Forbes Small Giants 12

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N. 12. dicembre 2023

Supplemento al volume 74, dicembre 2023, di Forbes Italia. Registrazione presso il Tribunale di Milano al n. 260 del 7 settembre 2017. Copia non vendibile separatamente

IL MAGAZINE DELLE PMI E DELLE STARTUP

CRISTIAN TRIO FONDATORE DI DYANEMA REAL ESTATE INVESTMENTS

ESCLUSIVO

UN VIAGGIO NELL’ACADEMY DI BEBE VIO

CHIUDERE IL CERCHIO

Flipping immobiliare, parchi fotovoltaici e nuovi sistemi rigenerativi L’economia circolare è la partita su cui si giocherà il futuro delle nostre città Ricambio generazionale? Anche i talenti fanno parte della ruota che gira


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Editoriale

Economia circolare ma... a tutto tondo Non solo riciclo dei rifiuti o riutilizzo dei vestiti. Il concetto di upcycling, che ha radici profonde, investe una grande varietà di settori, dall’immobiliare all’energia

A

nche se molti continuano a non accorgersene, l’economia circolare fa parte della nostra storia. Chi non ha avuto una nonna, una mamma, una zia che non buttava via niente quando si trattava di fare da mangiar e riutilizzava gli avanzi per succulenti pranzetti o cenette? Oppure sempre più persone seguono la pratica del riuso e del riciclo magari con i vestiti o i mobili. Basta un tocco qua e uno là per far tornare a splendere una vecchia giacca del padre o un vecchio mobile di famiglia. Insomma l’economia circolare non è un fenomeno che inizia con il nostro tempo ma ha radici profonde. Piuttosto, nel nostro tempo, si è trasformata in vera e propria economia, da semplice economia domestica. Questo numero di Forbes Small Giants è dedicato proprio alla circolarità applicata a varie professioni e settori economici. E il concetto non può essere applicato solo all’industria dei rifiuti. Tant’è che Cristian Trio, ad esempio, ha fondato Dyanema con l’obiettivo di acquistare immobili, ristrutturarli e rivenderli: “Un modo per impattare come player nella città circolare”, afferma il giovane, volto di copertina dell’ultimo numero di questo 2023 di Forbes Small Giants. “In altre parole, evitare di costruire e coprire nuovi suoli, ma rendere sfruttabili quelli già esistenti”. Upcycling, riqualificazione urbana e ovviamente transizione energetica, elemento essenziale in un ecosistema che voglia puntare alla sostenibilità. Gruppo Altea, altra storia di copertina, racconta la sua avventura nel fotovoltaico, dove si occupa di progettazione, installazione e manutenzione di impianti sia per il residenziale che per il business, con una vocazione in particolare verso i grandi impianti (tra questi anche i parchi fotovoltaici). In successione abbiamo il viaggio di Stefania Di Pietro nei cosiddetti “borghi circolari”, esempi virtuosi di quartieri e periferie italiane che si impegnano ad adottare sistemi rigenerativi, materiali da costruzione a chilometro zero e politiche di condivisione. E poi la ricerca del mese in collaborazione con Carlo Ratti, architetto e ingegnere torinese, fondatore del SENSEable City Lab al Mit di Boston e tra i protagonisti indiscussi dicembre 2023 | SmallGiants

del dibattito internazionale sull’influenza delle nuove tecnologie sul futuro delle nostre città. Il roadshow di quest’anno, intanto, è terminato con la tappa di Palermo. Nel numero di dicembre abbiamo deciso di guardarci alle spalle, per tirare un po’ le somme del lavoro fatto fin qui e per dare spazio ad un tema che riguarda tutte le regioni, da Nord a Sud: i giovani. Riccardo Di Stefano, presidente nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, ci ha raccontato sfide e ostacoli da affrontare

Il roadshow è terminato con la tappa di Palermo: questo mese abbiamo deciso dunque di guardarci alle spalle, per tirare le somme del lavoro fatto finora, e di annunciare le tappe del tour per il 2024 per vincere il fenomeno della talent retention e renderci protagonisti nello scenario economico del futuro. Un altro campo di applicazione della circolarità, se vogliamo, vista nel senso di “ricambio generazionale”.

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Sommario

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«Il modello circolare era un goal, ora è una necessità. Serve una città resiliente che non necessiti di demolire per creare»

FOTO

SERVIZI

12 Tra città e natura

47 Export da gigante Maurizio Abbati

INSIDER

14 A scuola di inclusione Mirko Crocoli e Giulia Piscina

LEADERSHIP

23 L’amore per il mattone Mirko Crocoli

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COVER STORY

26 (Ri)costruire il futuro Fulvio di Giuseppe

35 Un posto al sole

50 A caccia di talenti

Andrea Salvadori

INDUSTRY

52 Ingegneria su misura Maurizio Abbati

57 Un nome, una garanzia

Fulvio di Giuseppe

INCHIESTA

58 L’Italia di domani Piera Anna Franini

Maurizio Abbati

38 Il volto nuovo della sostenibilità

Stefania Di Pietro

RICERCA Cristian Trio, fondatore di Dyanema Real Estate Investments

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MODA E DESIGN

66 Matrimonio con ritmo Matteo Marchetti

40 Pensare circolare

70 Eccellenza all’altare

Fulvio di Giuseppe

Fabiola Fiorentino SmallGiants | dicembre 2023


M’HACKERA, NON M’HACKERA, M’HACKERA...

Non lasciare la tua sicurezza al caso. ĭ© öÀŇ

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Sommario

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TRASFORMAZIONE DIGITALE

73 Digitale per tutti Maurizio Abbati

76 La mucca viola della comunicazione

Massimiliano Carrà

AGRIFOOD

78 Un Natale goloso IMPRESA IN NUMERI

84 Un purpose per vincere le sfide

IL ROADSHOW

104 I piccoli giganti arrivano in Sicilia Agostino Desideri

STARTUP

108 Il valore delle idee Matteo Marchetti

112 Veterinario a portata di click

Maurizio Abbati

RUBRICHE

Matteo Calzaretta

120 Sinergia generazionale

WOMEN FRIENDLY

122 Immobiliare e trust: un connubio perfetto

86 Il rosso che sfida il pregiudizio Fabiola Fiorentino

90 Le donne per le donne

Lavinia Desi

123 Cybersecurity: rischi e opportunità

CULTURA

UFFICIO

92 Il Banksy triestino 130

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Andrea Celesti

96 Lo spettacolo comincia in camerino

Lavinia Desi

STORIES

124 Sediamoci con intelligenza Valentina Lonati

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LIBRI

130 Letture d’impresa

98 Il sapore della tradizione Matteo Marchetti

102 Il gusto dell’autenticità

Andrea Salvadori

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La notizia

L’Italia ha bisogno di più lavoratori

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ll’Italia serviranno 3,8 milioni di lavoratori entro il 2027. Questo quanto emerge dalla ricerca di Euromedia Research. Il 57,4% del bisogno di lavoratori previsto per i prossimi quattro anni andrà al settore privato, il 19,4% a quello pubblico e il 23,2% al mondo dei liberi professionisti. Il settore che richiederà più personale sarà il terziario (75,9%). Il comparto che necessiterà

il maggior numero di lavoratori sarà quello del commercio e del turismo (757mila unità), seguito dai servizi pubblici e privati (567mila) e dalla salute (436mila). Il fabbisogno sarà alto anche nei settori di formazione e cultura (436mila) e finanza e consulenza (430mila). La professione che manca di più in Italia, ad oggi, è quella degli specialisti della formazione e della ricerca, a cui servono 248mila nuovi lavoratori.

DICEMBRE 2023 - NUMERO 12 Supplemento al volume 74, dicembre 2023, di FORBES ITALIA registrazione presso il Tribunale di Milano al n°260 del 7 settembre 2017 Copia non vendibile separatamente

Progetto grafico e impaginazione Psychodesign - Milano Direttore commerciale Michele Belingheri - belingheri@bfcmedia.com

Editore BFC Media spa - Via Melchiorre Gioia, 55 - 20144 Milano

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Video content officer Valerio Gallorini - gallorini@bfcmedia.com

Contributor Maurizio Abbati, Matteo Calzaretta, Massimiliano Carrà, Mirko Crocoli, Agostino Desideri, Lavinia Desi, Fulvio di Giuseppe, Stefania Di Pietro, Fabiola Fiorentino, Piera Anna Franini, Valentina Lonati, Matteo Marchetti, Giulia Piscina, Andrea Salvadori

STAMPA: Rotolito S.p.A. - Via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano)

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DISTRIBUZIONE ITALIA E ESTERO Press - Di Distribuzione stampa e multimedia srl via Bianca di Savoia, 12 - 20122 Milano

GESTIONE ABBONAMENTI Direct Channel Spa - via Mondadori, 1 20090 Segrate (Milano) – Tel. 02 49572012 abbonamenti.bfc@pressdi.it Il costo di ciascun arretrato è di 8,00 euro Servizio Arretrati a cura di Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. – 200090 Segrate (MI). Per le Edicole richieste tramite sito: https://servizioarretrati.mondadori.it Per Privati collezionisti richieste tramite email: collez@mondadori.it oppure tel.: 045.888.44.00 nei seguenti orari: lunedì-giovedì 9.00-12.15/13.45-17.00 venerdì 9.00-12.15/13.45-16.00 costo chiamata in base al proprio operatore, oppure fax a numero: 045.888.43.78

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La foto

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La foto

TRA CITTÀ E NATURA A Milano, nella zona di Porta Nuova, il Bosco Verticale, progettato da Boeri Studio, è il simbolo di una nuova architettura della biodiversità. Stefano Boeri voleva costruire “una casa per gli alberi abitata dagli uomini”. Tutto ebbe inizio nell’aprile del 2007 a Dubai, dove Boeri era in visita. Qui l’architetto ebbe l’impressione di aggirarsi “in una città minerale, fatta di decine di nuove torri e grattacieli, tutti rivestiti di vetro, ceramica, metallo, tutti riflettenti la luce solare e dunque generatori di calore nell’aria e sul suolo abitato dai pedoni”. Così Boeri iniziò a pensare a un progetto di “due torri rivestite non di vetro, ma di foglie, di piante, di alberi, di vita”. La costruzione del Bosco Verticale cominciò nell’autunno 2009 e terminò nell’autunno 2014. È formato da due torri alte 80 e 112 metri, che ospitano 800 alberi: una vegetazione che equivale a quella di 30mila mq di bosco e sottobosco. Secondo Stefano Boeri: “Il Bosco Verticale contribuisce alla produzione di ossigeno, all’assorbimento delle polveri sottili dell’inquinamento da traffico e alla riduzione dell’escursione termica tra interno ed esterno”.

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Insider

A scuola di inclusione Sport per 40 bambini, con e senza disabilità, che non vedono l’ora di mettersi in gioco: Bebe Vio racconta la sua Academy

di Mirko Crocoli e Giulia Piscina

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li applausi sono tutti per lei, la plurimedagliata schermitrice Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio Grandis, Bebe Vio, speaker all’Allianz MiCo Milano congressi. L’occasione è il Wobi – World business forum del 15 e 16 novembre, evento internazionale che raccoglie imprenditori da tutto il mondo. Hanno partecipato tra gli altri Muhammad Yunus, Michael Phelps e Francis Ford Coppola. Storie di vita intense, testimonianze forti, come quella della campionessa veneta che vanta 74 medaglie complessive, tra cui due ori, un argento e un bronzo ai giochi paralimpici, cinque ori (quattro individuali e uno a squadre) e due bronzi ai Campionati Mondiali, cinque ori e un argento ai Campionati Europei. Non solo icona sportiva, ma simbolo di resilienza e speranza, un’inguaribile ottimista che si divide tra allenamenti, gare, attivismo e dedizione al sociale, ma anche – e non di meno – con una straordinaria visione d’impresa. Nata a Venezia il 4 marzo 1997, Bebe ha affrontato una serie

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74 MEDAGLIE IN BACHECA, TRA CUI DUE ORI AI GIOCHI PARALIMPICI, MA ANCHE ATTIVISTA E IMPRENDITRICE. L’OBIETTIVO? DARE AI GIOVANI LE STRUTTURE E LE POSSIBILITÀ PER FARE CARRIERA di importanti sfide fin dalla giovane età. A 11 anni la sua vita viene messa a dura prova da una grave forma di meningite che le causa l’amputazione degli arti. Ma la parola ‘resa’ non è mai stata nel vocabolario della giovane sportiva. La sua carriera nel fioretto in carrozzina ha avuto inizio nel 2010 e, da allora, l’ascesa di Bebe è stata un’escalation di conquiste. Ha infranto record, inanellato

premi, sconfitto avversarie di valore, diventando una delle atlete più amate nel panorama sportivo, ma anche ambassador dell’inclusione, dell’integrazione e dei diritti delle persone con disabilità, oltre che talent scout e imprenditrice con valori che si spingono oltre i confini della pedana, grazie alla Bebe Vio Academy, pensata e voluta in partnership con Nike e e gestita dall’Associazione art4sport Onlus, fondata nel 2009 con i suoi genitori, Ruggero e Teresa Vio. Un progetto ricco e ambizioso, che ha come obiettivo la promozione dello sport paralimpico tra le nuove generazioni, con riferimento particolare all’opportunità di renderlo accessibile a tutti, per alcuni mesi all’anno, tramite cinque diverse discipline: scherma in carrozzina, basket in carrozzina, sitting volley, atletica e calcio. Solo l’inizio di una stupenda parabola per questa straordinaria ragazza, frutto di una forte motivazione. Lei ha detto: “Se sembra impossibile, allora si può fare”. Quali sono oggi per Bebe Vio i più grandi “impossibili”? Mi sto rendendo conto che tutto è davvero possibile. Le nuove generazioni sanno come SmallGiants | dicembre 2023


Insider

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Insider

IL PROGETTO È GESTITO DA ART4SPORT ONLUS, ASSOCIAZIONE FONDATA DAI SUOI GENITORI, CHE CREDE NELLO SPORT COME TERAPIA PER IL RECUPERO FISICO E PSICOLOGICO DEI BAMBINI PORTATORI DI PROTESI DI ARTO fare. Chiedono ciò che vogliono e non stanno ad aspettarlo. Se le cose le vuoi trovare, le trovi e le fai. Ci sono startup che stanno dando vita a progetti che solo qualche anno fa avremmo considerato inconcepibili e vedo sempre più associazioni attive nel creare opportunità per tutti. Crede che l’Italia sia un esempio virtuoso in questo? L'associazionismo in Italia è una realtà incredibile. Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, ci sarà di sicuro un’associazione pronta. È necessario però aver voglia di cercare. Quando qualcuno dice di non esserci riuscito, vorrei domandargli se si sia davvero impegnato a trovare quello di cui aveva bisogno. Siamo in un Paese dove c’è la propensione a sposare progetti interessanti. Credo che questo lo dobbiamo anche a un’attuale classe genitoriale che non lascia la pappa pronta ai propri figli. Ci troviamo di fronte a una generazione che verrà lasciata cadere per rialzarsi da sola. Lei è stata chiamata a raccontare la sua storia al Wobi Milano 2023. Per ispirare i più grandi Business Leader mondiali, al richiamo di un claim che davvero si sposa alla sua storia: navigare in acque inesplorate. Cosa significa per lei? Sono onorata, davvero. Mettiamo le carte in tavola: una neolaureata come me porta la sua storia per stimolare nuove prospettive di pensiero. In realtà, sono le prospettive

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Permettere a tutti di provare l’emozione dello sport e lasciare da parte la vecchia cultura della disabilità: questi due dei suoi principali obiettivi

del mondo a essere cambiate. Se oggi mi venisse chiesto a chi mi ispiri io, non risponderei citando un grande campione, ma raccontando una delle tante storie dei ragazzini che incontro in palestra. Felicissimi, gasatis-

simi, che non vedono l’ora di fare sport. E che non vedono l’ora di mettersi in gioco. Nel 2009, a 11 anni, fonda insieme ai suoi genitori art4sport Onlus. Diversità SmallGiants | dicembre 2023


Insider

opportunità che coglie da questo progetto? Tutto è partito da un sogno raccontato durante la pandemia a una responsabile Nike. Quando ho iniziato a fare sport paralimpico non c’erano strutture né tante possibilità per crescere e fare carriera sportiva. Abbiamo creato un posto magico dove i bambini possano giocare insieme, con o senza gambe, in carrozzina o in piedi, strisciando per terra o guidati da qualcuno. L’importante è che tutti sperimentino l’emozione dello sport. Attualmente dentro l’Academy abbiamo quaranta ragazzi, venti con disabilità e venti senza disabilità, e insieme praticano cinque sport: scherma in carrozzina, basket in carrozzina, sitting volley, atletica e calcio. Alla fine dell'anno possono rivolgersi alle società specializzate nello sport di cui si sono innamorati.

Bebe Vio al World Business Forum di Milano, evento internazionale che raccoglie imprenditori da tutto il mondo

Si può dire?

A maggio si è laureata in Comunicazione e relazioni internazionali alla John Cabot University di Roma

e inclusione sono ancora tanto distanti come concetti? Ovunque tu guardi, si parla di inclusione. Il fatto che parlare di inclusione stia diventando di moda è una figata pazzesca. dicembre 2023 | SmallGiants

Certo che si può…. Noi ci innamoriamo delle storie ed è grazie a grandi racconti di vita come quelli di Alex Zanardi, per citarne uno soltanto, che abbiamo lasciato da parte la vecchia cultura della disabilità per dare spazio ad una percezione neutralizzata della disabilità. All’inizio cercavano di costruire per me protesi il più possibile realistiche. Io voglio vivere al massimo delle mie possibilità e, se il carbonio mi consente di esprimere al meglio il mio potenziale, è il materiale più bello del mondo da indossare. Atleta, attivista, imprenditrice. Oggi il suo impegno si sviluppa anche verso la grande sfida della Bebe Vio Academy. Quali sono le più grandi difficoltà e le

Qual è la reazione dei bambini? Ai bambini non importa quanti arti hai. Ti faccio un esempio che ho visto coi miei occhi. Una bambina non riusciva a calciare la palla nel modo corretto. Non è andata a chiedere aiuto a un maestro, ma a un suo coetaneo senza una gamba, che giocava a calcio con le stampelle. Osservano, giocano e non temono nulla. Le protesi sono interessanti per loro e ci si trovano talmente immersi che nemmeno si immaginano che qualcuno là fuori le veda come elementi di diversità. La dimensione Bebe Vio oggi? Non mi sono mai definita in nessun modo. Dipende dal momento della giornata. Sono stata studentessa, ora posso definirmi dottoressa, sarò sempre attivista, continuerò a investire nei miei sogni. Sono un’atleta e la carica per i prossimi tre anni è tanta. Si parte con Parigi 2024 e si prosegue verso Cortina 2026. Emozioni? Inesplorate. L’anno prossimo potrebbe essere il più bello della mia vita, come il più brutto. Senza dubbio da vivere con intensità. Ve lo saprò dire esattamente tra 12 mesi, a fine 2024.

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SOSTENERE

DONNE E BAMBINI IN DIFFICOLTÀ È LA NOSTRA PRIORITÀ E LO FACCIAMO

CON LA CULTURA E L'EDUCAZIONE FP è un club internazionale che riunisce donne impegnate professionalmente e nel sociale che vogliono condividere esperienze e progetti ed impegnarsi in nuove avventure in Italia e all’estero. Donne di pensiero e azione con profili molto diversi che ricoprono ruoli di grande responsabilità: imprenditrici, artiste, manager, opinion leader, professioniste.

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News

Finanziamenti: dall’erogazione alla gestione

Opyn con Azimut, Natixis e illimity 300 milioni per le Pmi

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A PIATTAFORMA tecnologica Opyn ha annunciato un finanziamento di 300 milioni di euro per le pmi italiane. I fondi verranno stanziati grazie alla collaborazione di Natixis, illimity e Gruppo Azimut. Le sovvenzioni avranno una durata massima di sei anni, comprensivi di dodici mesi di preammortamento, e potranno avere un importo variabile tra i 100mila euro e il milione e mezzo di euro. Le aziende che richiederanno il prestito saranno valutate in 24 ore da Opyn, che si occuperà anche dell’erogazione e della gestione dei finanziamenti e della garanzia.

Le aziende che richiederanno il prestito saranno valutate entro 24 ore. Le sovvenzioni avranno una durata di sei anni

TUTELA DEL MADE IN ITALY ATTIVO IL BANDO MARCHI+ È attiva dal 21 novembre la domanda per l’agevolazione Marchi+, il bando del ministero delle Imprese e del made in Italy e gestito da Unioncamere con l’obiettivo di sostenere le piccole e medie imprese italiane nella tutela dei marchi all’estero. Nello specifico, i contributi erogati favoriscono dicembre 2023 | SmallGiants

l’acquisizione di servizi specialistici volti alla registrazione di marchi dell’Unione Europea e la registrazione di marchi internazionali. Le imprese possono richiedere fino a un massimo di 25mila euro nel limite delle risorse stanziate per il 2023, pari a due milioni di euro.

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News ANCHE PER LE PMI

Arriva il whistleblowing Rischio multe fino a 50mila euro

Dal 17 dicembre diventerà obbligatoria anche per le pmi l’applicazione della

norma che tutela le persone che segnalano violazioni e illeciti all’interno di enti o organizzazioni.

Nel dettaglio, dovranno adeguarsi al decreto tutte le piccole e medie imprese che

nell’ultimo anno hanno impiegato almeno 50 lavoratori subordinati, quelle che hanno adottato un modello organizzativo a norma di legge e le pmi che operano in determinati settori, come servizi, prodotti e mercati finanziari, prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, tutela dell’ambiente e sicurezza dei trasporti. Secondo alcuni legali, le aziende che non si adegueranno rischieranno multe fino a 50mila euro.

Pmi Day 2023, quattordicesima edizione dell’evento Confindustria

Le imprese italiane hanno aperto le porte ai giovani

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ono 1.300 le imprese coinvolte, 700 le scuole aderenti e oltre 49mila gli studenti partecipanti: questi i numeri del Pmi Day 2023, l’iniziativa organizzata il 17 novembre dalla Piccola Industria di Confindustria, giunta quest’anno alla quattordicesima edizione. Ancora una volta le imprese di tutto il territorio nazionale hanno aperto la porta ai giovani per raccontarsi, coinvolgendo anche insegnanti, famiglie, istituzioni locali e stampa. Focus della rassegna di quest’anno era la “libertà”, intesa come presupposto per realizzare le proprie aspirazioni contribuendo a generare benessere collettivo, come leva per la ricerca, l’innovazione e la crescita economica.

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News

Migliorare l’efficienza energetica della propria sede 2,5 MILIONI DI EURO PER LE AZIENDE ROMANE 10mila euro per azienda, per uno stanziamento complessivo di due milioni e mezzo. Sono le risorse presenti all’interno del provvedimento presentato alla Camera di Commercio di Roma per sostenere le imprese che vogliono migliorare l’efficienza energetica della propria sede. A stanziare le risorse è l’ente camerale tramite il nuovo Bando voucher transizione. Saranno ammissibili gli interventi che ricadono in tre specifici ambiti: spese per impianti, macchinari o attrezzature, spese per i servizi di consulenza e spese per i servizi di formazione. Potranno essere finanziati gli interventi sostenuti dal primo gennaio 2023 al 30 settembre 2024.

Ammessi gli interventi che ricadono in spese per impianti, servizi di consulenza e di formazione. Saranno finanziati quelli sostenuti fino al 30 settembre 2024

La nuova sfida Cambio al vertice: Luigi Ambrosini alla guida di Pettenon Cosmetics PETTENON COSMETICS, azienda specializzata nel settore hair&skincare, ha annunciato la nomina di Luigi Ambrosini come amministratore delegato. Nel corso della sua carriera il nuovo ad ha ricoperto incarichi professionali di crescente responsabilità in Italia, Europa e negli Stati Uniti, fino a raggiungere il vertice di Abbott Italia, azienda di cui è stato presidente e amministratore delegato negli ultimi otto anni. “Sono onorato ed entusiasta di unirmi al Gruppo Pettenon Cosmetics”, ha dichiarato Ambrosini. “È una sfida estremamente stimolante che raccolgo con determinazione e passione”.

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Leadership

L’AMORE PER IL MATTONE Conosciuto come ‘agente immobiliare dei vip’, Damiano Gallo racconta la sua avventura che incrocia real estate e televisione dicembre 2023 | SmallGiants

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Leadership di Mirko Crocoli

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lasse ’81, Damiano Gallo è produttore, autore e conduttore di format dedicati all’ospitalità di lusso per Warner Discovery. Ma è anche impegnato nelle istituzioni presso la sua amata Sicilia, oltre che imprenditore a tutto tondo. Un piccolo gigante che sta ottenendo premi e riconoscimenti sia nel settore immobiliare che in quello della comunicazione. Dalla prima avventura con Porta Nuova Estates all’attuale Damiano Gallo Estates, passando per la passione verso l’agricoltura e gli animali esotici con la Damiano Gallo Farming, si è guadagnato il titolo di ‘agente immobiliare dei vip’. Nel 2020 ha raccolto tutte le competenze maturate nel settore del real estate nella sua pubblicazione Il sussidiario immobiliare. Inoltre veste i panni di ambasciatore di cultura, giacché ideatore e direttore artistico del Siracusa Book Festival, al suo quarto anno, e del prossimo Piazza Armerina Book Festival, oltre che della settima edizione del premio letterario Alessandra Appiano. Nel 2016 ha fondato una casa di produzione audio-video, la Damiano Gallo Productions, tramite la quale ha mosso i primi passi sul canale 7 Gold con le trasmissioni ABC casa, Il Bello del Benessere e Il Bello on the road, ma ad aprirgli le porte del grande pubblico è stato senza dubbio Il Bello del Mattone. A coronamento di una carriera in continua evoluzione il programma Chi ha dormito in questo letto?, co-condotto insieme a Silvana Giacobini, dedicato alle dimore nobiliari più prestigiose d’Italia. Ha ricevuto il premio ‘Uomo dell’anno per l’imprenditoria’ dal Premio letterario Milano International 2023, con la seguente motivazione: “Non solo agente immobiliare tra i più affermati, ma personalità di successo a tutto tondo e in molteplici ambiti, dal real estate alla comunicazione, passando per la tivù”. Damiano, cosa significa questo riconoscimento giunto al termine di un anno molto intenso per la sua carriera? Non è il primo premio che ricevo, e ogni volta è una forte emozione. Per me ha un

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NON SOLO PREMI E RICONOSCIMENTI, MA ANCHE VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO D’ORIGINE, LA SICILIA, DOVE HA IDEATO IL FESTIVAL DEL LIBRO DI SIRACUSA E IL PREMIO LETTERARIO ALESSANDRA APPIANO unico significato: qualcuno si è accorto finalmente di quello che faccio. Essere imprenditore in questo Paese è davvero difficile e a volte frustrante. Ci si sente soli, le istituzioni non sempre ci sostengono e quindi, quando si riesce a raggiungere da soli degli obiettivi, è davvero gratificante. Facciamo qualche passo indietro. Ci racconti del suo passato e di come tutto ebbe inizio. Mi sono laureato in giurisprudenza nel 2007 all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Lasciai a 19 anni la mia Sicilia per raggiungere il capoluogo lombardo. Fu un colpo di fulmine. Mi sono innamorato dell’ordine e del decoro del mio ateneo. E dei palazzi liberty di Milano. Ho sempre però avuto la passione per la tv. Sognavo da piccolo di diventare un protagonista del piccolo schermo. Decisi di lasciare l’attività forense e alcuni incontri fortuiti con personaggi dello spettacolo e della cultura mi hanno permesso di raggiungere la notorietà prima con il web e poi con la tv. Sono stato il primo agente a portare sulle emittenti televisive l’informazione immobiliare. Volevo differenziarmi da personaggi già esistenti, come Paola Marella e Andrea Castrignano. L’unico modo era quello di proporre nuovi format. Approdai prima sul web, dove raccontavo in maniera grottesca quello che accadeva in un’agenzia immobiliare, e poi con Il bello del mattone in tv, giunto oramai alla 14esima edizione.

