Forbes 77

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mensilePrima immissione: 8/3/2024

Periodicità:

ChfCôte d’Azur 13,90 euroAnno 8N° 77marzo 2024 -

Italia 4,90 euroCH CT 11,90

MensilePoste Italiane SpaSpedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI

BUFFON, UNA VITA DA NUMERO UNO

VIAGGIO NELLA CAMPER VALLEY

INCHIESTA LAVORO, L'AVANZATA DEGLI OVER 65

QUANTO CONVIENE ANDARE A 30 KM/H

OASI DI BENESSERE IN CITTÀ

MARZO, 2024

ANGELINA MANGO, CANTAUTRICE JANNIK SINNER, TENNISTA
COVER STORY

Allenare algoritmi di machine learning per prevedere eventi climatici estremi, ridurre il consumo di cartone e ottimizzare i trasporti. Avvicinare i giovani alla scienza, supportare l’artigianato contemporaneo. E poi sviluppare una tecnologia innovativa per catturare l’anidride carbonica, sostenere il turismo nei borghi ed esaltare la cucina italiana nel mondo. Per il settimo anno consecutivo Forbes Italia arricchisce la sua community con altri 100 talenti under 30, suddivisi in dieci categorie, che dallo sport alla finanza, dall’arte all’e-commerce hanno contribuito con le loro idee a trasformare il Paese di Roberta Maddalena

2024 Volume 77 5 CONTENTS
marzo,
MARZO, 2024 FORBES.IT

13 | Una nuova era per l’energia nucleare

Steve Forbes

14 | Dal vivaio alla prima squadra

Andrea Giacobino

16 | La vita ibrida

Giovanni Iozzia

18 | Gride d’Europa

Ugo Mattei

FRONTRUNNER

21 | Una vita da numero 1

67

28 | La cumbia del successo

Roberta Maddalena

30 | Ragazzo d’oro

Andrea Celesti

32 | Tutta mia la città

Roberta Maddalena

34 | In vena di donazioni

Roberta Maddalena

36 | L’etica va di moda

Roberta Maddalena

38 | A sostegno del talento

40

24 |

25

Giovanni

Enzo

27

52 |

56 |

58

61 | Al fianco delle pmi

Francesca Vercesi

64 | L’impero della focaccia

Fabiola Fiorentino

67 | Non chiamateli cassonetti

Massimiliano Carrà

70 | Luci della ribalta

MARZO, 2024 FORBES.IT 6 CONTENTS
NEWS
Innovation people
Iozzia
| Social responsibility
Argante
Forbes silicio Gabriele Di Matteo
26 |
| Space news
Cozzi
STORY
Emilio
COVER
THE INVESTIGATION
| 30 under 30
Tarda primavera
Carboni
Tommaso
La prossima fabbrica del mondo
Maria Palleschi
Cosimo
100 milioni di motivi per volare
Cozzi e Matteo Marini CONTRARIAN
|
Emilio
QUALITY LEADER
GOOD STORIES 75 | Operazione serenità Maurizio Abbati
| Voglia di rottura Matteo Calzaretta AUTOMOTIVE 81 | Cambio di passo Matteo Novarini 28
Attilio Nucetti
78
61
BRANDVOICE con RS Italia
Le nuove regole del procurement industriale
72 |

Piacere di guidare. 100% electric.

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Nuova BMW iX2: consumo di energia in kWh/100 km: 15,3 - 19; emissioni di CO2 in g/km (ciclo misto): 0. I consumi di energia e le emissioni di CO2 riportati sono stati determinati sulla base della procedura WLTP di cui al Regolamento UE 2017/1151. I dati indicati potrebbero variare a seconda dell’equipaggiamento scelto e di eventuali accessori aggiuntivi. Immagine di prodotto visualizzata a puro scopo illustrativo.

86

Serena Cappelletti

87 | Eccellenza britannica

Serena Cappelletti

88 | Pensare in grande

Serena Cappelletti

90 | Nell’era dell’IA

Serena Cappelletti

91 | Servizio a cinque stelle

Serena Cappelletti

92 | L’evoluzione del concessionario

93

96

Serena Cappelletti

Serena

109

DESIGN

113

FORBES

117

120 | Sarti dell’aria

Penelope Vaglini

122

8 CONTENTS
Armonia su due ruote
|
Elettrica per tutti
|
Cappelletti
| Avanguardia su strada SMALL GIANTS
| Le ruote della libertà Piera Anna Franini
| Una finestra sull’innovazione Valentina Lonati
LIFE
| Oasi di città
Susanna Tanzi
c’è di più
| Oltre al marchio
| Inseguire alte performance
Cella LIVING
| Milano Alessia Bellan
| Roma Mara Cella
| New York Aka Sarabeth 130 | Pensieri e parole Dimensioni FORBES.IT
SPECIALE WELFARE E SOSTENIBILITÀ 99 | Le vie del benessere sono infinite Matteo Sportelli 102 | Le persone al centro Matteo Calzaretta 103 | Partner di fiducia Matteo Borgogno 104 | Abbattere le barriere Andrea Celesti 106 | Rendiamoci conto Donatella Maric 107 | Occhio ai bonus Lavinia Desi BRANDVOICE con Fit2You e Air 94 | Tecnologia e istinto: combinazione vincente per i dealer di domani MARZO, 2024
Primo Marzoratti 125
Mara
127
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109

MARZO, 2024 | VOLUME 77

CASA EDITRICE

BFC Media Spa

Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano

Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 info@bfcmedia.com-redazione@bfcmedia.com

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ELIO PARIOTA Amministratore delegato

ALESSANDRO MAURO ROSSI Direttore responsabile

Strategy editor: Andrea Giacobino

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WRITERS

Massimiliano Carrà, Matteo Chiamenti, Roberta Maddalena, Matteo Novarini, Edoardo Prallini, Matteo Rigamonti, Matteo Sportelli

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Smart mobility: Giovanni Iozzia

Lifestyle: Susanna Tanzi

Technology: Gabriele Di Matteo

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Responsibility: Enzo Argante

Contributors: Maurizio Abbati, Alessia Bellan, Matteo Borgogno, Matteo Calzaretta, Serena Cappelletti, Tommaso Carboni, Andrea Celesti, Mara Cella, Lavinia Desi, Fabiola Fiorentino, Piera Anna Franini, Valentina Lonati, Donatella Maric, Matteo Marini, Primo Marzorati, Ugo Mattei, Attilio Nucetti, Cosimo Maria Palleschi, Aka Sarabeth, Penelope Vaglini, Francesca Vercesi

Grafica: Filippo Scaglia, Patrizia Terragni

Stampa: Rotolito S.p.A. - Via Bergamo 7/9 - 20063 Cernusco sul Naviglio (Milano)

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Steve Forbes chairman and editor-in-chief

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Katya Soldak editorial director, international editions

Peter C.Hung president, licensing and branded ventures

Matthew Muszala president, licensing & branded ventures

MariaRosa Cartolano general counsel

Nikki Koval vice president & assistant general counsel FORBES

Copyright@2022

Sidelines

Un pezzo di futuro sulle nostre pagine

Ed eccoci arrivati al settimo appuntamento con gli Under 30 di Forbes. Quest’anno ci sono alcune novità, come il numero delle categorie che è sceso da 20 a dieci, ma i giovani selezionati sono ancora 100. Quest’anno, oltre a guardare avanti con i nuovi talenti scelti da Forbes, ci siamo divertiti anche a guardare indietro, un po’ per compiacerci delle scoperte fatte in questi anni (dai Maneskin a Beatrice Venezi, da Davide Dattoli a Jannik Sinner, in lista già tre anni fa, quando era ancora lontano dagli ultimi successi stratosferici), ma anche per fare un bilancio di quanto potenziale ci sia negli under 30, soprattutto in termini di imprenditorialità, professionalità, innovazione, ricerca del successo. A leggere i giornali, a guardare le tv o saltabeccare tra i siti generalisti, il racconto che viene fatto dell’Italia è di un Paese litigioso, spento, con poco futuro. Invece se, come facciamo noi, si va in giro per le metropoli e la provincia italiana con gli occhi aperti e le orecchie tese, si scoprono giovani di talento che sono lontani 1.000 miglia dalle litanie lamentose che hanno preso il posto della pizza e del mandolino nell’immagine dell’Italia. Di giovani che hanno voglia di fare, di costruire ed eccellono in tutti i campi sono piene le regioni italiane. E il bello è che questi giovani non hanno nessuna voglia di lasciare il nostro Paese ma ci vogliono stare perché ci stanno bene. Certo, il mondo è cambiato e anche le aspirazioni dei giovani non sono più quelle di 20-30 anni fa, con il mito del posto fisso, retaggio dei propri genitori. Ma anche le strategie delle imprese sono cambiate e non hanno più nei costi il criterio principale che determina le scelte. Le aziende valutano in misura crescente altre dimensioni. Accanto alla soddisfazione degli azionisti, esistono altre priorità, a cominciare dal considerare i propri dipendenti e l’ambiente come i principali portatori di interesse (gli stakeholder), fino alla sostenibilità, ha scritto Il Sole 24 ore, descrivendo il cambiamento del nostro tempo. Secondo questo nuovo approccio, gli interessi degli azionisti vanno contemplati alla pari di quelli dei lavoratori, dei clienti, dei fornitori e della comunità in cui si opera, ossia dell’ambiente circostante. Oggi il vero profitto di un’impresa si misura nella sua sostenibilità nel tempo. Quindi le aziende devono proteggere l’ambiente e considerare i dipendenti con dignità e rispetto, proprio nell’interesse degli azionisti.

Com’è cambiato il mondo, anzi come sta cambiando, perché questi nuovi concetti non appartengono ancora all’universo del mondo del lavoro, anche se si stanno facendo sempre più strada. Ed è merito dei giovani, anche dei loro no, se il processo di cambiamento è in atto e viaggerà sempre più velocemente. I ragazzi hanno il loro futuro nelle mani, ma anche il nostro, e non vogliono farselo scappare. F

MARZO, 2024 FORBES.IT
10 FORBES — ALESSANDRO ROSSI, DIRETTORE QUANTO CONVIENE ANDARE A 30 KM/H BUFFON, UNAVITA DA NUMERO UNO INCHIESTA LAVORO, L'AVANZATA DEGLI OVER65 Mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°260 del 7 settembre 2017
ITALIA is published by BFC Media S.p.A. under a license agreement with Forbes Media LLC, 499 Washington Blvd. Jersey City, NJ 07310. “FORBES” is a tradermark used under license from FORBES LLC”. FORBES ITALIA (ISSN 2532-9588) è pubblicato da BFC Media S.p.A. con accordo di licenza di Forbes Media LLC, 499 Washington Blvd. Jersey City, NJ 07310. “FORBES” è un marchio su licenza di FORBES LLC”.
in 1917 B.C. Forbes, Editor-in-Chief (1917-54)
S. Forbes, Editor-in-Chief (1954-90) James W. Michaels, Editor (1961-99) William Baldwin, Editor (1999-2010)
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Una nuova era per l’energia nucleare

I nuovi entusiasmanti progressi tecnologici a livello globale stanno alimentando una rinascita del nucleare. Era ora. La necessità di energia è impellente. L’alta tecnologia richiede un enorme quantità di energia. Il cloud oggi consuma il doppio di tutto il Giappone. Man mano che le nazioni in via di sviluppo crescono, aumenta anche la necessità di fornire elettricità a centinaia di milioni di case moderne e imprese. Ecco perché la domanda di energia nucleare sta esplodendo. Sempre più decisori politici stanno finalmente affrontando il fatto che generare energia nucleare è più sicuro che produrre combustibili fossili e rinnovabili. È anche più pulito, perché non genera emissioni di anidride carbonica. I pregiudizi emotivi che hanno a lungo ostacolato lo sviluppo e l’espansione dell’energia nucleare stanno diminuendo. Le emissioni di radiazioni derivanti sia dalle catastrofi di Three Mile Island nel 1979 che di Fukushima nel 2011 sono state minime, inferiori all’esposizione che si avrebbe da un volo aereo a lunga distanza. Il disastro di Chernobyl è stato causato da un cattivo progetto e dalla gestione del governo sovietico. L’Europa sta superando i suoi tentennamenti verso questa fonte di energia. Gran Bretagna, Svezia, Francia e Ungheria hanno annunciato massicci piani di espansione dell’energia nucleare. Il recente vertice sul clima delle Nazioni Unite ha visto i paesi impegnarsi a triplicare l’energia nucleare entro il 2050.

possono fornire energia ad aree compatte e specifiche, come una città, un campus, una base militare o un data center.

Che cambiamento di atteggiamento! Negli Stati Uniti oltre una dozzina di reattori nucleari sono stati chiusi senza ragione dal 2012. Sono in fase di studio nuovi interessanti approcci alla produzione di energia nucleare. Si sta consentendo la creazione di 14 piccoli reattori modulari (smr), che sono molto più facili da costruire, risparmiando notevole tempo e tagliando i costi. Gli smr

Un reattore smr utilizza i sali fusi, che può sostituire l’acqua nel processo di raffreddamento. I sali fusi possono anche essere utilizzati per immagazzinare energia. Tuttavia, c’è una grande ombra che incombe sui progressi odierni: la regolamentazione governativa che li soffoca, aggiungendo enormi costi in grado di uccidere i progetti. La Commissione per la regolamentazione nucleare (Nrc) impone regole assurde e non necessarie. Per esempio, i suoi standard di esposizione radiologica sono 100 volte più rigorosi delle norme dell’Epa per l’esposizione all’inquinamento atmosferico. Il processo della Nrc per l’approvazione di nuovi progetti è incredibilmente complesso. A una società ci sono voluti sei anni per ottenere il via libera per un progetto smr. Un altro progetto smr interessante è stato cancellato a causa del ritardo nel processo di regolamentazione. Il Congresso ha stabilito che la Nrc aggiorni le sue regole per riflettere le realtà di oggi, non di decenni fa. Ma come è solito in una burocrazia governativa arretrata, i cambiamenti peggiorano le cose. Nell’ambito delle innovazioni in fase di sviluppo, c’è il concetto del cosiddetto tasso di apprendimento. Mentre lavori su un progetto, ti imbatti costantemente in modi migliori di fare le cose. Ma la Nrc e altri regolatori hanno soffocato il tradizionale processo di apprendimento nella costruzione delle strutture nucleari. È stato calcolato che se il normale tasso di apprendimento fosse stato permesso, il costo dell’energia nucleare sarebbe il 10% di quello attuale. Il prossimo presidente deve fare una guerra totale contro queste assurde regolamentazioni, per non parlare delle barriere che colpiscono tutti i progetti infrastrutturali. F

MARZO, 2024 FORBES.IT 13 FACT & COMMENT
FACT & COMMENT

Dal vivaio alla prima squadra

Roberto Parazzini è entrato in Deutsche Bank nel 1999, subito dopo la laurea e il servizio nell’Aeronautica Militare. Oggi, a 50 anni, guida il colosso tedesco in Italia e nel 2022 ha fatto registrare uno dei migliori risultati di sempre. Dal 2023 supervisiona tutta l’Europa occidentale

Milanese, 50 anni, Roberto Parazzini è chief country officer Italy, consigliere delegato di Deutsche Bank e general manager della filiale di Milano di Deutsche Bank Ag dal giugno 2020. Da gennaio 2023 il gruppo bancario tedesco gli ha affidato anche la supervisione dell’area Western Europe. Parazzini è un prodotto della cantera di Deutsche Bank, come gli piace definirsi, da appassionato di calcio (e tifoso dell’Inter) quale è. È infatti entrato nell’istituto di credito nel 1999, a 25 anni, dopo avere conseguito una laurea in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e avere prestato servizio nell’Aeronautica Militare. Negli anni ha attraversato varie fasi, anche turbolente, del gruppo, svolgendo ruoli di crescente responsabilità in Italia e in Europa. Partito dall’area It, dove ha incontrato il suo maestro Roberto Cabiati, ha ricoperto la prima posizione di rilevo quando è diventato chief operating officer per l’Italia, nel 2011. Un ruolo che gli ha consentito di padroneggiare gli ingranaggi di un gigante globale in piena fase espansiva, entrando anche nel consiglio di gestione italiano. Nominato head of asset and wealth management Italy nel 2015, Parazzini ha poi messo in pratica anche con i clienti e gli stakeholder esterni le capacità relazionali e umane, o meglio umanistiche (è anche appassionato di letteratura e lettore insoddisfatto per carenza di tempo), che tanti gli riconoscono fuori e dentro la banca. Forte dei risultati raggiunti in questa posizione e del peso strategico dell’Italia – primo mercato europeo per Deutsche Bank dopo la Germania –, l’anno dopo ha esteso il suo perimetro di responsabilità con la promozione alla guida delle attività di wealth management per l’Europa meridionale e occidentale, settore oggi cruciale per il posizionamento della banca. Poi Francoforte ha deciso di metterlo a capo delle attività italiane. “Durante i suoi oltre 20 anni di carriera in Deutsche Bank, Roberto si è dimostrato un leader forte e disciplinato. Come private banker di riconosciuto valore ed esperto a livello internazionale di mercati di capitali, possiede tutte le

capacità e gli attributi necessari per sviluppare il nostro busi ness”, dichiarò allora Werner Steinmüller, tuttora presidente del consiglio di sorveglianza di Deutsche Bank.

Prese le redini, in piena emergenza Covid-19 e alla guida di un team manageriale che nel primo anno di gestione ha profon damente rinnovato in quasi tutte le responsabilità strategiche, la prima missione di Parazzini è stata quella di rifocalizzare le attività della banca nel Paese, in linea con la strategia di tra sformazione ‘Compete to Win’, avviata poco meno di un anno prima dal ceo globale Christian Sewing. Una strategia che in questi anni ha riportato il colosso tedesco alla redditività e su un percorso di crescita sostenibile, mettendosi alle spalle il decennio di difficoltà post-crisi finanziaria del 2008.

“Roberto si è dimostrato un leader forte e disciplinato. Come private banker possiede tutte le capacità necessarie per sviluppare il nostro business”, ha detto Werner Steinmüller, presidente del consiglio di sorveglianza di Deutsche Bank

La rifocalizzazione delle attività in Ita lia si è concentrata principalmente sulla banca commerciale tradizionale, ovvero la divisione private bank. Qui le scelte cru ciali sono state due. La prima, la cessione di Db Financial Advisors a Zurich: una decisio ne difficile per chi, come Parazzini, da oltre 20 anni lavorava fianco a fianco con la rete ex Finanza & Futuro. Ma allo stesso tempo un’operazione ‘win-win’ per le parti, perché, come com mentava, “contribuirà a rafforzare il percorso di crescita della rete dei consulenti finanziari e la partnership tra i due gruppi. Con questo importante passaggio diamo il via a un percorso di trasformazione del nostro business in Italia, che porteremo avanti nei prossimi mesi con la volontà di continuare a investire per crescere su più fronti. Deutsche Bank resta infatti saldamente presente nel Paese e qui in futuro focalizzeremo le nostre attività per diventare banca di riferimento per gli imprenditori e le loro famiglie, rafforzando anche il nostro presidio sulla clientela affluent e nel credito al consumo”. Ed è proprio dalla focalizzazione sugli imprenditori e le loro famiglie che ha preso il via la seconda scelta cruciale, ovvero la creazione, nel 2021, della Bank for Entrepreneurs, che unisce le attività di wealth management ai servizi di consulenza e finanza per le aziende mid-cap e che,

14 FINANCIAL PICTURE FORBES.IT MARZO, 2024
FINANCIAL PICTURE

denti: Deutsche Bank è tornata all’utile nel 2021 (36 milioni di euro, miglior risultato dal 2016) e nel 2022, con 258 milioni, ha fatto registrare uno dei migliori risultati di sempre. Oggi Db nel nostro Paese è più redditizia rispetto al passato e punta a esserlo ancora di più in futuro. “In Italia sarà forse una banca più piccola che in passato, ma molto più profittevole, perché nel frattempo avrà trasferito il suo focus dal business di banca commerciale universale ai segmenti per noi strategici”, diceva Parazzini lo scorso anno al Corriere della Sera C’è poi un’ulteriore svolta impressa da Parazzini fin dal suo arrivo alla guida di Db, che non riguarda il business, ma

Fondazione Deutsche Bank Italia, il veicolo no profit per i progetti di responsabilità sociale che proprio in questi giorni festeggia i dieci anni di attività. Qui c’è stata una rivoluzione in un’ottica di maggiore partecipazione dei dipendenti. Sono ormai tantissimi quelli che scelgono di donare parte del loro tempo per portare avanti le attività della fondazione (che, senza dipendenti propri, può quindi restituire al territorio la quasi totalità del suo budget), governarla (il cda, presieduto da Parazzini, è formato da dipendenti candidati e scelti per la loro vocazione filantropica) e segnalare enti e progetti meritevoli di sostegno. E questo nuovo corso della fondazione, come lo definiscono ormai gli stessi dipendenti/volontari, è forse il risultato a cui il banchiere tiene di più. F

FORBES.IT MARZO, 2024
Roberto Parazzini
IMAGOECONOMICA

La vita ibrida

Dopo anni di lavoro in segreto, Apple ha lanciato il visore Vision Pro, con cui promette di “mettere il futuro in faccia”. Per adesso il dispositivo è troppo grande e ha qualche difetto. Ma a breve potrebbe fondere il mondo reale e quello digitale come nessun’altra invenzione ha saputo fare

C’è ancora chi si illude che mondo reale e digitale siano due cose diverse e separate. “Ciò che accade online non ha nulla di virtuale ed è anzi molto reale, solo che non è materiale, ma immateriale”, spiegava qualche anno fa Stefano Quintarelli, uno dei padri del web in Italia, nel libro Capitalismo immateriale. Quanto manca per convincere chi non ha ancora chiaro il concetto? Il tempo di provare a indossare, almeno una volta, il Vision Pro di Apple. I racconti di chi ha potuto già farlo negli Stati Uniti sono un misto di ‘wow’ e ‘ooh!’. “Puoi vedere cose che non ci sono e toccarle con le mani”. “Gli occhi diventano il mouse”. “Interagisci con le immagini e non hai bisogno di un controller”. Fantascienza? Sempre meno. Ci stiamo avviando verso un futuro ibrido, dove reale e digitale si mescoleranno. Prepariamoci a vedere il mondo in 4k (lo standard ultra hd del cinema digitale, della computer graphic e dei televisioni più avanzati). “Con i Vision Pro è come avere l’equivalente della risoluzione di un televisore da 75 pollici in ciascuno dei bulbi oculari: 23 milioni di pixel”, ha detto il regista James Cameron, che lavora sulla realtà virtuale da quasi 20 anni. Difficile distinguere la realtà da una sua ri-creazione digitale. Ci aspetta un futuro in cui sarà normale scrivere sulla tastiera di un computer seduti su una spiaggia lontana migliaia di chilometri o interagire con persone distanti come se fossero accanto a noi.

quattro milioni di pezzi nei prossimi cinque anni, ma altri analisti sostengono che rimarrà un prodotto di nicchia. Certamente è un primo modello con diversi difetti. Non sono mancati i primi scontenti e probabilmente il prezzo scenderà. Comunque il visore di Cupertino rappresenta una svolta nel settore della realtà virtuale, che non nasce oggi, ma sta arrivando a un punto di maturità.

“Con i Vision Pro è come avere l’equivalente della risoluzione di un televisore da 75 pollici in ciascuno dei bulbi oculari: 23 milioni di pixel”, ha detto il regista James Cameron, che lavora sulla realtà virtuale da quasi 20 anni

Gli ambienti digitali che simulano pezzi di realtà esistono da tempo, a cominciare dai videogiochi. E da qualche decennio si lavora per portarci sempre più dentro spazi fatti di pixel. Risale al 2013 l’Oculus realizzato da una startup comprata da Facebook. Poi ci sono stati Rift, Vive, Quest (che nella sua versione 3, secondo Mark Zuckerberg, è migliore). Anche il Vision Pro arriva da lontano, visto che i lavori sono cominciati almeno otto anni fa nell’angolo più segreto dell’Apple Park, la sede di Cupertino: il Mariani1, l’edificio da cui sono usciti l’iPod e l’iPhone. Perché ha provocato così tante attenzioni?

Il Vision Pro è il primo vero nuovo prodotto, dopo lo smart watch, lanciato dopo sette anni da Apple, dove sono molto bravi nel marketing e nella narrazione. Nei primi dieci giorni dal lancio, a inizio febbraio, secondo la stima più diffusa, ne sono stati venduti 200mila, a 3.500 dollari l’uno (non sappiamo ancora quando arriverà in Italia). Le previsioni sono discordanti: Morgan Stanley prevede vendite fino a

Perché ci fa entrare in una nuova era dell’informatica diffusa, lo spatial computing. Il concetto sembra semplice da capire, ma gli effetti sono difficili da immaginare. Lo spatial computing, o computazione spaziale, è fatto dalle tecnologie capaci di comprendere e utilizzare lo spazio tridimensionale intorno a noi. Questo significa che dispositivi come il Vision Pro non si limitano a proiettare immagini o suoni in un ambiente virtuale, ma interagiscono attivamente con lo spazio fisico in cui ci troviamo, permettendo una fusione senza precedenti tra reale e digitale. Immaginiamo di poter disegnare una scultura virtuale proprio nel mezzo del vostro soggiorno, ruotandola, ingrandendola o modificandola con gesti delle mani, come se fosse realmente lì. Oppure, pensiamo a come potrebbe cambiare l’inse -

16 DIGITAL BREAK FORBES.IT MARZO, 2024

schermo piatto, ma in un ambiente 3D in cui ogni dettaglio è tangibile e interattivo. Davanti non abbiamo semplici proiezioni, ma creazioni che occupano e rispondono allo spazio fisico, proprio grazie allo spatial computing.

Ecco perché Vision Pro, che pure non è perfetto, non è solo una finestra su mondi virtuale, ma li porta nel nostro ambiente, eliminando l’effetto claustrofobia dei tradizionali visori di realtà virtuali e aprendo scenari prima inimmaginabili. Un esempio: proiettare un ufficio in casa e lavorare come se si fosse lì. Capito perché quella scatola bianca apre futuri ancora tutti da disegnare? È uno strumento con cui esplorare e interagire con una realtà ampliata, in cui le barriere tra fisico e digitale sono sempre più labili.

“Sapevo da anni che saremmo arrivati qui”, ha detto Tim Cook, ceo di Apple. “Non sapevo quando, ma sapevo che ci saremmo arrivati”. Cosa viene dopo, adesso, è tutto da capire. Intanto sono già arrivate le prime cose da fare con il Vision Pro. Decathlon ha lanciato negli Stati Uniti la versione della sua app

momento sembrano resistere a Vision Pro i grandi brand digitali, come Netflix, Spotify o Meta. Ha invece già ceduto Walt Disney, che mette a disposizione alcune centinaia dei suoi film da vedere in 3D, Star Wars compreso. Ci si potrebbe trovare in salotto con Darth Vader od Obi Wan Kenobi.

“Ti stai mettendo il futuro in faccia”, è l’immagine forse un po’ cruda ma forte usata da Greg Joswiak, vicepresidente senior del marketing mondiale di Apple. Ma questo futuro pesa ancora troppo (mezzo chilo), sembra tanto una maschera da sub e certamente servirà ancora tempo per arrivare ad avere un visore grande quanto un paio di occhiali, facendo il lavoro di miniaturizzazione riuscito con l’iPod, un tentativo dopo un altro e dopo tanti prototipi respinti da Steve Jobs (c’era ancora lui). E poi siamo sicuri di voler correre il rischio di non riuscire più a vivere senza la realtà fatta di pixel, con una nuova schiavitù da visore dopo quella da smartphone? Questa sì che, per il momento, è fantascienza. Vedere, per credere, il film Ready Player One di Steven Spielberg. F

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ECONOMIC SCENARIOS

Gride d’Europa

Le sanzioni dell’Ue alla Russia si stanno dimostrando inutili come le ordinanze manzoniane. Anche perché diversi stati membri, Germania in testa, le aggirano, esportando verso paesi dell’Asia centrale che poi trasferiscono i prodotti a Mosca. L’unico risultato è stato cedere quote di mercato alla Cina

Il 29 gennaio l’Unione europea ha prorogato di sei mesi le sanzioni alla Russia. Queste misure, introdotte per la prima volta nel 2014 e contenute in 12 successivi pacchetti, divenuti molto più severi con il conflitto nel 2022, servirebbero a “indebolire la base economica della Russia, privandola di tecnologie e di mercati fondamentali e limitando in modo significativo la sua capacità bellica”, si legge in neretto sul sito ufficiale comune ai Consigli d’Europa ed europeo.

Seppure di dubbia legalità dal punto di vista del diritto internazionale, le sanzioni sarebbero la risposta all’annessione illegale della Crimea, alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e all’annessione illegale delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.

Diversi imprenditori italiani, sia che esportassero prodotti finiti in Russia, sia che importassero energie e materie prime a prezzi competitivi, hanno sofferto per queste misure. Risultano diverse crisi aziendali causate direttamente o indirettamente dalle sanzioni, nell’ambito di una trentennale stagnazione della nostra economia, che richiederebbe espansione e non contrazione. Se a questo aggiungiamo i 6 miliardi che costituiscono la quota italiana del nuovo finanziamento europeo di 50 miliardi di aiuti all’Ucraina, deliberato sempre nel primo mese del 2024, possiamo chiederci: Ue, ma quanto ci costi? In una situazione di conflitto, il ‘beneficio’ con cui comparare questi costi dovrebbe essere il danno prodotto all’economia del ‘nemico’, sicché vale la pena di domandarsi se le sanzioni funzionino. A tal proposito, disponiamo di evidenza aneddotica e statistica. La prima ci deriva dal racconto di due professori, una giornalista e un sacerdote italiani che a fine gennaio sono andati a Mosca in missione di pace, violando le sanzioni e rischiando una pena

carceraria e una salata multa, per verificare di persona l’applicazione di questi provvedimenti. Esportata una collana e alcuni libri, consegnati al vice primo ministro della Repubblica di Crimea, i nostri pacifisti disubbidienti sono tranquillamente rientrati in Italia con le valigie piene di caviale, vodka e altri prodotti oggetto dello scambio in loco, senza che nulla succedesse loro, neppure a seguito di autodenuncia. Hanno raccontato di una Mosca in grande spolvero, con magazzini stracolmi di prodotti stranieri e con scarsa presenza di forze dell’ordine, neppure nei luoghi solitamente più pattugliati.

Due professori, una giornalista e un sacerdote italiani a fine gennaio sono andati a Mosca in missione di pace, violando le sanzioni e rischiando una pena carceraria

e una multa. Hanno raccontato di una Mosca in grande spolvero,

con magazzini colmi

di prodotti stranieri

Quanto ai dati macroeconomici della Russia del post-sanzioni, c’è un rapporto di Robin Brooks, oggi direttore dell’Institute of International Finance, economista di Yale e della London School of Economics, già chief fx strategist di Goldman Sachs. Insomma, un pezzo da novanta dell’establishment finanziario anglo-americano. A sorpresa il suo rapporto non ha il tono freddo e scientifico che ci si potrebbe aspettare, ma ha le sembianze di un j’accuse. L’economista ce l’ha non con Putin, ma con l’Europa che reitera le sanzioni. Come le gride manzoniane, sono state del tutto inefficaci e la Russia naviga oggi in ottime acque. La ragione della loro inefficacia? Che parecchi paesi europei, in primis la Germania, le hanno allegramente ignorate, esportando verso paesi dell’Asia centrale (soprattutto Kirghizistan, Kazakistan, Georgia, Uzbekistan e Armenia), che poi trasferiscono direttamente i prodotti a Mosca. I grafici sono impressionanti, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni della Germania, della Polonia e della Lettonia.

La più attiva nel violare le sanzioni appare la Germania, che esporta, soltanto nel piccolo Kirghizistan, beni di ogni natura per un valore vicino al centinaio di milioni di dol-

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Germania

Italia

Polonia Austria

Ceckia Spagna

L’export di Germania, Polonia, Cechia, Italia, Austria e Spagna verso il Kirghizistan dal 2007 in avanti. Tutte le curve salgono drasticamente dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

lari al mese, quando, prima dell’invasione, non raggiungeva i 5 milioni. Simile impennata hanno avuto le esportazioni aggregate dell’Ue verso l’Armenia e il Kazakistan, che ormai superano stabilmente il miliardo al mese. A giudicare dalla cartina al tornasole del Kirghizistan, un’economia che non può fisicamente assorbire quei flussi, dunque interamente destinati alla Russia, le esportazioni provenienti dagli Stati Uniti, prima inesistenti e comparse dopo l’inizio della guerra, sono molto meno significative. Gli Stati Uniti ora sono poco sopra i 10 milioni di dollari, l’Italia è in rapida crescita a oltre 20 milioni a novembre ’23. Che gli italiani si siano fatti finalmente furbi?

Le sanzioni, dunque, non funzionano anche perché molti paesi membri dell’Ue non le fanno rispettare. Brooks si straccia le vesti, ma, considerato che l’Europa dopo il bombardamento del Nor-

thstream 2 è rimasta ostaggio dell’importazione di gas Usa, che ci viene venduto a circa cinque volte il prezzo che eravamo soliti pagare ai russi, l’emergere di forme di resistenza da parte di un’imprenditoria europea già flagellata è del tutto naturale. Piuttosto, è interessante notare come la Cina si sia precipitata a prendersi una fetta di mercato che, nonostante tutte queste triangolazioni, l’Europa ha dovuto abbandonare a causa della crescita dei costi transattivi dell’esportazione più farraginosa. Le esportazioni cinesi in Russia si sono impennate a seguito dell’invasione (da 5 miliardi nel dicembre 2020 a 8 nel dicembre 2021, fino a 11 nel dicembre 2023). La Cina inoltre, per non esagerare nell’export diretto, è anche prima esportatrice vero il Kirghizistan, il Kazakistan e l’Uzbekistan. Che senso ha, in questo quadro, insistere con le ordinanze sui bravi? F

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Biškek, capitale del Kirghizistan

UNA VITA DA NUMERO 1

In estate, a 45 anni, ha chiuso la carriera da portiere. Ora Gianluigi Buffon si divide tra il ruolo di capo delegazione della Nazionale di calcio e quello di imprenditore e investitore. I suoi interessi vanno dalla finanza all’immobiliare, fino alle startup. “Ero stanco di non capire i discorsi dei consulenti”, ricorda. “Ho iniziato a studiare e ho raggiunto una conoscenza tale da poter gestire il mio portafoglio”

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Gianluigi Buffon

“Un portiere deve essere masochista. Come ruolo, può essere paragonato all’arbitro. Ha il potere di comandare, ma può solo subire gol. Non può segnare e deve sopportare offese continue. La psicologia dovrebbe studiare questo ruolo così contraddittorio”. È dalle sue stesse parole, pronunciate diversi anni fa, che bisogna partire per raccontare il carattere, la storia e la nuova vita di uno dei portieri più forti della storia del calcio: Gianluigi Buffon.

Ritiratosi ad agosto a 45 anni,

dopo un ultimo nostalgico biennio al Parma (dalla quale la Juventus lo acquistò per la cifra record di 105 miliardi di lire nel 2001), Supermancosì amavano chiamarlo i tifosi - non ha però mai smesso di indossare il suo mantello. Volando non più tra i pali di una porta, ma tra il management, gli affari e l’innovazione. Perché i numeri uno sono così: hanno bisogno di nuovi stimoli, di sfide e di sentirsi parte di qualcosa. Da qui la decisione di accettare la chiamata di Gabriele Gravina, presidente della Figc, e diventare il nuovo capo delegazione della Nazionale. “È stato un anno

rivoluzionario, perché la mia vita, fino a quel momento, è stata calcio-centrica”, dice Buffon a Forbes Italia. “Ero molto curioso di vedere come sarebbe stato il mio reinserimento nel ‘mondo normale’. Sicuramente la chiamata della Nazionale ha facilitato e reso indolore il mio ritiro”. D’altronde il mondo del calcio ha diverse sfaccettature. Una di queste è il management.

Già diventato direttore sportivo, Buffon sta anche seguendo un master da managing director. E non solo per scopi calcistici, ma anche di impresa. Perché l’ex campione del mondo è anche

un attento imprenditore e investitore. “Ero stanco di non capire i discorsi dei consulenti finanziari. Volevo essere io l’artefice della mia vita. Ho iniziato a studiare e ho raggiunto una conoscenza e una coscienza tali da poter gestire il mio portafoglio di investimenti. Anche sbagliando, perché l’errore fa parte di questa crescita”. Con al centro la sua Gb Holding, gli investimenti di Buffon svariano tra diversi settori: dall’immobiliare - dall’Hotel Stella della Versilia alla recente acquisizione di un edificio di prestigio a Milano - al mondo delle startup. “Credo molto nei progetti

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di Massimiliano Carrà

dall’alto tasso innovativo. E per questo cerco sempre di investire in società con lo sguardo proiettato al futuro, come Volocopter, che progetta elicotteri multirotori elettrici, oppure RubberJet Valley, specializzata nell’utilizzo di una tecnologia brevettata e rispettosa dell’ambiente, capace di produrre granuli di polimero e polverino di alta qualità partendo dai grandi pneumatici fuori uso di autocarri, trattori e veicoli da miniera. Un processo che permette di riciclare la gomma con materia di grandissima qualità, evitando il disboscamento di migliaia di chilometri di foreste, come avviene in Amazzonia”. In campo finanziario, Buffon è diventato socio anche di OQtima, una piattaforma di trading online recentemente sbarcata sul mercato europeo. Investimento che accentua una delle più recenti passioni dell’ex Juventus: l’attenzione al trading e ai temi macroeconomici. “Partendo dal presupposto che in Europa stiamo facendo più fatica degli Stati Uniti, ciò che mi intimorisce di più è il deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro. Sono curioso di vedere se la Bce deciderà di sparigliare le carte e tagliare i tassi d’interesse prima della Fed. Scelta che, però, potrebbe deprezzare ancora di più l’euro”. Di recente Buffon si è aperto uno spazio di investimento anche nello sport, fondando la sua Buffon Academy per formare i campioni del futuro. “Sta avendo un discreto successo, anche a livello internazionale. Tanti paesi ci hanno contattato: dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita, dove andrò a breve, perché hanno dimostrato molto interesse”. E dove, peraltro, si sta concentrando l’attenzione

mondiale, in virtù dei ricchissimi investimenti e ingaggi offerti ai calciatori.

“Sapendo che le nuove generazioni sono meno ‘romantiche’ di quelle passate (e non è una colpa), c’è solo una via per combattere un’arma potente come il denaro: mettere in campo idee e suggestioni ambiziose, forti, e che abbiano un fine preciso sin dall’inizio. Altrimenti rischiamo di mandare in fumo la nostra grande storia europea. Perché oggi è l’Arabia Saudita, domani può essere l’India”, dice Buffon, che in questo periodo è impegnato anche in un nuovo progetto. “Con tre amici - Marco Casario, Giacomo ‘Ciccio’ Valenti e Davide Biocchi - abbiamo lanciato Sportfolio, una nuova avventura su YouTube

ricerca dei talenti un’identificazione e una valutazione completa, basata sui dati, dei potenziali nuovi acquisti. Seguendo così la storia di Billy Beane, direttore generale degli Oakland Athletics, raccontata nel film L’arte di vincere. “Ormai non si può prescindere dalla tecnologia. Ma attenzione: il valore aggiunto dato dall’uomo è fondamentale. Soprattutto se hai l’obiettivo di vincere. Perché sono tanti gli aspetti che portano alla vittoria: dall’esperienza dei calciatori alle relazioni, fino al gruppo, alle idee e al carattere dell’allenatore”.

