Private aprile 2023

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ARTURO NATTINO

Banca Finnat festeggia 125 anni e investe sulle competenze per soluzioni su misura

04 APRILE 2023

A are d’oro per la Svizzera. Le autorità elvetiche, infatti, hanno fatto prima comprare a prezzi di saldo il disastrato Credit Suisse, accato da anni di allegra gestione a Ralph Hamers, ceo di UBS, e poi hanno predisposto l’uscita del manager olandese a dando la gestione del nuovo gigante al ticinese Sergio Ermotti, il top manager “usato sicuro” che conosce bene UBS avendola riposizionata nel wealth management. Le autorità rossocrociate, d’intesa con Bce e Fed, hanno reagito rapidamente alla crisi che ha colpito l’istituto guidato da Ulrich Körner e hanno o ciato il matrimonio riparatore che consente a UBS di creare la quarta banca mondiale per asset (5 trilioni di dollari), la seconda private bank (con asset in gestione per 3,4 trilioni) e il terzo asset manager europeo per masse (1,5 trilioni). Da tempo si discuteva e si vociferava di una fusione tra le due maggiori banche di Zurigo. Tidjane iam, l’ex amministratore delegato del Credit Suisse, aveva ripetuto più volte ai colleghi quando era in carica tra il 2015 e il 2020 che si trattava “dell’unica fusione sensata nel settore bancario europeo”. Ma no a poche settimane fa, l’establishment svizzero si era sempre impegnato per un modello a due banche. Nel 2008, piuttosto che permetterne l’acquisizione il governo elvetico ha scelto di salvare UBS con il denaro del contribuente dopo che questa aveva subito perdite drammatiche durante la crisi nanziaria.

Le cose sono cambiate col matrimonio e come ha sottolineato la ministra delle nanze svizzera Karin Keller-Sutter “non si tratta di un salvataggio, ma di una soluzione commerciale”. Una soluzione, però, tutta svizzera. E questo spiega perché il governo di Berna ha fatto capire a Robert Kapito, braccio destro di Larry Fink, numero uno del gigante americano BlackRock, che le avances sul Credit Suisse degli “yankees”, per quanto grandi, non erano gradite. Del resto nessuno a Berna ha dimenticato che anni fa furono proprio le autorità Usa a colpire duramente UBS con una maximulta di 780 milioni di dollari (poi seguita da altre sanzioni) pena la revoca della licenza bancaria negli States. Dopo la crisi del 2008, la celerità di intervento dei regulators sembra notevolmente aumentata. Tutto il possibile viene fatto per evitare contagi. Buona cosa, ma qualche distorsione e qualche dubbio si creano comunque. Ad esempio: qual è il limite di garanzia dei depositi, se poi la banca centrale interviene e copre tutti? L’aumento dei tassi di interesse prima o poi si traduce in aumento del costo del denaro per le stesse banche. In particolare, dopo queste vicende, quanto sarà più costoso per le banche raccogliere capitale? In ne: “the winner takes it all”. Ovvero “bigger is bigger”. Dopo questa crisi ci troveremo con giganti bancari ancora più grandi. E se poi si dovrà salvarli chi interverrà?

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EDITORIAL ANDREA GIACOBINO
Il matrimonio è un a are

anno 9 - numero 04

mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015

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04 14 50 66 68 50 30 58

MARKETS OPINIONS

22 Occhio ai prezzi dell’energia

26 La soddisfazione della clientela

34 Trasferimenti agevolati

38A triumvirate of shocks

46Storia dell’Amaro Mentha 1911

48Informazioni privilegiate nel mirino

100 Vincere la paura

LIFESTYLE INVESTMENTS

65Toscano a quattro zampe

66Tra arte e design

08Banca Finnat e il valore della fiducia 14 Ubs: ritorno al futuro 16 Leadership cinese 18 Andreessen sotto la lente 24 Eltif in pillole 50Cambi di poltrone 52 Lunelli, imprenditori del Ferrari 82 Musei d’artista
Nuovo modello di servizio per Ispb
valore del microcredito
investe sul futuro
Il fintech e il nodo delle competenze
preziosi all’asta PRIVATE 5
20
30Il
58Liftt
62
86Oggetti
92 Optimism is returning
70 Dry gin artigianale 76 Cravatte genovesi
casa
90Più donne al timone 91 La Winfrey vende
95 Il ruolo dei mitocondri
97 La Puccini per Guerlain Italia
concentrati
101 Come restare
of banks
97 86 65 76
102 The future
CONTENTS

OPINIONISTS & CONTRIBUTORS

MARCELLO GUALTIERI

Socio fondatore e componente del consiglio direttivo dell’associazione Duchini-Studio del pensiero economico, è docente di Economia Politica all’Università di Torino.

pag. 22

SIMONA MAGGI

Direttore scienti co dell’Associazione Italiana Private Banking, realizza costantemente ricerche sull’evoluzione del mercato della gestione dei grandi patrimoni.

pag. 26

CARMELINA SESSA

Avvocato di Loconte & Partners - Studio Legale e Tributario, si occupa di family business law all’interno del team di global wealth management. Vanta un LL.M. alla University of Queensland, di cui è stata global leader scholar e ha conseguito il master Ipsoa in Giurista di impresa nell’era digitale. pag. 34

LUCA COSLOVICH

Barman di fama internazionale, lavora da sempre nel segmento del lusso. Ha curato l’apertura di locali in Italia e all’estero (tra cui Mosca e Praga). Attualmente opera al Casinò di Monte Carlo. pag. 46

PIETRO LORENZI

Partner dello Studio

Zitiello Associati, vanta una ultradecennale esperienza nell’ambito del diritto dei mercati nanziari, del diritto bancario e del diritto assicurativo prestando assistenza, sia in sede stragiudiziale che giudiziale, in favore di soggetti vigilati.

pag. 48

ANGELO DEIANA

Presidente di Confassociazioni e Anpib (Associazione Nazionale Private & Investment Bankers), è considerato uno dei maggiori esperti italiani di economia della conoscenza. pag. 62

ALESSIA ZORLONI

Direttore del Master in Art Market Management all’Università Iulm, ha fondato Art Wealth Advisory, specializzata nell’o erta di servizi di art advisory e nella formazione executive. pag. 82

MARIA GRAZIA RINALDI

Laureata in Psicologia del benessere e iscritta all’albo degli psicologi. Master in Pnl, ha frequentato corsi e seminari su comunicazione e cace, persuasione e public speaking. Da 10 anni si occupa di selezione dei consulenti nanziari e dei private banker. pag. 100

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INTERVIEW 8 PRIVATE

La chiave è nella fiducia

Il gruppo Banca Finnat punta su relazioni di lunga durata con la clientela Nattino (ad): “Investiamo sulle competenze per o rire soluzioni personalizzate”

“In molti casi ci troviamo ad assistere i nipoti dei clienti acquisiti da mio nonno. La delizzazione da una generazione all’altra conferma la bontà del nostro lavoro e ci spinge a fare sempre meglio, in modo da o rire soluzioni adeguate a ogni necessità”. Così Arturo Nattino, amministratore delegato del gruppo Banca Finnat, sintetizza l’attività della banca, che ha da poco lasciato Piazza A ari per intraprendere un nuovo step nel suo percorso di crescita.

Quali sono oggi le principali preoccupazioni/necessità della clientela private?

Alla luce delle esperienze che hanno contraddistinto gli ultimi anni, dalla pandemia, dai con itti bellici, da un’improvvisa crisi economica e sociale, i clienti hanno accentuato l’attenzione verso la gestione dei propri patrimoni e attribuiscono un particolare rilievo alla loro resilienza nanziaria, che diventando un elemento fondamentale nelle scelte. Di conseguenza è aumentata la consapevolezza di quanto sia importante a dare la gestione di temi patrimoniali complessi a gure professionali specializzate.

Sono cresciute le complessità e anche lo stock dei risparmi, come emerso dalle analisi relative a quanto accaduto dallo scoppio della pandemia in avanti. Il risparmio delle famiglie è cresciuto, anche se in modo disomogeneo. La struttura demogra ca della popolazione nel nostro paese è in costante invecchiamento e aumenta così il bisogno di soluzioni di previdenza integrativa. I patrimoni familiari sono particolarmente sbilanciati verso asset non nanziari come immobili e società. Ad esempio, un tema molto sentito dalla clientela del private banking riguarda il passaggio generazionale, con la de nizione di tutti gli aspetti che vengono coinvolti in questo processo. Dunque non si tratta più solo di fornire indicazioni per tutelare il patrimonio accumulato a fronte dell’in azione, e cercare di farlo crescere nel tempo, ma di a rontare esigenze anche di natura extra nanziaria che riguardano bisogni della famiglia e dell’impresa. Questo porta i risparmiatori a cercare professionisti non solo competenti, ma anche disponibili

I patrimoni familiari sono particolarmente sbilanciati verso asset non nanziari come immobili e società
Per questa ragione occorre una consulenza a tutto tondo
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DI LUIGI DELL’OLIO
INTERVIEW ARTURO NATTINO

a supportarli nelle decisioni in un mondo in continuo e veloce mutamento.

Detto dei bisogni della domanda, in cosa si caratterizza la vostra o erta anche rispetto ai concorrenti?

Finnat gode di una tradizione storica nella gestione dei patrimoni; quest’anno festeggiamo i 125 anni

dall’inizio della nostra attività. Le conoscenze e l’esperienza maturate nel tempo ci mettono nelle condizioni per o rire le risposte necessarie ai bisogni complessi della clientela. Puntiamo su soluzioni personalizzate in base alle esigenze di ciascun cliente, fornendo consulenza agli imprenditori nei momenti di maggiore rilevanza per le loro

aziende assistendoli sul lato del capitale e del debito.

In che modo i bisogni dell’impresa si intrecciano con quelli del patrimonio personale e familiare? Per citare un esempio, negli ultimi anni abbiamo investito in maniera importante sull’adeguamento dei sistemi informatici e sulla digitalizzazione dei servizi,

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Da sinistra: Alberto Alfiero vicedirettore generale, al centro Arturo Nattino amministratore delegato e direttore generale e a destra Giulio Bastia condirettore generale.

in modo da migliorare l’esperienza del cliente, senza che questo abbia comportato la rinuncia alla centralità del rapporto personale, fondamentale per costruire e poi consolidare la relazione di ducia. Non solo: continuiamo a investire sulle competenze dei nostri consulenti, in modo da fornire risposte adeguate in aree diversi cate e multidisciplinari.

Come interagiscono le varie controllate di Finnat?

Il nostro modello organizzativo prevede un’interazione quotidiana fra le competenze della banca, della duciaria, della consulenza alle imprese, delle società di gestione e del real estate, così che ogni esigenza possa trovare risposte adeguate. Siamo al anco di ciascun cliente con un contatto costante e personalizzato, in modo da garantire la gestione del patrimonio non solo del singolo, ma di più generazioni delle famiglie nostre clienti.

Quali sono i vostri numeri relativi alla gestione dei grandi patrimoni?

Il gruppo Banca Finnat ha chiuso il 2022 con circa 16,3 miliardi di euro di masse tra gestito e amministrato. In particolare, gli

asset under management a erenti al private banking sono pari a circa 6 miliardi di Euro. Nei vari team che compongono la rete lavorano complessivamente 50 colleghi tra dipendenti e agenti, in 6 liali: una a Milano, una a Novi Ligure e quattro a Roma, compresa la sede di Palazzo Altieri. Nel nostro piano industriale prevediamo di ampliare ulteriormente la base clienti grazie all’inserimento di nuovi consulenti principalmente di elevata seniority e di proseguire il ra orzamento dell’area Nord Italia, eventualmente anche attraverso l’apertura di nuove liali in altri centri considerati strategici.

Su quali leve puntate per crescere?

In primis la crescita delle masse gestite dai clienti attuali, facendo leva sulla nostra capacità di assisterli da vicino e sulla loro soddisfazione e dall’altro l’acquisizione di nuovi clienti. Intendiamo crescere nel segmento dei grandi patrimoni, basandoci sugli elementi distintivi della nostra o erta dove un fattore di successo è rappresentato dalla capacità di parlare con gli attuali clienti anche dei bisogni dei propri gli, delle proprie imprese e dei beni familiari.

Quanto al new business, invece?

Ci stiamo concentrando sui segmenti degli imprenditori e dei professionisti che li assistono. All’interno del gruppo contiamo su competenze che consentono di fornire soluzioni innovative ed e cienti nella gestione dei patrimoni così come nella consulenza per le operazioni di nanza straordinaria. Oltre che attraverso la crescita organica, intendiamo anche aumentare il numero dei consulenti attraverso l’assunzione di pro li esperti che trovano nel modello di Banca Finnat, un terreno fertile nel quale sviluppare in modo e ciente ed e cace la loro professionalità e il loro network lavorativo. In ne, guardando alla crescita oltre il medio periodo, per garantire il consolidamento e lo sviluppo della nostra banca, stiamo selezionando consulenti più giovani che, a ancandosi ai nostri consulenti più esperti, possano essere i riferimenti futuri delle famiglie dei nostri clienti.

Come si inquadra nel vostro percorso di crescita la scelta di delistare la società da Piazza A ari? La quotazione in borsa risaliva al 1939, eravamo una delle società italiane quotate da più tempo. Per questa ragione la decisione non è stata semplice. Il motivo principale del delisting è stato la volontà di assicurare alla nostra famiglia una governance stabile e di lungo termine sulla nostra azienda.

PRIVATE 11 INTERVIEW ARTURO NATTINO
Puntiamo in primis ad accrescere le masse che ci vengono a date dai clienti attuali e in secondo luogo sull’acquisizione di nuovi clienti nella fascia alta del patrimonio

La holding creata, che oggi controlla il nostro gruppo, ha delle regole statutarie che garantiscono questo obiettivo ed allo stesso tempo tutelano tutti gli azionisti. Oltretutto il ottante della società quotata era storicamente basso e sul titolo di conseguenza gli scambi erano pochi.

Cosa succede ora?

Dopo il delisting la nostra attenzione sarà tutta rivolta alla crescita tracciata dal piano industriale. Sarà prioritario aumentare le masse gestite nel private banking attraverso un ra orzamento della nostra presenza anche al nord Italia.

Un ulteriore focus riguarda l’attività della controllata Investire Sgr, che è uno dei primi operatori in Italia nella gestione e valorizzazione di portafogli immobiliari, con un patrimonio gestito di oltre 7 miliardi di euro.

Focalizzandoci sugli investimenti nanziari, lo scenario appare tutt’altro che di facile lettura.

Dopo un 2022 molto negativo per le principali asset class, il 2023 è iniziato con un forte rimbalzo, mentre a livello macro restano intatti i fattori di turbolenza e i rischi sistemici. Come riequilibrare i portafogli?

Come già detto, non esistono soluzioni che vanno bene in generale, ma occorre partire dai bisogni del cliente, dalle sue caratteristiche e dagli obiettivi di vita per de nire la migliore soluzione. Il nostro modello prevede due forme

16,3 Le masse tra gestito e amministrato in miliardi di euro

50

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Le filiali, presenti nelle principali città italiane 125 Gli anni di attività della banca

essenziali di servizio, la gestione in delega e la consulenza. Entrambe le forme basano la selezione degli strumenti su cui investire su un’analisi attenta al rischio e alla diversi cazione del portafoglio utilizzando tutte le asset class disponibili.

Dunque anche il non quotate?

Nell’identi cazione delle componenti più confacenti, da un lato ai bisogni del cliente e dall’altro al contingente momento di mercato, a anchiamo alle asset class tradizionali anche asset class alternative che per loro natura, a fronte di un certo livello di illiquidità, o rono rendimenti nel medio lungo periodo e sono sostenibili per l’intero ciclo economico. Riteniamo che queste tipologie di strumenti, nel contesto attuale di mercato, possono o rire

Investire Sgr

Il numero complessivo dei lavoratori tra dipendenti e agenti

evidenti vantaggi in termini di diversi cazione per quei clienti che ne evidenziano competenza e interesse.

Si spiega così la partnership siglata con Hedge Invest?

Questo accordo ci permette di ampliare la competenza nella selezione di alcune asset class alternative, in ottica di piattaforma aperta. Si a ancano al lavoro che facciamo nel real estate in sinergia con la nostra Investire Sgr.

Chiudiamo con qualche nota su di lei. Esponente di punta della quarta generazione della famiglia che ha creato e fatto crescere Finnat, come vive il ruolo e qual è il suo modello di leadership?

Nel lavoro quotidiano sono molto attento alla gestione dei rischi: cerco di trasmettere a tutti i nostri

INTERVIEW 12 PRIVATE
Attraverso l’accordo con Hedge Invest ampliamo le competenze nella selezione di alcune asset class alternative Questo si a anca al lavoro che facciamo sul real estate con la nostra controllata

manager la necessità di indenti carli, valutarli e mitigarli in relazione a quella che è la nostra attività. Ritengo fondamentale condividere, non solo con i private banker, ma con tutta l’azienda, una forte attenzione verso i clienti. Alcuni dei nostri attuali clienti sono nipoti dei clienti di mio nonno. Credo che la delizzazione sia merito del nostro modo di fare banca con una forte personalizzazione del rapporto e una focalizzazione sulle esigenze del cliente.

Anche l’attenzione alle regole ed alle normative è una priorità che trasmetto ai colleghi ogni giorno. La conformità è un grande impegno, molto oneroso, ma essenziale nella gestione di un istituto bancario.

Ha degli hobby? Se sì, come incidono sul lavoro quotidiano? Non è stato facile trovare spazio per attività diverse da quelle lavorative. Sono però un appassionato runner e ho avuto la fortuna di poter

correre molte maratone, tra cui quella di New York per ben 5 volte. La sveglia alle 5 di mattina mi ha accompagnato per molti anni; non l’ho mai considerata un sacri cio ma uno stimolo. Oggi, con il passare degli anni, ho abbassato i ritmi e lasciato le gare, ma continuo a correre con gli amici con grande entusiasmo.

Tutto questo è stato un importante completamento della mia vita familiare e lavorativa.

Palazzo Altieri sede di Banca Finnat, Roma.
INTERVIEW ARTURO NATTINO PRIVATE 13

Ritorno al futuro

L’integrazione tra Ubs e Credit Suisse presenta rischi non inferiori alle opportunità A guidare la nuova realtà è stata chiamata una vecchia conoscenza come Ermotti

I rischi sono almeno pari alle opportunità, a giudicare dalla prima reazione dei mercati. È per questa ragione che Ubs ha deciso di a darsi all’usato sicuro, convincendo Sergio Ermotti a riprende in mano il timone per gestire l’integrazione con Credit Suisse.

I numeri dell’aggregazione Oltre 3.400 miliardi di dollari. È il valore delle masse in gestione nel wealth management che si ottiene sommando i numeri dei due gruppi elvetici. Un esercizio matematico, dato che non sempre le aggregazioni producono un risultato che è la somma delle parti, anzi in casi come questo c’è il rischio che i vecchi clienti dei due gruppi scelgano di dirottare parte del patrimonio altrove in ottica di diversi cazione del rischio. Ma, anche se dovesse esserci qualche fuoriuscita, saremo presto di fronte al secondo gestore patrimoniale al mondo dietro Morgan Stanley (a 4.100). Anche in Italia prenderà corpo un big di mercato; alla ne del 2022 le masse gestite dalla divisione asset management di Credit Suisse ammontavano a 11,5 miliardi di euro, mentre quelle di Ubs a 17,1 miliardi

(dati Assogestioni), per un totale di 28,6 miliardi.

