5 minute read

Lui è nel solco della violenza americana colloquio con Andres Serrano di Emanuele Coen

Next Article
Cacciari

Cacciari

menti classificati era iniziata in primavera. Ad agosto, a seguito di una retata dell’Fbi nella residenza in Florida, ne furono recuperati oltre 300, tra cui 103 riservati e 18 top secret. L’altra indagine federale è quella dedicata al 6 gennaio 2021, ovvero il tentativo di sovvertire la certificazione del voto del Collegio Elettorale da parte del Congresso, dopo le elezioni presidenziali. Al setaccio non solo le istigazioni di Trump che precedettero la sanguinosa presa di Capitol Hill, ma anche le azioni dei collaboratori e le pressioni sul vicepresidente per rovesciare i risultati delle elezioni.

Sul fronte statale, invece, a New York la procuratrice generale Letitia James ha intentato una causa civile contro Trump e la Trump Organization. L’accusa è di aver gonfiato il patrimonio per ottenere tassi di interesse agevolati sui prestiti. In aggiunta, il procuratore distrettuale di

Advertisement

LUI È NEL SOLCO DELLA VIOLENZA AMERICANA

COLLOQUIO CON ANDRES SERRANO DI EMANUELE COEN

La devastazione, lo sciamano con le corna, la morte in diretta. Il giorno dell’apocalisse per la democrazia americana. Pensavamo di aver letto e visto tutto dell’assalto a Capitol Hill, il 6 gennaio 2021 a Washington. Dai video virali sui social all’accusa di tentato golpe per Donald Trump. Credevamo di aver visto tutto e invece Andres Serrano, 72 anni, artista e fotografo newyorkese, adesso mette altra carne al fuoco con “Insurrection”, il suo film d’esordio prodotto dall’organizzazione no profit londinese a/political, quasi un’ora e mezzo di immagini dal vivo estrapolate dai social media e intrecciate con filmati d’archivio. L’insurrezione da una prospettiva inusuale, quella dei rivoltosi, che ha attirato su di lui pesanti critiche di filotrumpismo. Al punto che di recente una sala cinematografica, a Londra, ha cancellato la proiezione. Noto per le sue provocazioni, Serrano è bersaglio di contestazioni fin dai tempi di “Piss Christ” (1987), la foto di un crocifisso immerso nell’urina dello stesso artista, opera che lo rese famoso e ora sta per diventare un Nft. Ciuffo riccio ribelle, completo nero e camicia bianca, Serrano ci accoglie nel cinema La Compagnia a Firenze, in occasione della prima italiana, per il festival “Lo schermo dell’arte”. Centinaia di smartphone e telecamere hanno mostrato tutto dell’assalto al Congresso degli Stati Uniti. Perché tornare sull’argomento con un film? «Ho voluto realizzare un’esperienza immersiva per mostrare i fatti a chi non era fisicamente a Washington. A partire dai discorsi di Donald Trump per istigare la folla. È stata una manifestazione che affonda le radici nel fascismo e in altre forme estreme di governo che abbiamo visto in passato. Trump ha detto ai suoi: “Andate lì e prendete il palazzo del Campidoglio” e loro lo hanno fatto. All’inizio i rivoltosi sembravano felici come se stessero andando al circo. Poi, durante la marcia verso Capitol Hill, c’è stata l’escalation, la gente aveva un solo obiettivo: sovvertire il risultato delle elezioni. Davanti a tutte quelle immagini riprese con gli iPhone, circa 200 video, mi sono sentito come Leni Riefenstahl con “Il trionfo della volontà” (celebre film di propaganda nazista del 1935, ndr). Aveva intorno a sé

in questo caso un conflitto tra Saggi e presidente provocherebbe una «crisi costituzionale senza precedenti». E aggiunge: «Non è mai successo, ma se venisse eletto mentre si trova in carcere, ad esempio, credo che la pena sarebbe sospesa per la durata della presidenza». Al di là del fanta-scenario, Claire Finkelstein, docente di legge all’Università della Pennsylvania, è preoccupata per il rischio di violenze e subbugli. «Ma sarebbe sbagliato se cominciassimo a stabilire chi incriminare in base alle reazioni che ci aspettiamo da parte dei suoi sostenitori - mette in guardia - Il governo dovrà prepararsi a questa eventualità». Per la professoressa la rielezione rappresenterebbe una catastrofe per la democrazia. «Mi sento rassicurata dalle midterm, in quanto i candidati che, ad esempio, negano i risultati delle elezioni, non sono andati molto bene. Questo sug-

gerisce che il Paese potrebbe iniziare a vedere oltre questa retorica. Ma credo sia troppo presto per dirlo». Anche perché il Trump che è tornato in campo continua a essere l’underdog, lo sfavorito ingombrante come nel 2016. È il ruolo in cui gioca meglio. A non tradirlo saranno i fedelissimi Maga, con cui ha mantenuto un filo diretto sul suo social Truth, dopo il bando dell’account Twitter (ora riattivato da Elon Musk). Un’umanità variegata che comprende lavoratori, gente comune della classe media, ma anche estremisti, complottisti di QAnon per cui il Messia ha ancora il volto del tycoon. Quanto vasta sia la base oggi, è ancora da capire. Il suo Pac Save America, comunque, può già contare su un tesoretto da cento milioni di dollari, capace di diffondere il verbo. Donald non è debole come molti sentenziano. O sperano.

eventuale processo possano nuocere non è prevedibile. D’altro canto Trump è già sopravvissuto a un procuratore speciale, Robert Mueller, che aveva indagato per quasi due anni sulle interferenze del Cremlino nella campagna presidenziale del 2016. Il Russiagate aveva comprovato il ruolo di Mosca nelle elezioni, senza dare un giudizio definitivo su una possibile collusione. C ’è chi è pronto a scommettere che la copertura mediatica potrebbe far gioco. «Trump ritiene che una campagna attiva per una carica pubblica renderà più difficile un’incriminazione, perché esporrebbe il Ministero della Giustizia a critiche», riflette Rozenshtein. L’ordinamento americano non prevede eccezioni. «Nella Costituzione, infatti, non si parla di immunità. Pertanto, dovremmo presumere che anche il presidente sia vincolato alla legge come tutti gli altri; c’è tuttavia chi sostiene che dati i poteri che la Carta gli conferisce, questi non dovrebbe essere soggetti a procedimenti penali in modo che operi efficacemente».

Tecnicamente, se vincesse, Trump sarebbe comunque in grado di «concedersi la grazia, cosa che probabilmente tenterà di fare», spiega ancora il professore. Potrebbe intervenire la Corte Suprema, ma

NELLE ELEZIONI DI MIDTERM I “SUOI” CANDIDATI SONO ANDATI MALE. MA IL MOVIMENTO NEL PAESE RIMANE FORTE E I FINANZIAMENTI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE NON MANCANO

MAR-A-LAGO

Sostenitori di Trump davanti alla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida

This article is from: