Il Bollettino Salesiano – Dicembre 2018

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SALESIANI NEL MONDO Il pianto delle donne

Vita di missionario: la condivisione dell’Eucaristia in chiesa e delle necessità pratiche di ogni giorno.

Oltre alla scuola materna abbiamo attivato un convitto per i giovani delle superiori che vengono dai villaggi della foresta e che non avrebbero pos­ sibilità di frequentare la scuola perché nessuno li potrebbe ospitare. Anche qui la nostra parte prin­ cipale è il vitto, la possibilità di fare la colazione e mangiare a pranzo e a cena, un bel piatto o di riso, o di pasta o di polenta, per poter andare a scuola. Oltre a questo diamo l’alloggio, la possibi­ lità di una libreria alla sera, con tavoli, sedie, libri scolastici e la luce elettrica, una rarità da queste parti, perché abbiamo installato i pannelli solari, con la possibilità di corsi di inglese, computer e sartoria, soprattutto per le ragazze, in tutto ne ospitiamo una sessantina. Ogni mattina, molte donne vengono a chiedere alla missione, non tanto dei soldi, ma del cibo, sono donne che, non avendo sufficientemente da mangiare, non hanno neppure il latte da dare ai loro bambini appena nati e allora ci chiedono di comprare del latte in polvere, per sfamare alme­ no per un po’ di tempo il bambino piccolo. Op­

pure altre donne, soprattutto anziane, vedove o lasciate dal marito, che hanno bambini o ragazzi da crescere, ci chiedono dei sacchi di grano per sfamare la famiglia. O ancora altre che hanno il grano ma non hanno nient’altro. Infine molti che ci chiedono medicine oppure dei soldi per poter andare all’ospedale. Abbiamo imparato che anche se hai la medicina giusta ma non hai cibo sufficiente per sostenerti, la medicina serve a poco.

Clima e guerra

La regione di Gambella espone spesso i suoi abi­ tanti alla difficoltà di trovare cibo per ragioni climatiche, dalle piogge intense a mesi di grande siccità. Non mancano tensioni etniche tra anuak, abitanti dell’altopiano etiope e profughi arrivati dal Sud Sudan a causa della guerra civile che è in corso. Una ragnatela tremenda intrappola tutto, per la mancanza di energie vitali per affrontare una giornata, per mancanza di una necessaria istruzione agricola nel coltivare e trovare cibo, per l’abbandono da parte del governo di queste zone di frontiera, per la mancanza di lavoro, di uno stipendio mensile… e ancora per tante altre piccole cause. Anche nei due campi profughi vicino al nostro villaggio di Pugnido la situazione è difficile per quanto riguarda il cibo. I profughi sud-sudanesi

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