Quale forma assumerà il nuovo wealth management combinato? Per avere risposta a questo quesito occorrerà attendere del tempo, visto che è appena iniziato l’esame dei conti. Guardando ai numeri attuali c’è da attendersi un focus sulle economie di scala in Europa e un’accelerazione della crescita in Asia, con il Credit Suisse che porta in dote un forte radicamento soprattutto nel Sud-est asiatico e in Medio oriente. Anche in America Latina ci saranno opportunità di espansione, mentre negli Stati Uniti Credit Suisse era ormai uscita da tempo.

Le incognite

Ubs ha speso solo 3 miliardi di franchi (circa 3,2 miliardi di euro), ma verosimilmente dovrà farsi carico di costi importanti per guidare l’integrazione e superare le sovrapposizioni. Tra le incognite evidenziate dagli analisti, ci sono le possibili di coltà legate all’integrazione di due culture e stili di gestione diversi.

C’è anche un altro aspetto da monitorare con attenzione.

Molte grandi imprese internazionali sono state n qui clienti di entrambe le banche. Il timore è che, per diversi care il rischio di credito, il nuovo gruppo decida una revisione selettiva del portafoglio in senso non favorevole alle aziende, come accaduto in alcune aggregazioni passate. “Dopo un’aggregazione tra banche che, prima del deal, nanziavano la stessa azienda, si registra una riduzione degli a damenti da parte della nuovo istituto nell’arco di tre anni”, segnala uno studio della Banca d’Italia.

Il timoniere

Di fronte all’enorme posta in gioco, Ubs ha scelto di puntare nuovamente su Ermotti, che torna al ruolo di group chief executive già assunto dal 2011 al 2020 (nessuno in passato aveva ricoperto l’incarico per un periodo così lungo), al posto del dimissionario Ralph Hamers, il quale sarebbe apparso piuttosto freddo verso l’integrazione. Hamers rimane comunque nel gruppo come consulente durante la fase di transizione per garantire una chiusura positiva della transazione e un passaggio di consegne agevole.

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“Non dobbiamo a rettarci a prendere decisioni di cui potremmo pentirci. Dateci un paio di mesi”, sono state le prime parole pronunciate da Ermotti in risposta alle sollecitazioni sul nuovo piano industriale.

Il banker ha sottolineato che la priorità sarà ricostruire la ducia, in riferimento sia al mercato nanziario, che agli stakeholder di Credit Suisse. Quanto ai tagli, verosimilmente si partirà da parti dell’investment banking della realtà acquisita, che ha evidenziato diverse criticità.

Ermotti ha la fama di grande ristrutturatore, con uno spirito decisionista. Quando ha preso in mano Ubs all’inizio della scorsa

decade, tra le prime mosse c’è stata la pulizia nella divisione tradingfalcidiata dagli scandali -, seguita da rigorose politiche aziendali secondo gli standard comunitari.

Nato nel 1960 a Lugano, a 15 anni Ermotti ha lasciato la scuola per inseguire il sogno del calcio, ma tre anni dopo è diventato apprendista presso Cornèr Banca per poter essere indipendente. Da qui ha iniziato una scalata che nel 1985 lo ha portato a occuparsi di obbligazioni strutturate presso Citigroup, per poi passare due anni dopo a Merrill Lynch & Co., prima come gestore delle attività commerciali in franchi svizzeri sul mercato interno, quindi a Londra in qualità di responsabile del dipartimento europeo di derivati.

I NUMERI

3.400 MILIARDI

GLI ASSET IN GESTIONE A LIVELLO GLOBALE

11,5 MILIARDI

GLI AUM DELL’ASSET MANAGEMENT DI CREDIT SUISSE IN ITALIA

17,1 MILIARDI

GLI AUM DELL’ASSET MANAGEMENT DI UBS IN ITALIA

Nel 1994 è diventato responsabile per i prodotti equity linked di Merrill Lynch e dal 1999 ha guidato il dipartimento mercati azionari per l’Emea. Quindi all’inizio del nuovo secolo è stato nominato direttore esecutivo dei mercati azionari globali ed è entrato a far parte dell’executive management committee, prima di passare nel 2005 a UniCredit come dirigente dei mercati azionari e degli investimenti. Al 2008 risale la nomina a vice amministratore delegato del gruppo, responsabile della strategia di business aziendale e delle aree di investimenti aziendali e privati, ruolo ricoperto no al passaggio nel 2011 a Ubs. Dove oggi è ritornato per guidare un’altra stagione delicata.

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Non dobbiamo a rettarci a prendere decisioni di cui potremmo pentirci Dateci un paio di mesi
Sergio Ermotti

LEADERSHIP CINESE

MARKETS 16 PRIVATE LE BANCHE DI PECHINO DOMINANO LA CLASSIFICA DI BRAND FINANCE PER VALORE DEI MARCHI ICBC SI PIAZZA AL PRIMO POSTO, QUINTA BANK OF AMERICA CHE È IN VETTA TRA LE STATUNITENSI 69,5 MLD DI DOLLARI 1 62,7 MLD DI DOLLARI 2 57,7 MLD DI DOLLARI 3 47,3 MLD DI DOLLARI 4 38,6 MLD DI DOLLARI 5 I BRAND CHE VALGONO DI PIÙ:
RANKING MAP PRIVATE 17 FONTE:
33,O MLD DI DOLLARI 6 31,8 MLD DI DOLLARI 7 31,3 MLD DI DOLLARI 8 30,6 MLD DI DOLLARI 9 24,5 MLD DI DOLLARI 10
VISUALCAPITALIST.COM

INFORMATICO, IMPRENDITORE E INVESTITORE. IN POCO PIÙ DI MEZZO SECOLO DI VITA ANDREESSEN HA GIÀ SVOLTO TANTI RUOLI DI PRESTIGIO.

DIVENUTO FAMOSO COME COAUTORE DI MOSAIC, IL PRIMO WEB BROWSER A ESSERE UTILIZZATO SU VASTA SCALA, È STATO TRA I FONDATORI DI NETSCAPE.

Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto al venture capital, investendo su aziende It dall’elevato potenziale. Attraverso la sua società Andreessen Horowitz ha da poco investito oltre 200 milioni di dollari per rilevare circa il 20% di Character.ai, azienda di chatbot basata sull’intelligenza arti ciale generativa.

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DI LUIGI DELL’OLIO LEGEND

Le origini

Nato a Ceder Falls (Iowa) nel luglio del 1971, Andreessen già negli anni di liceo ha mostrato grandi doti di programmazione, scrivendo da solo i codici per creare videogiochi.

Gli esordi

Si è laureato in Computer Science all’Università dell’Illinois e subito dopo è entrato da stagista in Ibm, dove da subito è stato inserito tra le leve più promettenti di Big Blue.

Il Web

Nel 1993 si è trasferito in California e per un lustro è stato tra i grandi protagonisti dell’Internet economy, lavorando soprattutto sul fronte dei web browser.

L’intuito

È stato tra i primi investitori a puntare su Airbnb, su Twitter, sull’app di condivisione dei viaggi Lyft e sulla società di pagamenti Stripe. Quattro scommesse vinte, che hanno contribuito alla sua fama.

Filantropia

Sposato con Laura Arrillaga, una delle maggiori esperte di filantropia al mondo, ha dato vita alla Arrillaga-Andreesen Foundation che offre programmi di formazione online sui temi dell’innovazione a persone in situazioni di disagio economico.

Il socio

L’altro name partner della società d’investimento è Ben Horowitz, già fondatore di Opsware, venduta a Hewlett-Packard per 1,6 miliardi di dollari nel 2007. Tra le altre cose, è a capo del Cultural Leadership Fund che finanzia la formazione in campo informatico degli afroamericani.

Amico di Zuckerberg

Legato da una lunga amicizia con Mark Zuckerberg, Andreeessen è nel cda di Meta, oltre che nei board di aziende innovative come Applied Intuition, Carta, Coinbase, Dialpad, Flow, Golden, Honor, OpenGov e Samsara.

Il valore

La Andreessen Horowitz conta asset in gestione nei suoi fondi per circa 35 miliardi di dollari, una somma ridimensionata negli ultimi due anni a causa dell’andamento negativo di alcune criptovalute sulle quali ha investito.

LEGEND MARC ANDREESSEN PRIVATE 19

Paperoni nel mirino

Intesa Sanpaolo Private Banking ha creato a Milano un centro per i clienti Uhnwi

La fascia più alta della clientela viene seguita da un team di professionisti

L’obiettivo è ra orzare la leadership nella consulenza ai detentori di grandi patrimoni, che hanno esigenze non limitate solo agli investimenti nanziari, ma esprimono anche una domanda di a ancamento sugli altri aspetti del patrimonio personale e familiare.

Doppia novità

Intesa Sanpaolo Private Banking ha ra orzato la struttura di servizio rivolta alla clientela Ultra High Net Worth Individual (clienti con un patrimonio in gestione presso la banca superiore ai 50 milioni di euro) lanciando un nuovo modello di servizio e dando vita a un centro dedicato.

Accanto alla tradizionale consulenza nanziaria e patrimoniale, fortemente personalizzata, viene introdotto il lavoro in team da parte dei private Banker, per o rire uno sviluppo strategico delle relazioni e competenze sempre più speci che e dettagliate. Da gennaio è operativo a Milano – in via Montebello, 18 – il primo centro a disposizione della clientela Uhnwi composto da due team, coordinati dall’executive manager, Gabriele Garofalo.

Ciascun gruppo è composto da un global wealth manager, responsabile della consulenza strategica, e da due private banker executive e un associate private banker, focalizzati sullo sviluppo del portafoglio esistente e sulla sua gestione.

I numeri

Intesa Sanpaolo Private Banking, con i suoi 1.047 private banker, gestisce il patrimonio di oltre 46.000 gruppi familiari per un totale delle masse amministrate che, a ne 2022, superavano i 141 miliardi di euro. La clientela di più alto pro lo rappresenta oltre il 49% degli asset under management e il 14% dei clienti.

“Siamo la prima banca in Italia nel private banking e nel wealth management, in termini di risorse, presenza sul territorio e masse gestite, con una specializzazione distintiva sulla clientela Uhnwi acquisita nel corso degli anni, che ci rende unici sul mercato”, rivendica il direttore generale Andrea Ghidoni. “Ora proponiamo un nuovo modello di servizio innovativo per tutto il settore e capace di rispondere, ancor più e cacemente, alle speci che necessità

di questo particolare segmento di clientela, che spesso si relaziona con propri family o ce ed ha esigenze uniche, paragonabili a quelle di un investitore istituzionale”.

L.D.O. NEWS 20 PRIVATE
DI Andrea Ghidoni

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Occhio all’energia

Il calo recente dei prezzi non deve far dimenticare i problemi di fondo La s da si gioca sulla programmazione, evitando l’improvvisazione

I prezzi spesso arrivano prima delle notizie. E così, siamo arrivati all’inizio della primavera senza che nessuna delle previsioni più fosche sull’economia del Paese si siano avverate. In particolare, è stato scongiurato il pericolo più grande che aveva a ossato le aspettative di famiglie, imprese e risparmiatori: un inverno con i cittadini europei al freddo, razionamenti di gas e prezzi dell’energia fuori controllo.

Nuove condizioni

Il prezzo del gas è oggi sensibilmente più basso di un anno fa: al momento di licenziare questo pezzo per la pubblicazione è intorno a 50 euro al megawattora, prima della guerra era oltre 88, ad agosto 2022 era circa 350 euro. Gli stoccaggi europei (in pratica, le riserve accumulate),

sono al massimo storico: quasi 80 Gmc, a fronte di una media di 62 nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020.

Fin qui, sotto questo pro lo, abbastanza bene. Ma come fare per evitare di ripiombare nel prossimo shock energetico? Oggi abbiamo sostituito il gas russo con quello proveniente dall’Algeria, Stato notoriamente legato militarmente alla Russia e non esattamente un campione di democrazia e di rispetto dei diritti umani. Ma, come si dice in questi casi, business is business e per il momento va bene così, anzi mille volte grazie alla tempestiva intuizione dell’allora governo Draghi, che si è mosso per diversi care le fonti di approvvigionamento. Ma non esiste alternativa a una transizione energetica ed ecologica

- intelligente e non solamente ideologica - che liberi l’Italia dalla dipendenza dagli acquisti esteri. Difatti, benché si abbia ormai piena consapevolezza della fragilità energetica del Paese sin dagli shock petroliferi dell’inizio degli anni 70, non si è mai fatto nulla.

Soluzioni pragmatiche

Ciò che manca nel Pnrr è un progetto per ridurre questa dipendenza. Non bisogna dimenticare che, nonostante il calo recente, il prezzo del gas è il 280% più alto rispetto al pre-pandemia. Un nuovo shock esogeno provocherebbe una ulteriore ammata in azionistica, proprio nei mesi del prossimo inverno, quando invece potrebbe iniziare a spegnersi l’attuale fase di rialzo di in azione e tassi.

OPINION 22 PRIVATE

ELTIF

GLI OBIETTIVI

Puntano a incentivare l’investimento a lungo termine in progetti infrastrutturali e in Pmi non quotate che hanno bisogno di stabili fondi di nanziamento.

COSA SONO

GLI EUROPEAN LONGTERM INVESTMENT FUNDS SONO VEICOLI D’INVESTIMENTO CHIUSI, INTRODOTTI A LIVELLO COMUNITARIO NEL 2020, CHE PREVEDONO IL RIMBORSO DEL CAPITALE A SCADENZA.

REGOLAMENTO

Almeno il 70% del patrimonio del fondo deve essere investito in strumenti a lungo termine emessi da società quotate o private con una capitalizzazione inferiore a 500 milioni di euro.

LIMITI

Il fatto di essere fondi chiusi ne limita la sensibilità e la liquidabilità, possibile solo a scadenze prede nite, oltre che alla ne del periodo d’investimento.

ALTERNATIVI

Rientrano nella categoria degli investimenti alternativi, che possono arricchire la diversi cazione di portafoglio, puntando a rendimenti tendenzialmente più stabili delle asset class tradizionali.

INCENTIVI FISCALI

Gli Eltif Pir compliant possono bene ciare della detassazione sui guadagni, a patto di restare investiti per almeno cinque anni. Il massimale per accedere al bene cio è di 150mila euro all’anno.

DI LUIGI DELL’OLIO WORD 24 PRIVATE

BOND PLUS

Flessibilità, elevata diversificazione del portafoglio e una lunga storia di successo sono i punti di forza di KIS BOND PLUS, la soluzione di Kairos che evolve i tradizionali canoni dell’investimento obbligazionario e sfida il contesto di mercato contemporaneo.

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Le informazioni complete sui rischi sono disponibili sul Prospetto e sul KID.

Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.

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Questione di soddisfazione

Aipb ha analizzato i criteri di valutazione delle famiglie private italiane

Il dibattito sul divieto di retrocessioni trascura l’interesse reale dei clienti

È in atto un’evoluzione normativa che potrebbe portare grandi cambiamenti nei servizi d’investimento. Dal cappello della “Retail Investment Strategy” della Commissione Europea che, salvo ritardi, verrà pubblicata il 3 maggio, potrebbe emergere uno nuovo scenario che valorizza proprio i tratti caratteristici del private banking italiano.

I tratti distintivi

Ma quali sono questi elementi distintivi? Un processo strutturato e articolato che coinvolge diverse gure professionali per selezionare le case prodotto; un orientamento all’aggiornamento costante della gamma di o erta sviluppato lungo direttrici di qualità e innovazione;

la personalizzazione del consiglio d’investimento basata sull’intero portafoglio del cliente; l’a dabilità di un sistema di monitoraggio continuo basato su un sistema di alert automatici; la presenza e la proattività di un private banker dedicato ad un numero ristretto di clienti con cui intreccia una collaborazione di lungo periodo; un ricco contenuto informativo della documentazione per il cliente. Si tratta di elementi caratteristici su cui il Private Banking italiano ha investito molto a partire dal 2007, quando entrò in vigore la direttiva Mi d. Una scelta impegnativa dal punto di vista tecnologico, a tratti anche so erta dall’Industria Private perché indotta da una evoluzione regolamentare, ma

estremamente positiva negli esiti di medio lungo periodo dal momento che ha contribuito a raggiungere due obiettivi molto importanti: l’apprezzamento della clientela e la crescita della quota di mercato.

Il sentiment del mercato

La soddisfazione delle famiglie, rilevata da Doxa per Aipb e spacchettata in otto indicatori che ripercorrono tutte le componenti di valore su cui ha investito il settore, restituisce soddisfazione e rilevanza per tutti i clienti. In successione, anche in un anno estremamente complicato come il 2022, i clienti hanno segnalato alti livelli di soddisfazione per il contenuto informativo della reportistica (78%), l’articolazione

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della gamma di o erta generata dalla selezione dei produttori e degli strumenti d’investimento (82%) e la generazione del consiglio d’investimento (78%), il monitoraggio del portafoglio (78%). Un secondo set di indicatori sembra avere molto peso sulla crescita della soddisfazione: la capacità del private banker di generare proposte in linea con le sue esigenze (77%), l’adeguatezza del value for money del servizio (60%); la professionalità del personale/banker (87%); la chiarezza e completezza delle informazioni sullo scenario e sul contesto macroeconomico e nanziario (78%).

L’intervento comunitario Ottimi risultati, quindi, visti dall’Italia. Ma la Commissione Europea ha rilevato grandi di erenze tra i Paesi europei nella di usione e nella declinazione pratica dei servizi di investimento e ha deciso di intervenire sulla regolamentazione per “rendere gli investimenti più facili, comprensibili e attrattivi per tutte le famiglie”. Sta quindi valutando diversi ambiti di evoluzione normativa, che potranno essere declinati e combinati in un modo ancora di cile da prevedere da parte del mercato. In relazione agli inducement, le proposte della Commissione Europea includono il divieto degli incentivi accompagnato da qualche tipo di misura per colmare il gap di consulenza o, in alternativa, l’impegno per un innalzamento del livello di

trasparenza per dare agli investitori retail una migliore comprensione di ciò che stanno pagando senza arrivare tuttavia a un divieto di incentivi.

Le posizioni in campo

Come prevedibile, la maggior parte degli Stati europei si oppone al divieto di incentivi. Il 2 marzo, nel corso di un incontro informale organizzato dalla Commissione europea, Germania, Italia, Francia, Austria e Lussemburgo si sono dichiarate apertamente contrarie. I Paesi Bassi, che hanno già il divieto, si sono detti favorevoli. Alcuni Stati quali Slovacchia, Portogallo e Spagna sono rimasti

in ascolto, anche se più contrari al divieto che favorevoli. La Finlandia potrebbe essere provvisoriamente favorevole a un divieto. Altri ancora, come Belgio e Irlanda, sono rimasti in silenzio. A seconda degli esiti della negoziazione sia tra i Paesi europei che tra le Istituzioni (Commissione ruropea, Parlamento europeo, Consiglio Europeo), gli impatti sul Private Banking potranno essere di erenti ma, certamente, i tratti caratteristici del servizio su cui si è tanto investito andranno tutelati.