E quando si parla di gruppo, è inevitabile che la mente di Buffon vada a due momenti della sua vita: il Mondiale del 2006 e il ritorno alla

“Credo molto nei progetti dall’alto tasso innovativo. Per questo cerco sempre di investire in società con lo sguardo proiettato al futuro”

con appuntamento ogni lunedì. Un modo per parlare dei due temi mi appassionano: il calcio e la finanza. E lo facciamo anche giocandoci su, con il fantacalcio e la fantafinanza. In queste prime puntate ci siamo divertiti a sfidare l’intelligenza artificiale contrapponendola alle capacità umane, formando due squadre in competizione”. D’altronde, proprio l’intelligenza artificiale è già arrivata nel calcio. Il Siviglia, per esempio, ha presentato, insieme a Ibm, Scout Advisor, strumento per fornire al proprio team di

vittoria con la Juventus. “Il Mondiale è stato un momento unico, perché Lippi è riuscito ad assemblare e gestire un gruppo che aveva un dna vincente, acuendo questa voglia di successo. Lo stesso è accaduto poi con Antonio Conte alla Juventus. Avevamo creato qualcosa di straordinario nello spogliatoio”. Ed è proprio questa la chiave del successo per Gigi: creare un gruppo e uno spogliatoio unito, forte e che remi verso gli stessi obiettivi. “Lasciando stare i grandi campioni che ho avuto come compagni di squadra, nessuno è stato come Gattuso. Perché aveva

tutto: tenacia, grinta, simpatia, coraggio e forza”. Sentimenti che l’ex capitano rivede adesso nella nuova Juventus, dopo qualche tempo in cui la strada strada era stata forse smarrita. “Sono molto positivo. Perché, in un periodo molto complesso, ha trovato un professionista dalle qualità assolute come Cristiano Giuntoli”. Pur avendo cancellato e riscritto record (in termini sia di trofei che di presenze), sono sette i ricordi chiave che Buffon sceglie per riassumere la sua carriera: quattro gioie e tre rimpianti. “Tra le prime inserisco l’esordio in Serie A con il Parma (il 19 novembre del 1995), la vittoria dei Mondiali del 2006, il primo scudetto vinto durante l’era Conte (stagione 2011/2012) e l’anno al Paris Saint Germain, perché è stata un’esperienza bellissima che mi ha regalato tanto sotto il profilo umano e sportivo”. Guardando alle delusioni, invece, i ricordi viaggiano verso lo scudetto mancato con il Parma, la Champions mai vinta con la Juventus e la finale persa 4 a 0 contro la Spagna agli Europei del 2012, “perché siamo arrivati distrutti fisicamente e mentalmente e non abbiamo potuto giocarla come volevamo”.

Peraltro, quest’anno gli azzurri dovranno difendere il titolo di campioni d’Europa, dopo l’ennesima assenza dai Mondiali. “Sono convinto che con Spalletti vedremo un’Italia bellissima. Una squadra formata da un gruppo coeso e con un grande senso d’appartenenza, sulla scia di quella Nazionale del 2016 (guidata da Conte) che si fece amare da tutti per la sua passione e dedizione. Nessuno può dire dove arriveremo, ma sono certo che ci sarà un impegno totale da parte di tutti”. F

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LA CASA DELLE APP che vale 2,55 miliardi

Gli unicorni sono quelle startup cresciute bene e, soprattutto, valutate almeno 1 miliardo. E sono considerati i simboli della salute di un ecosistema di innovazione. In Europa sono poco meno di 200, in Francia una trentina, in Italia scarseggiano: Satispay e Scalapay (secondo alcuni no, perché ha sede all’estero nonostante sia stata fondata da un italiano). Anche se per alcuni puristi non lo è, c’è un’altra tech company italiana che ha doppiato la valutazione di 1 miliardo: Bending Spoons. La società specializzata nello sviluppo di app,

settore in cui è tra i leader nel mondo, ha infatti raggiunto una valutazione di 2,55 miliardi di dollari con l’ultimo aumento di capitale di metà febbraio (155 milioni). Fondata a Copenaghen nel 2013 da Luca Ferrari, Francesco Patarnello, Matteo Danieli e Luca Querella, l’anno successivo Bending Spoons ha spostato la sua sede a Milano, cominciando una corsa che l’ha portata all’acquisizione di player americani come Evernote e Meetup. E i nuovi capitali serviranno a fare nuove acquisizioni, per diventare una tech company ancora più globale.

Da sinistra: Luca Querella, Francesco Patarnello, Luca Ferrari e Matteo Danieli

AUTOMOTIVE

La ricarica elettrica BELLA E SEMPLICE

La ricarica sarà il principale fattore di svolta per l’affermazione dell’auto elettrica. Daze è una startup bergamasca che dal 2017 pensa a renderla sempre più diffusa, semplice ed efficace. Dal 2020 ha lanciato sul mercato caricatori domestici poco ingombranti, poco costosi e belli da vedere e dopo ha lavorato sui software

per gestire lo scambio di energia fra auto e abitazioni. Un impegno che a metà febbraio è stato riconosciuto con un investimento di 15 milioni di euro in un round guidato da Cdp Venture Capital. Tutto è cominciato per iniziativa di due ingegneri, Giacomo Zenoni e Andrea Daminelli, che hanno sempre pensato che la ricarica dell’auto elettrica avesse bisogno di una bella rivoluzione. Loro sono riusciti a portarla e adesso hanno le risorse per farlo anche in Europa. Non a caso al round hanno partecipato anche il fondo gestito dall’European Innovation Council e il venture capital francese Founders Future.

Il lusso da collezione IN CONDIVISIONE

Democratizzare i beni di lusso. È l’obiettivo della startup Collecto, che lo sta facendo con il modello della sharing economy: prendere un’opera d’arte, un orologio d’epoca o un vino raro e suddividerne la proprietà fra diversi collezionisti. Fondata nel luglio 2023 da Giovanni Camisasca, Matteo Costantini e Salvatore Zola, Collecto ha già ottenuto un investimento di 750mila euro a cui hanno partecipato numerosi manager e imprenditori (dal ceo di Brumbrum Matteo Barcella all’ex calciatore Mark Iuliano, dal general manager di Jakala Giacomo Lorusso al ceo di SuperMoney Andrea Manfredi). Collecto ha già in gestione oltre 150mila euro in beni di lusso e circa settemila clienti.

Da sinistra: Salvatore Zola, Giovanni Camisasca e Matteo Costantini

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INNOVATION PEOPLE SHORT NEWS
finanziamenti
ARTE
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Giacomo Zenoni (a sinistra) e Andrea Daminelli

SOCIAL RESPONSIBILITY SHORT NEWS

industria green

L’IDROGENO VERDE italiano conquista la Svezia

De Nora, multinazionale italiana quotata su Euronext Milan, specializzata in elettrochimica e tecnologie sostenibili, fornirà elettrolizzatori destinati a uno dei più grandi progetti di water electrolysis per la generazione di idrogeno verde in Europa, in costruzione in Svezia. Il progetto prevede la produzione di idrogeno verde per una capacità installata complessiva di oltre 700 MW. L’idrogeno sarà utilizzato in un progetto di decarbonizzazione industriale e permetterà, in prospettiva, di ridurre significativamente l’impronta carbonica dell’impresa che ne farà uso. “Siamo estremamente soddisfat-

ti”, ha commentato Paolo Dellachà (nella foto), amministratore delegato di De Nora, “dell’aggiudicazione di questi nuovi ordini da parte della nostra partecipata thyssenkrupp nucera e di contribuire alla realizzazione di un progetto di rilevanza europea, che si distingue per elevata capacità produttiva e profilo di sostenibilità. Questi nuovi ordini rafforzano ulteriormente la crescita del nostro business dedicato alla produzione di idrogeno verde e confermano De Nora come azienda in grado di contribuire in maniera rilevante alla decarbonizzazione di settori industriali tradizionalmente ad alta intensità di emissioni”.

BIODIVERSITÀ

L’alimento terapeutico che vuole sconfiggere la fame in Africa

SOSTENIBILITÀ È il BAMBÙ l’alternativa alla plastica

Ready-to-use therapeutic food (Rutf), alimento speciale terapeutico a rapido utilizzo, sostenibile e completamente riproducibile localmente, attraverso ingredienti autoctoni, può dare un importante contributo alla lotta alla fame in Africa. Il progetto è dell’organizzazione di volontari di NutriAfrica ed è stato avviato in Uganda. “Non avendo bisogno di preparazione preventiva”, spiega il presidente di Nutriafrica, Vincenzo Armini (nella foto), “si adopera per il trattamento decentrato, direttamente a casa, degli stadi lievi e intermedi della malnutrizione acuta severa infantile, per limitare l’insorgenza di condizioni di gravità tali da costringere all’ospedalizzazione, con conseguente sovraffollamento delle strutture sanitarie e rischio di collasso della catena della sopravvivenza”. Il Rutf alternativo ideato ha caratteristiche nutrizionali e di sicurezza aderenti agli standard internazionali previsti per questa tipologia di prodotti. Inoltre, mostra una resistenza all’ossidazione - a temperature ambientali elevate e in presenza di ossigeno, senza alcuna barriera - dell’ordine di un paio di settimane. “Questa circostanza”, spiega ancora Armini, “consente una distribuzione locale attraverso canali e catene non particolarmente complessi dal punto di vista tecnologico, con un ulteriore e significativo abbattimento dei costi, mediante l’impiego di semplici contenitori con coperchio a incastro”.

Produrre cellulosa a impatto zero è possibile. L’annuncio arriva da Alter Eco Pulp, Forever Bambù e università La Sapienza di Roma e prevede di trasformare il legno di bambù in polpa di cellulosa, alternativa ideale alla plastica monouso. Alter Eco Pulp è una startup che produce packaging e monouso per la ristorazione partendo da cellulosa ottenuta da scarti di lavorazione agricola ha un sito produttivo a Tivoli (Roma) ed è collegata ad Alter Eco Disposable, operatore italiano di prodotti monouso per la ristorazione. Forever Bambù è azienda specializzata nella piantumazione e nella gestione di foreste di bambù gigante. Le due aziende hanno deciso di unire le forze: da un lato il progetto di economia circolare di Forever Bambù, dall’altro quello di Alter Eco, che permette la creazione di prodotti in sostituzione della plastica monouso. Il progetto, coordinato della Sapienza, punta a produrre i primi pezzi entro il 2024.

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Mauro Lajo, ad di Forever Bambù

ROBOTTINI da 90 milioni di dollari

Quei buffi robottini che dovrebbero consegnare cibo e libri sull’uscio di casa sono finiti un po’ nel dimenticatoio, dopo un periodo di hype mediatica e relativi investimenti. Dall’Estonia adesso arriva una notizia che riguarda Starship Technologies, startup di mobilità autonoma che ha appena raccolto fondi da sostenitori come Plural,

basato a Londra e in Estonia, e Iconical di Janus Friis, investitore seriale tra i cofondatori di Skype. Starship può ora contare su un capitale di 230 milioni di dollari per sviluppare sia l’hardware dei robottini di consegna, sia la piattaforma di guida autonoma che presenta varie complessità. Tra i partner della startup compaiono anche società di consegne come Bolt e la catena di supermercati Co-Op. I robot di Starship hanno percorso finora oltre 11 milioni di miglia in 80 località tra Stati Uniti ed Europa, effettuando sei milioni di consegne. La batteria attuale offre 18 ore di autonomia e proprio la ricerca di batterie più efficaci, accanto al miglioramento della guida autonoma tra i prossimi obiettivi di Startship.

STREAMING

YouTube Tv LANCIA LA SFIDA a Netflix & co.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Orientarsi

nel catalogo Ikea?

Ti aiuta ChatGpt

Nel suo dilagare all’interno dei siti dedicato al commercio, ChatGpt questa volta incontra Ikea. È arrivato l’assistente IA del marchio svedese per aiutare la ricerca dei prodotti che, su richiesta vocale, verranno selezionati nell’immenso catalogo dell’azienda e poi inseriti nella stanza che l’utente ha descritto, seguendo le indicazioni sullo stile. Il servizio è in fase di sperimentazione e si aggiunge a un’altra innovazione tecnologica introdotta da Ikea per migliorare l’interfaccia cliente: la realtà aumentata che permette di simulare un tipo di arredamento con le misure giuste, prima di procedere all’acquisto. Una delle funzioni di questa tecnologia è la creazione di immagini del prodotto utilizzando il modello Dall-e, che appartiene, come ChatGpt, a OpenAI. Gli utenti potranno chiedere, per esempio, che tipo di arredamento consiglia l’IA nel caso di un ufficio dedicato a una giovane startup che opera nel settore food. Dall-e genera in pochi secondi una serie di soluzioni sotto forma di immagini con prodotti Ikea.

Nel mondo dello streaming si sta affermando un ricco competitor di Netflix, Amazon Prime, Disney+, AppleTv+. È la piattaforma di YouTube Tv, che ha raggiunto otto milioni di abbonati e adesso si prepara al salto in avanti. È stato Neal Mohan, ceo della piattaforma controllata da Alphabet, ad annunciare i nuovi piani. “Vogliamo un posto in prima fila nel soggiorno di casa dove attualmente, nel mondo, un miliardo di telespettatori accende uno schermo per accedere ai contenuti. In questa missione di crescita ci faremo aiutare sia dall’intelligenza artificiale, sia dal contributo dei nostri creator e partner, che negli ultimi tre anni abbiamo remunerato con 70 miliardi di dollari”. Otto milioni di abbonati sono una fetta sottile della torta del videostreaming, ma il dato incoraggiante riguarda il trend di crescita. Dal 2022 il canale ha guadagnato oltre tre milioni di abbonati, a fronte di una serie di disdette che hanno interessato i leader del settore. “Continueremo a garantire che l’intelligenza artificiale resti al servizio della creatività attraverso le nostre collaborazioni e partnership con le industrie creative”, ha concluso Mohan. L’IA di casa Google, che prima si chiamava Bard, adesso ha cambiato nome in Gemini per annunciare una serie di sviluppi.

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SILICIO
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Dall’orbita contro l’illegalità ambientale

Eo4Security è operativo. Guidato da e-Geos - società costituita dall’Agenzia spaziale italiana al 20% e da Telespazio all’80% , è un progetto dell’Agenzia spaziale europea per monitorare i crimini ambientali e le attività illegali. Con Eo4Security saranno sviluppati algoritmi all’avanguardia e relative piattaforme applicative, per fornire informazioni su possibili violazioni delle norme ambientali, come nel caso di estrazioni minerarie illecite. Il progetto punta a fornire analisi e informazioni integrando fonti diverse per generare dati ad alta risoluzione e utilizzando osservazioni satellitari giornaliere e analisi storiche di aree specifiche. Eo4Security sfrutterà anche la complementarità con i cosiddetti dati di open source

TECNOLOGIA 3D

INAUGURAZIONI SPAZIALI

Continua l’espansione spaziale di Caracol, azienda specializzata nel large format additive manufacturing, o Lfam, che consente di stampare in 3D oggetti di grandi dimensioni con una gamma di materiali avanzati. L’espansione è ‘spaziale’ per due motivi: il primo è che a febbraio Caracol ha inaugurato due nuovi stabilimenti vicino a Milano, fra cui una facility per l’assemblaggio tecnologico e il testing della tecnologia Lfam, e l’innovation

hub, dedicato alle attività di ricerca e sviluppo dei propri sistemi di manifattura additiva di materiali polimerici, compositi e metallo. Il secondo motivo è legato al crescente coinvolgimento di Caracol in progetti extra-atmosferici, in stretta collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana e con quella europea, l’Esa (come la recente Cosmic Lfam-Esa Grand Challenge, una competizione per chi punti a trasformare il panorama della manifattura extra-terrestre). Fondata nel 2017 da Francesco De Stefano, Jacopo Gervasini, Paolo Cassis e Giovanni Avallone, nel 2021 Caracol è stata una delle prime sei società cui hanno creduto Primo Space Fund ed Eureka! Ventures che avevano investito 3,5 milioni di euro in un primo seed, seguito poi dalla partecipazione a un secondo investimento di serie A da 10,6 milioni con Cdp Ventures e Neva, nel marzo 2023.

intelligence, ricavati, per esempio, dai social media. Oltre a e-Geos, primo contraente, del progetto fanno parte anche Gaf - azienda 100% e-Geos-, Hensoldt Analytics, Janes e Dhiria (spin-off del Politecnico di Milano). Fra gli utenti finali coinvolti dall’Esa, anche l’ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine e l’Istituto internazionale delle Nazioni unite per la ricerca sul crimine e la giustizia. e-Geos è anche al lavoro in un’attività di fusione di dati multisensore per applicazioni di sicurezza marittima, che punta a identificare i comportamenti irregolari delle navi. In questo caso, l’azienda lavora con Deix, quale partner industriale, e con il supporto di Critiware e Cherry-Data.

NUOVE FRONTIERE ANDARE SULLA LUNA STANDO A CASA

La prevendita dei biglietti inizierà ad aprile (su lunarcity.net) e permetterà ad almeno 100mila persone di collegarsi in diretta con il Congresso astronautico internazionale (lo Iac), il più importante evento di settore al mondo, programmato a Milano in ottobre. Le ambizioni di Lunar City vanno però oltre: presentata agli investitori a fine 2023, è la prima piattaforma di edu-entertainment interamente dedicata allo spazio. Si prefigge, grazie alla realtà virtuale, la promozione dei viaggi in orbita, e in futuro sulla Luna, e di ispirare le nuove generazioni attraverso esperienze immersive. Il progetto si ripromette anche di stimolare una crescente consapevolezza nei confronti del nostro pianeta, divulgando l’importanza della ricerca spaziale. A inaugurare la piattaforma sarà Travel Space Real Time, iniziativa per “cambiare l’approccio allo spazio del pubblico, consentendo collegamenti in Vr anche alla Stazione spaziale internazionale”, ha spiegato Alessandra Bonavina, regista e autrice del progetto. Lunar City nasce dalla collaborazione fra Vection Technologies, Thales Alenia Space, Altec e Next One Film Group, quest’ultima ideatrice della piattaforma e responsabile della distribuzione dei suoi contenuti, che comprenderanno film, videogiochi e mostre virtuali.

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LA CUMBIA DEL SUCCESSO

Quest’anno ha trionfato al Festival di Sanremo con il brano La noia, certificato disco d’oro. Ora ad attendere Angelina Mango sono un tour nei i principali club italiani e l’Eurovision di Malmö a maggio

La vittoria a Sanremo, il secondo posto ad Amici poco prima: è successo tutto molto velocemente. Lo ha ammesso anche Maria de Filippi, che dopo aver accolto con orgoglio in una puntata del suo programma la cantante ed ex allieva Angelina Mango , le ha affettuosamente detto di ‘aver bruciato parecchie tappe’. Se infatti oggi i suoi concerti sono sold out in molte città italiane, appena un anno fa la cantautrice classe 2001, originaria di Maratea (Basilicata), era seduta tra i banchi della scuola più famosa della tv, in cui si è classificata al secondo posto trionfando nella categoria canto della 22esima edizione. Figlia d’arte - il padre è il cantautore Mango e la madre Laura Valente, ex cantante dei Matia Bazar - Angelina è cresciuta a Lagonegro, in provincia di Potenza. Con lei il fratello maggiore Filippo, nato nel 1995, che condivide la passione per la musica. Il 7 dicembre 2014 ha segnato una data tragica per la cantante: mentre stava partecipando a una manifestazione di beneficenza a Poli -

coro, il padre è stato colpito da un malore improvviso che ne ha causato la morte. Angelina, a quel tempo iscritta al liceo scientifico, sospese gli studi. Due anni dopo si è trasferita a Milano con la famiglia. Qui ha ripreso gli studi e ha iniziato a cantare in un gruppo, con il fratello nel ruolo di batterista. Influenzata musicalmente da Rolling Stones, Nirvana e Aretha Franklin, risale al 13 novembre 2020 il suo primo singolo, Va tutto bene. Nel 2021, l’artista potentina ha aperto i concerti del Parola Tour di Giovanni Caccamo e Michele Placido, esibendosi nel novembre 2021 durante la Milano Music Week, che per sette giorni all’anno trasforma la città in un grande palcoscenico con centinaia di artisti. Nello stesso periodo, ha partecipato alle selezioni di Sanremo Giovani con il brano La tua buona colazione, non venendo però selezionata tra i finalisti. Dopo aver firmato un contratto con Sony Music, Angelina ha iniziato a scrivere e produrre nuovi brani insieme al produttore Enrico Brun. Nello stesso anno sono usciti anche alcuni singoli, tra cui Formica, Walkman (prodotto da Tiziano Ferro) e Rituali (con Nashley). La partecipazione ad Amici le ha spianato parecchie strade: dopo aver aperto il concerto di Elisa all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 28 dicembre, si è esibita al concerto in onda su Canale 5 Capodanno in musica. Sempre al talent, Angelina Mango ha pubblicato i singoli Voglia di vivere e Mani vuote. Il 19 maggio 2023 viene pubblicato l’ep Voglia di vivere, anticipato dal singolo Ci pensiamo domani, che ha raggiunto il secondo posto della classifica Fimi Album e ha ottenuto il disco d’oro. Tutt’altra storia, sempre di successo, per il singolo: diventato un tormentone estivo, si è posizionato tra i primi dieci della Top Singoli ed è stato certificato con triplo disco di platino. Il singolo, inoltre, le è valso il premio Lunezia al valore musical-letterario. Tra giugno e luglio 2023, Angelina ha partecipato inoltre a festival organizzati dalle maggiori emittenti radiofoniche e televisive nazionali, tra i quali Battiti Live e Tim Summer Hits.

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Nella serata delle cover di Sanremo ha fatto emozionare il pubblico con la sua interpretazione del brano del padre La rondine

C’è stato poi un altro singolo destinato a scalare le classifiche, presentato in anteprima durante la ventitreesima edizione di Amici. Il 6 ottobre 2023 è infatti uscito Che t’o dico a fa’, che ha raggiunto il disco di platino. In gara alla 74esima edizione del Festival di Sanremo con il brano La noia, durante la serata cover ha fatto emozionare sala stampa e pubblico con la sua interpretazione di La rondine, brano del padre, insieme al quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma. “Ho pensato che fosse inutile provarne altre, era la canzone giusta da portare qui”, aveva detto subito dopo alla Rai. L’11 febbraio si è aggiudicata la vittoria sul palco dell’Ariston, classificandosi davanti a Geolier e Annalisa (anche lei ex concorrente di Amici). Il brano si è inoltre aggiudicato il premio della sala stampa Lucio Dalla e quello intitolato a Giancarlo Bigazzi, assegnato dall’orchestra per la migliore composizione musicale. Ora la aspetta un tour nei principali club italiani, le cui date di Roma e Napoli, come ha svelato qualche giorno fa, sono state raddoppiate perché andate esaurite. “Sono una persona educata e gentile, e credo che mio padre sarebbe prima di tutto orgoglioso di questo. L’Eurovision? Sì, lo voglio”, aveva aggiunto rispondendo alla tradizionale domanda rivolta al vincitore di Sanremo, “ma ora voglio andare a mangiare una pizza con i miei amici”. Dalla Fimi è da poco arrivata la certificazione del disco d’oro per il brano La noia (lo ascolteremo anche all’Eurovision di Malmö a maggio), che ha ottenuto il disco d’oro. F

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RAGAZZO D’ORO

Dopo aver chiuso la scorsa stagione con la vittoria della Coppa

Davis, Jannik Sinner ha iniziato il nuovo anno con i trionfi agli Australian Open e a Rotterdam. E ora potrebbe superare Djokovic come tennista più pagato al mondo

Quindicesima vittoria di fila, due tornei vinti e best ranking raggiunto. Non poteva iniziare in maniera migliore il 2024 di Jannik Sinner, inserito da Forbes Italia tra gli under 30 nel 2020. Dopo aver chiuso la scorsa stagione con la vittoria della Coppa Davis, a 47 anni di distanza dal primo successo in Cile di Panatta e compagni, il fenomeno altoatesino ha iniziato il nuovo anno con i trionfi agli Australian Open e a Rotterdam. Due vittorie, che raccontano di un campione con una grande etica del lavoro, capace di migliorarsi giorno dopo giorno, imparare dalle vittorie e dalle sconfitte. Un tennista in grado di superare il suo avversario anche quando le cose non vanno come vorrebbe. La grandezza di Sinner è tutta qui.

Con il trionfo di Melbourne, il primo Slam della carriera, Jannik Sinner è entrato ufficialmente nell’olimpo dei grandi del tennis mondiale. Una vittoria che assume ancora più valo-

re se si pensa che l’ultimo tennista azzurro ad alzare uno dei quattro trofei più importanti fu Adriano Panatta al Roland Garros del 1976. E proprio a quest’ultimo apparteneva il best ranking mondiale (n.4), prima condiviso e poi superato da Sinner con il successo di Rotterdam che lo ha proiettato al numero 3 della classifica.

Mezzo secolo dopo il trionfo di Panatta, Sinner è diventato il primo tennista italiano a conquistare gli Australian Open al termine di una sofferta, e forse per questo ancora più bella, vittoria contro il numero 3 del mondo Daniil Medvedev con il punteggio di 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3. Una vittoria che ha permesso all’altoatesino di entrare tra i top player del tennis non solo dal punto di vista anche economico. Sinner ha messo le mani su un assegno da 3,15 milioni di dollari australiani (ovvero 1,91 milioni di euro), nell’anno in cui Tennis Australia ha aumentato il montepremi del 13%, portandolo a circa 54 milioni di dollari (il primato assoluto rimane quello degli Us Open, con 58 milioni), a cui si sono aggiunti i 400mila euro di Rotterdam.

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di Andrea Celesti

Gli under 30 nel tempo

VISTI SU FORBES

In sette anni, grazie al progetto under 30 Italia, sono state raccontate tante storie di giovani promettenti, che con la loro visione e caparbietà hanno dato nuovo impulso a settori quali, la ristorazione, lo sport, l’entertainment e la salute. È il caso di realtà imprenditoriali come Miscusi, brand che fa capo a una catena di ristoranti specializzati in pasta, fondato nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese. Dopo aver ottenuto la certification B-Corp (primo brand del food retail in Italia), ha chiuso il 2023 con ricavi pari a circa 15 milioni di euro, a +20% sul 2022. Sempre nel food va citata PokeHouse, format di ispirazione californiana co-fondato da Vittoria Zanetti e Matteo Pichi, che oggi conta 180 locali nel mondo. Nel 2020 ha occupato un posto della lista italiana anche Giada Zhang, ceo di Mulan Group, la prima azienda ad aver portato piatti pronti orientali made in Italy nelle maggiori catene di supermercati. Se facciamo un salto indietro nel tempo, nel 2019 i fratelli Giuliano e Giordano Calza hanno conquistato la copertina di ForbesItaliacon il loro marchio di streetwear Gcds, nato nel 2015 e rilevato nel 2020 da Made in Italy Fund, fondo di private equity gestito da Quadrivio & Pambianco. A occupare la copertina, un anno prima, è stata invece l’attrice Matilde Gioli, laurea in filosofia e una carriera che, fin dagli esordi nel film Ilcapitale umano di Paolo Virzì, l’ha portata a interpretare numerosi ruoli sul piccolo

e grande schermo. Insieme a lei, nel panorama dell’entertainment spiccano Mariasole Pollio, attrice, conduttrice televisiva e radiofonica, e l’attrice Benedetta Porcaroli, di recente nelle sale con il film Enea di Pietro Castellitto. Nella musica, emergono invece i Måneskin, inseriti nel 2019, prima della loro vittoria a Sanremo del 2021, Federico Mercuri e Giordano Cremona, in arte Merk & Kremont, tra i maggiori dj italiani della scena dance, Elettra Lamborghini, Elodie e Mahmood, inserito nel 2020 prima della sua vittoria all’Ariston insieme a Geolier, che quest’anno si è posizionato al secondo posto, dietro Angelina Mango, a Sanremo: il suo brano, Ip’me,tup’te, è stato il più ascoltato su Spotify.

Nel mondo dell’imprenditoria va citata anche la storia di Davide Dattoli, tra i Forbes under 30 italiani del 2018, fondatore di Talent

Garden, spazio di co-working per i talenti del digitale nato a Brescia nel 2011 e cresciuto nel resto d’Italia e all’estero. E se nello sport si è distinto Filippo Tortu, velocista italiano e campione olimpico ai Giochi di Tokyo 2020, a rivoluzionare il settore della salute mentale ha pensato Danila De Stefano, che con Unobravo, servizio di psicologia online e società benefit, ha completato recentemente un round di finanziamento da 17 milioni di euro guidato da Insight Partners.

Roberta Maddalena

Il 2023 è stato un anno da sogno per Sinner, che ha aggiunto alla sua bacheca l’Atp 250 di Montpellier, gli Atp 500 di Pechino e Vienna e il Masters 1000 di Toronto. Successi che gli hanno permesso di scalare la classifica mondiale fino a raggiungere il quarto posto. Ma l’anno appena trascorso sarà ricordato soprattutto per la conquista da parte degli azzurri della seconda Coppa Davis a Malaga, in cui Sinner è stato assoluto protagonista con le vittorie in singolare contro Novak Djokovic (vendicando la sconfitta all’ultimo atto delle Atp Finals) e nel doppio decisivo in coppia con Lorenzo Sonego.

Come si legge dal sito ufficiale dell’Association of Tennis Professionals (Atp), Sinner ha guadagnato 7,58 milioni di euro (8,3 milioni dollari nel 2023). Cifra che, sommata con la quota della Coppa Davis (3,6 milioni di euro divisi fra Sinner, Arnaldi, Sonego, Musetti e Bolelli) arriva a un montepremi di 8,3 milioni di euro in un anno, per un totale di 13 milioni e mezzo in carriera.

Tra contratti di sponsorizzazione e apparizioni in tv, il tennista italiano ha incassato circa 20 milioni di dollari solo nel 2023. Il fenomeno Sinner ha fatto gola a diverse aziende importanti. Da Nike, con cui ha chiuso nel 2022 un contratto decennale per un ruolo di global ambassador da 15 milioni di dollari l’anno, passando per le italiane Lavazza, Alfa Romeo, Intesa Sanpaolo, Fastweb e Technogym, fino ai marchi di lusso Rolex e Gucci. Per queste aziende si stima un accordo commerciale per 5 milioni di dollari.

Il ritiro di Roger Federer, a settembre 2022, ha permesso a Djokovic di diventare il tennista più pagato al mondo. Secondo l’ultima classifica di Forbes, il serbo ha incassato nell’anno appena trascorso 38,4 milioni di dollari (al lordo delle tasse e delle commissioni per gli agenti) divisi tra premi per le vittorie in campo (13,4 milioni di dollari) e contratti di sponsorizzazione, compensi per apparizioni e redditi da licenze e cimeli sportivi (circa 25 milioni di dollari). Con la vittoria nell’ultimo Australian Open, Sinner potrebbe superare i guadagni del tennista serbo. L’altoatesino è ora nelle condizioni di rinegoziare gli accordi commerciali, chiedendo un fisso non inferiore ai 2 milioni per ciascuno degli sponsor e raddoppiando così i proventi. Un’operazione che potrebbe portare il suo fatturato a 40 milioni di dollari. L’ennesimo record. F

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TUTTA MIA LA CITTÀ

Giada Lanzotti e Alessio Ferrantino hanno creato un format social che riunisce

gli eventi più interessanti di Milano. Dall’arte al food, dalla musica alla cultura, purché economicamente alla portata di tutti. “Vogliamo dimostrare che anche un giovane può vivere qui”

Quando è stata usata per la prima volta l’espressione “Milano da bere” in una campagna pubblicitaria erano gli anni ’80, e lo slogan si riferiva ad alcuni ambienti sociali della città, riflesso di un’anima festaiola e per certi versi elitaria. Oggi i tempi sono cambiati, e molti giovani usano i social per raccontare un volto nuovo della città, più inclusivo e accessibile. Nel 2018 la modenese Giada Lanzotti e il monzese Alessio Ferrantino stavano frequentando il corso di nuove tecnologie dell’Arte all’Accademia di Brera. Dal loro incontro, l’intuizione di creare il format Milano da scrocco, che segnala eventi e appuntamenti di natura culturale e gastronomica gratuiti, o comunque alla portata di tutti.

“Cercavamo un modo di vivere la città che fosse accessibile a uno studente senza una

grande disponibilità economica”, raccontano. “Girando la città ci siamo resi conto di quanti eventi e occasioni Milano offrisse gratuitamente. Non esisteva però un sito o un’app che li raccogliesse tutti, quindi abbiamo deciso di crearla noi”. All’inizio hanno aperto solo una pagina Facebook. “Nel 2018 era ancora un social utilizzato da tutti e, soprattutto, dove venivano postati gli eventi che ci limitavamo a condividere. Lo facevamo soprattutto per i nostri compagni di università, poi con il tempo abbiamo iniziato a crescere anche fuori dalla nostra cerchia, e siamo approdati su Instagram”. Se nei primi tempi il loro obiettivo era riunire gli eventi gratuiti della città, dopo la pandemia Milano da scrocco è diventata una guida per scoprire la città dalla cultura al food, dalla musica agli eventi. “Vogliamo mostrare a tutti come sia possibile vivere a Milano, non sopravvivere, perché con le giuste accortezze chiunque può scoprire ogni giorno qualcosa di diverso, in ottica di risparmio”. Fondamentale, a tal proposito, è l’attività di ricerca e selezione: “Che si stia parlando di eventi, locali, o di qualsiasi altra iniziativa, c’è sempre un’attenta cernita, perché il panorama milanese è molto ampio, ma non tutto è compatibile con la nostra visione. La sfida? Trovare sempre il miglior rapporto tempo-qualità-prezzo”. Negli anni, poi, la piattaforma ha iniziato a fornire consulenza per la creazione di eventi, collaborando con brand, aziende e piccole realtà milanesi. La risposta è stata positiva, non solo da parte di studenti e lavoratori (il canale principale è Instagram, dove la pagina ha 335mila follower, contro i 104mila di TikTok) ma anche nella fascia di età tra 18 e 24 anni e su Facebook, dove il pubblico va dai 35 ai 44 anni. “Indipendentemente dall’età, chi segue la pagina vuole vivere la città e scoprire cose nuove. Per questo cerchiamo di diversificare moltissimo i contenuti, spaziando dalla cultura all’intrattenimento, fino al food e all’arte”.

Ma come dovrebbe essere una ‘giornata ideale’ a Milano? I co-founder hanno le idee

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“Per eventi, locali o qualsiasi altra iniziativa, c’è sempre un’attenta selezione. La sfida? Trovare sempre il miglior rapporto tempo-qualità-prezzo”

chiare. Sveglia alle 8, si parte da una delle metro principali come Cadorna, Centrale o Garibaldi. Alle 9.30-10 è il turno di una delle mostre gratuite di Palazzo Reale o della Triennale. “Per chi lavora o studia, ci sono tantissimi posti che consentono di lavorare gratuitamente in spazi di co-working o bar open space: ci piace che in città si dia spazio a freelance o dipendenti in smart working che hanno voglia di uscire di casa, ritrovarsi e fare network”.

All’ora di pranzo, invece, si può optare per una trattoria milanese, “quelle un po’ vecchio stile, con prezzi alla portata di tutti” sui Navigli, oppure immergersi nello street food di Chinatown. Il pomeriggio è dedicato alla cultura e allo sport, a scelta una visita all’Hangar Bicocca o una pedalata sulla ciclabile della Martesana. Alle 18 scocca l’ora dell’aperitivo tra i bar economici della Statale, alle 21 serata con amici negli ostelli. “Qui puoi conoscere gente da tutto il mondo e, se sei in compagnia, sono questi gli ambienti informali dove divertirsi in maniera autentica”.

Sul loro sito, dove hanno raggiunto circa 50mila visitatori mensili, Giada e Alessio condividono gli appuntamenti milanesi a partire da Fashion week e Design week. E negli anni ne hanno osservato l’evoluzione: “La settimana della moda nell’ultima edizione di settembre 2023 è risultata molto più inclusiva. Alcuni brand hanno lanciato iniziative gratuite rivolte a tutti, animando in maniera diversa l’evento, noto per il suo carattere elitario per i non addetti ai lavori. La Design week, grazie soprattutto al successo del Fuorisalone, è invece la nostra preferita perché rende il design alla portata di tutti. L’edizione di aprile 2023, la prima post-Covid, ha avuto una partecipazione incredibile”.

L’augurio, proseguono, è che sulla scia di Expo del 2015, anche le Olimpiadi del 2026 mantengano la stessa apertura con eventi aperti a tutti. “Di idee ne abbiamo tantissime, a partire dalla possibilità di estendere il progetto anche ad altre città”, concludono. “Ovviamente, questa sarà un’opzione che prenderemo in considerazione solo nel momento in cui ci saremo consolidati ancora di più a Milano. L’idea, comunque, rimane voler raccontare la città alla nostra community e allo stesso tempo creare nuove opportunità di incontro”. F

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Alessio Ferrantino e Giada Lanzotti

IN VENA DI DONAZIONI

Rosso è una startup che mette in contatto gli ospedali e i donatori di sangue. L’idea è di Chiara Schettino e Filippo Toni, che hanno l’obiettivo di azzerare l’emergenza entro il 2030.

“Vogliamo coinvolgere anche università, scuole e aziende”

Ogni giorno le trasfusioni di sangue salvano vite. Eppure, in Italia i numeri sulle donazioni non sono incoraggianti e la disponibilità di donatori rimane un tema critico. Partendo da una necessità personale, una leucemia che l’ha obbligata ad attendere per ore nuove sacche di sangue a Roma, Chiara Schettino ha fondato a giugno 2022, insieme a Filippo Toni , la startup Rosso , che agisce come ‘tessuto connettivo’ nella filiera del sangue. “La nostra piattaforma di prenotazione, in collaborazione con associazioni di donatori e ospedali in tutto il Paese, semplifica il processo e coinvolge attivamente le aziende attraverso eventi e servizi di prenotazione, con assistenza medica disponibile 24 ore al giorno, sette giorni su sette”, spiega Chiara, originaria di Benevento. “L’obiettivo è semplificare l’accesso alle donazioni, azzerando l’emergen -

za sangue entro il 2030 e abbassando il tempo di attesa dei pazienti”. L’idea si è concretizzata durante la triennale in digital management all’Università Ca’ Foscari di Venezia nel campus di H-Farm. “Qui, con il supporto di Riccardo Donadon, il consiglio di amministrazione e l’intera community, abbiamo visto nascere la nostra missione”. Azzerare l’emergenza di sangue è un problema attualissimo. Solo il 2,7% della popolazione si impegna nella donazione. Nel 2022 sono state eseguite 2,8 milioni di trasfusioni su 639mila pazienti, salvando circa 1.800 vite al giorno. Nello stesso anno, però, le donazioni di plasma sono scese di 19mila kg rispetto al 2021, mettendo a rischio la disponibilità di risorse cruciali per la salute. “Le donazioni sono oltre 21mila in meno rispetto all’anno precedente”, diceva nel 2022 il presidente di Avis nazionale, Gianpietro Briola. “Il calo non va attribuito alla mancanza di volontà dei cittadini, ma alle difficoltà organizzative dei centri trasfusionali, alle prese con una carenza di personale sanitario”. Le cause? Sicuramente la paura per l’ago, ma spesso anche la mancata educazione sul tema e il mancato ricambio generazionale. “Nonostante una leggera crescita dei donatori a 1,66 milioni nel 2022, si registra un preoccupante calo del 2% nella fascia d’età tra i 18 e i 45 anni”, prosegue Schettino. Fondamentale, quindi, stimolare un incremento delle donazioni e sensibilizzare i giovani affinché possano superare timori e falsi miti.

