Le stagioni della vita

Page 1

1992-2022 Gianluca BRASCHI

GIANLUCA BRASCHI

Le stagioni della vita

봄 여름 가을 겨울 그리고 봄

«Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera» Kim Ki-Duk

©
© 1992-2022
Gianluca BRASCHI

I dieci primi chi se li ricorda inverni più? Soltanto e sempre sono bianche distese immense che gli abeti trapungono di verde, sono quieti declivi e saliscendi, scale a corda tra un senso e l’altro che, poi, sono gettate via, fiori di Bach segreti, racchiusi in stanze senza più pareti;

sono storie successe, scancellate a casaccio dal tempo, che rimpiazza quel che era vero con la sua figura astratta, in cui si perdono innevate strade d’Abruzzo che la Bora spazza, templi di dèi, sacelli di paura.

1992-2022 Gianluca BRASCHI

31 marzo-27 maggio 2022/(24 dicembre 2022)

©
I
Dieci Inverni a Liana B. e Rossella M.

Per quanto mi ci provi non saprò più replicare quella festa mobile di venti estati mitiche alla fonda tralucente di porti in cui non ho davvero fatto scalo: non avrò parte mai più nella congrega ignobile dei fuoriusciti allegra e furibonda da questa o quella gioventù; perciò, già che lo so (e lo dicono anche a iosa) che si accanisce sulle vette il fulmine, serbo come reliquia — folgorato —

la gioia in me di quando sono stato per una volta almeno sopra il culmine vertiginoso e folle di qualcosa.

aprile 2022

©
II
1992-2022 Gianluca BRASCHI
Venti Estati a Elisabetta D. e Silvia C.
14-28

Che farò quando trenta primavere di corolle disfatte graveranno l’urna sonora della gioventù e il suo concento non avrà risposta se non nell’eco spenta che da costa a costa ripercuote le scogliere di sbieco al volo scalzo delle gru? Fra le stoppie strinate (manca un anno e poi un altro) io che credevo, stolto, solo abitassi gli anditi dei libri, upupa, ti ho scoperta vera: ho pianto

per la gioia in ginocchio. Dunque, il manto cieco può ancora aprirsi: assolto, giuro vivrò finché qualcosa vibri.

1992-2022 Gianluca BRASCHI

15 aprile 1990-7 giugno 1992

©
III
Trenta Primavere a Fabrizio F. e Francesca P.

Quando quaranta estati sonnacchiose, tronfie e barocche di zampilli obliqui da buffi mascheroni di fontana, marmoree, riverse alla caldana, esauste come i petali alle rose ormai quasi avvizziti nei deliqui della calura, guarderanno storto il mio convoglio su un binario morto, in fuga sarò ormai per l’isola felice. Lindo, Camiro, Iàliso riunito avrò di nuovo in Rodi (ed è già un mito!); con lo sguardo rinato di fenice, dal fondo scruterò blu della baia, quanto di sopra al cielo l’oro appaia. 15-26 marzo 2022

1992-2022 Gianluca BRASCHI

©
IV
Quaranta Estati a Luca A. e Davide G.

Quali cinquanta sono stati autunni sgallettati e ribaldi negli stagni di mosto e di vinacce di settembre prima del soffio loffio di novembre

(che una banda di zufoli d’alunni delle medie, sguaiata, li accompagni fra cori di baccanti squinternate è indizio della fine dell’estate!),

tali mai più mi arrideranno giorni cerulei, a scalare da quel pazzo rosario di illusioni. L’universo

delle attese trabocca dai contorni del possibile. Tu, vecchio ragazzo, considera perduto ciò che è perso.

©
V
1992-2022 Gianluca BRASCHI
Cinquanta Autunni a Davide C. ed Alessandra F.
20-30 marzo 2022

Sessanta inverni come fosche nubi stratocumuli opachi, nembostrati più cupi del grigiore del futuro vapori che sprigionano dai tubi di valvole schiantate, ciminiere che sbuffano fra sibili, meati che si aprono ad un tratto nell’oscuro come lampi di cesio nelle sere scavando nel profondo dell’inconscio: dal suo ventre trafitto un’autopsia cruda e sanguigna impone i suoi cilici al tempo che mi resta e sono conscio (o è solo un’impressione?) non ci sia più il tempo ormai di essere felici. 25-30 marzo 2022

©
1992-2022 Gianluca BRASCHI VI
Sessanta Inverni a Lorenzo P. e Rosario Z.

Chissà semmai settanta primavere mi danzeranno ciniche e beffarde di fronte, quando avrò già perso tutto? Chissà se mi interesserà? se t arde

felicità insensate, acri, fiere rivalse di scorpione o le mediocri frecce di un Parto, a me distrutto daranno, infine, pace? Se da Locri

col bel tempo potrò arrivare a Pizzo e tutte quelle cose che non ho compiuto completare, se vedrò

il Taj Mahal o il Potala? Se a un guizzo, effimero, se a un fiato di parola vivrà di nuovo in me vera la viola.

1992-2022 Gianluca BRASCHI

1-9 maggio 2022/(24 dicembre 2022)

©
VII
Settanta Primavere a Teresa P. e Maria Teresa B.

Ottanta autunni non ci spero mai raggiungerò: ma che mi importa, sai? se mai più rivedrò la Grotta Azzurra, se più non sentirò chi mi sussurra ,

sillabando, un bel verso in mezzo ai guai. Volatile impigliato ai paretai di un tempo senza fine che rincorre a briglia sciolta sé, dall’alta torre eburnea dei miei vacui pensieri ho visto tramontare troppi imperi; primavere ed estati, autunni, inverni e ancora primavere: cerchi vaghi concentrici di ciottoli sui laghi (lambiscono, svanendo, i gorghi eterni).

1992-2022 Gianluca BRASCHI

1 maggio-4 giugno 2022/(20 dicembre 2022)

©
VIII
Ottanta Autunni ad Andrea G. e Massimo F.
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.