Direttore scienti co dell’Associazione Italiana Private Banking

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FONTE: AIPB SERVITO BASE: 432 CASI  VALORI %
DA
È CALCOLATO TRAMITE UN’ANALISI DI REGRESSIONE CAPACITÀ DI IMPATTARE SULLA SODDISFAZIONE (SERVITO)* ADEGUATEZZA DEL VALUE FOR ME MONEY CHIAREZZA/COMPLETEZZA INFO SU ANDAMENTO MERCATI CAPACITÀ DEL BANKER DI FORMULARE PROPOSTE DI INV. IN LINEA CON LE SUE ESIGENZE PROFESSIONALITÀ DEL PERSONALE FACILITÀ DI ACCESSO DA DIGITAL BANKING AMPIEZZA DI GAMMA E SOLUZIONI TEMPESTIVITÀ INFORMAZIONE SU NOVITÀ SUI SUOI INVESTIMENTI SPIRITO DI INIZIATIVA E PROPOSITIVITÀ 87 85 82 78 78 77 76 60
IL RISCONTRO DELLA CLIENTELA: LIVELLO DI APPROVAZIONE
E
PESO DELLE SINGOLE COMPONENTI DI VALORE DEL SERVIZIO SU CUI IL PRIVATE BANKING HA INVESTITO DAL 2007
VALUTAZIONI TOP E T2B (VOTO 8 E 7 SU SCALA
3 A 8)  *L’IMPATTO
2012201320142015201620172018201920202021 2022 10,6%15,8%4,4%4,7%-0,8%5,1%1,9%-0,9%-15,1%10,1% 15,1%

Il valore del microcredito

Dopo una carriera dirigenziale nel pubblico, Marotta è passato alla nanza

Nell’intervista a PRIVATE presenta le potenzialità del settore a vantaggio delle Pmi

Mario Marotta, un’esperienza maturata nella de nizione dell’intervento pubblico nell'economia sempre guardando allo sviluppo dell’impresa privata, oggi impiegata in un contesto associativo privato, come direttore generale della Cassa del Microcredito, che fa capo a Confesercenti. Un cambio di percorso, ma con una serie di conferme.

Gli inizi

“Ho iniziato la mia carriera dirigenziale nel pubblico e ho avuto l’opportunità di occuparmi di progetti nanziari, redigendo misure a favore dello sviluppo delle imprese italiane, anche in settori particolarmente complessi come quello dell’agroalimentare o del ciclo di gestione dei ri uti”, racconta il manager.

Il quale ne parla come di esperienze molto formative, sia a livello manageriale, che come cittadino. “Man mano che assumevo incarichi di maggior rilievo, ho sempre fatto tesoro delle esperienze pregresse dandomi come obbiettivo costante l’e cientamento delle condizioni

economiche delle imprese e dei lavoratori”, aggiunge. “Il contesto associativo privato in cui ora opero, in realtà, è un microcosmo in cui si ripresenta la necessità di intervenire nanziariamente a favore delle imprese con servizi sempre più moderni e qualitativamente validi. In buona sostanza, nel tutelare interessi di usi, quelli delle micro, piccole e medie imprese italiane, l’obiettivo è sempre quello della crescita economica del nostro Paese”.

Cosa l’ha spinta ad abbandonare la carriera nella pubblica amministrazione?

Mi ha convinto il progetto, che risponde ad alcune tra le prioritarie necessità che oggi hanno le imprese italiane, basato su un’analisi dei fabbisogni che condivido pienamente ossia che, in un momento di crisi come quello che sta vivendo il principale tessuto economico italiano, le Pmi, occorre sviluppare modelli che facilitino l’accesso al credito di queste. Ho aderito all’iniziativa di Confesercenti, che ha costituito un operatore nazionale di microcredito in grado di soddisfare le esigenze

di sviluppo e consolidamento della piccola impresa italiana di cui, da sempre, è la rappresentante più lungimirante e dinamica.

Per chi non lo sapesse, cosa fa un operatore di microcredito e come si cala nel contesto attuale? Si tratta di un intermediario nanziario, iscritto all’elenco di cui all’articolo111 del testo unico bancario, specializzato nell’esercizio di nanziamenti di piccolo taglio destinati alle micro, piccole e medie imprese italiane, che intendono avviare nuove iniziative commerciali o ampliare la propria o erta sostenendo investimenti dimensionalmente limitati. Il microcredito si rivolge anche a quei giovani professionisti che intendono realizzare il loro sogno di mettersi in proprio e avviare una carriera autonoma consentendo a quest’altra fondamentale categoria di imprenditori di se stessi di ottenere nanziamenti per l’apertura del loro studio, per sostentare la loro formazione obbligatoria, in sostanza per crescere e accrescere la loro professionalità e capacità reddituale. Il microcredito è la forma di

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L’obiettivo a tendere

è di soddisfare i bisogni di cassa di un numero crescente di micro, piccole e medie imprese italiane, diventando un partner di lungo corso di chi ci sceglie

BANKER PRIVATE 31
Mario Marotta

nanziamento che può essere azionata anche da quei soggetti imprenditoriali che non possono ricevere sostegno dal sistema creditizio ordinario, le cui regole e i cui costi, diretti e indiretti, non sono conciliabili con questi soggetti che, causa la crisi economica che stiamo vivendo, stanno diventando sempre più numerosi.

Dunque, un modo etico di fare credito?

Un modo diverso di farlo, in cui si cerca di valutare non solo il merito creditizio del soggetto richiedente ma anche la potenzialità del progetto che si intende sviluppare.

Come nella de nizione delle misure di intervento pubblico?

Esatto. È un modello che favorisce il singolo progetto imprenditoriale ma che guarda necessariamente a come questo si inserisce in un tessuto più ampio, senza basarsi solo ed esclusivamente sul merito di credito del richiedente.

Il microcredito è un sistema di nanziamento che tende all’accrescimento della ricchezza di usa creando uno schema in cui il nanziatore cura, nel tempo, la crescita del nanziato. Lo segue, lo informa e lo corregge, se necessario, ride nendo assieme a questi le decisioni e gli obiettivi aziendali con dei servizi di tutoraggio che consentono di sviluppare un modello armonico e contestualizzato di impresa nei territori e nei settori di appartenenza.

Come è nato questa passione per il settore?

Quando ho incontrato i vertici di Confesercenti che mi hanno spiegato il progetto, rimasi colpito dalla validità di questo e fui contagiato dall’entusiasmo che scaturiva dalla spiegazione del modello scelto. Mi chiesero di diventare il direttore generale della Cassa del Microcredito, intermediario di microcredito di proprietà di Confesercenti. Ne fui lusingato. Compresi l’essenza sociale di questo nuovo servizio che Confesercenti intendeva o rire alle imprese che rappresenta e soprattutto fui persuaso della necessità di sviluppare un modello creditizio che valutasse le iniziative imprenditoriali senza basarsi necessariamente sul patrimonio dell’imprenditore richiedente.

Quali sono gli obiettivi della Cassa?

Purtroppo il microcredito in Italia, nonostante gli ottimi sforzi di promozione fatti dall’Ente Nazionale di Microcredito, non ha ottenuto la di usione auspicata. La Cassa del Microcredito che dirigo, si pone, grazie al supporto di Confesercenti,

quale punto di riferimento nazionale della micro nanza. L’obiettivo a tendere è di soddisfare le necessità nanziarie di un numero sempre crescente di micro, piccole e medie imprese italiane e di diventarne il partner di lungo corso, implementandone l’e cienza e la produttività con la fornitura di servizi non solo nanziari ma anche di assistenza tecnica. Il vantaggio dovuto alla disponibilità della rete sviluppata negli anni dalla principale associazione di tutela delle PMI italiane, Confesercenti, è un vantaggio non da poco ma signi ca anche porsi obiettivi s danti e ambiziosi a cui Cassa del Microcredito non può sottrarsi. Spero, con il mio impegno, di favorire lo sviluppo del microcredito in Italia, operando all’interno di un intermediario nanziario veloce, competente e, al contempo, dotato di una struttura solida e professionale in grado di realizzare le vision di quella piccola impresa italiana che in passato è stata più volte capace di intestarsi il merito della ripresa economica ma che oggi non sempre viene assecondata dal sistema nanziario.

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La presente comunicazione ha finalità pubblicitarie e non costituisce sollecitazione, consulenza, raccomandazione né ricerca in materia di investimenti. Prima di assumere qualsiasi decisione di investimento, leggere attentamente il Prospetto di Base, ogni eventuale supplemento e la relativa Nota di Sintesi nonché le Condizioni Definitive (Final Terms) e il Documento contenente le informazioni chiave (KID) di ciascun prodotto, con particolare attenzione alle sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, alle sedi di esecuzione ed ai costi e oneri connessi. Per i prodotti emessi da Leonteq Securities AG, il Prospetto di Base è stato approvato dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) in Lussemburgo e notificato alla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) in Italia. Per prodotti emessi da EFG International Finance (Guernsey) Ltd, il Prospetto di Base è stato approvato dalla Central Bank of Ireland in Irlanda e notificato alla CONSOB in Italia. L’approvazione dei Prospetti di Base non va intesa come approvazione da parte delle relative autorità degli strumenti finanziari emessi in base agli stessi e/o ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione (MTF). I Prospetti di Base e gli altri documenti relativi agli strumenti finanziari sono disponibili sul sito https://certificati.leonteq.com/our-services/ prospectuses-notices, oppure gratuitamente presso Leonteq Securities AG, Europaallee 39, 8004 Zurigo, Svizzera. Il valore dei prodotti finanziari è soggetto a oscillazioni del mercato, che possono condurre alla perdita, totale o parziale, dei capitali investiti nei prodotti finanziari. I rendimenti riportati non sono indicativi di quelli futuri e sono espressi al lordo di eventuali costi e/o oneri a carico dell’investitore. I prodotti finanziari descritti non sono prodotti semplici e il loro funzionamento può essere di difficile comprensione. Si raccomanda agli investitori di consultare un consulente finanziario competente prima di investire nei prodotti finanziari. Gli strumenti finanziari collegati agli indici non sono in alcun modo sponsorizzati, garantiti, promossi o venduti dai licenziatari ed licenziatari non rilascia alcuna dichiarazione, garanzia o assicurazione espressa o implicita in merito a: (a) l’opportunità di investire negli strumenti finanziari; (b) la qualità, l’accuratezza e/o la completezza dell’Indice; e/o (c) i risultati conseguiti o che verranno conseguiti da qualsiasi persona o soggetto tramite l’utilizzo dell’Indice. I licenziatari si riservano il diritto di modificare le modalità di calcolo o di pubblicazione relative all’Indice. I licenziatari non saranno responsabili per eventuali danni subiti o derivanti dall’utilizzo (o dall’impossibilità di utilizzo) dell’Indice. In alcun modo i licenziatari promuovono, garantiscono o sono in altro modo coinvolti nell’emissione e nell’offerta dei presenti Prodotti. I licenziatari non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, in merito all’opportunità di investire in titoli o prodotti finanziari in generale, o nei presenti Prodotti in particolare, o rispetto alla capacità di alcuno dei rispettivi indici di riflettere le opportunità di investimento nei mercati finanziari o di raggiungere in altro modo il proprio obiettivo. I licenziatari non assumo alcun obbligo o responsabilità in relazione alla gestione, alla commercializzazione o alla vendita dei presenti Prodotti.

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Trasferimenti agevolati

Le partecipazioni in società non residenti in Italia sono esenti da tassazione

Una pronuncia della Cassazione ha fatto luce sui limiti dei bene ci scali previsti

La Corte di Cassazione si è recentemente occupata, con le sentenze n. 5674/2023 e 5692/2023, di chiarire i dubbi interpretativi inerenti all’applicabilità del bene cio scale introdotto nel nostro ordinamento dall’art. 3 comma 4-ter del D. Lgs. n. 346/90, anche ai trasferimenti di partecipazioni in società estere.

Patti in famiglia

La disposizione in questione prevede che i trasferimenti di aziende o rami di esse, quote sociali e azioni, destinati ai discendenti e al coniuge, anche tramite i patti di famiglia, siano dispensati dal pagamento dell’imposta sulle successioni e donazioni. Come noto, lo strumento giuridico del patto di famiglia consente di de nire con contratto inter vivos il trasferimento, totale o parziale, sia dell’azienda da parte dell’imprenditore, sia delle partecipazioni societarie da parte del relativo titolare, a vantaggio di uno o più discendenti realizzando, già in vita, il passaggio intergenerazionale dell’impresa a conduzione familiare. Su questa scia si inserisce l’esenzione scale de quo, che mira ad agevolare

la continuità gestionale delle imprese di famiglia, preservandone l’e cienza, la funzionalità e l’unitarietà, nella delicata fase di rinnovamento aziendale dovuto al passaggio di testimone da una generazione a un’altra. Quando riguarda quote sociali e azioni, l’esenzione è attribuita soltanto alle partecipazioni con cui gli aventi causa acquisiscono o integrano il controllo sociale che, ai sensi dell’art. 2359, primo comma, numero 1), del codice civile, si determina qualora un soggetto possegga la maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria. Diventa presupposto indefettibile, a nché l’esenzione operi, che i bene ciari dei trasferimenti di partecipazioni proseguano l’esercizio dell’attività di impresa o detengano il controllo della società, per un periodo di almeno cinque anni, dalla data del trasferimento, rendendo apposita dichiarazione contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione o all’atto di donazione.

L’ambito applicativo della norma, n qui chiaro, assume i connotati di incertezza in ordine al trattamento

impositivo al quale assoggettare le partecipazioni in società estere, oggetto di trasferimento.

La ragione è da rinvenire nel rinvio espresso fatto dall’art. 3 comma 4-ter all’art. 73 comma 1 lett. a)

TUIR, che richiama le Spa., Sapa, Srl, società cooperative e società di mutua assicurazione residenti nel territorio dello Stato italiano.

Vantaggi insostenibili

Nei casi speci ci decisi dalla Corte di Cassazione con le sentenze nn. 5674 e 5692, pubblicate lo scorso 23 febbraio, l’atto dispositivo, con cui le quote di una società di diritto lussemburghese erano state donate a favore di gli e nipoti, era stato ritenuto esente dall’imposta di donazione in ossequio all’art. 3 comma 4-ter. Pur tuttavia, quel trasferimento di quote non rendeva possibile ai donatari acquisire o integrare il controllo della società né tantomeno era intervenuta la dichiarazione di impegno da parte degli aventi causa a conservarne la titolarità per almeno cinque anni.

La tesi, sostenuta dalle parti ricorrenti, in virtù della quale le società di capitali non residenti in

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Italia possono validamente accedere all’esenzione senza dover soddisfare i requisiti del controllo sociale in quanto richiesti solo alle società di capitali residenti in Italia, è stata giudicata insostenibile dalla Cassazione. Gli Ermellini, nel dichiarare l’inclusione delle quote di società estere con sede in altri Paesi dell’Unione Europea nella disciplina di esenzione di cui all’art. 3 comma 4-ter, ha, altresì, precisato che il riconoscimento dell’agevolazione è subordinato al rispetto delle stesse condizioni previste con riferimento alle partecipazioni in società residenti in Italia Viceversa, ammettere che i trasferimenti di partecipazioni in società non residenti in Italia godano del bene cio indipendentemente dal rispetto del requisito del controllo sociale, penalizzerebbe le società residenti, violando i principi costituzionali di ragionevolezza e di capacità contributiva, oltre che il principio di libertà di stabilimento di iniziative economiche nel territorio dell’UE sancito a livello europeo dall’art. 49 Tfue.

Letture contrastanti Inoltre, una simile interpretazione sarebbe in evidente contrasto con la stessa ratio della norma, che àncora l’esenzione della cessione di titoli partecipativi societari alla realizzazione dell’e ettivo passaggio generazionale dell’impresa, perseguibile solo attraverso la detenzione del controllo sociale con cui riuscire a in uire sulle decisioni

relative alla vita e alla gestione dell’azienda. Non può sottacersi, come indicato dalla Cassazione, che la norma nasce sotto la spinta propulsiva della raccomandazione n. 94/1069, con cui la Commissione europea ha sollecitato gli Stati membri all’adozione di misure idonee a prevenire i rischi che le imposte di successione o donazione rappresentano per gli equilibri nanziari e la sopravvivenza delle piccole e medie imprese nel passaggio generazionale.

La conclusione della Corte, peraltro, è in linea con il parere rilasciato nella risposta all’interpello n. 185/2023 dall’Agenzia delle Entrate, secondo cui l’esenzione ha luogo anche nei trasferimenti, mortis causa o per e etto di liberalità, di quote sociali e azioni di società non residenti nel territorio nazionale, purché ricorrano i medesimi presupposti reclamati dall’art. 3 comma 4-ter per le partecipazioni in società residenti in Italia. In particolare, l’Agenzia ha sottolineato come sia indispensabile, a nché l’agevolazione trovi applicazione, che la partecipazione societaria attribuisca ai bene ciari, pure per il tramite di un rappresentante comune in caso di comproprietà, l’esercizio del controllo della società di famiglia, “meritevole di essere tutelata anche nella fase del suo passaggio generazionale”.

*Avvocato di Loconte & PartnersStudio Legale e Tributario

OPINION 36 PRIVATE
La Commissione Ue chiede agli Stati membri di adottare misure in grado di prevenire i rischi per le piccole e medie imprese derivanti dalle imposte relative alla successione e alla donazione

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Comunicazione di marketing
(OICVM) di diritto Lussemburghese multicomparto e con più classi di azioni. Il presente materiale è pubblicato da FIL Luxembourg) S.A., autorizzata e regolamentata dalla CSSF (Commission de Surveillance du Secteur Financier). CL21112103-2205 Capitale a Rischio. Ogni investimento comporta dei rischi e l’investitore può anche non riottenere la somma investita. Prima di prendere qualsiasi decisione di
investimento contatta il tuo consulente.

A triumvirate of schocks

Geopolitics, energy and the economy are the main cyclical drivers

There will be opportunities to enter a new investment environment

PRIVATE 38 PRIVATE
lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)

Four in ten ultra-high-net-worth individuals grew their wealth during 2022, despite a year of ‘Permacrisis’. Here, we delve into the results of our Attitudes Survey and assess how investors are adjusting their approach to a new era.

e end of global growth

Every time lexicographers choose their ‘word of the year’ they provide a signal as to how the world is changing. is year, Collins English Dictionary chose ‘Permacrisis’, de ned as an “extended period of instability and insecurity”. It’s a tting choice. e Covid-19 pandemic ended a long period of relative stability. Global economic growth has for more than a decade been underpinned by relatively benign geopolitics, globalisation and the widespread availability of cheap credit. e triumvirate of shocks that de ned 2022 across geopolitics, energy and economics marked a turning point, prompting the majority of equity and bond markets to fall in tandem, culminating in the worst performance for the traditional blended portfolio since the 1930s. For many investors it’s been a di cult year, but others have made gains despite the headwinds.

e drivers of performances

Four in ten respondents to our Attitudes Survey said their clients had grown their wealth during the year, while 16% said they’d seen no change.

