Book Mod@ Uomo F/W 2011/2012

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B € 65,00 - F € 55,00 - D € 75,00 - E € 56,90 - P € 63,10 ITALY ONLY € 35,00 A € 60,50 - L € 60,00 - FSV 79,00 (compreso Ticino) PUBBLICAZIONE PERIODICA SEMESTRALE N. 28 M-6171-28 € 55,00-RD

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FORMAL3 RETRO-TECH COAT BACK

A/I•F/W 2011-2012: MILANO MODA UOMO

PITTI IMMAGINE MODE À PARIS PRE WOMAN

INTERNATIONAL EDITION ®


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BOOK NUMERO MODA UOMO

Periodico Semestrale di Moda e Informazione Prêt-à-Porter Uomo Autunno/Inverno - Fall/Winter 2011-2012 Direttore Editoriale MARCO UZZO marco.uzzo@bookmoda.com Direttore Responsabile GIANLUCA LO VETRO gianluca.lovetro@bookmoda.com

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CONTRIBUTORS Beppe Angiolini, Presidente della Camera Italiana Buyer Moda. Chairman of the Italian Chamber of Fashion Buyers.

Coordinamento redazione Gianpiero Di Bari g.dibari@bookmoda.com Redazione Antonella Scorta antonella.scorta@bookmoda.com Sonia Spagnol sonia.spagnol@bookmoda.com Grafica e Produzione Giuseppe Grippa produzione@bookmoda.com

Eva Desiderio, inviato speciale del Quotidiano Nazionale e firma storica del giornalismo di costume. In questo numero, intervista il netmanager Marco Boglione. Special correspondent of Quotidiano Nazionale newspaper and historic signature of custom journalism. In this issue, she interviews the netmanager Marco Boglione.

Carlo Prosdocimi carlo.prosdocimi@bookmoda.com Hanno collaborato Benedetta Babini, Lorenzo Capitani, Marco Masserini, Luca Maria Traverso Fotografi Kino, Simone Manzo, Roberto Tecchio Servizi fotografici Brian Derusso, Ciro Menozzi Coordinamento e styling Giuseppe Dicecca Segreteria di Redazione Cecilia Scolari cecilia.scolari@bookmoda.com Traduzioni Studio MVM

Fabriano Fabbri, docente di Arte Contemporanea all’Università di Bologna. Sta lavorando a un volume su Pop e Post-pop. Professor in Contemporary Art at Bologna University. He’s writing a book about Pop and Post-pop.

Daniela Fedi, prima firma di costume del quotidiano il Giornale, ha scritto con Lucia Serlenga il libro Alla corte di re Moda (ed. Salani). Si è fidanzata ed è in uscita con un volume “di peso”. First custom big name of il Giornale newspaper, wrote in collaboration with Lucia Serlenga the book Alla corte di re Moda (published by Salani). She got engaged and she’s preparing a “very heavy” book.

Tipografia GRAFICHE MAZZUCCHELLI S.p.A. Via Cà Bertoncina, 37 - 24068 Seriate (BG) Tel. 0352921300 - Fax 0354520185 www.mazzucchelli.it

Stefano Roncato, fashion director di MF fashion, MFF Magazine e MFL magazine. Milanesissimo, laurea in Bocconi, ha curato la mostra Men in Italy, organizzata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, che ha aperto le sfilate maschili.

Fotolito ITALCOLOR S.r.l. - Via L. Cavaleri, 6 - 20147 Milano Tel. 0289699716 - Fax 0289699717 italcolor@italcolor.it

Fashion director for MF fashion, MFF Magazine and MFL magazine. Very Milanese, he has a degree at Bocconi University and has curated the exhibition Men in Italy, organized by Camera Nazionale della Moda Italiana, that opened menswear fashion week.

Diffusione Italia: Messaggerie Internazionali Via Manzoni, 8 - 20089 Rozzano (MI) numero verde 800827112 Estero: A.I.E. Agenzia Italiana Esportazione S.p.A. Via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 025753911 r.a. - Fax +39 0257512606

Pubblicità LISA MORASSO - PUBLIFASHION S.r.l. Via A. Manzoni, 26 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02892395.1 - Fax +39 028242644 lisa.morasso@bookmoda.com - www.bookmoda.com Advertisements for Asia & South America INTER FASHION MEDIA - Tel. +39/335327261 - tradexx@hotmail.com

Presidente GIOVANNA ROVEDA giovanna.roveda@bookmoda.com

Via A. Manzoni, 26 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02892395.1 - Fax +39 028242644 e-mail: redazione.milano@bookmoda.com

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Advertisements for Middle East NEIMAN AZZI EVENTS MANAGEMENT SARL P.O Box: 11-162 Beirut Lebanon Tel. +961/1/200082 - Fax +961/1/200087 - Mobile +961/3/600162 em@neimanazzi.com - www.neimanazzi.com Advertisements for Japan YOSHINORI SHIMIZU - 1-13-4 Miwa BLDG 2F Ginza - Chuo - Ku - Tokyo Tel./Fax +81/335676867 - Mobile +81/9080086913


BOOK NUMERO MODA UOMO

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Dolce & Gabbana F/W 2011-12

Jean Paul Gaultier F/W 2011-12

Editoriale/editorial INTRO: Coming Cool Back-up Prêt-à-parler Book e risposta/Book’s tit for tat Salva con nome/Save as H&N/HIC & NUNC La moda al cubo/Fashion cubed Social net-shop Alla base del retrotech/At the origin of retrotech L’ora dei giganti/It’s time of giants GALLERY: The new anatomy Guida ai set/Guide to sets GALLERY: Art-à-porter Guida ai set/Guide to sets APPLICATION Memory c’art Book2 Made in Eataly Pet-à-porter Diary partycolary Book event Meteo-Oroscopo/Weather conditions-Horoscope Game Black book

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Cover: Giorgio Armani F/W 2011-12

SOMMARIO CONTENTS


BOOK NUMERO MODA UOMO

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SOMMARIO CONTENTS Milano Moda Uomo White Homme Pitti Immagine Uomo Pitti W Woman precollection Mode Ă Paris Just in Dictionary Addresses

1. Gallery: The new anatomy. 2. Armchair Possess designed by Dror Benshetrit and produced by Cappellini. 3. Apple-1 computer, hand made by Steve Jobs and Steve Wozniak in 1976. 4. Poster of the film Cube, 1997, directed by Vincenzo Natali.

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EDITORIAL P

iazza pulita: con tutti i significati che possono avere questi due termini. Il numero di Book Mod@ Uomo che state leggendo è dedicato al nuovo formale emerso dalle sfilate. Taluni hanno definito “noiose” le passerelle maschili di Milano, con il ritorno al cappotto in un trionfo di grigi. Ma proprio in questa aurea mediocritas c’è il segno di una rivoluzione che decapita gli eccessi di immagine degli ultimi anni, aprendo il corso a un nuovo protagonismo silenzioso. E a uno stile di vita in fuga dai riflettori/clamori di una civiltà sempre meno umana. Non a caso a Parigi il credo degli Amish è diventato l’ultimo grido. Una sorta di paradosso visto che i tedeschi della Pennsylvania rifiutano tutto ciò che non è strettamente indispensabile per la sopravvivenza. Ivi compresa la moda. Ma tant’è: se da Dior a Vuitton ha imperato questa religione che ritiene superflui persino i bottoni, significa che, per un certo tipo di moda, è tempo di andare a Canossa. In penitenza. TECHNARIATO Tanto basta a motivare la copertina dedicata a un cappotto di Giorgio Armani, da sempre depositario di un culto per il rigore. Sullo sfondo c’è un gioco a cubi in 3D e un 3 alla terza che allude al cubismo, fonte prima del nuovo minimalismo come illustra Fabriano Fabbri. Già, perché il recupero di un certo ordine non è una restaurazione filologica del passato. Anzi, si combina col nuovo immaginario visuale derivato dai pixel del computer, in un gioco di continui rimandi tra virtuale e reale, futuro e