In questo scenario, Rosso si inserisce come supporto per le associazioni durante il processo di reclutamento di nuovi donatori: “Organizziamo eventi e offriamo assistenza tecnologica agli ospedali per una gestione più efficiente delle risorse logistiche”. Dal sito della piattaforma, oltre a poter facilmente prenotare una donazione, individuando il punto di raccolta più vicino, vengono indicate le caratteristiche specifiche per diventare un donatore, ovvero avere tra i 18 e i 65 anni, pesare più di 50 kg ed essere in buona salute. Gli step che il sito suggerisce sono tre: registrazione, prenotazione di un colloquio privato con un medico ematologo, a seguito del quale andrà completato un

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test di pressione sanguigna e l’emocromo per assicurare l’idoneità del donatore, e infine procedere alla donazione. La collaborazione attiva con enti e istituzioni di Rosso, quindi, è mirata all’ottimizzazione del sistema di donazione del sangue. Finora è stata positiva la reazione delle aziende, italiane e non, che hanno aderito al progetto di Chiara, promuovendo iniziative culturali e informative. Tra queste, P&G, Lottomatica, Generali, Hines, Pfizer ed H-Farm, oltre a un centinaio di centri di raccolta sangue sparsi sul territorio nazionale. Nello specifico, Rosso crea percorsi personalizzati per aziende, semplificando l’accesso alla donazione del sangue, offrendo check-up gratuiti, promuovendo la prevenzione e contribuendo agli obiettivi di sostenibilità aziendale. “Rosso è un progetto che si focalizza sulla sostenibilità sociale ed economica e ha un impatto significativo su diverse comunità e attori del territorio come gli ospedali, contribuendo al benessere delle persone”. Per avvicinare anche la gen Z al tema delle donazioni, e farle tornare cool, come recita il

Solo il 2,7% della popolazione si impegna nella donazione di sangue. Nel 2022 sono state eseguite 2,8 milioni di trasfusioni su 639mila pazienti, salvando circa 1.800 vite al giorno

motto della startup, la fondatrice ha lanciato inoltre un progetto ad hoc che si chiama Corporate Life Savers. “Si propone di diventare un modello, promuovendo la cultura della donazione del sangue e mettendo in evidenza l’impatto attraverso report periodici quantitativi sulle comunità ospedaliere locali. Importanti aziende come Talent Garden, insieme a centri di raccolta sangue sul territorio nazionale, sono già coinvolte”. Tra le varie idee messe in campo c’è quella di mettere a disposizione dei dipendenti le autoemoteche, in modo da facilitare la donazione direttamente sul posto di lavoro. Iniziative che generano un contributo oltre l’innovazione, promuovendo, attraverso l’informazione e la sensibilizzazione una maggiore consapevolezza sulla salute del sangue come priorità universale. “Il nostro obiettivo per il 2024 è coinvolgere un numero elevato di nuovi donatori per supportare ospedali e associazioni di donatori”, conclude Chiara. “Vogliamo ampliare il coinvolgimento a diverse comunità tra cui università, scuole e aziende”. F

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L’ETICA VA DI MODA

Chiara Airoldi e Olimpia Santella , con la loro startup di fashion-tech Cloov, aiutano i brand a introdurre strategie di circolarità per allungare la vita dei capi.

La realtà ha raccolto 400mila euro e ora vuole approdare in Europa

Secondo la Commissione Europea, nel continente vengono generati ogni anno 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti di abbigliamento e calzature, circa 12 kg pro capite, di cui l’88% non viene raccolto separatamente e riciclato. Quando Chiara Airoldi e Olimpia Santella si sono conosciute, nel 2021, vivevano in due città diverse (la prima ad Amsterdam e la seconda a Londra) ma, complice un convegno online legato all’economia circolare nella moda, hanno subito legato, scambiandosi idee prima su LinkedIn, poi di persona. “Eravamo entrambe molto interessate a studiare nuove modalità di consumo più etiche”, raccontano. “Abbiamo iniziato a fare brainstorming con un’analisi di mercato molto approfondita, confrontandoci con alcune aziende del settore moda”. Nel giugno 2022 è nata a Milano Cloov , startup di fashion-tech il cui software permette a brand e multibrand di moda di lanciare in pochi mesi una piattaforma rental e di vendita second hand, con un servizio end-to-end.

“Proponiamo tre livelli di servizio. Il primo riguarda la creazione di una piattaforma personalizzabile. Grazie al nostro software proprietario, in pochi mesi siamo in grado di lanciare sul mercato un e-commerce in cui i nostri partner possono comporre un’offerta modulabile. Il secondo riguarda la gestione di questi store: preparazione ed evasione degli ordini, caricamento delle anagrafiche, amministrazione dei pagamenti, customer service, fatturazione al cliente. Il terzo è la gestione della logistica (controllo qualità, sanificazione, lavaggio ed eventuali riparazioni)”. Uno dei vantaggi di Cloov riguarda poi la trasparenza dei dati, che vanno dalle analisi di performance alle marginalità. “Forniamo dati preziosi sui singoli prodotti che il partner può elaborare in ottica esg, e che possono essere utilizzati, ad esempio, per misurare il risparmio di CO2 e di acqua”. C’è infine la fidelizzazione del cliente: il brand ha accesso al database dei clienti rental e second hand e può utilizzare questi dati per portare i nuovi clienti sullo store principale. Cloov aiuta quindi i brand a introdurre nuove strategie di circolarità e allungare la vita dei capi, contrastando il fast fashion.

Dopo aver maturato esperienze professionali diverse, Olimpia nell’m&a e investment banking a Londra, e Chiara in ambito strategy & planning, in Cloov ricoprono oggi il ruolo, rispettivamente, di ceo e chief operating officer. “Abbiamo deciso di fondare Cloov dopo aver identificato due grandi problemi nel mondo della moda. Il primo riguarda la necessità di gestire in modo sostenibile e profittevole lo stock, in particolare i capi invenduti, resi e fallati. Oggi, infatti, il modo principale che i brand hanno per smaltire questo stock è ricorrere a canali off-price e outlet che, tuttavia, ledono le marginalità e la brand reputation. Ci sono poi l’attrazione e la fidelizzazione di gen Z e Millennial, più attenti alla sostenibilità, ma anche sensibili al prezzo”. L’idea della piattaforma è arrivata quindi guardando i tanti settori che applicano la sharing economy: “In America, come nel Regno Unito, il rental è già una realtà diffusa. Il nome Cloov, invece, è la sintesi di due parole: clothing e cloud. Clothing per indicare i vestiti, cloud perché rimanda a tutto quello che è condiviso”. Da poco la startup ha chiuso un au-

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Roberta Maddalena

mento di capitale da 400mila euro che le consentirà di aggiungere nuove funzionalità al software proprietario, consolidarsi sul mercato italiano ed estendere il proprio servizio in Europa. Tra i sostenitori ci sono Giuseppe Stigliano, ceo di Spring Studios, e realtà industriali come Axxelera, veicolo di investimento del gruppo Innovando. “Vogliamo concretizzare, a cavallo tra 2024 e 2025, lo sviluppo all’estero, sia per portare i brand italiani su altri mercati, sia per servire direttamente brand di altri Paesi, come Germania, Spagna e Nord Europa”.

A inizio anno la startup ha stretto poi accordi con diversi partner tra cui Atelier Emé, parte del gruppo Calzedonia. “Sono previsti per quest’an-

no altri lanci con marchi italiani e stiamo lavorando per arrivare tra gli otto e i dieci brand”, dicono le fondatrici. “Da oltre un anno ci stiamo dedicando poi a un altro progetto: la brevettazione di un dispositivo per certificare l’autenticità dei capi di abbigliamento e degli accessori. Questa innovazione sarà dirompente nell’industria della moda perché darà ai consumatori e ai produttori un controllo completo sulla provenienza e sull’autenticità dei prodotti”. Il tutto in ottica di contrasto al fenomeno del greenwashing, ovvero l’ambientalismo di facciata, sul quale si è da poco espresso anche il Parlamento europeo con una direttiva proposta per affrontare il fenomeno delle pratiche commerciali ingannevoli.

“Da oltre un anno ci stiamo dedicando a brevettare un dispositivo per certificare l’autenticità dei capi di abbigliamento e degli accessori. Daremo ai consumatori un controllo completo sulla provenienza dei prodotti”

“L’Unione europea sta cercando di responsabilizzare le imprese anche tramite altre politiche, ad esempio la responsabilità estesa del produttore, che obbliga le aziende che producono, importano o immettono beni sul mercato a una corretta gestione del fine vita del prodotto”. Intanto, a che punto è la moda italiana con la circolarità? “Siamo rimaste positivamente colpite a livello commerciale: quando abbiamo parlato con i brand, non ci aspettavamo un’apertura tale verso il rental e il second hand. Possiamo vedere due driver principali in questo fenomeno: da una parte la pressione della regolamentazione europea, dall’altra le preferenze del consumatore, sempre più consapevole. Si dice che la sostenibilità ‘costa’, ed è in questo contesto che si inserisce il nostro approccio innovativo: strutturare partnership win-win, senza appesantire i brand con costi di avviamento di progetto e accompagnarli nel loro percorso di circolarità in modo scalabile”. F

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Chiara Airoldi (a sinistra) e Olimpia Santella

A sostegno del talento

La sostenibilità in tazzina

NESPRESSO ITALIANA – ART & CULTURE

Sempre di più le nuove generazioni sentono la necessità di migliorare la società in cui vivono attraverso scelte consapevoli e positive per le persone e per l’ambiente. “Come Nespresso, ci uniamo al loro impegno attraverso l’integrazione di pratiche e progetti che possano avere un impatto altrettanto positivo”, dice Silvia Totaro, sustainability & she manager di Nespresso Italiana (nella foto). Questo impegno si traduce nel programma Nespresso per l’Italia, l’insieme di iniziative per rendere ogni tazza di caffè Nespresso sostenibile per l’ambiente, il territorio e le comunità di persone che lo vivono. “Tra queste il progetto Da Chicco a Chicco, che consente di riciclare le capsule di caffè esauste trasformando l’alluminio in nuovi oggetti e il caffè in compost per la coltivazione del riso che doniamo al Banco Alimentare”.

Il ponte tra startup e investitori

VENTIVE - TECHNOLOGY

Ventive è nata nel 2019 da un gruppo di giovani che decise di colmare il gap tra startup e investitori. Con questo obiettivo è cresciuta fino a diventare uno dei punti di riferimento dell’ecosistema startup in Italia. Ventive ha investito più di 27 milioni di euro negli ultimi tre anni in startup b2b e b2c tramite il club deal interno, che conta oltre 200 membri con 35 startup in portfolio. Ventive si impegna ogni giorno nel supportare le startup italiane in pre-seed e seed, dall’advisory al fundraising. “Abbiamo deciso di essere partner di Forbes anche quest’anno perché sposiamo la vision dell’azienda e condividiamo gli stessi valori nel supportare i giovani talenti italiani e renderli protagonisti del futuro”, dice Roberto Sfoglietta, ceo e co-fondatore di Ventive. (Nella foto Roberto Sfoglietta )

“Empower to empower”

FONDAZIONE RAVA - ENTERTAINMENT

La Fondazione Francesca Rava-Nph Italia Ets aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo. “I nostri interventi sono ispirati al principio di autosostenibilità”, racconta la presidente Mariavittoria Rava (nella foto). “Crediamo che non sia sufficiente fare del bene, ma farlo nel modo migliore, secondo la filosofia “empower to empower”. Gli imprenditori di successo sono anche filantropi. Sanno quanto sia importante dedicarsi agli stakeholder e rispondere ai bisogni delle comunità. Molti, anche giovanissimi, ci hanno donato talento, tempo e risorse.

Gli innovatori di domani

BIGCOMMERCE - RETAIL & E-COMMERCE

“A Big Commerce pensiamo sempre in grande, vediamo i giovani come gli innovatori del domani”, dice Enrica Visco Marigliano, partner marketing manager (nella foto). “La nostra missione consiste nel dare ai giovani i tool e le risorse per trasformare le loro idee brillanti in business di successo e per diventare i leader del cambiamento. Essendo un business che ha iniziato aiutando piccole imprese, siamo qua per incoraggiare e promuovere questi giovani imprenditori e far diventare le loro aspirazioni una realtà”.

38 MARZO, 2024

L’importanza della formazione

AMPLIFON - SOCIAL IMPACT

Amplifon, tra i leader mondiali in servizi e soluzioni per l’udito, punta molto sui giovani. Lo dimostra l’età dei media dei dipendenti, pari a 39 anni. Nell’azienda guidata dal ceo, Enrico Vita (nella foto), circa il 20,5% delle persone (presenti in 26 paesi del mondo) ha meno di 30 anni e molti sono i giovani anche tra gli audioprotesisti, i professionisti sanitari dell’udito e fulcro dell’attività di Amplifon. Tra loro, il 26% è under 30. Questo perché l’azienda è attenta alla formazione e, in Italia, ha avviato iniziative come Una Laurea con Amplifon, che offre borse di studio ai giovani che vogliono iscriversi al corso di laurea in tecniche audioprotesiche, e Tirocinio Wow, un percorso per circa 150 studenti all’anno.

Sognare insieme ai giovani

SAES GETTERS – SCIENCE & HEALTHCARE

Tra i leader mondiali in una molteplicità di applicazioni scientifiche e industriali che richiedono condizioni di alto vuoto, Saes Getters si impegna, da oltre 80 anni, a essere un faro d’ispirazione per i giovani talenti, dedicandosi concretamente allo sviluppo delle loro capacità. È convinzione dell’azienda che il futuro sia intrecciato con le idee e l’entusiasmo dei giovani e per questo offre loro ampie opportunità di crescita e formazione, creando sempre un ambiente inclusivo e stimolante. Gli obiettivi comprendono non solo l’eccellenza tecnologica, ma anche la valorizzazione delle competenze e delle idee innovative, per creare un percorso professionale gratificante e soddisfacente, contribuendo al successo aziendale e alla crescita personale.

(Nella foto Ginevra Della Porta, chief innovation officer di Saes Getters)

Investire con successo

CLUBDEAL DIGITAL - FINANCE

ClubDeal Digital è la piattaforma interamente digitale al servizio degli investimenti in private asset. Racchiude in un unico hub i servizi offerti da ClubDealOnline, la piattaforma di investimento che offre a family office, hnwi e investitori sofisticati la possibilità di investire nelle migliori scaleup e pmi innovative italiane, e da ClubDealFiduciaria, la fiduciaria interamente digitale, smart e di facile accesso che permette di gestire le proprie partecipazioni completamente da remoto. (Nella foto Antonio Chiarella, fondatore e ceo di Clubdeal Digital)

Credere nel futuro

BRAINPULL – MEDIA & MARKETING

“Nel 2012 abbiamo scelto di credere in noi stessi. Eravamo giovani e per questo non abbiamo smesso di credere nei nuovi talenti”, dice Brainpull, agenzia di comunicazione e marketing, che è sempre alla ricerca di nuove persone in grado di ascoltare in modo attivo, con empatia e voglia di imparare. “Vogliamo dare a ragazze e ragazzi la possibilità di misurarsi con un ambiente che incoraggia la libertà di espressione, circondati da colleghi talentuosi ed esperti da cui imparare”. Oggi conta un team di oltre 80 professionisti ed è la prima marketing conglomerate collaborativa in Italia, controllando brand come Pescaria e Braccialetti Aua con un indotto di 22 milioni di euro a fine 2023. “Con una età media di 29 anni, una base societaria in continua espansione e la capacità di coinvolgere giovani talenti e seniority dalle più grandi aziende, guardiamo al futuro restando agili, dirompenti ma evolvendo costantemente il nostro modello organizzativo”. (Nella foto il team di Brainpull)

Il partner ideale

TECHNOGYM - SPORTS & GAMES

Technogym da sempre è vicina al mondo dello sport e ovunque squadre e campioni scelgono il brand per la loro preparazione atletica. Nel calcio l’azienda è fornitore ufficiale di Juventus, Inter, Milan, Paris St. Germain. Da molti anni lavora a fianco dei team di Formula 1 Ferrari e McLaren. Technogym è il partner di riferimento delle Olimpiadi ed è stata scelta per la nona volta come fornitore ufficiale di Parigi 2024 dopo Sydney 2000, Atene 2004, Torino 2006, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016, Pyeongchang 2018 e Tokyo 2020. (Nella foto Nerio Alessandri, fondatore e presidente di Technogym)

39 FORBES TUTOR
FORBES.IT
40

ENTERTAINMENT

Alfa, 23 rapper

Valeria Angione, 28 comica

Valentina Barbieri, 28 imitatrice

Francesco Centorame, 28 attore

Leo Gassman, 25 cantautore e attore

Angelina Mango, 22 cantante

Fotinì Peluso, 25 attrice

Simone Serani, 27

41

Andrea Giorgi, 23 co-founder di Ticketoo

Clara Soccini, 24 cantante

Edoardo Tamburi, 23

Allenare algoritmi di machine learning per prevedere eventi climatici estremi, ridurre il consumo di cartone e ottimizzare i trasporti. Avvicinare i giovani alla scienza, supportare l’artigianato contemporaneo. E poi sviluppare una tecnologia innovativa per catturare l’anidride carbonica, sostenere il turismo nei borghi ed esaltare la cucina italiana nel mondo. Per il settimo anno consecutivo Forbes Italia arricchisce la sua community con altri 100 talenti under 30, suddivisi in dieci categorie, che dallo sport alla finanza, dall’arte all’e-commerce hanno contribuito con le loro idee a trasformare il Paese di Roberta Maddalena

Età: 24 • cantante

CLARA SOCCINI

Federico Fundarò, 22 co-founder di Og Music

Nata a Varese , ma di origini calabresi, dopo il liceo Clara Soccini si è trasferita a Milano per lavorare come modella. Nel 2020 il debutto musicale con la partecipazione nel brano di Nicola Siciliano. La cantante si è poi unita al cast della serie tv Mare fuori, interpretando il personaggio di Crazy J, che ha fatto aumentare la sua popolarità. Il singolo Origami all'alba, interpretato durante la serie e scritto insieme a Matteo Paolillo, le è poi valso tre dischi di platino. Clara, dopo il successo

del singolo Cicatrice, ha collaborato con Mv Killa, per il brano Replay, e con Mr. Rain, per Un milione di notti. Nel dicembre 2023, Clara ha vinto la sezione Giovani del Festival di Sanremo con Boulevard, qualificandosi per la 74esima edizione del festival, dove si è esibita con Diamanti Grezzi. L'artista ha vinto il premio Enzo Jannacci Nuovo Imaie 2024 e il 16 febbraio 2024 ha pubblicato il suo album Primo. Il 17 marzo 2024 Clara inizierà il suo tour.

THE LIST • 30 UNDER 30 FORBES.IT

MANUFACTURING & INDUSTRY

CARLO VILLANI, 26

MATTIA BERTOLANI, 26

GUGLIELMO RIVA, 26

DANIEL KAIDANOVIC, 26

co-founder di Voidless

Sono partiti da un garage vicino al Politecnico di Milano e da poco la loro startup di deep tech, fondata nel 2022, ha annunciato la chiusura di un round seed di 2,2 milioni di euro guidato da Cdp venture capital e 360 Capital. Voidless progetta e realizza macchinari industriali innovativi che creano imballaggi su misura direttamente nei magazzini, consentendo di ridurre il consumo di cartone e di ottimizzare i trasporti. “Questo round non è solo un traguardo finanziario, ma un riconoscimento della nostra visione e del nostro impegno verso la sostenibilità. Con questi fondi accelereremo la nostra crescita, espanderemo il team e spingeremo ulteriormente l'innovazione nei sistemi 'box on demand', avvicinandoci sempre di più a un futuro in cui l'efficienza e la sostenibilità andranno di pari passo nel settore logistico e del packaging”, ha detto il ceo Carlo Villani.

Matteo Bertocchi, 29

Alessandro Fabbri, 28

Aldo Girimonte, 29

Loris Bruzzi, 29 co-founder di Novac

Alberto Chiozzi, 23

Federico Ognibene, 25 co-founder di SunCubes

Mariaceleste Lauro, 29 direttore generale di gruppo Lauro

Giovanni Mareschi, 28 founder di Laboratorio Riciclo Pelle

Alessandro Minori, 25

Antonio Misuraca, 27

Marek Murgia, 27 co-founder di PipeIn

Massimo Pierdomenico, 28

Lucia Marrocco, 26

Thomas Bottalico, 27 co-founder di Drype

Alberto Piva, 27 head of business development di Pegaso Industries

Domenico Edoardo Sfasciamuro, 25

Anna Mauro, 25

Francesco Lopez, 25

Giuseppe Monteleone, 25 co-founder di ORiS

Gianluca Torta, 26 founder e cto di Rarearth

Carlo Villani, 26

Mattia Bertolani, 26

Guglielmo Riva, 26

Daniel Kaidanovic, 26 co-founder di Voidless

MARZO 2024 FORBES.IT

Virginia Benzi, 27 divulgatrice

Ivan Buratti, 27 co-founder, presidente e chief creative officer di Webboh

Giulia Cecchi, 29 direttore Usa per la Famiglia Cecchi e brand ambassador per il Castello Di Monsanto

Grazia D'Ambruoso, 23 responsabile marketing di Caseificio ArtigianaD'Ambruoso Francesco

Alberto De Angelis, 29 cco & cmo del gruppo Paideia International Hospital & Mater Dei

Alessio Ferrantino, 25 Giada Lanzotti, 26 co-founder di Milano da Scrocco

Francesca Florio, 27 avvocato e divulgatrice di diritto

Marco Spinelli, 28 documentarista e divulgatore ambientale

Duccio Travaglini, 26 co-founder e ceo di Greencome

Michele Zanello, 28 head of growth marketing di Over the Reality

MEDIA & MARKETING

VIRGINIA BENZI

Età: 27 • divulgatrice

Classe ’97, genovese, dai suoi profili social Virginia Benzi parla di fisica e scienza. Ambassador di Generazione Stem, community nata per orientare le nuove generazioni alle discipline scientifiche, Benzi ha una laurea magistrale in fisica delle interazioni fondamentali. “Il mio focus principale? Cercare di dare risalto al mondo della ricerca, per far capire l’importanza di fare scienza. Vorrei creare un ponte tra il mondo accademico e la comunità, per rendere la conoscenza più fruibile. Se finora i social sono sempre stati visti come pura forma di intrattenimento, adesso possiamo usarli per avvicinare tanti giovani e stimolare la loro curiosità”. Virginia collabora con diverse testate e ha lavorato per Disney+ al format Italia's Got Science, per la Bocconi, per il Politecnico di Torino e per altri enti. —Roberta Maddalena

43 THE LIST • 30 UNDER 30 FORBES.IT MARZO 2024

GIORGIO SCALVINI

Età: 20 • Calciatore

Ha esordito in Nazionale il 14 giugno 2022, la sera di una disfatta: Germania-Italia 5-2. Eppure l’allora commissario tecnico, Roberto Mancini, lo definì “il migliore in campo” e assicurò che sarebbe diventato “un grande calciatore”. Oggi, secondo il Centro internazionale di studi sportivi, Giorgio Scalvini vale 90,6 milioni di euro: più di qualsiasi altro giocatore italiano e di qualsiasi altro difensore della Serie A. Nato l’11 dicembre 2003 a Chiari, in provincia di Brescia, ha già più di 80 presenze con l’Atalanta. Un metro e 94, 87 chili, doti tecniche da centrocampista, ha già attirato l’interesse di club come Inter, Juventus, Milan, Manchester United e Real Madrid. Lo scorso anno ha vinto il premio Golden Boy di Tuttosport come migliore under 21 italiano.

SPORTS & GAMES

Ekaterina Antropova, 20 pallavolista

Rebecca Busi, 27 pilota

Zaynab Dosso, 24 velocista

Ylenia Frezza, 26 streamer

Tommaso Marini, 23 schermidore

Nicolò Martinenghi, 24 nuotatore

Jonathan Milan, 23 ciclista

Giuliana Muto, 25 Davide Deodati, 29 co-founder di Bamboo innovation studio

Giorgio Scalvini, 20 calciatore

Leonardo Vigolo, 29 head of new ventures di Formules

MARZO 2024 FORBES.IT

Vincenzo

Abbatantuoni, 27

Angelo Paduano, 25 co-founder di Culturatela

Francesco Vittorio Bassan, 29 co-founder e ceo di Hoite - Katkoot Italia

Federico Cina, 29 stilista

Giuseppe D’Alessandro, 29

Massimo Sabatini, 28 co-founder di Foreverland

Livia Fabiani, 30 presidente dell'associazione VenUS Urban Art

Stefano Gallici, 27 creative director di Ann Demeulemeester

Davide Guidara, 29 chef di Therasia Resort Sea&Spa

Rebecca Peretti, 29

Francesca Malagni, 29 co-founder di Studio Musa

Jacopo Tissi, 28 ballerino

Irene Tolomei, 27 head pastry chef del gruppo Manfredi

ART & CULTURE

DAVIDE GUIDARA

Età: 29 • chef di Therasia Resort Sea&Spa

Sull’isola di Vulcano, Davide Guidara è executive chef dei ristoranti I Tenerumi e Il Cappero, all'interno del Therasia Resort Sea&Spa Leading Hotels of the World. Nel 2022 gli è stato consegnato il riconoscimento di Young Chef dalla guida Michelin e la Guida Gambero Rosso lo ha inserito tra i Best Under 30. Lo chef ha inoltre creato un manifesto, Cook More Plants, per cambiare il nostro approccio al mondo vegetale. “È un motto, una filosofia, un invito. È il messaggio che voglio veicolare attraverso la mia cucina, di esaltazione e di ricerca vegetale: una semplice proposta culinaria che comunica una grande rivoluzione”, ha spiegato. Nel 2023 ha realizzato insieme a Gambero Rosso un programma tv su Sky dal titolo La mia rivoluzione vegetale.

Maddalena

FORBES.IT MARZO 2024
45 THE LIST • 30 UNDER 30

ROBERTO CARNICELLI, 28

GIOVANNI LUDDENI, 28

EMIDIO GRANITO, 26

Co-founder di Eoliann

Stimare l’impatto economico dei danni derivanti dagli eventi climatici è l’obiettivo con cui Roberto, Giovanni ed Emidio, assieme a Chiara Mugnai hanno fondato nel 2022 Eoliann. La startup utilizza dati provenienti da tre costellazioni satellitari di Esa e Nasa per allenare algoritmi di machine learning proprietari, capaci di prevedere eventi come alluvioni e incendi, in tutta Europa. Dopo aver concluso un round pre-seed da 1,5 milioni di euro con Primo Ventures ed Exor, a marzo 2023 Eoliann ha stretto una partnership con Terna per garantire continuità energetica in Italia in caso di eventi climatici estremi. “Nel 2024 Eoliann avvierà un ambizioso percorso di espansione”, spiegano. “Estenderemo la nostra copertura a una gamma più ampia di rischi climatici, incluse frane, incendi e siccità”. —Roberta Maddalena

Giacomo Barone, 29 co-founder e ceo di Hiop

Lorenzo Benedetti, 28

Giancarlo Donizzelli, 28

Luca Radicioni, 27

Francesco

Morgan Bono, 28 co-founder di Displaid

Roberto Carnicelli, 28

Giovanni Luddeni, 28

Emidio Granito, 26 co-founder di Eoliann

Fabio Cermelli, 29 founder e cto di Focoos AI

Roberto Demarchi, 29 founder e ceo di UTwin

Martina

Domenicali, 25

Andrea Lonza, 30

Paolo Fois, 28 co-founder di Lexroom.ai

Davide Lombardi, 29

Lorenzo D’Angelo, 28

Edoardo Conte, 28 co-founder di Restworld

Vincenzo Morelli, 27

Giulio Martinacci, 26 co-founder di Tuidi

Antonio Petrullo, 28 account executive di Google Cloud

Pietro Maria Picogna, 25

Giacomo Gentili, 28 co-founder di Pack

MARZO 2024 FORBES.IT
TECHNOLOGY

Chiara Airoldi, 27 Olimpia Santella, 26 co-founder di Cloov

Annamaria Barbaro, 30 co-founder e ceo di Empethy

Mirko Cazzato, 22 co-founder e team leader di MaBasta

Elena Del Pup, 25 founder di The Good Scientists

Francesco Musso, 26 co-founder di Dedalo AI

Raffaele Nacchiero, 25 co-founder e ceo di AraBat

Giuseppe Pirillo, 17 Denis Olivero, 18 co-founder di RoboButts

SOCIAL IMPACT

Chiara Schettino 22, Filippo Toni, 17 Co-founder di Rosso

Francesco Tansella, 26 founder e ceo di Olivia

Nicolas Verderosa, 27 founder e ceo di Ruralis

NICOLAS VERDEROSA

Età: 27 • founder e ceo di Ruralis

Il percorso di Nicolas è caratterizzato da esperienze internazionali in Inghilterra, Lettonia, Spagna, Stati Uniti e Germania. Ha lanciato nel 2020 Ruralis, startup che aiuta i proprietari di case vacanza a gestire l'intero processo di prenotazione nei diversi canali. La piattaforma contribuisce allo sviluppo socioeconomico di luoghi afflitti da spopolamento e fuga di cervelli. Nel 2023 l'azienda ha effettuato due aumenti di capitale raccogliendo 210mila euro da 94 investitori e 250mila euro da un angel investor statunitense, portando a una valutazione aziendale milionaria. “Ruralis è al lavoro per il lancio di un round di Serie A, puntando a rafforzare la crescita aziendale. Sostenere il turismo nei borghi italiani rappresenta un passo verso un mondo più resiliente”.

Maddalena

MARZO 2024
THE LIST • 30 UNDER 30

STEFANO CAPPELLO

Età: 28 • founder e ceo di

La vocazione ambientalista lo ha portato a lasciare la carriera corporate per iniziare quella da ricercatore. Nel 2023 il lecchese Stefano Cappello ha fondato, insieme a Giovanni Cappello ed Enrico Noseda, Limenet, società benefit di deep tech che ha brevettato una tecnologia innovativa per catturare e stoccare in modo permanente l’anidride carbonica, immagazzinandola in mare in forma di bicarbonati di calcio in acqua marina. “È una delle poche startup al mondo a utilizzare il mare come bacino per lo stoccaggio di CO₂”, spiega Cappello. Dopo il progetto pilota realizzato al Centro di supporto e sperimentazione navale della Marina militare italiana di La Spezia, in collaborazione con il Politecnico di Milano, il prossimo impianto tecnologico si troverà ad Augusta (Sicilia).

SCIENCE & HEALTHCARE

Alice Caimi, 28

Lorenzo Gaggio, 27 co-founder di HeimiSalute e Prevenzione

Stefano Cappello, 28 founder e ceo di Limenet

Federico Gabrielli, 29 founder e ceo di Ippokrates e founder e ceo di SviluppoH

Valentina Garonzi, 25 co-founder e ceo di Diamante

Leonardo Geronzi, 28 co-founder di LivGemini

Niccolò Ramponi, 29

Paolo Torneri, 25 co-founder di Fisioscience

Gaia Salizzoni, 28

Vittoria Brolis, 26 co-founder di Hale

Francesco Stella, 26 co-founder di Helix Robotics

Francesco Trovato, 26

Giacomo Pratesi, 29 co-founder di Paperbox Health

Fabio Vantaggiato, 29 co-founder e ceo di easydoctor

MARZO 2024
Limenet

Andrea Bonabello, 29 founding partner e ceo di Ulixes Capital Partners

Ginevra Caldo, 24 senior consultant di Fti

Chiara Castelli, 29 investor manager di Moonstone

Giulia Fazzini, 29 investment associate di LVenture Group

Pietro Galimberti, 25 Viola Bonesu, 24 Enrico Castelli, 26 co-founder e ceo di Plino

Salvatore Gervasi, 28 founder e membro cda di Rigsave

Carolina Grassi, 29 shareholder & project manager di Ventive

Michele Morabito, 29 co-founder & managing partner di COREangels Climate

Sebastiano Parillo, 26 co-founder e ceo di Uno Capital

Riccardo Vanelli, 27 investment associate di Italian Angels for Growth

FINANCE

CHIARA CASTELLI

Età: 29 • investor manager di Moonstone

Plasmare il futuro dell’uomo e del pianeta attraverso progetti rivoluzionari. Sembrerà la trama di un film di fantascienza, eppure è la mission che ogni giorno accompagna Chiara Castelli e l’attività e la ricerca di Moonstone, il venture capital che ha co-fondato nel 2023 per promuovere l'innovazione e il cambiamento, sostenendo startup emergenti e talenti, e creare un nuovo paradigma di investimento in cui i rendimenti finanziari sono inseparabili dall'impatto ambientale, sociale, culturale ed etico. “Il cambiamento non dovrebbe essere qualcosa da temere, ma da accogliere con entusiasmo”, dice Chiara, che da sempre vuole scoprire e sostenere i talenti più brillanti e ambiziosi, lo dimostra anche Aurora Fellows, il progetto europeo no-profit dedicato agli under 23 che ha co-fondato nel 2020 per spronare le nuove generazioni ad allenarsi per vivere a proprio agio con l’incertezza, e diventare così i game-changer del ventunesimo secolo.

49 THE LIST • 30 UNDER 30 FORBES.IT MARZO 2024

COSTANZA TOMBA, 28

SARA PIANORI, 28 VALERIA ZANIRATO, 28

co-founder di Ta-Daan

Nel 2020 hanno fondato Ta-Daan con l’obiettivo di promuovere e supportare l’artigianato contemporaneo. La startup è un content e-commerce, dove trovano spazio contenuti editoriali e digitali ed eventi esperienziali offline e online. “Siamo partiti dall’idea di portare online il mondo delle piccole botteghe”, dice Zanirato. Dopo un aumento di capitale di 807mila euro, raccolti grazie a una campagna di equity crowdfunding con Azimut come lead investor, la loro community riunisce oggi oltre 200mila appassionati del fatto a mano e un network di cinquemila artigiani. “Dopo una crescita del 200% nel 2023, il nostro obiettivo è chiudere un nuovo round per espandere il business al mercato statunitense”.

RETAIL & E-COMMERCE

Alessandro Belletti, 30

Fabio Mainini, 28 co-founder di Alfa Spirits

Federico Brunelli, 25

Vittorio Gargiulo, 24

Federico Di Carlo, 25 co-founder di Hotiday

Marco Fazio, 29

Giulia Rovida, 30 co-founder di Lito Travel

Irene Giani, 29 co-founder di Deeva

Marcello Labruna, 28 founder e ceo di HiNelson

Gianluca Nardino, 29 founder di Matching Number

Benedetta Santinelli, 28 founder di Yuntaku e marketing manager di Velier

Costanza Tomba, 28

Sara Pianori, 28

Valeria Zanirato, 28 co-founder di Ta-Daan

Kola Tytler, 29 Founder e ceo di Dropout

Allegra Violante, 28 co-founder e ceo di Fler

MARZO 2024 FORBES.IT

100 NUMBER ONE

L’ITALIA DEI GIOVANI LEADER DEL FUTURO 2024

ENTERTAINMENT

• Alfa, 23

• Valeria Angione, 28

• Valentina Barbieri, 28

• Francesco Centorame, 28

• Leo Gassman, 25

• Angelina Mango, 22

• Fotinì Peluso, 25

• Simone Serani, 27

Andrea Giorgi, 23

• Clara Soccini, 24

• Edoardo Tamburi, 23

Federico Fundarò, 22

MEDIA & MARKETING

• Virginia Benzi, 27

• Ivan Buratti, 27

• Giulia Cecchi, 29

• Grazia D'Ambruoso, 23

• Alberto De Angelis, 29

• Alessio Ferrantino, 25

Giada Lanzotti, 26

• Francesca Florio, 27

• Marco Spinelli, 28

• Duccio Travaglini, 26

• Michele Zanello, 28

SPORTS & GAMES

• Ekaterina Antropova, 20

MANUFACTURING & INDUSTRY

• Matteo Bertocchi, 29

Alessandro Fabbri, 28

Aldo Girimonte, 29

Loris Bruzzi, 29

• Alberto Chiozzi, 23

Federico Ognibene, 25

• Mariaceleste Lauro, 29

• Giovanni Mareschi, 28

• Alessandro Minori, 25

Antonio Misuraca, 27

Marek Murgia, 27

• Massimo Pierdomenico, 28

Lucia Marrocco, 26

Thomas Bottalico, 27

• Alberto Piva, 27

• Domenico Edoardo Sfasciamuro, 25

Anna Mauro, 25

Francesco Lopez, 25

Giuseppe Monteleone, 25

• Gianluca Torta, 26

• Carlo Villani, 26

Mattia Bertolani, 26

Guglielmo Riva, 26

Daniel Kaidanovic, 26

• Rebecca Busi, 27

• Zaynab Dosso, 24

• Ylenia Frezza, 26

• Tommaso Marini, 23

• Nicolò Martinenghi, 24

• Jonathan Milan, 23

• Giuliana Muto, 25

Davide Deodati, 29

• Giorgio Scalvini, 20

• Leonardo Vigolo, 29

TECHNOLOGY

• Giacomo Barone, 29

• Lorenzo Benedetti, 28

Giancarlo Donizzelli, 28

Luca Radicioni, 27

Francesco Morgan Bono, 28

• Roberto Carnicelli, 28

Giovanni Luddeni, 28

Emidio Granito, 26

• Fabio Cermelli, 29

• Roberto Demarchi, 29

• Martina Domenicali, 25

Andrea Lonza, 30

Paolo Fois, 28

• Davide Lombardi, 29

Lorenzo D’Angelo, 28

Edoardo Conte, 28

• Vincenzo Morelli, 27

Giulio Martinacci, 26

• Antonio Petrullo, 28

• Pietro Maria Picogna, 25

Giacomo Gentili, 28

• Leonardo Geronzi, 28

• Niccolò Ramponi, 29

Paolo Torneri, 25

• Gaia Salizzoni, 28

Vittoria Brolis, 26

• Francesco Stella, 26

• Francesco Trovato, 26

Giacomo Pratesi, 29

• Fabio Vantaggiato, 29

ART&CULTURE

• Vincenzo Abbatantuoni, 27

Angelo Paduano, 25

• Francesco Vittorio Bassan, 29

• Federico Cina, 29

• Giuseppe D’Alessandro, 29

Massimo Sabatini, 28

• Livia Fabiani, 30

• Stefano Gallici, 27

• Davide Guidara, 29

• Rebecca Peretti, 29

Francesca Malagni, 29

• Jacopo Tissi, 28

• Irene Tolomei, 27

SOCIAL IMPACT

• Chiara Airoldi, 27

Olimpia Santella, 26

• Annamaria Barbaro, 30

• Mirko Cazzato, 22

• Elena Del Pup, 25

• Francesco Musso, 26

• Raffaele Nacchiero, 25

• Giuseppe Pirillo, 17

Denis Olivero, 18

• Chiara Schettino 22, Filippo Toni, 17

• Francesco Tansella, 26

• Nicolas Verderosa, 27

SCIENCE & HEALTHCARE

• Alice Caimi, 28

Lorenzo Gaggio, 27

• Stefano Cappello, 28

• Federico Gabrielli, 29

• Valentina Garonzi, 25

FINANCE

• Andrea Bonabello, 29

• Ginevra Caldo, 24

• Chiara Castelli, 29

• Giulia Fazzini, 29

• Pietro Galimberti, 25

Viola Bonesu, 24

Enrico Castelli, 26

• Salvatore Gervasi, 28

• Carolina Grassi, 29

• Michele Morabito, 29

• Sebastiano Parillo, 26

• Riccardo Vanelli, 27

RETAIL & E-COMMERCE

• Alessandro Belletti, 30

Fabio Mainini, 28

• Federico Brunelli, 25

Vittorio Gargiulo, 24

Federico Di Carlo, 25

• Marco Fazio, 29

Giulia Rovida, 30

• Irene Giani, 29

• Marcello Labruna, 28

• Gianluca Nardino, 29

• Benedetta Santinelli, 28

• Costanza Tomba, 28

Sara Pianori, 28

Valeria Zanirato, 28

• Kola Tytler, 29

• Allegra Violante, 28

ITALIA
MARZO 2024 FORBES.IT

The Investigation

Tarda PRIMAVERA

Con una vita che si allunga e una natalità in calo, la popolazione mondiale invecchia. Il modello in cui i giovani devono mandare avanti l’economia e pagare i conti degli anziani rischia di crollare. Ma sono sempre di più le persone sopra i 65 anni che hanno ancora un impiego: rappresentano il 7% della forza lavoro negli Stati Uniti e addirittura il 13% in Giappone. Alcuni imprenditori temono un peggioramento delle prestazioni. Diverse ricerche, però, dimostrano che saggezza ed esperienza possono compensare i limiti legati all’età

Ricche, ma sempre più vecchie: va cercato forse nella demografia il punto debole delle società sviluppate. Accade più o meno la stessa cosa dappertutto: con il benessere la vita si allunga e si fanno meno figli. Questo ha ripercussioni politiche, sociali ed economiche. Piano piano entra in crisi uno dei pilastri su cui sono organizzate le società di oggi: un gran numero di giovani che mandano avanti l’economia e aiutano a pagare i conti degli anziani. Si può cercare una soluzione nella tecnologia, ovvero aumentare la produttività con l’automazione, i robot, l’intelligenza artificiale. Oppure rassegnarsi a lavorare più in là negli anni. Negli Stati Uniti alcuni membri della generazione X (i nati dal 1965 al 1980) sono vicini all’età pensionabile e quasi tutti i baby boomer (1946-1964) ci arriveranno prima del 2030. La novità è che molti di loro continueranno ad andare in ufficio. Uno studio recente pubblicato dal

Pew Research Center, centro studi di Washington, mostra che un americano su cinque con almeno 65 anni è ancora attivo: quasi il doppio del 1987. Ma forse la cosa più sorprendente è che il gruppo di chi ha almeno 75 anni è quello in più rapida crescita nella forza lavoro statunitense. Questa tendenza demo-

rivare al 34,8% nel 2040. Una persona ogni dieci ha raggiunto o superato gli 80. Di conseguenza il tasso di occupazione degli anziani è probabilmente il più alto al mondo. Gli impiegati con età pari o superiore a 65 anni costituiscono oltre il 13% della forza lavoro (per fare un paragone: la quota negli

Diverse società hanno avviato politiche mirate per la terza età. Cisco offre congedi retribuiti per i nonni. Nojima, un’azienda giapponese che vende componenti elettronici al dettaglio, ha rimosso il limite di età pensionabile nel 2021. Oggi impiega circa 30 lavoratori di almeno 70 anni e tre che hanno raggiunto gli 80

grafica – bassa fertilità e invecchiamento - è in corso più o meno ovunque, a eccezione forse dell’Africa subsahariana, la cui popolazione, secondo uno studio di The Lancet, triplicherà entro il 2100. Il paese più anziano del mondo è il Giappone. Chi ha 65 anni o più rappresenta il 29,1% della popolazione e si dovrebbe ar-

Usa è del 7%, in Germania del 4%). Lo scorso anno, si legge in un articolo di Nikkei Asia, quasi il 40% delle aziende giapponesi, il doppio rispetto a dieci anni prima, ha consentito ai dipendenti di lavorare fino a 70 anni e più. Anche se non basta per alleviare il costo delle pensioni sul budget del governo. In Europa, tra i paesi più

attempati spicca l’Italia. “Forse mi toccherà andare in ufficio con il badante”, scherza un manager 65enne impiegato nella comunicazione di una grossa società. Ma un titolo dell’agenzia Adnkronos toglie la voglia di ironizzare. “Italia: boom di lavoratori anziani”. L’agenzia cita l’ultima ricerca di Inapp-plus, secondo cui “nel 2022 la percentuale di lavoratori di età compresa tra 50 e 64 anni ha superato il 37%”, in crescita del 21% rispetto al 2005 e del 27% rispetto al 2012. Sempre l’Inapp, in uno studio fatto su “un campione rappresentativo di piccole e medie imprese italiane”, segnala che oltre il 20% degli imprenditori ha notato un invecchiamento dei propri dipendenti negli ultimi cinque anni.

