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Chi ha paura del fucile d’assalto? A cura di Matteo Brogi
fotografie di Gianluigi Guiotto
Arma nata dalla sinergia tra SAN-Swiss Arms e l’importatore per l’Italia, Bignami, la Sporter SAPR può essere usata in poligono per il tiro a lunghe distanze così come a caccia. Le caratteristiche di una carabina di precisione associate a quelle di un fucile da fanteria ne fanno uno strumento unico nel suo genere
La tipica architettura da fucile d’assalto del SAN Sporter SAPR distribuito da Bignami; sul lato sinistro dell’arma sono disposti il selettore di tiro e il pulsante di sgancio dell’otturatore
A
l centro delle polemiche dopo gli ennesimi fatti di sangue che li hanno visti protagonisti negli Stati Uniti, i cosiddetti fucili d’assalto continuano a emanare un fascino particolare, che li rende un oggetto di desiderio per molti. La definizione fornitaci dal dizionario enciclopedico Treccani, li identifica come “tipo di arma automatica (traduzione del tedesco “Sturmgewehr”) che, in dotazione a reparti speciali delle forze armate, unisce alla maneggevolezza del mitra la precisione e la potenza di fuoco del fucile mitragliatore”. Nella declinazione pratica dell’impiego militare, se ne può parlare come dell’arma che ha accre-
sciuto l’efficacia del fuciliere, non solo di fanteria, grazie ad alcune peculiarità quali la capacità di fuoco selettivo che include il tiro a raffica, la presenza di un caricatore ad alta capacità, l’impiego di una munizione intermedia, l’efficacia fino ad almeno 300 metri. Ogni definizione lascia
il tempo che trova e, in questo caso, già quella di “munizione intermedia” ci crea grattacapi, visto che il concetto ha nel tempo incluso sia cartucce modificate partendo da caricamenti robusti (il 7,92 Kurz o il 7,62 x 39 mm) sia totalmente nuove (il 5,56 Nato in primis). Questa definizione crea qualche ulteriore imbarazzo se ci poniamo al cospetto della Swiss Arms che abbiamo provato e descriviamo in questo articolo. Primo approccio A una semplice ricognizione estetica, lo Sporter Sapr denota la sua appartenenza alla grande famiglia dei fucili d’assalto, così com’è variamente declinata ai quattro angoli del pianeta. L’arma cui, infatti, fa riferimento è il modello SG 550 prodotto dalla stessa Swiss Arms (già Sig Arms), il fucile adottato dall’esercito elvetico, scelto nel 1986 e in linea dal 1990 con il nome di Stgw 90 (Sturmgewehr mod. 90). Evidentemente questa versione, come tutte le altre proposte dal produttore nel suo catalogo, è priva del selettore di tiro a raffica, caratteristica che elimina quell’elemento distintivo tipico delle armi d’assalto. Per analizzarne i contenuti tecnologici che lo contraddistinguono, è difficile prescindere da un breve excursus storico in materia di fucili d’assalto svizzeri. Il Stgw 90, GS 550 in versione civile, è l’arma che ha sostituito, a partire dal 1986, il fucile Stgw 57 (GS 510 secondo
La guardia del grilletto è rimovibile per facilitare l’impiego dell’arma anche indossando guanti; davanti ad essa è posto il comando di sgancio del caricatore. Dietro al grilletto è posto un semplice trigger stop
S A N S w i ss A r m s S p o r t e r S A PR c a l . . 3 0 8 W i n
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