passato. Una compresenza di elementi che nella distribuzione genera il fenomeno dei social net-shop (vedi il servizio di Sonia Spagnol). Nel frattempo i primi computer diventano pezzi di technariato a cui il geniale imprenditore Marco Boglione dedica un museo, raccontandone i risvolti per la moda in un’intervista firmata da Eva Desiderio. Le rivoluzioni, però, non finiscono qui. APP. Noi stessi continuiamo a cambiare e ad evolverci. Del resto oggi i sei mesi che separano un numero dall’altro equivalgono ad anni. Così, il 2011 di Book Mod@ Uomo si apre di nome e di fatto con una nuova sezione di opinioni (prêt-à-parler) nella quale firme del calibro di Daniela Fedi e Stefano Roncato dicono la loro. Si arricchiscono anche le applicazioni, che ormai identificano i nuovi soggetti (dimmi che applicazione scarichi e ti dirò chi sei). Se pet-à-porter illustra le parentele (estetiche) tra il mondo della moda e quello animale, Made in Eataly “serve” le contaminazioni tra fashion e food (e viceversa). Last but not least, la gallery è letteralmente raddoppiata, come sempre sullo sfondo dell’arte e della cultura del nostro Belpaese. Buona lettura. Gianluca Lo Vetro

The protagonist: silence

A

clean sweep in every sense of these words. This issue of Book Mod@ Uomo you are reading is dedicated to the new formal that has emerged from the shows. Some have described the Milan menswear shows as boring, with a return of the coat in every shade of grey. But it is precisely in this aurea mediocritas that a revolution is to be seen, a reaction to the excesses of the last few years opening the way to a new and silent protagonism. And a life style fleeing from the spotlights/sensationalism of an increasingly inhuman society. It is no surprise that the Amish creed is the latest big thing in Paris. Quite a paradox, considering those Pennsylvanian Germans reject anything that isn’t strictly necessary for survival. Including fashion. But so it is. If this religion, which considers even buttons superfluous, reigns from Dior to Vuitton, it must means that for a certain kind of fashion it is time to eat humble pie. VINTAGE TECHNOLOGY This is what influenced our choice of cover, a coat by Giorgio Armani, who has always been the home of rigorous design. The 3D cubes in the background allude to cubism, the original source of the new minimalism, as illustrated by Fabriano Fabbri. Of course, because the recuperation of a certain order is not the philological restoration of the past. On the contrary, with the new visuals derived from computer

pixels, in a game of continuous cross-reference between the virtual and the real, the past and the future. The presence of elements which, on distribution, generate the phenomenon of the social net-shop (see the contribution by Sonia Spagnol). In the meantime the first computers have become vintage technology and to which the genial Marco Boglione has dedicated a museum, using them to illustrate the evolvement of fashion, in an interview with Eva Desiderio. However revolutions don’t finish here. APPS. We ourselves continue to change and evolve. Today, in fact, the six months between our issues is equal to years. So the 2011 edition of Book Mod@ Uomo is opening in both name and fact with a new section of opinions (prêt-à-parler) in which names of the calibre of Daniela Fedi and Stefano Roncato tell us what they think. The applications too, which now identify the new themes, have increased (tell me which applications you download and I will tell you who you are). Where pet-à-porter illustrates the (aesthetic) relationship between the fashion and the animal world, Made in Eataly is the relationship between fashion and food and vice versa. Last but not least the gallery is literally twice the size. As always on the background of the art and culture of this Bel Paese, beautiful country. Happy reading.


COMING

1.

2012

COOL p a s t

r e t u r n s

di Sonia Spagnol

MUSIC ICONS el 1962 nascono i Rolling Stones ed esce Love me do, il primo 45 giri dei Beatles. 50 anni fa cominciava lo scontro canoro tra i due colossi della musica anglosassone. Una rivalità che sembra non affievolirsi, dato che Paul McCartney e la band di Mick Jagger sono in gara per dare il “la” alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi 2012 di Londra, per le quali la figlia di Paul, la stilista Stella McCartney, disegnerà la divisa del team inglese. I Rolling Stones e i Beatles hanno fatto storia anche per i loro stili molto divergenti di abbigliamento British: da un lato, il gusto prettamente rock un po’ sdrucito e maledetto dei primi; dall’altro, l’aspetto composto e ordinato da bravi ragazzi dei secondi. L’uomo duro con i pantaloni skinny e la giacca di pelle delle “pietre rotolanti”. I blazer con la cravatta sottile e i dolcevita tinta unita del quartetto di Liverpool. Look inossidabili e diversi, tuttora citati dai designer internazionali. E persino il volto di Mick Jagger è divenuto un’icona di moda, riprodotta sui capi degli stilisti e celebrata dal libro e dalla mostra The Photobook (Auditorium Parco della Musica, Roma, fino al 27 marzo).

N

2002. Nasce l’industrial design con la linea Pirelli PZero. L’industria di prodotti in gomma fondata nel 1872, esattamente 140 anni fa, dall’ingegner Giovanni Battista Pirelli rilancia gli storici capispalla impermeabili che il brand propone fin dal 1877. Una storia che passa anche dai brevetti per i battistrada per le prime strade asfaltate nel 1914 e dal centro direzionale nel grattacielo di Gio Ponti a Milano. L’engineering di Pirelli torna nel guardaroba, dando vita al fenomeno dell’industrial design, cavalcato anche dalle felpe Fiat studiate da Lapo Elkann.

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50 anni/years

Memorabili, le campagne pubblicitarie Pirelli PZero con Naomi Campbell e il modello Tyson (sotto, uno scatto del 2005). 2002. Industrial design was born with the collection Pirelli PZero. The rubber industry, founded by the engineer, Giovanni Battista Pirelli exactly 140 years ago, relaunched the traditional raincoats the company had been making since 1877. A history that also includes patents for tyre treads for the first asphalt roads in 1914 and the skyscraper headquarters by Gio Ponti in Milan. Pirelli engineering has returned to the wardrobe, giving life to the phenomenon of industrial design, bridged also by Fiat with sweatshirts designed by Lapo Elkann. Unforgettable the Pirelli PZero advertising campaign with Naomi Campbell and the model Tyson (left, a photo from 2005).

10 anni/years

90

anni years

Cover of the book Omaggio a Rudi Gernreich, Peggy Moffitt fotografata da William Claxton, Carla Sozzani ed., 1998.

1922. Nasce Rudi Gernreich, inventore dell’unisex. Lo stilista austriaco ha letteralmente tagliuzzato l’abbigliamento da mare, inventando il costume tanga, il monokini e il pubikini: l’orribile costume che lasciava scoperta la prima linea di peli pubici. Anche per lui.

1922. 90 years ago Rudi Gernreich, the inventor of unisex, was born. This Austrian designer literally whittled away swimwear, inventing the tanga, the monokini and the pubikini, a horrible costume that showed a top line of pubic hair; and for him too.


Sterline spese dall’esercito britannico per acquistare 2,5 milioni di paia di calze Made in China. Pounds paid by the British army to purchase 2.5 millions of Made in China socks.

