Il Bollettino Salesiano – Aprile 2015

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Il futuro è un libro ancora da scrivere, di che cosa parli e per quante pagine a nessuno è dato saperlo, però vorrei che questo foglio bianco raccontasse di noi. Ma il presente, l’unico tempo, questo istante, questo momento, il presente sta succedendo: va goduto, gustato, annusato, mangiato. Il presente, l’unico tempo, questo istante, questo momento, il presente sta succedendo: non lasciato, perduto, rimpianto, sognato. È adesso! Proprio adesso. È adesso! Proprio adesso... (Max Pezzali, Il presente, 2007)

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del tempo, la cui qualità aumenta proporzionalmente alla consapevolezza con cui lo si utilizza, la quale dipende, a sua volta, dalla coscienza del fatto che nessuno è padrone di questa risorsa. La dimensione del presente, a dispetto di una concezione meramente quantitativa del tempo, è infatti il regno del possibile, il luogo della sperimentazione, il terreno privilegiato in cui riconciliarsi con il passato e coltivare una progettualità significativa orientata al futuro. È, questa, una modalità di vivere il presente molto diversa dalla logica edonista e superficiale del carpe diem, che si nutre di pazienza, di laboriosità, di attenzione al fluire della storia, di una capacità di protagonismo che consente di valorizzare e assaporare ogni istante, privilegiando alla quantità del tempo a propria disposizione la qualità delle esperienze vissute. Ma, soprattutto, è solamente in questo modo che le giovani generazioni possono giungere a conquistare la competenza necessaria alla costruzione di un’autentica sintonia tra il proprio ritmo interiore e lo scorrere sociale degli eventi e delle esperienze quotidiane, restituendo anche al presente una consistenza e una profondità davvero significativi. 2 Aprile 2015

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