REPORT OUTLOOK PRIVATE 39

e drivers of this performance were cited as: real estate, currency trades, market timing, and, for the rst time in more than a decade, the return on cash.

Indeed, despite signi cant headwinds annual price growth in prime global residential markets is likely to hit 5% for 2022, according to our November Forecast. e MSCI All Property Index – an index that measures commercial property performance – was 7% higher in September compared to the end of 2021. We will reveal the full results for 2022 property performance in March.

e limits of diversi ed portfolios ose that saw their wealth shrink attributed declines to equity markets, nancial markets more broadly and interest rate moves. Many interviewees pointed out that the traditional diversi ed portfolio o ered no safety amid a unique set of circumstances. e MSCI World Mid & Large Cap index was down 18%, the S&P 500 by 19%, the FTSE 250 by 17%, the Nikkei by 9% and China’s CSI 300 22%, by way of example.

Longer term investors have largely been shielded due to declines by the exceptional performance of the preceding years, as pointed out by our panellist David Bailin, CIO at Citi Global Wealth Management Investments. e S&P 500, for example, was up almost 20% between 1st January 2020 and 31st December 2022.

We will delve deeper and examine the magnitude of wealth shifts through a tracker of asset performance in the March edition of e Wealth Report. We will reveal how the new investing landscape has altered the population of highnet-worth (HNW) and ultra-highnet-worth individuals (UHNWI) in May once full year data is more readily available.

e in ation question

e path of in ation will determine the course for interest rates and the results will reverberate through global asset prices. Central bankers, particularly the

Federal Reserve’s Jerome Powell, were humbled by their error in assuming in ation would be transitory and most are now erring on the side of caution. Two thirds of our respondents cited in ation as one of the biggest threats to wealth in 2023, while almost 60% singled out interest rates. At the time of writing, in ation looked to be turning a corner. By way of example, oil had retreated to around US$80 at the end of 2022, from a high of near US$120 earlier in the year. Should we continue to see headline rates of in ation fall, it is likely that central banks will pause and potentially end

PRIVATE 40 PRIVATE
RESILIENCE TESTED ON AVERAGE, HOW DID YOUR CLIENTS’ TOTAL WEALTH CHANGE IN 2022?
17% 23% 16% 28% 16% INCREASED SIGNIFICANTLY (ABOVE 10%) 23% INCREASED MARGINALLY (BELOW 10%) 16% REMAINED THE SAME 28% DECREASED MARGINALLY (BELOW 10%) 16% DECREASED SIGNIFICANTLY (ABOVE 10%)
SOURCE: THE WEALTH REPORT ATTITUDES SURVEY 2023

their hiking cycles during the rst half of 2023. Economic downturns are now highly likely, and many forecasters see a pivot to looser monetary policy beginning in 2024 – 15% of our respondents cite that as an opportunity.

e reset

e saying “a rising tide lifts all boats” aptly described the post nancial crisis environment of low cost and readily available debt.

e new “higher for longer” rate environment will prompt a psychological shift and an adjustment in expectations. Interest rates may ease from their 2023 peaks, but not by much –particularly when coupled with the potential for structurally higher in ation.

e message from our panel is clear: take it back to fundamentals. Some economies have already entered a recession so the accurate assessment of long-term fundamentals will be critical. Our panel also highlight the opportunity to generate income via xed income and cash as interest rates move higher.

Real assets in the spotlight

Real estate was the top cited opportunity among 46% of our survey respondents, whether for its attributes as an in ation hedge or due to the bene ts of diversi cation. Many panellists highlighted the opportunity to secure enhanced return pro les a key advantage. Plus, when investing directly, real estate

enables greater control and valueadd opportunities. One in ten respondents speci cally cited looking for attractive valuations and distressed opportunities. at trend isn’t limited to real estate either: equities and the technology sector were tipped by around a third of our respondents.

Geopolitical tensions of the fore

More than half of our respondents identi ed politics or geopolitics as a top risk for 2023. Brexit followed by the US/China trade war followed by the war

in Ukraine – geopolitical cracks that emerged in the middle of the last decade have developed into an energy crisis and global food in ation. Just one interviewee last year highlighted the developing situation in Ukraine as a potential threat, but it’s impact on the world has been seismic. How the war unfolds will have an impact on many of the themes discussed here.

ere are “little res everywhere,” our panellist David Bailin said, referring to the global picture. While investors can position for the knowns, there will likely be shocks both on the upside and downside

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La presente comunicazione di marketing è pubblicata da MSIM Fund Management (Ireland) Limited. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è regolamentata dalla Banca centrale d’Irlanda. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è costituita in Irlanda come società privata con numero di registrazione 616661 e ha sede legale presso The Observatory, 7-11 Sir John Rogerson’s Quay, Dublin 2, D02 VC42, Irlanda.

Italia: MSIM FMIL (Sede Secondaria di Milano), Palazzo Serbelloni Corso Venezia, 16 20121 Milano, Italia.

© 2022 Morgan Stanley. Tutti i diritti riservati. 3724091 Scad. 31/08/2023 10260208

during 2023. Investing based on fundamentals will remain vital to cut out the noise.

e big three there are clear attempts by the government to reopen the Chinese economy. at should o er a boost to the world economy, though a large, coordinated reopening could prove in ationary.

e outlook will remain uncertain while policy is driven by politics rather than economics, as noted by our panellist Jonathan Fenby, Author and China analyst. China’s policy challenges have fuelled the trend of businesses ‘regionalising’, ‘localising’, or more simply diversifying supply chains away from the Chinese mainland.

ere are opportunities here for real estate investors as new destinations emerge, particularly in distribution and industrial.

Longer term demographic shifts will continue to reshape global economics. In the rst half of the year, India’s population will overtake that of the Chinese mainland, where the population is declining. Will continue to rank among the world’s fastest growing economies, with 6.1% growth forecast in 2023, according to the IMF, up from stellar growth of 6.8% in 2022. India now has the world’s fth largest economy after displacing the UK in 2022. While the US will have its resilience tested, investors remain bullish. Some 11% of our survey

respondents cited the US as an opportunity to grow wealth, as did many interviewees. While political divisions remain entrenched and the country has witnessed one of the fastest rate hiking cycles in history, the US has con rmed the fundamental strength of its economy and depth of its markets.

It is still too early to know exactly how these rate cycles will impact the global economy and the time lag between hikes and their real-world e ects suggests that we’ll see more volatility during the rst half of 2023. However, with dislocation and disruption come opportunities, particularly for the well informed.

PRIVATE 44 PRIVATE INFLATION INTEREST RATES POLITICAL/ GEOPOLITICAL RECESSION WAR US CURRENCY VOLATILITY COVID ECONOMIC REAL ESTATE TAX ENERGY EQUITY MARKETS BUSINESS CHINA COST VALUE CLIMATE SUPPLY CHAIN SOURCE: THE WALYSEEALTH REPD THE AMOUNT OF TIMEORT ATTITUDES EACH WS SURVEORD WY 2023AS ME NOTE: WE ANNTIONED WITHIN THE RESPONSES AS THIS WAS A FREETEXT QUESTION
WHAT ARE THE TOP RISKS IN 2023 FOR YOUR CLIENTS AND THEIR ABILITY TO CREATE AND GROW WEALTH?
8% 8% 3% 3% 3% 3% AND

UNA STORIA ITALIANA

L’Amaro Mentha 1911 non è un cocktail simile a tutti gli altri

La combinazione che lo rende unico è frutto di artigianalità e creatività

Molti paesi nel mondo possono raccontare storie di liquori e distillati, ma c’è un liquore tipicamente italiano, di cui vorrei raccontare la storia: nel giugno del 1911 Luigi Fassio (classe di ferro 1884) annotava su suoi vecchi quaderni, con la sua tipica calligra a dettagliata, tutte le ricette di amari, liquori e distillati che amava produrre e poi proporre ai clienti nel suo elegante ca è nel centro di Torino. Vita professionale piuttosto movimentata la sua, visto che ha aperto e chiuso vari locali nel centro del capoluogo piemontese e si é anche fatto rubare tutto da un socio poco onesto. Il Carlo Felice era un vero Ca è con nel seminterrato una sala biliardi e anche i primi ipper giunti dall’America. Il locale biliardi era talmente grande che copriva quasi tutto il primo isolato di via Roma, tanto che, i nipoti di Luigi giravano in bicicletta tra i tavoli.

Dietro le quinte Ma torniamo al nostro amaro. Una ricetta custodita segretamente

dal sapore antico e dal gusto tradizionale, simbolo della lunga storia dell’arte liquoristica torinese, oggi rispolverata dalla bisnipote e riportata in vita dall’opi cio Il Reale. Questo amaro è quindi un omaggio al bisnonno che viene ra gurato nella etichetta con un pro lo stilizzato, munito di cappello e pipa.

Lo sfondo è verde e identi ca il colore della menta piperita, la botanica principale che dona al liquido decise note balsamiche. Amaro Mentha 1911 è ottenuto da alcool di origine agricola con aggiunta di caramello, aromi naturali e infusione di diverse botaniche. Oltre alla menta di origine piemontese, viene infuso

con altre spezie ed erbe aromatiche, come, tra le più importanti, aloe, angostura, arancia amara, arancia dolce, china, quassio coriandolo, macis e genziana.

Quel retrogusto amaro

Il Reale Amaro Mentha 1911 mostra un colore simile a quello del caramello scuro con screziature ambrate e aranciate. Il pro lo olfattivo regala note aromatiche e decisamente mentolate, accompagnate da sensazioni di china, caramello, erbe o cinali, erbe mediche, sentori amari di agrumi e cenni di spezie orientali. Al sorso mostra un corpo intenso, profondo e di lunghissima persistenza gusto-olfattiva, dal gusto amaro bilanciato da piacevoli note zuccherine. Il consiglio è di provarlo liscio con ghiaccio come digestivo per il ne-cena o, per chi ama l’arte della miscelazione, da testare come ingrediente per intensi long drink, non ultimo nelle fredde serate invernali anche caldo.

DI LUCA COSLOVICH
SHAKER 46 PRIVATE
Luca Coslovich, bartender, consulente e formatore, Casinò di Montecarlo.

Informazioni privilegiate

La Commissione Ue ha presentato una proposta di riforma in questa materia

L’obiettivo è ridurre l’impatto normativo e perseguire la certezza del diritto

Per informazione privilegiata ai sensi della disciplina in materia di market abuse si intende un’informazione che congiuntamente: i) concerne direttamente o indirettamente uno o più emittenti o i relativi strumenti nanziari; ii) non è stata resa pubblica; iii) ha carattere preciso; iv) è material, ossia è idonea, laddove resa pubblica, ad avere una signi cativa incidenza sul prezzo degli strumenti nanziari. Questa nozione di informazione privilegiata è quella rilevante ai ni del divieto di abuso o di comunicazione illecita di informazioni privilegiate che, come noto, è accompagnato da sanzioni amministrative e penali particolarmente a ittive.

Una doppia declinazione

Con riferimento, invece, agli obblighi di comunicazione al pubblico di informazioni privilegiate la nozione rilevante è più ristretta in quanto l’emittente, fermi restando i requisiti sub ii), iii) e iv) di cui sopra, è tenuto a comunicare al pubblico unicamente le informazioni privilegiate che lo “riguardano direttamente”.

Ne consegue che gli emittenti, com’è

ovvio che sia anche in base a un principio di vicinanza, non sono tenuti a e ettuare comunicati price sensitive di informazioni previlegiate che non li riguardano direttamente, ossia di informazioni privilegiate che, pur potendo incidere sui prezzi degli strumenti nanziari, originano da soggetti esterni all’emittente. Questa impostazione è stata confermata anche dalla Consob nelle sue Linee Guida dell’ottobre 2017 in materia di “Gestione delle informazioni privilegiate” nelle quali l’Autorità ha fornito un’ampia casistica di quando l’informazione riguarda direttamente l’emittente e di quando, invece, lo riguarda soltanto indirettamente. La versione attuale del Mar contiene dunque tutt’oggi una doppia declinazione della nozione di informazione privilegiata: una, più ampia, rilevante ai ni sanzionatori e, l’altra, più ristretta ma comunque di portata decisamente signi cativa, ai ni della di usione dei comunicati price sensitive. Questa doppia declinazione della nozione di informazione privilegiata sembra destinata a divenire ancor più evidente e marcata a fronte della

proposta della Commissione europea del 7 dicembre 2022. Tale proposta ha quale dichiarata nalità quella di ridurre gli oneri normativi riguardanti sia la fase di Initial public o ering che quella successiva, introducendo dunque modi che mirate nel Regolamento Prospetto e nel Mar. In particolare, con riferimento al Regolamento Mar, la Commissione europea, tra le altre cose, ha ritenuto necessario intervenire sull’estensione dell’obbligo di comunicare al pubblico quanto prima le informazioni privilegiate riguardanti l’emittente.

Obbligo oneroso

In sede di consultazione, infatti, gli stakeholder hanno valutato tale obbligo particolarmente oneroso a fronte dell’ampiezza della nozione di informazione privilegiata che, come noto, oggi comprende anche fatti che non si sono ancora veri cati ma che si può ragionevolmente prevedere che avranno luogo in futuro. Al ne di ovviare a queste criticità la Commissione europea, anche con la nalità di fornire maggior certezza giuridica, ha inteso modi care

OPINION 48 PRIVATE

il Mar nella parte in cui impone di e ettuare il comunicato price sensitive delle tappe intermedie di un processo prolungato in quanto tale obbligo, oltre a rendere la comunicazione prematura e potenzialmente misleading per il mercato, crea di coltà per gli emittenti nel comprendere il momento esatto in cui debba essere fatta disclosure. Per tali ragioni, la Commissione ha proposto che l’obbligo di comunicazione al pubblico debba sussistere solo nel momento in cui si veri ca l’evento che completa il processo prolungato e non già, dunque, al veri carsi delle sue tappe intermedie. Tuttavia tali tappe intermedie devono essere mantenute

riservate dagli emittenti i quali, nel caso in cui non riescano a garantire tale riservatezza, saranno comunque tenuti ad e ettuare il comunicato price sensitive al ne di scongiurare l’insorgere di disparità informative che possano dare adito a condotte di insider trading.

L’atto delegato

Un’altra caratteristica saliente della proposta è l’attribuzione alla Commissione europea del potere di stabilire, mediante un atto delegato, un elenco non esaustivo di circostanze che integrano informazione privilegiata ai ni dei comunicati price sensitive e le relative tempistiche di pubblicazione. Questa iniziativa

costituisce un ulteriore intervento chiari catore a supporto degli emittenti nel dare corretto adempimento alla normativa di riferimento. La proposta della Commissione europea, pur non essendo totalmente risolutiva, è da accogliere con favore in quanto ha il merito di perseguire l’integrità dei mercati nanziari e la tutela degli investitori tenendo al contempo conto delle esigenze di certezza giuridica ed economicità di cui gli emittenti necessitano, ciò in attuazione del principio di proporzionalità e di una ragionevole analisi del rapporto costi/bene ci.

*Salary partner di Zitiello Associati

OPINION PRIVATE 49

BOCCACCIO PASSA A BPER

Mediobanca pesca da Credit Suisse

Mediobanca si ra orza nel private banking con l’ingresso di 6 professionisti di peso da Credit Suisse Italy 6 top private banker. Nella divisione guidata da Angelo Viganò (nella foto), infatti, arriva come capo la Luca Sicari, head of uhnwi market per l’Italia dell’istituto svizzero, assieme al team composto da Romeo Adinol , Ennio Blasetti, Cristiano Castellani, Simone Gervasi e Matteo Steve. La divisione private banking di Mediobanca, che a oggi conta circa 90 banker, è diventata attrattiva anche per banker di altre realtà perché integra al meglio il mestiere del wealth management con l’attività del corporate & investment banking dell’istituto di Piazzetta Cuccia.

Bper Banca ha ra orzato la neocostituita divisione private e wealth management con l’ingresso di Alberto Boccaccio (nella foto), che opererà trasversalmente per le varie realtà del gruppo, comprese Banca Cesare Ponti e Optima Sim, con responsabilità su processi, procedure, progetti, dati e controlli a supporto dei servizi del business del wealth management.

Boccaccio, 52 anni, ligure, è laureato in ingegneria e vanta una lunga carriera professionale nell’ambito della consulenza nanziaria presso primari istituti di credito, dove ha ricoperto ruoli di responsabilità occupandosi di progetti complessi. Nel 2003 in Banca Euromobiliare come responsabile della Direzione Organizzazione e It, nel 2009 è entrato in Barclays con il ruolo di responsabile delle operation, quindi ha assunto il ruolo di coo prima in Italia e in seguito in Francia. Negli ultimi tre anni è stato chief operating o cer di Azimut.

VONTOBEL SI RAFFORZA A MILANO

Vontobel Wealth Management

Sim ha ra orzato il team milanese con l’ingresso di Tiziano Bregagnollo (nella foto) come executive director, a irrobustire il team di senior top banker guidato da Lorenzo Palleroni.

Bregagnollo arriva da un’esperienza di sette anni presso Crédit Agricole Indosuez dove, oltre all’attività di relazione con l’importante clientela wealth, ha contribuito alla startup della realtà italiana e successivamente allo sviluppo di progetti rivolti alle sinergie operative tra mondo il corporate e il wealth management.

FINECO PESCA DA ISPB

Fineco si ra orza in Toscana con l’ingresso di Elisabetta Rajani, in arrivo da Intesa Sanpaolo Private Banking, dove ha trascorso oltre 5 anni. Rajani entra nella struttura dell’area manager di Toscana e Liguria Stefano Falugiani, presso la sede di Massa Carrara. Dopo aver iniziato il suo percorso in campo nanziario nel 2000, si è specializzata nella consulenza alla clientela private.

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TRIS DI NOMINE PER INDOSUEZ

Aria di novità ai piani alti di Indosuez Wealth Management. Delphine Di Pizio-Tiger (nella foto), nominata global head of asset management, guiderà la strategia d’investimento globale e sarà responsabile della gamma dei mandati di gestione discrezionale, dei fondi dedicati e aperti, della selezione dei fondi esterni e della gestione e distribuzione dell’o erta di investimenti nei private market.

Alexandre Drabowicz, nominato chief investment O cer nella divisione Asset management, de nirà la strategia d’investimento. In ne Vincent Manuel è il nuovo deputy chief executive o cer, responsabile per lo sviluppo di Indosuez Europe. A lui toccherà de nire la strategia commerciale di Indosuez Europe e supervisionerà le aree di prodotti e servizi o erti alla clientela.

Magnani. Anni è entrato nel gruppo Credem nel 2014 come direttore territoriale e in seguito ha coordinato la rete di Advisory del Gruppo e la rete dei consulenti nanziari di Banca Euromobiliare, ora Credem Euromobiliare Private Banking.