Damiano Gallo oggi gestisce tre società: una per le attività televisive, una per le strutture ricettive e la terza per attività agricole e allevamenti di animali esotici

Quando nasce la sua passione per il “mattone” di lusso? Ho una grande passione per le case da sempre, se sono prestigiose mi colpiscono ancor di più. Mi sento a mio agio. Il lusso è una di quelle abitudini che si contraggono facilmente. SmallGiants | dicembre 2023


Leadership

Suo raggio d’azione in campo immobiliare? Molta Sicilia o c’è dell’altro? Target? Milano principalmente, ma operiamo in tutta Italia purché siano immobili e dimore particolarmente prestigiose. In città (mi riferisco a Milano) il mercato immobiliare dicembre 2023 | SmallGiants

è particolarmente vivace, pertanto vendiamo tutte le tipologie di immobili. Dal monolocale di lusso all’attico strepitoso Poi arrivano la televisione, i successi e il record di programmi prodotti e condotti. Quattro! Immobiliare che va a

Gallo, personaggio eclettico e molto amato sia dal pubblico che dalla sua clientela. Sente più nelle sue corde la dimensione da imprenditore o da uomo del piccolo schermo? Non riesco a scindere le cose. Se potessi vivrei solo di tv, ma la televisione è cambiata moltissimo negli ultimi decenni e ritengo che viverla da imprenditore, come faccio io, e non da semplice conduttore, sia utile per durare nel tempo. Un modo per continuare ad andare in onda. Sempre più complicato farla, ma pur sempre soddisfacente. Con l’avvento del web sono ormai tutti delle star dei social, ma ancora oggi vorrebbero andare in tv. Questo fa ancora la differenza. Mission per il 2024? Sogni nel cassetto? Sono fortunato, ho sempre raggiunto tutto quello che mi sono prefissato. Mi basta mantenere quello che ho ottenuto. Sono felice così!

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DAMIANO GALLO

braccetto con la comunicazione. Tutte le mie attività ruotano attorno al mondo della casa. Giornali, tv, spettacolo. Lo faccio per attirare l’attenzione su una figura professionale tanto importante ma anche tanto bistrattata. La nostra è una categoria molto particolare. Spesso in passato ci si improvvisava consulenti immobiliari da strapazzo. Con le mie attività voglio dimostrare al pubblico, ma sopratutto ai clienti, che è una professione interessante, un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti e utile al pari di altri consulenti che ruotano attorno al mondo della casa, ossia notai, avvocati commercialisti, architetti. E desidererei fosse più rispettata e riconosciuta. Ad oggi sono tre le mie società più importanti: Damiano Gallo Estates, che riguarda tutto il comparto del real estate (strutture ricettive ed intermediazione), Damiano Gallo Productions (mondo televisivo letterario e culturale) e Damiano Gallo Farming (attività agricole e allevamenti animali esotici). La tv nasce in realtà come un’attività correlata che oggi è diventata primaria. I format da me prodotti sono diventati sei e oggi sono l’unico conduttore di Hgtv che ha condotto più programmi televisivi contemporaneamente. Questo mi lusinga e mi incentiva a fare di più.


Cover Story

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Cover Story

(RI)COSTRUIRE IL FUTURO Fondatore di Dyanema, brand noto nel flipping immobilare, Cristian Trio contribuisce al processo di riqualificazione urbanistica. L’obiettivo? Creare impatto sociale e gettare le basi per le città circolari

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di Fulvio di Giuseppe

«U

n imprenditore poliedrico”. L’etichetta se la stampa da solo, su sé stesso. Ma appare riduttiva. Perché la definizione di Cristian Trio, classe ’92, uno tra gli imprenditori del settore real estate più affermati a Milano (e non solo), non può limitarsi al suo aspetto prettamente professionale. E allora, per inquadrarlo, forse è meglio far riferimento al titolo del suo libro, diventato ben presto un bestseller su Amazon: Io ho scelto di farcela. Già, perché ad ascoltarlo pare quasi che il successo imprenditoriale sia una naturale conseguenza di quello che ritiene il mix vincente che porta nella sua vita: “focus, testa, energia e vision”. Gli ingredienti ci sono, ma la riuscita ha bisogno di un ulteriore elemento: “La ricetta è individuare un obiettivo e costruire la strada, ma è necessario essere capaci di contestualizzarla al momento storico, ai cambiamenti e alle varie tappe personali. Del resto, neppure io sono lo stesso Cristian di qualche anno fa”. E il percorso, per Trio, si articola in un triangolo ideale: Roma, Milano e New York. La sua città, la città che lo ha adottato e quella che gli ha trasmesso l’idea di potercela fare. “Gli Stati Uniti sono sempre stati un faro, perché la mentalità americana è meritocratica. Il famoso concetto del sogno americano mi ha sempre guidato con l'idea per cui, al di là delle difficoltà, le tue forze rappresentano un sogno che può essere messo a terra”. Innovatore e visionario, Trio si è cimentato in vari settori (con successo), dalla tecnologia alla ristorazione, ma la sua passione principale è quella del Real Estate. Coach e formatore, ha fondato società che operano nel settore immobiliare e hanno un giro di affari complessivo di oltre 25 milioni di

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Cristian Trio e la madre Vesna Ilic, fondatori di Dyanema

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Ultima fermata: real estate

Trio in passato si è cimentato in vari settori, dalla ristorazione alla tecnologia. Poi è arrivato a quello immobiliare, fondando diverse società con un giro di affari di oltre 25 milioni di euro

euro. La sua ultima creatura è Dyanema, il brand noto nel panorama del flipping immobiliare, con una squadra di una quarantina di professionisti. Negli ultimi tre anni hanno realizzato circa 300 unità abitative ristrutturando immobili già esistenti e, in alcuni casi, trasformandoli da commerciali a residenziali. Anche in questo caso, la vision è fondamentale: “Vogliamo contribuire al processo di riqualificazione e di modernizzazione urbanistica delle più frizzanti città italiane, Milano e Roma, scegliendo edifici già esistenti e ristrutturandoli a nuovo per realizzare unità immobiliari secondo le esigenze del mercato”. Deindustrializzazione delle periferie e riqualificazione degli spazi commerciali sono alcuni dei punti chiave del brand, fautore dell’idea(le) di città circolare. “La città circolare si costruisce con la consapevolezza”, sottolinea Trio. “Prima nell'idea del real estate si lasciavano per strada danni come emissioni e rifiuti. La città circolare era un goal, ora è una necessità. Ma per farlo, devono essere unite le parti con il sociale. Serve una città resiliente che non necessiti di demolire per creare ma che si basi sul dicembre 2023 | SmallGiants

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Cristian Trio e lo street artist Pao davanti al murale donato alla città

Tra i progetti milanesi la riqualificazione di un muro di 180 metri con una vernice antismog in grado di abbattere i livelli di inquinamento dell’aria

riutilizzo, sia dei servizi che in termini di ricollocazione di risorse. Ed è in questo contesto che si pone Dyanema, l'idea è impattare come player nella città circolare”. Non coprire nuovi suoli, ma rendere sfruttabili quelli già esistenti. “Eliminare il concetto di scarto e migliorare il rapporto con la collettività ha un impatto sociale anche sul cittadino perché vede in un altro soggetto privato qualcuno da emulare. Io sono un fervente sostenitore dell'idea che le città la

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facciano realmente i cittadini: se tutti fanno la loro parte, viviamo meglio tutti”. E si valorizza, evidentemente, anche il patrimonio. “Per ottenere questo risultato bisogna partire da una domanda: qual è l'utilità? Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere? Ci sono in Italia migliaia di edifici che si possono valorizzare e sono alleati di un'idea di città circolare e non dei semplici produttori di emissioni. La valorizzazione, però, passa per la trasformazione, un cambio di identità.

Cristian Trio con Daria Braga, direttore Fondazione Laureus Italia Onlus

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Chiudere il cerchio

Per restituire qualcosa alla città che l’ha accolto, Milano, Trio ha realizzato progetti sociali come quelli con la Fondazione Rava, offrendo un’opportunità di studio o di lavoro a ragazzi che non potevano permetterselo

Cristian Trio, Valentina Diouf (ex pallavolista della nazionale) e la squadra di volley di Garegnano

Non si deve più tirare giù per costruire, bensì riqualificare”. Per Trio, in sostanza, è necessario abituarsi a una lente differente: “Basta semplicemente un cambio di visione per valorizzare il patrimonio edilizio. Piuttosto che avere per dieci anni un immobile, un edificio in disuso perché non utilizzarlo? Troppo spesso non veniamo giudicati con benevolenza, ma in realtà c'è un'idea dietro che può essere anche particolarmente sociale. Quello, ad esempio, è il faro del mio impegno imprendicembre 2023 | SmallGiants

ditoriale”. Da qui, l’importanza di etica ed empatia anche in un settore vissuto troppo spesso freddamente, come l’immobiliare. “Personalmente incentro la mia vita sul concetto di gratitudine, mi baso sul give&take ed è per questo che per me, romano ma adottato da Milano, è sempre il momento di restituire quanto ricevuto. Milano mi ha accolto e accettato e lì mi sono evoluto come uomo e come imprenditore: non è così normale o scontata come situazione. E allora mi sono

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Attenzione ai particolari

Dyanema, prima di procedere, analizza l’operazione con una dettagliata due diligence, per valutare in anticipo i punti di forza e di debolezza, calcolandone gli eventuali rischi e definendo gli interventi da realizzare chiesto: cosa fare per restituire qualcosa a quella che ormai è la mia città? Così abbiamo pensato e realizzato una serie di progetti”. Tra queste attività ci sono quelle con la Fondazione Rava, grazie alle quali ha offerto un’opportunità di studio o di lavoro a ragazzi che non potevano permetterselo. Un altro esempio è la collaborazione con Fondazione Laureus a sostegno della Polisportiva Garegnano, attraverso la quale, con l’aiuto dello

sport, sarà possibile dare reali possibilità ai giovani, anche ai più fragili, per una crescita sana e di valore. C'è il Bosco Invisibile di via Alcide De Gasperi, realizzato in collaborazione con l’associazione Wau! Milano, che ha visto la riqualificazione di un muro di 180 metri con una vernice antismog che abbatte l’inquinamento nell’aria. O il murales realizzato dallo street artist Pao e donato alla città Tra i nuovi progetti professionali, invece,

Nel libro Io ho scelto di farcela Cristian Trio racconta la sua vita e la sua avventura professionale

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nel quartiere Brenta, dove Fondazione Prada si è insediata con la sede ufficiale e dove sostanzialmente verrà il Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026, “abbiamo in cantiere nel primo trimestre del prossimo anno la realizzazione di 150 unità immobiliari, alle quali se ne aggiungeranno poi altrettante nel corso dell'anno. In sostanza, entro la fine del 2024 ci saranno 300 nuove unità immobiliari”. Si configura così uno degli obiettivi di Dyanema: garantire soluzioni immobiliari ristrutturate a nuovo e rispondendo alle reali richieste del mercato. Puntando sulla creatività e sulla voglia di prendere in mano un sogno e accompagnarlo verso la realtà. “A me il concetto del 'Qui si è sempre fatto così' non va assolutamente giù. La reputo come l'idea che segna la morte dell'azienda. Io, al contrario, sono un creativo e mi nutro degli stimoli verso qualcosa di nuovo”. Nella sua esperienza professionale ha mostrato la capacità di stabilire – e poi centrare – un obiettivo. “La strategia vincente è quella di visualizzare sempre il goal e ricostruire a ritroso la strada per raggiungerlo. Fame di risultati, voglia, grinta, riscatto, ma quello che ha fatto la differenza nel mio caso è la vision e la volontà di diventare la versione migliore di me stesso”. A contribuire al risultato, per lui appassionato di pallavolo, è senz’altro il concetto di squadra. Ma anche il saper affrontare i momenti non facili, per lui che giovanissimo si è trovato a farsi carico di grosse responsabilità imprenditoriali. “Se dovessi incontrare il Cristian di una quindicina di anni fa o un ragazzo appena maggiorenne gli direi di visualizzare, avere fame, godersi ogni passaggio del viaggio. I momenti difficili sono parte del viaggio: non dico di sorridere ma avere la consapevolezza che quelle difficoltà sono parte integrante del successo di domani”. E di successo, Trio, è uno dei più titolati a parlare. dicembre 2023 | SmallGiants

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(Ri)costruire il futuro

UN POSTO AL SOLE Progettazione, installazione e manutenzione di impianti: così Gruppo Altea è diventato il punto di riferimento nel fotovoltaico in tutta la Sicilia

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(Ri)costruire il futuro di Maurizio Abbati

I

l 2030 è una data cardine dell’agenda europea, che guarda alla riduzione di emissioni in atmosfera per arginare il surriscaldamento globale. Nella battaglia per il clima un ruolo primario è affidato allo sviluppo delle energie rinnovabili, a cui anche l’Italia ha cominciato a guardare, soprattutto dopo che il loro uso nel 2020 ha superato il 20%. Per il 2030 l'obiettivo di copertura di consumi energetici da fonti rinnovabili è fissato al 40%, con un 65% nel settore elettrico, 37% nel settore termico, 31% nel settore dei trasporti. L’Italia ha già diversi player in grado di ritagliarsi uno spazio importante in questo settore in forte sviluppo. Tra questi Gruppo Altea che, partendo dalla Sicilia, in 14 anni si è affermato come punto di riferimento nel settore del fotovoltaico. Azienda Esco (Energy service company), con sedi a Catania e Trento, dai suoi esordi si è data l’obiettivo di fornire una struttura efficiente e completa ai clienti interessati a investire nelle energie rinnovabili. Gruppo Altea per il fotovoltaico si occupa di progettazione, installazione e manutenzione di impianti sia per il residenziale che per il business, con una vocazione verso i parchi fotovoltaici. “Accrescere le competenze e la capacità di innovarsi, anche a carattere personale, cercando sempre di migliorarsi sotto il profilo professionale è un valore a cui teniamo in modo particolare. È questo lo spirito con cui nel 2009 nasce Gruppo Altea”, spiega Stefano Finocchiaro, ceo del gruppo. “Appassionato di politiche green, decisi di lasciare il ruolo di dipendente di una multinazionale per dare vita a una società che ha iniziato la propria attività come società di consulenza per poi orientarsi verso la progettazione e la costruzione di impianti fotovoltaici, trasformandosi in Srl. Il momento di maggiore strutturazione è stato nel 2018, quando abbiamo deciso di compiere un passo importante, arricchendo l’azienda con nuovi reparti e procedure, strumenti operativi come Crm/Erp e di un team in grado di gestire interamente le pratiche e l’iter burocratico. Scelta che ha facilitato la crescita e ci ha

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Stefano Finocchiaro, amministratore del Gruppo Altea

portati a passare da sei a oltre 40 dipendenti, raggiungendo i 25 milioni di euro di fatturato e diventando nel 2023 una media impresa in grado di operare in tutto il territorio nazionale. Sono questi i presupposti che oggi ci fanno guardare al mercato della costruzione e gestione di parchi fotovoltaici e impianti agrivoltaici, portando Gruppo Altea tra gli attori protagonisti impegnati al conseguimento degli obiettivi del Pnrr su larga scala. Un mercato dove esiste uno stretto connubio tra produzione elettrica e agricoltura e che richiede velocità nell’organizzazione e disponibilità di risorse umane altamente specializzate”. Tra le difficoltà che il fotovoltaico sta affrontando in Italia c’è quella di concretizzare gli obiettivi che la Ue si è data. “I complessi iter autorizzativi porteranno a dover realizzare gli impianti necessari in

tempi ristretti”, spiega Finocchiaro. “Ci troveremo a realizzare in cinque anni quello che avremmo dovuto fare in 10 per rispettare gli obiettivi per il 2030. Se per i privati l’innovazione è regola di vita, nell’apparato pubblico non è spesso vissuta come esigenza e la nostra normativa in materia prevede un iter che coinvolge di solito diversi enti. Come gruppo vogliamo proporci in qualità di collante agevolando il percorso, in un rapporto funzionale tra pubblico e privato. L’impianto da 1 mega potrebbe essere la giusta taglia per rendere sostenibile il business plan di chi vuole investire nel settore dell’agrivoltaico. Ciascuno di essi ha la capacità di produrre circa due milioni di kilowattora l’anno, coprendo il consumo di oltre 500 famiglie”. Per realizzare l’obiettivo fissato dall’Europa di 70 giga entro il 2030 però, stando SmallGiants | dicembre 2023


(Ri)costruire il futuro IL PASSO PIÙ GRANDE NEL 2018: DA 6 A 40 DIPENDENTI, 25 MILIONI DI FATTURATO E RAGGIO D’AZIONE NAZIONALE. LO STEP SUCCESSIVO? COSTRUZIONE E GESTIONE DI PARCHI FOTOVOLTAICI E AGRIVOLTAICI tenzione dell’impianto. Il ruolo dell’azienda è quello di fornire tutte le competenze necessarie ed erogare i servizi annessi in un’unica soluzione di continuità. “Nei prossimi anni, Gruppo Altea sarà chiamato a costruire parchi fotovoltaici in Sicilia e nel resto d’Italia, dando un contributo ancor più tangibile agli obiettivi di transizione energetica europea. Ma sappiamo già che in futuro ci aspettano una serie di iniziative in grado di abbracciare anche territori come l’Africa Settentrionale e, con lo stesso spirito di sempre, siamo più che pronti a raccogliere la sfida”. www.gruppoaltea.it

Azienda ESCo (Energy service company), Altea oggi ha sede a Trento e a Catania (in foto)

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GRUPPO ALTEA • SICILIA

a questi numeri, non è sufficiente pensare solo a impianti su copertura per famiglie e imprese, ma allargare lo spettro ai parchi fotovoltaici. Sfida ancor più impegnativa per gli operatori del settore, che devono fare i conti con le specificità territoriali del nostro Paese, ponendo in primo piano il rispetto per l’ambiente e la coesistenza degli impianti con l’ecosistema. Altro aspetto importante è quello legato alle tecnologie necessarie e abilitanti per le rinnovabili, su cui l’Italia resta un po’ indietro, come ci conferma il ceo: “La componentistica necessaria per il fotovoltaico, pannelli compresi, arriva in gran parte dai paesi asiatici, dove c’è un knowhow acquisito ma anche un costo di produzione più basso. Sogno che l’Italia possa presto iniziare a svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo di tali tecnologie al servizio dell’industria. Il nostro compito è quello di creare valore per l’investitore e ricadute di ordine ambientale positive sul territorio, che si traducono in concreti vantaggi operativi per il Paese”. Le competenze in Italia però ci sono e Gruppo Altea si propone come attore centrale in questo processo. Forte di un’esperienza maturata nel corso degli anni, il team è pronto a seguire tutti gli step della vita di un parco fotovoltaico, dall’analisi del sito alla progettazione, dalla costruzione all’attivazione e alla manu-


(Ri)costruire il futuro

Il volto nuovo della sostenibilità Sistemi rigenerativi e nuovi materiali da costruzione: borghi e periferie d’Italia stanno prendendo la via della circolarità di Stefania Di Pietro

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obborghi abbandonati diventano protagonisti di circolarità. Le periferie si impegnano ad adottare sistemi rigenerativi, materiali da costruzione a chilometro zero e politiche di condivisione. A Centocelle, l'economia circolare ha ridotto di 160 tonnellate le emissioni di co2 grazie al progetto Centocé, voluto da Enea in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli e il movimento Transition Italia. Si tratta di una riqualificazione green in un quartiere legato ancora al passato, ma dove l’entusiasmo degli abitanti è quello di una smart community e c’è già chi apprezza l’idea di allestire più orti urbani, condividendo le proprie attività all’interno dei co-working. Un modello di smart district urbano, appoggiato anche dall’Impresa sociale cooperativa e condiviso dalle zone limitrofe di Alessandrino e Torre Spaccata, decise a intraprendere insieme un percorso di rigenerazione urbana. Le prime a subire il restauro circolare sono state le facciate di alcune scuole di periferia, trasformate in tele per eco-murales, realizzati con vernici a microsfere riflettenti che mantengono stabile la temperatura interna, riducendo il consumo energetico. Dal cemento spaccato piante e fiori sembrano salire verso il cielo, dilagando sui muri del Liceo scientifico statale Francesco D’Assisi con la firma in calce dello street artist Etnik, che non a caso ha pensato di intitolare l’opera Botanica Resistente, per omaggiare chi crede in questi sistemi di

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A GENOVA, NEL QUARTIERE CORONATA, I VOLONTARI RIPARANO MOBILI E PICCOLI ELETTRODOMESTICI DA REGALARE A CHI NE HA BISOGNO. A FERLA, SICILIA, STA NASCENDO UNA MINI ECONOMIA A ZERO EMISSIONI aggregazione sostenibile. Poi un nuovo progetto rivolto a un’area archeologica abbandonata cambierà com-

pletamente il volto del quadrante est della capitale. Centoventisei ettari di verde, attualmente affollati da insediamenti abusivi e interrotti da un tracciato ferroviario dismesso, sono pronti a prendere le sembianze di un bosco urbano e playground, una fontana pedonale e una promenade per attività didattiche all'aperto, dedicate al tema dell'aria e del volo e ispirate al decollo dei primi aeroplani italiani. Servizi e infrastrutture predisposte a spostamenti lungo percorsi circolari sono invece la scelta green presentata da Calderara di Reno, in provincia di Bologna, un paese in vetta alla selezione dei comuni più virtuosi e sostenibili d’Italia. Senza mezze misure il quartiere ha messo in atto il progetto Circular Community, con la realizzazione di sistemi di verde verticale e giardini pensili, che fanno da filtro alle sostanze in-

La ‘parete verde’ a Ferla (Sr), raccoglie e depura le acque grigie rendendole utilizzabili per gli scarichi

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(Ri)costruire il futuro BORGHI CIRCOLARI

Il graffito firmato Etnik sui muri del Liceo scientifico statale Francesco D’Assisi a Roma, Centocelle. L’opera è intitolata Botanica resistente

quinanti, giovando al microclima urbano; mentre tre impianti fotovoltaici a monitoraggio energetico in tempo reale sono stati posizionati sul tetto di due scuole, l’istituto di Lippo e Longara. Il risultato è una produzione energetica di 100mila kWh con una riduzione di emissioni per oltre 50 tonnellate, pari all’assorbimento effettuato da più di 2.500 alberi. Ma tra i borghi etici che intravedono piuttosto il proprio futuro nella circolarità dei rifiuti c’è il quartiere Coronata di Genova, sotto la guida attenta del Centro del riuso e del riparo che ha scelto di fortificare nei cittadini l’interesse verso l’upcycling, offrendo una seconda vita a tanti oggetti inutilizzati. È nata così l’iniziativa Amici di via Coronata, diretta da Elio Proietti, con la collaborazione dell’Arci ragazzi e della Pro Loco Cornigliano. Nel locale dell’Amiu, l’azienda di igiene urbana, si concentrano design di alta qualità, cura dei beni comuni e cittadinanza attiva. Si ristrutturano mobili, si mettono a nuovo vecchie bambole e piccoli elettrodomestici. Tutto a titolo gratuito. Gli oggetti rigenerati vengono donati a chi ne ha più bisogno, così da chiudere nel miglior modo possibile il cerchio sostenibile. In Sicilia diventa fiore all’occhiello della circolarità il paese montuoso di Ferla, in provincia di Siracusa. Una mini economia dicvembre 2023 | SmallGiants

Anche i cassonetti, nel quartiere romano, sono stati restaurati con vernici a microsfere riflettenti

a zero emissioni, libera da sostanze tossiche e alcuni laboratori a cielo aperto rappresentano l’idea condivisa dai duemila abitanti del borgo, entusiasti di essere artefici del benessere della propria città. La soluzione adottata affonda le sue radici nell’antica tradizione contadina del compostaggio con la progettazione di due case del compost, le prime del sud Italia, nelle quali avviare questo naturale processo, trasformato in poco tempo in un atteggiamento sostenibile di tutta la comunità. I cittadini fanno la fila per portare presso le zone di raccolta il proprio residuo organico che in poco tempo si trasforma in un compost utile per ferti-

lizzare i terreni, azzerando l’uso di concimi chimici e rispettando la composizione del suolo. Da casa del compost a dimora dell’acqua il passo è stato breve: il Comune ha pensato anche ad un impianto di depurazione idrica per la distribuzione dell’acqua potabile, contrastando nettamente l’uso delle plastiche. E per accrescere questa consapevolezza nei giovani, accentuando il senso etico di responsabilità sostenibile, l’Istituto Comprensivo Statale Valle dell’Anapo ha presentato la sua Wall2Water, una “parete verde” realizzata nell’ambito del progetto internazionale Nature Based Solutions for Domestic Water Reuse in Mediterranean Countries. La facciata raccoglie e depura le acque grigie, provenienti dai lavabi della scuola, rendendole riutilizzabili per lo scarico dei servizi igienici e riducendo così il consumo di acqua potabile. Le piante favoriscono infatti una biodiversità batterica, garantendo un’efficacia purificante associata ad una piacevole funzione estetica. Inoltre, prima di essere inviata alle cassette di scarico, l’acqua depurata viene anche disinfettata con una lampada ultravioletta. Eco-pratiche di comunità, provenienti da borghi apparentemente addormentati, ma che dimostrano come anche i piccoli gesti possano avere un impatto quando si tratta di creare insieme un futuro sostenibile.