500

1. ©Herb Ritts, London, 1987 - 2. ©Albert Watson, Los Angeles, 1992. Courtesy The Photobook exhibition.

fashioNUMB3RS 5.000.000

Peso in libbre di una balla di cotone. Weight in pounds of a cotton bale.

350

Milioni di paia di scarpe sportive vendute ogni anno in USA.

Million of pairs of sport shoes sold every year in the USA. 2.

I

n 1962 The Rolling Stones appeared and the first Beatles single, Love me do, was released. The musical rivalry between these two British greats began 50 years ago. A rivalry that appears not to have diminished given that Paul McCartney and Mick Jagger are competing to play at the opening ceremony of the 2012 Olympic Games in London and for which Paul’s daughter, Stella McCartney, is designing the British team’s uniform. The Rolling Stones and The Beatles have also made history with their very different British styles of dressing: on one hand, the decidedly scruffy rock style of the for-

1982. Steven Spielberg firma la regia di E.T. l’extra-terrestre. La pellicola di fantascienza racconta il rapporto tra una coppia di fratellini (la bimba era interpretata da Drew Barrymore) e un piccolo alieno, evidenziandone emozioni “interraziali” e affrontando i temi della tolleranza e del rispetto. 1982. E.T. the extra-terrestrial directed by Steven Spielberg was released. This science fiction film told the story of the relationship between a couple of little brothers (the little girl was Drew Barrymore) and a small alien and treated the subjects of “interracial” emotions, tolerance and respect.

30

anni/years

mer and on the other, the composed, neat, good boy look of the latter. The tough guy look in skin tight trousers and a leather jacket for The Stones and a blazer, slim tie and plain colour polo necks for the Liverpool foursome. Different and enduring looks and still points of reference for international designers. And even Mick Jagger’s face has become a fashion icon, reproduced on other designer clothing and celebrated in the book and exhibition The Photobook (Parco della Musica Auditorium, Rome, until 27th March).

1912. Il Titanic compie il suo primo e ultimo viaggio. E nell’aprile 2012 partirà una nuova crociera, la Titanic Memorial Cruise organizzata dalla Fred Olsen Cruise Lines con la nave MS Balmoral, che ripercorrerà la rotta del lussuoso natante: da Southampton a New York. I passeggeri potranno gustare le stesse specialità culinarie dei predecessori. Musica e danze d’epoca intratterranno gli ospiti durante le 12 notti di navigazione. E una cerimonia commemorativa sarà tenuta nel luogo esatto in cui il Titanic affondò nelle prime ore del mattino del 15 aprile 1912. 1912. The Titanic began its first and last voyage. And in April 2012, a new cruise, the Titanic Memorial Cruise organised by Fred Olsen Cruise Lines in the ship the MS Balmoral, which will cover the route taken by the luxury liner from Southampton to New York. Guests will be able to try the same speciality foods as the original passengers. There will be period

100 anni/years

music and dance to entertain the guests for the 12 nights of the cruise. And a commemorative ceremony will be held in the exact place where the Titanic went down, in the early hours of 15th April 1912.

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Taglie e cuci

Renato Cecchi, dʼAvenza patron

1972: il provocatorio film Ultimo tango a Parigi infrange anche le regole dell’eleganza; Marlon Brando indossa il cappotto Frascati in cashmere di d’Avenza con un maglione a V sul petto nudo. 2012: quarant’anni dopo l’uscita del film di Bertolucci, l’etichetta di abbigliamento maschile riedita quel pezzo di storia della moda che è anche un’immagine cult del cinema. A ricordarne l’illustre passato, una fodera speciale con la foto di Brando. Inizia, così, una capsule che fa tesoro delle tradizioni di un’eccellenza del made in Italy.

IL BALLO DI BRANDO A FRASCATI ALLE ORIGINI DELLA DIETA Nata negli Anni ‘30 a Carrara come Abital, fabbrica di indumenti militari, d’Avenza diventa una delle prime fabbriche al mondo di tayloring industrializzato grazie all’arrivo di Simon Ackerman. Nel ’58 l’inventore del primo marchio semisartoriale Chester Barrie rileva l’azienda al prezzo simbolico di un dollaro. A patto che continui a impiegare 500 dipendenti. Se lo stesso anno il quotidiano comunista l’Unità ne stigmatizza la produzione di giacche in vicuña da 180mila lire (il tessuto costava 80mila lire al metro e il giornale 30 lire), dagli Anni ’60 d’Avenza, che nel frattempo ha aperto un atelier in via Veneto a Roma, sfila nella Capitale all’hotel Excelsior, vestendo la Dolce Vita. Per i divi, già alle prese con problemi di linea, nel ’63, lancia la linea “Dieta”, pioniera dell’odierno slim. Tra i clienti che la indossano Marcello Mastroianni ai quali, nei decenni, si aggiungeranno Frank Sinatra e i principali presidenti degli Stati Uniti. DALLA 50 DI MARCELLO ALLA 60 DI PLACIDO Oggi d’Avenza veste star contemporanee del calibro di Nicolas Cage e Ben Affleck. Come il cappotto Frascati di Marlon Brando e la giacca Astoria di Frank Sinatra, i loro capi ora vengono riprodotti e rifiniti con fodere illustrate che ne ricordano la storia. “È un’idea che mi ha suggerito Bush - spiega Renato Cecchi, attuale patron di d’Avenza -. Nell’anima delle giacche e dei cappotti ha sempre voluto le immagini dei suoi cari”. Da qui l’expertise in seta dei modelli super star pronto a diventare il capriccio del prossimo inverno. Mentre, tra i cartoni d’archivio e le schede personali dei vip, Book Moda Uomo in esclusiva ha preso tutte le misure dei grandi: dalla 50 di Mastroianni alla 60 di Placido Domingo. G.LoVe.

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Marlon Brando and Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi (The Last Tango in Paris).

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TAGLIA:

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GIACCA O SOPRABITO

GIACCA O SOPRABITO

GIACCA O SOPRABITO

COAT OR OVERCOAT

COAT OR OVERCOAT

COAT OR OVERCOAT

Regolare

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50 Cappotto Frascati cashmere cammello

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FULL LENGHT

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SPALLA BASSA DESTRA - SINISTRA: LOW SHOULDER

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SPALLA BASSA DESTRA - SINISTRA: LOW SHOULDER

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SPALLA BASSA DESTRA - SINISTRA: LOW SHOULDER

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GIACCA O SOPRABITO

COAT OR OVERCOAT

GIACCA O SOPRABITO

COAT OR OVERCOAT

COAT OR OVERCOAT

TAGLIA: Italiana 56

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MODEL 77

LUNGHEZZA TOTALE: VITA:

44 Lungo

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50 Giacca

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LUNGHEZZA TOTALE:

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- Americana

SIZE

MODELLO: Astoria (per Oscar)

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GIACCA O SOPRABITO 51

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SPALLA BASSA DESTRA - SINISTRA: 50

SPALLA BASSA DESTRA - SINISTRA:

LOW SHOULDER

LOW SHOULDER

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46

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Audemars Piguet

HIC & NUNC

The new anatomy

h

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P eth

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Ga

Erina Matsui

Social net-shop

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Minimal3

a moda al cubo di Fabriano Fabbri

Geometrie e angoli retti riconducono la nuova estetica al Minimalismo. In un bagno di nero e bianco disinfettante, anche le passerelle fanno piazza pulita dell’eccesso di immagine, tornando al “punto”. Che però è il pixel. Sul quale si costruisce il cubo del 3D.

1.