A questo punto la domanda è: che impatto ha tutto ciò sulla qualità del lavoro e le prestazioni di un’azienda? Il lavoratore che invecchia diventa anche meno brillante? Gli imprenditori del campione Inapp temo-

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no di sì. Oltre il 28% considera l’aumento dell’età uno svantaggio e ha paura che possa compromettere la capacità “di gestire carichi di lavoro, affrontare nuove mansioni e dimostrare flessibilità”. Sono timori legittimi. Anche le menti più dotate, forse proprio per la consapevolezza di avere (o aver avuto) talento, si preoccupano di perdere colpi invecchiando. Martin Amis, lo scrittore inglese morto l’anno scorso a 73 anni, aveva confessato al Guardian nel 2021 che alla sua età era molto più difficile scrivere. “Ai vecchi tempi la prosa arrivava più

in fretta. Oggi è una battaglia”. La percezione del proprio declino, oltre a paranoia e manie di persecuzione, aveva spinto Hemingway al suicidio a 61 anni. Eppure, spiegano oggi diverse ricerche, non è detto che con l’età il nostro stato mentale debba peggiorare. A volte l’indebolimento è soltanto questo: una percezione. Qualche anno fa la British Medical Association ha realizzato uno studio per aiutare i medici a gestire una forza lavoro sempre più vecchia. È risultato che per la maggioranza delle persone intorno ai 60 anni qualsiasi

lieve deterioramento delle capacità e dell’agilità mentale è compensato dall’esperienza e dalle competenze acquisite nel tempo. In effetti, dice lo studio, con l’età possono persino affinarsi l’attitudine a risolvere problemi complessi e le abilità linguistiche. La ricerca, insomma, sembra dimostrare che non c’è alcuna prova concreta che i lavoratori più anziani siano meno produttivi di quelli giovani. Risulta che solo il 5% delle persone sopra i 65 anni mostra segni di deterioramento cognitivo. “La scoperta chiave è che anziani in buona sa-

lute ottengono risultati paragonabili ai loro colleghi più giovani”, si legge nel rapporto. In un mondo che invecchia rapidamente, tutto ciò è incoraggiante. “Non c’è solo il fatto che le nostre società sono diventate più vecchie. La novità è che molti anziani lavorano più a lungo rispetto al passato”, dice Richard Fry, un ricercatore che ha contribuito allo studio del Pew Research Center. Il primo motivo, continua Fry, è che la vecchiaia oggi è vissuta meglio. Anche molto in là con gli anni le persone godono di buona salute e vogliono restare attive. E

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5% 40-55 ANNI 883MILA

LA QUOTA DI PERSONE SOPRA I 65 ANNI CHE MOSTRANO SEGNI DI DETERIORAMENTO COGNITIVO

L’ETÀ ALLA QUALE GLI SCRITTORI DANNO I PRIMI SEGNI DI DECLINO

IL NUMERO DI MIGRANTI DI CUI L’ITALIA AVREBBE BISOGNO PER IL TRIENNIO 2023-2025

le aziende, magari a corto di forza lavoro per ragioni demografiche, provano a sfruttare questo nuovo bacino di reclute. Così diverse società negli Stati Uniti offrono politiche mirate per la terza età. Programmi di

pensionamento graduale che consentono di ridurre le ore pur continuando a ricevere una parte dello stipendio e dei benefici. Il gigante della tecnologia Cisco offre congedi retribuiti per i nonni. Iniziative

analoghe esistono in Giappone: Nojima, un’azienda che vende componenti elettronici al dettaglio, ha rimosso il limite di età pensionabile nel 2021. Oggi impiega circa 30 lavoratori di almeno 70 anni, di cui

tre hanno raggiunto gli 80. I limiti basati sull’età “non sono adatti a quest’epoca di centenari”, ha detto uno dei top manager di Nojima. “Non sfruttare al meglio gli anziani è un vero spreco”. Per Loretta Bar, esperta

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di risorse umane in Korn Ferry, una società di consulenza globale, il lavoro è un mezzo per restare impegnati. Americana, 65 anni, Bar dice: “Voglio essere occupata, specialmente con un ruolo che mi piace davvero. Lavoro in remoto, e mi sembra di avere il meglio di tutti i mondi”. In un altro sondaggio del Pew Research Center, i dipendenti anziani statunitensi hanno segnalato un più alto livello di soddisfazione lavorativa rispetto ai più giovani. I due terzi di chi ha almeno 65 anni hanno detto di essere estremamente o molto soddisfatti del proprio lavoro. La percentuale è del 55% tra 50 e 64 anni, del 51% tra i 30 e i 49 e del 44% tra i 18 e i 29. I lavoratori anziani guadagnano anche di più rispetto al passato, oggi circa l’80% dei dipendenti più giovani. Ma vivere a lungo porta con sé la paura che il denaro non basti. “Per quanto tempo dureranno i miei fondi pensione?”, si chiede Stephen Miggels, 72 anni, che lavora ancora da dieci a 20 ore a settimana come sviluppatore di prodotti medici. “C’è questo timore di restare senza soldi perché stiamo invecchiando e vivendo di più. Questo è uno dei motivi principali per continuare a lavorare”. Negli Stati Uniti, scrive la versione americana di Forbes, alcuni anziani lavorano per ripagare i prestiti studenteschi o per provvedere ai loro nipoti. In Italia è più sentito il secondo tema: molti giovani non riescono a mantenersi e hanno bisogno del soste-

gno dei genitori e, qualche volta, anche dei nonni. Le aziende si sono accorte che l’età del personale aumenta. Gli imprenditori, stando alla ricerca Inapp, sembrano preoccupati. C’è il timore che questi dipendenti restino indietro nelle competenze digitali, con una perdita di rendimento per l’azienda. In realtà la ricerca inglese ha dimostrato che le prestazioni non dovrebbero peggiorare troppo. Esperienza e competenze acquisite possono compensare un calo di rapidità. Il trucco è trovare un equilibrio tra punti di

mancano le eccezioni. Nel caso degli scrittori, il quasi 60enne Bret Easton Ellis ha pubblicato da poco uno dei suoi romanzi più riusciti, Le schegge, mentre Ian McEwan a più di 70 anni ha scritto Lezioni, una delle sue opere più ambiziose. Brooks, il professore di Harvard, crede che la soluzione sia riconoscere che un declino prima o poi arriva, e a quel punto adattarsi. Devono farlo i professionisti, ma anche le aziende e le istituzioni in cui lavorano. La strategia suggerita da Brooks consiste nel trasferire professionisti più

Un rimedio all’invecchiamento della popolazione è far entrare giovani da altri paesi. In Giappone l’immigrazione è sempre stata tabù, ma il calo delle nascite e della forza lavoro ha messo il governo con le spalle al muro. Anche il governo Meloni, il più a destra della storia democratica italiana, ha riconosciuto che il Paese ha bisogno di migranti

forza e debolezza. Arthur Brooks, saggista e docente ad Harvard, ha scritto un libro di grande successo su come gestire le ultime fasi di una carriera, From Strength to Strength (‘Da forza a forza’), uscito a febbraio del 2022. Secondo Brooks, con l’età la brillantezza di un professionista potrebbe diminuire in diversi campi. Per i consulenti di investimenti finanziari il picco sarebbe tra 36 e 40 anni, per i chimici a 46, mentre per gli scrittori il declino avverrebbe tra i 40 e i 55. Sono dati che possono indicare una tendenza generale, anche se non

attempati in posizioni che si basino meno sull’intelligenza cosiddetta ‘fluida’ e più sull’intelligenza ‘cristallizzata’, cioè su tutto il bagaglio di esperienze e competenze acquisite nella vita. In altre parole, la saggezza. In società che invecchiano, poi, si scommette molto sui benefici della tecnologia: automazione e intelligenza artificiale. I robot fanno il lavoro pesante, gli strumenti di intelligenza artificiale aiutano a essere più rapidi, e ci vuole saggezza per amministrarli bene o non abusarne.

L’altro rimedio è far entrare giovani da altri paesi. In

Giappone l’immigrazione è sempre stata tabù. Ma il calo delle nascite e della forza lavoro ha messo il governo con le spalle al muro. Dal 2022 è permesso agli immigrati che svolgono mansioni specifiche (non altamente qualificate) di fare domanda per rimanere nel paese a tempo indeterminato, insieme alle loro famiglie. Anche il governo Meloni, il più a destra della storia democratica italiana, ha riconosciuto che il Paese ha bisogno di migranti. Sul sito del ministero del Lavoro si legge come il governo abbia approvato un aumento consistente degli ingressi regolari in Italia: 452mila lavoratori stranieri (extra Ue) per il triennio 20232025. L’altra cosa interessante è che questi ingressi probabilmente non saranno sufficienti. Il governo, infatti, aggiunge che il fabbisogno totale è di 833mila migranti (274.800 per il 2023, 277.600 per il 2024 e 280.600 per il 2025). L’Italia, come il resto d’Europa, è bloccata in una relazione di amore-odio con i migranti. Si riconosce che potrebbero essere un rimedio alla forza lavoro che manca. Però le necessità economiche spesso vengono dopo gli imperativi politici. In tutti i paesi ci sono consistenti fette dell’elettorato che fanno resistenza ad accettare nuovi arrivi, anche perché il numero di immigrati, spesso irregolari, è tornato a salire. Il blocco europeo nel 2023 ha ricevuto circa un milione di domande d’asilo, il numero più alto dall’ondata migratoria del 2015-2016. F

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Geopolitica

La prossima fabbrica del mondo

Il Messico ha approfittato della chiusura degli Stati Uniti verso la Cina per diventare il principale partner commerciale di Washington. Ora si avvia a eleggere la prima presidente donna, che dovrà affrontare tre sfide cruciali: la normalizzazione dei flussi migratori, la lotta alla criminalità organizzata e la creazione di un’industria del litio

“Èdemagogia pensare di chiudere le frontiere”. Così, il 29 gennaio, il presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, ha risposto alla dichiarazione di pochi giorni prima di Joe Biden sulla chiusura delle frontiere tra Usa e Messico a causa dei flussi migratori delle ultime settimane. Il ministero dell’Interno messicano ha affermato di avere bloccato e identificato, tra il gennaio e il novembre 2023, circa 680mila persone di diverse nazionalità che cercavano di entrare illegalmente negli Stati Uniti. A fine dicembre un corteo di oltre 24mila migranti in marcia verso il confine statunitense ha allarmato ulteriormente Washington, spingendo il segretario di Stato Antony Blinken a incontrare Obrador, minacciando la chiusura delle frontiere. Il

governatore del Texas, Greg Abbott, si era già mosso, installando una recinzione di oltre 30 miglia lungo il confine del suo stato con il Messico per evitare quella che lui definiva una “invasione di migranti”. Decisione osteggiata dalla Corte Suprema, ma appoggiata da altri 25 governatori repubblicani. Un blocco totale delle frontiere, paventato da Biden e in passato dal suo predecessore, Donald Trump, sembra però inattuabile e potenzialmente dannoso per l’economia statunitense. Il Messico, infatti, dal primo semestre 2023 è diventato il primo partner commerciale americano e il primo esportatore di merci negli Usa. Nei primi quattro mesi del 2023 l’interscambio tra i due paesi, secondo i dati della Fed di Dallas, è stato di 263 miliardi di dollari, superando quelli con il

Canada e con la Cina, che per anni era stata il primo partner commerciale degli Usa. Prima le politiche protezioniste di Trump e poi i problemi sulle catene di approvvigionamento dovute alla pandemia hanno ribaltato la situazione. È emersa la necessità di un nearshoring, ovvero di un riavvicinamento delle catene produttive e di approvvigionamento.

Il Messico, quindi, per la sua vicinanza geografica è diventato fondamentale per la prima economia del mondo.

Rompere il cordone ombelicale da Pechino, un partner diventato avversario, è stato uno degli imperativi dell’amministrazione Trump, seguito anche da Biden. Sembra calata una nuova cortina di ferro nei rapporti commerciali tra Usa e Cina. Il nearshoring si è trasformato in

friendshoring: spostare le catene produttive nei paesi amici, come il Messico. Gli accordi Usmca (United States Mexico Canada Agreement) siglati da Trump nel 2020 in aggiornamento del Nafta (North American Free Trade Agreement, Accordo nordamericano per il libero scambio), poi, hanno facilitato il sorpasso del Messico sulla Cina. Lo stato centroamericano dovrebbe trarre enorme beneficio dal disaccoppiamento dell’economia statunitense da quella cinese e attrarre grandi flussi di investimento esteri. Il ministero dell’Economia messicano ha calcolato che tra gennaio e settembre 2023 gli investimenti diretti esteri nel paese hanno raggiunto i 32,9 miliardi di dollari, con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Il 40% arriva dagli Stati Uniti. Il

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di Cosimo Maria Palleschi

Banco interamericano di sviluppo (Iadb) stima per il Messico una crescita dell’export di 35 miliardi di dollari all’anno.

Restano, però, alcuni problemi da risolvere. Dopo gli accordi Nafta, entrati in vigore nel 1994, il Messico è cresciuto mediamente solo del 2% l’anno. A frenare gli investimenti esteri sono stati soprattutto la corruzione dilagante, la criminalità organizzata legata al narcotraffico e la mancanza di investimenti interni. L’associazione no profit Stop rapimenti ha calcolato che

le persone rapite in Messico lo scorso anno sono state 2.402, con un aumento del 3,2% rispetto al 2022. Il tema della sicurezza sarà centrale anche nella prossima campagna elettorale, che vedrà sfidarsi, per la prima volta, due donne: l’ex sindaco di Città del Messico, Claudia Sheinbaum, esponente di sinistra del partito di maggioranza, e la sfidante Xóchitl Gálvez di centrodestra. I sondaggi vedono favorita la prima con il 60% dei consensi. Il governo uscente lascerà un’importantissima eredità.

Nell’aprile 2022 è stata approvata una legge che ha nazionalizzato la nascente industria estrattiva del litio, che secondo le stime dello Us Geological Survey è la decima al mondo per riserve, e ha creato la società statale LitioMX, che si occuperà di estrarre quello che viene considerato il petrolio del XXI secolo. L’obiettivo del presidente messicano è integrare il suo paese nella filiera americana delle batterie elettriche, facendo leva anche sull’Inflation Reduction Act (Ira) di Biden, che punta a riportare molte

produzioni strategiche in Nord America. Obrador è convinto che il litio sia un “patrimonio della nazione” e per questo ha revocato le concessioni alle aziende straniere. Una di queste riguardava la più grande riserva di litio al mondo, nel deserto di Sonora, prima assegnata a una joint venture tra Bacanora e la cinese Ganfeng Lithium. Le riserve presenti nello stato di Sonora, secondo il ministero delle Finanze messicano, valgono circa 600 miliardi di dollari e hanno una qualità del litio quasi doppia rispetto a quello cileno.

La sfida sarà sviluppare un’industria del litio senza il supporto economicofinanziario e le competenze di aziende straniere. Tutt’altro che semplice. I processi di estrazione sono molto lunghi, costosi e dispendiosi dal punto di vista idrico. Il consumo massiccio d’acqua potrebbe mettere in crisi un paese con un rischio di stress idrico già molto elevato. In Messico, infatti, 11 stati su 32 soffrono di carenza d’acqua. Secondo S&P, nel 2050 gli stati a rischio idrico elevato saranno addirittura 20. Per evitare che il nearshoring/friendshoring si riduca a un’occasione persa per la crescita del paese, il governo che uscirà dalle urne dovrà affrontare e vincere prove difficili: la normalizzazione dei flussi migratori verso gli Stati Uniti, lo sviluppo quasi da zero di un’industria del litio e la lotta alla criminalità organizzata e al narcotraffico. F

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Andres Manuel Lopez Obrador, presidente del Messico.

Space economy

100 milioni di motivi per VOLARE

La pmi comasca D-Orbit ha chiuso uno dei più grandi round di finanziamento italiani del 2023, guidato dal colosso giapponese Marubeni Corporation. E mentre progetta la terza generazione dei suoi taxi spaziali, giura di essere solo all’inizio di una nuova era

C’è poco di piccolo, ormai, in D-Orbit. Quella che poteva essere definita una startup forse fino al 2020, quando è decollato il suo primo Ion, cioè il ‘taxi spaziale’ che consegna alle rispettive orbite micro e nanosatelliti dei clienti, oggi, a 13 anni dalla fondazione e dopo altrettante missioni di successo, può dirsi una grande realtà della space economy. Quanto grande lo stabiliscono il mercato e la fiducia degli investitori. Basti una cifra: 100 milioni di euro, cioè quelli raccolti nell’ultimo round di investimento. “È il più importante caso di equity in Italia del 2023”, afferma Renato Panesi, chief commercial officer di D-Orbit, sottolineando come non si tratti di prestiti. “Altri grandi importi sono stati raccolti da startup, ma come debito. È

un ottimo segnale in un contesto molto difficile”. Capofila, in questo capitolo della storia della società con sede a Fino Mornasco (Como), è la giapponese Marubeni Corporation, colosso dell’investimento che ha creduto in D-Orbit dopo una meticolosa due diligence, un controllo rigoroso dei conti societari. Che tornavano tutti, spiega Panesi: “Sono arrivati fino alla pagliuzza prima di investire, poi l’hanno fatto senza remore. Per noi è motivo d’orgoglio. Essendo una corporate e non

un fondo, hanno obiettivi di lungo periodo, ci vogliono accompagnare nella crescita. Ci faranno anche da promotori commerciali nel mondo”.

D-Orbit è una pmi che ha però prospettive vaste: “Contiamo 300 persone di 18 nazionalità diverse, con un’età media di 31 anni”, dice Panesi. “Abbiamo americani, olandesi, francesi, tedeschi, europei un po’ da ovunque. Si parla spesso di fuga dei cervelli, ma noi riusciamo a essere attrattivi”. Dopo 13 lanci e la consegna di decine di payload in orbita,

l’azienda si prepara a un altro anno intenso: nell’agenda 2024 ci sono già cinque lanci acquistati per uno dei leader del last mile delivery: “Possiamo considerare i lanciatori come autobus, che arriva al capolinea e scarica tutti i passeggeri, i satelliti. Tra questi ci siamo noi, con il nostro Ion, che è un veicolo da 350 chili, capace di trasportarne 200 di carico utile. Il carico, a sua volta, è costituito da satelliti più piccoli. È come fossimo l’Uber dello spazio, che dal capolinea dell’autobus porta i clienti a destinazione”. Soprattutto per micro e nanosat, il cui volume e peso vengono compressi all’estremo, arrivare dove serve senza sprecare carburante, prezioso per mantenere l’assetto, è vitale. Ion, il ‘taxi’ di D-Orbit, permette proprio questo per conto terzi. È la ragione per cui l’a-

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Renato Panesi (a sinistra) e Luca Rossettini, fondatori di D-Orbit

zienda si è costruita una solida credibilità a livello globale. “Questione di affidabilità”, precisa il cco. “Alle conferenze in giro per il mondo mi sento ripetere: ‘Il last mile delivery siete voi’”. Non mancano anche dispositivi ed esperimenti che rimangono a bordo di Ion, per clienti che devono sfruttare l’assenza di peso in orbita per testare farmaci, materiali, biotecnologie.

Secondo Panesi, gli anni recenti hanno però registrato qualcosa di nuovo in termini di dimensioni e costi. “I nostri clienti hanno costellazioni di cubesat”, dice, “ma molti altri stanno tornando a masse maggiori, fra i 100 e i 150 chili”. La ragione è da rintracciare nel ridimensionamento dei costi di lancio e del prezzo dei materiali: “Si possono costruire satelliti più grossi in modo, diciamo, low cost”. Nulla che minacci di cogliere impreparata l’azienda, a dire del manager: D-Orbit si sta aggiornando e sta progettando Ion-3. È una sensibilità alle tendenze emergenti nel mercato che la società ha anche dimostrato nella sua reazione al ‘momento difficile’ di cui parlava Panesi. Una situazione che riguarda, in particolare, l’Europa, al momento orfana di sistemi di lancio propri (Ariane 6 esordirà a giugno, Vega C tornerà operativo a fine anno, forse). È significativo che D-Orbit abbia più spesso volato, e continuerà a farlo, con SpaceX, a bordo di un Falcon 9: “Il mondo istituzionale si muove con logiche tradizionali, è più lento. Un lancio può avvenire anche 24 mesi dopo la firma di un contratto. Di contro, in ambito commerciale, può capitare di sottoscrivere un accordo e lan-

Il

ciare dopo appena sei mesi. E per noi lanciare è linfa vitale”. A proposito di partenze, è previsto che la terza generazione di Ion prenda il volo in circa due anni. Un periodo durante il quale potrebbe esordire anche un nuovo tipo di servizio, l’in orbit servicing, ambito in cui si attende un’altra mezza rivoluzione. Si tratta di fare manutenzione ai satelliti direttamente nello spazio, cosa in passato riuscita a cinque

missioni Shuttle per il telescopio Hubble e poche altre volte. Sempre con astronauti. Nel prossimo futuro, però, si proverà a farlo usando i satelliti: “C’è un’ampia gamma di servizi che è possibile offrire in orbita, dall’ispezione visuale all’estensione della vita operativa di un apparato. E ci sono due modi per fornirli: il primo consiste nel rendez vous e nel docking con il satellite target. Detto altrimenti,

si rimane attaccati al satellite per fornirgli un nuovo motore.

Il secondo modo è il refueling, il rifornimento, che consente di servire più satelliti in una singola missione”. Anche questo è un nuovo mercato di servizi spaziali, una prateria da conquistare. La statunitense Orbit Fab ha già lanciato un prototipo di stazione di rifornimento spaziale e nei prossimi anni potrebbe piazzarla sulle orbite geostazionarie (a 36mila chilometri di quota) per servire i satelliti più grossi, costosi e dalla vita più lunga.

A questo proposito, già nel biennio 2026/2028, potrebbe essere inaugurata la prima missione dimostrativa italiana di assistenza in orbita, finanziata con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. D-Orbit fa parte del consorzio di aziende, guidato da Thales Alenia Space, che ha firmato un contratto da 235 milioni di euro con l’Agenzia spaziale italiana. Sono coinvolte anche Avio, Leonardo e Telespazio: “Thales Alenia Space è responsabile del satellite di servizio, detto Cesar, mentre noi costruiremo l’apparato target e saremo responsabili del refueling. Nel frattempo, stiamo anche lavorando con l’Esa per completare lo sviluppo del nostro veicolo per le orbite geostazionarie, quelle dove c’è il mercato più rilevante”. E davvero D-Orbit, un’azienda fondata da Panesi e Luca Rossettini nel 2011, nata per offrire soluzioni al problema dei detriti spaziali in orbita bassa, 3 milioni e 400mila euro di ricavi nel 2021 e 10 milioni nel 2022, così lontano non era mai arrivata. F

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lancio del Falcon 9 di SpaceX con a bordo il dispenser Ion D-Orbit.
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AL FIANCO DELLE PMI

UniCredit ha varato la terza edizione del suo piano per l’Italia: 10 miliardi tra soluzioni finanziarie, assicurative e consulenziali per aiutare le piccole e medie imprese del nostro Paese a crescere, affrontare la transizione e diventare più

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di Francesca Vercesi
IL CORAGGIO DI OSARE
competitive
UNICREDIT
Andrea Orcel
IMAGOECONOMICA

UUniCredit lancia la terza edizione del piano UniCredit per l’Italia, denominata UniCredit per l’Italia – imprese e interamente dedicata ai settori produttivi e dei servizi, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro.

Dopo gli interventi per 8 miliardi attuati nel 2022 per consentire a famiglie e imprese di affrontare i rincari energetici e delle materie prime, seguiti dalla seconda edizione nel 2023 con iniziative per 10 miliardi per sostenere i consumi e fornire nuove risorse per lo sviluppo di specifici settori, la banca mette ora in campo un nuovo pacchetto di soluzioni finanziarie, assicurative e consulenziali fper aiutare in particolare le piccole e micro imprese italiane a crescere, affrontare la transizione e diventare più competitive. La banca milanese ha dunque deciso di intervenire nuovamente a supporto dell’economia reale.

“Le imprese italiane hanno dimostrato di saper resistere in un contesto di tassi elevati, inflazione e tensioni geopolitiche. Come banca, è nostro dovere aiutare le aziende a prosperare, in particolare quelle che hanno una missione sociale alla base”, ha commentato Andrea Orcel, ceo di UniCredit e head di UniCredit Italia.

I finanziamenti, richiedibili sia per sostenere lo sviluppo delle attività di business e gli investimenti, sia per le esigenze di liquidità corrente, sono abbinabili anche alle diverse forme di garanzia pubblica (Fondo di garanzia pmi, Sace e Ismea).

Tra le nuove azioni concrete che UniCredit mette a disposizione delle imprese ci sono il supporto alle microimprese, motore di crescita dell’occupazione a livello locale, con focus particolare su imprenditoria giovanile e femminile. Nell’ambito di un plafond di 1 miliardo di euro sono previste specifiche forme di microfinanziamento e di microcredito con garanzia del Fondo di garanzia per le pmi, gratuita e pari all’80% dell’importo, e condizioni agevolate per le coperture dai rischi aziendali e iniziative di formazione dedicate, all’interno dei diversi programmi attivati da UniCredit. A seguire, il sostegno

agli enti del terzo settore tramite forme di finanziamento tarate sulle specifiche esigenze degli enti e delle imprese sociali, anche con l’utilizzo delle forme di garanzia pubblica recentemente introdotte. Al supporto finanziario per 500 milioni di euro si aggiungono servizi dedicati, quali la piattaforma di fund raising Ilmiodono e i fondi di Carta Etica per sviluppo di progetti sociali.

E ancora il supporto all’attività d’impresa nel Mezzogiorno, cui verrà destinato il 40% delle risorse (ovvero 4 miliardi), con particolare riferimento agli investimenti e alla nascita di nuove attività imprenditoriali. Per queste ultime, nell’ambito del programma Resto al Sud, è prevista la possibilità di accedere a contributi pubblici in conto interessi e in conto capitale. Nel mondo agribusiness c’è un plafond di 1 miliardo di euro a supporto degli investimenti delle imprese agricole e agroalimentari, dei processi di adeguamento tecnologico e digitale, della trasformazione in ottica sostenibile e in linea con le direttive europee sulla transizione green, tramite strumenti finanziari diversificati, con utilizzo dei più vantaggiosi schemi di garanzia, tra i quali la garanzia pubblica Ismea gratuita e pari al 100% per la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile. È disponibile una consulenza specialistica con oltre 200 gestori dedicati dislocati sul territorio.

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Remo Taricani
Andrea Orcel ha definito il 2023 come “l’anno migliore di sempre” per UniCredit. L’istituto ha chiuso l’ultimo esercizio con utili per 8,6 miliardi di euro, il 50% in più del 2022

Sul fronte del turismo è previsto un plafond di 1 miliardo per il finanziamento di specifiche strategie di investimento, quali transizione green, innovazione tecnologica e riqualificazione alberghiera, e supporto al circolante anche tramite forme di ammortamento flessibili, che tengono conto della stagionalità degli incassi. Disponibile il programma Made4Italy, mirato a favorire un’offerta congiunta tra turismo e agroalimentare per la valorizzazione dei territori. Infine c’è il supporto alla transizione esg verso modelli di business più sostenibili attraverso la consulenza specializzata, partendo da uno score esg gratuito (in progressiva estensione a tutte le pmi) fornito da Cerved Rating Agency su piattaforma Open-es per delineare un percorso di MARZO,

transizione e soluzioni finanziarie concepite per incentivare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle imprese.

“Con questa terza edizione di UniCredit per l’Italia continuiamo a sostenere le eccellenze del made in Italy con un insieme di soluzioni per supportarne lo sviluppo e la transizione verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale, con nuove risorse per gli investimenti e un rinnovato modello di servizio”, ha spiegato Remo Taricani, deputy head di UniCredit Italia. Che ha aggiunto: “L’aspetto peculiare di questa iniziativa è il carattere inclusivo, che si affianca alle questioni economiche”. E dopo le imprese toccherà alle famiglie. “Lo prevediamo in una fase successiva”, ha assicurato Taricani nell’indicare che la “tempistica è vincolata dallo scenario economico, che è molto volatile, quindi vogliamo avere un po’ più di chiarezza per declinare le misure più efficaci”, ha concluso.

UniCredit nei primi giorni di febbraio ha reso noti i risultati finanziari che hanno portato l’amministratore delegato Andrea Orcel a definire il 2023 come “l’anno migliore di sempre”. L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha infatti comunicato di aver chiuso l’ultimo esercizio con utili per 8,6 miliardi di euro, il 50% in più rispetto al 2022, che verranno utilizzati interamente per remunerare i soci tramite distribuzione di dividendi e riacquisto di azioni proprie. F

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L’impero della focaccia

Partito dalla bottega di famiglia, Tommaso Mazzanti ha creato il locale di street food toscano più recensito al mondo. Le sue schiacciate farcite fatturano oggi 48 milioni di euro, e dopo Firenze hanno conquistato anche gli Stati Uniti e Joe Bastianich

NNel cuore di Firenze, dove la tradizione gastronomica locale incontra ogni anno la fugace curiosità di migliaia di turisti, c’è l’Antico Vinaio, dove l’amore per le cose buone e semplici fa da cornice a un nuovo processo di trasformazione gastronomica insinuatasi, quasi per caso, tra i ristoranti storici. Questa è la storia di Tommaso Mazzanti, che ha dedicato la sua vita alla conservazione e alla diffusione di un patrimonio culinario e ha contribuito a rendere il capoluogo fiorentino un tesoro per gli amanti dello street food.

Cresciuto tra le mura della piccola attività di famiglia, una rosticceria in via dei Neri a Firenze, Mazzanti ha iniziato il suo lungo viaggio nel mondo dell’imprenditoria a 16 anni, quando, per passione e ambizione, ha deciso di lasciare gli studi e prendere, a poco a poco, il timone di Antico Vinaio. Partendo dai valori e dai sacrifici dei suoi genitori, che avevano rilevato la bottega nel 1997, Tommaso ha ottenuto le sue prime quote aziendali. Ha iniziato quindi a far parlare di sé puntando sia sul passaparola, dettato dalla bontà del suo prodotto e dal suo divertente carattere toscano, sia sulle potenzialità del web.

In poco tempo Antico Vinaio è diventato il locale di street food più recensito al mondo.

Un riconoscimento che non ha aumentato in modo sensibile solamente la coda e l’attesa per ordinare una schiacciata, ma anche la visione di Tommaso, che nel 2012 ha intuito fosse giunto il momento di prestare il suo volto alla crescita dell’azienda. Sono arrivati così i primi video su Facebook. Un’idea rivoluzionaria per una bottega come la sua, che rapidamente è stata accompagnata dall’apertura del secondo locale di famiglia e dalla curiosità frenetica dei turisti provenienti da ogni parte del mondo. Tommaso aveva creato qualcosa di inaspettato: la schiacciata farcita con ingredienti del territorio era diventata per Firenze, culla del Rinascimento italiano e capoluogo di tradizioni gastronomiche già forti, un nuovo mezzo di espressione culturale, capace di includere al suo interno l’accoglienza italiana e con i suoi

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Antico Vinaio vuole aprire punti vendita e ristoranti anche nelle principali capitali europee.
Due su tutte: Parigi e Madrid

punti di forza: gusto, prezzo e calore umano. In questa direzione, è arrivata la svolta definitiva.

Complice un’amicizia con l’imprenditore e personaggio televisivo Joe Bastianich, nata sia da una profonda stima reciproca, sia dalla condivisione di una filosofia imprenditoriale e di prodotto, Tommaso ha deciso di portare la sua schiacciata, e la Toscana, in giro per il mondo. E lo ha fatto volando oltreoceano, aprendo nel 2019 due pop-up negli Stati Uniti: il primo a New York e il secondo a Hollywood. Il successo è arrivato subito. Al punto che Tommaso ha capito fosse il momento di staccarsi ufficialmente dal passato e di iniziare a lasciar ramificare quelle radici che tanto temeva, ma che da piccolo lo avevano rafforzato.

Nel 2020, quando le tempistiche non erano esattamente a suo favore a causa della pandemia, ha aperto il suo primo store a Milano. Ma è stata poi la collaborazione con il gruppo Percassi ad aver unito l’eccellenza culinaria con la forza e la competenza nella gestione di catene di ristoranti e punti vendita. Antico Vinaio non si è più fermato. Oggi conta 28 punti vendita sparsi tra i capoluoghi più importanti d’Italia e le più grandi metropoli statunitensi. E non è finita qui.

Con un fatturato di 48 milioni di euro, 300 dipendenti e due milioni di follower sulle principali piatteforme digitali, Tommaso ha in previsione di continuare il suo piano di espansione anche nel 2024, con l’apertura di nuovi punti vendita e ristoranti in posizioni strategiche, anche nelle principali capitali europee. Due su tutte, Parigi e Madrid. A queste città si affiancheranno altri punti vendita in giro per l’Italia e due store a Firenze e Verona.

Il tutto, ovviamente, seguendo un percorso gastronomico ed economico in linea con la joint venture con Percassi: elevati standard di qualità, grazie all’utilizzo di ingredienti freschi e la volontà di raddoppiare il fatturato entro il 2025. D’altronde, se la vita è un’opportunità da costruire, i sacrifici sono i mattoni che conferiscono un significato profondo a questo viaggio. Quando siamo disposti a rinunciare a qualcosa per il bene degli altri, siamo in grado di coltivare legami più autentici e costruire un mondo in cui la solidarietà e la semplicità prevalgono. “Cos’è Antico Vinaio? È amore e perseveranza. Sono i miei ragazzi, siete tutti voi”, ha concluso Tommaso. F

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ANTICO VINAIO
MAZZANTI

Forbes presenta la quarta edizione del digital business summit dedicato all’innovazione e alla sostenibilità, curata da Enzo Argante. Sarà possibile seguire l’evento sul sito forbes.it e sulle pagine LinkedIn e Facebook di Forbes Italia.

I principali player ed esponenti dei settori coinvolti daranno la loro view su scenari, trend e prospettive in tema di transizione energetica, economia circolare, sostenibilità sociale, smart city, smart mobility, smart food e transizione digitale.

ONLINE SU forbes.it

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Non chiamateli

FORBES.IT 67 MARZO, 2024
n QUALITY LEADER n di Massimiliano Carrà NORD ENGINEERING, AZIENDA SPECIALIZZATA NELLO SMART WASTE MANAGEMENT, VUOLE TRASFORMARE LE ATTREZZATURE PER LA RACCOLTA DEI RIFIUTI IN UN’INFRASTRUTTURA TECNOLOGICA GRAZIE TELECAMERE, ANTENNE WI-FI E RIPETITORI 5G. SOSTENENDO LO SVILUPPO DELLE SMART CITY cassonetti Malachy Musso, amministratore delegato di Nord Engineering

n QUALITY LEADER n

Concentrarsi su se stessi per superare i propri limiti e diventare parte integrante e fondamentale di un cambiamento, sia a livello sistemico che di mercato. È questo il mantra del giovane Malachy Musso, 35 anni, amministratore delegato della cuneese Nord Engineering, oggi azienda specializzata nel settore dello smart waste management. Nata oltre 20 anni fa, la società ha contribuito a trasformare il settore in un’industria altamente tecnologica, sostenibile ed efficiente e si è proiettata da protagonista nel mondo delle smart city. “Per superare i limiti della raccolta tradizionale, abbiamo iniziato un nuovo percorso strategico”, rivela a Forbes Italia Musso. “Un percorso di rilevanti e continui investimenti in tecnologia e automazione che ha contribuito a cambiare la percezione stessa di questo settore, trasformando i sistemi per la raccolta dei rifiuti in una vera e propria infrastruttura tecnologica innovativa”.

