura la facciata principale di Peruzzi modificando un’intera campata (1) .

dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798 , tav. 22

LETAROUILLY Paul,

et élévation du Palais Linotte Vicolo Dell’Aquila, da Édifices de Rome moderne, ou Recueil des palais, maisons, églises, couvents, et autres monuments publics et particuliers les plus remarquables de la ville de Rome, Paris, Firmin-Didot et Frères, 1840, vol 2, tav. 49

(1) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Palazzo Farnesina ai Baullari, da Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes Plan

La facciata originale si compone di due registri: quello del sottosuolo con un bosaggio in pietra, mentre quello dei due piani superiori è riempito di mattoni Pianella. La facciata si divide in 5 campate abbastanza ravvicinate. Le finestre sono incorniciate da frontoni. L’ordine architettonico non è utilizzato.

Si nota che la facciata disegnata da Percier e Fontaine subisce delle modifiche. In effetti semplificano il prospetto dell’edificio riquadrando le finestre del piano nobile di frontoni identici mentre sulla versione di Letarouilly e sui resti ancora oggi visibili, ci si accorge che la forma dei frontoni alterna tra triangolari ed ellittici. Allo stesso modo, i due architetti semplificano il motivo del basamento , disegnando strisce della stessa altezza mentre nella versione di Letarouilly, più fedele alla realtà, l’altezza delle strisce alterna.

Si può osservare lo stesso fenomeno in pianta. La trama irregolare dell’edificio diventa un quadrato perfetto sulla pianta di Percier e Fontaine. Si comprende dunque bene che l’intenzione degli architetti è di isolare il sistema ideale dalle forme architettoniche del Rinascimento (il quadrato, il cerchio), senza necessariamente confrontarsi con gli aggiustamenti imposti dalle condizioni reali, di forma della particella nel caso presente.

2.

Il palazzo Farnese fu commissionato dal cardinale Alessandro Farnese,

futuro papa Paolo III, all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546). Iniziato nel 1515, il progetto passò dalla residenza di un cardinale a quella di un papa, provocando cambiamenti nel progetto quando Paolo III divenne papa nel 1534. Alla morte dell’architetto nel 1546, Michelangelo gli succede per completare il progetto: è l’autore dell’ultimo piano del palazzo, della finestra del salone centrale del piano nobile e della cornice monumentale.

Forse i due architetti danno prova di un po’ più di moderazione o di auto-censura quando si tratta di rappresentare gli edifici più importanti del Rinascimento come il palazzo Farnese. Vi si ritrova lo stesso motivo di frontoni alternati ignorato nel disegno del Palazzo

Palazzo Farnese Peter1936F, WikiCommons, Facciata del Palazzo Farnese, 2012, fonte web

Mentre si astengono dal rappresentare il terzo piano del cortile aggiunto da Michelangelo, la finestra centrale del pianoforte mobile, aggiunta da quest’ultimo, e che non si inserisce nel sistema delle altre finestre, ma che si definisce come un elemento singolare, è ben rappresentata.

In effetti, il registro dell’ultimo piano della corte completato da Michelangelo differisce dal disegno di Antonio Da Sangallo su cui viene apposto. In primo luogo il motivo dell’arcata incastrato nel piano non è ripreso sul terzo livello, contrariamente al progetto di Sangallo come attesta un disegno conservato negli Uffizi.(1) Le colonne impegnate diventano pilastri triplicati, e se il motivo della riquadratura delle finestre è ripreso da Sangallo, le finestre non sono più allineate alla fascia sottofinestra del piano ma sono ormai indipendenti.

FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Coupe sur la cour du palais Farnèse, da Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798 , tav. 41

Da notare che sul disegno di Percier e Fontaine e quello di Letarouilly non rappresentano la stessa facciata del cortile. Il primo rappresenta la facciata verso il giardino, con la loggia aperta sul cortile (oggi chiusa), ma permette di capire che gli architetti si sono interessati unicamente all’architettura di Sangallo, più semplice e formando un insieme coerente senza il piano di Michelangelo. Sul disegno di Letarouilly è possibile confrontare il registro dei due architetti confrontando la modellazione delle finestre (che non si può vedere sul lato della loggia).

(1) DA SANGALLO IL GIOVANE, Antonio, 627 A, Galleria degli Uffici, Firenze

Recueil

tav. 118

LETAROUILLY Paul, Coupe du Palais Farnèse, da Édifices de Rome moderne, ou [...] les plus remarquables de la ville de Rome, Paris, Firmin-Didot et Frères, 1840, vol 2,

Nella raccolta, i due architetti, nella loro ricerca della sistematizzazione del modello della rinascita attraverso la rappresentazione degli edifici così come sono stati concepiti, inducono talvolta gli architetti a rimuovere nel loro disegno aggiunte posteriori al disegno originale, come in questo caso. Utilizzano lo stesso procedimento rappresentando il piano di palazzo Spada, dove la prospettiva del Borromini non è disegnata.