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Ricerca

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Ricerca

PENSARE CIRCOLARE

Dalla raccolta differenziata all’uso del legno nell’edilizia, passando per il car sharing e le nuove forme di mobilità. Carlo Ratti, docente al Mit di Boston, esplora i vantaggi delle città che abbandonano i sistemi lineari di produzione

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Ricerca

di Fulvio di Giuseppe

“N

on abbiamo risorse infinite a disposizione ed è chiaro che sistemi lineari non sono sostenibili nel lungo periodo”. L’architetto e ingegnere Carlo Ratti ha le idee chiare e non intende girare troppo attorno alla questione: la città circolare è l’unica alternativa vincente, per “superare i sistemi lineari di produzione, cercando di fare in modo che a fine vita tutto venga riusato o riciclato”. Laureato al Politecnico di Torino e all'École Nationale des Ponts et Chaussées di Parigi, conseguendo successivamente il MPhil e il PhD presso l'Università di Cambridge, Ratti insegna al Massachusetts Institute of Technology, dove dirige il Senseable City Lab. È socio fondatore dello studio internazionale di design e innovazione che porta il suo nome - Carlo Ratti Associati -, con sedi a Torino e filiali a Boston e Londra. Proprio prendendo spunto dalle sue ricerche, lo studio si propone di sviluppare progetti di design innovativi, fondendo architettura e urbanistica di alto profilo con tecnologie digitali all'avanguardia, così da contribuire alla creazione di città ed edifici intelligenti. E il concetto di circular city rappresenta una delle basi fondanti. “Nel tempo, il concetto di circolarità è diventato sempre più attuale e centrale e ha trovato molte interpretazioni anche nel campo della progettazione, come il Cradle to Cradle del mio collega e amico William McDonough: un approccio che ha ispirato almeno due generazioni di architetti e urbanisti aiutandoli a ripensare i materiali come qualcosa da non buttare via, ma da riutilizzare”. La città circolare, quindi, si pone come quella che minimizza l'utilizzo delle risorse - dalle costruzioni ai trasporti all'energia - e privilegia il riciclo

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L’innovazione urbana passa anche dalla mobilità. Preferire il bike o il car sharing all’auto di proprietà è un punto di partenza per ridurre il numero di veicoli in circolazione e le emissioni di co2

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Carlo Ratti (foto di Stephanie Fuessenich)

e il riutilizzo di ciò che è stato già impiegato, guardando ai rifiuti come qualcosa che può trovare nuova vita in diversi modi. Di esempi e casi di studio europei o nazionali non ne mancano e diventano i dicembre 2023 | SmallGiants

modelli a cui ispirarsi. “Ci sono tanti settori di applicazione. Partiamo dalla vita quotidiana e dalla ben nota raccolta differenziata”, afferma Ratti. “Il Comune di Milano, ad esempio, da alcuni anni ha adottato un sistema di raccolta porta

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Ricerca

a porta dell’umido e del cibo che ha dato risultati molto positivi, trasformando i rifiuti alimentari in 22mila tonnellate di compost agricolo e otto milioni di metri cubi di biometano. Un primo esempio di circolarità applicata al mondo domestico”. Nel mondo delle costruzioni, invece, l’uso del legno nella forma di Clt permette di avere edifici che alla fine della loro vita possono essere smontati e riusati, oppure trasformati in energia. “La conoscenza delle filiere permette di capire meglio come gestire i rifiuti. Negli ultimi anni, al Mit di Boston abbiamo sviluppato il progetto Trash Track, che permette di tracciare il percorso che fa la nostra spazzatura una volta che finisce nel cestino. Abbiamo tracciato 3.000 rifiuti attraverso etichette elettroniche e ne abbiamo mappato il viaggio in giro per gli Stati Uniti”. I risultati ottenuti, oltre a essere utili per una migliore gestione dei rifiuti, hanno promosso anche un cambiamento nel comportamento delle persone, come è stato misurato in alcuni articoli scientifici e nelle esperienze quotidiane. “Ricordo uno dei volontari che ci ha detto: ‘Ho sempre bevuto in bottiglie di plastica, di cui mi dimenticavo l’esistenza una volta buttate. Tuttavia, dopo il progetto ho scoperto che le bottiglie vuote finivano in un campo non lontano da casa mia e da allora ho deciso di smettere di bere in bottiglie di plastica’”. Far comprendere i vantaggi di una città circolare rispetto a una lineare, diventa pertanto uno degli obiettivi principali per chi si impegna a ‘ripensare’ le città. Ed evidenziare i circuiti virtuosi contribuisce a un miglioramento concreto con impatti positivi nel quotidiano: “Maggior riciclo e riuso uguale minor uso di materie, quindi meno miniere, meno impianti di trasformazione, meno emissioni. Ricordiamo che oggi il settore delle costruzioni è responsabile del 40% delle emissioni di co2 su scala

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Tra i progetti realizzati dallo studio Carlo Ratti Associati anche The Circular Garden, del 2019: un’installazione diffusa nell’orto botanico di Brera realizzata col micelio di un fungo

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Tutto ha inizio nell’ambiente domestico

Un esempio virtuoso? Milano, che adotta un sistema di raccolta porta a porta dell’umido. Negli ultimi anni ha trasformato i rifiuti in 22mila tonnellate di compost e 8 milioni di metri cubi di biometano

mondiale”. Non manca, poi, un legame anche tra circolarità e mobilità: “Si tratta di qualcosa di meno evidente e più sottile. Partirei da minimizzare le materie prime, usando le nostre gambe invece di un Suv. Un altro approccio poi riguarda le pratiche di car sharing, che secondo vari studi portano a una buona riduzione del numero totale dei veicoli e delle emissioni”. Una serie di sfide ma probabilmente la più grande per l’innovazione urbana è quella legata alla decarbonizzazione. “Su questo tema cruciale, siamo coinvolti come Carlo Ratti Associati nel più grande progetto europeo su scala urbana: Hot Heart, a Helsinki. Si tratta di un arcipelago di bacini termici, ancorati al largo della costa della capitale finlandese, che immagazzinano energia termica prodotta da fonti sostenibili. Questa energia viene poi usata per alimentare il sistema di teleriscaldamento della città. Una piccola parte dell’energia termica, inoltre, verrà usata per riscaldare la superficie delle isole galleggianti, che andranno così a ospitare, in modo completamente sostenibile, dei grandi spazi pubblici e foreste verdi per 365 giorni l’anno”. dicembre 2023 | SmallGiants

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Servizi

EXPORT DA GIGANTE

Sostegno e supporto attraverso un’ampia gamma di soluzioni: così Sace alimenta la competitività delle pmi italiane nel mondo dicembre 2023 | SmallGiants

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Servizi di Maurizio Abbati

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ffiancare il sistema delle imprese per stimolarne la crescita e lo sviluppo. È il compito che si è prefissato Sace, gruppo assicurativo e finanziario controllato dal ministero dell’Economia e delle finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale attraverso un’ampia gamma di strumenti e soluzioni a supporto della competitività in Italia e nel mondo. Da quasi mezzo secolo, il gruppo Sace è il partner di riferimento per le imprese italiane che esportano e crescono nei mercati esteri. Supporta, inoltre, il sistema bancario per facilitare, con le sue garanzie finanziarie, l’accesso al credito delle aziende per sostenerne la liquidità, gli investimenti e la sostenibilità nell’ambito del Green New Deal, a partire dal mercato domestico. Il gruppo è presente nel mondo con 13 sedi in paesi target per il made in Italy, con l’obiettivo di costruire relazioni con primarie controparti locali e, attraverso strumenti finanziari dedicati, facilitare il business con le imprese italiane. Con un portafoglio di operazioni assicurate e investimenti garantiti pari a 164 miliardi di euro, Sace, insieme a tutte le società del gruppo - Sace fct che opera nel factoring, Sace bt attiva nei rami credito, cauzioni e altri danni ai beni, e Sace Srv, specializzata nelle attività di data collection e di gestione del patrimonio informativo - è al fianco di oltre 40mila aziende, soprattutto pmi, supportandone la crescita in Italia e in circa 200 paesi nel mondo. L’azione svolta da Sace per le pmi del territorio contribuisce anche ai risultati di proiezione internazionale del tessuto imprenditoriale regionale italiano. A cominciare ad esempio da quelli della regione Sicilia, che in base a una ricerca compiuta dall’ufficio studi Sace, presentata nel corso dell’evento Impresa Futura, organizzato in collaborazione con la business community Palermo Mediterranea e Sicindustria/Enterprise Europe Network il 16 novembre, nel 2022 ha raggiunto il risultato record di 16,6 miliardi di

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Proiettare a livello internazionale il tessuto imprenditoriale regionale necessita di una logistica avanzata, oltre che di soluzioni assicurative e finanziarie

Da sinistra Chiara Pollicina, relationship manager sales Pmi, Lorenzo Fontanelli, sales manager, Paolo Natalini, director specialist factoring, Maria Luisa Miccolis, director sales Pmi, e Ignazio Bucalo, relationship manager di Sace

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Servizi LA SICILIA NEL 2022 HA RAGGIUNTO IL RECORD DI 16,6 MILIARDI DI EURO DI EXPORT E NEI PRIMI SEI MESI DEL 2023 SONO STATI RAGGIUNTI I 6,7 MILIARDI. TRA I MERCATI DI OPPORTUNITÀ PER L’ISOLA CI SONO IN TESTA FRANCIA, GERMANIA E STATI UNITI

euro di export. Nei primi sei mesi del 2023 sono stati raggiunti 6,7 miliardi. Numeri che portano la Sicilia sul podio dell’export del Mezzogiorno ed esprimono il dinamismo e l’alto potenziale esportativo del tessuto economico siciliano, che ha dimostrato una buona resilienza anche negli anni della pandemia e che esprime oggi grandi opportunità di crescita, anche grazie agli investimenti in innovazione e sostenibilità intrapresi dalle aziende del made in Sicily che fanno da export booster. In questa direzione Sace ha accompagnato già 1.300 imprese siciliane per 1,2 miliardi di euro solo nell’ultimo anno. dicembre 2023 | SmallGiants

Tra i mercati di opportunità dell’export siciliano figurano Francia, Germania e Stati Uniti ma anche destinazioni come Hong Kong e Singapore. Le esportazioni di beni rappresentano il 12% del Pil regionale: guida con il 66,6% la vendita dei raffinati, seguita da prodotti chimici (6,9%), alimentari e bevande (6,1%) e apparecchi elettronici (5,7%), quest’ultimo unico settore che registra nel primo semestre del 2023 un aumento dell’export rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+7,7%). Il Gruppo Sace - presente sul territorio con un ufficio e due agenzie a Palermo e Catania - accompagna le imprese sici-

liane nei loro progetti di crescita in Italia e nel mondo offrendo soluzioni assicurative e finanziarie per investimenti green, liquidità e attività di export, internazionalizzazione e progetti di rilievo strategico, dai piani di investimento dell’aeroporto di Palermo con Gesap alla Gigafactory 3 Sun di Catania, dalla mobilità sostenibile con Sicily by Car fino ai numerosi progetti nella filiera agroalimentare. L’evento siciliano fa parte di una serie di tappe di un roadshow in cui Sace incontra le pmi italiane e che si inserisce nell’ambito del Piano Industriale Insieme 2025 che si basa su quattro pilastri: la sostenibilità, la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e del gruppo e il supporto alle pmi. Il Roadshow pmi di Sace attraverso l’Italia, dopo la tappa di Bologna il 7 e quella di Palermo il 16 novembre, è proseguito con un appuntamento a Venezia il 22 novembre e a Napoli il 6 dicembre. In aggiunta è già programmato un fitto calendario di appuntamenti che entro la fine dell’anno vedrà il gruppo Sace coinvolto in una quindicina di eventi territoriali, business matching e fiere, in collaborazione con istituzioni, associazioni di categoria e Università, da Cosenza a Milano, passando per Lucca, Rimini, Latina e Reggio Calabria. A dimostrazione della volontà di stimolare il sistema delle imprese e sostenerlo in una capitalizzazione e quindi in una sua crescita anche a livello dimensionale.

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Servizi

A caccia di talenti Epicode si occupa di selezione, formazione e inserimento di specialisti It nelle più importanti imprese tech italiane

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di Andrea Salvadori

l settore delle tecnologie e dei servizi a supporto del processo educativo ha raggiunto lo scorso anno in Italia un valore di 2,8 miliardi di euro, +26% rispetto al 2021 secondo i dati della seconda edizione dell’Osservatorio EdTech della School of management del Politecnico di Milano. Il comparto ha via via affiancato ai servizi educativi rivolti agli studenti anche tutti gli strumenti digitali per la formazione messi a disposizione delle aziende. Secondo lo studio, nel 2022 le imprese italiane hanno dedicato il 40% del budget della formazione a soluzioni di digital learning. La spesa media è pari a circa 480mila euro per organizzazione. Le startup italiane del settore non sembrano aver sofferto del calo dei finanziamenti registrato a livello globale e hanno raddoppiato la raccolta complessiva di fondi nel corso dell’anno. Tra le aziende EdTech con le performance maggiormente in crescita in Europa c’è l’italiana Epicode, che si occupa sia di formare i dipendenti delle aziende, sia di mettere a loro disposizione i profili professionali di cui necessitano, con la volontà di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il gruppo è stato fondato tra il 2020 e il 2021 da Marco Rosci, Claudio Vaccaro, Ivan Ranza e Andrea Febbraio. Epicode, si legge sul sito, “non è un semplice database”, ma è “il partner per la selezione, formazione

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L’AZIENDA PUNTERÀ SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CON UNA PIATTAFORMA CHE, GRAZIE AGLI ALGORITMI, PERSONALIZZA I PROGRAMMI FORMATIVI E I PROCESSI DI VALUTAZIONE e inserimento di specialisti It con competenze pratiche e applicabili”. La selezione dei profili avviene dopo un colloquio, un test e un periodo di prova, durante il

quale vengono valutati l’attitudine e il talento. Programmazione, cybersecurity, dati e martech sono le aree di formazione garantite da Epicode, con un approccio verticale e orientato allo sviluppo di competenze pratiche, subito spendibili in azienda. Epicode nei suoi primi di anni di vita è riuscita a formare già migliaia di studenti e a procurare loro un posto di lavoro nelle tech company a caccia di profili spesso introvabili sul mercato, potendo contare su un nutrito network di aziende di primo piano tra i suoi clienti, realtà come Ey, Deloitte, Accenture, Jakala, Capgemini, Almaviva, Kpmg, Cisco, Paloalto Network, Engineering, Reply e Almaviva. Nel 2022, a poco più di un anno dalla nascita, la società ha chiuso un nuovo round di serie A da 10 milioni di euro (dopo il primo da 1 milione di euro del 2021) e ha contestual-

Programmazione, cybersecurity, dati e martech sono le aree di formazione garantite da Epicode

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Servizi EPICODE

I corsi Epicode sono delle esperienze di apprendimento immersive, affiancate da progetti reali per acquisire competenze tech e diventare un talento in carriera

mente avviato un processo di internazionalizzazione che ha portato la sua offerta didattica in diversi paesi europei. Tra i progetti su cui la società sta lavorando quest’anno non poteva non figurare l’intelligenza artificiale: Epicode ha infatti deciso di puntare su una piattaforma che personalizza i programmi formativi e i processi di valutazione degli studenti proprio grazie agli algoritmi dell’intelligenza artificiale. Nell’ambito del suo piano di espansione internazionale, il player italiano dell’EdTech ha annunciato la prossima partecipazione all’edizione 2024 del Bett Show London, la manifestazione che si terrà a Londra dal 24 al 26 gennaio del prossimo anno. “La partecipazione al Bett Show London rappresenta un passo significativo per Epicode nel suo percorso di crescita sia a livello nazionale che internazionale”, commenta Marco Rosci. “Sappiamo benissimo che l’innovazione nel mondo della formazione è ormai un trend irreversibile: tecnologie sempre più comdicembre 2023 | SmallGiants

plesse sono accessibili e possono essere applicate alle nostre vite e a quelle delle più complesse realtà aziendali. Proprio per questo motivo, crediamo che sia fondamentale continuare a contribuire allo sviluppo del settore EdTech, con l'obiettivo di creare un futuro migliore per i tanti talenti che vogliono acquisire gli strumenti e le competenze necessarie per poter dedicare la loro carriera al mondo della tecnologia". La manifestazione rappresenta la più importante rassegna al mondo dedicata all'EdTech e vedrà la presenza di oltre 600 espositori, tra aziende tecnologiche globali, brand del mondo della formazione e startup innovative. Epicode avrà la sua postazione all'interno del padiglione dedicato all'Italia dopo essere stata selezionata dall'Ice, l’agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiana, come una delle dieci migliori realtà tricolori del settore tra startup e aziende innovative. Un riconoscimento che segue l’ingresso

tra le 200 migliori startup Edtech del panorama europeo secondo il report Europe EdTech 200 di Holon Iq, la piattaforma di market intelligence che fornisce dati e analisi sugli sviluppi del mercato globale dello sviluppo delle competenze. Nello specifico, la società guidata da Ivan Ranza è risultata anche tra le migliori 30 startup focalizzate sulla formazione tecnologica, unica italiana in questa classifica. Europe EdTech 200 è un report che si concentra sull'identificazione di startup giovani, in rapida crescita e innovative nel campo dell'apprendimento, dell'insegnamento e dell'aggiornamento professionale in tutta Europa. Le aziende vengono valutate e ricevono un punteggio in base a criteri oggettivi di ammissibilità e valutazione grazie ai dati e agli approfondimenti della Impact Intelligence Platform di Holon Iq e alle valutazioni qualitative dell'unità di intelligence aziendale e degli esperti del mercato locale in ogni regione. www.epicode.com

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Industry

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Industry

INGEGNERIA SU MISURA Assistenza ad hoc, sistema flessibile e team qualificato: Ema Global Engineering offre servizi nella progettazione elettronica e meccatronica dicembre 2023 | SmallGiants

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Industry

di Maurizio Abbati

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a solo diciotto anni, ma sotto il profilo professionale e dei risultati conseguiti Ema Global Engineering ha già da tempo raggiunto la maturità nel suo settore, quello dei servizi di ingegneria. L'azienda piemontese fondata da Filippo Pilato, dal suo inizio, nel 2005, ha rapidamente guadagnato una reputazione di eccellenza, diventando un punto di riferimento per la progettazione elettronica e meccatronica di sistemi embedded. Il percorso compiuto da Ema Global manifesta la consapevolezza del ruolo che svolge oggi la spinta all’innovazione nei servizi all’engineering. Fondata a Torino, l'azienda ha dimostrato la sua capacità di adattarsi a un mercato in continua evoluzione, che ha l’esigenza di fornire prodotti sempre più performanti al sistema delle imprese, attraverso la formazione di un team dedicato appositamente a ricerca e sviluppo. In questi quasi 20 anni Ema Global ha ampliato il proprio raggio d’azione, soprattutto per merito del feedback ottenuto attraverso la soddisfazione dei suoi clienti, e oggi opera con successo in tutto il territorio nazionale, distinguendosi nei settori chiave dell'industria, tra cui automotive, ferroviario, aerospaziale ed energia. "Siamo entusiasti di festeggiare i nostri primi 18 anni di attività", commenta il fondatore e presidente Filippo Pilato. "Questo anniversario è il risultato dell'impegno costante del nostro team e della fiducia dei nostri clienti. Guardiamo al futuro con determinazione e continuiamo a guidare l'innovazione nell'ingegneria, contribuendo al progresso delle industrie che serviamo". Un’occasione in cui Ema Global ha voluto rendere merito dei traguardi conseguiti anche ai suoi dipendenti, clienti

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Tra i servizi di progettazione anche quello di design review per ricognizione digitale aerea e altri legati all’aerospaziale

e partner per il supporto continuo, guardando al futuro con ottimismo, pronta ad affrontare nuove sfide e a contribuire allo sviluppo tecnologico nei prossimi anni, in cui l’Italia è chiamata a svolgere un ruolo guida grazie alle proprie competenze, guardando ovviamente anche oltre ai propri confini. Nel settembre scorso Ema Global ha pubblicato il suo nuovo sito web ufficiale, da cui traspare la vocazione di un’azienda fatta di professionisti che accompagnano

il cliente durante tutte le fasi del progetto, che si sviluppa e cresce insieme a loro in un rapporto sinergico. L’attenzione è incentrata sulle competenze di Ema, tra cui inverter e motori elettrici, che assieme alla cybersecurity si profilano come temi centrali e core business dell’azienda. Cybersecurity che attrae forti investimenti e diventa sempre più strategica per il mondo delle imprese, considerata l’assoluta necessità di ridurre al minimo i rischi e prevenire le minacce SmallGiants | dicembre 2023


Industry

per i dispositivi embedded. Tra i progetti di Ema in questo campo c’è quello incentrato sull’Automotive secure gateway, un componente dei veicoli moderni progettato per garantire la sicurezza e la protezione delle comunicazioni e dei dati che fa anche da punto di accesso sicuro tra i diversi sistemi e componenti del veicolo, come il sistema di infotainment, i sistemi di controllo e le reti di comunicazione esterne. Altro progetto in essere è relativo al dicembre 2023 | SmallGiants

secure boot per dispositivi embedded IoT. Si tratta in questo caso di progettare una strategia di sicurezza per un dispositivo utilizzato per il monitoraggio dei consumi elettrici in ambiente domestico, pensato per fornire agli utenti una visione dettagliata e in tempo reale dei loro consumi energetici, così da poterli ottimizzare. Utilizzando sensori e appositi dispositivi connessi, il sistema raccoglie dati sui consumi di energia elettrica di apparecchi domestici come elettrodo-

mestici, luci e sistemi di riscaldamento e raffreddamento. L’obiettivo principale che Ema si è posto è quello di garantire l’integrità e la sicurezza del dato. Poi ci sono anche progetti che vogliono dare risposte a preoccupazioni sempre più diffuse su scala globale e che coinvolgono tutti, come quella dell’inquinamento. L’azienda punta a un sistema di monitoraggio dei livelli di sostanze inquinanti gassose in un ambiente interno, identificando le fonti principali e controllando il livello della qualità dell’aria, Iaq, sia con sistemi domotici che con l’intervento umano, ad esempio con la semplice apertura di una finestra. Ema Global ha sviluppato per questo specifico obiettivo un sistema IoT completo, dotato di sensori ambientali wireless personalizzati e standard; un server locale collocato all’interno dell’edificio che elabora i dati per mantenere un valore ottimale di Iaq; una piattaforma web utilizzata per gestire e configurare il sistema e infine un’app mobile per consentire all’utente il monitoraggio remoto dell’intero sistema. www.emaglobal.it

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EMA GLOBAL ENGINEERING • PIEMONTE

ATTIVA DA 18 ANNI SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, OGGI SI DISTINGUE NELL’AUTOMOTIVE, NEL FERROVIARIO, NELL’AEROSPAZIALE E NELL’ENERGETICO. TRA I CORE BUSINESS ANCHE LA SICUREZZA INFORMATICA


Industry

Un nome, una garanzia Una storia quasi centenaria all’insegna dell’affidabilità. Oggi le Officine Egidio Brugola garantiscono ‘difetto zero’ e ‘qualità totale’ di Fulvio di Giuseppe

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on è semplicemente il nome di un prodotto. Perché dietro quel piccolo, geniale, robusto articolo, c’è una storia che ha quasi un secolo. Una parola così diffusa e utilizzata – come del resto l’oggetto che identifica – che coincide con un cognome: Brugola. Anche il vocabolario italiano, infatti, rende merito al capostipite della dinastia imprenditoriale, quell’Egidio che nel 1926 fonda l’azienda Oeb (Officine Egidio Brugola, appunto), cominciando la produzione in serie di viti, ottenendo poi il brevetto della Vite Cava Esagonale con gambo a Torciglione, conosciuta ormai in Italia e in Europa come “brugola”. Un prodotto vincente, lasciato in eredità alla famiglia che ne capisce il potenziale e si orienta, dopo la sua scomparsa, nella produzione di viti critiche per il settore automobilistico. Oeb diventa così fornitore unico delle viti testata motore per il gruppo Volkswagen. Con la seconda generazione, poi, l’azienda si afferma nell’automotive, guadagnandosi il titolo di leader mondiale per la produzione di viti a testa esagonale. A dare l’impulso vincente e sfruttare l’onda del boom economico, è Giannantonio Brugola, figlio di Egidio, che nel 1964 prende le redini dell’azienda e la guida da presidente in una forte fase di espansione. La continua crescita e innovazione si mantiene con la terza generazione, rappresentata da Jody Brugola, figlio di Giannantonio. Sotto la sua guida, la Oeb innova e riesce

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PROTAGONISTA NELL’AUTOMOTIVE, È LEADER SU SCALA GLOBALE NELLA PRODUZIONE DI VITI A TESTA ESAGONALE. NONOSTANTE NEL 2015 ABBIA INAUGURATO UNO STABILIMENTO NEGLI STATI UNITI, L’INTERA CATENA DI PRODUZIONE È SITUATA ANCORA NEL POLO DI LISSONE

a superare anche le difficoltà del periodo storico legato al Covid, arrivando a un fatturato di 176 milioni di euro nel 2022 e una serie di importanti progetti per la sostenibilità con l’obiettivo di diventare carbon neutral. In mezzo, nel 2015, l’inaugurazione di uno stabilimento negli Stati Uniti. Ma nonostante l’investimento internazionale, la storia di Brugola è e si conferma rigorosamente made in Italy. Le fasi di progettazione di tutti i prodotti, infatti, sono realizzate completamente in Italia da risorse altamente qualificate e ancora oggi l’intera catena di produzione avviene negli stabilimenti del polo di Lissone e dintorni. Non a caso, l’impegno di Brugola nei confronti della propria città viene sostenuto con attività e iniziative a favore del benessere dei cittadini. Competenze, produzione, know-how e

Le fasi di progettazione di tutti i prodotti sono realizzate in Italia da risorse altamente qualificate

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Industry BRUGOLA • LOMBARDIA

Brugola è stata la prima azienda a introdurre il concetto di ‘qualità totale’ per fornire ai clienti solo componenti testati, geometricamente perfetti e altamente performanti

risorse sono quindi da sempre 100% garanzia italiana, con l’obiettivo di perseguire l’eccellenza attraverso l’innovazione e la valorizzazione del proprio territorio. Attualmente l’azienda produce oltre 800 tipi differenti di viti, nove milioni di pezzi vengono stampati ogni giorno e oltre 500 dipendenti tra Italia e Stati Uniti contribuiscono al successo dell’azienda. A pochi metri dal traguardo del secolo di vita, però, resta fedele alla mission del suo fondatore, un imprenditore con un’idea rivoluzionaria e una naturale predisposizione per le sfide tecniche. Brugola Oeb è infatti stata la prima a introdurre i concetti di ‘difetto zero’ e ‘qualità totale’, per fornire ai clienti solo ed esclusivamente componenti testati e geometricamente perfetti. Tutt’oggi, grazie a importanti investimenti in macchinari di ultima generazione altamente performanti, è possibile testare e controllare ogni singola vite e componente di fissaggio. Le ultime tecnologie permettono di eseguire controlli su dicembre 2023 | SmallGiants

sempre più parametri e di farlo in maniera sempre più precisa e meticolosa. In questo modo, è possibile garantire al cliente la perfezione di ogni prodotto. In quanto full service provider, inoltre, il brand Brugola è referente unico per interi stabilimenti e si occupa anche delle forniture esterne e della logistica sulla linea di montaggio. Un’azienda di pionieri e specialisti: il marchio si dedica infatti alla realizzazione di viti ed elementi speciali di fissaggio solo di altissima qualità e progettati ad hoc in base alle esigenze dei clienti. Realizzati con la tecnologia dello stampaggio a freddo, i componenti hanno un contenuto tecnologico estremamente sofisticato adatto alle più severe applicazioni nel settore meccanico e motoristico, sia tradizionale che elettrico. E nonostante i successi e quasi 100 anni di storia, l’azienda non rinuncia a puntare su ricerca e sviluppo tecnologico, tutte tappe fondamentali della bulloneria che

hanno garantito all’azienda attestazioni di conclamata supremazia tecnologica. Senza dimenticare l’aspetto green: Brugola Oeb ha recentemente stretto una partnership strategica con Icopower, azienda specializzata in efficienza e sostenibilità energetica. Attraverso la collaborazione con Malgara X, partner strategico di Icopower, Brugola mira a ottimizzare l’efficienza energetica nei propri stabilimenti, promuovendo al contempo la riduzione dei consumi elettrici. L’accordo raggiunto prevede l’implementazione di una tecnologia brevettata da Icopower, focalizzata sull’eliminazione degli sprechi derivanti dalle sovratensioni dell’energia elettrica in ingresso. Un progetto che si integra perfettamente nel piano strategico di sostenibilità di Brugola, che si impegna a ridurre le emissioni di co2 di oltre il 70% entro il 2030 e a raggiungere lo stato di carbon neutral entro il 2035. www.brugola.com