MCKINSEY PROMUOVE GIORDANO

ANNI IN EUROMOBILIARE FIDUCIARIA

Oscar Anni è stato nominato direttore generale di Euromobiliare Fiduciaria. La società, costituita nel 1973 e controllata al 100% da Credem, è coordinata da Paolo

Massimo Giordano (nella foto), attuale responsabile dell’U cio Mediterraneo di McKinsey, sarà il nuovo managing partner per l’Europa della multinazionale di consulenza strategica. È la prima volta che un italiano viene chiamato a ricoprire questo rilevante ruolo. Giordano, 56 anni, sposato con tre gli, dopo una laurea in economia e commercio all’Università degli Studi di Torino ed esperienze in Citibank, Salomon Smith Barney e Kpmg, è entrato in McKinsey nel 1999. In breve tempo ha assunto la carica di responsabile della Practice Strategy & Corporate Finance per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. Da gennaio 2018 ha guidato il Mediterranean O ce di McKinsey e durante questo periodo ha svolto la sua attività di consulente direzionale per varie istituzioni e aziende.

EY BATTE IL CINQUE

Alessio Agostinelli, Andrea Cacciapaglia, Nicola Cavallo, Francesco Sgobio e Vincenzo

Tortorici. EY ha annunciato l’ingresso di cinque nuovi partner nella service line strategy & transactions. I professionisti ra orzeranno ulteriormente le aree strategy, value creation, corporate nance e m&a.

“Sono felice di dare il benvenuto nel team ad Alessio, Andrea, Nicola, Francesco e Vincenzo. La loro vasta esperienza sarà fondamentale in un momento in cui, più che mai, i clienti hanno bisogno della nostra consulenza per compiere grandi passi trasformativi, ride nire il proprio purpose, investire sulla trasformazione e continuare a innovare”, commenta Andrea Guerzoni, EY Global vice-xhair di strategy and transactions.

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Imprenditoria spumeggiante

Il Ferrari ha saputo a ermarsi come un’eccellenza del made in Italy

Da 70 anni alla guida dell’azienda c’è la famiglia Lunelli, alla terza generazione

Qualità senza compromessi, visione imprenditoriale e attenzione all’innovazione: così, in settant’anni, la famiglia Lunelli ha fatto dello spumante Ferrari una delle eccellenze del lusso made in Italy. Da più di due anni il marchio Ferrari sale sul podio al termine di tutte le gare del Campionato di Formula 1, dopo avere battuto tutti i rivali. Non parliamo ovviamente della rossa di Maranello, bensì dello spumante Trentodoc più famoso al mondo, che dal 2021 ha superato i colossi francesi dello Champagne nel ruolo di fornitore u ciale della F1. Un successo fortemente cercato da Matteo Lunelli, presidente e amministratore delegato di Cantine Ferrari Trento, grande sostenitore del made in Italy ed esponente della terza generazione della famiglia che, nel 1952, rilevò l’azienda fondata cinquant’anni prima da Giulio Ferrari.

Le origini

Un vero e proprio pioniere, quest’ultimo: tornato in Trentino dopo avere studiato vitigni e cantine in Francia e Germania, fu tra i primi a di ondere lo Chardonnay

in Italia e a introdurre il processo di spumantizzazione metodo classico nel suo territorio, importando il procedimento francese della seconda fermentazione in bottiglia. In breve tempo l’azienda si impose fra gli appassionati per la qualità dei suoi spumanti, anche se la produzione rimase relativamente limitata. Fino a che Ferrari, non avendo gli, decise di vendere l’attività: tra le tante o erte scelse quella di Bruno Lunelli, titolare di una nota enoteca di Trento che ben conosceva, essendo uno dei principali distributori dei suoi vini. Una scelta che si sarebbe rivelata azzeccata, anche se, all’inizio, Lunelli ebbe più di una volta il dubbio di avere fatto il passo più lungo della gamba. Aveva investito 30 milioni di lire, di cui lui inizialmente non aveva disponibilità. “Firmai una montagna di cambiali”, raccontava agli amici che andavano a farsi un bicchiere nel suo locale di Largo Carducci. Ma Lunelli, oltre alla passione e alla competenza in fatto di vini, aveva anche talento imprenditoriale: doti che gli consentirono di incrementare ben presto in maniera esponenziale la produzione, senza mai venir

meno all’impegno preso con il fondatore per garantire la qualità degli spumanti che portavano il suo nome. Nel giro di appena due anni fu in grado di estinguere i debiti. E quando Giulio Ferrari morì 86enne, nel 1965, la cantina di via Belenzani era già passata da 10.800 a 60mila bottiglie all’anno.

Da Andy Warhol a Luna Rossa Non solo. Bruno ebbe un ruolo importante anche nella di usione di quel metodo classico trentino che molti anni più tardi, nel 1993, avrebbe ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata, tappa fondamentale di un percorso proseguito no al 2007 con la nascita del marchio collettivo Trentodoc. Arrivò inoltre a ricoprire numerose cariche istituzionali: fu presidente del consiglio di amministrazione dell’Ente provinciale per il Turismo, dell’Azienda autonoma Turismo di Trento, della Banca di Trento e Bolzano, dell’Associazione dei pubblici esercenti e dell’Associazione commercianti, oltre che del consiglio di Amministrazione dell’Istituto Tecnico Amboni di

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Matteo Lunelli

Trento. Nel 1969, a 63 anni, decise di lasciare la conduzione di Ferrari Trento ai gli Franco, Gino e Mauro, ai quali aveva trasmesso la passione per i vini e per la qualità senza compromessi.

Mauro l’enologo Buon sangue non mente, si dice. Soprattutto se, a “fare buon sangue”, è il vino. Mauro, l’enologo della famiglia, diede vita a nuove etichette di successo come il Ferrari Rosé e il Ferrari Perlé (nato come Ferrari Brut dei Brut). Oltre all’iconico Giulio Ferrari Riserva del Fondatore: lanciata nel 1980, quella che a tutt’oggi è la bollicina italiana più premiata di sempre nacque da una scommessa lanciata nel 1972, quando Mauro mise da parte 5mila bottiglie di una cuvée speciale realizzata con le uve Chardonnay in purezza provenienti dalla tenuta Maso Pianizza, acquistata poco tempo prima. Negli stessi anni, l’abilità commerciale del fratello Gino (Cavaliere del Lavoro dal 1987) portò il marchio a conquistare la leadership del settore in Italia e a farsi conoscere anche all’estero, puntando ai palcoscenici più esclusivi e prestigiosi: le bollicine trentine divennero protagoniste dei brindisi di capi di Stato (a partire dal Quirinale), star dello spettacolo e campioni dello sport. Nel 1971 a Ravina, alle porte di Trento, venne realizzata una nuova cantina, dieci anni dopo la produzione raggiunse il milione di bottiglie, mentre Ferrari si avviava a diventare

uno dei marchi più gettonati nei brindisi che avrebbero scandito i ritmi dell’era della “Milano da bere”. Quando anche Andy Warhol, appassionato di champagne, nel capoluogo lombardo festeggiava sorseggiava Ferrari. Ed era Ferrari anche lo spumante con cui gli azzurri, nel 1982 al Santiago Bernabeu di Madrid, festeggiarono la storica vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio. Ben prima della Formula 1, infatti, già con la seconda generazione dei Lunelli il marchio iniziò ad abbinarsi sempre più frequentemente ai grandi eventi sportivi, accompagnando i brindisi u ciali di Olimpiadi, Mondiali di Sci e America,’s Cup con Luna Rossa.

Non solo bollicine

Gli anni ’80 furono anche quelli in cui la famiglia iniziò ad allargare i propri interessi al di fuori delle bollicine: vennero rilevate la grappa Segnana e l’acqua minerale Surgiva,

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La seconda e terza generazione della famiglia Lunelli. Andy Warhol festegia con il Ferrari a Milano.

mentre con l’avvio della produzione di vini fermi attraverso Tenuta Margon, sempre in Trentino, nacque il primo embrione del progetto Tenute Lunelli. Che avrebbe preso ulteriore corpo negli anni Duemila allargando gli orizzonti al di là del territorio di origine e al mercato dei vini rossi, con l’acquisizione prima di 40 ettari in Toscana – sede della Tenuta Podernovo, dove si produce un Sangiovese - e poi dei terreni a Bevagna e Montefalco, in Umbria, nella zona del Sagrantino. Qui, all’interno della tenuta Castelbuono, i Lunelli hanno fatto realizzare dal Maestro Arnaldo Pomodoro il Carapace, una cantina – inaugurata nel 2012 - che è al tempo stesso un capolavoro di design inserito nel territorio e un moderno laboratorio di produzione.

Lo sviluppo del business

Contemporaneamente, all’interno del gruppo si è realizzato il secondo passaggio generazionale, avviato negli anni ’90 con l’ingresso in azienda di Marcello, che aveva a ancato in cantina lo zio Mauro. Negli anni Duemila era stato il turno di Matteo, Camilla e Alessandro. E a Matteo, rientrato a Trento dopo una laurea in Bocconi e un’esperienza manageriale in Goldman Sachs a Londra, lo zio Gino Lunelli ha lasciato la presidenza nel 2005 e la carica di ad dal 2011. A blindare la governance sono i patti di famiglia con cui Franco, Gino e Mauro, come già fece il padre Bruno alla ne

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degli anni ’60, hanno distribuito i ruoli ai gli: Marcello, oltre che responsabile tecnico, è dal 2007 anche vicepresidente, Camilla è alla guida della comunicazione e delle relazioni esterne mentre Alessandro è direttore delle operations nonché ad di Tenute Lunelli. Il ricambio ai vertici non ha fermato la corsa di quella che è ormai una vera e propria holding familiare, ulteriormente cresciuta nel 2014 con l’acquisizione del Prosecco Superiore Bisol1542 e nel 2021 con la cedrata Tassoni. In dieci anni il fatturato del gruppo Lunelli è raddoppiato, toccando nel 2021 i 133 milioni di euro di cui 96 milioni da Ferrari, 23 milioni da Bisol e 15 milioni dalle altre partecipate. Numeri che basterebbero, da soli, a motivare il Premio Nazionale EY–L’imprenditore dell’anno assegnato lo scorso novembre a Matteo, dal 2020 presidente anche della Fondazione Altagamma che riunisce oltre cento marchi italiani del lusso. Ma i numeri non sono su cienti a spiegare la realtà di una famiglia che, da tre generazioni, custodisce con orgoglio 120 anni di tradizione, ma

che al tempo stesso è ben radicata nel presente e proiettata al futuro.

Focus sulla sostenibilità

Come dimostra l’attenzione per la sostenibilità e l’innovazione tecnologica: nel 2014, in collaborazione con la Fondazione Mach, è stato stilato il protocollo “Il Vigneto Ferrari – per una viticoltura di montagna salubre e sostenibile” che stabilisce gli standard cui devono attenersi i conferenti di uva, dal 2017 i vigneti di proprietà sono certi cati biologici, nel 2020 è stato redatto il primo Rapporto di Sostenibilità mentre nel 2022 è arrivata la certi cazione di Carbon Neutrality. Il tutto mentre i vigneti sono sorvegliati dall’altro per mezzo di droni, la qualità delle uve viene monitorata nelle cantine grazie all’intelligenza arti ciale e l’utilizzo delle risorse idriche viene ottimizzato tramite sensori connessi a internet. A dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che Giulio Ferrari non si sbagliò quando, più di settant’anni fa, scelse l’o erta di Bruno Lunelli per garantire il futuro della sua azienda.

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Il Carapace, la cantina realizzata in Umbria da Arnaldo Pomodoro. LE GENERAZIONI CHE FIN QUI SI SONO SUCCEDUTE ALLA GUIDA DEL GRUPPO FONDAZIONE DELL’AZIENDA FERRARI IL FATTURATO IN MILIONI DI EURO DEL GRUPPO LUNELLI

Esposizione a fattori azionari Value, Momentum e Quality

Investire nel futuro

Nata nel corso del 2020, Liftt mira a sostenere le giovani imprese italiane

Tesoriere (ceo): “Operiamo come ponte tra capitali e innovazione”

O rire una visione innovativa, dinamica e moderna del venture capital applicato al transfer technology con un forte focus sull’impatto nel territorio italiano. È con questo preciso focus che nel 2020, in un periodo complesso come quello scaturito dalla pandemia, è nata Liftt, holding di investimento fondata per volere di Fondazione Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino attraverso Fondazione Links. Diretta da Giovanni Tesoriere, ceo della società, protagonista di questa intervista a PRIVATE, Liftt si pre gge l’obiettivo di investire circa 20 milioni di euro l’anno in cinque anni e generare attraverso co-investitori un usso di capitali sul territorio di circa 450 milioni di euro, come ci racconta in questa intervista Giovanni Tesoriere, ceo della società.

Partendo dal principio, come è nata l’idea di dar vita a Liftt e con quali obiettivi in termini di investimento?

Tutto è nato quando Francesco Profumo decise di a dare il progetto a Stefano Buono,

scienziato-imprenditore (la sua “creazione”, la AAA - attiva nel settore del biotech - è stata ceduta a Novartis nel 2018 per 3,9 miliardi di dollari, ndr), con l’ambizione di produrre un modello di investimento che facesse da ponte tra il mondo della ricerca e quello dell’impresa. In termini, invece, di investimenti in società, Liftt si pre gge di investire in circa 100 aziende in cinque anni, puntando su un modello di business che ha l’obiettivo di disinvestire in media dopo cinque anni con un Irr medio

potenziale di portafoglio di oltre il 20%. A oggi, la società ha investito in 33 start up posizionandosi come il terzo venture capital più attivo in Italia per numero di investimenti.

Ma entrando nel dettaglio, qual è il suo ruolo nel venture capital e cosa la contraddistingue rispetto ai suoi competitor?

Il nostro ruolo primario e la nostra mission nel mondo del venture capital sono di supportare il trasferimento tecnologico agendo come un ponte tra innovazione capitali e territorio. Il modello di Liftt, infatti, è molto particolare. Non siamo un fondo ma una holding di partecipazioni, formalmente una Spa, e abbiamo un modello evergreen: raccogliamo continuamente capitale che possiamo impiegare immediatamente con la essibilità di gestire l’investimento in modo funzionale allo sviluppo del progetto e delle tecnologie e non in modo vincolato al ciclo di vita di un fondo chiuso. In sintesi, forniamo un capitale “paziente” ma non solo perché operiamo come un investitore attivo: Liftt, infatti,

La scelta di puntare sulla società Voiseed si colloca sull’onda del crescente interesse per l’intelligenza arti ciale generativa e in particolare per la cosiddetta
“audio generation”
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DI MASSIMILIANO CARRÀ
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Giovanni Tesoriere

vanta un team di project manager, con background tecnologico ed industriale che supportano operativamente ciascuna start-up in portfolio, ciascuno per il proprio ambito di competenze verticali.

E in termini di target, di settori di interesse e di ticket di investimento invece?

Non abbiamo uno speci co verticale tecnologico e le nostre partecipate coprono uno spettro ampio di tecnologie e settori applicativi: dalla cybersecurity, energia, fotonica, tecnologie per il riciclo dei materiali, biotech, medical device, automotive, arti cial intelligence, materiali avanzati. Investiamo sin dalle fasi iniziali del ciclo di vita con ticket da 100-300 mila euro per le fasi Poc/ seed, proseguiamo con 500 mila - 1 milione di euro per le fasi di start-up e, per le fasi di crescita spinta, ticket superiori da 1 a 10 milioni di euro, o anche superiori dove ci siano le condizioni.

Come è nata l’idea dell’investimento in Voiseed e come è strutturato?

L’investimento in Voiseed si colloca sull’onda del crescente interesse per il settore dell’intelligenza arti ciale generativa, e in particolare per la cosiddetta “audio generation”. Grazie a un innovativo sistema TTS (text-to-speech) multilingua, Voiseed si propone di creare voci sintetiche ma al contempo “espressive e naturali” dando così voce a tutti i contenuti non doppiati che oggi sono solo sottotitolati.

Parliamo di un mercato di contenuti enorme che spazia dagli audiolibri all’advertising, dai social network al gaming, dal cinema alla musica. L’investimento nella startup è pari a un milione di euro, suddiviso parimenti tra Liftt e il fondo del Consiglio Europeo per l’innovazione della Commissione Europea (EIC Fund). La società milanese si è assicurata già n d’ora un ulteriore milione di euro dal programma dell’EIC sul prossimo round di investimento.

Quali sono, quindi, le operazioni che ci dobbiamo aspettare nell’immediato? Ci sono già dossier aperti da concludere entro l’anno? Il piano d Liftt è quello di continuare ad investire in modo importante nei prossimi anni ad ampio spettro su tecnologie innovative. L’ambizioso obiettivo è quello di arrivare a costruire in cinque anni di attività un portafoglio di 80-100 partecipate. Attualmente, stiamo lavorando per chiudere altri 7 deal che abbiamo già approvato e che contiamo di avere in portfolio entro il primo trimestre.

Continuiamo naturalmente ad alimentare la pipeline perché il processo è molto selettivo. Nell’ultimo anno è entrato in portfolio meno dell’1% dei progetti che abbiamo incontrato.

E, in ne, guardando a quello che sta accadendo nel mercato, quali sono secondo voi i settori da tenere sott’occhio?

Sono tante le aree di mercato che mostrano segnali promettenti nonostante la congiuntura. Come Liftt analizziamo costantemente i trend tecnologici e le dinamiche di investimento per identi care le aree e gli ambiti applicativi verso i quali vogliamo direzionare lo sviluppo del portafoglio. Dato il nostro focus guardiamo con particolare interesse al mondo della fotonica, della quantistica, dei materiali avanzati e dell’energy/cleantech. Il sostegno a startup che si occupano di hardware in ambito deep tech è relativamente nuovo nel nostro Paese, ed è un grande incentivo a un rilancio del ruolo italiano nel panorama internazionale della tecnologia avanzata.

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58,2MLN TOTALE CAPITALE RACCOLTO A MARZO 2023 33 NUMERO DI SOCIETÀ IN PORTAFOGLIO
2019
ANNO DI NASCITA DELLA SOCIETÀ OPERATIVITÀ DAL 2020

Questione di competenze

Il ntech si rivela sempre più strategico per l’evoluzione del sistema bancario

L’innovazione non deve far paura a chi ha il coraggio di mettersi in gioco

Siamo ormai consapevoli che il mondo ntech sia strategico per il futuro del sistema bancario. Ma deve essere chiaro n da subito che, per la focalizzazione su speci che nicchie, la qualità delle risorse umane e la capacità di attivare il giusto mix di competenze per fare lavorare insieme le persone sono fattori altrettanto importanti per avere successo.

Le gure più richieste Ecco perché, tra le gure più richieste, ci sono i data scientist, i business data analyst, i compliance manager, ovvero coloro che permettono alle organizzazioni di rimanere sempre a pari passo con i cambiamenti normativi del settore. Senza dimenticare gli esperti in sicurezza informatica come, ad esempio, gli hacker etici, che simulano attacchi informatici per veri care la sicurezza del sistema. E, ancora, programmatori, sviluppatori ed esperti di marketing digitale. Servono pro li nuovi per un mondo nuovo e in continua evoluzione. Anche nel private banking.

Le s de poste dalla crescente digitalizzazione del mondo delle banche possono allora essere

focalizzate su tre obiettivi principali: garantire la sicurezza; mantenere la trasparenza e la correttezza nei confronti dei consumatori; continuare a promuovere l’innovazione.