La Palazzo Massimo alle colonne fu costruita nel 1532, all’indomani del Sacco di Roma, dall’architetto Baldassare Peruzzi per la famiglia Massimo, già proprietaria degli altri palazzi nell’isolato urbano dove si inserisce il nuovo progetto. La forma del terreno e dello spazio lasciato dalle altre costruzioni è particolarmente ingrata.

FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Plan du Palais Massimi Strada della

Si può osservare sul piano di Letarouilly il modo in cui Baldassare ha tentato di adattare il modello rinascimentale, alle forme regolari, alla geometria del terreno. Si può vedere sulla pianta degli architetti francesi il modo in cui hanno cercato di invertire il processo e tornare ad un piano di geometria pura, per avvicinarsi al modello ideale.

Valle, da Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798 , tav. 39

LETAROUILLY Paul, Plan du rez de chaussée des deux palais, da Édifices de Rome moderne, ou Recueil [...] les plus remarquables de la ville de Rome, Paris, Firmin-Didot et Frères, 1840, vol 2, tav. 280

Infatti si vede che il locale dalla forma irregolare che viene a colmare la differenza di geometria tra il vecchio palazzo e il nuovo, agendo come uno spazio cuscinetto, non è stato rappresentato come tale sulla loro pianta. Inoltre la pianta è completamente svincolato dal suo contesto urbano. Al contrario se locale è rappresentato come simmetrico di quello che si trova all’altro limite del edificio. Si può ancora vedere come gli architetti hanno cercato di sistematizzare la pianta del palazzo, in modo che possa servire come riferimento generale.

3. Palazzo Massimo alle Colonne

Villa Madama è una villa costruita su progetto di Raffaele Sanzio, in seguito ripresa ed eseguita da Antonio Da Sangallo il Giovane, per Giulio di Medici, cardinale di papa Leon X. Eppure il progetto iniziale non sarà mai completato nella sua interezza. La prematura morte del papa nel 1521 e la prematura partenza del cardinale interruppero i lavori, poi il sacco di Roma nel 1527 pose fine a qualsiasi progetto di ripresa di questi. Quando Percier e Fontaine rilievanno la villa, è in uno stato di rovina che perdurò fino al 20 º secolo.

L’edificio si inserisce nel verde dei pendii del Monte Mario. Il corpo dell’edificio principale è messo in prospettiva da un lungo giardino terrazzato, il cui livello inferiore è delimitato da un bacino e da una grotta.

Nella loro opera sulle ville, i due architetti hanno meno difficoltà a presentare disegni degli edifici nelle loro condizioni contemporanee, o a volte di rovina come per villa Sachetti(1). Ma questi disegni sono sempre lì per accompagnare le piante e le sezione restituite degli edifici come sono stati progettati.

Così in Choix des Maisons[...] si ritrova una pianta della villa nel suo stato contemporaneo, incompiuta, ma la tavola più valorizzata, circondata da un quadro che rappresenta l’ordine della famiglia Medici e che si ispira alle decorazioni interne, è quella del piano «restituito» dagli architetti.

4. Villa Madama
(1) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Plans des villas Madama et Sachetti, da Choix des plus célèbres maisons de plaisance de Rome et de ses environs, Paris, Didot l’Ainée, 1809,

Dal momento che gli stessi architetti hanno disegnato l’edificio nel suo stato contemporaneo per confrontarlo con la loro versione, non è necessario fare riferimento a Letarouilly, che comunque non ha rappresentato la villa nelle sue opere. È invece interessante per quest’ultimo caso riferirsi ad un disegno originale di Sangallo il Giovane, conservato negli Uffizi, che è servito agli architetti francesi per la loro restituzione.

La pianta originale della villa con il suo cortile circolare riprende una descrizione fatta dall’antico autore Plinio il Giovane. Questo riferimento all’antico è caratteristico dell’architettura rinascimentale. Sulla pianta ricostruita degli architetti francesi, la sequenza di spazi della loggia viene ripetuta a destra del piano, restituendo una simmetria all’insieme.

Dove nello stesso punto nella pianta di Sangallo, la sequenza di spazio è diversa con un vestibolo quadrato. La mancata ripetizione della loggia è forse dovuta ad un imperativo programmatico che permette di predisporre aule utili.