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Inchiesta

L’ITALIA DI DOMANI

ACCESSO AL CREDITO, MATERIE STEM, WELFARE. RICCARDO DI STEFANO, PRESIDENTE CONFINDUSTRIA GIOVANI IMPRENDITORI, RACCONTA LE SFIDE DEI NOSTRI TALENTI PER COSTRUIRE IL FUTURO 58

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Inchiesta

La generazione che si affaccia ora all’imprenditoria è la prima nativa digitale: servono incentivi per chi investe in innovazione

di Piera Anna Franini

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uanto è difficile per un giovane fare impresa in Italia? Quali sono i più grandi scogli da superare? L’attitudine dei giovani al rischio d’impresa cambia a seconda del contesto culturale, economico e sociale in cui operano. Ebbene, come viene percepito

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quello prospettato dal terzo decennio del Duemila? Come mettere le ali al capitale umano di talento? Forse gli imprenditori novelli, sta la consonanza anagrafica, hanno ricette particolari? Come vivono le frustrazioni del faticoso accesso al credito? Già di per sé un’impresa, anche quando entrano in campo agenzie nazionali congegnate per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria, chiede celerità

all’ennesima potenza. Serie di domande che abbiamo girato alla punta istituzionale dell’ultima generazione di imprenditori italiani: Riccardo Di Stefano, presidente di Confindustria Giovani Imprenditori. Per inciso, da noi si è considerati giovani imprenditori fino allo scadere dei 40 anni, soglia anagrafica che nei due colossi - Usa e Cina - si abbassa di un bel po’. E già SmallGiants | dicembre 2023


Inchiesta

LA VERA BATTAGLIA SI GIOCHERÀ A LIVELLO EUROPEO. I PAESI DELLA UE DEVONO AGIRE IN MODO COESO PER COMPETERE CON LE ECONOMIE AMERICANA E CINESE di risorse finanziarie? Sicuramente l’accesso al credito è il problema numero uno. Per questo abbiamo chiesto al Governo di supportare l’accesso degli imprenditori sotto i 40 anni a strumenti di finanza alternativa. In particolare, a basket bond da disegnare a misura di imprenditori giovani. Per farlo occorre rafforzare la garanzia di prima perdita prestata dal Fondo di Garanzia per le Pmi, abbassando la soglia minima delle emissioni garantibili dagli attuali 2 milioni ad almeno 500mila euro.

questo è indicativo dello stacco che separa il vecchio dai “nuovi” continenti, le economie rampanti dalle stagnanti. Partiamo dalle sfide che levano il sonno al giovane imprenditore italiano. Quale la più ardua? Fare impresa in Italia è difficile a prescindere dall’età per via delle lentezze burocratiche, di un sistema normativo dicembre 2023 | SmallGiants

complesso, di un fisco asfissiante e per la scarsità di competenze di valore richieste dal mercato corrente. Se fare impresa è operazione complessa per chi è navigato, figuriamoci cosa implica per chi deve lanciare un’impresa da zero ed è privo di un passato imprenditoriale. In cima alla lista delle complessità, cosa mettiamo? Forse il reperimento

Ma basta questo? Altro? A più di 10 anni dall’ultimo intervento organico, è una buona notizia la Proposta di Legge 107 per startup e Pmi innovative. Anche perché la generazione che s’affaccia ora all’imprenditoria è la prima a essere nativa digitale. La proposta però andrebbe rafforzata potenziando gli incentivi e prevedendo premialità aggiuntive per chi opera o investe in innovazione o green, temi su cui i giovani hanno una sensibilità particolare. Va facilitata, inoltre, l’istituzione di fondi di corporate venture capital affinché lo strumento si allarghi al privato e, in particolare, alle Pmi. Insomma, l’anagrafe è pronta a ricordare chi ha le carte in regola per vivere da protagonista l’industria 5.0. Questa è la vostra richiesta. Che esito sta sortendo? Al momento siamo stati ascoltati e abbiamo riscontrato interesse. Siamo in attesa.

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Inchiesta

Riccardo Di Stefano, presidente di Confindustria Giovani Imprenditori

Spingiamo lo sguardo oltralpe. Voi giovani imprenditori europei come vivete l’esuberanza dei colleghi asiatici e americani, i figli delle due economie portanti? Noi chiediamo compatti che l’Europa agisca in maniera coesa anziché fram-

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mentaria. Cosa che troppo spesso è accaduta. Concetto ribadito da Mario Draghi all’evento di novembre del Financial Times. Noi dobbiamo ragionare come sistema-

continente, se vogliamo cominciare a confrontarci con il blocco cinese e americano. Un qualcosa che è sfidante se ci muoviamo insieme, figuriamoci se noi Europei entriamo in campo separatamente. Per diventare competitivi dobbiamo essere tutti uniti. SmallGiants | dicembre 2023


Inchiesta LA VERA SPADA DI DAMOCLE? IL REPERIMENTO DI CAPITALE UMANO. L’ITALIA È LA NAZIONE CON PIÙ ‘NEET’ (GIOVANI CHE NÉ STUDIANO NÉ LAVORANO) E SI DIMOSTRA CARENTE QUANTO A PERSONE FORMATE Un esempio? L’Europa deve diventare leader nell’utilizzo di materiali non contesi e largamente diffusi in natura, sostenibili e rigenerabili. Dandogli, quindi, un nuovo utilizzo. Già questo sarebbe un buon inizio. Trova che i giovani imprenditori europei vogliano più fortemente dei padri e dei nonni un’Europa unita? Siamo la cosiddetta generazione Erasmus, quella che più delle altre ha apprezzato e fatto propria l’idea di Europa. Sono sicuro che mai come adesso i giovani imprenditori del vecchio continente sentono di condividere le stesse istanze. È molto più facile parlare adesso di battaglie comuni rispetto a 20 anni fa.

Facciamo un esempio di azione condivisa. Ritengo che dovremmo iniziare ad allearci per guadagnare leadership tecnologica, in quei settore nei quali la strada non è stata già battuta dalle due super potenze. dicembre 2023 | SmallGiants

Torniamo all’Italia e alle difficoltà nel fare impresa. Dopo l’accesso al credito, cosa vi tormenta di più? Non è tanto il livello di tassazione, comunque tra i più alti tra i Paesi Ocse, e il fatto che dopo anni di tassi vicino allo zero ora siano lievitati. La nostra spada di Damocle è rappresentata dal reperimento di capitale umano. La storia imprenditoriale del nostro Paese è legata al manifatturiero di altissimo livello, un settore che oggi chiede nuove figure e le stesse di un tempo ma con competenze aggiornate. Abbiamo bisogno di tecnici specializzati, di laureati nelle discipline

Stem. Sento colleghi dubbiosi se accettare alcune commesse perché temono di non poter contare su collaboratori che per numero e formazione siano adeguate alle richieste. Viviamo il paradosso di un Paese che da un lato ha il più alto tasso europeo di neet (giovani che né studiano né lavorano) e dall’altro è carente quanto a persone formate. Alla radice, una scuola non sempre al passo coi tempi. Per questo c’è la necessità di operare sull’orientamento universitario, dobbiamo spingere i ragazzi, e in particolare le ragazze, verso le discipline Stem. Così come va curato l’orientamento per le scuole superiori. E ancora, vanno rivalutati gli istituti professionali e tecnici, dobbiamo liberarli dallo stigma di essere scuole di classe B. In attesa che arrivino lumi, voi che fate? Apriamo le aziende alle scuole affinché i ragazzi possano appurare di persona quanto può essere interessante lavorare in azienda. Dobbiamo incentivare la frequenza degli Its, spiegare che sono accademie di alto profilo, ricche di tecnologia e con docenze affidate a manager e imprenditori di valore. Dobbiamo convincere i genitori, ancor prima dei ragazzi, che la formazione tecnica non solo non è un ripiego, è semmai un’occasione. Che misure vanno messe in campo per trattenere i migliori evitando che migrino oltre confine? Stiamo chiedendo con forza, lo abbiamo fatto anche in occasione dell’ultima manovra, di ridurre il cuneo contributivo sul lavoro in modo strutturale così, anche, da aumentare il livello delle retribuzioni: quelle che i talenti trovano all’estero. C’è poi una politica di welfare integrativo, va creato un sistema lavoro a misura dell’ultima generazione la quale ha esigenze diverse rispetto a quella dei padri e dei nonni. Quali sono le regioni dove è più semplice per un giovane fare impresa? È il consueto triangolo Lombardia-Veneto-Emilia Romagna o per i giovani

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Inchiesta CONTINUA A ESSERE MOLTO BASSA LA PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL MERCATO DEL LAVORO: “SONO TROPPO POCHE, LE IMPRENDITRICI 5.0, LE DONNE VANNO MESSE NELLE STESSE CONDIZIONI OPERATIVE DEGLI UOMINI” vi sono anche alternative? Non c’è dubbio che la terna menzionata primeggi in tal senso. Però qualcosa si sta muovendo anche al Sud. Penso a distretti come quello dell’aerospazio in Puglia, ma anche a Catania che sta assumendo un ruolo strategico a livello europeo nel campo dei microchip. Stanno fiorendo opportunità che sono sempre meno cattedrali nel deserto. Trovate che le università italiane, non proprio in cima alle classifiche internazionali dei miglior atenei, riescono a forgiare l’imprenditore 5.0? Abbiamo laureati che costruiscono carriere brillanti in tutto il mondo e che dunque dimostrerebbero che vi sono corsi di studio capaci di offrire una formazione d’eccellenza. Ribadisco però un concetto: siamo troppo carenti sulle materie Stem e questo impatta negativamente sulle aziende italiane. Le donne e l’imprenditoria di ultima generazione. Un commento. Sono ancora troppo poche. Stiamo impiegando solo metà dei cavalli del nostro motore, le donne vanno messe nelle stesse condizioni operative degli uomini. C’è uno stacco tra occupazione maschile e femminile pari a 18 punti. Si calcola che se il tasso occupazionale delle donne equiparasse quello maschile il Pil crescerebbe del 12,4%. Dato su cui riflettere.

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Se il tasso occupazionale delle donne equiparasse quello maschile, il Pil crescerebbe del 12,4%

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Inchiesta

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Moda e design

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Moda e design

MATRIMONIO CON RITMO

Dal piano bar al business milionario delle nozze: Alessandro De Angelis racconta gli esordi e il futuro delle sue performance

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Moda e design

di Matteo Marchetti

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n soli tre anni ha trasformato l’amore per la musica in un successo imprenditoriale da quasi tre milioni di euro. Per Alessandro De Angelis, però, quello che conta è lasciare qualcosa a chi assiste alle sue performance. Ha mosso i primi passi esibendosi nei club più prestigiosi d'Italia come cantante di piano bar e sono state proprio queste esibizioni a segnare l'inizio della sua ascesa nel settore. “L'Italia è uno dei paesi preferiti dagli stranieri per i destination wedding (matrimoni celebrati a molti chilometri di distanza da casa)”, dichiara De Angelis. “Solo nel 2022 nel nostro Paese sono state più di 11mila le coppie straniere che hanno scelto le nostre location, i nostri wedding planner e la nostra cucina. La nostra avventura è iniziata con una stagione estiva in Sardegna e da allora mi è letteralmente esploso tutto tra le mani. Le persone hanno iniziato a parlare di noi e abbiamo ricevuto tantissime richieste per essere coinvolti nei loro eventi”. Matrimoni nei luoghi più suggestivi del nostro Paese ma anche la presentazione della nuova collezione di Brunello Cucinelli

TRA I PROGETTI UNA TOURNÉE NEI TEATRI, IL PRIMO ALBUM E UN TEMPORARY SHOW RESTAURANT, PER PROVARE A REGALARE EMOZIONI A UN PUBBLICO SEMPRE PIÙ NUMEROSO durante la Milano Fashion Week, le feste di Vogue, Ferrari, Fendi, Roberto Cavalli, Moet et Chandon, Giorgio Armani e moltissimi altri. Il mondo diventa piccolo per De Angelis, chiamato dall’India alla Gran Bretagna passando per la Francia, la Turchia, il Portogallo, la Grecia e gli Emirati Arabi. Sono oltre 130 gli appuntamenti annui in cui interviene il gruppo. A volte, per rispondere a tutte le richieste, avrebbe bisogno di essere in più posti contemporaneamente. Nei mesi scorsi, infatti, l’esibizione di De Angelis è andata in scena nello

Alessandro De Angelis ha iniziato esibendosi in club o semplici ristoranti. Oggi organizza centinaia di destination wedding

Cantanti, musicisti e ballerini compongono il team di De Angelis, che realizza più di 130 spettacoli all’anno

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stesso giorno a Venezia, Formentera, Napoli e Firenze coinvolgendo più di 70 artisti. “I nostri non sono dei concerti, quello che vogliamo è corredare ogni fase dell’evento con la giusta colonna sonora adattando la nostra esibizione in base alla risposta, miSmallGiants | dicembre 2023


Moda e design ALESSANDRO DE ANGELIS

nuto per minuto, del nostro pubblico”. Qualità che De Angelis ha affinato negli anni in cui si esibiva nei club o in semplici ristoranti. “Ricordo che quando mi trovavo all’inizio di un’esibizione, da solo sul palco di fronte a qualche centinaio di persone, dicembre 2023 | SmallGiants

I look sono studiati nei minimi dettagli

Gli abiti sono disegnati e realizzati a mano

ero solito concentrarmi su quelle con l’espressione più annoiata e non mi arrendevo finché non le vedevo ballare e divertirsi. È stata una bella scuola”. Una volta avviato il progetto, un grande aiuto è arrivato dalle persone che De Angelis ha deciso di inserire nel suo team, ognuna specializzata nel proprio settore. “Questa combinazione di talenti individuali e lavoro di squadra è fondamentale, non solo per la musica ma anche per l'aspetto visivo. I nostri cantanti, musicisti e ballerini brillano grazie a un look studiato nei minimi dettagli, con abiti disegnati e realizzati a mano che ne esaltano il talento e la presenza sul palco". Il successo è arrivato, ma non ci si può fermare e si lavora per trasformare in realtà un nuovo sogno. “Vorrei regalare le stesse emozioni a un pubblico sempre più numeroso. Siamo un gruppo molto ampio di professionisti e i costi per il nostro ingaggio sono piuttosto elevati, ma mi piacerebbe divertire, emozionare e far ballare con la nostra musica anche chi non ha la

possibilità di organizzare un evento con noi. Le strade che vorrei intraprendere per raggiungere questo traguardo sono due. La prima: una tournée nei teatri, organizzando grandi spettacoli di beneficenza. La seconda: pubblicare il nostro primo album e tornare sui palchi dei top club internazionali in una veste completamente nuova. Oppure, ma questo sarebbe un passaggio ulteriore, la creazione di un temporary show restaurant, uno scenario che richiami i nostri eventi in cui esibirci aprendo il nostro mondo al grande pubblico”. “Non è stato facile, per niente. Vorrei raccontare di tutti i fallimenti, di tutti i momenti in cui ho pensato di mollare, di quanto mi sono sentito perso quando da adolescente mi sentivo ripetere continuamente che quella della musica non era la strada giusta da intraprendere. Ho continuato ad insistere, ho continuato a sbatterci la testa e a percorrere tutte le strade possibili per arrivare al punto in cui mi trovo ora. Punto che spero, con tutto il cuore, rappresenti solo l’inizio”.

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Moda e Design

Eccellenza all’altare L’abito giusto per ogni sposa: così Timmy Boutique unisce la tradizione sartoriale alle tendenze del settore wedding

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di Fabiola Fiorentino

i abbiamo immortalati in fini tele ottocentesche fino a renderli protagonisti della campagna mediatica della famiglia reale britannica. La scelta dell’abito da sposa dice tanto su chi lo indossa: ne sottolinea la personalità e ne sancisce le caratteristiche. Così, anche l’esperienza, il marchio e il luogo d’acquisto diventano parte integrante del percorso intrapreso. Lo sa bene il ceo e founder di Timmy Boutique, Mario Cappelli, che ha sviluppato la sua passione per il settore, radicata nella tradizione imprenditoriale della famiglia, in un progetto più ampio, in cui sono i dettagli a scrivere la storia di chi acquista un suo abito nel cuore di Palermo: “Timmy Boutique nasce dalla mia profonda connessione con il mondo del luxury. Connessione sviluppata sin da bambino nell’atelier di mia nonna. Crescere tra tessuti, aghi e macchine da cucire ha fatto scattare in me un amore profondo per il mondo bridal”, racconta. E se da un lato abbiamo un mercato del fast fashion in costante crescita e che dilaga tra negozi fisici e online, dall’altro persevera la domanda di un prodotto sartoriale di qualità, scelto, consigliato e rifinito nel rispetto del marchio originale e del cliente finale. D’altronde ‘Passione in ogni abito’ è lo slogan del progetto che Mario porta avanti, dopo un intenso lavoro di restyling e con una nuova società, dal 2018. Momento in cui Timmy Boutique si imbarca in un profondo percorso di transizione

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MARIO CAPPELLI, CEO E FONDATORE, HA DECISO DI PUNTARE SUI SOCIAL MEDIA: “IL NOSTRO OBIETTIVO OGGI È QUELLO DI CREARE UNA CONNESSIONE VERA E SINCERA CON IL PUBBLICO” dalle tradizioni del passato a una consapevolezza a tutto tondo delle esigenze odierne: “La formazione da giurista mi ha dotato di una base forte per comprendere le dinamiche di mercato e le strategie di

branding. Sia per quanto riguarda il consumatore finale, che nei rapporti con fornitori, dipendenti e partner commerciali”. Ciò che una donna immagina prima del suo ‘sì’ e tutto ciò che succede immediatamente dopo fanno già parte del lavoro di responsabile di boutique. Dunque, lavorare sulle competenze dei propri dipendenti, sull’immagine e la comunicazione del brand è fondamentale per costruire l’idea che un giorno forse quella ragazza potrà fidarsi di una boutique piuttosto che di un’altra: “In un momento così intimo e delicato, come quello della ricerca dell’abito per il giorno più importante della sua vita, la cliente si aspetta di trovare un ambiente preparato, pronto a soddisfare ogni dubbio, incertezza, aspettativa”. Ci racconta Mario. E continua: “Tutto il team deve necessariamente possedere il know-how sulle ultime tendenze e sugli stili più recenti, per

La boutique palermitana vuole offrire un prodotto di alta qualità, in controtendenza con il cosiddetto fast fashion

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Moda e Design TIMMY BOUTIQUE • SICILIA

Mario Cappelli, ceo e fondatore

offrire una consulenza tailor made, sincera ed esperta”. Così, all’interno di un quadro socio-economico fortemente influenzato dall’impiego immediato e facilmente fruibile della tecnologia, dispiegare le ali della multidimensionalità rappresenta un’ulteriore soluzione per non rimanere ancorati al passato dell’esperienza d’acquisto: “I social media influenzano in modo significativo il nostro settore. La condivisione continua e incessante di esperienze e tendenze contribuisce alla creazione di aspettative e di ispirazioni che a volte rischiano di essere disattese”. Ci spiega. E continua: “Ci concentriamo sulla creazione di contenuti che mettono in risalto il nostro prodotto e i valori fondamentali dell’azienda. La sincerità, che di questi tempi non sempre è in trend, guida la nostra presenza online, creando una connessione autentica con il nostro pubblico”. E l’ultima campagna pubblicitaria – Fa di te una sposa - lanciata da Timmy Boutique è un chiaro esempio di come sia necessario lavorare su questa profonda connessione dicembre | SmallGiants

con la ricerca della verità: “Il nostro spot mira a dare un messaggio forte. Attraverso diverse riprese, vediamo donne di diverse età e situazioni di vita entrare nelle sale prova del nostro atelier e acquistare un abito da sposa. Da Timmy ogni sposa può trovare l’abito che fa per lei, indipendentemente da chi sia o da dove venga”. Lo spot mostra, infatti, come l’emozione scaturita dall’ingresso e dalla scelta dell’abito sia un valore aggiunto da perseguire e che viaggia oltre le dinamiche di vendita: “Vogliamo celebrare l’unicità e la bellezza di ogni sposa mettendo in risalto l’atmosfera accogliente e inclusiva del nostro atelier”. Il mondo degli abiti da sposa, forse più di altri, si evolve a un ritmo sostenuto che attraversa epoche, crisi economiche ed esigenze di stile dettate dai diversi costrutti sociali. E in un mondo sempre più attento al recupero e al riutilizzo di materiali come stoffe e accessori, Timmy rimane vigile sulla proposta di prodotti sostenibili e che rispecchiano le esigenze delle spose odierne: “Nella sfida e nell’opportunità della sostenibilità, una delle parole chiave

è senza dubbio trasparenza. Stiamo cercando di presentare tutti gli strumenti al consumatore per avere maggiore chiarezza sui processi produttivi e sui tessuti utilizzati”. Il team di Timmy Boutique offre, inoltre, anche un consulto sartoriale per chiunque desideri trasformare il proprio abito da sposa in un vestito adatto a diverse occasioni: “La sostenibilità è una missione in cui crediamo e che sosteniamo, dalla ricerca dei fornitori e dei materiali fino alla fase post-vendita che per me rappresenta un punto cruciale dell’esperienza d’acquisto e di consulenza”. Perché un ‘sì’ ha origine molto prima del suono nella bocca di chi si promette amore. Perché come amore lascia un ricordo indelebile che dura in eterno: “Timmy rappresenta per me un impegno per l’eccellenza nel settore degli abiti da sposa. Una sfida quotidiana alla ricerca continua di nuovi stimoli, di nuovi prodotti e partner commerciali. Purché la sposa rimanga sempre al centro di tutto”. www.boutiquetimmy.it

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KAARAL:

I PRINCIPI ETICI SONO LE FONDAMENTA DELLA STRATEGIA D’IMPRESA

Kaaral S.r.l., azienda del settore Hair Care che produce e vende prodotti professionali innovativi e di alta qualità, considera i valori etici veri e propri principi fondamentali su cui strutturare quotidianamente la strategia d’impresa.

L’azienda, infatti, il 1 Gennaio 2023, si è dotata di un Codice Etico, approvato dall’Amministratore Unico Silvano Vitulli, per sancire in modo chiaro l’insieme dei valori e dei principi ai quali si conforma e dei quali chiede rispetto da parte di tutti coloro che, in Italia o all’estero, cooperano e collaborano con essa.

“Il mondo imprenditoriale, fino a qualche decennio fa, era percepito come realtà finalizzata solo a massimizzare i profitti, in cui non c’era spazio per principi etici - spiega Silvano Vitulli, Amministratore Unico Kaaral - Per noi l’approccio è differente e facciamo nostro il concetto di Responsabilità Sociale D’impresa. In Kaaral, oltre a rispettare le normative, integriamo le strategie aziendali a principi etici quali il rispetto sociale, ambientale e dei diritti umani. Non si può prescindere dal contesto in cui si agisce e - aggiunge - perseguire l’obiettivo del profitto non deve danneggiare la comunità e l’ambiente in cui si opera. Per noi la creazione del valore economico è strettamente collegata all’interpretazione dei valori etici”. La Società nasce nel 1981 da Antonino Vitulli, padre di Silvano, per poi proseguire e crescere di generazione in generazione. Oggi, alla guida, ci sono i tre nipoti del signor Vitulli: Francesco, Nicola e Romolo, che hanno portato la Kaaral ad essere presente in ben oltre 35 Paesi del mondo, simbolo di una visione giovane, all’avanguardia e, soprattutto, del Made in Italy.

“ Privilegiare la dimensione etica delle scelte aziendali aggiunge Nicola Vitulli - significa rendere possibili i cambiamenti e permette di costruire un insieme di valori condivisi, definendo qualità e competitività come fattori di crescita. Cultura del servizio, centralità del cliente fuori l’azienda e centralità della persona all’interno dell’azienda sono, da sempre, per Kaaral, pilastri fondanti della propria strategia d’impresa”. Etica, sostenibilità e innovazione, assieme a trasparenza, riservatezza, tutela della persona e dell’ambiente sono valori concreti su cui l’azienda, ogni giorno, basa le proprie strategie, proseguendo l’attività commerciale in conformità con i più elevati standard di comportamento etico-professionale.


Trasformazione Digitale

DIGITALE PER TUTTI Soluzioni ad hoc, su scala globale: come fare impresa secondo Federico Gabrielli, founder di SviluppoH e Ippokrates

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Trasformazione Digitale di Maurizio Abbati

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o sviluppo tecnologico e la possibilità di definire soluzioni on demand, cioè che vadano incontro alle specifiche esigenze degli utenti online dove e quando vogliono, continuano a generare molte possibilità di fare impresa, puntando sulla capacità di crescita di idee vincenti accelerate dall’innovazione. Questa è la strada che ha deciso di intrtaprendere Federico Gabrielli, un giovane imprenditore che oggi si occupa principalmente di aiutare le startup e le aziende innovative a crescere e ad affermarsi nel proprio settore. Come? Seguendo lo sviluppo del progetto e stabilendo un contatto con aziende che fanno parte del proprio network di riferimento, con il fine creare sinergie utili alla loro crescita. Federico Gabrielli è il fondatore e ceo di SviluppoH, una società di sviluppo software e di consulenza direzionale innovativa attiva in ambito digitale che accompagna le startup, o le Pmi innovative, nelle fasi di pianificazione e realizzazione di progetti digitali. Ma è anche fondatore e ceo di Ippokrates, nome che rievoca il padre della medicina scientifica. Una so-

Federico Gabrielli

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OGGI IL TASSO DI FALLIMENTO DI UNA STARTUP È DEL 95%. “PER POTER SOPRAVVIVERE DEVE SPECIALIZZARSI IN UN SETTORE, INDIVIDUARE UN'UNICITÀ, TROVARE IL PROPRIO EXPERTISE ED ENTRARE NEL MERCATO COME VALORE AGGIUNTO” cietà che opera nel campo medico e offre dei teleconsulti ai propri utenti: mette a disposizione dei pazienti una rete di partnership con le più importanti realtà medico-ospedaliere presenti al mondo, per fornire teleconsulti di alta qualità con gli specialisti che possono rispondere nel miglior modo possibile alle loro specifiche esigenze, guardando sempre a garantire una grande attenzione all'aspetto del customer care. Il fondamento di Ippokrates è una piattaforma progettata appositamente per la telemedicina che permette ai propri utenti di essere seguiti dai migliori medici, ricevendo un servizio di triage che individua ogni specifica esigenza. Un settore, quello della medicina, ormai maturo, in cui Federico Gabrielli si propone di distinguersi evitando quelle problematiche che molte realtà del genere manifestano, come ad esempio l'offerta di consulti troppo sbrigativi, la difficoltà per l'utente di individuare il professionista più adeguato e anche la mancanza di professionisti di elevato livello. Il target è dunque quello di un utente di fascia medio-alta, che viene seguito dalla fase iniziale di selezione dello specialista fino al trattamento e a degli eventuali follow-up. È previsto anche un triage iniziale che indirizzi l’utente verso il professionista più idoneo ad affrontare le patologie riferite. Abbiamo intervistato Federico Gabrielli.