Le s de in campo

Il primo gruppo di s de è legato agli aspetti di sicurezza, elemento fondante della ducia dei consumatori verso il settore bancario e nanziario perché i canali distributivi digitali possono subire attacchi informatici sempre più rapidi e so sticati che mettono a rischio la continuità operativa, l’integrità dei dati, le informazioni sulla clientela. Serve un impegno costante e la de nizione di presidi sia tecnici sia organizzativi per prevenire incidenti e fornire risposte repentine ed e caci, in collaborazione con le autorità di vigilanza.

D’altra parte, l’ampio ricorso alla tecnologia espone gli intermediari a maggiori rischi derivanti dal malfunzionamento dei sistemi Lo stesso processo di frammentazione della catena produttiva dei servizi nanziari in capo a più soggetti ampli ca

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le interconnessioni e i rischi di di usione a rete di eventuali shock, sia di natura nanziaria sia provenienti da possibili attacchi cibernetici o da errori di natura operativa. Non sarà una s da semplice: al nuovo personale e ai nuovi manager bancari è richiesto il di cile compito di tutelare l’integrità del patrimonio informativo, in un contesto, come quello attuale, dove le istanze di accesso ai dati delle banche si moltiplicano, anche a causa dell’introduzione del modello di open banking.

Accelerare sull’innovazione

È una doppia s da perché, tra gli intermediari caratterizzati da strategie più avanzate nel campo dell’innovazione, la presenza di competenze tecniche ha raggiunto livelli ormai molto elevati ma, a volte, emergono di coltà nel fronteggiare il complesso quadro regolamentare e prudenziale. Per converso, tra gli intermediari più tradizionali di medie e piccole dimensioni, è possibile veri care un’insu ciente presenza di gure esperte di sistemi informativi e di nuove tecnologie, soprattutto negli organi di governo.

E invece, oggi più che in passato, è importante il valore della diversità (di genere e professionale). Ed è fondamentale che il sistema manageriale di banche e ntech sia in grado di esprimere la multidisciplinarietà necessaria alla gestione sia delle tecnologie sia dei fatti amministrativi.

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Serve un impegno costante e la de nizione di presidi sia tecnici sia organizzativi per prevenire incidenti e fornire risposte repentine ed e caci, in collaborazione con le autorità di vigilanza

TOSCANO A 4 ZAMPE

Il nuovo sigaro “Bracco” ha un carattere discreto e tranquillo, proprio come il cane Tabacco Kentuck in 3 diversi formati per una fumata dal gusto vigoroso

Per preservare l’unicità dei suoi prodotti, Manifatture Sigaro Toscano ha coltivato per oltre duecento anni le proprie tradizioni. Ed è così che l’azienda, coniugando lavorazioni secolari e cambiamento, lancia i sigari Toscano Bracco. Il nome deriva dal temperamento tipico del Bracco, un esemplare di cane che - per il suo carattere tranquillo e discreto - sa essere il compagno perfetto. I sigari sono avvolti da una fascia scura di tabacco Kentucky italiano fermentato, frutto di una duplice selezione manuale: la prima a opera dei coltivatori italiani durante la fase di “cernita” del raccolto; la seconda da parte del dipartimento “Leaf” di Manifatture Sigaro Toscano dopo la fermentazione della fascia. Il ripieno è un blend di tabacchi Kentucky nordamericani e italiani, ricavati solo da posizioni fogliari alte e ricche di olii, che conferiscono alla fumata un gusto vigoroso e appagante. La nuova gamma nasce in 3 diversi formati (Originale, Robusto e Assolo). Manifatturesigarotoscano.it - Prezzo 8 euro.

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TRA ARTE E DESIGN

L’Hotel De Cambis di Avignone valorizza il centro della storica città francese

La struttura, aperta nella primavera del 2022, punta sull’eccellenza degli arredi

Arte e design si intrecciano nell’Hotel De Cambis, che dalla primavera dello scorso anno valorizza il centro di Avignone (sud-est della Francia).

Le super ci ri ettenti e trasparenti parlano la lingua del vino, mentre le sfumature la fanno da padrone negli arredi delle stanze e del bar.

Le 41 camere sono suddivise in tre categorie: Premier Cru, Grand Cru e Millésime, (cioè vintage). La scelta dei marchi è curatissima, da Kartell per gli appendiabiti a Beauregard per le piastrelle, a Expormim per i mobili. Prezzi a partire da 128 euro - Hoteldecambis.com

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GIOCHI DI COLORI

JULIE GAUTHRON È UNA DESIGNER D’INTERNI E ARTISTA; CONCEPISCE I SUOI PROGETTI IN MODO OLISTICO. IN QUESTO HOTEL HA GIOCATO CON I COLORI, ISPIRANDOSI AL TEMA DEI VINI DELLA COTE DU RHONE.

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RITORNO DEL MITO

Honda va all’attacco nel segmento delle enduro medie con la XL750 Transalp Monta un motore bicilindrico e presenta 3 livelli per il freno motore

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SOLUZIONI ESCLUSIVE

Dalla Honda arriva il modello XL750 Transalp che, oltre a riportare sul mercato un nome storico, promette di sparigliare nel segmento delle enduro medie. Oltre a un’estetica moderna, la moto è caratterizzata da un motore bicilindrico da 92 Cv completamente nuovo (condiviso con la CB750 Hornet).

Tra le caratteristiche, il controllo di trazione regolabile, l’antimpennata, tre livelli per la gestione del freno motore e l’impostazione dell’Abs per l’o -road che consente di avere il pieno controllo del freno posteriore. Honda.it - Prezzo: da 10.690 euro

I CONSUMI

La casa nipponica dichiara 23 km/l, mentre le emissioni sono limitate a 103 g/km. Con il pieno di benzina, la moto pesa 208 Kg.

LE DIMENSIONI

Lunghezza: 2.325 mm, larghezza: 838 mm, altezza: 1.450 mm, interasse: 1.560 mm, altezza sella: 850 mm, capacità serbatoio: 16,9 litri.

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DRY GIN ARTIGIANALE

L’Old V8 è prodotto mediante un alambicco interamente in rame

La matrice classica si combina con le note speziate della noce moscata

Old V8 è un Dry Gin prodotto artigianalmente mediante un alambicco interamente in rame, del tipo a bagnomaria. Con l’obiettivo di e ettuare la migliore selezione possibile degli aromi apportati dalle botaniche che lo compongono, Old v8 Gin viene distillato ben due volte in successione. Le bacche di ginepro vengono macerate in alcool di grano insieme ad altre 13 di erenti botaniche selezionate.

La matrice classica di un Dry Gin, data dalle bacche di ginepro, coriandolo e dalla radice di angelica, si arricchisce qui di ulteriori note speziate conferite dalla noce moscata, dal cumino e dal cardamomo. Un a ato oreale si a accia con il timo, il genepì e la camomilla, il tutto ammantato dalla preziosa carezza delle bacche di vaniglia Bourbon del Madagascar.” Nolipipe.it Prezzo a bottiglia: 65 euro

DRINK 70 PRIVATE

BRAND FOR COMMUNITY

MAGAZINE / EXPERIENCES / EVENTS / WEB / NEWSLETTER / SOCIAL

BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.

TREND DELLA DOLCEZZA

Il Baileys Treat Report 2023 segnala le principali tendenze del gusto Emergono la nostalgia per gli anni Ottanta e le atmosfere intime dei falò

Baileys, uno dei liquori più amati al mondo, ha pubblicato il Treat Report annuale nel quale analizza i trend gourmand più dolci e accattivanti destinati a conquistare la scena internazionale nel futuro prossimo. Tra gli altri, spiccano il ritorno di atmosfere anni Ottanta, il viola e le atmosfere intime dei falò. I contenuti sono frutto di un’indagine tra gli insider del settore, come la futurologa alimentare Morgaine Gaye.

Baileys.com

SWEET 72 PRIVATE

FORBES BRAND FOR COMMUNITY

MULTIMEDIALE

/ NEWSLETTER / WEB/ SOCIAL / PODCAST / TV
EVENTS
FORBES IL PIÙ GRANDE E PRESTIGIOSO SISTEMA DI COMUNICAZIONE PER CONOSCERE LE STORIE, I PROGETTI E LE VISIONI DELLE DONNE E DEGLI UOMINI DI SUCCESSO CHE STANNO CAMBIANDO IL MONDO.

ABILITÀ MANUALI

Il sito internet della Fondazione Cologni è ricco di racconti di ceramisti Poggi, con la sua bottega ad Albissola, è tra gli esponenti più noti

Il sito internet della Fondazione Cologni è ricco di racconti di italiani che hanno saputo dar vita a risultati unici grazie alla propria creatività e alla tenacia nel perseguire un sogno. Come Giovanni Poggi, che ad Albissola (Savona) ha creato oltre 60 anni fa la Manifattura San Giorgio, diventata nel tempo crocevia di artisti di fama internazionale. “L’arte aggrega e crea meravigliose sinergie”, racconta Poggi. Fondazionecologni.it

IL FONDATORE

La Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte è un’istituzione privata non pro t, nata a Milano nel 1995 per volontà di Franco Cologni, che ne è il presidente. Promuove una serie di iniziative culturali, scienti che e divulgative per la tutela e di usione dei mestieri d’arte.

EDITORIA

Attraverso le collane “Mestieri d’Arte” e “Ricerche” (Marsilio Editori), la Fondazione ricostruisce storicamente il percorso compiuto dai mestieri d’arte no ai giorni nostri, guardando alla grande tradizione del savoir-faire italiano.

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STILE GENOVESE

Finollo è un simbolo in tutto il mondo del capoluogo ligure

Un’ampia varietà di camicie e cravatte all’incrocio tra stile british e italiano

Una tradizione che si rinnova dal 1899. La storia della Ditta Finollo prende il via grazie all’estro e gusto per l’eccellenza del fondatore Emanuele Finollo e si consolida nel tempo grazie alla capacità di dettare le mode senza mai rinunciare a un pizzico di classicità. Per la rivista New Yorker, questa realtà imprenditoriale è “una perfetta metafora di Genova, del suo carattere discreto, amante dei silenzi e della risata arguta… Tipiche predisposizioni dell’animo genovese che guarda al british style e lo rielabora secondo lo stile italiano”. Finollo.it

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AL VIA L’ECOMMERCE

Giunta alla quinta generazione, la storica azienda genovese di cravatte e camicie ha deciso di aprire una boutique online, che consente di personalizzare ogni capo con colori e ricami a mano di pregio. Il tutto senza rinunciare al negozio in stile liberty, con un design unico al mondo.

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ASTE VINTAGE

Negli ultimi mesi vi è stato un proliferare di trattori battuti all’incanto

L’attenzione è rivolta verso i modelli storici, anche di marchi famosi

Tra le tendenze emergenti nel mondo internazionale delle aste vi è una forte attenzione verso i veicoli agricoli storici.

Il pro lo dei collezionisti? Ce ne sono di due tipi: appassionati che ricercano e acquistano con discrezione; nostalgici ex ragazzi di campagna che vogliono rivivere le emozioni dell’adolescenza dopo essersi costruiti una posizione nelle grandi città. Di rigore, disporre di ampi spazi nei quali parcheggiare i trattori.

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Modello del 1983, muscoloso, blu, venduto per 210mila sterline alla Che ns’ Shrubbs Farm Sale.

A guardarlo adesso appare bu o, ma evidentemente negli anni Quaranta, quando è stato realizzato, aveva una certa funzionalità. È stato venduto per 12.870 sterline da Aumann Auctions.

JOHN DEERE MODEL B

Ruote anteriori piccole, ruote posteriori eccezionalmente grandi e focalizzazione cromatica sul verde. Un modello degli anni Quaranta che può piacere ai nostalgici.

LAMBORGHINI CINGOLATO CRAWLERS 1950

Il marchio Lamborghini campeggia in grande su questo trattore, che ricorda come la casa fondata in Italia abbia avuto un passato di mezzi agricoli prima di puntare sulle auto.

DOVE VEDERE

Il club dei trattori, per approfondire il tema: Dbtc.co.uk

Un portale con un ampio ventaglio di modelli tra i quali scegliere: Europeanclassiccars.co.ukpp

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MCCORMICK 1940

Uomini e macchine alleati

L’intelligenza arti ciale può aiutare a generare pro tti anche nelle fasi ribassiste

I trader in carne e ossa possono trovare nei software degli straordinari collaboratori

Gli ultimi mesi hanno dimostrato quanto, nelle fasi di forte incertezza macroeconomica, sia di cile operare con pro tto sui mercati, dati i rapidi cambiamenti di direzione e il delicato equilibrio tra, da un lato, il rialzo dei tassi e lotta all’in azione e, dall’altro, i timori sulla crescita e la stabilità del sistema nanziario.

La bussola per orientarsi

In questo scenario, il team di Denarius ha trovato la propria bussola nei sistemi quantitativi, sviluppati unendo la conoscenza dei mercati alle moderne tecniche di Intelligenza Arti ciale. I sistemi analizzano ogni giorno oltre 3mila strumenti nanziari, tra cui indici, valute, azioni individuali, tassi di interesse, Etf e materie prime, identi cando 50-100 idee di trading. Grazie all’utilizzo dell’intelligenza arti ciale, abbiamo potuto ottenere performance positive in situazioni di forte complessità, come lo scorso mese di marzo: in primo luogo, l’analisi automatica permette di scandagliare molti più mercati e favorire la diversi cazione, ripartendo il rischio su un numero più elevato di operazioni; in secondo

luogo, i segnali rappresentano un elemento di forte disciplina per i gestori, che possono così a nare il market timing, posizionandosi in maniera determinante solo se in accordo con gli algoritmi.

Trend e reversal

Nella strategia di Denarius ci focalizziamo su due classi principali di indicatori: trend e reversal.

Gli indicatori di trend estrapolano le tendenze a medio-lungo termine dei mercati, mentre quelli di reversal individuano movimenti che sono sul punto di esaurirsi, con una forte probabilità che si veri chi una reazione nel senso opposto.

In particolare, combinando di erenti indicatori possiamo realizzare strategie anche completamente

sistematiche, attivando un trade ogni volta che riceviamo un segnale. I sistemi permettono di generare performance in molteplici condizioni di mercato, in quanto i segnali forniscono sia raccomandazioni “long” che “short”; in particolare, le posizioni al ribasso possono essere implementate sia tramite la vendita allo scoperto, sia utilizzando Etf short, con o senza leva, sui principali indici di mercato.

Per la stima dei trend, utilizziamo un modello statistico proprietario che indica la tendenza a lungo termine e la tendenza a medio termine, in combinazione con l’indicatore Moving Average Convergence Divergenze (Macd), l’indicatore di accelerazione e la rottura di livelli di supporto e resistenza.

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Gli investitori hanno l’opportunità di sfruttare le potenzialità dei sistemi quantitativi sia a dandosi a mandati discrezionali, sia sottoscrivendo contratti di advisory, che prevedono l’accesso ai report di ricerca e ai segnali di trading

Un esempio di combinazione di segnali puo essere lo studio della pendenza e accelerazione delle linee di trend, oppure un incrocio delle stesse unito ad un cambio di segno dell’indicatore Macd.

Per i sistemi di reversal, operiamo quando di erenti sistemi non correlati generano segnali concordanti, come le divergenze dell’indicatore Relative Strength Index (RSI) e i pattern nei gra ci

delle candele giapponesi, come i cosiddetti hammer e shooting star.

Le prospettive

Gli investitori possono sfruttare le potenzialità dei sistemi quantitativi sia a dandosi a mandati discrezionali, con una gestione completa del portafogli, siasoluzione interessante soprattutto nel caso dei clienti professionali - sottoscrivendo contratti di

advisory, che prevedono l’accesso ai report di ricerca e ai segnali di trading, da utilizzare come punto di partenza e guida per la propria strategia di investimento. Anche gli istituzionali possono ottenere importanti miglioramenti nei risultati, sia tramite lo sviluppo di prodotti puramente sistematici, sia potenziando la gestione tradizionale con una componente di intelligenza arti ciale.

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Musei d’artista

Istituzioni culturali private, ma aperte al pubblico Tra gli esempi recenti il Gilbert & George Centre

È un fatto ormai assodato che gli ultimi vent’anni siano stati caratterizzati dalla proliferazione dei cosiddetti musei privati, istituzioni culturali nate dalla volontà di imprenditori e magnati che hanno scelto di aprire le proprie collezioni d’arte al pubblico. Lo scopo, nella maggior parte dei casi, è quello di avvicinare sempre più persone al mondo dell’arte, assicurando al tempo stesso un futuro stabile alla collezione anche dopo la morte del proprietario. In questo ricco e variegato contesto si distingue però un gruppo particolarissimo di musei privati: i musei d’artista

L’opera totale

Sebbene spesso si tratti di fondazioni d’artista nate postume, vi sono sempre più artisti che in vita sentono la necessità di raccogliere la propria arte in un luogo che li rappresenti totalmente. In questi casi l’iniziativa viene direttamente dagli artisti stessi che scelgono di occuparsi in prima persona della costruzione di istituzioni a loro dedicate, luoghi in cui ogni dettaglio ri ette la creatività e il carattere del maestro presentandone i capolavori in un contesto unico.

Ne è un esempio Salvador Dalì che già nel 1974 inaugurava in Spagna il suo Teatro-Museo Dalì Ampiamente riconosciuto come il più importante centro espositivo delle opere del grande maestro, il museo di Figueres è considerato un capolavoro surrealista, un’opera d’arte totale, dove ogni aspetto –dall’architettura all’allestimento degli interni – riverbera l’arte del suo creatore.

Spirito immortale

Il fenomeno dei musei d’artista ha certamente a che fare con la volontà, sempre più comune tra gli artisti contemporanei, di mettere al sicuro la propria eredità artistica evitando che il lavoro di una vita venga disperso a causa di lotte ereditarie, controversie legali e con itti famigliari. Il desiderio di avere il controllo sulla propria eredità è uno dei motivi che ha spinto Yayoi Kusama – attualmente l’artista vivente più costosa al mondo – ad aprire nel 2017 un museo a Tokyo, sua città natale. Analogamente, l’artista britannica Tracey Emin, dopo aver a rontato un’intensa battaglia contro il

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Gilbert & George Centre, primo piano. Courtesy SIRS Architects.

tumore alla vescica, ha lanciato TKS Studios, un’istituzione che mette a disposizione studi per artisti a prezzi accessibili e o re un programma di residenza di 18 mesi nanziato dalla

Tracey Emin Foundation

Il progetto prevede anche la nascita di un piccolo museo che accoglierà l’enorme archivio dell’artista che ad oggi conta 30.000 fotogra e e circa 2.500 opere su carta.

Nuove aperture a Londra

Uno degli ultimi esempi in ordine di tempo è il caso dell’artista britannico Glenn Brown che ha da poco aperto a Londra il suo museo. Ricavato in un magazzino accuratamente

ristrutturato nel quartiere londinese di Marylebone, e Brown Collection si sviluppa su tre piani ed espone una grande quantità di dipinti, disegni e sculture dell’artista, alle quali si aggiungeranno nel tempo opere di altri artisti storici e contemporanei, parte della collezione personale di Brown. Sempre a Londra ha inaugurato il 1° aprile il Gilbert & George Centre. Situato al 5 di Heneage Street, in un ex edi cio industriale a due passi dalla casa dove il duo di artisti risiede dal lontano 1968, il centro è stato fortemente voluto da Gilbert & George con l’intento di creare una dimora permanente per le

loro opere, dove saranno promosse iniziative di studio e ricerca sulla loro poetica.

