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Alessio Vassallo

«Amo raccontare storie »

di o mar

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FOTO I paolo

ciriello

i è imposto nel panorama cinematografico e televisivo come uno dei più promettenti attori italiani. Nella sua giovane e brillante carriera ha ricoperto tantissimi ruoli, anche se il pubblico lo conosce come Mimì Augello de “Il giovane Montalbano”. Alessio Vassallo, trentaseienne artista poliedrico palermitano, dopo aver conseguito il diploma alla prestigiosa Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” debutta in teatro, senza mai abbandonarlo, iniziando a recitare S

oltre che nella serie dedicata al commissario di Camilleri, attraverso la quale ha conquistato la notorietà a fianco di Michele Riondino, anche in tante altre serie di successo: da “Agrodolce” a “Edda Ciano e il comunista” a “Romanzo siciliano”, passando per «Squadra antimafia - Palermo oggi 2», «I Medici» e in diversi film, cortometraggi e spot televisivi. Incontriamo Alessio Vassallo, conosciuto e apprezzato per il suo straordinario talento, e ci racconta la sua vita, la sua carriera e i suoi progetti come una qualunque persona normale, soddisfatto del suo bellissimo lavoro.

Raccontare una storia a qualcuno è una gran bella responsabilità. E ogni volta prima di mettermi sulle spalle una tale responsabilità ci penso molto bene.

Quando nasce la passione per la recitazione? «I primi anni all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico sono stati fondamentali. Oltre a nutrire quotidianamente la mia passione, questi anni mi hanno donato una forte disciplina che per il mio lavoro è l’ingrediente più importante». Tanti i ruoli interpretati sinora, ma quello che ti ha insegnato o colpito di più qual è stato? «Penso il primo. Nel film “La vita rubata” interpretavo Pasquale Campagna insieme con Beppe Fiorello, che impersonava Pietro Campagna. A questi due fratelli è stata uccisa barbaramente una sorellina di soli diciassette anni dalla mafia. Raccontiamo la storia di Graziella Campagna. Ricordo ancora i fratelli che vivevano con noi sul set durante le riprese. Ricordo l’emozione e la responsabilità di quel ruolo. È stato un inizio di carriera molto forte che mi ha anche imposto di perseguire una linea professionale molto precisa». Cosa ricordi del tuo esordio nel 2008? «Avevo una così poca consapevolezza che mi rendeva attorialmente sotto certi aspetti più libero». Nella serie “Il giovane Montalbano” hai interpretato il ruolo di Mimì, quanto ti assomiglia questo personaggio? «Volete sapere se sono un femminaro? La risposta è no. Da buon siciliano amo le belle donne. Credo molto nell’amore e soprattutto spero presto, al contrario del buon Augello, di farmi una famiglia. Di certo la mia autoironia è molto simile a quella del personaggio scritto da Camilleri. E forse anche la sua genuinità». Ti rivedremo in una nuova stagione de Il Giovane Montalbano? «Il 23 Marzo sono tornato in tv sempre a Vigata con “La concessione del telefono”. Uno dei romanzi a mio avviso più belli del maestro Camilleri. Il giovane Montalbano a oggi non se ne parla... ma qualcosa mi fa pensare che prima o poi torneremo». Teatro, cinema e tv, cosa preferisci? «Amo raccontare storie. Il mezzo è l’ultimo dei miei problemi. Per me è più importante cosa racconto al pubblico. Raccontare una storia a qualcuno è una gran bella responsabilità. E ogni volta prima di mettermi sulle spalle una tale responsabilità ci penso molto bene».

Il momento più bello della tua carriera? «Mesi fa durante le riprese de “La concessione del telefono”. Era un progetto che aspettavo da un po’ di tempo. Davvero il classico sogno che diventa realtà».

Cosa porti dentro di te della Sicilia? Quanto ti manca? «Io sono siciliano. Proprio nel modo di pensare, di vivere... quindi, dentro non porto nulla. Semmai sono io che porto qualcosa agli altri. La Sicilia mi manca tanto... Ogni volta che vado a trovare i miei, penso... Voglio tornare a vivere qui. Restare qui. Poi, ahimè, ho sempre un aereo che mi riporta a Roma».

Sei soddisfatto del tuo successo? «Si. Sono soddisfatto felice della mia carriera fino ad oggi. Delle scelte fatte. Il successo o la popolarità... sono soltanto delle conseguenze del nostro lavoro. E sinceramente non ci ho mai fatto tanto caso. Sono un po’ fuori moda... lo so... oggi

siamo invasi dal successo, tutti hanno successo, ma spesso è un successo senza alcun contenuto».

Fuori dal set cosa ti piace fare? «Stare con le persone alle quali voglio bene e sono davvero pochissime. Passare il tempo con i miei genitori e con la persona che amo.

Puoi anticiparci il tuo ruolo ne La concessione del telefono? «Interpreto Pippo Genuardi. Penso possa bastare».

Quali sono i tuoi progetti futuri? «Dopo la messa in onda importante de “La concessione del telefono” sono tra i protagonisti di un progetto molto interessante tratto dai racconti di Carofiglio “Passeggeri Notturni” in onda su Rai Play e tra poco inizio le riprese di un film per il cinema... ma non posso anticipare nulla».

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