Gli utenti oggi si dimostrano sempre più competenti: la soluzione, secondo Gabrielli, è quella di offrire un’innovazione caratterizzata da un’esperienza verticale e mai generica

Come si fa, attraverso la rete, a fornire servizi su scala globale eppure sempre più personalizzati e in grado di rispondere alle esigenze dell'utente? Gli utenti oggigiorno si dimostrano sempre più competenti. La nostra chiave per rispondere alle loro esigenze consiste nell'offrire un'innovazione caratterizzata da un'esperienza verticale e mai generica. La nostra specializzazione e la nostra attenzione ci rendono riconoscibili e ci hanno permesso di emergere, di corrispondere le aspettative dei clienti e in molti casi di superarle. Il valore aggiunto è l’essere startupper e fornitore di servizi, conoscere la realtà del prodotto che offriamo, disegnandolo sartorialmente sull'utente. SmallGiants | dicembre 2023


Trasformazione Digitale FEDERICO GABRIELLI

Lei affianca le startup, che sono un presidio essenziale per lo sviluppo e la ricerca. Ma come possono riuscire ad uscire dal loro guscio e attingere ai capitali necessari per crescere? Da sempre, una delle sfide principali che le startup si trovano ad affrontare è l'elevato tasso di fallimento, che in Italia è ancora altissimo, arrivando a sfiorare il 95%. La maggior parte delle nuove realtà imprenditoriali non riesce infatti a raggiungere il successo auspicato e deve affrontare difficoltà finanziarie e operative dovute a una molteplicità di ragioni. Per uscire dal proprio guscio e attingere ai capitali necessari, una startup deve specializzarsi in un settore, individuare un'unicità, quindi trovare il proprio unico dicembre 2023 | SmallGiants

expertise ed entrare nel mercato come valore aggiunto. Solo differenziandosi con una proposta chiara e rilevante, il mercato (e gli investitori) premiano la startup. Da SviluppoH a Ippokrates, quali sono i prossimi passi? SviluppoH e Ippokrates sono due realtà che stanno crescendo molto: SviluppoH, in particolare, ha raddoppiato il suo fatturato rispetto allo scorso anno e continuerà in termini di esperienza e knowhow a darci soddisfazioni. Ippokrates è tra le startup più importanti e promettenti che ad oggi mi vedono coinvolto attivamente. Ippokrates ha l'obiettivo di offrire il miglior teleconsulto possibile in termini

di qualità dell'offerta medica e dell'experience per l'utente. Grazie al network di specialisti e all'advisory di eminenze mediche mondiali, tra cui cito il professor Ignazio Marino, che ci ha supportato nel percorso grazie alla sua esperienza clinica e professionale, abbiamo attirato l'attenzione di importanti operatori del settore sanitario con cui lavoriamo. Per citarne uno, ci occupiamo di teleconsulti per il primo player di assistenza domiciliare in Italia, Osa (Operatori sanitari associati). Ippokrates si rivolge sia al mercato B2C che ai protagonisti di settore ed è prossimo l'ingresso di un importante venture per sostenere lo scaleup della società per i prossimi anni. Siamo molto contenti e orgogliosi di questa startup.

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Trasformazione Digitale

La mucca viola della comunicazione Creatività e identità visiva fuori dagli schemi: così Innova Adv vuole digitalizzare le aziende con soluzioni cucite su misura di Massimiliano Carrà

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isogna essere una mucca viola in un mondo pieno di mucche marroni”. È intorno a questa citazione di Seth Godin, scrittore e imprenditore statunitense, che nasce la storia di Innova Adv, agenzia di comunicazione integrata che non a caso vede proprio nel viola la sua ragion d’essere. A dimostrarlo il suo logo, la sua identità visiva, la creatività e il carattere fuori dagli schemi dei suoi fondatori, quattro ragazzi palermitani, tutti al di sotto dei 30 anni al momento della nascita della società, che hanno deciso di sfidare se stessi, il proprio territorio di riferimento e una pandemia. “Siamo nati ufficialmente nell’estate del 2020, in un periodo storico molto particolare in cui il ‘mondo fisico’ era costretto a chiudere le sue porte, venendo di fatto sostituito da quello online. Sia per ‘vederci’ che per comunicare e per continuare a fare business. Per chi era pronto e presente ovviamente. È, infatti, in questo preciso momento che tutti, anche i più titubanti, hanno capito quanto fosse importante essere presenti in questo mondo”, ci racconta Andrea Geraci, cofondatore e ceo della società, che affascinato dalle campagne creative di Donald Draper, personaggio interpretato da Jon Hamm nella serie tv Mad Man, si trasferisce prima a Roma per conseguire un Master in marketing, comunicazione e digital strategy e poi a Milano per lavorare, per due anni, in una delle più note agenzie di comuni-

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PARTITI CON UN FINANZIAMENTO DI RESTO AL SUD, I DUE COFONDATORI VANTANO UN PORTAFOGLIO DI 44 CLIENTI E UN TEAM COMPOSTO PER OLTRE IL 50% DA DONNE: “IL LORO PENSIERO CREATIVO È FONDAMENTALE” cazione: Edelman. “Per me era un sogno che si realizzava. Lavorare con brand come Samsung, PayPal,

Hp, Virgin Active, per citarne alcuni, oltre ad essere stimolante, mi permetteva di toccare con mano quelle sono le dinamiche del marketing e della comunicazione di brand di grande portata”. Mancava però qualcosa: la famiglia, gli amici più cari e, soprattutto, la voglia di portare un pizzico di quella grande realtà anche in Sicilia. Nella sua Palermo. “Spesso si parla della fuga di cervelli dal Sud al Nord Italia solo in modo negativo. Ma se questa è finalizzata a migliorarsi, a espandere i propri orizzonti e a migliorare il proprio bagaglio culturale e professionale non è affatto un male. Anzi, nel mio caso, mi ha permesso di capire quanto amassi la mia città. Al punto da tornare e investirci”. Obiettivo raggiunto a distanza di un solo anno, anche grazie al supporto chiave di Resto al Sud – incentivo che sostiene la

Il team di Innova Adv

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Trasformazione Digitale

nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali dall’Abruzzo alla Sicilia - che ha garantito alla società un finanziamento di quasi 40mila euro, di cui il 35% a fondo perduto. “Partendo dal presupposto che non avevamo bisogno di chiedere il massimo del finanziamento perché siamo una realtà digitale, Resto al Sud è stato il vero trampolino di lancio, quello che ci ha permesso di rendere tangibile e concreta Innova Adv, garandicembre 2023 | SmallGiants

tendoci l’affitto di un ufficio e l’acquisto dei primi strumenti, come computer, macchine fotografiche e tanto altro. Insomma, ci ha dato un’identità fisica e la prima benzina per partire”. Quella stessa benzina che Andrea condivide con quella che lui stesso definisce “un’altra colonna importante del progetto, oltre che socio e amico”: Giampietro Campobello, cofondatore di Innova Adv, con una laurea in Ingegneria gestionale e informatica conseguita al-

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INNOVA ADV • SICILIA

Andrea Geraci, cofondatore e ceo di Innova Adv

l’Università di Palermo. Perfettamente in linea con i suoi interessi per la gestione interna e la creazione di siti web e strumenti digitali. La sua prima passione però è stata un’altra. “Sono nato con in mano una macchina fotografica, pronto a immortalare creativamente la vita di tutti i giorni. Poi, travolto dal boom delle piattaforme social, mi sono avvicinato al mondo dei contenuti digitali, con l’obiettivo di riuscire a trasmettere la mia creatività. E ci sono riuscito”, racconta Giampietro. “Perché oggi, da oltre tre anni, sono alla guida insieme ad Andrea di un team innovativo e di una realtà pronta a competere con le grandi aziende del settore”. E i risultati lo dimostrano. Focalizzata nell’offrire soluzioni web performance oriented, in grado di digitalizzare l’azienda in modo del tutto unico e differente dalle classiche soluzioni preconfezionate, oggi Innova Adv vanta un portafoglio di 44 clienti attivi in diversi settori, dal food all’abbigliamento, fino ad arrivare al beauty e all’hospitality, e un fatturato raddoppiato nel giro di un anno. Dimostrazione evidente che la strada intrapresa dalla società, quella di creare contenuti creativi e di valore, sempre più video, mobile immersive e capaci di raccontare una storia, sia effettivamente quella giusta. “D’altronde una campagna di comunicazione si definisce vincente se è in grado di emozionare e di generare quel tanto ambito e desiderato effetto ‘wow’. E se prima lo si faceva in televisione, oggi lo si fa soprattutto sui social media”, aggiunge Andrea. Che, infine, si focalizza su quella che ormai è la “sua seconda famiglia”, il suo team. Un team, peraltro, “più rosa che viola”, dice sorridendo, visto che per il 70% è composto da donne. “Il loro pensiero creativo è fondamentale, perché vedono e pensano cose che noi uomini non vedremmo e penseremmo mai. Ma non è finita qui. Perché non vediamo l’ora di allargare la nostra famiglia creativa, di continuare a investire sulle persone, sulla formazione, sugli strumenti e le tecnologie, in particolare sull’intelligenza artificiale – che già abbiamo implementato in diversi progetti -, così da affrontare sfide sempre più grandi e impegnative, e portare così il nostro know how anche all’estero”. www.innovaadv.com


Agrifood

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Agrifood

UN NATALE GOLOSO Dal classico panettone al vino dolce: quali sono i cibi più gustosi da mettere in tavola per le feste dicembre 2023 | SmallGiants

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Agrifood

UNICITÀ E CURA ARTIGIANALE

Eleganza senza conservanti

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L PANETTONE CLASSICO DI PINTAUDI, eccellenza triestina nel mondo dei prodotti da forno, è una vera e propria sinfonia di sapori. Con arancia candita e uvetta nell'impasto, ciò che lo rende unico è la cura artigianale dedicata al processo di preparazione: le 36 ore di lievitazione e l'utilizzo di lievito madre vivo da rinfresco conferiscono al dolce una consistenza soffice e un gusto avvolgente. Senza aromi, conservanti e coloranti aggiunti, il prodotto testimonia l'amore per la tradizione e per la raffinatezza gastronomica dell'azienda. Il panettone è presentato in una latta lucente, un'elegante confezione che si presta a diventare un dono speciale.

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Agrifood PICCOLE OPERE DI ARTIGIANATO

Bocconi scenografici Vortipa BluRhapsody è la pasta di semola stampata in 3D ispirata all’albero di Natale. Offre un’esperienza di gusto pensata per le degustazioni degli aperitivi finger food. Gli alberelli tridimensionali si prestano ad accompagnare i cocktail durante una festa fra amici. Bocconi scenografici, versatili, facili da preparare semplicemente seguendo il proprio gusto e magari giocando sulle guarnizioni. Le forme di pasta stampata sono piccole opere di artigianato digitale e traggono ispirazione dall’arte e dalla natura.

Un aperitivo in famiglia, una cena tra amici o un pranzo con i colleghi: ogni occasione è buona per portare in tavola una prelibatezza natalizia

Sperlari, un successo che viene da lontano Tutto ha avuto inizio nel 1836 in una piccola bottega di Cremona, in via Solferino, a pochi passi dalla piazza del Duomo. È il negozio più vecchio della città. Qui Enea Sperlari lavorava a due prodotti tipici della tradizione cremonese: il torrone e la mostarda. Divenne fornitore della Real Casa e di Margherita di Savoia nel 1921, poi di Umberto II di Savoia nel 1929. In pochi anni il marchio Sperlari è arrivato in tutto il mondo. Il torrone è uno dei dolci della tradizione italiana protagonista del Natale e Sperlari ne produce quattro varianti: classico, morbido, alle nocciole e alle mandorle. dicembre 2023 | SmallGiants

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Agrifood

La gemma più splendente del Friuli IL PICOLIT È CONSIDERATO UNA GEMMA DELL'ENOLOGIA FRIULANA. Secondo alcuni, l’origine del suo nome, che significa “piccolo”, deriva dalla scarsa produzione dei suoi acini e grappoli; oppure, secondo altre versioni, dalle ridotte dimensioni della sua uva. Questo vino è da sempre molto prezioso, basti pensare che la sua produzione, ancora oggi, non supera in tutto il Friuli i 900 ettolitri. Ciò è dovuto al fatto che la vite di Picolit produce pochissimi e radi acini, circa 10-15 acini per grappolo, in quanto è caratterizzato da un particolare sviluppo dei grappoli che vanno incontro ad un parziale aborto floreale. Proprio per questo ha sempre avuto un’immagine di grande esclusività, divenendo nei secoli scorsi il vino per eccellenza delle grandi occasioni che deliziava i palati dei principi e dei Papi. Carlo Goldoni lo definì la gemma enologica più splendente del Friuli, mentre il Veronelli lo descrisse così: "Fermo e aristocratico; ha nerbo deciso e stoffa alta, che si compiace sino a coda di pavone; grandissimo vino, vino da meditazione”.

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Agrifood

LE MERAVIGLIE DI FARAGE

Non solo cioccolato Non solo cioccolato ma anche tè pregiati a foglia intera, porcellane dipinte a mano e accessori in Sheffield per servire al meglio. Farage si trova nel cuore di Milano, a due passi dal Quadrilatero della moda. Il cliente può scegliere i prodotti da una ampia scelta tra praline, cremini, tartufi, scorzette d'arancia ricoperte di cioccolato, confetture, sedici gusti di cacao per cioccolata calda, venti tipi di tè e miscele, dragées, tavolette di cioccolato e altro ancora.

REGALI NATALIZI AI CLIENTI: QUALI GLI ONERI PER LE IMPRESE? Parola ad Alberto Ferlin, dottore commercialista presso Ferlin Tiozzo&Associati

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n occasione delle feste natalizie le imprese fanno regali ai clienti. Gli oneri per gli omaggi a carico delle imprese, sotto i cinquanta euro, sono interamente deducibili, ai sensi dell’articolo 8 del Tuir. Diversamente, gli oneri sostenuti per gli omaggi sono considerati spese di rappresentanza e, in quanto tali, sono deducibili nell’esercizio di sostenimento, nel rispetto dei limiti di inerenza e congruità previsti (1,5% dei ricavi e proventi, fino a 10 milioni di euro; 0,6% dei ricavi, tra 10 e 50 milioni di euro; 0,4% dei ricavi, per la parte eccedente 50 milioni). Per determinare il valore dell’omaggio consegnato, occorre fare riferimento al regalo nel suo complesso e non ai singoli beni che lo compongono: un cesto natalizio composto da tre diversi beni che hanno un valore di 30 euro cadauno, dovrà essere considerato come un unico omaggio dal valore complessivo di 90 euro e, come tale, sarà soggetto, ai fini della deducibilità, ai suddetti limiti previsti per le spese di rappresentanza.

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Impresa in numeri

UN PURPOSE PER COGLIERE LE OPPORTUNITÀ

Non si parla più di ‘mission’, ma di ‘essenza’ del business. Lo scopo aziendale sarà sempre più strategico, ma quanti sanno valorizzarlo? di Matteo Calzaretta

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l termine purpose sta guadagnando sempre più rilevanza nel contesto aziendale. Si tratta infatti di un concetto che risponde a un bisogno reale della società, contemplando l’obiettivo di apportare un impatto positivo nel mondo. In poche parole, spiega la ragione d’essere di un’azienda. Ed è per questo che la conoscenza di questo aspetto dell’universo aziendale è una delle maggiori opportunità dei prossimi decenni. Purpose non è altro che l’anima dell’azienda, il suo perché, il suo scopo, la bussola che le conferisce il suo posto nel mondo. Purpose & Business Transformation: the state of the art in Italy è la prima ricerca in merito ad impatto e diffusione di questo concetto nell’economia italiana. L’approfondimento, condotto da Bcg BrightHouse e Polimi Graduate School of Management, è stato presentato qualche settimana fa in occasione dell’apertura del Purpose Days. Da questa ricerca è emerso che sette aziende italiane su dieci oggi hanno un purpose, ma poche riescono a sfruttarne il potenziale trasformativo. L’indagine ha interessato un campione di oltre 500 manager italiani, ed è stata

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curata da Bva Doxa insieme al team di ricerca della Business School del Politecnico di Milano. Soffermandoci sui dati emersi dall’indagine si evince che il 70% dei manager ha dichiarato di lavorare per un’azienda che oggi possiede questo preciso scopo (percentuale che sale al 76% nel mondo dei servizi). Tuttavia, per 4 manager su 10, il purpose appare non pienamente sfruttato come risorsa. I principali ostacoli sono rappresentati dalla carenza di una comunicazione efficace

7 su 10

Le aziende in Italia con un purpose

nel 52% (sia interna che esterna) e dal mancato allineamento dei collaboratori con la leadership per il 50% degli intervistati. “Quando applicato, comunicato e condiviso internamente, il purpose è oggi la principale leva di trasformazione delle imprese, e la sola capace di lavorare a tutti i livelli, a cominciare dalla dimensione culturale”, spiega Francesco Guidara, managing director di Bcg BrightHouse. “Questa ricerca conferma un trend evidente in molti paesi”. La centralità del purpose, inteso come motivo fondamentale per cui un'organizzazione esiste, ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre più rilevante all’interno dell’agenda dei principali decisori economici, sociali e politici. Emerge anche che il 69% dei leader aziendali prevede un aumento nella rilevanza del purpose. Uno scopo chiaro porta benefici nel raggiungimento degli obiettivi di business per il 62% (per i ceo questo dato sale al 74%), nell’esperienza quotidiana dei dipendenti (58%) e nella reputazione esterna (57%). Le aziende capaci di adattarsi sono più attive del 78% nell'integrazione del purpose appartenente alla propria cultura, del 73% nell’integrazione nelle evoluzioni organizzative, del 56% nell’integrazione SmallGiants | dicembre 2023


Impresa in numeri PRESENZA COSTANTE NELLE AGENDE DI DECISORI ECONOMICI E POLITICI, QUESTA LEVA È USATA ANCHE NELLE AZIENDE COME POTENTE STRUMENTO STRATEGICO. RESTA IL DUBBIO SU COME INCORPORARLO NEI PROPRI MECCANISMI DI FUNZIONAMENTO della dimensione sociale, del 51% nell'integrazione nella propria strategia. Secondo Josip Kotlar, curatore della ricerca e associate dean for strategic projects di Polimi graduate school of management, “ciò che la nostra ricerca afferma con decisione è che questo concetto oggi in Italia non è più percepito solo come un grande contributore sociale, ma come un potente strumento strategico. Una indicazione che pensiamo avrà delle conseguenze importanti per le imprese ita-

liane e per la loro leadership”. Negli ultimi anni il purpose ha assunto un ruolo rilevante nell’agenda dei principali decisori economici, sociali e politici, nonché nelle università e per gli investitori. Sempre più professionisti lo considerano uno strumento fondamentale per ridefinire il funzionamento delle imprese ed il loro rapporto con le comunità in cui operano, ma anche con la società nel complesso. Tuttavia, un tema ancora da dibattere riguarda le modalità con

Quali sono i principali ostacoli alla definizione del purpose?

50%

52%

Mancato allineamento dei collaboratori con la leadership

Carenza di comunicazione efficace (interna ed esterna)

cui le organizzazioni possano incorporarlo nel loro agire e nei loro meccanismi di funzionamento. Non è tempo di scorciatoie o di frettolose decisioni sui temi della cultura e dell'identità. Su questa sfida si gioca il futuro, gli obiettivi e la credibilità delle aziende. Tutti sono chiamati ad un impegno forte sul purpose, in un’epoca che vede mercato del lavoro, audience e stakeholder sempre più esigenti e determinate nel loro ruolo di forze attive.

Quali sono i suoi benefici?

62%

58%

57%

Raggiungimento degli obiettivi di business

Potenziamento dell’esperienza quotidiana dei dipendenti

Miglioramento della reputazione

Le percentuali si riferiscono ai 500 manager italiani intervistati dicembre 2023 | SmallGiants

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Al Femminile

IL ROSSO CHE SFIDA IL PREGIUDIZIO Carla Prospero e la figlia Nadia Zenato guidano Sansonina, nel Garda, che produce Merlot e Cabernet in una terra di bianchi

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Al Femminile

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Al Femminile

di Fabiola Fiorentino

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el Veneto, in presenza di vitigni dal valore storico e di prestigiosa qualità, si ottengono alcuni dei vini più importanti d’Italia. Muovendoci, però, nella zona di Peschiera del Garda, nota soprattutto per la produzione di vini bianchi come il Lugana, assistiamo a un fenomeno di controtendenza a opera di due donne che hanno sfidato il pregiudizio locale producendo un grande vino rosso in una terra prettamente di bianchi. Carla Prospero, insieme alla figlia Nadia Zenato, sono le autrici di una storia unica nel suo genere che porta in evidenza l’impegno comune per la promozione sociale e imprenditoriale della figura femminile all’interno del settore vitivinicolo. Non a caso, dopo aver accompagnato attivamente il marito Sergio Zenato nella valorizzazione e promozione del vino Lugana e dei vini della Valpolicella, fondando nel 1960 l’azienda vitivinicola Zenato, Carla e Nadia riprendono in mano a metà degli anni ’90 un antico vigneto di merlot iniziando così la produzione del loro gioiello: il Sansonina. Un vino dal profumo ricco che rimanda a frutta rossa matura, confettura di prugna, ciliegia, mirtillo e cacao, e con una sfumatura balsamica; dal gusto corposo ma elegante e con una grande persistenza aromatica. Benché il nome dell’azienda vitivinicola riporti alla memoria le antiche gesta di Sansone, prediletto di Dio in forza e virtù, Sansonina è molto più di un semplice rimando biblico. È l’esatta contrapposizione tra il preconcetto e l’energia di un progetto che intende unire uno dei vitigni di maggiore notorietà internazionale alla piena capacità di produzione femminile. "Sansonina è l'ambizioso progetto che nasce da un vigneto di 13 ettari dalle grandi potenzialità del territorio a sud del lago di Garda, da una sfida controcorrente tutta al femminile,

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DALLA RACCOLTA ALLA BOTTIGLIA, IL PROCESSO VIENE SEGUITO CON GRANDE ATTENZIONE: UNA VOLTA TERMINATO L’AFFINAMENTO, VENGONO SELEZIONATE LE MIGLIORI BARRIQUE E IL PRODOTTO, IMBOTTIGLIATO A FREDDO, VIENE FATTO RIPOSARE PER SEI MESI affiancando mia mamma nel lavoro che aveva intrapreso alla fine degli anni ‘90: produrre un vino rosso in terra di grandi bianchi, il merlot Sansonina”, ci racconta Nadia. Ma non è tutto. Oggi, infatti, Sansonina produce altre tre eccellenze simbolo del territorio del Garda: il Lugana Doc, l’Evaluna Garda Doc Cabernet e l’innovativo Lugana Fermentazione Spontanea. “In questo coraggioso progetto ho messo tutta me stessa: un vino che mi rappresenta, con radici ben piantate nel territorio e nelle conoscenze consolidate, ma con la spinta a osare, a sperimentare e ricercare la bellezza e il senso estetico in tutto ciò che mi circonda”, aggiunge Nadia. Non è un caso, quindi, se i vini realizzati dalla cantina seguono un processo che parte dalla raccolta attenta e meticolosa delle uve in cassette che ne rispettano l’integrità; per proseguire con la diraspatura e la pigiatura. Il mosto viene successivamente trasferito in tini di legno pronto per la fermentazione. Conclusa questa fase, il vino viene spostato all’interno di barriques francesi dalle quali vengono effettuati assaggi e attente

L’Evaluna è una delle tre eccellenze prodotte da Sansonina, simbolo del territorio del Garda

analisi qualitative nel tempo. Terminato l’affinamento, si selezionano solo le migliori barrique e il vino viene distribuito in grandi botti di rovere, dove riposerà per 30 giorni. Sansonina viene, infine, imbottigliato a freddo per riposare circa sei mesi prima di essere venduto e guSmallGiants | dicembre 2023


Al Femminile SANSONINA • VENETO

Nadia Zenato, alla guida dell’azienda insieme alla madre Carla Prospero

stato a tavola. Anche il design della bottiglia è frutto di un pensiero strutturato e che rimanda al ruolo della donna nella storia dell’umanità. La funzione contenitrice della bottiglia si lega al modello della figura della madre presente in numerose opere dicembre 2023 | SmallGiants

e reperti storici decorati spesso con il motivo della spirale. Così, la presentazione finale della bottiglia unisce elementi di tradizione e di contemporaneità attraverso l’impiego di un’etichetta minimale e un’illustrazione nostalgica della cantina. A conferma di questa spiccata sensibilità per il mondo dell’arte, durante l’ultima design week svoltasi a Milano, l’iconica etichetta di Evaluna, il Garda Doc Cabernet di casa Sansonina, ha accompa-

gnato l’istallazione di Felicia Ferrone dimostrando così ancora una volta una stretta correlazione tra il mondo del vino e la solidarietà femminile. Perché in una società fortemente influenzata da un sistema patriarcale, resta ancora viva la speranza di vedere brillare le donne non soltanto in qualità di figlie, compagne e madri, ma anche come precursori di sfide, nuovi progetti e prodotti di qualità. www.sansonina.it

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Al femminile

Le donne per le donne Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis hanno lanciato Hale, startup che supporta chi soffre di patologie nell’area pelvico-genitale

di Lavinia Desi

LE DUE FONDATRICI stata scoperta da Karl von Roki- HANNO RACCOLTO tansky nel 1860, ma il termine ‘endometriosi’ apparve per la pri- 350MILA EURO ma volta nel 1925, su un articolo IN UN ROUND del ginecologo statunitense John Sampson. DI FINANZIAMENTO L’endometriosi è la presenza di endometrio (mucosa che riveste la cavità ute- PRE-SEED. I FONDI rina) all’esterno dell’utero, su altri organi SERVIRANNO A UN tra cui ovaie, tube, intestino, vescica. Secondo il ministero della Salute, ne SISTEMA DI ASSISTENZA soffrono almeno tre milioni di donne. O TERAPEUTICA IN ITALIA almeno, questo è il numero delle diagnosi E IN ALTRI PAESI EUROPEI che sono state accertate. Per anni è stata

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considerata una malattia rara, ma in realtà molte donne ne soffrono senza saperlo. Il sintomo principale è il dolore: alla schiena, al basso ventre, all’addome. Dolore durante o dopo un rapporto sessuale. Dolore durante e prima del ciclo mestruale. È un’infiammazione cronica che colpisce soprattutto le donne tra i 25 e i 35 anni. Si legge sul Corpus hippocraticum – che comprende circa settanta opere in greco antico, alcune delle quali sono attribuite a Ippocrate di Kos – che “l’utero è la causa di tutte le malattie delle donne”. Nel Medioevo, le donne che accusavano i sintomi dell’endometriosi, in alcuni casi, venivano tacciate di essere impossessate dal demonio. Ancora oggi quelle che ne soffrono non si sentono sostenute dalla società. Il problema più grande è la diagnosi, che nella

