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Donald Trump colpisce ancora Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni
from L'Espresso 47
by BFCMedia
DONALD TRUMP COLPISCE ANCORA
Donald Trump durante una manifestazione del partito repubblicano LA CANDIDATURA DELL’EX PRESIDENTE CON LE INDAGINI CONTRO DI LUI ANCORA APERTE APRE SCENARI INEDITI PER GLI STATI UNITI. UN CONFLITTO TRA ISTITUZIONI SENZA PRECEDENTI CHE METTE A RISCHIO LA DEMOCRAZIA DI MANUELA CAVALIERI E DONATELLA MULVONI DA WASHINGTON
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Foto: Melissa Sue Gerrits / Getty Images li Stati Uniti potrebbero in-
Gcriminare per la prima volta un ex presidente e possibile front runner del partito repubblicano (se dovesse vincere le primarie). Uno scenario dieci volte più folle di quanto si possa immaginare!». Il futuro degli equilibri politici americani tracciato da Alan Rozenshtein, professore di diritto dell’Università del Minnesota, ha tinte fosche ora che Donald Trump si lancia spedito nella terza corsa alla Casa Bianca. A settantasei anni, “The Donald is back!”. Due impeachment e un pulviscolo di procediementi legali a carico non sono bastati a metterlo all’angolo. «L’ultimo presidente accusato di un crimine era stato Ulysses Grant, nel 1872, arrestato per eccesso di velocità alla guida della sua carrozza», dice sardonico l’esperto, a cui chiediamo lumi per capire a cosa andranno incontro gli Usa nei prossimi due anni. Quelli in cui Trump farà campagna elettorale mentre è indagato. L’annuncio della candidatura arriva martedì scorso, dalla residenza-club di Mar-a-Lago in Florida. Un’ora di discorso, in cui snocciola i successi personali e quelli dell’amministrazione, oltre alle hit migranti e criminalità. Tra la folla ci sono lealisti come Mike Lindell, patron di My Pillow, e Roger Stone. Ma a scrutarla bene, mancano tanti amici della prim’ora, pochi i membri del Congresso. Dà forfait anche Ivanka, la figlia prediletta. Il vento non soffia più in poppa, pare. L’establishment del Gop è insofferente. I grandi finanziatori cambiano cavallo, dopo gli
Manuela Cavalieri Giornalista scarni risultati delle midterm, ovvero la vittoria democratica in Senato e la sconfitta di tanti candidati trumpiani. Il miliardario Stephen Schwarzman del fondo Blackstone, sosterrà la “nuova generazione” di repubblicani; lo stesso farà Kenneth Griffin di Citadel, che punta su Ron DeSantis, governatore della Florida fresco di trionfo elettorale. Anche i media di casa Murdoch, un tempo adoranti, ora traballano: tiepida Fox News, al vetriolo il New York Post. “Un uomo della Florida fa un annuncio” titola beffardo il tabloid. Mentre ribattezza DeSantis, “DeFuture”, nonostante lui non abbia ufficializzato la candidatura. Scaricano Trump, ma forse anche le sue guerre culturali. Sintetizza il Washington Post: «Ha alterato profondamente la vita pubblica americana, infrangendo gli standard di decoro e di civiltà». Il riferimento è agli insulti ad avversari e giornalisti, ai commenti razzisti contro minoranze e disabili, nonché alle vanterie sulle aggressioni sessuali; fino agli ammiccamenti ai suprematisti bianchi e ai rivoltosi del 6 gennaio. I magistrati, intanto, alitano sul collo del tycoon. E difatti non è solo il rovello di una rivincita a nutrire l’obiettivo 2024. È la speranza che la campagna elettorale e una vittoria allentino la morsa delle rogne legali. «Si tratta di una costellazione complicata. In primis, due indagini federali sui documenti top secret trovati a Mar-a-Lago e sull’assalto al Campidoglio. Ma ci sono anche quelle statali, a New York e in Georgia», ci
Donatella spiega il professor Alan
Mulvoni Rozenshtein.
Giornalista L’indagine sui docu-