Musso non nasconde le difficoltà iniziali legate a questo lungo e ambizioso percorso cominciato ormai

diversi anni fa. “Inizialmente non è stato facile trovare spazio e credibilità sul mercato. Molti attori presenti sul mercato e non solo non capivano perché investissimo continuamente in tecnologia e automazione per un settore ‘povero’ come il nostro, dove sostanzialmente il prodotto finale era un cassonetto dei rifiuti”.

Ma il business di Nord Engineering non è affatto questo. O meglio, è solo un piccolo tassello del prodotto principale della società: Easy, il sistema di sollevamento polivalente completamente automatizzato e bilaterale che, gestito da un solo operatore, permette di ottimizzare e semplificare la raccolta dei rifiuti solidi urbani differenziati in contenitori stazionari realizzati ad hoc. Producendo diversi e importanti vantaggi.

Il sistema automatizzato installato sui camion garantisce che tutto il processo di raccolta, movimentazione, svuotamento e riposizionamento dei contenitori renda più sicuro il lavoro per l’operatore - che comunque supervisiona tutte le operazioni -, contribuisca a ridurre in modo evidente i costi e si adatti a ogni contesto urbano. “Questa è la nostra forza: creare un prodotto a un prezzo sostenibile, che può essere personalizzato sulla base delle

esigenze dei territori. La nostra azienda ha dato vita a un sistema industriale moderno per realizzare un’infrastruttura altamente flessibile”, evidenzia ancora Musso. Che sottolinea un altro aspetto: la volontà, nonostante i costi, di continuare a produrre in Italia all’interno del proprio stabilimento di oltre 30mila metri quadrati - recentemente realizzato - dove si respira un’aria di innovazione. Il processo produttivo robotizzato rende più semplice e meno usurante il lavoro dei dipendenti, che di fatto sono operatori specializzati in tecnologie industriali. “È vero, avremmo potuto spostare la produzione in altri paesi in cui i costi sono decisamente inferiori, ma avremmo perso la nostra identità, la nostra cultura, la nostra creatività. Noi italiani ci esprimiamo con caratteristiche distintive: cerchiamo di essere sartoriali e allo stesso tempo industriali. E sono sicuro che, se avessimo abbandonato l’Italia, avremmo perso la qualità, che è il nostro valore aggiunto, insieme al radicamento territoriale, e rischiato di snaturare i valori che sono la ricchezza principale della nostra azienda e del nostro territorio. Questo però non significa che lo Stato non possa sostenere ancora meglio il nostro settore”. Come? “Aiutando

Il sistema Easy di sollevamento polivalente completamente automatizzato e bilaterale.

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le aziende a strutturarsi e a industrializzarsi”.

Questo settore ha, infatti, bisogno anche di innovazione nei modelli di business, perché uno degli elementi rilevanti nell’erogazione dei servizi pubblici sarà rappresentato dai partenariati pubblico-privati, così come proposti dal nuovo Codice degli appalti recentemente approvato dal governo. In questo senso Nord Engineering sta già proponendo questi modelli di collaborazione in varie realtà italiane. Nord Engineering oggi ha un fatturato di circa 140 milioni di euro, più di 500mila contenitori, 2.500 camion e 120 dipendenti. È presente con i propri prodotti in oltre 400 città di 20 paesi di tutto il mondo (dall’Italia all’Argentina), dove con i clienti, dalle municipalità alle grandi aziende pubbliche e private, studia e progetta nuove opzioni. Ne è un esempio Genius, il primo cassonetto 5.0 presentato a Firenze insieme alla multiutility Alia che si occupa di ambiente, energia e ciclo idrico. Genius è un cassonetto smart, con sensore volumetrico interno e una piattaforma software che consente di elaborare statistiche, tendenze, schemi comportamentali dei cittadini per ottimizzare il servizio di svuotamento, riducendo i costi e il numero di passaggi dei mezzi pesanti e quindi

La gamma di cassonetti smart per la raccolta di rifiuti davanti alla sede dell’azienda a Cuneo.

n QUALITY LEADER n

inquinamento e CO2. Inoltre ha un sistema di allarme e di rilevamento anomalie, coadiuvato da sensori per la temperatura interna ed esterna. Ma non è finita qui.

Grazie anche alle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale e all’ipotesi (ormai prossima alla realizzazione) di installare telecamere, antenne Wi-Fi e ripetitori 5G all’interno dei propri cassonetti, Nord Engineering vuole trasforma-

re le attrezzature per la raccolta dei rifiuti in un’infrastruttura tecnologica della città collegata con la rete energetica, della mobilità e della sicurezza urbana, sostenendo lo sviluppo delle smart city. Questi sistemi possono contribuire alle infrastrutture per la sicurezza grazie alla loro capillare presenza all’interno delle città. “Stiamo sviluppando queste nuove soluzioni con alcune delle principali aziende tecnologiche italiane ed europee, come il gruppo Engineering e la francese Thales. Inoltre, anche i nostri camion, grazie alle telecamere installate, possono diventare ‘ausiliari’ della città segnalando rifiuti abbandonati, buche nelle strade, possibili incidenti e tanto altro”, conclude Musso, che, guardando al futuro della società, afferma che “non siamo interessati alla prospettiva di una quotazione in Borsa. Stiamo pensando di aprire nuovi stabilimenti per accompagnare il processo di crescita dell’azienda, avendo sempre Cuneo al centro, e stiamo valutando diversi dossier per qualche acquisizione”. F

FORBES.IT 69 NORD ENGINEERING • MUSSO MARZO, 2024
Un’isola smart interrata per la raccolta dei rifiuti a Firenze.

Luci della ribalta

Artech, gruppo che offre soluzioni spettacolari ed effetti speciali per lo show business fondato da LucA toscAno, punta a consolidarsi nel 2024 con acquisizioni e nuove assunzioni

aziende del gruppo ha chiuso il 2023 con 7 milioni di ricavi, un milione in più rispetto al 2022 e prospettive in forte crescita per il 2024. “Stiamo ultimando”, ha dichiarato il fondatore di Artech, “le due diligence per l’acquisizione di partecipazioni rilevanti in nuove società che arricchiranno la nostra offerta nell’ambito della produzione di format per mostre e spettacoli permanenti e nel settore della robotica”.

Dalla nave di Sanremo alle previsioni per il 2024. Luca Toscano, protagonista della copertina dei 100 Under 30 del 2023, punta alla crescita di Artech - gruppo che si compone di diverse società che offrono soluzioni spettacolari ed effetti speciali per lo show business - con l’acquisizione di nuove aziende e l’assunzione di almeno 20 nuovi talenti da qui al 2026. Le prospettive positive derivano dai risultati ottenuti tra il 2023 e l’inizio del 2024. Proprio all’inizio di febbraio, in occasione dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, Artled, startup fondata da Sossio Pezzella e dallo stesso Toscano, ha installato sulla nave Costa Smeralda una rete led di 202 x 18m, in grado di creare scritte e animazioni, interagendo e reagendo in diretta a quello che succedeva sul palco della kermesse.

La crescita è testimoniata dai dati economici. Secondo quanto annunciato da Toscano, il portafoglio di

Nel 2023 Artech è stata protagonista di show con un aspetto in comune: l’alto tasso di effetti speciali. Tra questi, l’evento Milano-House of Campari, organizzato con l’agenzia Noloop, si è aggiudicato la 20esima edizione del Bea – Best Event Awards Italia, il premio di Adc Group assegnato all’eccellenza degli eventi e della live communication.

Nello show, che ha permesso a Campari di celebrare il legame con Milano, i simboli della città e la nuova bottiglia sono apparsi tramite uno sciame di oltre 1.000 droni e i suoi giochi di luce. Lo spettacolo, realizza-

to da Artech con Dronisos, è stato reso possibile dal lavoro di 51 professionisti diretti da Toscano. La medaglia d’argento al Bea è andata invece allo show realizzato in occasione della candidatura per Roma Expo2030 – Humanlands, realizzato da Filmmaster ed Ega Worldwide. “Dopo l’inserimento nella lista dei 100 under 30 italiani”, ha concluso Toscano, “ho avuto la possibilità di fare nuovi incontri di valore. Quest’anno ho conosciuto professionisti con i quali spero di condividere progetti in futuro”. F

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ARTECH • TOSCANO Luca Toscano di Attilio Nucetti

Semplificare i processi per aumentare i volumi

ClubDeal ha annunciato l’ingresso di Edoardo Reggiani nel ruolo di managing director, per velocizzare il go-to-market della propria offerta digitale a servizio degli investimenti in private asset. Per lui il mercato oggi necessità di un’infrastruttura in grado di eliminare le frizioni e rendere efficiente la relazione tra i vari player

Edoardo Reggiani è un professionista con una vasta esperienza nello sviluppo aziendale e una profonda comprensione dell'ecosistema dell’innovazione. Oggi ricopre la posizione di managing director per ClubDeal Digital, dove ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un’infrastruttura digitale (e innovativa) per l’investimento e la gestione a 360 gradi di private asset. Reggiani ha maturato un’importante esperienza nel settore fintech, e in particolare nelle piattaforme digitali dedicate all’investimento tramite syndicate in startup e scaleup innovative, settore in cui è approdato dopo una carriera sportiva che l’ha visto vestire per diversi anni i colori della nazionale italiana nella disciplina short track speed skating.

In un contesto di mercato che ha subito profonde trasformazioni negli ultimi mesi, il club deal rappresenta ancora un’opportunità per gli investitori?

L'interesse crescente per questo tipo di operazioni è innegabile e continua a guadagnare slancio, nonostante lo scenario mutato degli ultimi mesi con tassi di interesse non più prossimi allo zero. Come dimostrano anche i dati dell'Outlook 2024 dell'Associazione Italiana Private Banking, si osserva un'accresciuta consapevolezza riguardo all'importanza dei private asset come elemento fondamentale di diversificazione, sia nel contesto delle società tecnologiche che in quello degli asset più tradizionali.

Tuttavia, il mercato attuale si trova a fronteggiare una lacuna significativa: la mancanza di infrastrutture digitali in grado di minimizzare le frizioni per investitori, aziende e intermediari che stanno sempre più dirigendo la loro attenzione verso questa forma di investimento. La necessità

di colmare questo divario, che è già ben presidiato in ecosistemi più maturi, rappresenta oggi un’opportunità molto interessante da cogliere.

In questo momento ricopre la posizione di managing director per ClubDeal Digital. Qual è l’obiettivo a medio-lungo termine?

L'obiettivo primario di ClubDeal Digital parte dalla convinzione che semplificare l'inve

attraverso gli strumenti giusti non solo generi ritorni significativi per gli investitori, ma alimenti anche la crescita del nostro ecosistema imprenditoriale, apportando un impatto positivo. Questa visione per me è molto importante. L’attrazione di capitali verso chi fa innovazione oggi è una necessità cogente. Senza investimenti oggi non ci saranno domani nuove società in grado di trattenere talenti, e non possiamo permettercelo. L'approccio distintivo della nostra piattaforma è quello di un vero ecosistema digitale integrato, in grado di permettere uno scaling importante dei volumi. Questa visione si traduce in un ambiente sinergico, alimentato da tool progettati in piena conformità con le normative vigenti. Ciò consente una gestione senza sforzi e intuitiva di ogni aspetto del processo di investimento e della gestione di un club deal.

L'approccio olistico è ciò che attualmente ci differenzia sul mercato, permettendoci di collaborare con

i principali network di business angel nella gestione delle loro partecipazioni, nonché di gestire operazioni di raccolta in coinvestimento con investitori istituzionali, come nel caso della recente operazione con D-Orbit, eccellenza nel panorama spacetech internazionale.

LEADER IN AZIONE
a cura di Clubdealonline
Edoardo Reggiani

Le nuove regole del procurement industriale

RS Italia è uno dei principali distributori di prodotti e soluzioni per progettisti, costruttori e manutentori e un partner affidabile per l'approvvigionamento di materiali indiretti. Oggi è chiamata a rispondere alle esigenze di un mondo che cambia

Il mondo industriale sta cambiando.

Sono sempre più strategici elementi come la razionalizzazione degli acquisti dei materiali indiretti, la sostenibilità e la digitalizzazione dei processi d’acquisto.

Diego Comella, managing director di RS Italia, spiega quali sono le sfide da affrontare e come si muove la società, divisione commerciale di RS Group.

“Siamo l’azienda leader nel campo della distribuzione omnicanale di prodotti industriali, dove offriamo un servizio unico per la gestione degli acquisti indiretti”, dice. “Da oltre 30 anni adottiamo un approccio aziendale improntato su risposte rapide, complete e attente alle esigenze dei nostri clienti, evolvendo da semplici fornitori di componenti a consulenti strategici in soluzioni e servizi. A tal proposito, crediamo che la collaborazione con partner di fiducia, supportati da una rete solida di fornitori, sia cruciale per garantire sicurezza negli acquisti e per evitare costi imprevisti nei processi di approvvigionamento”.

Attualmente la gamma di prodotti di RS Italia comprende oltre 750mila prodotti, distribuiti su più di 2.500 brand, e copre un ampio spettro di categorie merceologiche che include automazione, settore elettrico, meccanica, strumentazione, pneumatica, dpi, elettronica, soluzioni mro (manutenzione, riparazioni e operazioni).

“Supportiamo inoltre progettisti, costruttori e manutentori di impianti industriali, promuovendo lavori sicuri e sostenibili mediante soluzioni avanzate in ambito eProcurement, gestione del magazzino e servizi di manutenzione”, aggiunge Comella.

Di recente RS Group ha finalizzato l'acquisizione di Distrelec, ottenendo un importante potenziamento della propria presenza nei mercati europei. Distrelec,

infatti, serve circa 180mila clienti in 19 paesi, inclusi mercati significativi come Germania, Svizzera e Svezia. Gestisce due centri di distribuzione, uno in Svizzera e l'altro nei Paesi Bassi, oltre a un centro di servizi condivisi in Lettonia. “Questa espansione assicura che la combinazione delle basi fornitori e delle reti di distribuzione di entrambe le aziende migliorerà notevolmente l'esperienza cliente e l'efficienza operativa”.

Nell’ultimo periodo la gestione dei processi aziendali è cambiata molto.

“Abbiamo assistito a sfide globali senza precedenti, che hanno imposto nuove

priorità, come l'efficientamento operativo, la digitalizzazione e la decarbonizzazione”, dice Comella. “La pandemia ha messo in luce la vulnerabilità di catene di fornitura geograficamente distanti e dipendenti da mercati esterni, scatenando una crisi nelle materie prime e richiedendo un rinnovato approccio alle complesse catene di approvvigionamento globale. In qualità di leader nel settore, abbiamo riscontrato una tendenza crescente verso la ristrutturazione delle catene di approvvigionamento mro, con un'inclinazione verso la centralizzazione delle spese. Le aziende stanno riconsiderando le loro strategie di

a cura di RS Italia

procurement, esplorando come le funzioni di acquisto possano generare valore aggiunto. A tal proposito, la nostra recente ricerca sul procurement dei materiali indiretti in Italia ha confermato queste tendenze. I risultati della ricerca mostrano una chiara preferenza per la centralizzazione degli acquisti mro, con oltre l'86% delle aziende intervistate che indica di consolidare i requisiti attraverso l'ufficio acquisti, allineandosi con le tendenze globali”. Per risolvere le criticità in ambito mro, continua Comella, ci vuole “una strategia olistica in grado di ridurre il numero dei fornitori, minimizzando i costi e la complessità del processo. Per conseguire questo obiettivo è essenziale collaborare con fornitori che non solo presentano un vasto assortimento di prodotti, ma che siano anche certificati, allineati ai valori aziendali e innovativi nella risoluzione di problemi”. RS Italia si distingue nel mercato mro con un’offerta tra le più estese e diversificate disponibili. “Oltre alla fornitura di prodotti, implementiamo servizi aggiuntivi che ottimizzano e automatizzano i processi aziendali. Questo include la digitalizzazione del ciclo di acquisto tramite il nostro sistema di eProcurement e la piattaforma

web based RS PurchasingManager, oltre a soluzioni innovative per la gestione del magazzino, come RS ScanStock e RS VendStock (rispettivamente sistema kanban a scaffale aperto e vending machine), che riducono i costi e migliorano la disponibilità dei prodotti. Offriamo inoltre servizi specializzati come la taratura degli strumenti, il supporto tecnico e l’assistenza clienti, e sviluppiamo soluzioni di consegna personalizzate”.

RS Italia si impegna anche per la sostenibilità e ha elaborato il piano esg 2024. “RS Italia ha preso un impegno serio verso la sostenibilità, sviluppando iniziative tangibili che influenzano positivamente dipendenti, clienti, fornitori e comunità”, afferma Comella. “Il nostro approccio esg si estende oltre la semplice conformità ambientale: miriamo a instaurare una cultura aziendale che valorizzi e promuova attivamente la sostenibilità in tutti gli aspetti della nostra attività. Il nostro piano For a Better World _ Per un mondo migliore, ad esempio, si focalizza su quattro obiettivi principali: promuovere pratiche sostenibili, incoraggiare educazione e innovazione, aumentare il coinvolgimento dei dipendenti e condurre

affari responsabilmente. A livello di produzione, abbiamo lanciato la gamma Better world products, composta da circa 19mila prodotti sostenibili, facilmente identificabili dal nostro sito, che ci permette di fornire ai nostri clienti soluzioni ecocompatibili. Infine, beneficiamo della nostra rete di centri logistici, in Europa e nel mondo, per implementare strategie efficaci per ridurre le emissioni di CO2 e il consumo energetico. Questi sforzi sono amplificati dalla nostra estesa rete di fornitori, attraverso la quale ottimizziamo la logistica per minimizzare ulteriormente l'impatto ambientale”.

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“VOGLIAMO

n
FORBES.IT MARZO, 2024
GOOD STORIES n di Maurizio
Abbati ALZARE IL LIVELLO DI SICUREZZA REALE E PERCEPITA”. COSÌ STEFAN KONRAD, MANAGING DIRECTOR DI VERISURE ITALIA, RIASSUME IL SENSO DELL’OSSERVATORIO SULLA SICUREZZA DELLA CASA CHE L’AZIENDA HA ELABORATO CON IL CENSIS. UN’ANALISI CHE VUOLE INFORMARE, PREVENIRE E PRESENTARE SOLUZIONI INNOVATIVE
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IIndividuare gli elementi sensibili che possono diventare oggetto di effrazione nelle case degli italiani, ma anche garantire la serenità di chi ci vive. È un’operazione sicurezza quella lanciata da Verisure Italia - che nel 2023 ha compiuto dieci anni e nel tempo ha messo assieme oltre 300mila clienti - per la protezione delle abitazioni e delle attività delle famiglie italiane. L’azienda è partita da un’analisi del fenomeno dei furti in appartamento attraverso un Osservatorio sulla sicurezza della casa realizzato dal Censis con il contributo del Servizio analisi criminale del ministero dell’Interno, arrivato alla seconda edizione. L’osservatorio si propone come strumento di analisi della sicurezza domestica, dei bisogni di protezione delle persone in Italia e dei cambiamenti macro-sociali attuali, dedicato a istituzioni, media, addetti ai lavori e non, per informare, prevenire e

presentare soluzioni innovative. La novità di questa seconda edizione è un indice sulla sicurezza domestica che ordina le regioni italiane in base alla sicurezza della zona di residenza, dell’ambiente domestico e dell’infrastruttura dell’abitazione.

“Con questo progetto”, dichiara Stefan Konrad, managing director di Verisure Italia, “vogliamo offrire un’analisi e un’interpretazione minuta dei cambiamenti in atto nella società italiana riguardo al valore attribuito alla casa e alla sicurezza. È pensato per istituzioni, addetti ai lavori e chiunque voglia informarsi sul tema. Ci mettiamo al servizio delle persone e della società per innalzare il livello di sicurezza reale e percepita”.

Il 76,1% degli italiani è convinto che i sistemi di sicurezza siano utili perché scoraggiano i ladri a entrare in casa, mentre il 75,4% pensa che possedere sistemi a difesa dell’abitazione faccia stare più tranquilli e vivere meglio. Di conseguenza, la metà della popolazione (50,6%) è intenzionata a investire di più nei prossimi anni per la sicurezza domestica. Che cosa si chiede a un sistema? Al primo posto, il 94,4% degli italiani giudica molto (67,1%) o abbastanza importante (27,3%) la capacità di un sistema di rilevare un tentativo di

furto o un’intrusione prima che avvengano. Il mercato della protezione domestica si sta muovendo verso questo obiettivo, per potenziare al massimo le capacità predittive dei sistemi di allarme e creare sistemi integrati con la centrale operativa che prevedano una serie di barriere all’ingresso. La semplicità di utilizzo è la caratteristica principale che deve avere un sistema di allarme, segnalata dal 36,3% degli italiani. Segue l’assistenza gratuita nelle diverse fasi di vita del prodotto, menzionata dal 23,7%.

Ma quali sono le nuove frontiere della sicurezza domestica? Dall’Osservatorio Verisure-Censis emerge che la casa è al centro dei bisogni delle persone e l’intrusione è la prima paura, tanto che più di un italiano su due teme un furto domestico. La casa viene vista come un hub multifunzionale oltre che come un luogo di rifugio, ha un significato emotivo centrale e, di conseguenza, lo ha la sicurezza domestica. Più attività in casa, tuttavia, comportano più dispositivi tecnologici e quindi più pericoli domestici legati alla micro-quotidianità. Per questo oggi il bisogno di sicurezza domestica non è legato solo alla paura di essere vittima un’intrusione, ma anche al timore che accadano eventi impre-

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n GOOD STORIES n FORBES.IT

n GOOD STORIES n

visti, come un malore, un’emergenza medica o una défaillance degli impianti. Ecco che così la casa sicura è quella in cui si possono svolgere tutte le attività quotidiane in tranquillità: vivere momenti familiari con la sicurezza di ricevere assistenza in caso di emergenza medica, di non essere soli in caso di violenza domestica, di avere sostegno per gli anziani in difficoltà e di prevenire intrusioni e furti. Per farlo, le persone cercano soluzioni tecnologiche integrate, complete, preventive

e semplici. A un sistema di allarme all’avanguardia si chiede un’anticipazione dei pericoli, la gestione completa delle emergenze. Non solo dei furti domestici, ma di tutte le situazioni quotidiane di potenziale pericolo, attraverso un servizio di centrale operativa 24 ore su 24. E si domanda facilità di utilizzo anche per i meno avvezzi alla tecnologia. Verisure sta investendo proprio su queste funzionalità. Nel 2023 ha lanciato il nuovo sistema di allarme con tecnologia PreSense, progettata

negli hub di ricerca interni del gruppo Verisure: i dispositivi sono stati integrati con intelligenza artificiale, sistemi di comunicazione più rapidi e anti-inibizione e massima risoluzione audio-video, per un’analisi ancora più rapida degli scatti d’allarme, supportata dagli algoritmi predittivi basati su IA dei software di centrale operativa e un intervento ancora più tempestivo in caso di intrusione, aggressione, incendio, incidente, malore o violenza. Nella stessa direzione, Verisure punta ad ampliare la propria offerta con dispositivi all’avanguardia e servizi professionali che garantiscano elevata sicurezza a 360 gradi e integrazione completa della tecnologia nella quotidianità delle persone. Perché nella casa del futuro la sicurezza non sarà un optional o un addendum, sarà integrata e completa. Garantirà tranquillità e supporto per ogni pericolo della micro-quotidianità, integrando efficacemente tecnologia e intervento umano, e il suo utilizzo sarà naturale e quotidiano. “Attivare l’allarme sarà un gesto semplice e naturale come accendere la luce”. F

FORBES.IT 77 VERISURE • KONRAD
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n GOOD STORIES n

Voglia di rottura

Manuel Bogliolo e Federica FuMagalli hanno iniziato come pr, poi si sono allargati a social, eventi e storytelling. ora portano la loro MB Projects nel nuovo quartier generale di milano

grazie al loro approccio fresco e dinamico”, ha detto la fashion icon Anna Dello Russo.

Mb Projects è da anni al fianco di decine di aziende della moda e del lusso, supportandole nel loro percorso di espansione sul mercato, gestendo progetti di comunicazione integrata, online e offline, con attività di pr, social media management, storytelling creativo e campagne pubblicitarie per marchi come Emporio Armani, Dior Beauty, Dodo, Colmar, H&M, Zara, Bershka, Belvedere, Park Hyatt, Antonia, Calzedonia, Buccellati, Furla e Paul&Shark.

mo un portfolio molto trasversale, con clienti che vanno dalla moda al lifestyle, fino al design. Questo ci aiuta ad avere una visione più ampia e attuale.

Può capitare che queste realtà si incontrino?

Bogliolo: molto spesso organizziamo cene, serate o eventi dove nascono sinergie. Sono momenti che rimangono nei ricordi. Stiamo perciò attenti ai dettagli, per creare atmosfere autentiche, fatte per lasciare il segno.

A lezione di futuro con Manuel Bogliolo e Federica Fumagalli, fondatori di Mb Projects. Oggi più che mai osserviamo una forte connessione tra sede centrale e strategia di sviluppo della società. L’immagine in un’azienda è fondamentale, ma lasciare il segno lo è ancora di più. Ecco così una nuova casa per la boutique agency, che approda in un hub operativo e creativo progettato da Henry Timi. Un ulteriore step nella strategia di sviluppo della società, specializzata in comunicazione digitale, eventi e social media.

I nuovi uffici di Milano, in via Alberto da Giussano 23, si trovano in un palazzo storico e arrivano in un momento di grande espansione per Mb Projects, che ha registrato un’accelerazione del business nell’ultimo biennio. L’azienda ha anche allargato il suo team, che è cresciuto a 12 persone. Altri inserimenti sono in arrivo. “Sono l’anello di congiunzione di due mondi,

Che cosa hanno in comune le aziende che si affidano a Mb Projects?

Fumagalli: l’elemento che le accumuna è senza dubbio la ricerca, dal punto di vista della comunicazione e della creatività, di elementi di rottura. Quello che noi offriamo ai nostri clienti sono visioni diverse di cambiamento. Le aziende che ci contattano cercano qualcosa di nuovo e inaspettato. Abbia-

Quali sono le peculiarità che più si sono potenziate durante il vostro percorso di sviluppo?

Bogliolo: io e Federica abbiamo iniziato come pr, poi il pacchetto delle nostre offerte si è allargato di anno in anno. Ci siamo chiesti: perché oltre all’evento non possiamo curare anche altri aspetti, come i social? E da lì siamo diventati molto forti anche in questo. Siamo arrivati fino alla gestione creativa dell’intero evento. Non siamo più solo un’agenzia di pr, ma una realtà creativa che copre tutti gli aspetti al 100%.

Come Henry Timi è riuscito a interpretare la vostra idea di sede ideale?

Fumagalli: noi lavoriamo su di lui e lui su di noi. C’è forte sintonia. Quando cercavamo un nuovo ufficio, Timi è venuto con noi e ci ha consigliato questo hub. Lo stimiamo molto come artista e c’è un forte connubio con lui. Ha ascoltato le nostre esigenze e allo stesso tempo ha dato spazio alla sua creatività e al suo tocco. Ha prodotto pezzi unici, progettati esclusivamente per noi. F

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MB PROJECTS
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L’opportunità del cambiamento

Le acquisizioni di partecipazioni o l’ingresso di nuovi soci alterano gli equilibri della compagine societaria. Per evitare i conflitti interni, è cruciale il ruolo dei consulenti finanziari e legali

Nella vita di un’impresa societaria ci possono essere passaggi che determinano un cambiamento radicale. Fra questi le aggregazioni di due imprese distinte, conseguite mediante compravendita di partecipazioni sociali. Iniziative di questo tipo, che configurano la cosiddetta 'crescita per linee esterne', possono favorire il conseguimento di vari obiettivi in tempi più rapidi rispetto alla 'crescita organica': maggiori dimensioni, nuovi mercati, competenze, strumenti e tecnologie, diversificazione del portafoglio, etc. Il punto è evidente con riferimento all’integrazione delle varie articolazioni dell’impresa (produzione, logistica, commerciale, amministrativa). Tuttavia il tema si pone spesso, ancor prima, a livello della compagine societaria. Non è questo il caso di un’acquisizione avente a oggetto l’intero capitale sociale: in tale ipotesi, l’aggregazione delle imprese avviene in capo a uno solo degli imprenditori e non si pongono problemi di rapporti tra i soci. Ove invece il passaggio riguardi solo una parte del capitale, a esito del processo entrambi gli imprenditori saranno soci e, pertanto, il successo dell’operazione dipenderà anche dalla loro capacità di mantenere l’equilibrio nei rispettivi rapporti.

Quanto a quelli personali, non trascurabili elementi psicologici possono rendere il passaggio più o meno fluido. E questo è tanto più vero nel caso di imprese che direttamente o indirettamente fanno capo a imprenditori persone fisiche e alle loro famiglie. L’imprenditore che cede una parte del capitale deve accettare che l'impresa non sia più esclusivamente sua e della famiglia, e che egli debba condividere con altri il timone o cedere la propria leadership. D’altro canto, colui che acquista la partecipazione deve essere in grado di assumere il proprio ruolo all’interno

della società, tenendo conto di questo passaggio cruciale per il socio venditore, sia se ha acquistato una partecipazione di minoranza, sia se ne ha comprata una di maggioranza.

Quanto ai rapporti di potere, è evidente che l’ingresso di un nuovo socio comporta una riscrittura delle regole di gestione. Nel caso in cui il nuovo socio abbia acquisito il controllo, l’equilibrio dei poteri sarà evidentemente ribaltato a favore dello stesso. Tuttavia, dovranno prevedersi dei presidi a tutela della posizione del socio rimasto in minoranza. Tali presidi dovranno comunque

essere previsti, questa volta a favore del nuovo socio, qualora quest’ultimo abbia acquisito una partecipazione di minoranza.

Di tutti questi aspetti devono tenere conto coloro che, a vario titolo, sono chiamati a dare il proprio contributo al successo dell’operazione: sia le parti stesse della transazione, sia gli advisor finanziari e legali. È dunque cruciale che questi ultimi siano selezionati facendo attenzione sia alle competenze tecniche, sia alla sensibilità e al senso pratico, aspetti indispensabili per conciliare i potenziali conflitti.

LEADER IN AZIONE
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Giancarlo Cortese

Cambio di passo

DA QUALCHE SETTIMANA SULLA MAGGIOR PARTE DELLE STRADE DI BOLOGNA LE AUTO VIAGGIANO A 30 ALL’ORA. PRESTO POTREBBE TOCCARE A MILANO E TORINO. ALL’ESTERO GLI ESPERIMENTI SONO GIÀ MOLTI E HANNO AVUTO EFFETTI POSITIVI SULLA SICUREZZA. QUELLO CHE ANCORA NESSUNO È RIUSCITO A STABILIRE CON PRECISIONE, PERÒ, È IL COSTO DELLA MISURA

n AUTOMOTIVE n di Matteo Novarini FORBES.IT 81 MARZO, 2024

La prima cosa da dire è che la decisione non è rivoluzionaria. A gennaio Bologna è diventata la prima grande città italiana a introdurre il limite di velocità a 30 all’ora su gran parte delle strade. Graz, una città austriaca di dimensioni paragonabili a quelle di Catania e Bari, lo aveva fatto nel 1992. Poi sono arrivate, tra le altre, Parigi, Berlino, Helsinki, Bruxelles, Madrid e Amsterdam. A Londra e a Edimburgo si va un po’ più forte solo per questioni di unità di misura: il limite è a 20 miglia orarie, cioè 32 km/h. In Italia, Olbia (60mila abitanti) è passata ai 30 all’ora nel 2021. Se ne parla da tempo in comuni come Milano e Torino. Pochi mesi fa il Galles ha introdotto le 20 miglia all’ora sulla maggior parte

delle strade urbane. Il caso è interessante anche perché nel 2022 il governo ha tentato un’impresa complicata: quantificare l’impatto economico del nuovo limite. Alla fine ha stimato che la misura costerà circa 4 miliardi e mezzo di sterline fino al 2052, ovvero 5,3 miliardi di euro. La riduzione del numero e della gravità degli incidenti porterebbe a un risparmio di 1,4 miliardi. L’abbandono dell’auto da parte di alcuni cittadini, che inizierebbero a spostarsi in bicicletta o a piedi, produrrebbe benefici per 500 milioni, tra taglio delle emissioni, aumento della qualità dell’aria, miglioramento della salute e conseguente impatto sulla produttività. Il taglio dell’impatto ambientale delle auto farebbe risparmiare qualche altro milione. I vantaggi, però, sarebbero inferiori ai costi: alcune decine di milioni per spese come la sostituzione della segnaletica e le campagne di comunicazione, miliardi per l’aumento della durata dei trasporti. Il 95% degli spostamenti si allungherebbe al massimo di due minuti, sufficienti però a causare perdite per 6,4 miliardi. Un quarto ricadrebbe su chi guida per lavoro, come gli addetti alle consegne. Non tutti sono convinti della bontà dello studio. Tra i critici ci sono anche membri dello stesso governo. Lee Waters, vice ministro per il cambiamento climatico, ha definito le cifre “spazzatura” e ha affermato che il calcolo è basato su una valutazione obsoleta dell’impatto ambientale. Lo stesso studio ammette le difficoltà di calcolare tutti i risvolti della misura. “Altri probabili benefici”, si legge, non sono

quantificabili “per mancanza di dati, per incertezza sulle prove a disposizione o sul metodo”. Per esempio, il calcolo non tiene conto del possibile “aumento degli acquisti al dettaglio dovuto alle maggiori possibilità di accesso, in particolare tra coloro che hanno difficoltà a muoversi”. Un’altra voce assente è l’impatto sul valore degli immobili nei quartieri residenziali. Secondo diversi studi, svolti già a partire dagli anni ’80, la diminuzione del traffico è correlata a un aumento del prezzo delle proprietà. Todd Litman, fondatore del think tank canadese Victoria Transport Policy Institute, ha scritto che “la maggior parte degli acquirenti di case preferisce abitazioni su strade con minore traffico e velocità più basse. Per questo motivo le case su strade a fondo chiuso hanno un prezzo più alto”. Il premier gallese, Mark Drakeford, ha citato un’altra ricerca, secondo cui le 20 miglia all’ora farebbero risparmiare al sistema sanitario britannico 92 milioni di sterline all’anno.

Di certo l’impatto economico del limite a 30 all’ora sarebbe diverso da paese a paese. L’effetto sulla sicurezza stradale sembra però trasversale. Glenna Nightingale e Ruth Jepson dell’Università di Edimburgo hanno calcolato che nella capitale scozzese il passaggio da 30 a 20 miglia orarie ha ridotto le collisioni del 38%. Secondo Transport for London, l’autorità pubblica che regola il trasporto cittadino di Londra, il numero degli incidenti e quello dei morti e feriti gravi sono scesi del 25%. A Bologna il calo degli incidenti è stato del 21% nelle prime due settimane dopo l’introduzione dei 30 all’ora, in

Il principale argomento contro il limite a 30 km/h è il rallentamento del traffico. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, è un falso mito. “Esperimenti hanno dimostrato che, nella maggior parte dei tipici viaggi urbani, la differenza è minima”, si legge in un rapporto
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linea con il 20% rilevato dopo qualche mese a Bruxelles. Basta considerare una questione di fisica: se si tiene conto dello spazio percorso durante il tempo di reazione e di quello di frenata, chi viaggia a 30 km/h ha bisogno di 13 metri per fermarsi, chi va a 50 di 28. Un’altra certezza è che gli incidenti stradali costano molto. Nel 2022 in Italia, secondo dati Istat, ci sono stati 165.889 incidenti con lesioni a persone, di cui il 73,4% su strade urbane. Il costo sociale, tra danni alla capacità produttiva per morte o infortunio, danni morali e biologici, costi di ricovero e pronto soccorso, danni materiali e costi amministrativi, è stato di 17,9 miliardi di euro, cioè lo 0,9% del Pil. Per ogni morto il ministero dei Trasporti stima un costo sociale di 1,813 milioni di euro, per un ferito grave 467mila euro, per un ferito lieve 8.519. Lo European Transport Safety Council, no profit che vuole ridurre le vittime degli incidenti nel continente, nell’ultimo Road Safety Performance Index ha calcolato che, grazie alla diminuzione dei morti sulla strada tra il 2013 e il 2022, i 27 paesi dell’Unione europea hanno avuto benefici per 104 miliardi di euro.

Il tasso di mortalità delle collisioni a 30 e a 50 all’ora è molto diverso. Nel rapporto Speed Management - A Road Safety Manual, redatto da Organizzazione mondiale della sanità, Federazione internazionale dell’automobile e Banca mondiale, si legge: “La ricerca dimostra che i pedoni hanno un 90% di probabilità di sopravvivere a incidenti che avvengono a velocità pari o inferiori a 30 km/h. Alcuni studi mostrano fino al 99% di possibilità di sopravvivere. La probabilità si riduce al 50-80% quando la velocità d’impatto è di 50 km/h”. Diverse fonti paragonano la differenza a quella che c’è tra una caduta dal primo piano e una dal terzo.

Quanto alle altre possibili ripercussioni, uno studio danese ha calcolato che, ai prezzi del 2018, ogni chilometro percorso in auto costava alla società l’equivalente di 0,71 euro. Un

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A Bologna, nelle prime due settimane con il limite a 30 all’ora, gli incidenti stradali sono diminuiti del 21%

chilometro in bici produceva benefici per 0,64 euro, ogni chilometro a piedi per 1 euro. Il calcolo teneva conto di aspetti come il tempo, gli effetti sulla salute, l’inquinamento ambientale e acustico, il pericolo di incidenti, l’usura delle strade, la tassazione associata ai diversi tipi di trasporto, l’effetto sulle attività produttive.

Il principale argomento contro la città a 30 all’ora è il rallentamento del traffico, la più importante voce negativa del rapporto gallese. L’Organizzazione mondiale della sanità, nel documento Streets for Life, ha definito però il danno alla circolazione come un falso mito. “Esperimenti hanno dimostrato che, nella maggior parte dei tipici viaggi urbani, la differenza di tempo è minima”, si legge. “La congestione e il tempo trascorso in attesa hanno spesso un impatto più significativo sui tempi di spostamento della velocità tra una fermata e l’altra”. I sostenitori dei 30 all’ora citano il Traffic Index 2023 di TomTom, che ha analizzato la situazione del traffico in 387 città di 55 paesi e le ha ordinate in base al tempo necessario per percorrere dieci chilo-

metri. A Londra, prima, ci vogliono 37 minuti e 20 secondi. A Milano, quarta, 28 minuti e 50 secondi, a Roma, 12esima, 26 minuti e mezzo. Nelle prime dieci posizioni si trovano città con limiti a 30 e a 50. Tutte hanno in comune una cosa: all’ora di punta, il limite incide poco, perché la velocità media è inferiore ai 20 km/h. Nel 2023 il Parliamentary Advisory Council for Transport Safety britannico avvertiva che l’impatto del limite di velocità a 20 miglia orarie cresce se la norma è affiancata “da altre misure, come dossi antivelocità e/o cambiamenti della larghezza stradale”. Qualcuno si è spinto anche oltre. Barcellona, oltre a introdurre il limite dei 30 km/h su gran parte delle strade, ha creato le superillas (superisole): ha diviso la città in blocchi di nove isolati e ha convogliato il traffico verso le strade che li delimitano. L’interno è dominato da sensi unici, spazi verdi e parchi giochi. L’Instituto de Salud Global de Barcelona ha stimato che le superillas potrebbero salvare 667 vite all’anno e garantire un risparmio economico di 1,7 miliardi di euro. F

FORBES.IT 83 MARZO, 2024
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a cura di Ruote da Sogno

Sogni senza tempo

L’emiliana Ruote da Sogno è sempre più un punto di riferimento nella compravendita e ricerca di auto e moto d'epoca. Ha superato i 50 milioni di euro di fatturato e ha avviato la sua espansione internazionale. E tanti nuovi progetti di consolidamento sono previsti per quest’anno

Fondata nel 2016 a Reggio Emilia, nel cuore della Motorvalley emiliana, da Stefano Aleotti, Ruote da Sogno si sta distinguendo sempre di più come un luogo specializzato nella compravendita e ricerca di auto e moto d'epoca. L'azienda si è affermata con una visione imprenditoriale innovativa, dando vita a un mix di oltre 300 auto e 450 moto, eventi e raduni che animano uno showroom di oltre diecimila metri quadrati. Da non dimenticare la sua officina, il cuore pulsante dell'azienda.