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maggior parte dei casi avviene in maniera casuale, oppure dopo un lungo percorso. Il dolore, poi, ha un impatto molto forte sulla qualità della vita: limita le attività lavorative, sessuali e quotidiane e in

molti casi può portare anche allo sviluppo di fenomeni depressivi. Le lavoratrici denunciano una scarsa attenzione alla patologia: ricerca insufficiente, scarsità di specialisti, diagnosi e terapie limitate e costi a carico delle pazienti. La mancata accettazione sociale fa sentire isolato chi ne soffre. Per combattere l’isolamento e informare, Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis, poco più che ventenni, hanno lanciato Hale. La piattaforma che, con l’aiuto di psicologi e sessuologi, supporta chi è affetto da vulvodinia, endometriosi, neuropatia del pudendo, adenomiosi, cistite interstiziale e altre patologie legate al dolore genitopelvico. Le fondatrici sono partite dalla loro esperienza personale e hanno creato “lo spazio che avremmo voluto trovare noi quando ci siamo sentite sole e in diffi-

Secondo il ministero della Salute almeno tre milioni di donne soffrono di endometriosi

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Al femminile HALE • TRENTINO-ALTO ADIGE

Hale ha aiutato molte donne a superare il tabù delle patologie legate all’area pelvico-genitale

coltà”, ha detto Vittoria Brolis a Repubblica. Le due giovani donne, per anni, hanno cercato una diagnosi che nessun medico riusciva a dare. Quando finalmente diagnosi e terapia sono arrivate, hanno deciso di trasformare l’esperienza negativa in qualcosa di utile per le altre donne. Nel 2021, dopo un progetto sulle disfunzioni del pavimento pelvico, realizzato con il Comune di Trento e una squadra di pallavolo femminile, hanno deciso di raccontare la loro storia su Instagram. Così nel 2022 è nata la startup, che oggi è basata a Berlino. “Le patologie che coldicembre 2023 | SmallGiants

piscono l’area pelvico-genitale sono estremamente sotto ricercate e sotto finanziate. Chi ne soffre deve affrontare anni di tabù, mancata diagnosi, costi ingenti a proprio carico e scarse terapie e soluzioni mirate per queste patologie. Eppure ne soffre il 26% della popolazione con un corpo femminile”, ha detto Vittoria Brolis a Startupbusiness. L’anno scorso Salizzoni e Brolis erano state selezionate dallo European Investment Bank Institute per partecipare al Social innovation tournament. Quest’anno la startup ha raccolto 350mila euro in un round di finanziamenti pre-seed, gui-

dato da Exor Ventures. I fondi serviranno a sviluppare un nuovo sistema di assistenza terapeutica in Italia e in altri paesi d’Europa, attraverso un’app di gestione domestica delle terapie. “Con il finanziamento”, ha detto Gaia Salizzoni a StartupItalia, “Hale fa il primo passo per contribuire a ridurre il divario di genere nella ricerca sul dolore. Digitale significa principalmente utilizzare i dati per comprendere un contesto: quando si parla di salute femminile, qualsiasi dato specifico è essenziale per colmare le lacune di conoscenza e innovare”. www.halecommunity.com

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Cultura

IL BANKSY TRIESTINO

L’artista misterioso si fa chiamare Ges Net e vuole valorizzare le zone dismesse della città. Tra le opere più famose gli omaggi a Giulio Regeni e Nadia Toffa 92

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Cultura

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Cultura

di Andrea Celesti

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o chiamano il ‘Banksy triestino’, sulla sua pagina facebook utilizza lo pseudonimo ‘Ges Net’. È qui che l’artista misterioso pubblica le immagini dei suoi quadri. Il suo tocco si può riconoscere nella sagoma di una bambina, Marianna, una delle opere più ricorrenti, collocata vicino a posti dismessi sperando siano recuperati. Figure di tucani, farfalle e pinguini, che l’artista installa di notte o al mattino presto per colorare Trieste, sua città natale. Tra i dipinti più famosi ci sono omaggi a persone che non ci sono più, ma che hanno saputo lasciare un segno nella memoria collettiva, come Giulio Regeni e Nadia Toffa. Ges Net non cerca notorietà, non veicola messaggi politici, non chiede compensi per le sue opere. L’unica cosa che spera è che la gente le prenda e le valorizzi. Ed è proprio quello che accade. C’è chi espone i suoi quadri in ufficio, chi al ristorante, chi a casa. Forbes Small Giants ha intervistato l’artista, partendo dai suoi esordi per arrivare alla funzione dell’arte in una società sempre più connessa. Come è nata la passione per l’arte? Io non ho una particolare formazione tecnica artistica, è più che altro una passione personale. Ho iniziato in maniera sporadica nel 2019, per poi intensificare l’attività dopo il primo blocco a causa del Covid. Nel tempo sono riuscito a perfezionare alcuni aspetti del mio lavoro per ritagliarmi del tempo da dedicare a questo tipo di street art. Hai iniziato tre anni fa con la sagoma di una bambina chiamata Marianna che puntualmente riproponi. Qual è il motivo di questa scelta? Nella street art i bambini hanno un ruolo importante per via della loro spon-

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Tra le opere più ricorrenti la sagoma di una bambina, Marianna. Il nome che avrebbe scelto se avesse avuto una figlia

taneità. Negli ultimi 10-15 anni, la loro rappresentazione è stata proprio un’evoluzione di questa espressione. Nel mio caso ho deciso di realizzare la sagoma di una bambina dandole un nome che avrei scelto nel caso in cui avessi avuto una figlia. Ci sono degli artisti a cui ti ispiri? Io sono un grande appassionato di JeanMichel Basquiat, un artista con una forza espressiva molto forte che ha rivoluzionato l’idea di tratto artistico. Nella street art ci sono tante figure che fanno da apripista su vari filoni. Quali materiali utilizzi? Per le mie opere utilizzo principalmente cartone riciclato che trovo negli spazi di raccolta e che restituisco impreziosito alla comunità. In passato ho realizzato anche delle tele e pannelli di legno che mi sono stati commissionati.

“CERCO SEMPRE UN MURO O UNA ZONA DA POTER VALORIZZARE. POI PRENDO LE MISURE, REALIZZO LA SAGOMA E LA APPLICO CON CALAMITE O ADESIVI PER NON ROVINARE LA VERNICE SUI MURI. UTILIZZO SPESSO DEL CARTONE RICICLATO” Quali sono le opere di cui vai più fiero? Tra quelle celebrative direi il ciclo su Giulio Regeni e la sagoma di Boris Pahor, uno scrittore di lingua slovena nato a Trieste che ha pubblicato una serie di SmallGiants | dicembre 2023


Cultura

La funzione dei tucani? Sono delle semplici macchie di colore per far conoscere alcune zone poco note di Trieste

Il dipinto di Nadia Toffa è stato lasciato a Servola (Trieste) dove la giornalista aveva girato diversi servizi televisivi

libri sulla tragedia dei campi di concentramento. La cosa che mi ha dato più soddisfazione però è uno scherzo che ho fatto il primo aprile di quest’anno nell’acquario comunale, dove ho installato dieci sagome di pinguini che omaggiavano uno degli uccelli che viveva lì tra gli anni ‘60 e ‘80. Nonostante le elezioni regionali di quei giorni, il Piccolo ha deciso di pubblicare i miei pinguini in prima pagina. La scelta dei luoghi dove installi le tue opere è casuale? Quando giro per la città cerco sempre una nicchia, un muro o una zona da poter valorizzare con la mia opera. A quel punto prendo le misure, realizzo la sagoma e la applico con calamite o adesivi per non rovinare la vernice sui muri. A maggio di quest’anno, un gruppo di amici mi ha chiesto un’opera per celebrare il dj Robert Miles. Suo padre, dopo aver ricevuto il mio lavoro a casa, mi ha chiamato per farmi i dicembre 2023 | SmallGiants

complimenti. Questo mi ha dato grande gioia perché vuol dire che l’opera è stata interpretata nella maniera corretta. La soddisfazione più grande è proprio questa. Quali messaggi vuoi lasciare con i tuoi quadri? Con le mie opere non veicolo messaggi politico-sociali. Per quanto riguarda i pannelli celebrativi cerco di ricollocare le persone nei luoghi dove hanno lasciato un qualcosa di significativo, proprio come ho fatto con il dipinto di Nadia Toffa, che ho deciso di lasciare a Servola (Trieste), rione dove la giornalista aveva girato diversi servizi televisivi contro lo stabilimento siderurgico della ex Ferriera. Le Marianne, i pinguini e i tucani invece sono delle semplici macchie di colore per far conoscere zone poco conosciute di Trieste. La città ha tanti spazi che siamo così abituati a vedere malmessi da non fare più caso al degrado.

Che progetti hai per il futuro? Il mio obiettivo è creare prima di tutto una rete di appassionati per scambiarsi delle idee. Inoltre, sto lavorando con una giovane videomaker romana al suo progetto di laurea, che punta a scoprire chi sono gli attuali proprietari delle mie sagome. Ma non escludo altre “pinguinate” in futuro. La tecnologia rappresenta uno strumento di distrazione continua per i giovani. che funzione può avere l’arte oggi? La tecnologia mi ha permesso di approcciare a opere che non avrei mai visto in vita mia. La divulgazione di certi strumenti è impagabile. Tuttavia, rimane uno scoglio: le persone amano vedere le cose dal vivo. Posso conoscere l'opera di un museo direttamente in rete ma poi ho bisogno di andare a vederla nel luogo dove è custodita. Il digitale, dunque, deve essere uno stimolo. Solo così si realizza un interesse e il compimento di una passione.

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Cultura

Lo spettacolo comincia in camerino Al Teatro Arcimboldi di Milano 17 studi di progettazione hanno ridisegnato tutti gli spazi riservati agli artisti

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di Lavinia Desi

a sera del 19 gennaio 2002 gli applausi durarono sei minuti. Riccardo Muti metteva in scena La traviata, ma il sipario del Teatro alla Scala, questa volta, si spostava dal centro alla periferia di Milano, al Teatro Arcimboldi. L’Arcimboldi è simbolo della cultura milanese e della riconversione, che ha trasformato la zona di Bicocca da quartiere operaio a centro dell’arte contemporanea. È nato per accogliere le stagioni della Scala nei circa tre anni della sua ristrutturazione. La costruzione è iniziata nel 1997 a cura dell’architetto Vittorio Gregotti, è durata tre anni ed è costata 85 miliardi di lire. Il progetto prevedeva una struttura grande quanto il Teatro alla Scala, ma comunque destinata ad avere un ruolo dopo la funzione di ‘sostituto’. Ed è stato così. Nel 2005 il Comune di Milano è diventato proprietario del teatro. In questo periodo, tra gli altri, si sono esibiti Sylvie Guillem, Angelin Preljocaj, Michael Nyman, Uri Caine, Alvin Curran, Joan Baez, Lucio Dalla, Mark Knopfler e Roberto Bolle, che ha registrato oltre 66mila presenze. Il titolo che ha inaugurato la nuova stagione degli Arcimboldi dopo la Scala è stato Peter Pan. E il 21 dicembre di quest’anno il musical tratto dal romanzo di James Matthew Barrie ritornerà in scena, con la regia di Maurizio Colombi. Ad animare le scene ci saranno le canzoni di Bennato, con brani riarrangiati dallo stesso cantautore per lo spettacolo, con l’inserimento dell’inedito

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REALIZZATO PER SOSTITUIRE LA SCALA, È OGGI UN IMPORTANTE POLO CULTURALE. INTANTO PROSEGUE IL PERCORSO PER DIMEZZARE LE EMISSIONI ENTRO IL 2026 Che paura che fa Capitan Uncino. Nel 2007 Comune di Milano e Regione Lombardia hanno firmato un accordo che prevedeva l’affidamento del Teatro in gestione provvisoria alla Fondazione I Pomeriggi Musicali. Marzia Ginocchio e Gianmario Longoni ne hanno preso la guida nel febbraio

2020. “Ma c’era la pandemia e il giorno dopo la firma sono iniziate le chiusure del governo”, spiega Marzia Ginocchio, amministratore delegato del Tam. “Avevamo le chiavi, ma non potevamo entrare. Abbiamo dovuto fare delle scelte: potenziare il progetto artistico e trasformare il teatro in un hub culturale, dove si incontrano recitazione, arte, musica, ballo e canto”. “Il palazzo è di diciottomila metri quadri, nove piani in totale. Le spese di manutenzione e riscaldamento sono considerevoli. E poi, quando abbiamo rilevato la gestione del teatro, c’erano molti lavori da fare”. Il primo progetto di riammodernamento è stato quello dei camerini: Vietato l’ingresso. Così è iniziato il restauro dei diciassette camerini del teatro in collaborazione con studi dell’interior design milanese, a cura di Giulia Pellegrino. “Non abbiamo voluto porre limiti ai progetti proprio per lasciare gli architetti liberi di interpretare liberamente

Peter Pan torna al Teatro Arcimboldi dal 21 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024

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Cultura TEATRO ARCIMBOLDI • LOMBARDIA

La platea del Teatro Arcimboldi durante lo spettacolo di Alessandro Siani (foto di Giovanni Daniotti)

un tema singolare come quello del camerino di un teatro. Abbiamo solo imposto pochi elementi obbligatori, ma evidentemente necessari: uno specchio con le luci per il trucco, uno specchio a figura intera dove l’artista può controllare il proprio abito di scena, un vaso per accogliere i fiori a fine spettacolo, un’appenderia, uno spazio dove riporre i propri oggetti personali e un piccolo e importante luogo di relax che potrebbe essere un divano, un pouf, un tappeto”, ha spiegato Pellegrino. Diciassette studi di progettazione hanno aderito decidendo di adottare un camerino. È stato definito “il progetto più originale del Fuorisalone”, che dopo la pandemia è stato il simbolo della ripartenza della città. “Dopo un anno di chiusura forzata, volevamo riaprire al pubblico e agli artisti in modo non convenzionale. I camerini del Tam dicembre 2023 | SmallGiants

sono camerini d’autore. Per una volta volevamo dare emozioni a chi normalmente le dà a noi”, dice Marzia Ginocchio. Il primo camerino, quello della star, è di oltre cinquanta metri quadrati e ha ospitato le più grandi personalità dello show business nazionale e internazionale: da Roberto Bolle a David Parsons, da Ludovico Einaudi a Paolo Conte, da Bob Dylan al Dalai Lama, da Sting a Sir Elton John, da Liza Minelli a Charles Aznavour. Alla sua realizzazione ha contribuito in qualità di consulente artistico Arturo Brachetti, che ha commentato: “Il Teatro Arcimboldi scopre di avere diverse anime, diverse facce, una per ogni camerino, con diverse ambientazioni e atmosfere.” Dopo il Covid, le capienze ridotte e le chiusure “la sfida era quella di far vivere di nuovo il teatro a pieno regime”, spiega Ginocchio. Nella stagione 2022-2023, “406mila

spettatori sono entrati al Tam per vivere 86 eventi in cartellone, per un totale di 232 alzate di sipario di cui 138 repliche sold out. Il 60% degli spettacoli ha registrato il tutto esaurito, confermando la grande attenzione che il pubblico milanese, e non solo, ha avuto per la nostra programmazione”. Il legame tra teatro e design si rinnova anche in questa stagione, sulla falsariga di Vietato l’accesso, con il progetto intitolato Un Bagno di Folla. “Toilette belle in cui, ancora una volta, la cultura abbraccia il design e la sostenibilità. Siamo il primo teatro a realizzare una toilette genderless”, ha detto Gianmario Longoni, direttore artistico del teatro. “L’iniziativa segue il percorso per dimezzare le nostre emissioni entro il 2026. La tappa più importante sarà quella del fotovoltaico”.

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Stories

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Stories

IL SAPORE DELLA TRADIZIONE Il Consorzio San Daniele promuove il suo prosciutto nel mondo, ne tutela il marchio e ne salvaguarda la tipicità

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Stories di Matteo Marchetti

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n prodotto etico e sostenibile. Ma soprattutto, questo non guasta mai, un prodotto buono. Il prosciutto San Daniele è uno degli esempi delle eccellenze italiane, ideato in un piccolo territorio del Friuli e sviluppato fino a diventare una realtà conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, fino a Stati Uniti e Australia. Un prodotto che ha come elemento fondante la qualità ma rimane comunque alla portata di tutti: un etto di San Daniele vale come un pasto completo e costa meno di un pacchetto di chewing gum. Attualmente il Consorzio del San Daniele, nato nel 1961, conta su 31 produttori e vanta un fatturato di 340 milioni annui, con quote di export salite al 18% e che vedono come principali territori interessati la Francia e la Germania, ma più in generale tutti i Paesi europei. Negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale anche la richiesta del prodotto già affettato, attualmente arrivato a circa il 20% del totale prodotto per un valore di 23 milioni all’anno. Obiettivo principale del consorzio è salvaguardare la tipicità e le caratteristiche del prodotto, oltre a tutelare e diffondere il nome e il marchio del prosciutto di San Daniele in tutto il mondo. “Da più di 20 anni abbiamo contribuito a sviluppare una filiera totalmente nazionale”, spiega Mario Cichetti, direttore del Consorzio. “Una filiera che parte con la nascita e l’allevamento dei suini per arrivare fino alla macellazione. Un sistema in cui tracciabilità e qualità sono basi solide su cui fondare il nostro lavoro”. Il tutto in una dimensione diventata negli anni completamente glocal, ovvero che si concentra contemporaneamente sulla dimensione globale e su quella locale. Il San Daniele è l’elemento caratteristico di una sorta di enclave prealpina, in un territorio fortemente legato al prodotto e capace di creare un know how tecnologico che ha favorito negli anni l’insediamento di numerose imprese che si sono dedicate alla produzione del prosciutto Dop continuando ad elevarne la qualità. Il risultato? In una realtà di 8mila abitanti si producono due milioni e 750mila prosciutti all’anno. E anche i visitatori più distratti una volta arrivati in zona non possono

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Coscia di suino italiano e sale marino: gli ingredienti sono essenziali per mantenere l’autenticità e la genuinità del sapore

Mario Cichetti, direttore del Consorzio

A San Daniele del Friuli, località di 8mila abitanti, si producono due milioni e 750mila prosciutti all’anno

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Stories

ignorare di vivere in un territorio di cui il San Daniele è elemento portante: tutto riporta al prosciutto, dalle osterie fino ai locali della ristorazione. Uno dei segreti del successo è la semplicità della lavorazione. Perché gli ingredienti sono quello che di più essenziale possa esistere: coscia di suino italiano e sale marino. Stop, perché la genuinità in questo caso fa rima con qualità. E il risultato è un prodotto buono e altamente digeribile. Le caratteristiche di tipicità e qualità sono garantite attraverso la verifica della corretta applicazione, da parte di tutti gli attori della filiera produttiva, del cosiddetto Disciplinare di produzione, che stabilisce e regolamenta

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PROSCIUTTO SAN DANIELE • FRIULI-VENEZIA GIULIA

IL RISPETTO DELLA MATERIA PRIMA INCONTRA QUELLO DELL’AMBIENTE: IN PROGRAMMA UN IMPIANTO INNOVATIVO CHE RIGENERA IL SALE ‘SPORCO’ RENDENDOLO RIUTILIZZABILE E UN UTILIZZO PIÙ EFFICIENTE DI ENERGIA E GAS

le fasi di lavorazione e le caratteristiche che il prosciutto deve possedere per potersi fregiare della denominazione di San Daniele. Stiamo parlando di un prodotto talmente caratteristico che non teme neppure la contraffazione. “Qualche tentativo esiste”, conferma Cichetti. “Ma non è il nostro problema principale. Soprattutto in paesi in cui non sono in vigore norme certe come lo sono in Europa c’è chi prova a copiare il marchio. Per quanto ci riguarda, teniamo sempre alta l’attenzione, perché l’uso improprio della denominazione potrebbe poi essere difficile da contrastare”. Intanto si procede sulla strada della sostenibilità, aspetto su cui ultimamente è aumentata la sensibilità ma che il Consorzio San Daniele tiene d’occhio già da tempo. “Puntiamo a coinvolgere in questo discorso anche le aziende del territorio che collaborano con i nostri associati. In realtà la lavorazione del prosciutto non è a rischio inquinamento, ma visto che il sale utilizzato può essere impiegato una sola volta ne abbiamo una grande quantità che rischia di essere buttata. Da tempo gestiamo lo smaltimento, ma da un paio di anni stiamo costruendo un impianto innovativo che rigenera il sale ‘sporco’ e lo rende riutilizzabile. Non per usi alimentari, la normativa in questo settore è molto severa, ma ad esempio come antigelo sulle strade”. Dando vita a un’economia circolare che ha il merito di ridurre gli sprechi. Tuttavia l’attenzione all’ambiente non si ferma qui. I produttori del Consorzio infatti si stanno organizzando anche per un più efficiente utilizzo di energia e gas. L’obiettivo per il futuro è continuare a espandersi mettendo radici sempre più solide soprattutto all’estero. “Vogliamo seminare negli Usa e in Australia, i mercati di maggiore espansione fuori dall’Europa, continuando però a ottenere ottimi risultati anche nel nostro continente”. E poi si proseguirà l’attività di promozione in Italia, attraverso la realizzazione di eventi come Aria di San Daniele, il tour del prosciutto nei migliori locali delle principali città italiane che partendo da Torino è arrivata fino a Brescia, Bergamo e Milano. Un’occasione per degustare e innamorarsi di un prodotto unico nel suo genere, che lo scorso anno riuscì a coinvolgere complessivamente 11mila partecipanti”. www.prosciutttosandaniele.it


Stories

Il gusto dell’autenticità Cantina Caleffi produce 36mila bottiglie all’anno di vini naturali affidandosi ai metodi antichi di vinificazione

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di Andrea Salvadori

n soli cinque anni è stata attenzionata dalle migliori enoteche e dai più prestigiosi wine bar e ristoranti in Italia ed Europa. Nata dalla volontà di ripensare il concetto di impresa agricola sostenibile attraverso la valorizzazione dei terroir autoctoni e con la proposta di un’inedita wine experience nel proprio territorio, Cantina Caleffi è immersa in una lingua di terra un tempo appartenuta alla famiglia dei Gonzaga, nel comune di Spineda, ai confini tra le province di Mantova e Cremona: una zona storicamente votata all’agricoltura e alla zootecnia, attività a cui si è sempre dedicata anche la famiglia sin dai primi anni del Novecento. Il 2018 è l’anno in cui la cantina inizia a commercializzare il vino prodotto grazie agli otto ettari vitati di proprietà. “La volontà di valorizzare i saperi tramandati da generazioni e il desiderio di lasciare una traccia all’interno del mondo vitivinicolo ha acceso in noi la scintilla che ci ha spinto ad aprire questo nuovo ramo di attività della nostra azienda”, spiega Mattia Caleffi, alla guida della cantina insieme al padre Davide e allo zio Emanuele. “Dopo attente analisi del contesto socio-economico e dei trend che caratterizzavano un mercato per certi versi saturo, abbiamo colto l’opportunità di inserirci in una nicchia che riconoscesse come preziose le caratteristiche e i valori dei vini di un tempo realizzati con i cosiddetti metodi ‘ancestrali’”. Oggi la Cantina produce ogni anno 36mila bottiglie di vini naturali

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LA STRATEGIA COMMERCIALE CONTA SIA SULLA VENDITA DIRETTA, SIA SU QUELLA ONLINE: DURANTE IL 2024 VERRÀ LANCIATO UN E-COMMERCE PER AVVICINARE ANCORA DI PIÙ I CLIENTI E PER RAGGIUNGERE NUOVI TARGET nei suoi vitigni autoctoni, sette tipologie tra rossi (quattro varietà di Lambrusco e un Cabernet Sauvignon) e bianchi (due Malvasia di Candia). “La realizzazione di vini autentici e di qualità ci ha permesso così di posizionare la nostra offerta nei più prestigiosi luoghi di espressione del talento enogastronomico, arrivando ad esser scelti da chef stellati e dai ristoranti della Guida Michelin, oltre a essere riconosciuti dalle più importanti guide enoiche e dagli esperti del settore”. La politica commerciale e di distribuzione si articola su più fronti. “La vendita diretta, innanzitutto, sia in cantina sia attraverso l’online. Nel primo caso, la conoscenza dei nostri vini avviene nel contesto di esperienze quali una visita in cantina con degustazione, un pranzo o cena nel nostro agriturismo enoico oppure durante

un aperitivo in vigna. Nel secondo, invece, potrà presto contare su un nuovo portale ecommerce che lanceremo nel corso del 2024, una piattaforma strutturata in modo da far vivere agli utenti un’esperienza totalmente personalizzata, intuitiva e coinvolgente”. Cantina Caleffi ha quindi stretto un accordo in esclusiva con un importante distributore, “una scelta che ci permette di presidiare in modo capillare, in Italia ed Europa, i migliori punti vendita tra enoteche, wine bar e ristoranti esclusivi grazie ad una rete commerciale di agenti monomandatari. Un partner attentamente selezionato al fine di poter garantire al cliente finale un servizio di qualità e, dunque, condizioni ottimali di consumo”. Lo sviluppo in termini economico-finanziari, prosegue Mattia, emerge in modo chiaro dai numeri. “La crescita è stata costante nel corso degli anni, in particolare per l’Ebitda nel 2023, grazie anche all’avvio di una rinnovata “Wine experience” e alla graduale espansione dei nostri vini sul territorio nazionale ed internazionale. L’azienda ha inoltre assistito a un progressivo incremento del fatturato che, nell’ultimo triennio, con un tasso annuo di crescita composto del 56%, è aumentato in modo più che proporzionale rispetto ai costi di gestione. Quest’ultimi, nonostante gli incrementi dei prezzi delle materie prime e dell’energia, hanno subito una virtuosa razionalizzazione grazie all’efficientamento dei processi produttivi e a un importante ridisegno e snellimento della catena del valore”. Le strategie di investimento nel medio-lungo periodo vedono come punti SmallGiants | dicembre 2023


Stories CANTINA CALEFFI • LOMBARDIA

La conoscenza dei vini di Cantina Caleffi può avvenire durante un pranzo nell’agriturismo enoico, un aperitivo in vigna oppure al termine di una visita in cantina con degustazione

cardine “da un lato lo sviluppo del nuovo modello di business votato alle esperienze in quanto servizi a valore aggiunto, dall’altro il consolidamento e l’espansione delle attività commerciali. La ricerca e lo sviluppo di nuovi vini, coadiuvati da nuovi impianti e infrastrutture che ci permettano di elevare sempre di più la qualità del prodotto e ampliarne la gamma, restano inoltre la direttrice lungo la quale perseguire il nostro percorso di crescita”. In termini di esportazioni, Cantina Caleffi ha raggiunto una posizione consolidata sul territorio continentale e registra manifestazioni d’interesse sempre crescenti dai mercati americani e dalle regioni asiatiche, “che intendiamo presidiare nei prossimi anni attraverso la partecipazione ad eventi fieristici dicembre 2023 | SmallGiants

internazionali. Un’altra area di interesse è il Medio Oriente, un mercato nel quale i grandi marchi del lusso e della ristorazione, ai quali ci rivolgiamo con i nostri prodotti, stanno investendo sempre di più, aprendo così importanti frontiere per tutto il settore”. L’apertura ai mercati esteri, nella visione dei Caleffi, “non deve però far dimenticare chi siamo e da dove veniamo. La valorizzazione dei prodotti attraverso la proposta di momenti unici ed esclusivi nel luogo in cui essi stessi nascono, è nostra convinzione, rimarrà la chiave per il successo delle cantine del futuro; un ambito esperienziale per il quale tuttora stiamo riservando una parte importante della nostra produzione”. Fondamentale rilevanza rivestono inoltre, conclude Mattia Caleffi, “le relazioni con

gli stakeholders operanti all’interno della nostra comunità. Un programma di attenzione al territorio che si manifesta attraverso progetti legati a temi di impatto sociale, umanitario, culturale e artistico, come ad esempio eventi di charity realizzati per associazioni no profit, l’avvio di relazioni con importanti istituzioni accademiche (come il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona) nell’ambito delle politiche di ricerca e sviluppo e, infine, la partnership con format internazionali, quale TedX, per promuovere tematiche educative. Un vero e proprio ecosistema con il quale vogliamo lasciare una traccia tangibile che permanga nel tempo”. www.cantinacaleffi.it

