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Alfia Milazzo
Alfia Milazzo Quando la musica è palestra di vita
na carriera di successo alle spalle a Milano nel settore dell’editoria con Mondadori, De Agostini e Rizzoli, ma per Alfia Milazzo, docente di Storia e Filosofia, scrittrice, blogger e life coach professionista, da oltre dieci anni l’impegno a favore dei bambini e dei ragazzi dei quartieri a rischio di Catania è una vera e propria missione. Nel 2009, insieme a Liborio Scaccianoce, dà vita alla Fondazione “La Città invisibile”. Una realtà oggi in continua crescita, il cui alto valore civico e sociale è riconosciuto a livello nazionale ed internazionale. U
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Nel nome della Fondazione riecheggia il titolo del romanzo utopico “Le città invisibili” di Italo Calvino. «Proprio così, la nostra città invisibile è un luogo in cui le utopie possono diventare realtà. Purtroppo i bambini e i ragazzi delle periferie più disagiate, oltre alla povertà economica, subiscono anche un totale degrado di valori. L’intuizione è stata quella di utilizzare la musica per aprire i loro cuori e le loro menti a una realtà, in cui si condividono le regole, si rispettano gli altri e ci si nutre di cultura. Da qui la nascita della Scuola di vita e Orchestra sinfonica “Falcone Borsellino”. Bambini e ragazzi dai 6 ai 20 anni, oltre ad imparare gratuitamente l’uso di uno strumento musicale, secondo il modello venezuelano delle orchestre e dei cori infantili, vengono sostenuti in una crescita culturale attraverso laboratori artistici e creativi e motivati alla fratellanza e ai principi della civiltà e dei diritti. La Fondazione ha tre centri di formazione musicale nei quartieri catanesi di Librino e San Cristoforo e uno ad Adrano. I nostri ragazzi hanno suonato in oltre cento concerti, sempre a sostegno di iniziative dall’alto valore morale e civile».
L’Orchestra è intitolata ai due magistrati Falcone e Borsellino. «Falcone e Borsellino sono i nostri fari. Quando affrontiamo il tema della legalità raccontiamo ai nostri allievi di come hanno combattuto con grande coraggio da uomini liberi per loro idee, ispirate ai
di ATRIZIA RUB INO
FOTO I ARIO STRANO
Quando la musica è palestra di vita
principi di verità e giustizia. La cultura mafiosa in certi quartieri, esercita un potere che ammorba anche le menti dei più giovani. Sull’esempio di questi eroi del nostro tempo, spieghiamo che il cambiamento è possibile, che essere forti non significa sopraffare gli altri ma saper condividere e gioire anche delle cose semplici. I bambini ed i ragazzi, sono assetati di conoscenza e di esempi positivi, ma purtroppo alcuni ci lasciano proprio perché si rendono conto del cambiamento in atto e ne temono le conseguenze nella propria vita. Noi però, continuiamo ad aspettarli».
In questi anni, infatti, si è intestata numerose battaglie a sostegno di chi combatte la mafia, ma anche in difesa dei “suoi” bambini. «Molti bambini di questi quartieri sono trascurati da un sistema che invece di proteggerli dall’abbandono, dalla trascuratezza e dalla povertà, si abbatte su di loro privandoli dell’affetto di quella parte sana della famiglia, perlopiù rappresentata dalle madri. Queste ultime spesso, oltre ad essere vittime di violenze, fisiche, economiche e psicologiche, si ritrovano da sole a dover combattere per non vedersi strappare i figli da uno Stato troppo distratto e indolente. Nei casi in cui abbiamo ravvisato un vero e proprio sopruso, ci siamo battuti con l’aiuto di avvocati e psicologi, per difendere i diritti di questi bambini e delle loro madri. Probabilmente siamo considerati scomodi, ma noi andiamo dritti, perché il cambiamento è anche questo».
Lo scorso dicembre le hanno assegnato il premio “Top 100 Leaders in Education”, nell’ambito del “Global forum per l’istruzione e l’apprendimento” che si è tenuto a Dubai. «Essere riconosciuta tra i migliori 100 educatori al mondo, è un onore e un onere che mi spinge a fare sempre di più. Un piccolo gruppo di ragazzi dell’orchestra mi ha accompagnato a Dubai e ha potuto esibirsi in un concerto molto applaudito. Più di mille discorsi, la loro presenza ha testimoniato con i fatti, il nostro lavoro e il nostro impegno».