In pochi anni, Ruote da Sogno è diventata un punto di riferimento nel settore a livello sia nazionale che internazionale per l’offerta di servizi completi, tra cui scouting, consulenza, finanziamenti, conto vendita e compravendita. Il 2022 è stato un anno contraddistinto da crescita, investimenti e collaborazioni prestigiose, proiettando la sua presenza internazionale. Ad agosto dello stesso anno è stata creata Ruote da Sogno Us Corporation a Miami, in Florida, per operare nel mercato statunitense, sfruttando le sinergie nel collezionismo di alto livello.

Con un fatturato che ha superato i 43 milioni di euro nel 2022, Ruote da

Sogno ha superato i 50 milioni nel 2023, superando le 38mila presenze. L’anno è stato caratterizzato da una straordinaria espansione che ha ridefinito il percorso di questa azienda nel settore a due e quattro ruote, giungendo all'alba del 2024 con nuovi progetti di ampliamento e consolidamento in cantiere.

Per espandere la sua presenza in Italia, Ruote da Sogno ha inaugurato nel 2023 la sua prima filiale a Firenze: un elegante showroom di oltre 350 metri quadrati che rispecchia a pieno il concept della sede principale. Basata su servizi premium per automobili di nicchia e supportata da consulenti specializzati, la sede di Firenze si è rivelata in poco tempo una realtà dal grande potenziale imprenditoriale. Nel 2024 saranno organizzate diverse azioni volte a diversificare il prodotto e a diffondere la propria popolarità, con l’offerta di nuovi servizi esclusivi e l’organizzazione di raduni ed eventi personalizzati, proprio come la sede principale di Reggio Emilia. Ruote da Sogno continua a consolidare la sua presenza sul territorio emiliano, con l'apertura a giugno 2023 del corner del Misano World Circuit, in collaborazione con Garage 51. Questa nuova tappa

rappresenta un piano per il settore automobilistico e motociclistico, sempre più mirato per la categoria sportiva. Nel 2024 ci sarà un allargamento dello store, che consentirà una maggiore offerta di prodotto, un coinvolgimento attivo tra organizzazione di eventi esclusivi e attività in pista altamente adrenaliniche. La strategia dell’azienda, anche per il 2024, è volta a rafforzare i servizi offerti ai clienti con l’offerta di finanziamenti per l'acquisto di auto e moto d'epoca, indipendentemente dall'anno e dal valore. Disponibile per privati e aziende, questa iniziativa apre infinite possibilità in un momento in cui i mezzi da collezione si confermano sempre più come un solido investimento. Ruote da Sogno offre soluzioni flessibili che consentono di dilazionare nel tempo l'investimento, trasformando la rivalutazione dell'acquisto in un valore economico quantificabile. Da oggi è anche possibile usufruire di nuovi servizi, tra cui car valet e noleggio con conducente. Il successo dell'azienda è stato ulteriormente evidenziato alla fiera di Bologna di Auto e Moto d'Epoca a ottobre 2023, dove Ruote da Sogno ha presentato una selezione eccezionale di oltre 150 mezzi.

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Stefano Aleotti, ceo e fondatore di Ruote da Sogno.

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Armonia su due ruote

Le Moto Morini Seiemmezzo abbracciano i guSti di un pubbLico traSverSaLe grazie aL deSign SempLice. iL frutto degLi oLtre 80 anni di Storia

LLinee esclusive ed eleganti, aspetto semplice e armonioso: queste le caratteristiche peculiari delle Moto Morini Seiemmezzo, che abbracciano i gusti di un pubblico trasversale grazie a un design pulito e senza età. Il tutto mantenendo uno stile di guida dinamico, preciso e genuino. Due le versioni, ossia la Str (Street) e la Scr (Scrambler). La prima è caratterizzata dalla posizione di guida tipica del segmento, comoda per guidatore e passeggero, con quote ciclistiche che garantiscono sicurezza e facilità di guida, accompagnate da un serbatoio da 16 litri. La Scr mantiene inalterate queste caratteristiche, ma con un carattere più avventuroso. I dettaglicome il parafango alto, il cupolino, la sella color

cuoio, la forcella dorata - la rendono ideale per gli amanti del vintage. Per garantire prestazioni, affidabilità e sicurezza, le due medie di Moto Morini montano impianto frenante Brembo, pneumatici Pirelli, telaio in una robusta struttura in acciaio, a supporto del forcellone in alluminio. I cerchi (da 18 pollici quello anteriore e da 17 quello posteriore) sono tubeless, con la Scr dotata di una struttura a raggi, e la Str che propone una versione alleggerita in lega di alluminio. La tenuta di strada viene assicurata anche dalla forcella regolabile, da 43 mm di diametro, rendendo la Seiemmezzo idonea sia ai pavé irregolari delle nostre città che ai tornanti di montagna. La sella, a 810 mm da terra, offre una posizione perfetta per i piloti di qualunque statura. Le due versioni si differenziano molto nell’ergonomia del manubrio, che nella Scr è largo e non troppo vicino al busto del pilota, mentre per la Str risul-

ta più sportiva per una dinamica di guida un po’ più attiva.

Sempre in tema di comfort e sicurezza, lo schermo Tft a colori da 5’’, gestito da comandi a manubrio retroilluminati, è leggibile anche in condizioni di scarsa visibilità. Il sistema di comunicazione bluetooth integrato permette di gestire smartphone più due auricolari senza distrazioni. Pratico il sistema di navigazione tramite app, per visualizzare le mappe sul display. Spiccano i fari full led che identificano la Moto Morini Seiemmezzo come un prodotto di pregio.

In alternativa a questo veicolo venduto in versione sia standard, sia limitata a 35 kW (per i possessori di patente A2), il costruttore propone il modello X-Cape. La moto è pensata per l’avventura, con una linea moderna e molto personale, adatta anche a sentieri sterrati, grazie al telaio, che è un robusto traliccio in acciaio, e al forcellone in alluminio. È stata appena lanciata sul mercato la colorazione Black Ebony X-Cape 650, che mantiene le caratteristiche della crossover Moto Morini, distinguendosi per la finitura nera.

Nella gamma Moto Morini si miscelano gli oltre 80 anni di storia della casa italiana (che fa parte del gruppo cinese Zhongneng Vehicle Group), contrassegnati da qualità, evoluzione tecnologica e ricerca di design unico. F

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MOTO MORINI

Eccellenza britannica

Il desIgn audace e dInamIco dI Range RoveR SpoRt è una dIchIarazIone dI potenza e agIlItà. nel mondo deI suv dI lusso l’azIenda offre un mIx perfetto dI modernItà e prestazIonI dI alto lIvello

tese. I dettagli distintivi, come i fari sottili e il paraurti inferiore muscoloso, creano un’estetica che cattura l’attenzione.

Range Rover Sport e Rr Sport Sv incarnano l’eccellenza britannica nel mondo dei suv di lusso, offrendo un mix di modernità e prestazioni di alto livello sia su terreni fuoristrada impegnativi che sull’asfalto cittadino. Il design audace e dinamico di Range Rover Sport è una dichiarazione di potenza e agilità, con proporzioni bilanciate e linee

All’interno, l’approccio al design è minimalista e raffinato, con materiali pregiati e una disposizione dei comandi intuitiva che riflette lo stile distintivo della casa. La posizione di guida e la console centrale inclinata creano un ambiente che richiama l’estetica aeronautica, mentre l’attenzione ai materiali sostenibili evidenzia l’impegno verso l’ambiente. Ma non è solo una questione di stile: la tecnologia avanzata svolge un ruolo fondamentale nell’esperienza di guida. L’architettura Mla-Flex offre una rigidità torsionale superiore del 35% rispetto alla generazione precedente, assicurando stabilità e maneggevolezza.

Il sistema Dynamic Response Pro garantisce un controllo preciso del rollio attraverso un sistema elettronico attivo, mentre la tecnologia All-Wheel Steering migliora l’agilità sterzando le ruote posteriori nella

direzione opposta a quelle anteriori. E per chi cerca il massimo delle prestazioni e dell’esclusività, c’è la Range Rover Sport Sv, la più potente e dinamica di sempre. Con il suo motore mild-hybrid Twin-Turbo V8 da 4,4 litri, 635 CV e 750 Nm di coppia, accelera da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi, raggiungendo una velocità massima di 290 km/h.

Ma l’impegno verso l’eccellenza non si limita alla performance delle vetture. Jlr ha recentemente comunicato la sua strategia delle house of brand, per dare ancora più valore ai tratti distintivi dei diversi marchi: Range Rover, Defender, Discovery e Jaguar.

Inoltre, la garanzia di cinque anni o 150mila chilometri sottolinea la grande attenzione al cliente e la fiducia nella qualità dei propri prodotti, che rappresentano il meglio dell’ingegneria britannica offrendo un connubio di stile, prestazioni e innovazione tecnologica per il posizionamento modern luxury del brand. F

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Pensare in grande

La Bmw X2 si differenzia ancor più daLLa soreLLa X1, crescendo neLLe dimensioni e diventando più sportiva. e ora è disponiBiLe pure eLettrica

Arriva alla seconda generazione la Bmw X2, la suv-coupé che adesso si differenzia ancor più dalla sorella X1, crescendo nelle dimensioni e diventando più sportiva. È lunga quattro metri e 55 centimetri (+19 cm), ma sono aumentate anche altezza (+6 cm) e larghezza (+2 cm) per un totale rispettivamente di 159 cm e 185 cm. L’incremento del passo (la distanza fra ruote davanti e dietro) e le carreggiate più larghe favoriscono lo spazio sia nei cinque posti sia nel bagagliaio: la capacità di carico massima varia da 560 a 1.470 litri, in base alla variante del modello. Ora è disponibile pure elettrica, non solo diesel, benzina mild hybrid, e sportiva M. Di notevole presenza il frontale eretto, con fari a led e griglia a doppio rene quasi esagonale: questa, per la prima volta nel segmento delle compatte premium, optional con l’illuminazione Iconic Glow. Cattura lo sguardo la linea del tetto, che scorre fino alla parte posteriore, creando una silhouette snella da coupé. Dietro, passaruota svasati e spalle muscolose, mentre i contorni

orizzontali del design delle luci posteriori la rendono grintosa, così come lo spoiler in stile Gurney. Più aggressive le M, come le due coppie di terminali di scarico integrate nella grembialatura. Passando all’anima della X2, al momento del lancio sono previsti tre propulsori termici, con cambio automatico Dct sette marce. Le due trazioni anteriori sDrive18d 2.0 diesel da 150 CV consumano 5,1-5,6 litri/100 km e hanno emissioni fra 133 e 147 g/km. Quindi, la sDrive20i 2.0 benzina mild hybrid 48V da 156 CV (6,0-6,6 l/100 km e 136-150 g/km). E l’integrale M35i con il 2.0 turbobenzina da 300 CV, che schizza da zero a 100 all’ora in 5,4 secondi, toccando i 250 km/h di velocità massima. Occhi puntati sull’elettrico, ossia sulla prima Bmw iX2: c’è xDrive30 bimotore a trazione integrale da 313 CV e autonomia tra 417 e 449 km. Gareggia con la M35i in fatto di accelerazione (5,6 secondi), anche se si ‘ferma’ a 180 km/h di punta. La batteria da 64,7 kWh può essere caricata dalle colonnine rapide a 130 kW per passare dal 10

La Bmw X2

all’80% in 29 minuti; in alternativa, incamera 120 km di percorrenza in 10 minuti. Nell’abitacolo, un mix di qualità premium e sportività. Il sottile quadro strumenti ospita il curved display ed è affiancato da un bracciolo ‘fluttuante’ con pannello di controllo integrato per ragioni estetiche e di praticità. Nella parte anteriore della console centrale, due portabicchieri e un vassoio per smartphone con illuminazione indiretta e ricarica wireless. Grazie al sistema operativo Os 9, si interagisce attraverso i comandi presenti nel tunnel centrale. Ricchissima la dotazione base, con climatizzatore automatico a due zone, sistema di navigazione Maps e volante in pelle sport. Anche il numero di sistemi di assistenza alla guida e di servizi digitali è lievitato. Tre gli allestimenti: base, quello denominato MSport e la versione M Performance M35i, mentre è vasta la possibilità di personalizzazione, con pacchetti su misura. In vendita da marzo 2024, la Bmw X2, in base ai vari modelli, avrà un prezzo a partire da 44.800 euro. F

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Nell’era dell’IA

Diventare un hub Di ricerca e sviluppo, coinvolgenDo esperti interni eD esterni per esplorare le potenzialità Dell’intelligenza artificiale nell’automotive: è il piano Di MotorK

MotorK vuole innovare l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore automotive, offrendo soluzioni per migliorare la customer experience che, grazie alla SparK Platform, può essere migliorata a tutti i livelli, dalla visita dell’utente allo showroom digitale del concessionario. Anche grazie all’integrazione della tecnologia di OpenAI in WebSparK, il dealer ha a disposizione strumenti per la costruzione di un’identità digitale ottimizzata per una maggiore visibilità e una migliore conversione. Con l’impegno in ricerca e sviluppo e l’apertura di Tech Labs, l’azienda vuole plasmare il futuro dell’industria automobilistica attraverso l’innovazione tecnologica.

L’IA ha anche un impatto significativo sull’after-market automobilistico, consentendo ai concessionari di offrire servizi personalizzati basati sull’analisi

dei dati di utilizzo del veicolo. Questo cambiamento di paradigma migliora l’esperienza del cliente, apre opportunità di guadagno per i concessionari e contribuisce a definire standard di sicurezza più elevati. MotorK ha identificato le principali aree in cui l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il processo di acquisto dei veicoli: dall’iper-personalizzazione ai test drive virtuali generati artificialmente, passando per l’uso di chatbot e assistenti virtuali per il commercio conversazionale, fino all’adozione di strategie di pricing avanzate per una maggiore trasparenza. Queste innovazioni offrono ai consumatori un livello elevato di personalizzazione e una maggiore convenienza.

Una delle soluzioni di punta di MotorK è PredictSparK, un’applicazione che utilizza algoritmi basati sull’IA per la manutenzione predittiva nell’after-sales. Attraverso l’analisi di milioni di dati, PredictSparK offre ai concessionari la possibilità di anticipare i bisogni dei clienti e di gestire in modo più efficiente le campagne di marketing. I risultati preliminari sono promettenti, con milioni di comunicazioni inviate e un impatto positivo sulla customer experience. SparK Platform, integrando tecnologie come OpenAI in WebSparK, permette di ottimizzare la generazione di lead e migliorare la visibilità online. Nel 2022 l’investimento in ricerca e sviluppo è stato pari al 37%

del fatturato. Il ceo, Marco Marlia, sottolinea l’importanza dell’IA nel plasmare il futuro dell’industria automobilistica. Per questo, dice, l’azienda vuole creare soluzioni all’avanguardia e anticipare i cambiamenti del mercato. Con il lancio di Tech Labs, MotorK si propone come hub di ricerca e sviluppo, coinvolgendo esperti interni ed esterni per esplorare le potenzialità dell’intelligenza artificiale. F

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Servizio a cinque stelle

StyliSh Rent porta nel noleggio auto un’offerta da concierge di lusso: modelli premium, consegna e ritiro a domicilio in ogni momento, assistenza 24 ore su 24, sostituzione immediata in caso di necessità

Nel mondo dei noleggi auto, dove la convenienza spesso viene a discapito del lusso, Stylish Rent è motore di innovazione. Fondata nel 2018 dall’amministratore delegato Luca Maggiore, proveniente da una famiglia con una storia nell’industria del noleggio iniziata nel 1947, l’azienda offre una combinazione di servizi di noleggio premium a breve termine, accoppiati

all’attenzione personalizzata tipica di un servizio a cinque stelle. Esclusiva per l’Italia e il Sud Europa, Stylish Rent ha una flotta composta solo da modelli premium di produttori come Audi, Bmw, Maserati, Land Rover e Mercedes. La selezione è accessibile per la prenotazione tramite un servizio telefonico, il sito web o l’applicazione.

A differenziare Stylish Rent non sono solo i veicoli eleganti, ma sopratutto il processo del noleggio, che è abbinato a servizi di concierge di lusso: dalla consegna e ritiro a domicilio sette giorni su sette, 24 ore al giorno, ovunque in Italia e nel Sud Europa, all’assistenza 24 ore su 24 durante il periodo di noleggio, fino alla sostituzione immediata del veicolo in caso di necessità. L’azienda ha anche driver che presentano nel dettaglio i veicoli, permette di scegliere auto premium e di lusso con la conferma del modello esatto, con pneumatici termici durante l’inverno e una speciale fragranza all’interno. Come gli hotel

di lusso, i veicoli di Stylish Rent accolgono i clienti con un profumo creato in collaborazione con Campomarzio70. L’esperienza di noleggio comprende anche briefing tecnici. La flotta di Stylish Rent include modelli che vanno da suv e modelli elettrici a vetture sportive ad alte prestazioni e cabriolet. Maggiore, attingendo alla sua esperienza nel settore, ha individuato una nicchia per i noleggi di auto premium in linea con le esigenze del mercato. I ricavi hanno sfiorato i 3 milioni di euro nel 2023 e l’azienda prevede un raddoppio per il 2024. L’ad sottolinea l’impegno dell’azienda per l’affidabilità e i servizi premium, che hanno contribuito alla redditività costante anche durante periodi difficili, come la pandemia. Con piani per espandere la flotta a 200 unità nel 2024 e a 300 entro il 2025, Stylish Rent mira a soddisfare la domanda da parte sia dei clienti nazionali che di quelli internazionali e assicura controlli di qualità tra un noleggio e l’altro. F

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Luca Maggiore

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L’evoluzione del concessionario

Horizon Automotive è una tech mobility company fondata da LucA cAntoni. in quattro anni è riuscita ad aprire nuovi spazi nel mercato del noleggio a lungo termine

HHorizon Automotive è nata nel 2020 da un’intuizione di Luca Cantoni, che ha intravisto nel noleggio a lungo termine spazi di miglioramento che potevano essere colmati da un nuovo modello di business.

Come avete chiuso il 2023?

I risultati del 2023 hanno sancito il successo di Horizon Automotive, con oltre 40 concessionarie partner che si sono unite al progetto e un aumento degli ordini del 55% rispetto al 2022. In un mercato del noleggio a lungo termine in crescita, abbiamo rafforzato la nostra posizione di leader del segmento intermediato, grazie sopratutto agli investimenti in tecnologia, al consolidamento del brand e dei servizi premium e all’espansione del network di concessionarie su scala nazionale. In soli tre anni abbiamo messo su strada oltre 10.500 veicoli, acquisendo circa 7.500 nuovi clienti tra privati, partite iva e

aziende e, soprattutto, portando nuova linfa ai dealer italiani.

Qual è il segreto di questi risultati?

L’azienda ha conquistato la leadership, dimensionale e strategica, bruciando le tappe fisiologiche di una startup. La tecnologia è stata la forza trainante, come dimostrano gli investimenti nell’Horizon Mobility Platform, che consente ai concessionari di mettere in rete i veicoli in pronta consegna e soluzioni finanziarie, con il miglior canone calcolato in tempo reale attraverso algoritmi basati sull’intelligenza artificiale. La continua evoluzione del sito web ha posizionato Horizon Automotive come il principale marketplace digitale per il noleggio a lungo termine. Un altro elemento chiave è l’espansione continua delle nostre concessionarie partner. Con oltre 40 dealer, rappresentando oltre il 90% dei marchi, siamo presenti in 18 regioni italiane, con un piano di 20 nuovi store entro l’anno. Il nostro modello phygital

ha unito l’esperienza digitale con quella fisica peculiare del mercato.

Recentemente ha parlato di evoluzione del concessionario in mobility provider.

È un cambiamento necessario, dato dal contesto storico senza precedenti. Uno dei momenti più propizi per cogliere opportunità di mercato. I risultati di una nostra indagine hanno evidenziato che ogni dealer ha un 34% di clienti ‘dormienti’, ma che potrebbero essere ricettivi a nuove proposte di mobilità su misura, come il noleggio, purché presentate in maniera adeguata a livello commerciale. Si tratta di rimettere il cliente al centro, diventando un vero mobility provider, cioè fare quello che i concessionari sanno fare, grazie alla loro vocazione al servizio che poggia sulla credibilità.

Quali sono i vostri piani per il futuro?

L’azienda vuole consolidarsi come unicum nel panorama tech-automotive, con obiettivi ambiziosi su clienti ancora in parte inespolarti, come i privati. Stiamo anche ipotizzando un‘esportazione del modello di business all’estero. In termini di tecnologia, stiamo investendo in nuovi campi di applicazione dell’IA. Stiamo lavorando al lancio del nostro primo prodotto di mobilità non intermediato, completando un portafoglio di soluzioni finanziarie oggi tra i più ampi del mercato. Collaboriamo già con 12 player del noleggio a lungo termine. F

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HORIZON AUTOMOTIVE

Elettrica per tutti

Grazie alla formula elettrico Sociale Citroën, il brand franceSe vuole offrire a tutti la Sua ricetta per una mobilità pulita con la nuova utilitaria full electric ë-c3

sione elettrica che inaugura la quarta generazione della vettura più popolare di Citroën, venduta in più di 5,6 milioni di unità dal lancio nel 2002. La nuova ë-C3 propone per la prima volta sul segmento delle piccole cittadine le sospensioni Advanced comfort abbinate a nuovi sedili, per ottenere l’effetto tappeto volante, grazie a due fine corsa idraulici: si ha l’impressione che la vettura sorvoli le imperfezioni del fondo stradale. In caso di sollecitazioni forti, molle e ammortizzatori lavorano insieme agli smorzatori idraulici per rallentare in modo progressivo il movimento.

nibile su entrambe le versioni al prezzo di 400 euro. Motore da 83 kW (113 CV) e cambio automatico, accelera da 0 a 100 km/h in 11 secondi arrivando a 135 km/h.

Le auto elettriche costano troppo e sono accessibili a pochi fortunati? Allora Citroën, che nei suoi 100 anni si è dimostrato un brand attento all’accessibilità, propone la sua ricetta per una mobilità pulita a portata di tutti: la nuova Citroën ë-C3, un’utilitaria full electric proposta nei due allestimenti You da 23.900 euro e Max da 28.400 euro. Inoltre c’è la formula Elettrico Sociale Citroën, grazie agli incentivi statali di recente approvazione e prossima applicazione, che abbassa ulteriormente il prezzo finale. Un leasing (il cliente guida una vettura per poi poterla restituire o riscattare al termine del contratto), usando la stazione domestica di ricarica per ovviare al numero non sempre adeguato di colonnine pubbliche, e per risparmiare sul ‘rifornimento’. Parliamo di una ver-

Il veicolo utilizza un pacco batterie Lfp (litio ferro fosfato) da 44 kWh per garantire un’autonomia di guida fino a 320 km nel ciclo Wltp e fino a 440 km in ciclo urbano. La capacità di ricarica rapida a corrente continua da 100 kW permette di salire dal 20 all’80% della capacità in 26 minuti. Invece, la ricarica standard a corrente alternata, dal 20% all’80%, richiede 4 ore e 10 minuti utilizzando una potenza di 7 kW (che scendono a due ore e 50 a 11 kW). Il pieno a casa e fuori è facilitato dal cavo Mode 3 in dotazione. Consente una ricarica da una wallbox monofase da 7,4 kW o trifase da 11 kW: il caricatore da 11 kW è dispo-

Dal punto di vista del design, ecco il nuovo logo ovale e uno stile caratterizzato da linee verticali e orizzontali contrastanti, più evidente nel frontale verticale con le griglie nere lucide, così come nei proiettori anteriori e posteriori a tre livelli. Di profilo, linee scolpite, mentre il posteriore presenta una scultura tecnica con un logo ovale e gruppi ottici che richiamano l’anteriore. Un veicolo di 4,01 metri di lunghezza e 1,76 m di larghezza, facile da parcheggiare e sgusciante nel traffico. “La transizione verso una mobilità pulita è segnata e condivisa”, dice Alessandro Musumeci, direttore marketing Citroën. “Quello che ancora manca è una forte accelerazione verso questo cambiamento. Per questo Citroën ha dimistrato ancora una volta la capacità di osare. La nuova ë-C3 è rivoluzionaria, dimenticando le linee rotonde delle precedenti versioni e inaugurando un nuovo stile orientato alle forme squadrate e spigolose tipiche dei suv. Ma la vera rivoluzione risiede nell’aver progettato un veicolo 100% elettrico, full optional, costruito in Europa e chegrazie agli incentivi statali che ci hanno permesso di lanciare Elettrico Sociale Citroën – può dare a tutti, e non solo ai più ricchi, la possibilità di guidare finalmente in maniera sostenibile”. F

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e Air

Tecnologia e istinto: combinazione vincente per i dealer di domani

Igor Valandro vuole cambiare il settore automobilistico con Air-Connected Mobility e Fit2You Broker. La prima offre soluzioni per migliorare la mobilità grazie ai dati, la seconda polizze assicurative personalizzate e flessibili Fit2You, soluzioni che si combinano con la Cvt esistente, ad esempio, e che permettono alla concessionaria di continuare a lavorare con le proprie captive e finanziarie, senza mettere a rischio gli obiettivi stabiliti, ma fornendo uno sbocco in più in forma di upgrade facoltativo, che incrementa le opportunità di vendita e di guadagno. Al contempo, il cliente finale riceve un’offerta più completa e personalizzata, andando a colmare piccole lacune nell’offerta di mercato, che tuttavia non sfuggono a un consumatore sempre più informato ed esigente.

Il panorama automobilistico è in costante evoluzione, con dealer e concessionari che si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse. Igor Valandro, alla guida delle consociate AirConnected Mobility e Fit2You Broker, spinge verso la digitalizzazione dell’ecosistema della mobilità su ruote. In questa intervista condivide la sua visione sul futuro dei dealer automobilistici e l’importanza di adottare tecnologie innovative per prosperare in un ambiente in continua trasformazione.

Il settore automobilistico ha registrato una notevole crescita nel 2023, nonostante le sfide. Quali fattori hanno contribuito a questo successo?

Il 2023 ha visto una crescita significativa, anche se con diverse sfumature. Mentre alcuni segmenti hanno sofferto, come quelli più colpiti

dalla pandemia e dalle pressioni macroeconomiche mondiali, altri hanno prosperato, come il mercato dell’usato e quello dell’elettrico. Questo ci dice che oggi l’adattabilità e l’innovazione sono fondamentali per il successo dei dealer.

Come affrontano i concessionari queste sfide in un mercato così mutevole?

I concessionari devono essere agili e anticipare le esigenze del mercato. La digitalizzazione è cruciale. Strumenti come MyPrice di Air-Connected Mobility consentono ai dealer di valutare rapidamente l’appetibilità dei loro prodotti sul mercato, prendendo in considerazione una vasta gamma di dati esterni e interni.

Un esempio più specifico riguardo i prodotti?

Come Fit2You Broker sta innovando nel settore assicurativo?

Fit2You Broker sta ridefinendo il modo in cui vengono vendute le polizze assicurative nel settore automotive. Investiamo molto in tecnologia e trasformazione digitale per offrire soluzioni assicurative personalizzate e innovative ai

AIR-CONNECTED MOBILITY E FIT2YOU

ridefinendo il modo in cui vengono gestite le assicurazioni nel settore automotive. La combinazione di queste due aziende offre una panoramica completa delle sfide e delle opportunità nel settore, fornendo ai concessionari gli strumenti necessari per prosperare in un ambiente in continua evoluzione

Un caso è quello dei micro-prodotti di cura di Fit2You
In un contesto in cui la digitalizzazione sta rivoluzionando ogni settore, Air-Connected Mobility e Fit2You Broker si pongono come pionieri nell'innovazione dell'industria automobilistica. La prima fornisce strumenti avanzati basati sui dati per ottimizzare la mobilità su strada, mentre la seconda sta

partner concessionari. La nostra piattaforma digitale ci consente di gestire efficacemente i rapporti con le compagnie assicurative principali e di fornire un’esperienza cliente superiore.

Qual è il ruolo della tecnologia nell’ottimizzazione del remarketing dei veicoli usati?

La tecnologia svolge un ruolo fondamentale nel remarketing dei veicoli usati. Air-Connected Mobility fornisce strumenti avanzati che consentono ai dealer di analizzare i dati di mobilità, i big data e l’internet of things per massimizzare i guadagni dal remarketing. Questi dati forniscono una visione completa del ciclo di vita del veicolo, consentendo ai concessionari di prendere decisioni informate. Negli

ultimi 20 anni la vendita automobilistica al dettaglio è diventata più abbondate e accessibile per il consumatore, il che significa che i prezzi dovrebbero essere fissati in modo dinamico, come lo sono per i biglietti aerei nel mercato dell’usato. La piattaforma permette, ad esempio, di determinare in pochi secondi l’appetibilità del prodotto su base del venduto e dell’offerto sul mercato, analizzando più di 500 fonti, di valutare gli out-in per capire la rotazione del prodotto secondo il mercato e di prendere in considerazione aspetti geografici analizzando il mercato nazionale, regionale e provinciale.

Quali sono le prospettive per il settore automobilistico?

Il futuro del settore sarà guidato

dall’innovazione tecnologica e dalla collaborazione tra i vari attori. Con l’evoluzione delle preferenze dei consumatori e delle dinamiche di mercato, i dealer del futuro dovranno essere pronti ad adattarsi e adottare soluzioni innovative. In Air-Connected Mobility e Fit2You Broker forniamo le soluzioni più avanzate per supportare i partner concessionari nella crescita e nel successo. In un mercato automobilistico in costante evoluzione, la combinazione di tecnologia e istinto è essenziale per il successo dei dealer di domani. Con soluzioni innovative come quelle offerte da Air-Connected Mobility e Fit2You Broker, i concessionari possono affrontare le sfide attuali e prepararsi per un futuro di successo e crescita. F

BUSINESS INNOVATION con FIT2YOU E AIR
Igor Valandro, alla guida delle consociate Air-Connected Mobility e Fit2You Broker

Avanguardia su strada

Compatta ma potente

Con l’elettrica Volvo EX30, il costruttore svedese cala il poker: il suv di piccole dimensioni che amplia la gamma full electric, portandola a quattro modelli. Con un listino a partire da 35.900 euro, fa sì che i clienti possano disporre di una sport utility premium a corrente a un prezzo analogo a quello di un veicolo equivalente con motore termico. È disponibile in versioni per tutte le esigenze. L’opzione a motore singolo con batteria Lfp ad autonomia standard, che utilizza la chimica del litio ferro fosfato, è ideale in città. La seconda soluzione è la variante Single Motor Extended Range con batteria Nmc ad autonomia estesa: composta da litio, nichel, manganese e cobalto, genera energia in modo più efficiente, garantendo fino a 480 km. Infine, per chi punta sulle prestazioni, la Twin motor performance, che abbina la batteria Nmc a un motore elettrico supplementare: a trazione integrale, ha una potenza di 315 kW (428 CV) e scatta da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi. Inoltre, con una capacità di ricarica fino a 153 kW, la ricarica dal 10 all’80% avviene in 25 minuti.

Ideale anche in città

Intelligenza artificiale su quattro ruote

Giocando d’anticipo sui tempi, Lynx International ha iniziato a lavorare con l’intelligenza artificiale nel 2018: oggi sfrutta questo vantaggio per mettere a disposizione delle case auto e dei venditori soluzioni tecnologicamente avanzate che permettono di migliorare le performance, incrementare il business e raggiungere gli obiettivi di crescita. Parliamo di una human-tech company, che lavora allo sviluppo della robotica al servizio della filiera, con la messa a punto di prodotti elaborati e realizzati in Italia. Lynx International sviluppa principalmente l’IA, specie nell’aftersales automotive, per ottimizzare i processi e migliorare la qualità del servizio offerto ai clienti. Fra l’altro, punta a un aumento significativo della conoscenza e della profilazione dei consumatori, nel rispetto delle regole web e della privacy. Questo si traduce, rispetto alla gestione tradizionale, in un aumento dell’80% del tasso di conversione degli appuntamenti. Massimizzando, al contempo, le vendite della concessionaria.

Un modello strategico per il mercato italiano di Mercedes, che dal 2014 ha conquistato il 40% di quota all’interno del segmento suv: è la nuova Gla, disponibile in sette versioni, con prezzi da 42.257 euro, adatta anche ai centri urbani. Davanti, spicca la griglia del radiatore inedita con lamelle verticali e pinna orizzontale, mentre il paraurti evidenzia l’indole off-road del mezzo. Elemento centrale negli interni il doppio schermo indipendente, con un display da 7 pollici e uno da 10,25 pollici di serie, rispettivamente per il quadro strumenti e lo schermo multimediale. Comoda e spaziosa, monta cerchi in lega a cinque doppie razze da 17 pollici in nero lucido. In chiave elettrica, c’è la derivata Eqa, da 56.630 euro, con una fascia luminosa che collega le luci diurne dei fari. Garantiti 560 chilometri, mentre alle colonnine pubbliche abilitate il pieno è facile: quando il cavo viene inserito, il rifornimento si avvia da sé.

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Mobilità sostenibile in alta quota

Già dal 2013 Audi è legata da una partnership con Madonna di Campiglio, ma ora la casa ha inaugurato nella località sciistica il Mountain Progress Lab, per creare un ecosistema di mobilità sostenibile sull’arco alpino. Un nuovo progetto sviluppato con l’azienda per il turismo, i principali enti del territorio, H-Farm e l’Università di Trento. Obiettivo? Fare di Madonna di Campiglio una e-destination, una località in grado di innovare le modalità di relazione tra uomo e natura. La località diventerà una destinazione in grado di elaborare e interpretare le informazioni per prendere decisioni più efficienti nella gestione dei flussi turistici. Attraverso un metodo di monitoraggio, una flotta di Audi Q4 e-tron (suv compatta full electric) fa da ‘sentinella del territorio’. Mediante sensori, rileva l’evoluzione della temperatura, l’andamento barometrico, l’umidità, la concentrazione di polveri sottili. Le vetture raccolgono informazioni anche in merito ai comportamenti individuali. I dati, analizzati tramite l’intelligenza artificiale, verranno poi elaborati per sviluppare azioni a favore della sostenibilità.

Il triplete d’oro

Ducati è tra i marchi che compongono la mostra Identitalia, The Iconic Italian Brands, organizzata dal ministero delle Imprese a febbraio. Esposta fino al 6 aprile nell’atrio principale di Palazzo Piacentini a Roma, la mostra valorizza un patrimonio industriale, progettuale e materiale di inestimabile valore. Un secondo successo per Ducati è arrivato a inizio anno: tra le emissioni della nuova collezione numismatica 2024 coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, spiccano le monete in argento dedicate a Ducati, realizzate per omaggiare i successi sportivi raggiunti nel 2023. Ultimo titolo conquistato, la partecipazione dell’azienda come partner dell’edizione 2024 di Arte Fiera, che si svolge ogni anno a Bologna dal 1974.

Un quadriciclo elettrico per tutti

Una bella scommessa su come sarà la mobilità urbana del futuro: è la nuova Fiat Topolino, quadriciclo elettrico guidabile a partire dai 14 anni. È la sorella minore della 500: prende il nome e il design dal Cinquino originale, chiamato Topolino per le dimensioni contenute. In versione chiusa, con le portiere, e Dolcevita, la variante ‘ da spiaggia’, è disponibile in un solo colore, verde vita, con un solo allestimento e con un’unica tipologia di cerchi da 14”. Una soluzione che dà una certa libertà: rispetto a uno scooter, può essere guidata con maggiore sicurezza sotto la pioggia, mentre la sua struttura offre maggiore protezione e consente di condividere viaggi con amici o familiari. Una due posti che costa 9.890 euro, che possono diminuire grazie a un contributo statale.

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SPECIALE WELFARE E SOSTENIBILITÀ

Le vie del benessere SONO INFINITE

REMOTE WORKING, INCENTIVI, SETTIMANA CORTA: IN FUTURO LE IMPRESE SARANNO TENUTE A SODDISFARE I DESIDERI DEI DIPENDENTI CHE, OLTRE ALLA RETRIBUZIONE, AMBISCONO A UN MAGGIORE EQUILIBRIO TRA VITA PRIVATA E LAVORO. UNA LUNGIMIRANTE POLITICA DI WELFARE POTREBBE FAR AUMENTARE I RICAVI DI OLTRE IL 10%

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SPECIALE WELFARE E SOSTENIBILITÀ

Dongpo Paper è un’azienda cinese con sede a Dongguan, fondata nel 1998, specializzata nella produzione di carta. Con oltre 100 dipendenti, recentemente ha attirato l’attenzione per la sua iniziativa legata al welfare aziendale. Secondo quanto riportato dal Guangzhou Daily, il proprietario Lin Zhiyong ha introdotto un sistema di incentivi basato sull’attività fisica dei dipendenti, offrendo loro bonus e sussidi finanziari in base ai chilometri percorsi ogni mese.

L’obiettivo di questa iniziativa è quello di promuovere uno stile di vita sano e migliorare la forma fisica dei dipendenti, per aumentare la produttività complessiva dell’azienda. Questo approccio sostituisce i tradizionali bonus annuali con una distribuzione mensile dei premi, calcolati in base all’attività fisica svolta dai dipendenti. L’accoglienza positiva da parte del personale dimostra che l’idea sta ottenendo successo: i dipendenti non solo apprezzano l’opportunità di praticare sport, ma sono anche soddisfatti di essere ricompensati per farlo.

le politiche e dei modelli di welfare aziendale, l’introduzione del welfare aziendale aumenta in misura considerevole la probabilità di conseguire un incremento dei ricavi superiore al 10%. Non solo: la presenza di piani di welfare efficaci può aumentare in modo significativo la probabilità che oltre il 10% dei dipendenti scelga di diventare genitore.

Se l’esempio dell’azienda cinese riguarda nello specifico gli aspetti della forma fisica dei dipendenti, le ricerche condotte da vari centri di studi indicano che i lavoratori, oltre alla retribuzione, desiderano avere più tempo per la loro vita privata, per la famiglia e per perseguire interessi personali.

“È vero”, spiega Rossella Cappetta, professoressa associata del Dipartimento di management e tecnologia della Bocconi, “che per le persone il tempo e un migliore worklife balance sono diventati importanti. La ragione? Prima non c’erano”. Resta comunque centrale la retribuzione. “Secondo le ricerche del settore, i soldi restano comunque tra gli elementi più importanti per un lavoratore, ma ora sono diventati importanti insieme a tante altre cose”.

“QUANDO CI SI PORTA A CASA IL LAVORO, SI CREA UNA MAGGIORE PERMEABILITÀ TRA VITA PRIVATA E PROFESSIONALE. QUESTO PUÒ RISULTARE UN PROBLEMA”

Secondo quanto riportato dal Guangzhou Daily, completare 100 chilometri di corsa porterà a una percentuale di premio sullo stipendio mensile, mentre con 50 chilometri si riceverà una percentuale leggermente più bassa. Altri traguardi, come completare 6 mesi consecutivi con almeno 50 chilometri di corsa, garantiranno al dipendente un paio di scarpe da corsa in regalo.