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Il roadshow

I PICCOLI GIGANTI ARRIVANO IN SICILIA

Forbes Small Giants ha toccato Palermo per l’ultima tappa del 2023. Il viaggio alla scoperta delle Pmi giunge al termine, per quest’anno, dopo aver raccontato storie d’impresa provenienti da tutta Italia

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di Agostino Desideri

l roadshow di Forbes dedicato alle Pmi italiane chiude un anno ricco di soddisfazioni. La tappa di Palermo è la conclusione di un percorso che ha toccato alcune città d’Italia alla scoperta delle imprese del territorio. L’iniziativa è un’occasione per fornire agli imprenditori locali gli strumenti per sfruttare al meglio il proprio potenziale e le grandi opportunità presenti nel nostro paese, ma è anche un momento di networking. 120 manager si sono ritrovati a Villa Igiea, a Rocco Forte Hotel, per confrontarsi su innovazione, internazionalizzazione e servizi

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Gli speaker dell’evento si sono confrontati su temi che vanno dall’innovazione all’agroalimentare, passando per internazionalizzazione e futuro del made in Italy

alle aziende. L’evento di Palermo si è aperto con i saluti di Gabriele Giachetti, hotel manager di Villa Igeia, e di Riccardo Di Stefano, presidente nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, che hanno introdotto i temi al centro della giornata. Ospite speciale la giornalista Stefania Petyx che ha voluto celebrare sul palco la bellezza SmallGiants | dicembre 2023


Il roadshow

Occhio al Mezzogiorno

A Villa Igiea si è discusso anche delle potenzialità e degli ostacoli che il Sud Italia dovrà affrontare nei prossimi anni per vincere la concorrenza. Tra i temi caldi anche quello della talent retention dicembre 2023 | SmallGiants

e l’imprenditorialità della Sicilia. Durante il panel Costruire il futuro, Edoardo Prallini, giornalista di Forbes ed executive editor del progetto Forbes Small Giants, ha chiamato sul palco Luca Como, head of disty channel sales di Samsung Electronics Italia, Angelo Rizzotto, capo area isole di Banca Ifis, Francesco Andaloro,

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Il roadshow

La terza tavola rotonda, dal titolo Allargare gli orizzonti, è stata un’occasione utile per parlare di internazionalizzazione e apertura a nuovi target

Nella seconda tavola rotonda si è parlato di innovazione nel settore agroalimentare

Riccardo Di Stefano, presidente Giovani Imprenditori Confindustria

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Martina Terenzi, avvocato dipartimento food law di Lca Studio Legale

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Il roadshow

Il roadshow di Forbes riprenderà il suo viaggio a inizio 2024

Sono 10 le tappe previste: si parte da Udine a febbraio, per poi proseguire con Modena, Viareggio, Padova, Tropea, Caserta, Milano, Genova, Roma e infine Pescara

Gabriele Giachetti, hotel manager di Villa Igiea

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Donato Didonna, amministratore Cappadonia Gelati

ceo di Costrand, e Pietro Anastasi, founder di Wamico. L’innovazione agroalimentare è stato il tema al centro della seconda parte dell’evento, che ha visto protagonisti Martina Terenzi, avvocato dipartimento food law di Lca Studio Legale, Alessandra Tranchina, co-fondatrice di Boniviri, Donato Didonna di Cappadonia Gelati e Giovanni Gioia di Confagricoltura. Nell’ultimo panel della giornata si è parlato di internazionalizzazione, un tema che con la globalizzazione e la rivoluzione digitale è diventato di fondamentale importanza per tutte le piccole e medie imprese. Protagonisti sul palco Francesca Stramazzo, business development di Alibaba.com, Matteo Altobelli, regional manager director di Edenred, Giuseppe Cianciolo, ceo di Cianciolo Group, e Marta Bonati, country manager Italy di Ebury. Il roadshow di Forbes riprenderà il suo viaggio a inizio 2024. Sono 10 le tappe previste: si parte da Udine a febbraio, per poi proseguire a Modena, Viareggio, Padova, Tropea, Pescara, Genova, Roma e Milano. Un ampio servizio della serata di Palermo e tutte le tappe di Forbes Small Giants sono disponibili sul sito di Forbes.it e sulla sezione Forbes Small Giants, che quotidianamente offre articoli e spunti interessanti per le Pmi italiane.

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Startup

IL VALORE DELLE IDEE

Dentro Polihub, incubatore del Politecnico milanese, le aziende coltivano nuove occasioni di business per coniugare sviluppo e ambiente 108

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Startup

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di Matteo Marchetti

ccesso al capitale, sportelli di consulenza con professionisti di vari settori, mentor certificati che affiancano le persone interessate alla costruzione del modello di business, sostegno di advisor, ma anche aree di coworking e sale eventi. Si tratta di Polihub, ecosistema in cui aziende, esperti, istituzioni e investitori coltivano nuove occasioni di business. Il Politecnico di Milano, attraverso la sua fondazione, gestisce la struttura. Si rivolge a startup deep tech, che sviluppano soluzioni innovative, in grado di generare valore economico, che hanno anche un grande impatto sulla società. La sostenibilità è uno dei valori fondanti. Non è possibile costruire un futuro senza innovazione, ma se non si pensa alla salvaguardia del pianeta non esisterà un futuro. Ed è per questo che l’incubatore milanese ha dato vita negli ultimi anni a una serie di iniziative in grado di mettere lo sviluppo al primo posto, senza dimenticare l’ambiente. A novembre 2021 è nato Tech4Planet, secondo polo nazionale di trasferimento tecnologico, finanziato da Cdp Venture Capital e pensato per consentire la crescita di imprese che operano nel campo della sostenibilità ambientale. I numeri confermano la qualità del lavoro svolto dal 2014 a oggi. Il tasso di sopravvivenza delle startup seguite dall’incubatore è dell’84%. Ogni anno sono più di mille i progetti valutati dagli esperti, con oltre 150 milioni di euro raccolti per lo sviluppo e più di cento realtà avviate ogni dodici mesi, con mille collaboratori operativi nell’innovation park. Polihub ha messo radici in Lombardia: stando a dati recenti quasi il 30% delle startup registrate nel nostro Paese ha sede nella regione, che secondo l’Istat vanta la presenza di oltre 20mila aziende innovative: per questo il ruolo dell’incubatore gestito dal Politecnico ha un’importanza ancora più rilevante. Per molte di queste realtà il rischio è di scontrarsi con un muro rappre-

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La carta etica stilata dagli ideatori parla di condivisione, integrità, rispetto, responsabilità e ambienti di lavoro inclusivi, di felicità dello staff e di una community in cui tutti si sentano accettati

Il tasso di sopravvivenza delle startup seguite dall’incubatore è dell’84%

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Startup POLIHUB • LOMBARDIA

QUASI IL 30% DELLE IMPRESE INNOVATIVE REGISTRATE IN ITALIA HA SEDE IN LOMBARDIA: IN TOTALE, SECONDO L’ISTAT, CE NE SONO OLTRE 20MILA. PER QUESTO IL RUOLO DELL’INCUBATORE HA ANCORA PIÙ RILEVANZA sentato da burocrazia, problemi di accesso al capitale e realizzazione errata di modelli di business. Tutti problemi che gli esperti consentono di superare permettendo agli dicembre 2023 | SmallGiants

imprenditori di concentrarsi solamente sull’idea al centro del progetto. Un sistema vincente, tanto che Polihub è stato ripetutamente premiato come uno dei cinque migliori incubatori a livello mondiale dall’Ubi Global. La carta etica stilata dagli ideatori parla di condivisione, integrità, rispetto, responsabilità e ambienti di lavoro inclusivi, di felicità dello staff e di una community in cui tutti si sentano accettati e liberi di esprimere le proprie opinioni con l’aspettativa di essere ascoltati e rispettati. Sono tante e completamente differenti le realtà che certificano il successo di questo modello. L’unico elemento comune sono le idee innovative, indipendentemente dal settore. C’è chi rende la cosmetica accessibile a tutti donando una seconda vita ai sottoprodotti della filiera agroalimentare, chi raccoglie oltre 3 milioni di euro in un

round seed per trasformare il modo in cui le persone scoprono e accedono ai bonus pubblici, ai servizi e alle agevolazioni fiscali a cui hanno diritto, chi garantisce sicurezza sismica a edifici e infrastrutture ma anche chi punta a realizzare una batteria capace di risolvere il problema dell’accumulo di energia in modo pulito, facendo della sostenibilità il proprio credo. Cosa unisce tutte queste realtà? Il valore delle idee, dei talenti e della tecnologia. Polihub può diventare una sorta di cannocchiale per chi pensa in grande, un modo per guardare lontano e capire che è possibile lasciare un segno. E per farlo punta sulla contaminazione, sullo scambio di esperienze, perché confrontarsi anche con realtà differenti permette sempre di crescere e di trovare soluzioni a volte impensabili. www.polihub.it

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Startup

Veterinario a portata di click Diagnosi e indicazioni terapeutiche: PetDicted offre suggerimenti per gli animali domestici attraverso il parere di un professionista di Maurizio Abbati

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asta collegarsi al sito internet o aprire l’app e digitare un sintomo per vedersi proporre un’immediata diagnosi e magari un’indicazione terapeutica. La forza di PetDicted è proprio questa: la possibilità di ricevere suggerimenti da parte di un professionista in modo completamente gratuito e in tempo reale. Si tratta di un sito e una coloratissima app dedicati ai possessori di cani e gatti, che consentono di ottenere informazioni e pratici consigli sulla salute del proprio amico a quattro zampe da parte del veterinario. L’accesso è estremamente semplice: è sufficiente infatti registrarsi e inserire i dati del proprio pet. L'app seleziona i contenuti più plausibili per il sintomo che viene descritto. Se poi dovesse trattarsi di un'urgenza, c’è la possibilità di essere chiamati a compiere delle azioni che PetDicted suggerirà attraverso la presentazione di alcuni brevi video illustrativi. È inoltre possibile consultare la sezione delle chirurgie per comprendere meglio un intervento che è stato suggerito, quali motivi possono spingere a farlo, quale è il momento migliore, quali risultati aspettarsi, le linee guida per la gestione postoperatoria e le possibili complicanze. Un’altra sezione, sotto il nome di "La salute per età", servirà invece per capire quali sono i passaggi medici consigliati per ogni pet in relazione ad ogni fascia d’età, a partire dal capitolo sulle vaccina-

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IL NUMERO DI PET IN ITALIA È IN COSTANTE E RAPIDA CRESCITA: PAOLO MORABITO HA SFRUTTATO QUESTA DOMANDA PER IDEARE UNA PIATTAFORMA INNOVATIVA CHE MIRA A MIGLIORARE LA SALUTE DEI NOSTRI QUATTROZAMPE zioni fino alle informazioni mediche, ortopediche e preventive specifiche in relazione all'età e alla specie di ognuno. A

questo si aggiungono degli editoriali, pubblicati periodicamente, che offrono contenuti in pillole, con dettagli che possono fare la differenza nelle urgenze. Ma che possono risultare utili anche nella gestione quotidiana: dal paragrafo dedicato alla dieta e alla nutrizione, fino al contenuto che indica il modo migliore per la somministrazione delle pillole in caso di terapia farmacologica, e ancora come evitare i colpi di calore, quali sintomi si manifestano e quali conseguenze possono avere sulla salute. Senza contare i problemi legati all’adozione degli animali e al loro inserimento in un contesto familiare. PetDicted è il risultato della trentennale esperienza nel settore del dottor Paolo Morabito, medico veterinario laureato all’Università degli studi di Milano e direttore sanitario del Centro veterinario Cto di Vigevano. La sua conoscenza e dedizione nel campo della medicina veterinaria,

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Startup PETDICTED • LOMBARDIA

Dal sintomo alla diagnosi, fino all’indicazione terapeutica: la piattaforma vuole semplificare la vita agli oltre 64 milioni di animali da compagnia che vivono in Italia

unita al desiderio di fornire un’informazione rapida ma professionale in modo diffuso, hanno reso possibile la creazione di questa piattaforma innovativa, che mira a migliorare la salute e la felicità degli animali domestici apportando delle prime risposte ai tanti quesiti che possono insorgere. Un’app che guarda a una platea di potenziali interessati assai vasta e in costante ampliamento, se si considera che secondo una stima di Euromonitor nelle case degli italiani sono presenti 64,95 milioni di animali da compagnia. Di questi quasi 19 milioni sono i cani e i gatti, con gli ultimi che hanno superato l’asticella dei 10 milioni. Per quanto concerne le strutture veterinarie private, nel nostro paese sono attivi 6.602 ambulatori, 1.062 dicembre 2023 | SmallGiants

cliniche, 858 studi e 74 ospedali specifici. Secondo l’indagine Animali in città condotta da Legambiente nel 2021, il 69,5% dei comuni dichiara peraltro di avere uno sportello (un ufficio o un servizio) dedicato specificamente ai diritti degli animali che vivono in ambiente urbano. La spesa per la gestione degli animali in città ammonta complessivamente a 228.682.640 euro, secondo una stima del 2019. I comuni dichiarano, infatti, di aver speso per questa voce 156.857.113 euro, a cui vanno sommati i 71.825.527 euro a carico delle aziende sanitarie locali. Da tenere in considerazione è poi il modo in cui gli italiani garantiscono l’assistenza ai loro amici a quattro zampe.

Nel 2017 secondo il Censis le famiglie hanno speso cinque miliardi di euro per la cura e il benessere degli animali domestici, con un incremento del 12,9% negli ultimi tre anni precedenti. Mediamente si tratta dunque di 371,4 euro all'anno per ogni famiglia con animali che vengono destinati complessivamente all’acquisto di cibo, collari, guinzagli, gabbie, lettiere, toletta, vaccinazioni e naturalmente cure veterinarie. Un rapporto con gli animali di affezione che però evidenzia anche qualche ombra. Secondo l’Ente nazionale protezione animali, nel nostro Paese nel corso dei primi sei mesi del 2023 ne sono stati abbandonati o ceduti 127 esemplari al giorno. www.petdicted.it

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Anni d’oro

SOPRAVVISSUTA ALL’ERA DELLA DIGITALIZZAZIONE

Compie 20 anni Sga la custode dei documenti Quest’anno Sga compie 20 anni. L’azienda di Lentate sul Seveso si occupa da sempre di archiviazione e gestione di documenti contabili e negli anni ha saputo adeguarsi alla progressiva digitalizzazione delle imprese. Ma come è possibile che una realtà che si occupa di archiviazione e gestione di documenti cartacei non abbia subito un tracollo con l’avvento del digitale? La risposta è che, quando nel 2003 Sergio Sioli e Gabriele Musso iniziarono questa impresa, si parlava già da tempo di archiviazione digitale, ma intuirono che l’era della carta non era ancora giunta al termine. Lo spazio per creare una realtà in grado di fornire servizi di archiviazione documenti c’era, a patto che si differenziasse dai servizi di deposito e stoccaggio. L’azienda, dunque, avrebbe dovuto offrire elevati standard di qualità e sistemi di sicurezza di eccellenza sotto tutti i profili, dall’antincendio alla cybersecurity. La zona ideale era quella a nord di Milano fino alla Brianza. Erano - e lo sono tuttora - aree ad alta densità produttiva dove si trovano anche molte società di servizi. Milano e la Lombardia sono stati, quindi, il primo bacino di sviluppo di Sga, che da subito si espanse raggiungendo tutto il Nord Italia. Oggi serve clienti che hanno basi in 18 regioni italiane. Sga è l’acronimo di Servizi gestione archivi. I clienti affidano i loro documenti a Sga (acronimo di ‘Sezione gestione archivi’) che li conserva in luoghi molto sicuri e, quando i clienti hanno necessità di consultarli, questi vengono estratti e resi disponibili in formato digitale in tempi brevissimi. In alternativa – se è richiesta la consultazione fisica – i documenti vengono spediti in originale, tramite corriere, ed il cliente li riceve entro il giorno successivo. Il servizio che viene così erogato è molto apprezzato soprattutto nelle aree urbane dove i costi di affitto degli uffici sono molto alti e molto spesso i clienti sono costretti a custodire i propri documenti in luoghi non idonei come cantine, box, soffitte o self storage.

Acronimo di ‘Sezione gestione archivi’, l’azienda di Lentate sul Seveso offre il servizio di custodia e di consultazione fisica: in questo caso i materiali vengono spediti tramite corriere e il cliente li riceve entro il giorno successivo

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Anni d’oro

15 ANNI DI ATTIVITÀ E UN COMPLEANNO ‘ELETTRIZZANTE’

Auguri Ingeteam, leader in fotovoltaico e colonnine

Ingeteam Italia, azienda di Castel Bolognese tra i maggiori player nel campo degli inverter fotovoltaici, dei sistemi di accumulo dell’energia e dei sistemi di ricarica per veicoli elettrici, compie 15 anni di attività. Per l’occasione ha organizzato per i suoi clienti e stakeholder un adrenalinico giro in pista al volante di una Bmw elettrica, una prova di guida sicura, un walking tour alla scoperta dei luoghi nevralgici dell’Autodromo di Imola e una visita al monumento di Ayrton Senna. L’evento si è svolto il 16 novembre all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola ed è stata anche l’occasione per fare il punto sulla transizione energetica del Paese, di cui Ingeteam Italia è uno dei principali attori, grazie a tecnologie d’avanguardia che mette al servizio dei suoi partner nel settore utility scale, C&I (commerciale e industriale) e residenziale. Le energie rinnovabili rappresentano la tecnologia di generazione più competitiva e sono le uniche che possono fornire l’autonomia energetica a questo Paese e aiutarci nel processo di decarbonizzazione”, dice Stefano Domenicali. “Noi siamo in prima linea per rendere possibile questo cambiamento. Oggi siamo un gruppo affiatato al traguardo dei nostri primi 15 anni e con grandi prospettive davanti a noi”. Ingeteam è un team di circa 5.000 persone, presente in 21 Paesi, con più di 80 anni di esperienza nel fornire soluzioni creative a problemi specifici per elettrificare la società in modo innovativo e sostenibile attraverso tecnologie all'avanguardia specializzate nella conversione dell'energia elettrica. È leader nella generazione rinnovabile (eolica, fotovoltaica e idroelettrica), nell'accumulo, nella rete di trasporto intelligente e nel consumo efficiente e pulito di energia elettrica attraverso i suoi caricatori per veicoli elettrici, i convertitori, i generatori e i motori per la trazione, il settore navale, la siderurgia, l'industria mineraria e per la produzione di idrogeno verde, i motori sommersi e le pompe.

Il gruppo pordenonese festeggia con un convegno

Noxorsokem, 40 anni di chimica nel rispetto di uomo e ambiente COMPIE 40 ANNI NOXORSOKEM, azienda leader nel settore nella ricerca e della chimica. Una storia iniziata nel 1983, quando la Noxor iniziò a formulare e produrre specialità chimiche per l’industria. Poi, nel 1994, nacque la Sokem con l’obiettivo di sviluppare adesivi e sigillanti innovativi. La fusione tra le due aziende è avvenuta nel 2006 e il nuovo gruppo, da quel giorno ad oggi, ha sempre puntato al continuo aggiornamento per creare formulazioni ecosostenibili e prodotti innovativi con soluzioni rispettose di uomo e ambiente. In occasione dei 40 anni, scienziati e ricercatori si sono confrontati sulle sfide del futuro con manager e imprenditori del Nordest. Dall’intelligenza artificiale ai materiali intelligenti, a San Quirino tre relatori hanno tratteggiato un futuro con al centro il capitale umano. Si tratta Silvia Marchesan, docente di chimica all’Università di Trieste; Michele Scian, manager a Maize H-Farm; e Franco Scolari, direttore generale del Polo Tecnologico di Pordenone. Un evento Forty for future per celebrare il quarantesimo dell’azienda di Zoppola. dicembre 2023 | SmallGiants

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Anni d’oro

Mezzo secolo di finestre, porte e cancelli La Bisacchi compie 50 anni di storia

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NASCE NEL 1973 COME AZIENDA DI LAVORAZIONE DEL FERRO, MA PRESTO DIVENTA UN PUNTO DI RIFERIMENTO NELLA PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA. NEGLI ANNI ‘90 SI CONSOLIDA CON LA SECONDA GENERAZIONE. OGGI, CONTANDO SU 25 PROFESSIONISTI SPECIALIZZATI, PUNTA A DIVENTARE UN PLAYER DI PRIMO PIANO NELL’INDUSTRIA 4.0, PUNTANDO SUL TECH E SULL’ARTIGIANALITÀ

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AZIENDA BISACCHI DI GAMBETTOLA, specializzata in finestre, porte e cancelli, raggiunge un grande traguardo: mezzo secolo di storia. Nata nel 1973 come piccola azienda di lavorazione del ferro e diventata presto un punto di riferimento nel territorio, negli anni ‘90 l’entrata in scena della seconda generazione è coincisa con una progressiva crescita a livello produttivo e di mercato che non si è mai fermata. Oggi l’azienda conta su 25 professionisti specializzati e si articola in tre divisioni: una per la lavorazione di ferro, ferro battuto a fuoco come una volta e acciaio inox, una per la lavorazione di alluminio e alluminio-legno e una dedicata a un ampio showroom appena rinnovato in cui è possibile entrare in contatto con una collezione di pezzi unici realizzati nel tempo. Marco Bisacchi è responsabile del settore carpenteria, il cugino William dirige quello degli infissi con una propensione alla comunicazione. Dimensione centrale per l’azienda e strumento determinante per curare le relazioni con i propri clienti: “Negli anni settanta”, racconta William Bisacchi, “c’era poca scelta nei materiali, nelle finiture e nell’offerta, oggi invece le possibilità sono infinite, e diventa quindi fondamentale comunicare con i potenziali clienti. Noi ci rivolgiamo esclusivamente all’edilizia residenziale e non abbiamo produzioni standard: tutto viene disegnato e progettato su misura con Autocad e poi realizzato. Un tempo si usava la carta, ora è tutto automatizzato, siamo entrati con convinzione nell’era dell’industria 4.0 investendo sulle tecnologie a sostegno dell’artigianalità che continua a contraddistinguerci”.

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Lo sapevi che

LA STORIA DI HARLAND SANDERS

Kentucky Fried Chicken Non è mai troppo tardi

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OME MOLTE ALTRE GRANDI STORIE di successo imprenditoriale, anche quella di Harland Sanders inizia da una situazione di povertà. Nato nel 1890 in un paesino dell’Indiana, negli Stati Uniti, all’età di sei anni rimane orfano e la famiglia si ritrova ad affrontare una grave crisi economica. Harland ha soltanto una via per riuscire a strappare i pasti sufficienti a sopravvivere: lavorare. A 10 anni diventa un bracciante agricolo. Dai 15 anni in avanti svolge una quantità infinita di lavori: vigile del fuoco, assicuratore, venditore di pneumatici, aiutante sui battelli a vapore, benzinaio. Tutto questo nel periodo degli anni ’20, tra l’altro, quando gli Stati Uniti si trovano ad affrontare il periodo noto come Grande Depressione. Dopo alcuni anni di lavoretti saltuari, gli viene un’idea: cucinare piatti veloci, come il pollo fritto, per i viaggiatori che si fermano nella sua stazione di rifornimento. Apre, così, un punto di ristoro presso la stazione di servizio: il Sanders Court Cafè. Qui inizia la sua carriera culinaria. L’idea si rivela vincente: i clienti aumentano sempre di più e la fama di Sanders diventa tale che nel 1935 il governatore Ruby Laffoon lo nomina Colonnello, in onore dell’impegno e della dedizione mostrati nella gestione del distributore e del ristorante. Poi, nel 1950, quando tutto sembra andare per il verso giusto, non molto lontano dalla stazione di servizio viene costruita un’autostrada che devia il traffico e allontana tutti i clienti dal ristorante. Da un giorno all’altro è costretto a chiudere. Dopo anni di incertezza e smarrimento ebbe un’idea: vendere la ricetta del suo pollo fritto tramite un modello di franchising. Ogni pezzo venduto nei ristoranti, Sanders avrebbe dovuto guadagnare due nichelini. Nasce quindi il Kentucky Fried Chicken. Alla fine degli anni ‘50 i locali a marchio KFC sono ben 200. Il colonnello muore nel 1980 all’età di 90 anni con la soddisfazione di aver portato il pollo fritto in cima al mondo. Alla sua morte, si potevano contare 6.000 punti vendita distribuiti in 48 paesi nel Mondo, raggiungendo un fatturato annuo di a 2 miliardi. L’azienda guidata dal “Colonnello” è stata, secondo il sito ufficiale di KFC, la prima società occidentale ad approdare in Cina nel 1987.

