Emilio Sereni. L'origine dei paesaggi della Grande Liguria. Due inediti dei primi anni Cinquanta

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semantica nel senso di «città», di cui avremo occasione di occuparci nel seguito di questo scritto, sembra più particolarmente legata all’ethnos ligure; mentre l’altra, più discussa, ma non senza riscontri nel sostrato45, nel senso di «fiume», si allargherebbe più a Nord ancora, fino in Germania, ove sarebbe derivato da questa base il nome stesso dell’Elba46. Per quanto più particolarmente si riferisce alle parlate liguri, che qui ci interessano, appare poco probabile, beninteso, che la base alb/alp designasse – come doveva avvenire in epoca più tarda – il massiccio, alpino, in quanto complesso montano. Designazioni geografiche del genere sono rare tra popolazioni primitive; sembra piuttosto che, fin da allora – come ancor oggi nei dialetti della regione ligure – l’alpe designasse il luogo del pascolo estivo delle mandrie (alpeggio). Denominazioni come quella di Alpis Maritima, Alpis Graia ecc. indicano che fin dall’antichità questa accezione del termine doveva sovente essere precisata con un’indicazione, topografica od altra, poi trapassata ad indicare singoli settori della catena alpina. Può essere interessante rilevare, comunque, che – almeno dal VII secolo – nell’accezione di «luogo del pascolo estivo», appunto, alpecella (alpi-cella) è attestato nel latino volgare della regione ligure47; e, a tutt’oggi, dal Piemonte alla Savoia alla Liguria II, 12), che acquista carattere quasi ufficiale in epoca imperiale, come titolo di una coorte (cf r. Nissen, Italische Landsskunde, II, 1, p. 134) non abbia sempre solo un valore distintivo delle popolazioni a seconda della loro origine geografica, ma rappresenti, almeno in alcuni casi, una vera e propria traduzione di etnonimi sul tipo di quelli sopra riferiti, derivanti dalla base alb/alp. Cfr.Bertoldi, Questioni di metodo, p. 192; Idem, Colonizzazioni, p. 147. Quanto agli oronimi derivati dalla medesima base. cfr. Trombetti, Onomastica mediterranea, p. 15; G. Sergi, Da Albalonga a Roma, p. 169; Bertoldi, Questioni di metodo, p. 190 sgg. 45  Alla base mediterranea taba/teba = «collina», si è portati oggi a riferire il nome del Tevere (Tiber). Cfr. Alessio, Fitonimi mediterranei, in St. Etr. vol. XV, p. 180 sg. A questo passaggio semantico risponderebbe quello da alba = «monte» a Albula, il piu antico nome del Tevere stesso secondo Virgilio: «Amisit verum vetus Abbuia nomen» (Virg. Aen.VIII, 332). Cfr. Ovid, Fast. IV, 68. 46  Oltre il nome dell’Albis (il fiume Elba, in Germania), cfr. il flumen Alba, in Iberia, l’Albis (l’attuale Aube) in Gallia, ed altri, anche in Sicilia. Cfr. Whatmough, Prae-Italic Dialects, vol. II, p. 489; Lamboglia, in Storia di Genova, vol. I, p. 86; Alessio, Un’oasi linguistica preindo europea nella regione baltica, in St. Etr., vol. XIX, p. 143, n. 3. Per la tradizionale interpretazione di questi idronimi da una base alb = «bianco» (corrispondente al lat. albus), cfr. Solmsen, Indogermanische Eigennamen, p. 47. 47  Nel Codice diplomatico di S. Colombano di Bobbio, in Fonti per la storia d’Italia, Istituto storico italiano, 1918, I, p. 100. Cfr. P. Sella, Glossario latino-emiliano, p. 8. Il toponimo è frequente nelle due Riviere liguri a designare vette montuose. Non si può escludere che, secondo l’ipotesi affacciata dal Bertoldi, sia pure preromano e specificamente ligure il doppio suffisso -ic -el, che ritroveremo in altre voci esplicitamente attestate come liguri o alpine dagli autori antichi. Cfr. in proposito Lamboglia, Toponomastica dei Comuni di Alassio e Laigueglia, p. 31 sgg. 63


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