D

entro un impianto claustrofobico, in bilico sopra una griglia di un non-sisa-dove e ancor meno non-si-sa-come, un uomo ciondola con fare incerto. Sta scappando da qualcosa – da cosa? – aprendo botole su botole, in faccia i segni di un terrore che lo ha svuotato di speranza e riempito di angoscia. E poi: stop. È immobile, dopo il suono di una saetta invisibile. Dal corpo gli cade un dado di carne. Un altro. Un altro ancora. Finché si sfracella in mille pezzi. Tutti quadrati. Anzi, tutti a cubetti. La scena è tratta da Cube, film di Vincenzo Natali del 1997. Oggi, 2011, la scena è meno pulp, ma non così differente e non lo era nemmeno alle sue radici, quando la logica del cubo ha fatto la sua apparizione con i Cubisti (sembra un bisticcio di parole) e ha celebrato tutto il suo fascino con il Suprematismo di Kazimir Malevič. Forme essenziali, rigide e spezzate. Tripudio di geometrie e di angoli retti immersi in un bagno di tinte monocrome. Bianco e nero. Nero e bianco. Ne sa qualcosa la “suprematista” Coco Chanel, che ha vestito il corpo femminile di volumi geometrici improntandoli all’inflessibilità visiva del bianco e del nero. Lo faceva per esigenze funzionali: la donna in carriera doveva equipaggiarsi della strumentazione vestimentaria meglio adatta a farne una specie di macchina. Decisa, dura, forte. Se ne accorgerà proprio Vogue, che paragonò un abito chaneliano a un modello di automobile Ford. ABC DEL MINIMALISMO Sempre sul filo dei rimbalzi storici, sua maestà il cubo riemerge mutatis mutandis nella prima metà degli Anni Sessanta. Stavolta l’arte del cubo - o dell’“Abc”, come fu definita allora prende il nome popolare tanto all’epoca quanto oggigiorno di Minimalismo. Reagendo ai colori e agli eccessi della Pop Art, zeppa di immagini e di icone strappate al mondo del cinema, della televisione e del supermercato, minimalisti come Robert Morris, Donald Judd

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e Carl Andre avevano optato per forme essenziali: cubi, diedri, quadrati. C’era qualcosa di tombale, in quelle morfologie. I minimalisti tentavano di seppellire il cosmo delle merci pop, murandolo vivo sotto mattoni - cubetti - di forme geometriche. Asettiche, sterili. Spigolose e pungenti, come gli abiti di Paco Rabanne, uno dei minimalisti più radicali del fashion system. Come non pensare alla perfezione euclidea delle sue lamelle? Per inciso, la Pop Art si era affacciata nella moda proprio in parallelo a Andy Warhol e Roy Lichtenstein, prima proliferando dal “basso” nello stile dei Mods, poi ufficializzandosi nelle ipercromie di Mary Quant e Fiorucci. Troppe icone, da quelle parti. Occorreva spruzzare candeggina disinfettante. Occorreva stendere una mano di bianco (colore non a caso riemerso prepotentemente nelle ultime sfilate). Occorreva “minimalizzare” come Rabanne, appunto. In seguito, insediandosi nelle soluzioni stilistiche degli Anni Ottanta, il Minimalismo debordava con Giorgio Armani, Re di soprannome e di fatto con quella sobrietà e quel rigore “suprematista” lanciato a suo tempo da Chanel. LCD/LSD E siamo ai giorni nostri. Tralasciando le svariate manifestazioni del Neominimalismo targato Anni Novanta, a cosa dobbiamo l’ennesima ricomparsa di cubi e cubetti? O meglio, a cosa la dobbiamo in generale, e oggi a maggior ragione? Guardando la moda al cubo di Gareth Pugh, magari proprio il tesseratte che inaugura il video presentato a Pitti Uomo, capiamo al volo l’oggetto del contendere. L’eterna oscillazione di scacchi e sostanze amorfe dello stilista inglese sta a significare la santificazione consapevole o no, ma poco importa - della tipologia espressiva più diffusa della contemporaneità: il pixel. I colori? Rigorosamente in bianco e nero. I volumi? Marinati in un altro ossimoro dell’era digitale, il “cristallo liquido” degli schermi LCD, così


FERMO IMMAGINE

4. 2.

3.

“Per favore, non chiedete riferimenti iconografici allo stilista”. Mai come questa stagione gli uffici stampa si sono premurati di difendere i creatori dalla classica domanda dei giornalisti: “a chi ti sei ispirato?”. Segno di due fenomeni: da un lato la fuga da ogni immagine definita e forse ingombrante, dall’altro la necessità di rifondare un’iconografia che non abbia nulla in comune con il passato. Tanto che Dolce & Gabbana hanno sottolineato la difficoltà a descrivere i loro modelli per i quali “non esistono definizioni”, in attesa di neologismi ad hoc. Ecco allora il nuovo guardaroba, ridisegnato a partire dell’anatomia. Tanti designer hanno fatto un gran lavoro per rivestire l’uomo con un abbigliamento apparentemente formale: che nasconda tutti i contenuti tecnici ormai irrinunciabili, sotto l’eleganza di un cappotto o nell’anima di una giacca. Ma vuoi per il grigio imperante, vuoi per quel gusto geometrico che cassa le decorazioni, la critica ha reagito tiepidamente a questa rivoluzione silenziosa. Forse, è mancato il colpo di scena. Pure nella regia delle sfilate, più che mai tecniche e nei parterre senza ospiti straordinari. Ma qui sta la vera novità.

CALMISMO 5.

6.

7.

vicini anche all’acronimo delle note esperienze lisergiche. LCD o LSD? In effetti, la creatività di Pugh prepara gli umani a entrare in un mondo fatto di bit e di subconscio, una specie di dimensione sospesa tra il cosmo elettronico di Tron e le letture psicanalitiche delle macchie di Rorschach. Se poi peschiamo un solo esempio tra le mille opzioni offerte dall’estetica del cubo, in arte stavolta, il lavoro di Michael Johansson chiude il cerchio e fa quadrato sul pixel: i suoi assemblaggi sono la somma di oggetti di vario tipo e di vari colori, incastrati con tale perfezione da sembrare la versione in 3D di Tetris.

1. Poster of the film Cube, 1997, directed by Vincenzo Natali. 2. Vogue Paris, November 1926. 3. Pablo Picasso, Figure, 1914, Avignon, Collection Marina Picasso/Courtesy Galerie Jan Krugier & Cie, Geneva. 4. Gilles Bensimon, Honor Fraser wearing a dress from Chanelʼs F/W 1996. 5. Kazimir Malevič, 1926. 6. Installation by Donald Judd. 7. Installation by Robert Morris.

Tanto rigore delinea un nuovo minimalismo (che l’intervento a fianco di Fabriano Fabbri ricollega alle avanguardie d’arte). Che non è più quello nero, un po’ malaticcio, degli Anni ’90. Semmai, sembra la risposta estetica a un desiderio di calma - parente stretta della pace - su tutti i fronti. Calma! Con il bombardamento di icone che si bruciano in tempi sempre più brevi. Calma! Con il culto dell’immagine sempre più ingannevole. Calma! Con quella smania di celebrità di cui le “papi girl” del premier Berlusconi hanno messo in luce tutti gli imbarazzanti retroscena. Il nuovo minimalismo formale, insomma, sembra l’espressione di un bisogno di calmismo dei comportamenti. Nel grigiore imperante, di nome e di fatto, si legge il desiderio di andare per le vie di mezzo in anonimato: in una sorta di fermo dell’immagine come quello dello spot Campari. Senza considerare che il bianco totale delle collezioni più all’avanguardia evoca concetti di pulizia e purificazione: disinfezione terapeutica per questi tempi inquinati. Non a caso, dalle passerelle di Parigi è emersa una forte tendenza agli Amish: confessione di nero vestita che aborre ogni espressione della società evoluta (dalla tecnologia alle cariche istituzionali) in difesa della naturalezza. Nel frattempo, per le strade della capitale francese torna in auge il “no-look” dell’artista francese Serge Gainsbourg. Esegetico di tutti questi segnali, il commento alla neutralità delle sfilate milanesi firmato da Guy Trebay sul New York Times. Citando il graffitaro britannico Bansky, il critico ribalta l’adagio di Warhol: “In futuro, ognuno avrà 15 minuti di anonimato. […] I consumatori hanno troppe cose per la mente, anche in questo periodo di postrecessione, per farsi catturare da una moda teatrale e inutile”. G.LoVe.

