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Sperlinga

Il Borgo più bello d’Italia scavato nella roccia Sperlinga

perlinga, nome di origine greca che significa grotta, spelonca appunto. È un piccolo borgo nel cuore della Sicilia centrale, tra i Nebrodi e le Madonie, in provincia di Enna, inserito nella rete dei Borghi più belli d’Italia. Un sito caratterizzato da diverse grotte scavate nell’arenaria, spelonche di origine artificiale. Nel 1282, periodo dei Vespri Siciliani, Sperlinga fu l’unica fortezza della Sicilia a non ribellarsi alla dominazione angioina. A testimonianza di ciò è stato inciso, sull’arco del vestibolo del castello, un motto molto famoso nell’isola: “Quod Siculis Placuit Sola Sperlinga Negavit”, che tradotto significa “la sola Sperlinga negò ciò che piacque ai Siciliani”. Il suo fascino è arricchito dalla magia delle case scavate nella roccia, dai ruderi del castello, dalle viuzze che si arrampicano nel borgo attraverso scale intagliate nella roccia, da panorami mozzafiato dove splende il caloroso sole siciliano. Il sito è frequentato sin dall’epoca dei Siculi, come si può vedere dalle numerose grotte artificiali che caratterizzano il centro abitato e il territorio limitrofo. Si tratta di grotte scavate originariamente per funzioni funerarie e poi utilizzate nei secoli successivi dai diversi popoli che hanno abitato l’isola, adattandole a usi diversi. Con il tempo ne sono state scavate tante altre e così oggi il borgo è punteggiato di spelonche di epoche diverse, abitate dai contadini fino agli anni Sessanta. Oggi alcune di queste fanno parte del patrimonio comunale e sono state adibite a museo; altre sono ancora di proprietà privata e utilizzate come magazzini. S

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Il cuore del borgo è il castello che svetta su un alto sperone roccioso e domina l’intero insediamento. La struttura fu realizzata sotto il periodo normanno, poi trasformato in fortezza, infatti, nel 1282 ospitò una guarnigione angioina e resistette all’assedio di Pietro d’Aragona per oltre un anno. Oltre la porta d’ingresso, appena entrati, si notano i segni di un ponte levatoio all’epoca presente. All’interno è possibile visitare diversi

DI IRENE NOVELLO

FOTO DI ALFIO BOTT INO

ambienti: magazzini, stalle, prigioni, cisterne per la raccolta delle acque piovane e i vani destinati ai feudatari. È uno dei castelli più alti della Sicilia ed è un rarissimo esempio di castello scavato nella roccia. È, infatti, noto come una fortezza inespugnabile grazie alla sua struttura morfologica e alle sue possenti mura di cinta.

Il fianco del castello che si riversa sul paese, si presenta tutto traforato di grotte artificiali, collegate tra loro da stradine ricavate anch’esse dalla roccia, dove ancora sono presenti i segni dei secoli trascorsi lì dentro e costituiscono un bellissimo e suggestivo borgo rupestre. Alcune di esse sono state adibite a museo, dove si ripercorre la vita degli abitanti di Sperlinga fino agli anni Sessanta, dediti al lavoro contadino e alla tessitura, attività molto presente nel territorio poiché all’epoca si coltivava il lino. Ma l’arte tipica in cui il borgo si è distinto è la “frassata”, un tappeto realizzato dall’intreccio di stoffe riciclate da abiti dismessi.

La storia del borgo è legata a quella delle famiglie che hanno posseduto il castello e i feudi annessi: i Rosso, i Ventimiglia, i Natoli e gli Oneto. Il paese è nato come borgo feudale ai piedi del castello e si è espanso dal 1597 in poi quando il re Filippo II concesse a Giovanni Natoli il titolo di principe di Sperlinga con l’annesso privilegio di poter espandere il borgo con altre costruzioni.

Un’altra particolarità del borgo è il dialetto gallo-italico, così chiamato perché presenta influenze dei dialetti del nord Italia, diffuso in Sicilia a partire dalla conquista normanna dell’Isola. Sperlinga, con il suo borgo rupestre, il castello, l’antico dialetto, l’incantevole panorama e la tranquillità tipica del posto ci permette di immergerci in una Sicilia segreta dove sono ancora presenti i profumi e i rumori di un antico passato.

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