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IL FASCINO DEL SERVIZIO
from Weekly Enjoy #009
by BFCMedia
Caro/a Matteo come hai iniziato questa professione e perchè?

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La mia idea è sempre stat quella di essere dietro le quinte, organizzare, gestire e creare una esperienza per i miei ospiti. Ho sin da subito avuto la voglia di frequentare la Scuola Alberghiera, nonostante fosse a tanti chilometri da casa mia e mi comportasse il dovermi alzare presto ogni mattina. Tenacia, caparbietà e tanta testardaggine a completare la mia grande passione e curiosità per questo mondo e così di quella mitica 1F oggi resto solo io a fare questo bellissimo mestiere.
Il tuo bilancio di questi 24 anni di carriera qual’è ?
Tanto lavoro, sacrifici, tempo sottratto a famiglia e amici, ma tanta passione e tante soddisfazioni, ho viaggiato per il mondo alla scoperta di cose buone da degustare, ho unito la passione per la ristorazione a quella per il turismo e la fotografia. Ho riso, ho pianto, mi sono emozionato e ho arricchito la mia bacheca di premi e nuove partenze. Oggi sono un professionista felice in un mondo complesso come quello della ristorazione, che non smette mai di imparare e non dimentica l’umiltà e il duro lavoro.
Hai degli aneddoti, curiosità, episodi che ti piacerebbe condividere con noi?
L’idea, un giorno, è quella di mettere nero su bianco tutti gli episodi che hanno caratterizzato la mia vita lavorativa, le follie, le richieste e le situazioni imbarazzanti che ho, quantomeno in parte, cercato di gestire nonostante l’incredulità nel momento che accadevano. La chicca da potervi regalare è di una coppia di indiani, arrivata qui in via dei banchi vecchi una sera d’estate, eleganti e cortesi. Accolti in gran stile e accompagnati al tavolo qualcosa da subi- to non è andato. Un sabato sera pieno come tutti gli altri, il loro tavolo era al centro della sala, la signora fatta accomodare era inizialmente a suo agio, poi subito dopo, visibilmente imbarazzata per un dettaglio che ancora ad oggi non siamo riusciti a capire e comprendere. Il suo accompagnatore, suo marito o chi per lui fosse, ha degustato 10 piatti in piedi, non si è mai accomodato, questo ha creato stupore e imbarazzo non solo nella signora ma anche in tutti i restanti dei commensali, che credo, ancora ad oggi non siano riusciti a capire il motivo. La cena è proseguita all’insegna di una risata con due sguardi interrogativi e attoniti.
Adesso ti chiediamo un ricordo … il ricordo di un grande uomo o una grande donna di sala che ti ha impressionato, nel tuo lungo girovagare per ristoranti, e perché ti ha impressionato. Mi piace ricordare sempre che non sono solo un Cameriere ma anche un cliente, ho fatto esperienza in tantissimi tempi della gastronomia, e ancora oggi lo faccio con piacere, ma credo che per stile, eleganza e competenza, ad oggi la classe ha solo un nome su tutti: Antonio Santini, da grande vorrei diventare come lui.
La domanda più curiosa, pertinente e intrigante che ti ha fatto un cliente ? e cosa gli hai risposto?
Una volta le domande erano legate al cibo, alle tecniche di cottura, all’idea che c’era dietro un piatto, oggi qui, nella capitale – Roma-, le domande sono davvero imprevedibili spaziano da quali concerti ci sono questa sera in città fino ad arrivare al brand preferito dallo chef per i suoi indumenti, passando forse per quella più inaspettata degli ultimi anni… a che ora stacchi?

@CastelloDiAlbola albola.it