Al progetto ha lavorato, in stretta connessione con gli artisti, lo studio di architettura SIRS, che ha ripensato gli spazi della proprietà acquistata nel 2015, con l’idea di realizzare una sorta di museo che raccogliesse i lavori del duo.

La mostra di apertura del Gilbert & George Centre presenterà la famosa, serie e Paradisical Pictures del 2019. Quasi in contemporanea, dal 12 aprile al 13 maggio 2023, al White Cube di West Palm Beach sarà esposta la nuova serie dal titolo e Corpsing Pictures.

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L’opera Rosy, 2019. A destra: il ritratto di Gilbert & George davanti ai cancelli del Centro. Courtesy The Gilbert & George Centre.

Preziosi all’asta

Le quotazioni sono attese in crescita dell’8%. Come valorizzare i beni di famiglia

Scarlata (Wannenes): “I gioielli sempre più percepiti come asset d’investimento”

Continuiamo a parlare di un trend positivo che dalla pandemia in avanti non sembra a rontare battute d’arresto: l’alta gioielleria. A confermarlo i dati per il 2023, in cui secondo i report di AltagammaBain Worldwide Luxury Market Monitor si prevede che il settore manterrà un ottimo andamento, con un aumento delle vendite dell’8%. Si prevede un solido aumento dei volumi di vendita che non verrà scal to dagli aumenti pur signi cativi dei prezzi.

Il 2022 è stato un anno record per il mercato mondiale del lusso e per le gioiellerie. Per il 2023 si prevede ancora una crescita solida, malgrado l’incertezza macroeconomica.

L’aumento dei costi energetici, l’in azione crescente e tutte le criticità in atto, incideranno parzialmente sulle performance. In Europa gli acquisti dei turisti internazionali compenseranno la più debole domanda interna e avranno un impatto positivo sul mercato.

Nel dettaglio, alcune particolari soddisfazioni per il mercato secondario sono registrate nelle vendite all’asta, che rappresenta da

alcuni anni il luogo principe per alienare beni di famiglia al miglior prezzo. PRIVATE ha voluto sentire il parere di una storica esperta di gioielli, Teresa Scarlata, oggi alla guida assieme a Benedetta Romanini del dipartimento Gioielli della Wannenes.

Proprio nella cassaforte di famiglia si possono trovare tesori di cui non si conosceva realmente il valore. Come mai il segmento dei gioielli alle aste sta continuando a crescere? Sono i privati che fanno la parte più importante del mercato? È molto facile trovare dei tesori nella cassaforte di famiglia, tante volte ci sono gioielli di cui non si conosce il valore e che, invece, riservano delle vere e proprie sorprese; come quando, ricordo, una cliente mi portò una serie di gioielli da valutare e per ultimo mi diede un anello che a lei non piaceva assolutamente e pensava la zia le avesse lasciato un “fondo di magazzino”. Invece si rivelò un diamante verde! Pietra molto rara, non si trovano facilmente diamanti verdi. Alla ne realizzò circa 350mila euro. Oramai il segmento dei gioielli sta diventando sempre più un settore

per investimento. Sono beni che sono sempre molto facili da acquistare e rivendere in breve tempo. Nelle aste possiamo dire che la parte preponderante dei venditori sono privati. Anche perché così si possono avere gioielli “freschi”, di famiglia, quindi d’epoca e non ancora apparsi sul mercato.

Pietre, diamanti, gioielli rmati, quali sono i più richiesti? Quelli che realizzano meglio? Oramai, considerando i gioielli come investimento, si guarda molto alla qualità di quello che si acquista prediligendo le pietre belle, i gioielli d’epoca autentici e quelli rmati. Sono oggetti che tengono il valore nel tempo. Al momento questo è quello che il mercato richiede. I gioielli moderni di fascia medio, medio/bassa si fa più fatica a collocarli, si vendono ma non a cifre particolarmente alte.

Wannenes batte i lotti più prestigiosi tra Milano e Montecarlo. Che tipo di clientela acquista gioielli preziosi, da dove arriva? Con i cataloghi su Internet e sulle piattaforme online, i clienti arrivano

ART 86 PRIVATE
DI GIACOMO NICOLELLA MASCHIETTI

In alto: anello in oro, zaffiri e diamanti centrato con uno zaffiro ovale di circa 10,25 ct, circondato da diamanti. Asta 18 gennaio, aggiudicazione 38.100 euro. Anello in diamante centrato con aglio brillante del peso di 14,81 ct. Asta 18 gennaio, aggiudicazione 114.300 euro.

A destra: spilla in oro, platino, rubini, smeraldi e diamanti.

ART TREND

davvero da tutto il mondo; non ci sono più barriere. Abbiamo scelto di o rire tre aste web only all’anno in Italia per gli oggetti di meno valore ma cercando comunque di fare una selezione proponendo gioielli particolari e d’epoca; mentre a Monte Carlo esitiamo gioielli più importanti che attirano l’interesse da parte di acquirenti internazionali. Per gli orecchini con za ri Kashmir che abbiamo venduto sia nel 2019 che nel 2022, i clienti sono arrivati dai vari continenti. Za ri Kashmir sono molto ricercati e rari tramutando queste caratteristiche in prezzi considerevoli. Con una partenza di circa 20mila euro per ct., sono stati aggiudicati a quasi 70mila euro per ct. Abbiamo anche aggiudicato uno smeraldo colombiano molto bello come colore e trasparenza di circa 10ct con una partenza di 5mila euro per ct arrivando ad un prezzo nale di 50mila euro per ct. Il fatto di proporlo con una stima molto allettante, ha praticamente scatenato l’interesse in maniera esponenziale.

Qual è la vostra previsione di mercato per il 2023, su cosa consigliereste di puntare a collezionisti intenzionati ad investire in gioielli preziosi?

Al momento si percepisce una certa prudenza a livello globale. Purtroppo le vicissitudini storiche di questi tempi in uenzano in parte questo settore. D’altro canto il gioiello e l’oro vengono sempre percepiti, proprio in questi periodi, come una forma d’investimento. Consiglio

sempre di puntare alla qualità e se si acquistano pietre, cercare di avere sempre delle certi cazioni gemmologiche fornite dai laboratori più prestigiosi ed a dabili a livello mondiale.

Negli Stati Uniti e in Asia i giovani amano molto i gioielli, li comprano e li usano. Qui da noi si sta perdendo l’abitudine all’utilizzo di pezzi molto importanti: è vero che le nuove generazioni, i ventenni e trentenni, tendono a vendere perché sta cambiando il modo di vivere?

Non solo Stati Uniti e Asia, direi anche l’India e gli Emirati Arabi. In questi paesi i gioielli vengono molto indossati e si bada particolarmente alla “spettacolarità” dell’oggetto. In Asia si guarda alla rma ed alle pietre perfette, negli Emirati Arabi si propende per gioielli molto “show o ” e rmati; in India sono molto apprezzate le pietre di colore e le perle naturali. Nel Vecchio Continente il gioiello è stato utilizzato e anche da più tempo, quindi è normale che adesso le nuove generazioni non siano particolarmente interessate ai gioielli “importanti di famiglia” prediligendo gioie meno impegnative che si possano indossare senza troppi problemi.

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Teresa Scarlata Spilla “colibrì” in oro, platino, rubini, zaffiri e diamanti, firmata Cartier Paris.

Più donne al timone

Si ra orza la presenza femminile ai vertici delle aziende statunitensi

In testa alla classi ca dei compensi c’è Su, quindi Barra e Novakovic

RANKING

POWER PINK

La strada da percorrere è ancora lunga. Ma, dopo decenni di totale supremazia maschile nei ruoli dirigenziali delle aziende, nalmente inizia a farsi sentire una crescente presenza femminile – almeno negli Stati Uniti. A gennaio 2023, tra gli a.d. delle aziende nella classi ca Fortune 500 (che comprende le 500 maggiori società Usa per fatturato), il 10% è di genere femminile, grazie a cinque ceo donne in più rispetto al 2022. E a crescere – sempre gradualmente – sono anche i compensi delle donne che ricoprono ruoli dirigenziali: secondo un’analisi di Associated Press, il guadagno mediano per le donne ceo delle aziende comprese nell’indice borsistico americano S&P 500 è stato pari a 15,8 milioni di dollari nel 2021 (ultimi dati disponibili), il 26,4% in più rispetto all’anno precedente (nello stesso periodo l’aumento dei compensi per i ceo di genere maschile è stato del 18%). Certo, le disparità esistono ancora, basti pensare che il ceo uomo più pagato del 2021 – Peter Kern del gruppo Expedia – ha guadagnato 292,6 milioni di dollari, contro i 29,5 milioni della ceo donna più pagata. Ma chi sono le cinque donne ceo che ricevono i maggiori compensi negli Usa? Ecco la classi ca, basata sempre sull’analisi 2021 di AP.

3.

23,6 MILIONI

TOP LIFE
DI SARA MORTARINI
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1. LISA SU SOCIETÀ: ADVANCED MICRO DEVICES COMPENSO ANNUO: 29,5 MILIONI DI DOLLARI 2. MARY T. BARRA SOCIETÀ: GENERAL MOTORS COMPENSO ANNUO: 29,1 MILIONI DI DOLLARI PHEBE NOVAKOVIC SOCIETÀ: GENERAL DYNAMICS COMPENSO ANNUO: DI DOLLARI 4. ADENA FRIEDMAN SOCIETÀ: NASDAQ COMPENSO ANNUO: 20 MILIONI DI DOLLARI 5 KATHY J. WARDEN SOCIETÀ: NORTHROP GRUMMAN COMPENSO ANNUO: 19,5 MILIONI DI DOLLARI FRIEDMAN

LA MIGLIORE ATTRICE DEL 2023

Michelle Yeoh ha vinto l’Oscar come migliore attrice alla 95esima edizione degli Academy Awards lo scorso 12 marzo: è la prima donna di origine asiatica ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento, ottenuto grazie alla sua performance nel lm “Everything Everywhere All at Once”, che ha fatto incetta di statuette. Yeoh è nata in una famiglia cino-americana in Malesia nel 1962. Il suo debutto cinematogra co avviene nel 1984 con e Owl vs. Bombo, mentre con il successivo ruolo in “Yes, Madam” viene nominata per il premio come miglior esordiente agli Hong Kong Film Awards. Nel 1992, dopo il divorzio, Yeoh diventa l’attrice più famosa e più pagata dell’Asia dell’epoca grazie al suo ruolo in “Police Story 3: Supercop”. Nel 1997 inizia la carriera hollywoodiana con “James Bond, il domani non muore mai”. In ne, nel 2023, il coronamento della carriera con l’Oscar. “Per tutti i ragazzi e le ragazze che mi somigliano e che stanno guardando questa sera, questo è un faro di speranza e di possibilità. È la prova che bisogna sognare in grande e che i sogni si avverano”, ha detto Yeoh ritirando il premio.

OPHRAH WINFREY VENDE CASA PER 14 MILIONI DI DOLLARI

Ophrah Winfrey vende casa a Montecito, in California, per 14,23 milioni di dollari. L’iconica conduttrice televisiva americana, oggi 69enne, ha incassato il doppio rispetto ai circa 7 milioni di dollari pagati nel 2005 per la lussuosa proprietà. La transazione, avvenuta o market, è stata pubblicizzata poco, motivo per cui i dettagli sono piuttosto scarsi, scrive il sito specializzato Mansion Global. Si sa che la casa di circa 310 metri quadri, con quattro stanze da letto, è stata costruita nel 1951 su un terreno di oltre 5 acri, dove trovano spazio giardino, piscina e un campo da tennis. Stando a quanto riporta Dirt, l’acquirente sarebbe Rawson Marshall urber, produttore cinematogra co di Hollywood.

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REAL
OSCAR TOP LIFE WINFREY
ESTATE
YEOH

Optimism is returning

During 2022, 93% of international collectors bought works of art

e annual overview of the market, according to research by Art Basel

An annual overview of the world’s market for ne art and antiques, issued by Art Basel and supported by UBS, paints (excuse the pun) a relatively upbeat picture of the market. It also highlights how sustainability is an important consideration for buyers in terms of pricing and sourcing.

As the art world recovered after the pandemic, dealers and prospective buyers returned to art fairs to make deals, although a willingness to attend events still lagged levels seen in 2019, according to a report by Art Basel and UBS.

e new trend

And the report, based on a survey of 2,700 collectors in 11 global markets, found that buyers boosted spending in the rst half of this year, suggesting that the slide in global equity markets and worries about the economy did not dent art buyers’ enthusiasm.

Most of the HNW collectors surveyed (78 per cent) were optimistic about the global art market’s performance over the next six months and were committed to supporting the market.

“ e trade in art across national boundaries is central to the health of the commercial market but also an important means of crosscultural communication and understanding,” Clare McAndrew, founder, Arts Economics, said.

A shift to digital auctions

e report, which in some ways sheds light on how high net worth individuals’ willingness to spend, has in recent years noted how forces such as Covid-19 in uenced a shift to digital auctions, for example. But the latest report suggests that viewing art and antiques, and buying these items, is still very much a sociable activity.

In 2022, 93 per cent of collectors surveyed bought art through a gallery or dealer, either directly, online, or via a fair. Art fairs have returned in earnest, with 74 per cent of the collectors surveyed purchasing at an art fair in 2022 (versus 54 per cent in 2021), including both in person and online-viewingroom purchases. Online spending remained strong and 95 per cent of the collectors surveyed had purchased works of art without

viewing them in person rst, with just over half (51 per cent) regularly doing so.

Global imports of art and antiques increased by 41 per cent in 2021 and exports were up 38 per cent, with double-digit increases continuing in the rst half of 2022 versus the same period in 2021.

Spending increased

In all markets spending increased, and the highest spending levels in the rst half of 2022 were in France, mainland China, and Hong Kong. Across all markets the median expenditure of HNW collectors in the rst six months of 2022 ($180,000) was higher than the entire year in 2021 ($164,000), with both surpassing averages in pre-pandemic 2019 (at $100,000). In addition to buying more, HNW collectors were also buying at higher prices, with the share regularly buying works priced at over $1 million doubling from 12 per cent in 2021 to 23 per cent in 2022.

e report, written by Dr Clare McAndrew, founder of Arts Economics, is based on markets in the US, the UK, France, Germany,

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REPORT ART PRIVATE 93

Italy, Mainland China, Hong Kong, Taiwan, Singapore, Japan, and Brazil.

Behaviours

e number of events attended stayed persistently lower than 2019 with a slight shift towards more local events. Collectors attended an average of 41 art-related events in 2019. is fell to 37 in 2022 (including those attended already and planned for the rest of the year). When people were asked if they plan to do more or less international travel for art-related experiences and events in the next 12 months, the responses showed a majority (77 per cent) wanting to travel more

For those planning to travel less, the most important reason for cutting back was the remaining risks concerning Covid-19 (83 per cent), while 63 per cent felt it was important or very important to do so to help reduce their carbon footprint.

e sustainability issue

Inevitably, the sustainability issue is covered in the report. Some 77 per cent of those surveyed said they were considering sustainable options (up from 62 per cent in 2019). Some 98 per cent would be willing to opt for a sustainable option for the purchase and receipt of a work of art even if

it was more expensive (versus 90 per cent in 2019).

“In the context of the global economic outlook, it is encouraging to see the continued support of collectors for the art market fthe art market – spending online is up, together with the desire to see art inperson, and collectors are willing to pay a premium for more sustainable practices,” Paul Donovan, UBS Global Wealth Management chief economist, said. Nearly all collectors would pay an extra 5 per cent, and there was a considerable increase in the share of collectors willing to pay up to 25 per cent more (57 per cent in 2022 from 45 per cent in 2019).

e good practices

A majority of collectors considered it essential or a high priority over the next two years to engage in a range of sustainable practices including: only using digital catalogues, market reports and other pre-sale information rather than printed versions (76 per cent); purchasing sustainably produced works of art (76 per cent); using reusable or recyclable shipping and handling products (74 per cent); reducing or consolidating the transit and shipping of works of art (74 per cent); o setting their carbon footprint from art-related travel (73 per cent); focusing on collecting and commissioning activities in a more localised community (73 per cent); and alternative delivery methods, such as sea or land versus air (71 per cent).

OPINION 94 PRIVATE NUMBER OF ART FAIRS 20192022 400 300 200 100 0
A. GLOBAL TOTAL B. TOTAL LIVE EVENTS BY SELECTED REGIONS LIVE EVENTS ONLINE ONLY 2019 2020 2021 2022 360 130 75 253 31 338 1
Global imports of antiques increased by 41 per cent in 2021 and exports were up 38 per cent, with double-digit increases continuing in the rst half of 2022 versus the same period in 2021

Segreto di longevità

I mitocondri sono delle vere e proprie centrali energetiche

Dotati di dna, il loro compito principale è di alimentare le cellule

C’era una volta…così potrebbe cominciare la storia che ci racconta chi sono, da dove vengono e a cosa servono i mitocondri. Questi piccoli organelli, che secondo alcune teorie deriverebbero da un tipo di batterio, in era primordiale venne inglobato in una cellula, e con la quale cominciò ad avere un rapporto di scambio, la cellula lo proteggeva e questo ne forniva energia.

Le caratteristiche

I mitocondri sono delle vere e proprie centrali energetiche e sono proprio loro a fornire energia alle nostre cellule, da ben 1,5 miliardi di anni. Bisogna sapere che, a di erenza delle cellule, i mitocondri hanno un loro Dma che trasmesso solo dalla mamma, è più o meno lo stesso di quello di generazioni fa. Come già detto, il loro compito è quello di trasformare glucosio, lipidi, aminoacidi e ossigeno in Atp, la vera benzina del nostro organismo. Ebbene, la ricerca conferma che

una componente essenziale per la longevità cellulare e quindi per l’intero organismo è proprio la salute mitocondriale, ma anche loro devono essere nutriti e soprattutto allenati. Tutti i nostri sistemi energetici dipendono dai mitocondri, e una loro diminuzione di e cienza porta ad una diminuzione di tutte le funzioni del nostro organismo, tra le quali ci sono il sistema immunitario, la riparazione e riproduzione cellulare e il contrastare i radicali liberi, prodotti di scarto che possono portare a gravissimi danni cellulari. La scienza ci dice che i mitocondri, vanno quindi nutriti, allenati e protetti. Nutriti con ossigeno in primis, quindi dobbiamo fare in modo che il turnover di ossigeno sia maggiore, necessario quindi aumentare l’attività aerobica che porta appunto ad un maggiore utilizzo di ossigeno. Via quindi con corse ad andatura media ma protratta nel tempo. Niente pesi? Nulla di più sbagliato, poiché essendo propri i muscoli una

ricca sede di mitocondri, più muscoli avremo e maggiore sarà il numero di mitocondri al nostro servizio.

Tre s de Allenati, nel senso che questa attività deve essere programmata e reiterata nel tempo, non basta quindi fare una passeggiatina ogni tanto, ma bisogna allenarsi con costanza.

Protetti, dallo stress ossidativo, fattore determinante per la salute cellulare. Avanti quindi con tutti quei micronutrienti presenti in frutta e verdura con funzioni antiossidanti.