Questa politica di welfare aziendale, che è senza dubbio originale – e che potrebbe sfociare in una forma di controllo sociale, è un esempio di come sia in atto una tendenza emergente nel mondo corporate: un maggiore focus sul benessere personale e sull’equilibrio tra lavoro e vita privata. L’obiettivo? Secondo un’analisi del 2023 di Corporate Welfare Lab Sda Bocconi, il laboratorio di ricerca dedicato allo studio del-

E il tempo libero, insieme al contenuto del lavoro, è una di queste. Un recente studio condotto da Pagegroup, che ha coinvolto 70mila professionisti a livello globale, conferma che il 70% dei partecipanti ritiene che l’equilibrio tra lavoro e vita privata sia cruciale per la soddisfazione professionale. Inoltre, la consapevolezza tra i lavoratori sta crescendo. Come si legge sull’ultimo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, se nel 2018 solo il 19,6% conosceva bene il welfare, ora la percentuale è salita al 32,7%. E l’84,3% degli occupati lo vorrebbe potenziato.

A livello aziendale, questa tendenza si traduce in un ampliamento dei permessi retribuiti e in nuove politiche che favoriscono il benessere dei dipendenti. I lavoratori italiani di UniCredit, per esempio, avranno la possibilità di convertire l’importo dei bonus in tempo, fino a un massimo di cinque giornate all’anno. Engineering, società italiana costituita nel 1980 nel settore del software e servizi It, ha aumentato il numero di permessi per visite mediche e malattie dei figli, portandolo a 24 ore annue. Fater ha invece promosso un welfare vantaggioso per chi ha figli e agli operai over 50 offre tre giorni aggiuntivi di ferie, per mitigare l’impatto dei turni notturni. Anche Barilla, da gennaio, ha istituito 12 settimane di congedo retribuito per ogni genitore in tutto il mondo. Altre aziende, invece, hanno deciso di proseguire con il remote working e con la settimana lavorativa di quattro giorni. In Italia, ad adottare la settimana corta a parità di retribuzione finora sono state Intesa Sanpaolo, Lamborghini ed Essilor Luxottica. L’obiettivo? Rispondere alle richieste sempre più pressanti dei dipendenti e garantire il giusto equilibrio vita-lavoro. Esiste però un rischio nell’avvicinare la sfera della vita privata a quella lavorativa. “Per quanto riguarda il remote working, emer-

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32,4%

I LAVORATORI CHE DICHIARANO DI CONOSCERE BENE LE POLITICHE DI WELFARE

70%

I PROFESSIONISTI CHE RITENGONO CRUCIALE L’EQUILIBRIO TRA LAVORO E VITA PRIVATA

gono delle criticità”, sottolinea ancora Cappetta. “Abbiamo portato il lavoro fuori dalle case delle persone perché le imprese erano comunità dove, oltre a lavorare, c’era la possibilità di formarsi e costruire relazioni sociali. Il rischio, viceversa, quando si porta a casa il lavoro, è che vengano penalizzati i caregiver con figli a carico o genitori anziani. Se per molti si tratta di maggiore conciliazione, in realtà è più corretto parlare di maggiore permeabilità tra vita privata e professionale. Il che può risultare un problema”.

L’altro rischio è quella legato alla ‘segregazione’ delle categorie lavorative. “Per tutti gli anni ‘70 e ‘80 sono stati costruiti uffici hr standardizzati e formalizzati perché fossero garanzia di equità

84,3%

I DIPENDENTI CHE VORREBBERO UN WELFARE AZIENDALE POTENZIATO

di trattamento per le persone”, dice Cappetta. “Poi, in particolare negli ultimi anni, agli uffici hr si sono uniti gli uffici diversity & inclusion. L’idea è quella di ascoltare le preferenze e le storie personali e fornire leve di corporate welfare diverse per tutti. Questo apre a una sfida per le aziende: nel momento in cui andiamo a trattare le categorie di persone con strumenti diversi, il rischio è che si creino segregrazioni a discapito dell’equità”. Un esempio? “Può succedere che il remote working applicato in un’impresa sia più utilizzato dalle donne che dagli uomini, che a questo punto frequentano l’ufficio cinque giorni su cinque. Il rischio è quindi che questo strumento abbia un risvolto segregativo pericoloso”.

Insomma, il tema che sta diventando centrale per le aziende riguarda il rapporto tra welfare e storie personali. “Questi fattori”, conclude Cappetta, “mettono le aziende davanti a un interrogativo: come si fa a mettere insieme le storie delle persone con l’equità dei trattamenti?”. F

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GETTYIMAGES

SPECIALE WELFARE E SOSTENIBILITÀ

Le persone al CENTRO

Con un portafoglio di oltre 2.500 aziende, DoubleYou è il provider di Zucchetti che supporta le imprese nello sviluppo di un piano welfare e incentiva il work-life balance

La cultura del lavoro sta cambiando e il panorama del welfare aziendale in Italia sta vivendo una fase di evoluzione, passando da semplice extra salariale a strumento essenziale per il benessere dei dipendenti. In questo contesto di cambiamento e crescita spicca DoubleYou, provider di servizi di welfare aziendale e società del gruppo Zucchetti dal 2019. DoubleYou si impegna a supportare le aziende italiane nello sviluppo di programmi di welfare efficaci per valorizzare i lavoratori, migliorare il loro equilibrio tra vita lavorativa e personale e contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Nell’ambito dei piani di flexible benefit, i valori erogati ai lavoratori stanno aumentando, e non solo nelle grandi imprese: in queste ultime vengono destinati in media circa 600 euro a lavoratore, mentre nelle piccole e medie imprese si superano i 900 euro. Sono solo alcuni dei numeri che emergono dalla prima edizione dell’osservatorio di DoubleYou, che dimostrano una crescente valorizzazione dei piani di welfare aziendale nelle organizzazioni italiane. Lo studio, in uscita, mira ad analizzare lo stato del welfare aziendale in Italia e a ipotizzarne il futuro. A dieci anni dalla fondazione, i numeri di DoubleYou dimostrano un’ascesa significativa, con un fatturato 2022 di oltre 13 milioni di euro, in crescita del 62%. Inoltre, la piattaforma proprietaria ZWelfare conta oggi 400 servizi e oltre due milioni di punti di spendibilità, con 2.500 aziende clienti e 500mila utenti finali.

“Il welfare aziendale è sempre più presente nelle aziende italiane e i dati che emergono nell’osservatorio dimostrano come sia considerato non più solo una componente aggiuntiva alla retribuzione, ma uno strumento per il benessere lavorativo e personale”, afferma Andrea Verani Masin, direttore commerciale di DoubleYou. “Siamo orgogliosi della pubblicazione del nostro primo osservatorio, soprattutto in occasione del nostro decimo anno di attività: il documento è il frutto di anni di esperienza, impegno, ricerca costante di innovazione tecnologica e miglioramento”.

DoubleYou ha sviluppato uno specifico know-how sia nella componente tecnologica, il cui risultato è l’innovativa piattaforma ZWelfare per la gestione dei flexible benefit, sia nella consulenza in ambito di gestione e sviluppo delle risorse umane, offrendo servizi per analizzare le specifiche esigenze dei clienti e della popolazione aziendale. La società inoltre supporta le imprese in tutte le attività dirette a migliorare il benessere dei lavoratori, dall’introduzione di piani di flexible benefit al mobility management, fino all’analisi e alla gestione dei temi legati al wellbeing, come i progetti di diversity & inclusion. F

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Da sinistra: Stefano Casati, fondatore e ceo di DoubleYou; Umberto Cassinari, fondatore e ceo; Andrea Verani Masin, direttore commerciale

SPECIALE WELFARE E SOSTENIBILITÀ

Partner di FIDUCIA

È nata nel 1984 come laboratorio di studio. Fine Foods & Pharmaceuticals produce oggi eccipienti e semilavorati per l’industria alimentare e farmaceutica.

Nei primi nove mesi del 2023 ha registrato ricavi per 185 milioni

Fine Foods & Pharmaceuticals sviluppa e produce in conto terzi forme solide e orali destinate all’industria nutraceutica, farmaceutica e cosmetica. Fondata nel 1984 come laboratorio di studio della tecnologia della granulazione in letto fluido per l’industria alimentare e farmaceutica, Fine Foods ha ben presto virato sulla produzione di eccipienti e semilavorati per questi settori. Il rigore scientifico e gli elevati standard qualitativi nella produzione farmaceutica per conto terzi, coniugati con la flessibilità e lo spirito di innovazione tipici del settore nutraceutico e con l’attenzione all’etica e al capitale umano, sono i tratti distintivi di Fine Foods. Altri punti di forza sono la ricerca di innovazione organizzativa, la valorizzazione delle persone e una filiera certificata, che consente di controllare ogni fase del processo, dalla selezione dei fornitori di materie prime alla cura del prodotto finito. L’uso di tecnologie all’avanguardia assicura una business continuity che risponde ai bisogni dei clienti. Il risultato è garantito da un team di professionisti di formazione eterogenea.

lioni di euro, in crescita del 21,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. “Siamo molto orgogliosi del forte recupero di marginalità, risultato di un’organizzazione sempre più solida e affidabile”, ha commentato il ceo, Giorgio Ferraris . Un aspetto fondamentale per la crescita e lo sviluppo del gruppo è la gestione del capitale umano: dalla selezione dei profili migliori - sia per le competenze tecniche, sia per quelle soft - alla formazione e al benessere dei collaboratori. Sono svariate le iniziative per coinvolgere il personale, tra cui i meeting di 90 minuti ogni due mesi tra Ferraris e i lavoratori con meno di 35 anni. Fine Foods si impegna inoltre nell’abbattere le discriminazioni, proponendo la formula semplice ma efficace dell’equo compenso: una performance va premiata indipendentemente da genere, religione e provenienza.

Nei primi nove mesi del 2023 Fine Foods ha riportato ricavi consolidati per oltre 185 mi -

Al centro delle operazioni di Fine Foods c’è anche la sostenibilità: certificazioni e riconoscimenti ambientali e di sostenibilità la rendono un partner strategico non solo per la qualità, ma anche per l’impegno verso gli obiettivi esg. L’azienda, infatti, ha sviluppato un piano per contribuire agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu: energia pulita e accessibile (obiettivo 7), consumo e produzione responsabili (12), agire per il clima (13). Supporta inoltre il Global Compact, l’organizzazione internazionale che invita le imprese mondiali a rispettare e promuovere principi universali relativi a diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione. F

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Giorgio Ferraris

Abbattere le BARRIERE

Lacertosus ha lanciato una nuova linea di prodotti inclusivi, in collaborazione con il campione di para powerlifting Andrea Quarto, pensata per agevolare l’allenamento delle persone con disabilità

Vivere e vedere lo sport come un veicolo di inclusione, unione e condivisione che deve essere fruibile e accessibile a tutti. È questa la filosofia seguita da Lacertosus, azienda nata nel 2007 grazie a Claudio Paraschiv (attuale ceo), che si concentra sull’allenamento funzionale e che fa dell’innovazione uno dei suoi punti di forza, andando alla continua ricerca di attrezzi moderni e poco convenzionali. Un modus operandi che ha permesso al marchio di diventare il primo a introdurre in Italia accessori come funi d’allenamento e kettlebells da gara (è importatore e distributore unico di aziende affermate del settore). Su questa scia, Lacertosus ha lanciato una nuova linea di prodotti inclusivi, progettati per abbattere quante più barriere di accesso possibili per persone con disabilità all’interno delle aree di allenamento. Per farlo ha chiesto aiuto al campione di para powerlifting ed ex ufficiale del gruppo operativo incursori della Marina Militare Andrea Quarto con cui ha avviato una partnership che continua ancora oggi. Una collaborazione nata quando l’atleta, dopo un incidente che gli causò l’amputazione del piede sinistro, decise di aprire una home gym nel suo garage con gli attrezzi prodotti da Lacertosus. Paraschiv e Quarto hanno raccontato a Forbes come è nata l’idea di creare una linea dedicata alle persone con disabilità e i loro progetti per il futuro.

Di recente avete lanciato la linea Lacertosus Adaptive. Come è nata questa idea?

CP: dal 2014 siamo alla ricerca di attrezzi innovativi e poco convenzionali. Da qui è nata l’idea di Lacertosus Adaptive, una linea decisamente fuori dagli schemi, capace di supportare nell’allenamento le persone con disabilità. Quando due anni fa

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SPECIALE

ci siamo incontrati per la prima volta con Andrea, ci è venuta l’idea di creare un prodotto nuovo ascoltando la sua esperienza. Da lì è partita una collaborazione che continua ancora oggi. Oggi lui e altri atleti paralimpici ci supportano nella fase di progettazione e in quelle successive, con feedback e accorgimenti utili a creare un prodotto d’eccellenza.

Quali sono le caratteristiche della linea pensate per aiutare gli atleti con disabilità?

CP: è importante citare il sistema Braille, presente in tutti i nostri dischi e manubri, formato da sei punti in rilievo per favorire il riconoscimento del peso a persone con disabilità visiva. Rappresenta una novità assoluta per Lacertosus. La linea include anche un bilanciere creato seguendo le specifiche dell’ente che organizza le gare a livello internazionale della panca piana paralimpica. Si tratta di un attrezzo con un diametro inferiore rispetto agli altri sul mercato (28 mm), con bronzine che limitano la rotazione dei dischi durante l’alzata. In generale, una delle caratteristiche più importanti di Lacertosus Adaptive è la sua modularità. Le difficoltà di un gestore che decide di investire su una linea come la nostra sono legate sia ai costi, sia alla gestione degli spazi. Lacertosus sta

lavorando a un prodotto, in uscita quest’anno, che potrà essere utilizzato all’occorrenza e poi messo da parte quando non serve.

Andrea, qual è stato il tuo primo contatto con Lacertosus?

AQ: io sono un ex ufficiale delle forze speciali della Marina Militare. Ho conosciuto Lacertosus quando ero ancora in servizio, loro rifornivano i nostri reparti. Quando andavamo all’estero portavamo i loro dischi, bilancieri e manubri. Dopo l’incidente in Iraq, a seguito del quale ho subito l’amputazione del piede sinistro, ho deciso di aggrapparmi allo sport per andare avanti. Così ho deciso di trasformare il mio garage in una piccola home gym con i loro attrezzi. Allora è nata in me l’idea di dare la possibilità alle persone nelle mie stesse condizioni di allenarsi senza difficoltà. Oggi gestisco una struttura inclusiva che si rivolge alle persone disabili e non. Ho voluto creare un sistema che supportasse la disabilità con attrezzature specifiche. Una palestra senza barriere con personale qualificato. Con l’avvio della mia attività, la collaborazione con Lacertosus si è allargata con il tempo. Al di là della resistenza dei materiali, della cura nei dettagli e del design dei prodotti, ho notato subito la voglia di Claudio di costruire qualcosa di diverso. Oggi i brand si adagiano spesso sugli allori. La lungimiranza e l’aperura mentale sono importanti, soprattutto se consideriamo la crescita delle discipline paralimpiche. Quando gli ho spiegato la mia visione di allenamento ci siamo capiti subito. Grazie al supporto e alla forza di Lacertosus abbiamo una marcia in più per portare questo progetto a livelli sempre più alti. Il prodotto con cui è nata questa collaborazione è un mio brevetto personale che da solo non avrei mai potuto sviluppare. Si tratta di un’attrezzatura da usare all’occorrenza nelle palestre commerciali con costi piuttosto contenuti, per mettere il proprietario della struttura nelle condizioni di utilizzare qualcosa di efficiente ed economico allo stesso tempo.

Quali sono i vostri piani per il futuro?

CP: intanto vogliamo sviluppare al meglio il prodotto che uscirà quest’anno sul mercato. Le disabilità sono molteplici, noi vogliamo creare qualcosa che possa supportare tutti. Questo però richiede tempo. AQ: Il nostro intento è uscire dalla comfort zone e puntare sull’innovazione. Abbiamo intrapreso questa strada proprio per questo. In futuro ci piacerebbe organizzare degli eventi per promuovere il nostro movimento. F

FORBES.IT 105 LACERTOSUS MARZO, 2024

SPECIALE WELFARE E SOSTENIBILITÀ

Rendiamoci conto

Un documento unico per presentare agli stakeholder i risultati e per evidenziare i comportamenti sostenibili delle imprese: è il primo bilancio sociale della Andrea Bocelli Foundation

Andrea Bocelli Foundation (Abf) ha presentato il suo primo bilancio sociale e di sostenibilità per rendicontare ai propri stakeholder i progetti e i risultati conseguiti nel 2022 in relazione alle performance economiche e sociali, ma anche per evidenziare i comportamenti e le iniziative sostenibili intraprese. Il risultato è frutto di un’analisi e una mappatura delle attività, sintetizzate in un documento unico e integrato che aderisce ai principi degli enti del terzo settore in materia di bilancio sociale e serve a rappresentare un percorso sulla sostenibilità in linea con i principi e la filosofia esg.

Lo scopo è mettere in luce il contributo al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Tra questi, partnership e rapporti con gli stakeholder, progetti e impatti sociali ed economici indiretti, formazione, salute e sicurezza dei dipendenti e dei collaboratori, privacy e sicurezza dei dati, diversity & inclusion, an-

ticorruzione e comunicazione. La Andrea Bocelli Foundation ha svolto un’attività di raccordo tra questi temi e le indicazioni del documento Sdg Compass messo a punto da Global reporting initiative, Un Global Compact e Wbcsd (World business council for sustainable development).

L’accurata analisi di ciascun progetto e la capacità di documentare ogni azione è sinonimo di trasparenza e della volontà di relazionarsi sempre più con il mondo delle aziende e con il mercato. Il terzo settore è un attore significativo in termini di produzione di valore e nuove economie, oltre che di professionalità. La sostenibilità è una linea guida che traccia un percorso comune a tutti i settori, indicando obiettivi condivisi. Nello stesso tempo conferma la centralità del capitale umano per raggiungere gli obiettivi delle imprese e delle organizzazioni e rafforza la convinzione che la differenza la fanno le persone con il loro senso di responsabilità. La fondazione, che dal 2011 a oggi ha ricevuto donazioni per 60 milioni di euro, distribuisce acqua potabile e cure mediche a più di 500mila persone nelle aree più povere di Haiti, garantisce accesso a educazione equa e di qualità a oltre 20mila bambini haitiani e italiani nelle scuole Abf e negli ospedali pediatrici italiani. Nel 2022 Abf ha raccolto 7,4 milioni e ha registrato un incremento del 43% rispetto all’anno precedente, riportando la raccolta ai livelli pre-pandemici e avviando oltre 20 progetti in Italia e nel mondo, tra cui quattro di ricostruzione e riqualificazione.

Abf conta 72 persone fra dipendenti, per i quali ha investito 1.100 euro pro capite in formazione, collaboratori e volontari. “Sono indispensabili gli investimenti in formazione sulle hard skill”, afferma Silvia Gualdani, cfo e vice direttore della Andrea Bocelli Foundation, “ma anche e soprattutto sulle soft, che sempre di più fanno la differenza, in particolare quando si ha a che fare con l’empowering. È necessario dare valore a chi lavora nel terzo settore, arricchendolo di professionalità e metodologie nuove, mutuando dal primo e dal secondo settore un nuovo approccio. La strada della sostenibilità in questo ci aiuta: individua un percorso comune a tutti i settori e traccia obiettivi condivisi. Conferma la centralità del capitale umano nel raggiungimento degli obiettivi delle imprese e delle organizzazioni e rafforza la convinzione che la differenza la facciano proprio le persone”. F

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SPECIALE WELFARE E SOSTENIBILITÀ

Occhio ai BONUS

I lavoratori non richiedono i sussidi a cui avrebbero diritto: secondo uno studio di Laborability ogni famiglia italiana perde circa 1.000 euro all’anno. La piattaforma ha realizzato un servizio digitale, alimentato dall’intelligenza artificiale, che traccia le misure disponibili e le associa alle persone

Ci sono risorse bonus e sussidi, pagati da aziende e lavoratori, ma molti italiani non sanno neppure che esistono. Uno studio di Laborability, piattaforma digitale sul mondo del lavoro, ha messo in evidenza il fenomeno: i lavoratori spesso non richiedono le sovvenzioni a cui avrebbero diritto.

“La frammentazione e la difficoltà nel reperire informazioni contribuiscono al problema”, ha detto Gianluca Spolverato , managing partner dello studio legale Wi Legal e fondatore di Laborability. Stando ai dati diffusi dalla piattaforma, il 55% dei lavoratori non si ritiene abbastanza informato e il 38% ritiene di non avere i requisiti necessari per accedere ai bonus, anche se spesso non è così. La maggioranza dei dipendenti, l’84%, si aspetta che sia la propria azienda a tenerli informati. Ogni famiglia italiana, secondo la ricerca, perde in media circa 1.000 euro all’anno di bonus: il 66% di chi lavora non ha chiesto neanche una misura negli ultimi 12 mesi, il 22% ne ha chiesta solo una.

in modo semplice che esistono molte forme di welfare pubblico e che è possibile accedervi”, spiega. “Abbiamo intercettato questo fenomeno analizzando i dati di lettura degli articoli: ci siamo accorti che quelli contenenti la parola ‘bonus’ erano molto più letti”.

Questo, da una parte, genera uno spreco di risorse pubbliche, pagate e non utilizzate. Dall’altra, la collettività non usufruisce di servizi a cui avrebbe diritto. “Il problema è l’informazione: è essenziale abbandonare il linguaggio legale e burocratico, spiegando

Laborability for You è nato per colmare una lacuna nel mondo dell’informazione sul mondo del lavoro. Si tratta di un servizio digitale, un configuratore, che traccia le misure di welfare disponibili e le associa automaticamente alle persone potenzialmente interessate. Ha selezionato 250 bonus pubblici e degli enti bilaterali e li ha divisi per categoria. “Oggi è possibile mappare e codificare la conoscenza su tutti questi incentivi e trasformarla in un servizio digitale, alimentato dall’intelligenza artificiale, in grado di dire automaticamente a ciascuno quali sono le misure alle quali avrebbe diritto in base alle sue caratteristiche”. Il configuratore agevola le risorse umane: è pensato per essere fruito in self service, senza appesantire il carico di lavoro del dipartimento hr. Come spiega Spolverato: “Garantisce aggiornamento continuo: teniamo monitorato il mercato, arricchiamo continuamente il servizio con nuove misure e aggiorniamo quelle esistenti”. Per questo, il servizio di Laborability dedicato al welfare pubblico vuole moltiplicare quello aziendale. L’impresa può rafforzare il suo programma di welfare, attingendo a risorse che sono già a disposizione e che non comportano ulteriori spese o investimenti. “Tutto questo ha un grande impatto sociale, può diventare un asset da evidenziare nel bilancio di sostenibilità e, allo stesso tempo, è un servizio a favore della collettività, che consente di non sprecare giacimenti di risorse pubbliche, pagate, ma non utilizzate”. F

FORBES.IT MARZO, 2024
107 WI LEGAL
Gianluca Spolverato

22.02.24

Udine

14.03.24

Viareggio

11.04.24

Padova

16.05.24

Caserta

21.06.24

Tropea

11.07.24

Modena

12.09.24

Milano

24.10.24

Genova

07.11.24

Roma

12.12.24

Pescara

IL VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE ECCELLENZE ITALIANE

Dopo il grande successo ottenuto nelle 10 tappe del 2023, continua anche nel 2024 il viaggio di Forbes dedicato alla scoperta delle PMI, spina dorsale dell’Italia che cresce. Un’occasione per confrontarsi su temi quali sostenibilità, innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, welfare, accesso al credito e per creare relazioni professionali.

Il progetto è rivolto a imprenditori e manager che gestiscono PMI del territorio e alle grandi aziende che vogliono mettersi in contatto con loro.

eventi.forbes.it/smallgiants/

SCOPRI DI PIÙ

Le ruote della LIBERTÀ

È
LA
PIÙ
NOVE
CAMPER ITALIANI
SU
DIECI SONO FABBRICATI IN TOSCANA. LA CAMPER VALLEY COPRE
CINQUE COMUNI DELLE PROVINCE DI FIRENZE E SIENA E NEL 2023 HA RAGGIUNTO UN VALORE DI PRODUZIONE DI 1,1 MILIARDI DI EURO. GLI ADDETTI DIRETTI E INDIRETTI SONO OTTOMILA, L’EXPORT
SOPRATTUTTO VERSO
GERMANIA. QUI HANNO STABILIMENTI ANCHE ALCUNI DEI
GRANDI GRUPPI INTERNAZIONALI DEL SETTORE
FORBES.IT MARZO, 2024
A cura di Piera Anna Franini 109
SMALL GIANTS

Dici Italia e nell’immaginario di tanti stranieri prende forma un’area: la Toscana, set di film, magnete di capitali stranieri, di tale bellezza che chi nasce qui fatica a comprendere la massima di Cesare Pavese secondo cui “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”. Eppure, per la legge del contrappasso, proprio da queste parti si fabbricano nove camper italiani su dieci. Veicoli pensati - appunto - per andarsene altrove, in libertà, con alloggio al seguito e senza vincoli di prenotazione. E così accade che tra la Val d’Elsa e la Val di Pesa, in cinque comuni tra Siena e Firenze - San Casciano in Val di Pesa (Fi), Barberino-Tavarnelle Val di Pesa (Fi), Poggibonsi (Si), San Gimignano (Si) e Colle di Val d’Elsa (Si) - sia fiorita la Camper Valley, con un valore di produzione che nel 2020 ha sfiorato i 950 milioni di euro, attestandosi poi a 1 miliardo e 150 milioni nel 2021 e a 1 miliardo e 100 milioni nel 2023. Questo dopo

Nell’opera di Gaetano Donizetti L’Elisir d’amore, il medico ambulante Dulcamara entra in scena su un carro dorato trainato da cavalli carico di mercanzie, tra cui supposti elisir d’amore e di lunga vita, più altri unguenti miracolosi, ovvero truffaldini. Correva l’anno 1832 e già circolavano carri per il trasporto di persone e merci dotati di alloggio, perlopiù a uso di ambulanti e artisti circensi. L’anno chiave fu il 1885, quando nel paese più tecnologico dell’epoca, l’Inghilterra, si brevettava un caravan da sei posti trainato da due cavalli, con cucina, tavolo e divano letto. A commissionarlo - e prima ancora idearlo - fu il medico e scrittore William Gordon Stables. Della fabbricazione si occupò il costruttore di carri Bristol Wagon & Carriage Works. Per i primi caravan a motore si dovette aspettare il 1920. Si aprì poi un trentennio non proprio a misura di viaggio, ma nel 1951 la tedesca Westfalia realizzava un proprio modello di camper. Nell’Italia rurale, tra l’altro fiaccata dall’autarchia mussoliniana, cosa era accaduto nel frattempo su questo fronte? Nulla, almeno fino al secondo dopoguerra. Una delle prime pietre della Valley fu posata dalla Sairauto di Calenzano (Fi), che nel 1948 presentava al Salone dell’Auto il caravan Roller 100. E fu con questo nome, Roller, che l’azienda rinasceva dalle ceneri della Sairauto, arrivando a produrre, negli anni Settanta, oltre 15mila caravan all’anno.

LO SCORSO ANNO IL SETTORE SI È RIPRESO DOPO UN 2022 RESO

DIFFICILE DAI PROBLEMI NELLA CATENA DI APPROVVIGIONAMENTO:

COMMESSE A CASCATA SI CONFRONTAVANO CON UNA PRODUZIONE A SINGHIOZZO PER CARENZA DI RIFORNIMENTI, ANZITUTTO DI CHASSIS

un 2022 tremebondo per le difficoltà nella catena dell’approvvigionamento: commesse a cascata si confrontavano con una produzione a singhiozzo per carenza di rifornimenti, anzitutto di chassis. L’export incide per l’80%, con la Germania primo paese di esportazione, seguita da Francia, Belgio, Svizzera e Regno Unito. Fra diretti e indiretti, si contano ottomila addetti. Archiviato l’annus horribilis 2022, il settore è tornato a crescere e le aziende ad assumere. Anche se sui marchi di settore più significativi non sventola il tricolore. I tre grandi produttori internazionali che qui hanno fabbriche sono i francesi Trigano (con i marchi Rimor e Xgo, prodotti da Luano Camp, oltre ad Arca, McLouis, Elnagh, Mobilvetta, Roller Team, Ci) e Rapido (con Giottiline) e l’americana Thor Industries, che controlla la tedesca Hymer (marchi Laika ed Etrusco). Attorno a questa terna si muove una miriade di imprese fornitrici di parti strutturali, componenti funzionali, strumentali, di allestimento e di accessori vari. Si va dalla Fratelli Naldini a Lci Italy, ArSilicii, Gruppo Sigel e Dreoni, per fare qualche nome.

Nel frattempo, nel 1964, a Tavarnelle Val di Pesa muoveva i primi passi Laika, l’azienda di Giovambattista Moscardini che scelse un levriero quale logo e nel nome richiamava i viaggi spaziali. Un nome e un programma di innovazione continuo nell’Italia che, archiviate due guerre e una dittatura e l’esplosione del 1968, scopriva il piacere dei viaggi. La ur-caravan si chiamava Laika 500: parte superiore abbassabile durante il viaggio grazie a un meccanismo telescopico e aerodinamica al punto da poter essere trainata da una Fiat 500 (di qui il nome). Fu poi la volta del primo camper Laika, della serie Motorpolo, quindi di Ecovip, ma anche della cessione al gruppo tedesco Erwin Hymer, con trasferimento a San Casciano in Val di Pesa. Altra azienda storica è la Mobilvetta, fondata nel 1961 a Barberino Val d’Elsa, in realtà fiorita come mobilificio. Rimor veniva fondata nel 1978 da Luano Niccolai.

Perché tutto originò in quest’area toscana? Lo spiega Ludovica Sanpaolesi de Falena, direttore generale dell’Associazione produttori caravan e camper: “Le prime due aziende dai numeri importanti, Roller e Laika, si avvalevano di una rete di fornitori artigiani, perlopiù locali. Barberino Val d’Elsa e Poggibonsi erano già centri di eccellenza, anzitutto nella lavorazione del legno, e alcune di queste aziende, come Mobilvetta, divennero fornitori di Roller e Laika. Con il tempo alcuni di questi artigiani decisero di passare alla produzione di caravan e camper, abbandonando il core business di partenza. In questo

SMALL GIANTS 110 FORBES.IT MARZO, 2024

processo giocò un ruolo importante il fatto che le maestranze attive in Laika provenissero tutte dal territorio circostante: in ogni famiglia - prevalentemente di origine contadina - c’era qualcuno che lavorava in Laika e altri in aziende artigiane fornitrici dei produttori di caravan e camper. Tale familiarità con il saper fare, sia dal punto di vista dei fornitori che da quello dei produttori, ha probabilmente favorito la trasformazione di alcune aziende da fornitrici a produttrici”. Tutt’oggi si cerca di ‘cucinare’ il più possibile in casa, o meglio nella Valley, fermo restando che “ora, come allora, molte componenti fondamentali, come gli chassis, provengono dall’automotive e quindi da zone extra-Valley. La maggior parte degli chassis viene fabbricata negli stabilimenti Stellantis di Atessa, in Abruzzo, ma alcuni vengono anche da Ford, Mercedes, etc. Un camper è una casa viaggiante, ha molte componenti. Nella cosiddetta distinta base di un camper si possono contare anche 1.500 codici. Per riuscire a creare camper con tutti i comfort, come richiede il mercato, è necessario andare anche oltre le filiere artigianali del territorio, rivolgendosi a fornitori che consentano di raggiungere le necessarie economie di scala. Tuttavia molti componenti, come i tessuti, i divani e i sedili cabina, i portelloni, il mobilio e le pareti sono rimasti saldamente sul territorio”. F

MAESTRI DEL VIAGGIO

• Fratelli Naldini opera nel settore dal 1961. Produce arredamenti e componentistica da interni per l’industria dei veicoli ricreazionali, per case mobili e nautica. Nel tempo si è dotata di nuove linee di produzione e macchinari specifici per la realizzazione di piani in laminato per tavoli e cucine, ante piane e curve in Abs e postforming, oltre a centri lavoro nesting per realizzare kit mobilio completi.

• In ArSilicii, a Poggibonsi, tutto ebbe inizio nel 1994, quando cinque studenti di ingegneria elettronica di Pisa iniziarono a lavorare a un progetto. L’anno seguente veniva fondata ArSilicii Associated, dedicata allo studio dell’ingegneria elettronica e delle sue applicazioni, quindi la ArSilicii, che si apriva al campo dell’automotive e del medicale e che all’alba del nuovo millennio era tra i primi a disegnare un impianto elettrico su bus industriale per gli autocaravan, stessa tecnologia traslata alle ambulanze. Oggi sono circa 50mila i veicoli, inclusi motorhome, caravan e ambulanze, ad applicare tale tecnologia.

• Con Dreoni si esce dai confini della Camper Valley propriamente detta, entrando nella vicina provincia di Prato. Azienda specializzata nel tessile, ha avviato la divisione motorhome. In particolare, con Dreoni Design vuole soddisfare il camperista più estroso ed esigente. “Sappiamo bene che chi lo possiede”, si spiega in azienda, “ha necessità di comodità, praticità e originalità. A volte bastano piccoli interventi per innovare gli interni del camper: cambiare la tappezzeria, sostituire la moquette, applicare tessuti e coprisedili di qualità”.

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UN VIAGGIO VERSO L’ECCELLENZA

Un Tour di undici tappe che attraversa il Paese da Nord a Sud per raccontare, condividere e promuovere le eccellenze italiane attraverso le storie di personaggi del mondo dell’imprenditoria, dell’innovazione, dell’enogastronomia e della cultura.

Ogni tappa una città diversa, 2 giorni di eventi, dal venerdì pomeriggio al sabato sera.

Storie, progetti e visioni di donne e uomini di successo che stanno cambiando il mondo.

Un’occasione di incontro e di dialogo con chi ha il coraggio di percorrere nuove strade, chi investe in futuro e innovazione e chi è riuscito ad affermarsi come opinion leader.

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DESIGN DESIGN

Una FINESTRA sull’innovazione

Con una tecnica produttiva all’avanguardia, quella del fermavetro integrato, la realtà pistoiese Bg Legno è tra i primi player italiani a produrre infissi più sicuri e durevoli. L’azienda è impegnata anche nella sostenibilità per alleggerire la sua impronta ambientale

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di Valentina Lonati
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Samuel
Olla

Ci sono dettagli, nell’arredo e nella progettazione di una casa, che fanno la differenza.

Tra questi i serramenti: devono essere efficienti, isolanti e sicuri, ma anche esteticamente piacevoli, rispettosi dell’ambiente e delle persone che li usano, realizzati con materiali di qualità e pensati per durare a lungo. A sposare questo pensiero è Bg Legno, azienda nata oltre 50 anni fa in provincia di Pistoia, che ha saputo ren-

dere un’arte la produzione su misura di serramenti in legno, legno/alluminio e legno/vetro. Una realtà totalmente made in Italy dinamica, con un fatturato balzato dai 15 milioni di euro del 2022 ai 24 del 2023, che ha fatto del connubio tra le lavorazioni altamente tecnologiche e la cura artigianale il proprio fattore di forza.

E se ogni storia di successo racchiude un elemento di svolta, quello di Bg Legno è rappresentato da una piccola, ma rivoluzionaria, innovazione: quella del fermavetro integrato,

che ha permesso la sostituzione del fermavetro asportabile con una sezione fissa del profilo, eliminando gli antiquati chiodini e clip, causa di possibili rotture del vetro camera. Un’innovazione che contribuisce non solo a migliorare l’estetica del serramento, ma anche ad aumentarne il livello di antieffrazione. “Per arrivare a questo risultato abbiamo introdotto una lavorazione unica: l’estrusione del legno tramite tecnologie dell’industria 4.0, per una

progettazione dell’infisso senza precedenti”, ha spiegato Serena Morandi, responsabile marketing dell’azienda.

“Abbiamo da subito colto le potenzialità dell’estrusione del legno, una tecnica produttiva all’avanguardia che ci ha portato a essere tra i primi player italiani a produrre infissi in legno, legno/alluminio e legno/vetro con fermavetro integrato”, ha proseguito Samuel Olla, amministratore unico. “Abbiamo deciso di eliminare totalmente colle e chiodini dalla nostra produzione e

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Qui e nell’altra pagina i serramenti Bg Legno progettati per Corte San Ruffillo.

il risultato è stato aumentare robustezza, solidità e sicurezza dei nostri infissi. L’investimento è stato grande, ma la soddisfazione che ci ha dato lo è stata di più”.

Quella del fermavetro non è l’unica innovazione adottata da Bg Legno: ci sono poi la giunzione meccanica angolare, con cui l’azienda assembla meccanicamente il serramento sul vetro, e la verniciatura degli elementi smontati.

Ogni componente dei serramenti viene infatti verniciato prima dell’assemblaggio, per garantire una maggiore resistenza agli attacchi biologici e atmosferici. “Un infisso verniciato prima dell’assemblaggio ha vantaggi di performance rispetto alla verniciatura classica” ha aggiunto Olla. “In Bg Legno adottiamo la verniciatura dei singoli pezzi dell’infisso prima dell’assemblaggio. Ciò significa che ogni sezione e faccia del legno viene trattata e protetta dalla finitura. Anche le teste dei giunti del legno, che notoriamente sono le più sensibili, in Bg Legno vengono trattate in tutto il processo di verniciatura, dalla prima mano di fondo alla finitura finale. Questo rende i serramenti sicuri e inattaccabili da agenti patogeni quali muffe, batteri e simili”.

Sono queste alcune delle peculiarità che hanno permesso all’azienda di

raggiungere un’estrema flessibilità e competitività, sia per le forniture rivolte a grandi e medie imprese e rivenditori, sia a ristrutturazioni ed edilizia privata. A raccontare l’expertise di Bg Legno sono alcuni progetti sviluppati per residenze di prestigio come Corte San Ruffillo, sulle colline romagnole. Per questa realizzazione architettonica sono state progettate 18 soluzioni di luce, utilizzando il modello Lumia, declinate in portefinestre, sezioni fisse e alzanti scorrevoli. “Corte San Ruffillo racchiude tutta la capacità di Bg Legno di creare serramenti su misura di altissima qualità”, ha detto Morandi. Ogni nostro serramento è infatti personalizzabile sia nelle essenze – tutte certificate Fsc -, sia nelle finiture. Per questo il nostro motto è ‘ad ogni

casa la giusta finestra’”. Fiore all’occhiello di questo progetto è l’alzante scorrevole Lumia, prodotto di connessione tra gli ambienti interni ed esternia: un’apertura luminosa realizzata su misura che si estende per 8 metri, elevandosi in altezza per 2,8.

Il progetto di Corte San Ruffillo è figlio di un know-how coltivato nel tempo frutto anche di un approccio etico al lavoro, alle persone e all’ambiente: “Essere un’azienda leader nel nostro settore è una grande soddisfazione, ma anche una grande responsabilità”, ha spiegato Olla. “Significa costantemente implementare la nostra ricerca e il nostro sviluppo, ed essere attenti e attivi nelle sfide che affrontiamo ogni giorno, come quella della

sostenibilità”. A testimoniare l’impegno dell’azienda verso la riduzione dell’impatto ambientale è la creazione di un impianto fotovoltaico che produce 200 kWh di energia e soddisfa il 100% del fabbisogno energetico aziendale. Inoltre, tramite gli scarti di lavorazione del comparto produttivo, Bg Legno produce 550 kWh di energia, che coprono interamente il fabbisogno termico aziendale. “Credo che ogni azienda abbia un dovere etico e morale nei confronti della società”, ha concluso Olla. “Ci stiamo impegnando ad alleggerire la nostra impronta ambientale, ma non solo: ci teniamo anche a costruire un’azienda che sia giovane, dinamica e paritaria, responsabile dal punto di vista umano e ambientale”, ha concluso Olla. F

115 BG LEGNO • OLLA MARZO, 2024 FORBES.IT

WHAT’S NEW

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Oasi di città

Uno spazio dove ritrovare un ideale di bellezza, anche interiore, attraverso pratiche antiche e inediti rituali. Un’idea di benessere che va oltre i soliti trattamenti viso e corpo. Nel centro storico di Roma, Milano e Venezia ecco le spa degli hotel di lusso che invitano alla calma e al relax

Se le nuove tendenze dell’ospitalità impongono agli hotel super stellati di avere una spa, oggi per distinguersi serve una marcia in più: esperienze di benessere e di ritrovata serenità che durino nel tempo. Via dunque ai rituali che si ispirano a riti antichi, agli insegnamenti yogici riveduti e personalizzati, al monitoraggio fisico che comprenda anche quello del sonno. Ecco tre indirizzi per lui e per lei da segnare in agenda, vere oasi di pace nelle città che ospitano queste eleganti e innovative spa.