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Net-store

N

social

ew York: le partite si guardano in boutique. Nel mega store Nike i match vengono trasmessi su grandi video, intorno ai quali si radunano i tifosi, squadra per squadra. Esattamente come nei gruppi di amici di Facebook. Già: l’ultima frontiera della distribuzione è il negozio come luogo di aggregazione tra nuclei di consumatori affini per gusti e passioni. Followers di fenomeni che si congregano nei punti vendita come sulla piazza virtuale di Internet. A evidenziare questo nuovo fenomeno, lo studio sul retail di WGSN, leader mondiale di ricerca on line e analisi delle tendenze moda internazionali. Lo store, insomma, diventa un club: un’associazione di associazioni. E le strutture interne si adeguano,

con offerte addirittura individuali. Grazie a questo dialogo detto “direct marketing”, il cliente finale è fonte di business e, al tempo stesso, di informazioni sui gusti personali: dati preziosi che si trasformano in indicazioni del mercato da trasferire alle unità produttive. “Oggi – sostiene Federico Marchetti, fondatore e amministratore delegato di YOOX Group – il marketing non studia più i competitor, bensì il consumatore, adattando su di lui la comunicazione, le azioni promozionali, la distribuzione e la merce. Complice l’interattività on line. Nei prossimi anni sarà sempre più forte la sinergia tra Internet e i punti vendita fisici. I brand che avranno maggiore successo saranno quelli che riusciranno a capire come far

net-shop

I punti vendita di moda si organizzano come social network. Dalle partite al lounge: spazi e iniziative per attirare una nuova clientela frammentata in “squadre”. Come i gruppi di amici su Facebook. No al format globale anche nelle vetrine: ora da Dolce&Gabbana cambiano “in base al tempo che fa”. 40 I bookmoda

offrendo corner molto diversi tra loro per altrettanti spaccati umani. Se Ralph Lauren ha sempre concepito i suoi punti vendita con camini e grandi poltrone in pelle per accogliere i clienti come in un salotto di casa, DSquared2 all’interno del negozio ha aperto una champagneria con la logica del lounge club. “Ci piaceva l’idea – raccontano Dean e Dan Caten, stilisti del brand – di rendere la nostra boutique un luogo d’incontro per gruppi di giovani che diventano anche una fonte d’ispirazione”. Altro che store globali con gli interni e le vetrine uniformi da San Paolo a Tokyo. “Da qualche tempo – osservano Dolce&Gabbana – adeguiamo l’esposizione dei prodotti addirittura al clima del momento, che ovviamente cambia da città a città. La gente è più invogliata a comprare se quello che è in vetrina ha una funzione specifica per le condizioni atmosferiche del momento”. VETRINE/SCHERMATE Il nuovo modello di boutique, che potremmo definire “social net-shop”, è già una realtà diffusa nei siti di ecommerce che studiano pagine ad hoc per segmenti di pubblico, conquistandosi la fiducia degli utenti

funzionare bene le due cose insieme”. (Così come il futuro è dei media che sapranno operare contemporaneamente su scala reale/virtuale, secondo le regole del cross media.) Non a caso, nel nuovo corso della linea Just Cavalli, ora prodotta e distribuita dal gruppo Only the Brave di Renzo Rosso, si prevede che il 30% del fatturato arriverà dalla Rete. “I giovani hanno una particolare sensibilità virtuale – spiega Federico Giglio, titolare delle 9 boutique Giglio a Palermo – per cui non trovano indispensabile toccare con mano il capo da acquistare. Per contro, è fondamentale offrire la possibilità di cambiare l’abito di uno stilista con quello di qualsiasi altro. A Palermo, tuttavia, resta insostituibile l’approccio della commessa che ti accoglie. Anche in termini umani, non si può più ragionare globalmente”. “Semmai – conclude Barbara Grotto, direttore comunicazione di Gas – è interessante sottolineare come le contaminazioni tra negozio reale e virtuale stiano portando la grafica digitale e il 3D nel display delle vetrine, sempre più impaginate, piuttosto che allestite. Come una schermata”. ss


by Marco Uzzo

A Pietrasanta, nella culla della scultura, per fondere e rifondare l’anatomia dello stile. Calchi, impronte e modelli: un crogiolo di elementi dal quale prendono forma i pezzi unici della prossima estate. In Pietrasanta, the cradle of sculpture, to cast the anatomy of style. Moulds, casts and models, a melting pot of elements to give shape to unique pieces for next summer.

The new anatomy

A tutto tondo/In the round

Assistant photographer Licia

Photographer Ciro Menozzi

Assistant stylist Filippo Scrivani Make up Elisa Rampi

Fashion by Giuseppe Dicecca

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Frankie Morello gilet, Bagutta shirt, Monocrome trousers, Pietro Milano watch.


Frankie Morello shrug jacket, Daniele Alessandrini gilet, Maison Martin Margiela trousers, Burberry Prorsum sandals.


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BOOK MODA MEMORY C’ART Sorprese artistiche Artistic surprises

