Red smithwesson44magnum 2012

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le prove del mese

revolver

… E IL 44 MAGNUM? A metà degli anni 70, anche grazie alle gesta cinematografiche di Clint Eastwood alias ispettore Callaghan, il revolver in 44 Magnum diventò l’arma corta più ambita; oggi è un po’ dimenticata anche se, come allora, sviluppa prestazioni balistiche straordinarie. Esaminiamo due belle proposte che fa oggi la Smith & Wesson attraverso il suo Performance Center. testo e immagini di p.t.

Chi bazzica il settore e comincia ad avere quell’età che si colloca fra l’inizio dei problemi alla prostata e l’uso del pannolone ha buone probabilità di essere stato il proprietario di un revolver Smith & Wesson modello 29: il fantastico 44 Magnum, di solito con canna da 6 pollici (o nell’antecedente versione da 6” ½) nella sua bella cassetta di legno con interno di vellutino blu. Era l’oggetto del desiderio, quando le pistole semiauto a doppia azione in calibro 9 con caricatore da 15 colpi erano ancora nel mondo dei sogni; ancora non si parlava di armi di plastica, l’alluminio era guardato con sano disprezzo e il revolver si confrontava alla pari con le semiauto di allora; quando però la discriminante era la potenza della cartuccia, l’arma a tamburo non aveva più rivali e il 44 Magnum si collocava nell’empireo. Oggi, come sanno bene i lettori, le cose sono cambiate e, nella multiforme offerta di armi corte, questo calibro si è un po’ perso in mezzo alla confusione: detronizzato dal titolo di “più potente”, asfissiato dai caricatori con un minimo di 15 colpi delle semiauto, il revolver in 44 Magnum ha perso smalto. Non ha però perso le prestazioni esaltanti che ne fecero un mito e, dato che il progresso può a volte essere lento ma è sempre inarrestabile, ha ancora qualcosa da dire di molto interessante. All’epoca i revolver Smith & Wesson in 44 Magnum erano dei normali prodotti di serie, anche se della fascia più costosa; oggi la loro produzione è curata soprattutto dal Performance Center della Casa di Springfield, che “sforna” armi speciali partendo da normali modelli della produzione di serie. In queste pagine ne esamineremo due, uno compatto con canna da 2”

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e 5/8, l’altro con canna da 7” ½ chiamato “Stealth Hunter”. In entrambi i casi la base di partenza è stato il modello 629 (si sa che nella codificazione S&W il prefisso 6 indica la armi d’acciaio inox) calibro 44 Magnum a sei colpi che è stato oggetto di qualche attenzione: vite trigger stop nella parte posteriore del grilletto, chiusura anteriore del tamburo a sfera (comunemente adottata da altri revolver del Performance Center S&W), messa a punto dello scatto e del timing. Queste armi sono consegnate in una bella valigetta di plastica, completa di documentazione e certificato di garanzia. Nello specifico, il modello con canna da 2” 5/8 ha il tamburo pieno, senza scanalature di alleggerimento, e anche se non può essere propriamente definito un’arma compatta (pesa più di una 1911), può essere portato con un minimo di accortezza. È un revolver destinato a chi ha esigenze difensive particolari e intende sparare cariche piene in un calibro a dir poco tosto; è strutturato in modo da reggere a lungo la botta, ma non risparmia qualche sofferenza al tiratore... Lo Stealth Hunter è dotato di una poderosa canna da sette pollici e mezzo con profilo esterno dalle linee vagamente squadrate; questa canna concentra gran parte del peso dell’arma e ciò svolge un benefico effetto di “addomesticamento” del rinculo generato dalla cartuccia .44 Magnum. Oltre a ciò, il costruttore ha previsto due asole in volata (simili ai Magnaport in uso qualche anno fa) con effetto di compensazione del rilevamento; infine si deve considerare che l’arma è completamente d’acciaio inossidabile e ciò porta il peso al rispettabile valore di quasi 1,6 kg.

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