Il Bollettino Salesiano - Marzo 2011

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MISSIONI WALTER FAJARDO

Il padre degli Arrivò in un tempo di guerra tribale. Lo volevano uccidere. Padre Luigi Bolla li conquistò con un inequivocabile stile salesiano e ora difende la loro storia e la loro cultura.

Achuar

P

adre Luigi Bolla ricorda con nostalgia il momento in cui la nave lasciò il porto di Venezia per il Sud America. Aveva appena 20 anni e realizzava il suo sogno: essere missionario. «Il momento in cui mi imbarcai fu duro perché sentivo come se fossi morto. Lasciavo tutto. A quel tempo bisognava essere pronti a non tornare più per rivedere i genitori, gli amici, i compagni, le montagne, le persone. Quello fu il momento in cui dissi al Signore: metto tutto nelle tue mani. Solo con te c’è vita. Sono morto per risorgere di nuovo». Dio non lo abbandonò mai e fece di lui il perno di un importante lavoro con le comunità dell’Amazzonia, in Ecuador e in Perù. È passato più di mezzo secolo e don Bolla ha fatto storia nel mondo indigeno amazzonico.

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Cominciò la sua azione con la comunità Shuar in Ecuador, di cui aveva sentito parlare quando era seminarista. Nel 1959 fu ordinato sacerdote salesiano. «Cominciai a lavorare praticamente da solo, senza l’aiuto di nessuno, visitandoli e stando con loro. Era una zona abbastan-

za difficile ed io ero isolato soltanto con l’aiuto di Dio». Durante un viaggio inaspettato verso l’est dell’Ecuador venne in contatto per la prima volta con la comunità Achuar, un popolo indigeno con tradizione bellicosa, che vive nelle montagne Condor ai confini


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