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Al via Credem-Euromobiliare Private Banking con oltre 40 miliardi di asset Benetti (responsabile): “Un’unica regia per migliorare l’offerta alla clientela”
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DI STEFANO FOSSATI
Nel corso di una convention a fine maggio, che ha riunito più di 800 persone tra manager del gruppo, dipendenti, private banker e consulenti finanziari è stata annunciata la prossima nascita di Credem – Euromobiliare Private Banking, private bank che in pratica riunirà in un’unica società l’attuale “Polo del private banking” del Gruppo Credem. L’operazione, attualmente al vaglio delle autorità competenti, dovrebbe essere operativa già nel primo trimestre 2023. Una scelta strategica importante dalla quale nasce la quinta private bank italiana, che potrà contare su masse complessive (tra raccolta gestita, amministrata, diretta e impieghi) pari a 40,4 miliardi di euro, 690 tra consulenti finanziari e private banker e più di 300 dipendenti nelle strutture centrali. Ma che cosa cambierà, per clienti e banker, rispetto all’attuale polo? E come si inserisce questa decisione nei piani di crescita del gruppo emiliano? Ne abbiamo parlato con Matteo Benetti, direttore Generale di Banca Euromobiliare e responsabile di Credem Private Banking.
Avete deciso di accelerare l’integrazione societaria tra le vostre due strutture di private banking nel pieno di un semestre particolarmente difficile per l’economia mondiale e i mercati. Quali sono le ragioni di questa scelta?
Si tratta di un’iniziativa in continuità rispetto a quanto già fatto nel 2020, con la creazione di un’unica regia a livello di polo, e che segna un’ulteriore conferma del nostro credo: riteniamo che ci sia molto valore, attuale e potenziale, nel dotarsi di un’unica struttura specializzata che lavori in piena sinergia con il gruppo. Il che significa creare strutture di governance dedicate, rafforzare ulteriormente il livello di specializzazione e aumentare la nostra visibilità, con conseguente maggiore appeal anche in ottica di reclutamento. E lo facciamo puntando a un modello di specializzazione integrata che porti alla crescita di un business verticale in forte collaborazione e simbiosi con tutte le società del Gruppo. Il risultato è una grande banca specializzata, la quinta in Italia, parte del primo gruppo bancario privato italiano che è anche il più solido in Europa. Un bel biglietto da visita già in partenza.
Che cosa cambierà per i clienti attuali?
Naturalmente, come sempre in queste operazioni, ci saranno alcuni impatti operativi e obblighi informativi verso la clientela. Stiamo lavorando per agevolare il periodo di transizione e soprattutto per fare in modo che i nostri clienti vivano questo momento storico non tanto come un mero cambiamento societario ma come un’occasione di innalzamento del livello di servizio. I nostri private banker e consulenti finanziari saranno coinvolti già nelle prossime settimane in un percorso per coinvolgere la clientela in questo racconto. In concreto, più specializzazione significa strutture dedicate per seguire le esigenze delle reti e dei clienti, un modello di servizio che accelera verso una consulenza sempre più patrimoniale, processi e prodotti sempre più personalizzati sulle esigenze di questo segmento di clientela. Ma la forza del nostro gruppo risiede anche
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I cambiamenti in atto richiedono un’evoluzione del modello operativo, adeguando la struttura societaria a livello centrale
Matteo Benetti
nel fatto di avere “tutto in casa”: la banca commerciale, naturalmente, che continua a essere interlocutore privilegiato per l’accoglienza e la gestione delle esigenze a 360 gradi, le società di prodotto sia sul versante degli investimenti sia su quello degli impieghi, i colleghi dello small business e del corporate… Un vero ecosistema di proprietà in cui il cliente private troverà sempre la risposta più tempestiva e qualificata alle sue necessità.
E per i vostri banker e consulenti?
Per loro è un’occasione di ulteriore crescita professionale. Aumentare la qualità del servizio vuol dire alzare l’asticella del benchmark: non accontentarsi del “business as usual” ma fare un ulteriore passo per affrontare sfide sempre più complesse. Lo stiamo vivendo proprio in questi mesi: mercati difficili e selettivi, situazione incerta per l’economia e le imprese italiane, spinte sempre maggiori al cambio generazionale. Tanti fattori che richiedono un’evoluzione del modello operativo, adeguando la struttura societaria a livello centrale. Ma tutto ciò è vano se non accompagnato da una crescita culturale e da un impegno ancora maggiore per essere a fianco dei nostri clienti. Per questo, supporteremo banker e consulenti con interventi formativi ancora più personalizzati, sul fronte tecnico e relazionale, con piattaforme evolute per il monitoraggio e l’ottimizzazione dei portafogli e con importanti investimenti anche sulla visibilità del brand. Insomma, è una partita che si gioca insieme. E faremo di tutto per renderla bella e divertente da giocare.
Quali sono gli obiettivi associati alla nascita di Credem –
Euromobiliare Private Banking? I numeri saranno svelati una volta concluso l’iter autorizzativo, ma già oggi ce n’è uno che rappresenta le nostre ambizioni: mille. Mille sono le persone che lavoreranno inizialmente nella nuova legal entity, tra dipendenti, banker e consulenti. Fare crescere il loro orgoglio di appartenenza e l’entusiasmo di partecipare a un progetto così stimolante mi sembra il primo traguardo da raggiungere. Facendo di ciascuno di loro un brand ambassador di Credem – Euromobiliare Private Banking.