A REGINA DEL MODERNO THE QUEEN OF MODERN

di Antonella Scorta

A Roma un evento dedicato alla pittrice Tamara de Lempicka An exhibition in Rome of the painter, Tamara de Lempicka attraverso un’antica foto in bianco e nero, ma nventò forme di comunicazione e di finora considerato perduto. Se Tamara è marketing, per promuovere se stessa e le percepita come una tipica rappresentante della sue opere, paragonabili a quelle che Andy modernità, in realtà in un’intervista del 1932 Warhol avrebbe elaborato diversi decenni ribadisce la propria scelta di “vivere e creare in dopo: Tamara de Lempicka non è stata soltanto modo tale da imprimere sia alla mia vita che una figura centrale del panorama artistico della alle mie opere il marchio dei tempi moderni”, prima metà del Novecento, ma anche un ma poi dichiara di amare “l’antica pittura personaggio che seppe precorrere i tempi. Una italiana” e che il suo pittore preferito è mostra in programma fino al 3 luglio presso il Carpaccio. Dimostrando così la sua capacità di complesso del Vittoriano a Roma, Tamara de conciliare opposte tendenze e armonizzare Lempicka. La regina del moderno, curata da influenze contrastanti, per giungere a una Gioia Mori, una delle principali studiose della purezza di linee, che aveva tratto soprattutto pittrice, presenta 90 dipinti e 30 disegni, oltre dallo studio di Ingres, e a un perfetto equilibrio a 50 fotografie che la ritraggono come una nella composizione, che le era stato insegnato diva del cinema, 2 film degli Anni ‘30 in cui si dai suoi maestri Lhote e Denis. Spesso nei suoi cimenta come attrice e 13 dipinti di artisti quadri appaiono simboli dell’era polacchi che permettono di confrontare il suo contemporanea, quali i grattacieli, il telefono, i stile con quello dei pittori contemporanei transatlantici, in provenienti dalla sua stessa particolare dopo il suo terra. Infatti, Tamara Tra i suoi capolavori, Rosalia Gurwik-Górska era uomini con cappotti di rara trasferimento negli Stati Uniti nel 1929, ma è nata alla fine dell’Ottocento contemporaneità soprattutto la moda, che a Varsavia e soltanto incominciava a quei tempi a muovere i primi, successivamente si era trasferita in Francia, timidi passi, con alcune pubblicazioni dedicate dove aveva studiato pittura presso l’Académie esclusivamente all’argomento, la protagonista de la Grande Chaumiere e l’Académie Ranson. di molti suoi dipinti. Le donne, ma anche gli Al 1922 risale la sua prima mostra, al Salon uomini da lei ritratti, sembrano proprio dei d’Automne; nel decennio seguente è già molto “figurini”, rivestiti di abiti impeccabili e famosa come ritrattista e le sue opere, sempre “à la page”, grazie anche alla nitidezza oscillanti tra cubismo e post-impressionismo, dei contorni e alla scansione dei colori tipica influenzate dall’Art Déco, ma dal gusto del suo stile. Non a caso la Lempicka dal 1927 estremamente personale, sono molto inizia a collaborare con la più prestigiosa apprezzate. Infatti, dopo aver divorziato dal rivista di moda tedesca, Die Dame, con sede a primo marito Tadeusz Lempicki, la pittrice Berlino. Ma lei stessa diventa un’icona di stile, sposa proprio un suo appassionato ammiratore, con la sua attenzione quasi maniacale per il il ricco collezionista barone Raoul Kuffner, e proprio aspetto e il proprio guardaroba, che le con lui si trasferisce negli Stati Uniti. La permette di brillare ai party frequentati dai parabola della “regina del moderno” si personaggi più in vista dell’epoca. conclude nel 1980 a Cuernavaca, in Messico. Interpretando sempre una vita intessuta di L’evento romano è molto interessante per una istanze contraddittorie, però, accanto al lato rilettura di alcune opere dell’artista, che mondano della sua esistenza, coltiva una permettono di ricostruire rapporti finora dimensione spirituale, nata nei difficili anni sconosciuti, come quello con Prampolini, e per della Grande Guerra e che la porta a l’esposizione di diverse opere mai esibite in raffigurare santi, Madonne e suore, donne di pubblico, come quelle provenienti dalla campagna, mendicanti e vecchi, espressione di collezione privata di Jack Nicholson, e un un’umanità fragile come in fondo è lei stessa. dipinto del 1923, Portrait de Madame P., noto

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he invented self-promotional forms of advertising and marketing for herself and her work comparable to what Andy Warhol would also do several decades later. Tamara de Lempicka was not only a central figure in the artistic panorama of the first half of the 20th century but was also ahead of her times. An exhibition to be held until 3rd July at the Vittoriano complex in Rome, Tamara de Lempicka. The queen of modern, is curated by Gioia Mori, one of the main experts on this painter. It will show 90 paintings and 30 drawings as well as 50 photographs portraying her as a diva, 2 films from the Thirties in which she establishes herself as an actress and 13 paintings by Polish artists to confront her style with that of modern painters from her native country. In fact, Tamara Rosalia Gurwik-Górska was born at the end of the 19th century in Warsaw and only later moved to France where she studied art at the Académie de la Grande Chaumiere and the Académie Ranson. Her first exhibition dates back to 1922 at the Salon d’Automne. She would already be famous as a portrait painter in the following decade and her work, fluctuating between cubism and post impressionism and influenced by Art Déco but with a very personal style, was widely acclaimed. Indeed, after being divorced from her first husband Tadeusz Lempicki, she would marry one of her ardent fans, the wealthy collector Baron Raoul Kuffner, and move with him to the United States. The story of the “queen of modern” would come to an end in 1980 in Cuernavaca, in Mexico. The exhibition in Rome is particularly interesting as a rereading of certain of her work. Some allow the reconstruction of certain of her until now unknown relationships such as with Prampolini, and then there are several works which have never been exhibited before, such as some from Jack Nicholson’s private collection. And a painting of 1923, Portrait de Madame P., known of through an old black and white photograph but until now considered lost. If Tamara is seen as a typical representative of modernity, in reality in an interview of 1932, she reconfirmed her decision to “live and create in such a way as to stamp the trade mark of modern times both on my life and my


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fashion magazines, Die Dame. And she herself work” but then declared that she loved “old became a style icon because of the almost Italian paintings” and that her favourite painter maniacal attention she paid to her appearance was Carpaccio. Demonstrating in this way her and her wardrobe, which made her shine at ability to reconcile opposing tendencies and parties attended by the leading personalities of harmonise contrasting influences, to achieve a the period. However, she lived a purity of line, developed especially from studying Ingres, In her masterpieces, life woven with contradictions; with perfectly balanced men wearing rare apart from the high society side of composition, taught her by her contemporaneity coats her existence, she cultivated a spiritual side, born from the teachers Lhote and Denis. difficult years of the First World War which led Symbols of the modern world such as her to paint saints, Madonna and nuns, country skyscrapers, telephones and transatlantic liners women, vagrants and the old, expressions of the often appear in her paintings, in particular after fragile humanity of which she herself was part. she moved to the United States in 1929. But above all it was fashion, which was just taking its first 1. Ritratto del Marchese Sommi, 1925, Collezione privatimid steps at that time with new publications ta, ©1972 TAH/Museum Masters International NYC, dedicated exclusively to the subject, which was ©Tamara Art Heritage/Museum Masters International the protagonist in many of her paintings. Her NYC 2. Kizette in rosa, 1927, Musée des Beaux-Arts de Nantes, ©RMN-Foto: Gérard Blot, ©Tamara Art women and also her men seem like ever Heritage/Museum Masters International NYC 3. La impeccably dressed mannequins in the latest sciarpa blu, Collezione privata, ©Tamara Art fashions, owed also to her sharp outlines and her Heritage/Museum Masters International NYC 4. Il very personal use of colour. Good reason why sogno, 1927, Collezione privata, courtesy, Duhamel then, from 1927, she began collaborating with Fine Art, ©Tamara Art Heritage/Museum Masters International NYC. one of the most prestigious Berlin based German

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Giorgio Armani Dolce & Gabbana

BY AA.VV.

MILANO MODA UOMO

Autunno/Inverno

FALL/WINTER

Prada

2011-2012

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www.giorgioarmani.com

GIORGIO ARMANI

LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SF

Armani: una storia di rivoluzioni L’elaborazione di un nuovo formale, lo studio di un’anatomia al passo con i tempi, la ricerca di tessuti classici quanto performanti e il grigio: tutti gli elementi chiave del maschile 2011-12 giocano a favore di Giorgio Armani. Dunque, è naturale che la sua passerella sia “La Sfilata” con la S maiuscola. Com’è noto, lo show si è aperto con un cappotto vintage dello stilista. A ricordare che lui è stato il primo, già alla fine dei ’70, a rivoluzionare il classico, trasformandolo nella nuova tenuta da lavoro per lui e per l’emergente donna in carriera. All’epoca c’erano da alleggerire gli interni delle giacche imbalsamati dalle fodere. Se le costruzioni andavano disossate, i tessuti dovevano essere ammorbiditi per rendere la moda più vissuta e vivibile. Cambiando l’ordine dei fattori... Oggi, la ricerca si sposta sulla leggerezza per riproporre il cappotto lungo, mantenendo i pesi light ai quali ci hanno abituati i piumini. Mentre, gli interni dei capi si attrezzano per rispondere alle esigenze dell’uomo multi tasking. Ma, mutando l’ordine dei fattori, il risultato finale non cambia: una piccola, grande rivoluzione. Perché sulla pedana di Armani ogni cosa è cambiata: i pantaloni sono morbidi come tute e le giacche avvolgenti quanto cardigan di maglia. Per non parlare dei cappotti. Persino il grigio non è più lo stesso, combinato in infinite sfumature che ne spezzano l’uniformità old English. Tutto però risulta mettibile, fruibile, godibile subito, aiutando l’uomo a metabolizzare le nuove proporzioni un po’ ostiche. Ancora una volta, Armani trova l’esatta misura per dare al futuro un presente garantito. G.LoVe.

LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SF


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DSQUARED2

www.dsquared2.com

Pre-Amish

Pre-Amish

Vento, gelo e neve in passerella: scenografia spettacolare e styling astuto per la sfilata di DSquared2. Che sotto i grembiuli indossati come gilet e tra effetti speciali nasconde tanto prodotto di sicuro mercato. In particolare jeans: cavallo di battaglia della coppia creativa. Costante presenza del cappellone e degli occhialini tondi da vista, quasi profetici dello stile Amish esploso a Parigi.

Cold, wind and snow on the catwalk: a spectacular set and astute styling for the DSquared2 show. Between the special effects and hidden under those aprons worn as gilet are clothes of guaranteed success. Especially the jeans, this creative pair’s key item. Large hats present throughout as well as small round framed reading glasses, almost a prophecy of the Amish style that exploded onto the scene in Paris.

GLV

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Comments Daniela Fedi, il Giornale

Due geniali menestrelli della moda giovane. Two genial minstrels of young fashion. Renata Molho, Il Sole 24 Ore

Sono furbissimi e, ancora una volta, propongono capi facili. They are very clever and once again have given us easy to wear. bookmoda I 143


www.borsalino.com

BORSALINO

Milan presentations Milan presentations

Il cappello di Siffredi Una mostra alla Triennale di Milano per rappresentare l’intenso legame tra Borsalino e il mondo di celluloide. Frame di Quarto Potere (1941) e Nemico Pubblico (2009), esposti accanto a cappelli e bozzetti, raccontano il lungo viaggio della griffe sulle colline di Hollywood. Immancabili Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca. Per non parlare di Alain Delon che ricopre il ruolo di Rock Siffredi nel film Borsalino (1970) che prende il nome dallo storico brand. Mentre il porno attore Rocco Siffredi si è ispirato al personaggio di Delon per il suo nome d’arte.

Siffredi’s hat A show at the Milan Triennale to present the close relation between Borsalino and the movie star world. Frames of Citizen Kane (1941) and Public Enemies (2009) are displayed besides hats and sketches that tell the long label's travel on the Hollywood hills. Inevitable Humphrey Bogart and Ingrid Bergman in Casablanca. And even Alain Delon who plays the role of Rock Siffredi in the film Borsalino (1970) whose name comes from the historic brand. While porn actor Rocco Siffredi took inspiration from the Delon figure for his pseudonym.

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Orson Welles in Quarto Potere (Citizen Kane), 1941, © Photomovie collection.

Johnny Deep in Nemico pubblico (Public Enemies), 2009, © Photomovie collection.


Milan presentations Milan presentations

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1. Jean-Paul Belmondo in Borsalino, 1970, ph. The Associated Press, J. Deray collection Cinémathèque Française. 2. Humphrey Bogart and Ingrid Bergman in Casablanca, 1942, © Photomovie collection.

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3. 4. Illustrations by Gianluigi Toccafondo for the exhibition Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie. (Movie with hat. Borsalino and others stories) 5. A frame from the movie La fabbricazione dei cappelli Borsalino (The Borsalino hats manufacturing), 1912, Milano Film.

Alain Delon in Borsalino, 1970, ph. Pierre Manciet, J. Deray collection Cinémathèque Française.

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Milan presentations Milan presentations Sergio Rossi: i ganci da trekking e il contrafforte in gomma si introducono nella classica stringata - trekking hooks and a rubber quarter stiffener introduced to the classic lace up.

Furla: atmosfere Anni ‘50 per la borsa in vitello stampa cocco - fifties feel for the croc-embossed calfskin bag. Bally: l’anfibio Oxford tinto a mano per i 160 anni della griffe - Oxford hand-dyed wellingtons to celebrate the brand’s 160 years.

Caruso: nuove proporzioni per la giacca del progetto Virtuoso Menswear - new proportions for the jacket in the Virtuoso Menswear’s project.

Philipp Plein: le staffe del mocassino catturano la coda del coccodrillo - the stirrups on the moccasins trap the crocodile’s tail.

Hogan: la sneaker con la tomaia rigirata e ribattuta per nascondere la cucitura - sneakers with reversed and stitched down uppers to hide the seams.

Baldinini: la montagna in città con le pedule stringate - the mountains come to the city with laced hiking boots.

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Fay: fluo installazione per le Driving coat - fluorescent installation for the Driving coat.


Milan presentations Milan presentations Tod’s: la Glass House con la collezione esposta. The Glass House displaying the collection.

Cesare Paciotti: le francesine Anni ‘80 specchiate bicolori. shiny eighties lace ups in two colours.

Montblanc: oro cesellato, smalto e granato rosso per la Limited Edition dedicata a Raffaello Sanzio - chased gold, enamelling and a red garnet for the Limited Edition dedicated to Raffaello Sanzio.

Diesel Black Gold: il doppio revers rivela la sciarpa - double lapel reveals the scarf.

Marc Jacobs Man: spy story Anni ‘40 in pelliccia e cashmere - a forties spy story in cashmere and fur. Church’s: il carrarmato ottenuto da vecchie suole riciclate e ricostituite - the armoured look using recycled and reconstituted soles.

Valextra: vitello morbido per le cover del Playbook di BlackBerry soft calfskin for the BlackBerry Playbook cover.

Tom Rebl: l’abbottonatura pieghettata per la camicia con bretelle di ruche - pleated buttoning for the shirt and ruched braces.

Acht: velluto millerighe double fit. needle cord velvet double fit.

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79° Pitti Immagine. Il maschile e i suoi doppi / The male and his double

L’UOMO STEREOSCOPICO: attenti a quei due (e più) THE STEREOSCOPIC MAN: a watchful eye to this pair (and more)

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onte prima del 3D, l’immagine stereoscopica, basata sulla sovrapposizione di due figure, caratterizza anche la logica del nuovo modo di vestire. Spesso addirittura del singolo capo nel quale convivono più tessuti, stili, ma soprattutto funzioni d’uso. Formale e informale, città e montagna, passato e presente si fondono, così, in uno stile dei doppi. Ma anche tripli, quadrupli, esponenziali... Per l’uomo multitasking che ricopre tanti ruoli nell’arco della stessa giornata, chiedendo un abbigliamento altrettanto eclettico. In tempo reale.

stereoscopic image, preceding 3D, is based on superimposing two images and also characterises the logic behind the new way of dressing. Often even in one single garment in which different fabrics and styles cohabit, but in particular also its function. The formal and the informal, city wear and country wear, the past and present fuse in this manner into a double style. And triples too, quadruples, multiplying exponentially... for the multi-tasking man who carries out many roles in the arc of one day and demands just as eclectic clothing. In real time.

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Past/Future=Pasfut Se il passato rassicura con i valori della tradizione, il futuro è la molla dell’evoluzione. Apparentemente inconciliabili, questi due tempi hanno trovato un compromesso in un nuovo stile che fa della storia - a volte basta l’etichetta di una data evocativa - il valore aggiunto dei capi più nuovi. Il marchio di un presente senza epoche precise.