Tralasciando queste problematiche, gli architetti propongono quindi il piano ideale di Villa Madama, più vicino alla descrizione di Plinio il Vecchio. E se questa versione della villa non è mai esistita, permette agli architetti di evidenziare la logica dietro la composizione geometrica degli spazi architettonici rinascimentali.

FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Villa Madama a Rome, da Choix des plus célèbres maisons de plaisance de Rome et de ses environs, Paris, Didot l’Ainée, 1809, tav. 39

DA SANGALLO IL GIOVANE, Progetto per Villa Madama, 314 A, Galleria degli Uffici, Firenze

III. Concluzione

L’interesse per l’architettura italiana e per la città di Roma è radicato nell’insegnamento degli architetti francesi dal 17 º secolo, e in particolare attraverso lo studio delle antiche rovine, che hanno continuato di ispirare gli architetti francesi fino alla BelleEpoque, grazie all’Accademia di Francia e agli invii degli ospiti. Ma l’opera di Percier e Fontaine permette di mostrare che un interesse è stato portato anche all’architettura del Cinquecento, e abbiamo visto come questi architetti, hanno cercato di individualizzare e sistematizzare questi modelli, in modo che possano essere fonte di ispirazione per i loro contemporanei.

Come architetto francese in viaggio qui a Roma, scopro io stesso ciò che ha tanto affascinato Percier e Fontaine. Roma non lascia mai indifferente.

Da un’opera che pubblicarono inizialmente in una Francia politicamente instabile, cercando nel Rinascimento dei modelli per l’architettura civile del loro tempo, il colpo di stato di Napoleone dell’Impero condusse la Francia verso un breve periodo di prosperità. Durante quest’ultima, Charles Percier e Pierre Fontaine, diventati architetti personali dell’imperatore, si vedranno affidare dei progetti di grandezza. Eppure si sente ancora l’influenza del Rinascimento italiano nel disegno delle facciate della via di Rivoli(1), che realizzano all’inizio del XIX secolo, con le sue cornici orizzontali, le sue finestre incorniciate di frontoni, e la semplicità delle decorazioni.

(1) FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Rue de Rivoli. Copie du pian des façades annexé au contrat et échangé le 5 An Xl. Paris, Archives de la Ville de Paris

BIBLIOGRAFIA

ARTICOLI

GARRIC Jean-Philippe, Prefazio, Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Wavre, Editions MARAGA, 2008

GARRIC Jean-Philippe. «La Renaissance Perfectionnée. Le Cinquecento Dans Palais, Maisons Et Autres édifices Modernes Dessinés à Rome De Charles Percier Et Pierre Fontaine.» Ricerche Di Storia Dell’arte 105 (2011): 25-95. Web

VERGER Annie, Rome vaut bien un prix. Une élite artistique au service de l’État : Les pensionnaires de l’Académie de France à Rome de 1666 à 1968, Artl@s Bulletin 8, no. 2, 2019

BRUCCULERI Antonio, CUNEO Cristina (dir.), Attraverso l’Italia: edifici, città, paesaggi nei disegni degli architetti francesi, 1750-1850, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2020

MONOGRAFIE

FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Palais de Rome : palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, Paris, chez Ducamps, de l’imprimerie Baudoin, 1798

FONTAINE Pierre, PERCIER Charles, Choix des plus célèbres maisons de plaisance de Rome et de ses environs, Paris, Didot l’Ainée, 1809

LETAROUILLY Paul, Édifices de Rome moderne, ou Recueil des palais, maisons, églises, couvents, et autres monuments publics et particuliers les plus remarquables de la ville de Rome, Paris, Firmin-Didot et Frères, 1840

PERCIER Charles, Restaurations des monuments antiques par les architectes pensionnaires de l’Académie Française à Rome – La Colonne Trajane par Charles Percier, Paris, Firmin-Didot et Cie, 1877

PLANAT Paul, Encyclopédie de l’architecture et de la construction, Paris, Aulanier et Cie, 1890

FROMMEL Sabine, GARRIC Jean-Philippe, KIEVEN Elisabeth e al, Charles Percier e Pierre Fontaine Dal soggiorno romano alla trasformazione di Parigi. Cinisello Balsamo, Silvana, 2014

FROMMEL Sabine, BRUCCULERI Antonio, Renaissance Italienne et architecte au XIXème siècle, Roma, Campisano Editore, 2015

FROMMEL Sabine, GARRIC Jean-Philippe, and SIROCCHI Simone, I Disegni Di Charles Percier 1764-1838 Emilia E Romagna Nel 1791. Roma, Campisano, 2016

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