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IL KFC NASCE NEL 1950, QUANDO SANDERS È COSTRETTO A CHIUDERE IL SUO PUNTO DI RISTORO. L’IDEA ERA DI VENDERE LA SUA RICETTA DEL POLLO FRITTO TRAMITE MODELLO DI FRANCHISING, GUADAGNANDO DUE NICHELINI PER OGNI PEZZO. A FINE ANNI ‘50 I SUOI LOCALI SONO 200

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Lo sapevi che

L’IDEA DA UN MILIARDO DI FULVIO MONTIPÒ, CEO DI INTERPUMP GROUP

Il muratore mancato che ha costruito un gigante FULVIO MONTIPÒ NASCE A BAISO, sull’Appennino reggiano, nel 1944. Il padre, muratore, passava nove mesi l’anno in Svizzera. “Una vita lontano da noi dentro una baracca infame, con i sacchetti del cemento alle pareti per fermare gli spifferi”, ha ricordato Montipò a Repubblica. “Quando ci ripenso, mi dico che tutta la mia vita è una rivincita rispetto a quella baracca”. Fu un maestro elementare, convinto del suo potenziale, a permettergli di studiare. “Mio padre spiegava che non c’erano soldi, ma il maestro non mollava e un giorno mi presentò ai frati dei Servi di Maria per un colloquio. Il loro istituto ogni anno assicurava studi gratuiti a cinque ragazzi meritevoli. Quando venni ammesso, il maestro tornò trionfante da papà e disse che avrei potuto studiare senza spendere una lira. Lui aveva già pianificato che avrei fatto il muratore e io stesso non vedevo l’ora di aiutarlo. Alla fine, pur non felicissimo, cedette”. Nel 1972, Montipò si laureò in sociologia all’università di Trento. Già dal 1967 lavorava alla Bertolini, azienda reggiana di pompe idrauliche. Poi, nel 1977, a 33 anni Fulvio Montipò ebbe l’idea da un miliardo: sostituire i pistoni d’acciaio delle pompe con pistoni in ceramica, più affidabili, più resistenti e meno costosi. Nacque così Interpump, azienda con sede a Sant’Ilario d’Enza, in provincia di Reggio Emilia. Montipò investì l’equivalente di circa 1.250 euro di tasca propria e raccolse capitale da vari imprenditori locali, in cambio di un 40% della società. La crescita dell’azienda fu così rapida da permettergli di ricomprare la quota entro tre anni. Interpump Group è arrivata a fatturare 1,37 miliardi nel 2019. La società è presente in oltre 30 paesi di tutti i continenti con almeno un’azienda e realizza oltre l’80% dei ricavi sul mercato internazionale. Nell’anno della pandemia, le entrate hanno subito una flessione del 5%. Montipò, figlio della guerra, respinge però facili paragoni tra l’era Covid e quella bellica. Il giornalista Luciano Nigro ha definito Montipò “un raro esempio di padre prodigo”. Nel 1996, anno della quotazione in Borsa a Milano, vendette la sua quota in Interpump Group ai britannici di Bc Partners e si dedicò alla sua passione: i cavalli. Tra il 1996 e il 2015 gli esemplari usciti dalle sue scuderie, secondo i dati dell’Associazione nazionale del cavallo trottatore, ottennero premi per milioni di euro. Già sul finire degli anni ’90, però, Montipò si era pentito di avere lasciato la sua creatura. “Alla fine del 1999”, scrive Forbes.com, “aveva ricomprato il 2%” delle azioni per circa 7 milioni di dollari”. Quattro anni dopo aveva ricostruito tutta la sua quota.

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FONDA LA INALCA CON IL FRATELLO A INIZIO ANNI ‘60. DA QUEL GIORNO LA SUA ATTIVITÀ NON SMETTERÀ MAI DI CRESCERE, DIVERSIFICANDO NELLA DISTRIBUZIONE E POI NELLA RISTORAZIONE CON LA CATENA ROADHOUSE GRILL

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Lo sapevi che

IL POTERE DEL MARKETING

Babbo Natale, regalo di Coca-Cola

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ENZ’ALTRO IL PERIODO PIÙ FELICE DELL’ANNO, in realtà il Natale è un'accozzaglia di input che il marketing ci rifila ogni anno. La popolarità del Natale e la sua crescente commercializzazione sono andate di pari passo ed è stato proprio il marketing a stimolare entrambe queste tendenze. E tra i simboli più importanti c’è proprio lui, Babbo Natale. Cappello rosso con il pon pon bianco, così come la sua barba, l’anziano paffuto che porta i regali ai bambini nella notte di Natale ce lo ha regalato Coca-Cola. Fino alle prime immagini promozionali della famosa bibita, infatti, Babbo Natale era conosciuto nella tradizione dei paesi del nord Europa e per tutti era San Nicola. La sua figura iniziò a riscuotere un certo successo negli Stati Unit grazie al poema del 1822 A Visit from St. Nicholas (ora più popolarmente noto come The Night Before Christmas). La sua figura, però, non era ben nota all'opinione pubblica: così i grandi magazzini, con un piccolo aiuto delle riviste dell'epoca, aiutarono a rimediare. Nel 1841 spuntò un Babbo Natale a dimensione naturale in un negozio di Filadelfia: l'idea di marketing era quella di dare alle persone la possibilità di incontrare dal vivo Babbo Natale. Ma come si è arrivati al Babbo Natale che conosciamo oggi? Fu il disegnatore Fred Mizen a realizzare il personaggio che diventò protagonista delle campagne campagne di advertising Coca-Cola. Prima di allora, infatti, Santa Claus era raffigurato come un elfo, piccolo, magro e verde. Fu poi lo storytelling della magia della notte di Natale a permettere all’azienda di entrare di prepotenza nell'immaginario collettivo e modificando quella figura leggendaria grazie ai suoi manifesti pubblicitari.

Luigi Cremonini, il re della carne ad alta velocità A 19 anni Luigi Cremonini era un giovane figlio di agricoltori che gestiva una porcilaia a Savignano sul Panaro, in provincia di Modena. Intanto commerciava qualche animale, niente di più: “Mio padre aveva un piccolo podere, qualche volta comprava un bovino, poi lo rivendeva e comprava una scrofa” racconta. “Quando doveva acquistare crescevano le ansie in famiglia, perché si rischiavano le mille lire guadagnate con la precedente vendita”. Chissà se sarà stata proprio questa abitudine al rischio ad aver spinto Cremonini a mettersi in macchina e guidare in tutta Europa per conoscere i posti da cui provenivano le carni che giungevano in Italia, nel suo macello di Modena. Era il 1963 e l’Italia, da paese agricolo, stava avendo un grande sviluppo. “Andai in Olanda perché avevo avuto l’indirizzo di un tale che parlava italiano. Andavo in quel paese per acquistare carne visto che normalmente i paesi del Nord Europa la producevano e la vendevano ai paesi del Sud Europa”, continua Cremonini, che comincia ad espandere il business della sua Inalca, piccola attività di macellazione fondata a inizio anni 60 insieme al fratello. Da quel momento in poi, la sua attività si ingrandirà sempre di più: negli anni 80 inizia l’espansione nella ristorazione commerciale con l’acquisizione di Burghy e l’apertura dei primi bar e ristoranti nelle stazioni ferroviarie italiane. Da non dimenticare anche la diversificazione nel settore della distribuzione al food service con l’acquisizione della riminese Marr, oggi azienda leader assoluta in Italia. Nel 2001 fonda la catena di steakhouse Roadhouse Grill. Oggi il Gruppo è diventato anche uno dei principali operatori europei nella ristorazione ferroviaria, in particolare sulle linee ad Alta Velocità. Tramite la controllata Inalca, Cremonini ha esteso la propria attività in Russia e in Africa, dove ha attività stabili in Algeria, Angola, Congo, Repubblica democratica del Congo, Mozambico e Costa d’Avorio. Nel 1985 è stato nominato cavaliere del lavoro e nel 1994 dall’università di Bologna ha ottenuto la laurea honoris causa in Medicina veterinaria. Luigi Cremonini oggi si trova stabilmente tra i 68 miliardari italiani. dicembre 2023 | SmallGiants

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Professore

SINERGIA GENERAZIONALE Compiti definiti, responsabilità nei propri ambiti e confronto continuo: questa la ricetta vincente di Maria e Giacomino Anghileri, rispettivamente coo e ceo del gruppo Eusider

A cura di Luca Brambilla, direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica

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usider è un gruppo di aziende specializzato nelle prelavorazioni dell’acciaio, player di riferimento nel settore siderurgico. Il fatturato consolidato del 2022 è di 1.2 miliardi di euro, con 700 collaboratori, 35% di export e 18 sedi sparse in Italia. L’investimento più significativo degli ultimi anni è stato la realizzazione del polo industriale di 50.000 metri quadrati coperti ad Ostiglia (Mantova). Un polo logistico all’avanguardia e all’insegna della sostenibilità, che vuole puntare sul trasporto fluviale - sfruttando il Canal Bianco che collega la sede al Mar Adriatico - e su quello ferroviario, cercando di diminuire quello su gomma con conseguente diminuzione di co2. A parlare di Eusider sono Maria e Giacomino Anghileri, rispettivamente coo e ceo del gruppo. Chi sono le figure chiave dell’azienda e come è stato affrontato il passaggio generazionale? MA: L’azienda è stata fondata nel 1979 da nostro padre Eufrasio e nostro zio Antonio Anghileri. Io sono entrata in azienda nel 2016, mentre Giacomino nel 2009. Da quell’anno, le dimensioni della nostra impresa sono triplicate. GA: A me piace parlare di sinergia generazionale: i fondatori seguono la parte strategica, mentre noi siamo più operativi. La “ricetta vincente” è avere compiti ben definiti e responsabilità nei propri ambiti di competenza, anche se il confronto è sempre costante.

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Quali ostacoli avete dovuto superare nel vostro percorso di crescita? GA: Nostro padre ci ha sempre messo alla prova per capire se fossimo entrambi in grado di camminare con le nostre gambe. Poi, una volta verificato il nostro potenziale, ci ha sempre lasciato molto spazio d’azione. MA: Come ostacolo culturale, io rappresento la prima donna della famiglia a essere entrata in azienda e ad essere diventata una dirigente, in un settore che non è prettamente femminile. Siamo anche stati tra le prime aziende manifatturiere a ottenere la certificazione sulla parità di genere.

Luca Brambilla

Quali sono le best practices che state creando o avete creato? MA: Far sentire i collaboratori imprenditori. Ogni responsabile di prodotto ha ogni mese la possibilità di vedere un bilancio relativo alla propria divisione e in base ai risultati consegue un premio legato alla performance. Il capitale umano è la più grande risorsa. GA: Come iniziative di welfare, abbiamo istituito borse di studio rivolte a tutti i figli dei collaboratori del gruppo. L’anno scorso abbiamo distribuito 30 borse di studio e dato la possibilità di fare un colloquio con il nostro dipartimento hr per l’inserimento in azienda. Che suggerimenti dareste a chi sta affrontando questo percorso o chi desidera affrontarlo? GA: È un processo che deve vedere coinvolgimento e condivisione di valori con tutti i collaboratori. La governance deve essere strutturata con regole chiare e specifiche. MA: In qualità di vicepresidente dei Giovani Imprenditori Confindustria, con la Commissione Cultura di impresa e politiche industriali che presiedo e in collaborazione con la Luiss Business School stiamo realizzando il “Progetto generAZIONI - viaggio nel futuro di impresa”, incentrato sul tema del passaggio generazionale, un tema centrale considerate le sue ricadute sul sistema produttivo italiano. Attraverso incontri itineranti che continueremo anche nel 2024, abbiamo potuto ascoltare esempi virtuosi di passaggi di testimone in azienda. Un dato che è emerso è la necessità di considerare il passaggio generazionale come un processo, che deve essere studiato e analizzato per tempo, in modo da preparare al meglio la transizione. SmallGiants | diceembre 2023


22.02.24 Udine

14.03.24 Modena

11.04.24 Viareggio

16.05.24 Padova

21.06.24 Tropea

11.07.24 Caserta

12.09.24 Milano

17.10.24 Genova

07.11.24 Roma

12.12.24 Pescara

SCOPRI DI PIÙ

IL VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE ECCELLENZE ITALIANE Dopo il grande successo ottenuto nelle 10 tappe del 2023, continua anche nel 2024 il viaggio di Forbes dedicato alla scoperta delle PMI, spina dorsale dell’Italia che cresce. Un’occasione per confrontarsi su temi quali sostenibilità, innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, welfare, accesso al credito e per creare relazioni professionali. Il progetto è rivolto a imprenditori e manager che gestiscono PMI del territorio e alle grandi aziende che vogliono mettersi in contatto con loro. eventi.forbes.it/smallgiants/


Commercialista

IMMOBILIARE E TRUST: UN CONNUBIO PERFETTO Quali sono i vantaggi di questo strumento applicato al real estate? Quali le situazioni in cui è più opportuno utilizzarlo?

Risponde Alberto Righini, dottore commercialista in Verona e Milano ed amministratore di Trust lab srl

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on la recente revisione della disciplina fiscale del trust, questo strumento sta guadagnando nuovo slancio e attirando un interesse crescente non solo da parte degli esperti del settore ma, soprattutto, dall’ampia platea dei suoi possibili utilizzatori. Una circostanza, questa, in buona parte dovuta al fatto che adesso è stato chiaramente stabilito che la tassazione si applica solo all’atto della distribuzione dei beni conferiti al trust, quindi nel momento in cui vengono attribuiti ai beneficiari, rendendo così sostanzialmente neutrali le vicende di istituzione del medesimo, compreso il conferimento di beni immobili che sconta la sola tassazione fissa, a differenza di quanto accade, ad esempio, a seguito del conferimento in società. Con specifico riferimento alla gestione di immobili, il trust si presenta come strumento quanto mai appetibile e flessibile, in grado di rispondere alle più diverse esigenze dei singoli, delle famiglie, così come delle comunità e delle imprese. L’istituto, infatti e più di altri, risulta capace di modellarsi di fronte al fisiologico mutare delle diverse esigenze nel tempo, costituendo una valida tutela anche rispetto all’incertezza che può derivare dalle singole situazioni personali. In questo senso, il trust rappresenta altresì una valida soluzione nella gestione della “cosa comune” e quindi nella comproprietà di beni immobili ricevuti per esempio in sede successoria alla presenza di diversi eredi, ambito quanto mai foriero di problematiche, liti e contenziosi. Si pensi, infatti,

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a situazioni in cui una molteplicità di immobili posseduta da un singolo soggetto finisca in eredità a più soggetti, nessuno dei quali interessato alla relativa gestione e in presenza, come non di rado accade, di dissapori già esistenti all’interno della famiglia. Ove fosse previamente costituito un trust, tali immobili potrebbero essere molto più facilmente gestiti ed eventualmente venduti in tutto o in parte, nell’interesse comune di tutti gli eredi beneficiari e superando una situazione di inevitabile stallo. Sempre con riferimento al settore immobiliare, si pensi ancora alle proprietà delle aziende agricole e vinicole che dispongono di un patrimonio unico nel loro genere, non

Alberto Righini

solo in quanto nella maggior parte dei casi la tenuta agricola e la relativa azienda sono tramandate di generazione in generazione, ma anche perché trattasi di un patrimonio legato a tradizioni familiari consolidate e trasmesse attraverso gli anni. Anche in tale contesto, il trust può consentire la stabilità e lo sviluppo di tale inedito patrimonio, garantendone l’unitarietà e vincolando la gestione da parte degli eredi. Si pensi al famoso caso della famiglia vitivinicola Antinori che, arrivata alla 26esima generazione, ha provveduto negli scorsi anni ad una riorganizzazione del gruppo, sia per assicurarne la stabilità nella gestione e nel controllo, sia per garantirne la certezza nell’ambito successorio, creando un trust familiare, denominato “Trust Piero Antinori”, a cui è stata conferita l’intera proprietà della holding del gruppo, così assicurando unitarietà di gestione delle aziende agricole e dei relativi asset patrimoniali di cui il gruppo è proprietario. Allargando l’orizzonte e superando la singola vicenda familiare e patrimoniale, è evidente come l’utilizzo del trust in contesti così cruciali per la storia e per l’economia del nostro Paese, grazie alla sua intrinseca capacità di garantire stabilità e unità patrimoniale, oltre che continuità della gestione, non possa che favorire scelte di sostenibilità e di cura del patrimonio naturale. Una visione orientata al futuro, infatti, anche in termini di scelte imprenditoriali sostenibili ed innovative, non può esistere senza poter contare su una solidità patrimoniale alla base e su certezze per il futuro aziendale. In quest’ottica, lo strumento del trust si presta ad essere un tassello cruciale, in grado di combinare tradizione e sviluppo sostenibile. SmallGiants | dicembre 2023


Avvocato

CYBERSECURITY: RISCHI E OPPORTUNITÀ Qual è il livello di consapevolezza nelle piccole e medie imprese? In che modo si possono proteggere ed educare le aziende?

Risponde Chiara D’Antò, partner Studio Legale Cdfr

È

in atto una vera e propria rivoluzione digitale, che sta portando a cambiamenti significativi nel modo in cui le istituzioni, le organizzazioni e le industrie percepiscono e tentano di dare risposta ai sempre più crescenti rischi cyber. La sicurezza informatica, che ieri era considerata come un appesantimento o una maggiorazione di costi nei processi aziendali, è invece oggi riconosciuta come un requisito fondamentale per garantire il corretto funzionamento di tutte le attività imprenditoriali, nonché per il recepimento di investimenti societari. Questo nuovo paradigma implica che la sicurezza informatica coinvolga tutti i livelli di un’impresa: dalla definizione delle politiche da parte del management, l'implementazione da parte dei tecnici, la compliance legale e

Chiara D'Antò

Dicembre 2023 | SmallGiants

la formazione di chiunque entri in contatto con l'azienda. Dalla lettura dell'ultimo report Threatland, curato dal Security Operation Center e dal team di cyber threat intelligence di Swascan (azienda di cybersecurity del Polo Cyber del Gruppo Tinexta), in Italia, considerando solo il secondo trimestre 2023, il fenomeno del cyber attacco è cresciuto del 34,6 %. Ad oggi, l'80% delle vittime colpite dagli attacchi cyber sono le Pmi e il 91% sono aziende con fatturato inferiore ai 250 milioni di euro. Quando si parla di attacchi cyber, il focus è quasi sempre posto sui profili tecnici e informatici della gestione della sicurezza, mentre è ancora scarsa l’attenzione al profilo giuridico, che invece ha una rilevanza fondamentale per l’individuazione e per la corretta gestione dei rischi a cui l’impresa va incontro. Senza entrare nel dettaglio degli obblighi di un’impresa che subisce un cyber attacco (dalla notifica all’Autorità garante per la protezione dei dati personali fino all’informativa agli interessati – procedura a cui verrà dedicata una prossima rubrica ad hoc), è utile pensare di stimolare l’attenzione, anche imprenditoriale, sul tema della tutela ab origine e dell’adeguamento dei processi di sicurezza a standard europei e internazionali per consentire di ridurre i rischi di attacchi cyber e quindi assicurare il rischio, anche ricorrendo a polizze cyber. Altro tema connesso è quello della consapevolezza del rischio. Su questo, forte è l’interesse dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che, oltre a prevedere misure dedicate nella Strategia nazionale di cybersicurezza, ha lavorato, insieme a Confindustria e Generali, ad iniziative per promuovere una maggiore cognizione cyber da parte delle

aziende e delle Pmi, per metterle in condizione di saper gestire il rischio derivante dagli incidenti informatici. Lo scorso ottobre è stato presentato il Cyber index Pmi, una fotografia del rischio cyber delle imprese e, allo stesso tempo, uno strumento di autovalutazione per comprendere il grado di maturità e predisporre opportune misure tecnologiche e organizzative per alzare il livello di protezione e stimare il cosiddetto rischio residuo. Sul punto, una recente ricerca di MarketsandMarkets afferma che il mercato insurance per le polizze cyber è destinato a crescere da 14,4 miliardi di dollari nel 2023 a 33,4 miliardi di dollari entro il 2028. Proprio per questo è importante sviluppare progetti che diano risposte alla crescente richiesta di assicurare i rischi cyber e, parallelamente, tentare di superare le difficoltà che ad oggi insistono nel mercato assicurativo, principalmente individuabili in: valutazione del rischio e del danno, definizione delle limitazioni della copertura assicurativa, nonché adeguamento in termini di compliance internazionale alle normative e politiche cyber. In conclusione, il futuro del mercato si prospetta come un momento cruciale caratterizzato da una crescita esponenziale dei rischi e degli attacchi cyber. La costruzione di una cultura improntata alla sicurezza informatica, unitamente all'educazione e alla protezione delle aziende, emerge come un pilastro fondamentale. Favorire l'integrazione di competenze cyber, spaziando tra ambiti legali, assicurativi, tecnologici e manageriali, potrebbe essere la chiave per spingere le imprese all'adeguamento alle best practices richieste dalle compagnie assicurative e dalle autorità garanti.

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Ufficio

Sediamoci con intelligenza Estetica ma non solo: la poltrona da ufficio deve essere bella ma anche ergonomica e in grado di accogliere i meritati momenti di relax di Valentina Lonati

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el contesto dell’ibridazione degli spazi professionali e domestici, la sedia da ufficio è al centro di nuove trasformazioni. L’esigenza è che sia ergonomica, confortevole e accogliente, ma anche esteticamente piacevole, un arredo di design capace di raccontare la personalità di un ambiente. E se dunque in passato la funzionalità era assoluta protagonista, con sedute da ufficio pesanti e ingombranti, oggi si preferisce una sedia versatile e leggera,

adatta sia all’ufficio che all’home office. Una sedia confortevole da mostrare con orgoglio, dove trascorrere con piacere la giornata lavorativa, ma anche dove sedersi per un momento di relax. Frutto di tecnologie gentili, mirate a favorire il benessere del corpo, le nuove sedie da ufficio uniscono quindi il comfort a precisi ragionamenti sul design. Il risultato sono sedie, poltrone e poltroncine dalle linee sinuose o geometriche, essenziali eppure comode. Eccone una piccola selezione.

CASSINA - CAB OFFICE

La raffinatezza fatta poltrona Disegnata da Mario Bellini nel 1977, la celebre sedia Cab diventa oggi un’intera collezione di poltroncine girevoli, inclinabili e provviste di braccioli: Cab Office. Dal design slanciato e sottile, la nuova linea, proposta da Cassina, comprende una versione con lo schienale alto e il cuscinetto appoggiatesta, la Cab Office President, e due varianti con lo schienale basso, la Cab Office Conference e la Cab Office Conference Maxi, quest’ultima con una seduta più ampia. Raffinatissime.

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Ufficio

Le nuove tecnologie e gli studi sull’ergonomia danno luogo a elementi di design geometrici, sinuosi ma soprattutto comodi dicembre 2023 | SmallGiants

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Ufficio

BONALDO – OLOS OFFICE

Minimalismo nordico Con la sua base metallica a croce e la seduta girevole, la Olos Office di Bonaldo è una sedia rigorosa ed essenziale, adatta sia agli spazi dell’ufficio che allo smart working. Il design si ispira al minimalismo nordico, coniugando proporzioni equilibrate e confortevolezza. Tutto grazie alla scocca in legno lamellare curvato, dalla forma morbida, e la seduta ergonomica in poliuretano stampato. Una compagna di lavoro discreta ed elegante.

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Ufficio

MILANI – MICHAIR

Accompagnare le forme del corpo DISEGNATA DA GIOVANNI INGIGNOLI, la poltroncina MIChair di Milani è stata progettata per accompagnare le forme del corpo, con il profilo della scocca imbottita che si restringe al centro per accogliere al meglio la persona. Disponibile in dodici diverse configurazioni – con o senza braccioli e con cinque differenti tipologie di basi – si caratterizza per le curve morbide e i profili sottili. Una sedia passe-partout che risponde alla fluidità degli spazi contemporanei.

Curve morbide, linee essenziali e colori tenui per una compagna di lavoro discreta: i trend delle sedute da ufficio sono completamente diversi rispetto al passato

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Ufficio

PEDRALI – POLAR

Tecnologia a servizio del comfort UNA SEDUTA OPERATIVA Che può essere personalizzata in termini di ergonomia, grazie alla presenza di meccanismi integrati semplici e intuitivi: Polar di Pedrali, disegnata da Jorge Pensi Design Studio, è stata progettata con l’obiettivo di far stare bene la persona. Lo schienale si compone di una struttura in nylon alla quale viene fissata una rete in poliestere traspirante e flessibile, e un elemento in polipropilene è posto in prossimità della zona lombare. Tecnologia e design al servizio del comfort.

Tra stile moderno e classico, le migliori sedie rimangono quelle in grado di adattarsi alla fluidità degli spazi contemporanei

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Ufficio

VITRA – ACX

Sempre pronta all’uso

SVILUPPATA DA VITRA CON ANTONIO CITTERIO, Acx nasce per rispondere alle esigenze degli spazi di lavoro ibridi dove le sedute, utilizzate da più persone, devono essere sempre pronte per l’uso, in un’ottica “sit & work”. Il meccanismo di Acx è stato quindi pensato per adattarsi automaticamente a seconda del peso della persona, senza dover regolare nulla se non l’altezza di seduta. Dal design sobrio e minimale, Acx è composta da materiali 100% riciclabili ed è disponibile in tre versioni: Acx Light, Acx Mesh e Acx Soft.

Anche le sedie rispettano l’ambiente: essere composte da materiali riciclabili è un valore aggiunto

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Libri

L’impronta delle donne

E-SPANSIVA Raffaella Dallarda Pagine 352, € 45,00

Sette racconti: quando in azienda il contributo femminile diventa fondamentale Adriano Moraglio Pagine 146, € 14,00

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ette donne impegnate nelle rispettive aziende si raccontano in questo libro che vuole rendere omaggio all’apporto femminile nelle imprese del nostro Paese. Storie di persone che per convenzioni sociali o circostanze particolari non riescono inizialmente a dare corso ai propri sogni giovanili, ma che proprio per la loro speciale capacità di adattarsi alle situazioni imboccano strade impreviste verso la realizzazione nel mondo del lavoro. Sette donne che descrivono in altrettanti racconti autobiografici la loro vocazione alla maternità come un bene da preservare nella società e nelle imprese stesse. Sette storie di donne che emergono con la loro nettezza nel riconoscere i problemi e nel volerli risolvere. Un messaggio positivo, un caleidoscopio dell’universo femminile nel mondo dell’impresa.

L’arte dei prodotti eccellenti Riccardo Illy Pagine 272, € 19,00 In un’ottica contemporanea, in cui le aziende mirano al raggiungimento di obiettivi di guadagno in tempi rapidi e perdono di vista il senso della pazienza e della cura, i marchi italiani spiccano per la loro capacità di creare prodotti di qualità superiore, in grado di resistere sia alla concorrenza del mercato che all’usura del tempo. Perché? Lo spiega, in queste pagine, Riccardo Illy, presidente di Polo del Gusto. Attraverso il suo esempio emblematico, e raccogliendo le testimonianze dirette di altre aziende a conduzione, Riccardo Illy ci conduce all’interno della sua attività, mostrando al lettore le sue carte vincenti e descrivendo, con amore e passione, cosa significa fare impresa e farla bene secondo gli standard aziendali italiani che hanno portato il sogno di suo nonno a diventare una realtà apprezzata in tutto il mondo.

Capitali per crescere. La finanza complementare al servizio delle Pmi Mario Basilico Pagine: 192 € 24,90

Cloud marketing creators. L'evoluzione del marketing oltre le nuvole Simone Ranucci Brandimarte e Sergio Spaccavento Pagine: 208 € 20,00

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apire la Spa per vivere appieno l’esperienza del benessere: ecco la guida alle migliori 50 Spa d’Italia, edita da BFC Media e Robb Report. E-SPAnsiva racconta in modo unico e sincero l’Italia del benessere, con i suoi valori, le sue eccellenze, le unicità e le tendenze. Come orientarsi allora in questo ecosistema di wellness, tra comfort, rigenerazione e incontri informali “in accappatoio”, di gourmet e Spa lover devoti alla cultura del well-being? Lo spiega ESPAnsiva, il manuale che risolve il problema di orientarsi e capire le Spa, la prima guida di destinazioni di wellness, comunicativa e social, che coinvolge, stupisce e appassiona, espandendo informazioni, utilità, curiosità e trend sulle migliori SPA d’Italia. Anche in modalità digitale e interattiva, attraverso virtual tour, musiche e QRcode, per entrare nell’universo delle mete di benessere.

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SmallGiants | dicembre 2023


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N. 12. dicembre 2023

Supplemento al volume 74, dicembre 2023, di Forbes Italia. Registrazione presso il Tribunale di Milano al n. 260 del 7 settembre 2017. Copia non vendibile separatamente

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