Quaderno 12

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Paesaggio e patrimonio culturale come dimensione del benessere La dimensione Paesaggio e patrimonio culturale ha acquisito nel Progetto BES un’autonomia concettuale che non aveva nella proposta della Commissione Stiglitz e che, almeno finora, non le è stata riconosciuta nelle analoghe iniziative che diversi Istituti nazionali di statistica hanno messo in cantiere, negli ultimi anni, in varie parti del mondo6. Tale autonomia, giustificata dall’eccezionale rilevanza che paesaggio e patrimonio culturale rivestono nel contesto italiano, non era prevista neanche nell’impostazione iniziale del Progetto, e la creazione di un dominio di analisi specificamente riferito a questa dimensione è stata deliberata – fatto che merita di essere sottolineato – soltanto in un secondo momento, sulla base delle indicazioni emerse dalla web survey condotta nelle fasi iniziali, dove il 77,8% dei rispondenti aveva menzionato “paesaggio e patrimonio culturale” fra le dimensioni “più rilevanti” per l’analisi del benessere. Paesaggio e patrimonio culturale sono considerati nella loro qualità di beni comuni, la cui fruizione e preservazione contribuiscono alla qualità della vita individuale e collettiva, in accordo con la Costituzione, che annovera la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione fra i suoi principi fondamentali (art. 9). L’accezione di beni comuni (non necessariamente pubblici), può essere ricondotta alla proposta dalla Commissione Rodotà per la riforma del Codice civile in materia di proprietà in un DDL del 20077: “cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona e che, in quanto tali, devono essere tutelati e salvaguardati dall’ordinamento giuridico, anche a beneficio delle generazioni future”.

Concettualizzazione del dominio di analisi Il primo problema che si è posto, nella definizione di un dominio pressoché inesplorato dall’analisi quantitativa, è stato quello di disegnarne una mappa concettuale, stabilendo relazioni logiche fra i concetti fondamentali. In un paese come l’Italia, il cui territorio nel corso dei secoli è stato modellato quasi ovunque dalla mano dell’uomo, “paesaggio” e “patrimonio culturale” sono oggetti difficili da separare, perché tutti i paesaggi storici (o quanto meno quelli urbani e rurali) non possono non considerarsi parte integrante del patrimonio culturale. Nondimeno, nella definizione degli indicatori, tale separazione non sempre può essere evitata perché i tematismi delle (scarse) fonti statistiche disponibili rispecchiano la divisione delle competenze fra gli organi preposti alla tutela dei “beni culturali” da una parte, e quelli preposti al governo del territorio dall’altra. Avremo dunque, accanto a indicatori trasversali, riferibili al binomio paesaggio-patrimonio culturale nel suo insieme, altri riferiti al patrimonio culturale in senso stretto (cioè nella sua 6  Per una rassegna delle principali iniziative internazionali (aggiornata al 2015), vedi: http:// www.misuredelbenessere.it/index.php?id=13. 7  Commissione Rodotà (2007). Sul concetto di bene comune applicato al paesaggio si veda, in particolare, Settis (2014). 109


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