La Scala Orac è in grado di fornirci una valutazione della quantità di antiossidanti presenti nei cibi. L’attività sica e l’attenzione a quello che mangiamo, si confermano in maniera sempre più ridondante quale protocollo essenziale per una vita più lunga e in salute.

*Personal trainer, osteopata Universo tness.it

DI ALESSANDRO SCALICI
OPINION PRIVATE 95

FASHION

TWINSET MILANO HA SCELTO

L’ATTRICE AMERICANA

SIENNA MILLER COME VOLTO DELLA SUA CAMPAGNA SS23

Twinset Milano ha scelto Sienna Miller come volto della sua campagna SS23: l’attrice americana incarna una bellezza naturale. “Sienna, ha spiegato una nota dell’azienda, incarna perfettamente un modello di bellezza senza artifici, spontanea, non esagerata. Un’immagine quotidiana, amichevole ma anche irriverente, sorridente, ironica, frizzante. Esiste una corrispondenza quasi totale tra quello che Sienna rappresenta e il mondo valoriale di Twinset”.

La nuova campagna Twinset è uno sguardo dietro le quinte della professione dell’attrice.

È stata scattata dal fotografo australiano Lachlan Bailey. Ha detto la stessa Miller: “Non mi sono mai sentita una modella, sono troppo bassa.

L’ho fatto a diciannove anni per guadagnare qualcosa in vista del lavoro da attrice, ma è stato bello tornare a farlo, questa volta. A questo punto della mia vita contano le persone con le quali lavoro: qui c’erano un brand italiano che mi piace, bello e dai prezzi umani, fatto da persone davvero gentili, e un fotografo bravissimo. Cosa chiedere di più?”. Twinset.com

DI FRANCESCA VERCESI PRIVATE 96 PRIVATE
Sienna Miller

TESTIMONIAL VITTORIA PUCCINI È LA SKINCARE

LOCAL AMBASSADOR

DI GUERLAIN ITALIA

È l’attrice Vittoria Puccini la nuova skincare local ambassador di Guerlain Italia, una collaborazione che nasce con l’intento di celebrare la bellezza naturale. La Maison Guerlain, che dal 1828 trae ispirazioni dal mondo della natura e dell’arte per dare vita a fragranze, trattamenti skincare e makeup d’eccellenza, da oltre 15 anni ha adottato un’ambiziosa strategia di sostenibilità, sviluppando formule più naturali e promuovendo progetti globali come il Guerlain for Bees Conservation Programme per proteggere le api e la biodiversità. Obiettivi molto ambiziosi che il brand desidera sostenere sempre di più anche localmente in Italia. Per questo motivo l’incontro con Vittoria Puccini, una delle più note artiste italiane che con la sua bellezza ammalia il pubblico più eterogeneo, è stato quasi naturale. Vittoria Puccini sarà inoltre la madrina dell’edizione

“Women For Bees Guerlain” x Conapi 2023 (il corso è iniziato a novembre 2022 e si concluderà a maggio 2023 con una giornata di prove pratiche in un alveare del consorzio di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori). Guerlain.com/it

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Vittoria Puccini

COLLABORATION

JACK DANIEL’S È A FIANCO DEL TEAM

MCLAREN RACING PER IL NUOVO

CAMPIONATO MONDIALE DI FORMULA 1

Lo scorso 5 marzo il Campionato Mondiale di Formula 1 è ripartito. E quest’anno al paddock c’è una grande novità: Jack Daniel’s è a anco di McLaren Racing, grazie a un accordo pluriennale che rende l’amato Tennessee Whiskey partner u ciale del McLaren Formula 1 Team. Il marchio Jack Daniel’s sarà presente sul musetto delle vetture di F1 della McLaren, sulla tuta dei piloti e sui caschi dell’equipaggio presente ai box. Un incontro tra due brand iconici che garantisce novità: McLaren e Jack Daniel’s ospiteranno vari eventi per tutta la nuova stagione di F1. I due marchi collaboreranno e, in tema di co-branding, hanno creato una bottiglia in edizione speciale. McLaren Racing è stata fondata dal pilota neozelandese Bruce McLaren nel 1963. Il team McLaren è stato anche il primo in F1 a ricevere il FIA Sustainability Accreditation Award a tre stelle nel 2013 come parte del quadro di certi cazione ambientale FIA, prima di diventare rmatario dell’impegno UN Sports for Climate Action nel 2021. Ricordiamo che, u cialmente registrata dal governo degli Stati Uniti nel 1866 e con sede a Lynchburg, Tennessee, la Jack Daniel Distillery, di proprietà di Lem Motlow, è la più antica distilleria degli Stati Uniti ed è nel Registro Nazionale dei luoghi storici. Mclaren.com/racing

Lo scorso 28 marzo hanno preso il via le celebrazioni del centenario dell’Aeronautica Militare Italiana. Costituita 100 anni fa, è una delle quattro Forze Armate dello Stato e nel corso dell’anno sarà tutto un susseguirsi di iniziative, eventi e manifestazioni accumunati dal motto “in volo verso il futuro”.

Per festeggiare la ricorrenza Cristiano di iene spa, licenziataria del marchio “Aeronautica Militare”, in collaborazione con lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, ha lanciato una capsule collection di T-shirt celebrative. Queste omaggiano e raccontano la storia e le tappe più signi cative di questa Forza Armata e dei suoi cento anni attraverso gli stemmi, i velivoli storici, le grandi imprese e la storia delle Frecce Tricolori.

Aeronauticamilitareo cialstore.it

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ANNIVERSARY CENTO ANNI DI AERONAUTICA MILITARE ITALIANA

WELLNESS

LUXURY DETOX SULLE RIVE DEL LAGO DI GINEVRA

Clinique La Prairie presenta Detox Reset, il nuovo esclusivo programma che si basa su tre pilastri: disintossicazione, nutrizione su misura ed equilibrio corpo e mente

Un vero e proprio viaggio di consapevolezza del proprio corpo con il benessere come nalità. Perfetto per chi vuole staccare dallo stress del quotidiano. Clinique La Prairie è un luogo da sogno sulle rive del lago di Ginevra, a Montreux, dove è custodito il segreto per condurre una vita più lunga e più sana. Fondata nel 1931 dal professor Niehans, pioniere nello sviluppo della terapia cellulare, questo health luxury retreat o re programmi di longevità, di wellness e

di beauty all’avanguardia, della durata di 1-2 settimane, studiati con il supporto di oltre 50 medici/specialisti.

Il programma è basato sull’equilibrio tra approccio antin ammatorio, riduzione delle tensioni e mindfullness.

Gli obiettivi sono quattro: eliminare le tossine e attivare la capacità di autoguarigione del corpo; aumentare l’energia; ritrovare l’equilibrio interiore; avviare uno stile di vita più sano.

La durata di questo programma è di 5 giorni e 4 notti, a un prezzo a partire da 9.800 franchi svizzeri comprensivo di camera e pensione completa. Cliniquelaprairie.com

PRIVATE VIP PRIVATE 99

Vincere la paura

Il timore di fare scelte sbagliate non deve paralizzarci Come trasformare le preoccupazioni in stimolo a cambiare

“Quanto dolore ci sono costate tutte quelle paure che non si sono mai realizzate.”

( omas Je erson)

Trasforma la paura per mezzo della ragione. Quello che più temiamo possa accadere, spesso è proprio quello che non accade. Come a erma Seneca, “sono più le cose che ci spaventano di quelle che ci minacciano e ettivamente, e so riamo più spesso per i nostri timori che per i fatti”.

La paura è un’emozione universale che ha intenzioni buone, ci mette in guardia da eventuali pericoli. Quando però la paura diventa irrazionale compromette le nostre scelte e la nostra qualità di vita.

Questione di percezione

La paura porta a ingigantire i problemi. Tende a farci focalizzare sui peggiori scenari, ampli cando così la percezione dei pericoli.

Ci impedisce in sostanza di guardare la realtà in maniera obiettiva e razionale. Esiste un modo per trasformare la paura in un’emozione positiva? La preparazione e la ragione sono due degli strumenti che ci permettono di canalizzare la paura in modo positivo. Ad esempio se consideriamo la paura di parlare in pubblico, che è considerata una delle paure più potenti e di use, possiamo fronteggiarla con la preparazione. Molti dei migliori oratori sono in grado di comunicare con naturalezza, e cacia e spontaneità, dando l’impressione che stiano improvvisando, come più volte sottolineato da John Fitzgerald Kennedy. La preparazione aiuta a non sentire il vuoto nello stomaco e ad avere in mente un preciso percorso da seguire che ci darà sicurezza.

Grazie alla preparazione, la paura si trasformerà in consapevolezza e in coraggio, per cui diventa un prezioso alleato contro la paura.

Se non guarderemo in faccia la paura, quest’ultima non farà altro che crescere. Spesso ciò che scatena la paura, è solo il frutto della nostra immaginazione.

La reazione spesso sarà quella di inibirci o di farci agire in maniera inappropriata. Questo accade quando la paura ci governa.

Fermarsi a ri ettere

La prossima volta che abbiamo paura, anziché assecondarla, fermiamoci a ri ettere, chiedendoci:

“Ha veramente senso questa paura?

Su cosa la sto fondando?” La paura non va combattuta nel tentativo di limitarla, piuttosto va gestita. Quando la governiamo anziché subirla, ci sentiamo più forti, più sicuri e pronti ad a rontare le avversità della vita.

Le persone che nella vita realizzano i loro obiettivi hanno paura, ma non per questo si lasciano governare da questa emozione.

DI MARIA GRAZIA RINALDI
OPINION 100 PRIVATE

Focus on

Mantenere alta la concentrazione è uno dei must della nostra epoca

Alimenti e riposo sono essenziali, se assunti con le giuste dosi

Quando si parla di focus si pensa ad aumentare le capacità cognitive in particolare riguardo all’attenzione, ma è davvero possibile migliorare questo tipo di performance?

Il cibo aiuta

Ci sono alcuni alimenti o parti di essi che hanno delle caratteristiche valide in questo senso: Estratto di barbabietola. Grazie al contenuto di nitrati favorisce la sintesi di ossido nitrico, quest’ultimo agisce come vasodilatatore, quindi può favorire l’a usso e la permanenza del sangue al cervello. Ca eina (e derivati). Con altri analisti, stiamo studiando un derivato con meno e etti collaterali ovvero la paraxantina, ma questa sostanza presente nel ca è, ma anche nel thè e nel cioccolato, raggiunge il cervello favorendo l’attenzione, ci

si abitua facilmente alla dose (per intenderci se siamo bevitori abituali un ca è non ci fa di erenza) e se siamo metabolizzatori rapidi la “sentiamo” poco.

Fosfatidil serina e colina. Da qui nasce la leggenda per cui il fosforo acuisce l’intelligenza, ma questi due fosfolipidi aumentano davvero le capacità di attenzione.

Glucoronolattone. È il componente che realmente funziona nella bevanda che mette le ali….anche questo fa permanere maggiormente il sangue al cervello.

A questi vanno aggiunti alcuni elementi di base. Ecco di seguito i più importanti. Acqua. Potrebbe sembrare strano, ma un cervello poco idratato funziona male, dunque se abbiamo bisogno di un’attenzione particolare assicuriamoci di essere ben idratati.

Zucchero, ma in giusta quantità. Se ne viene assunto troppo poco, fa calare l’attenzione, mentre se si esagera con le quantità, si ottiene l’e etto opposto, tipo la sensazione di assopimento dopo un pasto abbondante.

Il ruolo dell’aria

L’ossigenazione è fondamentale, dunque se abbiamo bisogno di concentrazione una bella boccata d’aria fresca può aiutare, specialmente se siamo al chiuso di una riunione per ore!

A tutti questi dovremmo aggiungere il sonno. Se veniamo da giorni stressanti e impegnativi, non c’è integratore che tenga. Bisogna staccare e riposare.

www.nutrics.it

DI ROBERTO CANNATARO / roberto-cannataro-rd-79a70938
OPINION PRIVATE 101

The future of banks

e sector should facing a fundamental restructuring in the next years

To have success institutes will must be able to manage this transition

CZÍMER, MIKLÓS DIETZ, VALÉRIA LÁSZLÓ, JOYDEEP SENGUPTA* (Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)
OPINION 102 PRIVATE

e banking sector is at a turning point. Key measures for banks are at a historical low point. e sector’s price-to-book value has fallen to less than one-third the value of other industries. at gap is less the result of current pro tability and more about uncertain pro t growth in the future. While banks have pushed for great improvements recently, margins are shrinking—down more than 25 percent in the past 15 years and expected to fall to 30 percent, another 20 percent decrease, in the next decade.

A growing regulation

Regulation and increasing intersectional competition are still worries, but the bigger threat is a global trend: new challenges—often from di erent industries and often bene ting from the kind of crossindustry platforms behind the recent success of companies such as Amazon, Google, Microsoft, PayPal, and Spotify—with a vastly superior economic model. e market believes that banks are headed in the wrong direction, without a future-proof strategy. We believe that the skeptics are right about today—and wrong about tomorrow. Banking is facing a future marked by fundamental restructuring. But we also believe that banks that successfully manage this transition will become bigger and more pro table and grow faster while leading to a value creation opportunity of up to $20 trillion. In the next era, banks can realign to compete in new arenas, organized

around distinct customer needs. ese arenas will expand far beyond the current de nition of nancial services, and they will also be hotly contested by a wide range of tech giants, tech start-ups, and other nonbanks. But this daunting reorganization, or breakup, could also provide banks with a huge opportunity: higher margins, new revenue streams, and loftier valuations. Ambitious banks can break free from stagnant valuations, thrive, and grow if they are willing to embrace the platforms of the future and make a few strategic, informed big bets.

e end of universal model

Why break up? First, economic forces and technology have ended the run of the universal-bank model, and investors already are recognizing radical specialization to be greater than the traditional one-stop shop. By contrast, the future model relies on breaking up into four specialized platforms we will describe. Organizing around these areas will be a structural advantage.

In this article, we aim to draw a picture of what the future of banking could look like. We examine the forces currently squeezing bank revenue, value, pro ts, and usefulness to customers. We identify ve distinct areas where banks may well have to transform to thrive.

Of course, we don’t know exactly what banks will look like in the future. Regulation, technology, geopolitical shifts, and unforeseen

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innovations could radically alter the way that the industry develops

But we do believe that the banks that successfully manage the coming transition will use tech and data to embed themselves deeper into customers’ lives with real-time services that were unimaginable just a few short years ago. e opportunity is great for those who move fast into this new future.

Financial fragmentation

Until recently, big banks drove pro ts and growth by applying synergies, economies of scale, and access to huge pools of capital. is massive industry already manages an estimated $370 trillion in worldwide assets, and its growth is accelerating. We project that global assets will grow to between $500 trillion and $550 trillion in the next decade. While traditional banks have been convenient one-stop shops for businesses and consumers, many haven’t evolved their products in a way that matches the tech-driven pace of change in other industries. Products such as checking accounts, loans, and even corporate advisory can seem undi erentiated. And

people increasingly feel frustrated by the nancial fragmentation that banks have imposed on many consumer processes. For instance, buying a home once required navigating a confusing world of disconnected realestate brokers, mortgage lenders, insurance companies, lawyers, renovation contractors, and so on. Our grandparents tolerated those frustrations, but they also used pay phones. ere were no other options. Today, we are awash in new ways to reach and connect with consumers. Banks need to identify and engage these customers—as their newer competitors are doing.

New tools

To compete, most banks will have to embrace cross-industrial platforms. ese new platforms dismantle the barriers between traditional industries, reshaping customer behavior and turning formerly linear value chains into ecosystems that ful ll customer needs in new ways. e process has already reached critical mass in industries such as healthcare, media, music, and retail, where diverse players are connected

by platforms created by global leading companies that have been amply rewarded by the global capital markets. In contrast, banks have been consistently undervalued by the capital markets, making banking the lowest-valued sector in the world in 2021.

Competitive arenas

e era when all nancial services were dominated by monolithic banking entities is over. What, then, will arise to take its place? We believe that the future of banking will be contested by banks and nonbanks in ve cross-industry competitive arenas: everyday banking, investment advisory, complex nancing, mass wholesale intermediation, and banking as a service (BaaS). Everyday banking encompasses day-to-day nancial services, such as checking and savings accounts, credit cards, personal loans, payment processing, and lines of credit on the traditionalbanking side, for individuals and for small and medium-size enterprises (SMEs). is arena will also include e-commerce ecosystems, loyalty programs, discounts, advertising, and peer-to-peer marketplaces—making banking not a chore or obligation but something easy and even enjoyable (see sidebar “A full- edged e-commerce bank: Kaspi”). For SMEs, it will include tools to help organizations manage their nances.

More sophistication

Complex nancing is the arena for individual and business services

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ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito

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that require more sophistication than everyday banking. Examples include mortgages, home equity loans, car loans, and start-up loans. Such services are complex because many kinds of players are part of each ecosystem. While familiar, these products and services are used less frequently than others, but they have a big impact on the customer. For instance, getting a mortgage is just one aspect of buying a home, which requires navigating a maze of real-estate brokers, lenders, insurers, attorneys, and other professionals. Consumers crave a trusted expert to help them get through that maze and simplify it, weaving it into a single touchpoint.

e impact of data

e kind of transformations and competition that we have examined in everyday banking are sure to take place in each of the other four arenas. But predicting the winners, as well as how long it will take them to get there, in di erent countries is extremely di cult. at’s because it’s hard to say how digital currencies and data will be regulated in the future, especially in a world where countries and regions have such di ering approaches to regulation. It’s possible that, over the next decade, customer data will become the new oil—highly regulated, jealously guarded by institutions that capture it, and a key source of business value. A more likely scenario is that customer data will become the new water—a public

utility accessible to all and therefore much lower in value.

e future of digital currencies

And while the advance of digital currencies is unstoppable, its regulatory future is similarly unclear. A decade from now, cryptocurrencies, easily exchanged via blockchain and other tech, might be well established as mainstream alternatives to central-bank currencies. Digital currencies might then be far more convenient for all kinds of transactions and deposits, potentially removing a main function and competitive advantage of banks. On the other hand, there might well be a regulatory backlash against cryptocurrencies, with developed nations cracking down on its misuse for illegal activities or nancial warfare.

e landscape of currency could fall anywhere on a spectrum between wide open and tightly closed. However, none of the scenarios

would stop what’s certain to be the breakup of traditional banking. Rather, they would likely determine the shape of the industry and the winning players. If digital currencies become commonplace, banks face a tougher road. If currency isn’t a factor, data take center stage and create a more even playing eld. Making things even more uncertain is the fact that banking is a “multilocal” rather than a truly global business. Banking experience and regulation di er greatly by region. e average American still uses checks and spends weeks getting a mortgage. e average Dutch citizen pays every bill from a smartphone, opens new bank accounts online, and gets approved for a mortgage in a few days. Regional rules shape what banks can and can’t do.

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New challenges—often from di erent industries and often bene ting from the kind of cross-industry platforms behind the recent success of companies such as Amazon, Google, Microsoft, PayPal, and Spotify—with a vastly superior economic model
*Tratto dal MicKinsey Quarterly

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