ROMA

Six Senses

La spa sofisticata del nuovo hotel a via del Corso,

Immersi nella storia Una seduta di Kundalini. Sopra, calidarium, tepidarium e frigidarium: tre vasche al Six Senses di Roma che si ispirano alle antiche tradizioni termali.

FORBES.IT MARZO, 2024
di Susanna Tanzi
117

in linea con gli altri del brand in giro per il mondo, offre proposte inedite che ai progressi scientifici nel campo della nutrizione, del fitness e delle neuroscienze uniscono l’antica saggezza di comunità longeve, per raggiungere un equilibrio ottimale. Così, si inizia con il Wellness screening per focalizzare eventuali carenze e punti deboli dell’organismo, valutando fattori legati allo stile di vita: l’alimentazione, i livelli di stress, l’equilibrio ormonale e altri parametri, come la resistenza all’insulina e la tossicità accumulata nel corpo. Agli ospiti dell’hotel viene proposto anche lo Sleep program, il monitoraggio che misura la qualità del sonno tramite un anello da indossare quando si dorme, collegato a un’app che verifica

Una delle stanze del Nolinski di Venezia riservate ai trattamenti. Sopra, la piscina dorata dell’hotel.

eventuali irregolarità, registrando quanto la luce, il rumore e la temperatura influenzino il riposo. Già l’approccio iniziale, quindi, si rivela ricco di suggestioni e di suggerimenti. Tra le esperienze, molto apprezzata anche dai clienti esterni che hanno accesso alla spa la sessione di Soundhealing tenuta da Francesca, guida che attraverso i suoni delle campane tibetane porta chi ascolta a un livello notevole di consapevolezza, calma e rilassamento. Interessante anche il primo urban retreat del gruppo a Six Senses Roma, dal 16 al 18 giugno, in collaborazione con Sanctum Infinite-Self and Community Club. Un incontro ricco di emozioni, un invito a lasciarsi andare grazie a una combinazione di danza, aerobica, respirazione e libera espressione, per un’esperienza multisensoriale che stabilisce una connessione profonda attraverso la musica e la narrazione. L’esperienza di tre giorni comprende due notti in camera Classic, colazione, pranzo e cena con il gruppo, classi Sanctum giornaliere, due ore nei bagni romani, un massaggio e una passeggiata alla scoperta del patrimonio culturale della Città.

VENEZIA Nolinski

Nel nuovo hotel a pochi canali da Piazza San Marco, galleggiare nella piscina decorata di mosaici in oro, all’ultimo piano del nuovo hotel a pochi canali da piazza San Marco. Unico per Venezia, lo specchio d’acqua regala una vista a 360 gradi sui tetti della città. Ci si rilassa così nella vasca sotto le campate storiche del sottotetto, un

MARZO, 2024 FORBES.IT

momento di grazia contemplativa sullo sfondo della laguna, in uno spazio che coniuga l’opacità del cemento con la luminosità dell’oro. Ogni tessera in foglia oro del mosaico crea giochi di luce che richiamano gli ori di San Marco. Il percorso si completa nella spa al terzo piano, in un elegante ambiente di ispirazione ottomana. Qui ogni trattamento è un invito a immergersi nell’universo Swiss Bliss, un viaggio dei sensi nella natura delle Alpi svizzere grazie ai rituali firmati La Colline, tra cui il complesso CMAge ad alta performance, studiato per attivare il metabolismo cellulare e ritrovare una pelle frasca e radiosa.

MILANO

Four Seasons

Il Four Seasons Milano, a via del Gesù, riserva agli ospiti la possibilità di proseguire la cura di sé negli spazi della spa, nelle segrete dell’ex convento dove oggi si trova la piscina. Pensato da Patricia Urquiola, questo spazio silenzioso e accogliente si snoda in un ambiente dal design contemporaneo: sette sale per trattamenti viso, corpo e massaggi, sauna e bagno turco, piscina e vasca idromassaggio, l’hair salon di Rossano Ferretti. Il centro fitness, 160 metri quadrati aperti agli ospiti e ai milanesi 24 ore su 24, ospita attrezzature Technogym e personal training. Tra le proposte della spa, il nuovo e inedito rituale Flow & Glow, un blend di posizioni yoga mirate al viso che, combinate a espressioni controllate,

Il Gold Ritual, uno dei trattamenti più richiesti nella spa del Four Seasons a Milano. Sotto, la piscina.

respirazione consapevole e postura corretta, migliorano l’aspetto. Con la pratica e i piccoli gesti suggeriti nella sessione di Face Yoga da Claudia Ciocca è possibile individuare e correggere le cattive abitudini che creano tensioni muscolari. Per poi migliorare la circolazione sanguigna, e di conseguenza l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti, tonificare i muscoli e la pelle, correggere le asimmetrie. Completa la proposta il trattamento Glow di Swiss Perfection, un percorso di 30 minuti che cancella i segni di stanchezza e ripristina vitalità e luminosità del volto grazie alla maschera al collagene scelta dalle terapiste tra Vital C, acido ialuronico o schiarente, in base alla condizione della pelle. F

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Sarti dell’aria

Aliparma ha creato il brand Upper Sky, specializzato in noleggio a breve termine di jet, charter ed elicotteri. “Cerchiamo di costruire un vestito su misura per rispondere alle esigenze di chi viaggia”, dice l’amministratore delegato del gruppo, Giancarlo Insinna

AAliparma vola sempre più in alto , creando connessioni tra imprenditori, nel segno della mobilità sostenibile. Servizi dei più alti standard, organizzazione di eventi incentive e relazioni con il mondo dei motori permettono all’azienda di Giancarlo Insinna di essere un partner affidabile per numerose realtà. Imprenditore con la meccanica nel dna, Insinna ha rilevato la società dal gruppo Pizzarotti & C. nel 2021, rivoluzionando il modello di business e avviando un’operazione di restyling che ha portato alla creazione del brand Upper Sky.

“Arrivo da una famiglia di imprenditori e, dopo un’esperienza nel mondo del commerciale, ho deciso di tornare a fare impresa”, racconta Insinna. “Ho valutato diversi settori e mi sono dedicato a quello dell’aviazione privata, sicuramente complesso, ma che può dare molte soddisfazioni. In un campo tradizionale puoi essere uno dei tanti, ma in un settore così di nicchia, se lavori nella direzione giusta, i risultati arrivano. Ho vissuto nei paesi del Medio Oriente e lì ho potuto osservare che cos’è il vero lusso. Su quel modello ho costruito l’offerta di Upper Sky, personalizzando al massimo l’esperienza di chi si affida a noi per viaggi business e leisure, oltre a organizzare il proprio tempo tra attività sportive, eventi aziendali e trasferte all’insegna del comfort”.

Upper Sky, forte di 38 anni di esperienza con oltre diecimila destinazioni, è oggi una società specializzata in noleggio a breve termine di jet, charter ed elicotteri per professionisti e viaggiatori privati, il cui modello di business abbraccia molti servizi propri dei viaggi di lusso. Come la disponibilità di affittare auto sfarzose e imbarcazioni di fascia alta (superyacht, catamarani e velieri), con cui i travel designer dell’azienda possono personalizzare itinerari e rotte, occupandosi dell’accoglienza con hostess e steward. Il servizio di personal concierge progetta ogni dettaglio del viaggio, anticipando i bisogni del cliente. C’è poi un call center attivo 24 ore su 24. “Siamo come sarti e cerchiamo di costruire un vestito su misura per rispondere alle esigenze di imprenditori e viaggiatori leisure”, conferma Insinna. “Conoscendone le abitudini, possiamo proporre servizi in linea con le loro aspettative e spesso li sorprendiamo con le nostre e idee e il metodo dinamico con cui lavoriamo. Per esempio, la tendenza dei voli privati oggi vede l’integrazione con servizi di ristorazione con menu degustazione e la presenza di cuochi a bordo per realizzare menu fine dining con ingredienti stagionali. Stiamo quindi lavorando con chef stellati per personalizzare l’offerta ad alta quota”. La connessione con il mondo del motorsport di Porsche ha permesso all’azienda di essere presente alla Porsche Carrera Cup Italia e alla Supercup, mettendo in connessione aziende come Clivet e organizzando un sales meeting con team building per 200 persone, seguito da giri in pista con Porsche stradali. Altro tema caro all’azienda del gruppo Aliparma, infatti, sono i viaggi incentive, che organizza insieme a imprenditori, con la collaborazione di tour operator di lusso e strutture partner. “Nel 2024 porteremo 500 persone a Cuba e altre 500 in Madagascar, progettando tutte le fasi dell’esperienza: dal viaggio alla sistemazione, fino alle attività per dipendenti e collaboratori”.

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FORBES LIFE

Ciò che più contraddistingue l’approccio di Upper Sky è l’attenzione alla sostenibilità ambientale ed economica, grazie alla condivisione e al networking in alta quota. “Quando ho rilevato Aliparma, in piena pandemia, percepivo scetticismo intorno a me: tutti gli aerei erano a terra e sembrava un gesto molto azzardato”, ricorda Insinna. “In realtà avevo studiato un modello di business innovativo per l’aviazione privata, partendo dall’esempio dei Flixbus, che, in un settore diverso da quello del lusso, hanno vestito i pullman degli altri portando in giro per il mondo milioni di persone. Da qui l’idea di appoggiarci a compagnie aeree di fiducia per offrire servizi di qualità anche ai partner: i nostri piloti e il personale di terra hanno esperienza nell’aviazione militare e ci consentono di fare profonde verifiche sui mezzi che operano in partnership con Upper Sky, alzando il livello di sicurezza. Per ridurre il numero di voli e, di conseguenza, diminuire le emissioni, per rispondere alle esigenze ambientali e di sostenibilità, Upper Sky facilita il networking e l’aggregazione tra imprenditori condividendo le tratte: in questo modo i costi per il cliente si abbassano e

si generano connessioni che portano allo sviluppo di nuove relazioni professionali”. Quando l’azienda penetra nei maggiori distretti industriali, realizza interviste e scouting commerciali, analizzando gli spostamenti di dirigenti e imprenditori e offrendo soluzioni condivise per ottimizzare i voli. L’attenzione alla sostenibilità è confermata anche dal direttore generale Mauro Izzacani, che cita la volontà del gruppo Aliparma di aprirsi alle tratte su velivoli elettrici. “Abbiamo stretto una partnership con un fornitore svizzero e stiamo lavorando per aprire 20 eliporti in Italia in grado di accogliere gli aerei elettrici, ricaricarli e garantire servizi di lusso a terra per i viaggiatori”, conferma il manager. “Creare l’infrastruttura è fondamentale per il successo dell’aviazione elettrica. Attraverso l’aggregazione con altri partner, potremo offrire aree fisse per decollo e atterraggio, oltre a piattaforme mobili per grandi eventi”. Il futuro del gruppo Aliparma è “green e intermodale e abbraccerà nuovi mezzi di trasporto”, dice Insinna. “Uno dei miei obiettivi è avere carrozze sui treni firmate Upper Sky, con tutti i nostri servizi collegati”. F

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Uno degli elicotteri di Upper Sky.

Oltre al marchio c’è di più

Nato durante la pandemia, FiveFourFive è un brand di moda che fonde lo streetwear americano e la tradizione italiana. Il suo fondatore, Luca Santeramo, punta sulla qualità dei prodotti e sul potere aggregativo dei social. “Siamo uno stile di vita che unisce una community di appassionati”

AAndare oltre l’idea di brand, lavorando su un concetto che fonde lo streetwear americano e l’estetica italiana. È questa l’idea alla base di FiveFourFive (545), brand che si pone al pubblico come uno stile di vita in grado di unire una community. Un progetto nato nel 2020, in un momento di incertezza globale, ma che ha saputo emergere grazie alla visione e all’esperienza sui social del suo fondatore, Luca Santeramo.

“FiveFourFive è nata durante la pandemia,” racconta Santeramo. “Avevo voglia di fare qualcosa di mio. Dopo anni nell’influencer marketing nel settore moda e streetwear, ho deciso di mettere in gioco le mie idee e lanciare il primo drop nel giugno 2020, capitalizzando la mia esperienza nei social”. Santeramo infatti ha sempre puntato sulla forza di tali strumenti. “Sin dal 2015”, sottolinea, “ho investito il mio tempo e la mia passione nei social media, credendo fermamente nel loro potenziale. Mentre gli amici uscivano, io preferivo rimanere a casa per creare contenuti sui miei interessi principali, come sneakers e abbigliamento. Nel tempo, questa passione è cresciuta, e ho contribuito all’evoluzione del mio personaggio principale”.

Ma FiveFourFive non è solo un brand: “È uno stile di vita che unisce una vasta community di appassionati”. La clientela di FiveFourFive, nata dal seguito del fondatore ‘@sante’, è principalmente composta da ragazzi tra i 18 e i 28 anni,

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FORBES LIFE STYLE

“amanti dello streetwear e con un forte senso di appartenenza al marchio”, si legge sul sito dell’azienda. “Si tratta di un pubblico legato all’Italia, che ama il suo stile di vita e vuole viverlo e indossarlo ogni giorno”.

Ma cosa caratterizza l’offerta del brand? FiveFourFive offre ai clienti una gamma di prodotti made in Italy. “Il nostro team collabora con artigiani e produttori italiani di alta qualità”, prosegue Santeramo, “preservando le tradizioni artigianali e sostenendo l’economia del Paese. Ogni capo di abbigliamento è il risultato di un’attenzione scrupolosa ai dettagli, di un design minimale e di una produzione mirata”.

Allo stesso tempo, il fondatore crede che la moda di alta qualità debba essere accessibile a tutti. “Vogliamo che ogni cliente possa godere dell’esperienza di indossare capi italiani senza dover rinunciare alla convenienza”, afferma. “Siamo determinati a essere un marchio di fiducia che celebra l’italianità mantenendola accessibile a tutti”. FiveFourFive ha tre collezioni all’attivo e oltre 200 articoli. I best seller? La Varsity Jacket, San Gallo shirt e gli articoli di maglieria, cavallo di battaglia dell’ultima collazione For All.

Ma quello che caratterizza FiveFourFive non si ferma alla qualità dei prodotti. Grazie alla forza della community, ha adottato un processo di rilascio ispirato a Supreme. “Ogni terzo giovedì del mese alle 5.45, lanciamo una microcapsule di circa 20 prodotti. Questo rilascio è preceduto da una comunicazione mirata sviluppata nei dieci giorni precedenti, che ne racconta il mood e suscita l’interesse della community”.

Il successo di FiveFourFive è testimoniato dal flusso di vendite. “Il 90% dello stock viene esaurito in brevissimo tempo, generalmente entro le 5.48, grazie alla reattività e all’entusiasmo dei nostri seguaci. Nonostante le continue crescite di stock, adeguate mensilmente. La crescita del marchio e della community sembrano superare le attuali possibilità produttive del brand”. A testimoniare la crescita di FiveFourFive sono i numeri. Come spiega Santeramo, l’account Instagram di 545 conta oltre 145mila follower, con un tasso di interazione dell’11,3% e un reach mensile di oltre 400mila persone, generando una media di oltre 40mila interazioni al mese. Mentre il sito web FiveFourFive.it registra oltre un milione di visite annuali, con oltre 80mila articoli venduti e un 85% di clienti italiani. Il sito è l’unico canale di vendita, con più di 40mila ordini annuali e oltre 25mila clienti. Non trascurabile anche la presenza di clienti stranieri, che rappresentano il 15% delle vendite. Il sito ha realizzato questi numeri rimanendo aperto solo 36 giorni lo scorso anno. Nei restanti il sito infatti è chiuso in attesa dei drop. La comunicazione per FiveFourFive è cruciale. “Una strategia ben orchestrata non solo aumenta l’interesse attorno ai nostri prodotti, ma contribuisce anche a rafforzarne la percezione e il valore sul mercato”, continua Santeramo. “FiveFourFive non è solo moda: è un movimento che celebra l’italianità, l’autenticità e la passione, portando il made in Italy a un pubblico globale”. E il 2024 che anno sarà per FiveFourFive? “Attualmente abbiamo un team di 35 persone, di cui 15 lavorano stabilmente nella la nostra sede a Milano. Guardando al futuro, ci aspettiamo un anno pieno di sorprese. Le nostre previsioni dell’anno scorso si sono rivelate molto conservative rispetto ai risultati reali ottenuti. Abbiamo l’obiettivo ambizioso di espanderci oltre i confini nazionali e, dopo la collaborazione iniziata nel 2023, stiamo pianificando il lancio di una capsule collection dedicata a New York, con relativa campagna pubblicitaria prevista per marzo-aprile”. F

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Alcuni capi di FiveFourFive. Nell’altra pagina, il fondatore Luca Santeramo.

Guardare avanti

Lo studio Gullì offre servizi nell’ambito della consulenza fiscale a imprese, startup e giovani professionisti. “In un mondo che cambia rapidamente, dobbiamo intercettare il prima possibile i nuovi bisogni dei clienti”

Per raccontare il suo approccio alla consulenza, Tina Gullì, titolare dello studio di commercialisti Gullì, parte da due citazioni: “Henry Ford diceva che ‘il fallimento è semplicemente l’opportunità di ricominciare, questa volta in modo più intelligente’. Ralph Waldo Emerson, invece, affermava che l’uomo è ciò che pensa tutto il giorno. Pensieri positivi e ottimistici condizionano il nostro destino in positivo”. Questo approccio, prosegue Gullì, l’ha resa “una consulente di vita oltre che di impresa”, che si occupa “di tanti giovani e startup che cercano di farsi strada nel tessuto economico e sociale europeo e mondiale”.

Una tappa cruciale nella storia dello studio è stata la scommessa sul digitale “quando l’online era solo agli inizi. Abbiamo intercettato un fenomeno che presto avrebbe cambiato la vita di tutti”. Un’altra svolta è stata la scelta di diventare internazionali. “Abbiamo lavorato con alcune delle più importanti imprese del mondo, mettendo al centro i talenti dell’organizzazione, valorizzando le loro competenze e creando un ambiente dinamico e meritocratico. Senza trascurare il profitto dei clienti e le loro esigenze”.

Gullì spiega di volere “uno studio in grado di intercettare prima dei concorrenti le nuove priorità della consulenza”. Una dote ancora più importante “in un mondo dove tutto cambia in fretta, anche per eventi improvvisi come il Covid, la guerra in Ucraina o quella tra Israele e Hamas”. L’attualità, per lo studio, riguarda l’impatto dell’ultima manovra e della riforma Irpef sui lavoratori dipendenti e sulle partite Iva. “Secondo il Sole 24 Ore”, ricorda Gullì, “la manovra prevede la proroga del taglio del cuneo contributivo-fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro. Questo si traduce in un aumento in busta paga analogo a quello già previsto da

luglio a dicembre: fino a 100 euro per 14 milioni di persone”. La riforma Irpef, invece, “prevede l’accorpamento degli scaglioni. È un vantaggio soprattutto per i redditi fra 15mila e 28mila euro annui, che risparmiano oltre 600 euro. Tuttavia, per le partite Iva la manovra conterrà diverse misure che cambieranno le tasse da pagare, ma non fornisce ulteriori dettagli”. Uno dei problemi del provvedimento, continua Gullì, “riguarda le risorse. Per introdurre questo sistema di aliquote in modo strutturale servirebbero risorse costanti nel tempo. Si può ipotizzare quindi che tale revisione riguarderà solo il 2024, oppure che verranno attuate strategie per bilanciare il sistema, tra cui quella di ridurre le detrazioni fiscali. Resta da capire se nella manovra 202324 si deciderà qualcosa di concreto per

un’ulteriore estensione della flat tax per titolari di partite Iva in regime forfettario, con aumento del limite di reddito annuo per rientrare, da 85mila a 100mila euro, e per la flat tax incrementale per uno sconto di tasse sulla differenza di redditi percepiti da un anno all’altro”. Quanto agli obiettivi da raggiungere nei prossimi anni, Gullì individua sei sfide: la trasformazione digitale, l’inflazione, la sicurezza della catena di approvvigionamento, la sostenibilità ambientale, la gestione del personale e quella dei dati. “Bisognerà migliorare l’organizzazione aziendale e i processi, aumentare la motivazione del personale, creare percorsi di crescita e aggiornamento, lavorare sulla supply chain, sui rapporti e sugli accordi quadro con i fornitori”.

LEADER IN AZIONE
a cura di Studio Gullì
Tina Gullì

FORBES LIFE WATCHES

Inseguire alte performance

Più resistenti grazie alla fibra in carbonio, i nuovi smartwatch Marq Carbon di Garmin si distinguono per precisione e connessione. Perfetti anche per nuoto, escursionismo ma anche per sport estremi

TTra le novità da polso firmate Garmin spiccano tre modelli della collezione Marq Carbon: Marq Athlete, M Marq Arq Golfer e Marq Commander. Frutto di un meticoloso processo che parte da 130 strati di fused carbon fiber, questi segnatempo digitali sono dotati di display Amoled touchscreen, lente in vetro zaffiro bombato e un’autonomia fino a 16 giorni. “Garmin ha arricchito ulteriormente la sua offerta dedicata al mercato orologiero con un prodotto che ci ha permesso di rendere possibile l’impossibile: progettare uno smartwatch in carbonio, garantendo la massima precisione e accuratezza della trasmissione del segnale gps”, ha spiegato Stefano Viganò, ceo di Garmin Italia. “Marq Carbon è un prodotto unico e senza tempo. Ma è anche il tool watch che ci consente di portare a un ulteriore livello ciò che sappiamo fare: coniugare tecnologia avanzata e materiali pregiati”.

Le attrezzature in carbonio hanno, ad esempio, permesso il raggiungimento di risultati rivoluzionari nel mondo sportivo, ma il carbonio rappresenta una sfida per i dispositivi basati su gps poiché blocca, distorce e assorbe i segnali elettromagnetici. Condizione di primaria importanza quando è necessario assicurare la trasmissione di un segnale a 20mila chilometri di distanza.

Una sfida vinta dal team di ingegneri Garmin, grazie allo sviluppo di un nuovo design che soddisfa e supera ogni parametro qualitativo finora raggiunto dal marchio, perché indossare Marq Carbon significa poter contare su una connessione precisa e sicura anche nei luoghi più remoti. Il look deciso non passa

inosservato, con una cassa da 46 mm e lunetta nera in fibra di carbonio. I tre modelli si distinguono per differenti sfumature di colore sulla cassa, la brillantezza del display e la raffinatezza del cinturino. Per la carrure vengono stratificati 130 fogli di carbonio impregnati con un polimero di alta qualità e fusi in un unico blocco, seguendo uno schema che massimizza resistenza e trasmissione del segnale.

Il cinturino ha un meccanismo di aggancio QuickFit e anse da 22 mm. Il modello Golfer ha un cinturino ibrido in pelle nera e gomma fkm con dettagli e impunture verdi. Il Commander ha un cinturino in nylon nero con inserti metallici che ne raccontano il carattere grintoso. Infine, Athlete ha un cinturino in silicone nero ad anse coperte per un effetto aerodinamico: un orologio multisport di ultima generazione, con metriche avanzate per l’allenamento. Oltre al monitoraggio dell’attività quotidiana, infatti, supporta ogni passione con profili sportivi precaricati per il trail running, il nuoto, l’escursionismo, il canottaggio, l’arrampicata indoor. Ha poi una serie di allenamenti animati facili da seguire per cardio, forza e pilates. In particolare, le funzioni PacePro e Garmin Coach sono perfette per chi corre, con allenamenti giornalieri specifici. F

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Il Garmin Marq Carbon Commander.

a cura di Quarta Caffè

Innovare nella continuità

Un nuovo e-shop, il lancio di una capsula 100% vegetale e una maggiore attenzione alla sostenibilità energetica. Nata negli anni Cinquanta da un piccolo bar nel cuore di Lecce, oggi Quarta Caffè sta cambiando nel segno della tradizione

Quarta Caffè è un’azienda nata negli anni Cinquanta da un piccolo bar nel cuore di Lecce, dove si tostava il caffè. “Era il Bar Avio, il cui nome è un omaggio agli aviatori che ne avevano fatto il loro punto di ritrovo”, ricorda il manager dell’azienda, Gaetano Quarta. “Per noi la qualità parte dalla gestione e dalla valorizzazione del capitale umano, dal clima aziendale, dal concetto di cultura del lavoro, dalla rete di persone su cui poggia concretamente la nostra società”.

Che impatto hanno la ricerca della qualità delle migliori materie prime, l’innovazione nei processi produttivi e le miscele che realizzate?

Siamo tra le prime aziende in Italia ad aver portato avanti il progetto di autosufficienza energetica con fonti di energia rinnovabile. Il nostro vantaggio competitivo è il product

turnover, che ci avvicina al mondo del fresco. Il reparto ricerca e sviluppo è costantemente impegnato nel controllo qualità della materia prima proveniente dai paesi produttori e nella ricerca di nuove miscele.

In questa direzione, un ruolo fondamentale lo sta giocando il passaggio generazionale. Ed è qui che entra in gioco la sua figura. Quali sono i principali cambiamenti apportati negli ultimi anni? Gli ultimi due anni hanno visto il lancio del nostro nuovo e-shop, che ci consente di far arrivare il nostro prodotto sempre fresco in 24 ore ovunque nel mondo e il lancio della nostra capsula, 100% vegetale. In termini di vision, la mia generazione ha già apportato innovazioni concrete dal punto organizzativo con l’introduzione di un sistema premiante tramite algoritmi legato alle performance aziendali.

Come vi approcciate al concetto di sostenibilità guardando a partner, collaboratori e dipendenti?

Grazie al welfare aziendale, la nostra società oltre a essere rinomata dal punto di vista delle performance economico-finanziarie, gode di una fortissima brand reputation legata al trattamento di tutti i collaboratori che ne fanno parte a tutti i livelli.

E in termini di business, invece, quali sono i principali risultati ottenuti negli ultimi anni?

Abbiamo assistito a un efficientamento a 360 gradi di costi legati alla gestione aziendale che ci ha consentito di godere di importanti savings, grazie ai quali è stato possibile acquisire nuove competenze, arricchire il team di brillanti giovani con oggettive competenze e peculiarità.

Un altro tema fondamentale è la presenza nei social. Che ruolo giocano per voi e quanto impattano in ottica di vision e di business?

Oggi è fondamentale seguire attivamente il social media management aziendale, alimentare lo storytelling con elementi sempre nuovi e di valore. Io stesso seguo tutti i progetti legati alla comunicazione aziendale.

Chiudendo, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per il 2024 e quali sono i consigli che si sente di dare ai giovani che vogliono avvicinarsi al mondo dell’imprenditoria?

Stiamo valutando nuove acquisizioni sia in Puglia che nelle regioni limitrofe per aumentare gradualmente la quota di fatturato senza danneggiare la redditività dell’azienda e le sue peculiarità intrinseche. Stiamo, inoltre, rivolgendo la nostra attenzione su un progetto di blockchain alimentare a titolo di garanzia per tutti i nostri consumatori in termini di trasparenza di tutta la filiera e dell’intero ciclo di vita del prodotto. Il nostro patto di fiducia con i consumatori è il faro che ci guida quando tracciamo nuovi obiettivi.

LEADER IN AZIONE
Gaetano Quarta

ristorantis

BRILLA UNA STELLA

C’è una storia di famiglia dietro la nascita di Borgia, ristorante di fine dining in via Washington 56, riservato a chi vuole mangiare con piatti sublimi accompagnati da vini (e non solo) azzeccatissimi. Nato da un’idea di Edoardo Borgia, che qualche anno fa ha deciso di rivoluzionare i grandi spazi che un tempo ospitavano l’outlet di abbigliamento di proprietà del padre, imprenditore nel settore tessile. All’ingresso si viene accolti da un wine bar, per poi proseguire verso l’accogliente bistrot e addentrarsi nel cuore del ristorante gourmet. Dove a soddisfare il palato sono i piatti eseguiti dal giovane e talentuoso chef Giacomo Lovato, classe 1990, un solido bagaglio acquisito alla scuola internazionale di cucina Alma di Colorno prima e nelle cucine di Sadler e Cracco poi. Un perfetto equilibrio tra proposte di carne, pesce e vegetali in un ambiente sobrio ed elegante, tavoli rotondi e ben distanziati, con un servizio impeccabile e una carta dei vini che abbraccia tutto il mondo (ma anche birre e tisane da degustare durante la cena, consigliati dal sommelier Cristian Russomano). Una cucina che stupisce per l’equilibrio degli abbinamenti inattesi, come il risotto alle erbe di mare, emulsione al dragoncello e polvere di limone bruciata, un mosaico di gusto, o il fungo cardoncello al bbq, fondi di porro e aglio nero, prezzemolo e cime di rapa, per raggiungere la vetta del gusto con il tagliolino in brodo di trota affumicata, cipolla e uovo di trota, tra i signature dello chef. Manca solo il riconoscimento della ‘Rossa’.

L’APERITIVO SI RINNOVA CON GUSTO

All’interno dell’Hotel Principe di Savoia, il bar si rinnova e si candida a diventare una meta per una clientela cosmopolita, che ama scoprire drink inediti in un’atmosfera sofisticata, resa ancora più suggestiva da una selezione musicale basata sulle note del soft blues, del jazz e del soul. A guidare il cambiamento Daniele Celli, mixologist

dall’esperienza internazionale. Tra i nuovi sei cocktail c’è anche un omaggio alla città con El Milanes, che si ispira al risotto. Realizzato miscelando zafferano, burro e scalogno con rye whisky, sherry e sake, è servito in un bicchiere - creato con la stampa 3D - che richiama l’aspetto di un chicco di riso. La proposta food in abbinamento è un piccolo cilindro a forma di ossobuco che contiene il midollo, immancabile in questo piatto tipico. Molto interessante anche il Mulled Wine Manhattan, nato dall’incontro tra il tradizionale vino aromatizzato del Nord Europa e il cocktail newyorkese, in grado di stupire con sfumature balsamiche e vegetali conferite dal distillato Mashita Skinos e dalla nota maltata del Genever Notaris.

MOSTRE ESPERIENZA SPAZIALE

Un invito a dare vita ai sogni più audaci, Space Dreamers accoglie i visitatori (fino al 10 giugno in piazza Beccaria) in un mondo di meraviglie celesti, da esplorare attraverso 16 installazioni immersive. Stelle, nuvole, satelliti e galassie si fondono in un’atmosfera magica, dove ammirare la vastità dell’universo e le meraviglie

del cosmo. Qui si può vagare tra le nuvole o sbarcare su Marte, fino a sperimentare l’emozione dell’allunaggio. Creato dalle designer Giulia ed Elena Sella di Postology, lo spettacolo trasporta in un viaggio surreale attraverso le profondità misteriose dell’universo, tra colori sgargianti e luci al neon.

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Giacomo Lovato

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Quando l’arte incontra il BUON CIBO

Al settimo piano del Sofitel Rome Villa Borghese, in via Lombardia, fino a fine marzo è in mostra una selezione di dipinti dell’artista Rossella D’Aula dedicati alla natura. Ma la natura e i suoi colori divengono uno spunto per scoprire anche la nuova proposta gastronomica di Settimo Roman Cuisine & Lounge, il rooftop con vista, dove lo chef Giuseppe D’Alessio propone piatti legati alla tradizione romana e al territorio, ma anche alla riscoperta delle cucine

MOSTRE

Al Maxxi va in scena lo studio Aalto

In mostra al Museo nazionale delle arti del XXI secolo, fino al 26 maggio, il racconto dello studio Aalto. Undici progetti realizzati dallo studio fondato in Finlandia nel 1923, con un allestimento sperimentale che contribuisce a dare al visitatore differenti chiavi di lettura per comprenderne il lavoro di grande contemporaneità. Una storia d’amore e di design quella fra Alvar e sua moglie Aino, coppia nel lavoro e nella vita. Nella loro visione l’architettura, l’arte e il design sono parti inscindibili di un unicum. I loro edifici hanno influenzato architetti di tutto il mondo, come i loro oggetti di design che, anche grazie all’attenzione per la produzione in serie a basso costo, sono entrati nelle case di tantissime persone e ancora oggi sono in produzione. Nel loro pensiero edifici e design vivono in perfetta armonia con la natura e con l’uomo che li abita.

regionali. Per questa stagione si fa incursione in quella del Nord Italia, con delizie come il petto d’anatra affumicato con sedano croccante, mela verde, salsa al miele e senape o la guancia di vitello brasata al cabernet sauvignon con anice stellato e polenta arrostita. “Settimo offre una scenografia naturale per vivere una pausa di gusto in città. E il nostro rooftop apre le porte agli artisti contemporanei diventando un salotto espositivo”, ha detto Elodie Lacroix, general manager del Sofitel Rome Villa Borghese.

NUOVE APERTURE

IL MARE DELLA SARDEGNA A TRASTEVERE

Due amici e l’amore per il mare: è nato così Porto Quadro, nel luglio 2021 a piazza Ippolito Nievo, nella parte ‘calma’ di Trastevere. Qui, Alessandro Pace e Lorenzo Pignotti raccontano il mare, quello cristallino di Porto Quadro, una piccola frazione di Santa Teresa di Gallura, dove Lorenzo trascorre tutte le estati. Un ristorante di pesce, ma diverso. L’ambiente è piccolo ed elegante, con soli 25 coperti tra divanetti e pareti di mattoni, in un’atmosfera calda. “Preferiamo poterci dedicare a pochi ospiti alla volta, così da garantire sempre il miglior servizio in sala senza mettere sotto pressione la cucina”, sottolineano i padroni di casa. In cucina solo pesce locale e pescato di altissima qualità, con un menu stagionale e qualche piatto signature che rimane in carta tutto l’anno, come il bignè di baccalà mantecato con maionese allo zenzero e cacao amaro, in cui la sapidità è attenuata da originali abbinamenti a contrasto.

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Gli Azzurri tornano a New York e festeggiano con il Niaf

Dopo quasi 20 anni la Nazionale di calcio Italiana torna a disputare un match negli Stati Uniti, alla Red Bull Arena di Harrison, nel New Jersey, domenica 24 marzo contro l’Ecuador. In vista di questo evento, il Niaf (National Italian American Foundation), insieme a Colavita, organizza un evento a Spring Place, nel cuore di Tribeca, per celebrare gli Azzurri e la comunità italiana negli Usa. Il presidente del Niaf, Robert Allegrini, si prepara, con tutta la fondazione, ad accogliere la Nazionale per un evento che celebra e rafforza il rapporto ultracentenario che lega l’America con l’Italia e tutti i cittadini italo-americani. Durante la serata verranno raccolti fondi da destinare a borse di studio per studenti americani che vogliono approfondire la conoscenza della cultura italiana e rafforzare dunque il legame tra i due paesi.

Piccola Cucina cala il poker

Piccola Cucina, un punto di riferimento per gli amanti della cucina italiana a New York, con due ristoranti nel quartiere di Soho e uno nell’Upper East Side, aprirà questo mese le porte della sua nuova location a Brooklyn. Il ristorante, chiamato Piccola Cucina Casa, è un omaggio a tutte le regioni d’Italia. L’executive chef e proprietario, Philip Guardione (nella foto), proporrà una cucina autentica italiana, con pasta fresca preparata al momento e a vista del cliente. Il menù sarà un viaggio attraverso le ricette tipiche di tutte le regioni italiane, da nord a sud, per celebrare la vastità e l’unicità della cucina del nostro Paese. Piccola Cucina Casa si trova al 141 di Nevins Street, nel quartiere di Boerum Hill a Brooklyn. FOOD

La scuola di cucina Alma per prima volta al Cia

La Scuola internazionale di cucina Alma ha celebrato i 20 anni di partnership con il George Brown College in Canada e ha condotto la sua prima masterclass al Culinary Institute of America (Cia) negli Stati Uniti. Questi traguardi sono il risultato di una proiezione globale della scuola di Colorno, in provincia di Parma, nella diffusione della cultura culinaria italiana attraverso l’istruzione superiore. Il general manager di Alma, Andrea Sinigaglia, e lo chef Antonio De Ieso (nella foto), ambasciatore della scuola, hanno tenuto una lezione approfondita sulla cucina mediterranea e hanno organizzato uno showcooking dedicato alla carbonara. De Ieso ha deliziato gli ospiti preparandola nella sua versione tradizionale e in una moderna, racchiusa in un tortello.

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“Le cose su una scala molto piccola si comportano come nulla di cui tu abbia esperienza diretta. Non si comportano come onde, non si comportano come particelle, non si comportano come nuvole, o palline da biliardo, o pesi su molle, o come qualunque altra cosa tu abbia mai visto.”

Richard Feynman

“La crescita sproporzionata è terrificante, e spesso è il successo che uccide le grandi aziende.”

Verne Harnish

“Mi piace la piccolezza. Mi piace l’audacia perversa di qualcuno che punta a qualcosa di minuscolo.”

Kyo Maclear

“Un oggetto bello deve non solo avere un ordine regolare delle parti, ma deve anche essere di una certa grandezza, poiché la bellezza dipende dalla grandezza e dall’ordine.”

Aristotele

“Se le dimensioni contassero davvero, la balena, non lo squalo, regnerebbe sui mari.”

Matshona Dhliwayo

“Le piccole cose hanno un loro modo di dominare le grandi cose. Questa piccola stampa può distruggere un regno.”

Sonya Levien

“Sir Isaac Newton era molto più piccolo di un ippopotamo, ma non per questo per noi valeva meno.”

Bertrand Russell

PENSIERI E PAROLE

Dimensione

“Desiderava chiudere l’immensità in una stanza tranquilla accanto al fuoco”
J.R.R. Tolkien

“Nell’infinito c’è la prova del grande e del piccolo.”

Dejan Stojanović

“Agli occhi di un gigante, per il quale i nostri soli sono ciò che i nostri atomi sono per noi, la Via Lattea sembrerebbe una bolla di gas.”

Henri Poincaré

“Si vedono grandi cose dalla valle e solo piccole cose dalla vetta.”

G.K. Chesterton

“Arrivò il giorno in cui il rischio di rimanere stretti in un bocciolo era più doloroso del rischio che comportava fiorire.”

Anaïs Nin

“La formica trova regni in un pochi centimetri di terra.”

Stephen Vincent Benét

PENSIERO FINALE

“I

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FORBES.IT MARZO, 2024
FONTI: THERE’S PLENTY OF ROOM AT THE BOTTOM, DI RICHARD FEYNMAN; SCALING UP, DI VERNE HARNISH; POETICA, DI ARISTOTELE; SCIENZA E METODO, DI HENRI POINCARÉ; JOHN BROWN’S BODY, DI STEPHEN VINCENT BENÉT; THE TURMOIL, DI BOOTH TARKINGTON; BIRDS ART LIFE: A YEAR OF OBSERVATION, DI KYO MACLEAR; IL SIGNORE DEGLI ANELLI, DI J.R.R. TOLKIEN; CIRCLING, DI DEJAN STOJANOVIĆ.
GETTYIMAGES
registri dell’anno scorso e le prestazioni di quest’anno sono carichi di esempi di aziende che hanno scambiato, e scambiano, corpulenza per muscoli.”
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