If the past is reassuring for its traditional values, the future is in the firing line of evolution. These two, apparently incompatible tenses, have found a compromise in a new style which makes history the added value in the newest clothes, sometimes just a label bearing an evocative date is enough. The trademark of an undefined present. 1. Brooks Brothers: il montgomery e lʼetichetta storica. 2. Pantofola dʼOro: la scarpa da lotta libera rieditata per i 125 anni del marchio. 3. Woolrich: lʼanorak e la foto dellʼammiraglio Byrd. 4. Barbisio: il cappello dʼepoca. 5. Museum: il giaccone e lʼetichetta storica. 6. Pirelli PZero: la vecchia insegna e il nuovo trench. 7. Alexander: lo stivale di Garibaldi reinterpretato. 8. Bresciani: le calze per i 150 anni dellʼUnità dʼItalia. 9. J. W. Raily: i jeans e lʼetichetta storica. 10. Smithʼs American: lo scarponcino e la locandina Anni ʻ50. 11. Fred Perry: la polo e lʼetichetta storica.

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1. Brooks Brothers: duffle coat and historic label. 2. Pantofola d始Oro: the wrestling style shoes revisited for the 125 years of the brand. 3. Woolrich: Anorak and a photograph of Admiral Byrd. 4. Barbisio: vintage hat. 5. Museum: lumber jacket and historic label. 6. Pirelli PZero: old label and new trench coat. 7. Alexander: Garibaldi始s boots reinterpreted. 8. Bresciani: the hosiery for the 150 years of the Italian unification. 9. J. W. Raily: jeans and historic label. 10. Smith始s American: the ankle boots and the 1950s bill. 11. Fred Perry: polo shirt and historic label.

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PIAZZA DEGLI SCACCHI checks square A tutto check. Quadri e riquadri anche sfacciati, per ogni tipo di indumento e accessorio: mescolati o spezzati in una nuova partita a scacchi. Everything is checked. Checks, checks and more checks in every type of garment and accessory; mixed or divided up, in a new game of chess. 1. Delsiena 2. Royal Hem 3. Christian Hunziker 4. Borsalino 5. Gerlin 6. Calvaresi 7. 500gr 8. Cantarelli 9. Gold Brothers 10. Italia Independent

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PITTI EVENTS: ALBERTA FERRETTI www.albertaferretti.com Chiesa di Santo Stefano al Ponte: sďŹ lata di demi couture di Alberta Ferretti.

Church of Santo Stefano al Ponte: Alberta Ferretti's demi couture show. 264 I bookmoda


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Versace

precollection di Sonia Spagnol

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When she parades with him

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mixed men and women show: Francesco Martini Coveri launched officially this message and transformed two runways into only one. But also other designers tend to add some feminine looks to men’s shows. Whilst precollections become increasingly more important. On these pages, a flash of the models which were presented in Milan and Paris. On the following, the pre-collection trends presented privately in Milano Moda Showroom and in the world ateliers.

Neil Barrett

filare uomo e donna insieme: Francesco Martini Coveri ha lanciato ufficialmente il messaggio, riunendo due passerelle in una. Ma altri stilisti tendono a inserire proposte femminili nei défilé maschili. Mentre, le precollezioni acquistano sempre più importanza. In queste due pagine, un flash dei modelli che hanno sfilato a Milano e Parigi. Nelle successive, le tendenze delle precollezioni presentate a porte chiuse a Milano Moda Showroom e negli atelier di tutto il mondo.

Enrico Coveri

Daniele Alessandrini

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Se lei sfila con lui


www.dior.com

DIOR HOMME

LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SF

J’aD(i)or Amish Vivono staccati dal mondo che ritengono corrotto e corruttivo: sono pacifisti, rifiutano l’uso smodato della tecnologia, utilizzandola solo quando è indispensabile, rifiutano ogni carica ufficiale e aborrono la televisione. Come componenti di una comunità autosufficiente, mettono persino in predicato il pagamento delle tasse. Ce n’è abbastanza per sostenere che gli Amish riflettono in pieno un sentire collettivo del momento? Come stupirsi, allora, se questa confessione religiosa di origini protestanti, nata in Svizzera nel ‘500 e migrata negli Stati Uniti nel ‘700, è uno dei riferimenti più citati dalle passerelle parigine? Dior ne è stato il massimo interprete e per questo riteniamo il suo défilé “la Sfilata”.

ANCHE I BOTTONI SONO SUPERFLUI Scuro e scabro, senza alcuna concessione alla vanità, l’abbigliamento Amish ha suggerito l’abolizione di zip e bottoni. Amish sono le nuove Tshirt lineari che sembrano tagliate negli abiti talari ottocenteschi da cui deriva l’abbigliamento di questa società contraria a ogni innovazione inutile. Allo stesso modo, i pantaloni larghi col risvolto provengono sempre dalla vita laboriosa e agreste dei cosiddetti tedeschi della Pennsylvania, il cui nucleo più popoloso vive oggi in Ohio. E che dire dei cappelloni? Forse sono l’unica licenza vanitosa portata in passerella per sottolineare, di primo acchito, il riferimento a questo mondo fuori dal mondo. Ma nella scelta di questa chiesa libera si riflette tutto il culto di una nuova semplicità ben al di là della moda: dettato da un bisogno di naturalezza a tutto tondo, la cui assenza sta disumanizzando l’essere umano. G.LoVe.

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www.jeanpaulgaultier.com

JEAN PAUL GAULTIER

007: James Blonde Un agente molto speciale. Perché, anziché sedurre, questa volta 007 resta sedotto dalla sua preda femminile bionda. Al punto di indossare il tuxedo con le calze a rete, infilando il pugnale in una fascia di gomma effetto giarrettiera. Sicché Bond diventa Blonde. Ma il gioco esilarante non deve distrarre l’occhio dalle straordinarie contaminazioni tra l’eleganza dello smoking e la tecnica delle mute da sub. Un “tuffo” perfettamente riuscito nel postumano.

007: James Blonde A very special agent. In fact, in this case 007 doesn’t seduce anybody, but he is seduced by his feminine blond conquest. Indeed, he wears a tuxedo with fishnet stockings and put his knife into a garter-like rubber band. So Bond becomes Blonde. But this exhilarating play has not to turn away from the extraordinary contaminations between the elegance of the tuxedo and the technical diver’s wet suit. A successful “plunge” into post human.

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www.louisvuitton.com

LOUIS VUITTON

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Sottobraccio agli accessori

Arm in arm with accessories

Anche Vuitton, come Gucci, segue il copione della sfilata con pezzi fortemente iconici per tesaurizzare il glamour del marchio, messo poi a frutto sugli accessori. Dunque, c’è la grande novità: il capospalla con giacca tecnica cucita in vita da infilare o da lasciar ciondolare come un golf annodato sui fianchi. Seguono il giubbotto extralusso a strisce di pelle, il giaccone di pelliccia e il nuovo smoking con intarsi di velluto. La cornice ideale e preziosa, seppur dalle linee minimal, per una rassegna di borse in cui vince la portadocumenti sottobraccio.

Vuitton, like Gucci, follows the show script with strongly iconic pieces to treasure the brand’s glamour, which is then implemented for the accessories. Therefore, a great news: outerwear with technical jacket sewed on the waist to tuck or dangling like a hip-knotted pullover. And then an extra-luxury biker jacket in leather strips, the fur lumber jacket and the new tuxedo with velvet intarsia. An ideal and precious frame, but with minimal lines for a series of bags, of which the winner is the underarm briefcase.


bookmoda I 317


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