
6 minute read
Se inquini il satellite ti vede Patrizia Caraveo e Emilio Cozzi
from L'Espresso 1
by BFCMedia
iamo venuti a esplorare la Luna e abbiamo almeno ridurne - l’impatto climatico. Tre anni dopo si orga-S scoperto la Terra». Con queste parole Eugene Cernan, comandante di Apollo 17 e ultimo uomo ad aver calcato il suolo selenico giusto mezzo secolo fa, sottolineò l’emozione profonda che tutti gli nizzò la Cop 1 a Berlino, ma si dovette aspettare il 2015, cioè la Cop 21 di Parigi, perché 194 Paesi si impegnassero a limitare il riscaldamento globale tra gli 1,5 e i 2 gradi centigradi. Manco a dirlo, le azioni concrete sono state insufficienti, tanto da rendere di tragica attualità le discussioni su come intervenire astronauti “ lunari” provarono guardando il nostro Pianeta e, soprattutto, su chi debba pagare il conto, visto che il climate splendere nel buio cosmico. change ha anche la (non tanto) singolare caratteristica di col-
Il fascino è aumentato nel tempo: durante la missione Ar- pire in particolare i Paesi più poveri esposti alle siccità protemis I, conclusasi l’11 dicembre con un tuffo della capsula lungate e all’aumento del livello del mare. Come raccontato Orion al largo di San Diego, la Nasa ha arricchito non poco la da Susanna Turco su queste pagine (il 27 novembre), è stato raccolta di immagini della Terra vista dall’orbita lunare. Pura questo uno dei punti chiave affrontati alla Cop 27, tenutasi a maraviglia, con la “A” che spalanca la bocca come ai bambini. Sharm el Sheikh, dove le nazioni più ricche hanno accettato,
Advertisement
Non è un caso siano in molti a sostenere che il movimen- in extremis, di partecipare a un programma di risarcimento a to ecologista sia nato in seguito alla consapevolezza diffu- favore delle nazioni la cui economia risente maggiormente sasi grazie all’iconica Terra che sorge, la foto scattata la dei danni dovuti al cambiamento climatico. vigilia di Natale del 1968 dall’equipaggio della missione Una decisione considerata epocale, ma con un difetto: Apollo 8. Fu un’idea nata all’improvviso, quando, uscendo mentre i danni da alluvioni e inondazioni sono evidenti, codall’ombra della Luna, gli astronauti videro “sorgere” la me è possibile monitorare in dettaglio la produzione di gas Terra e decisero di immortalarla per condividere la magia serra? Quali e dove sono le attività che inquinano più? del momento con tutti. Le migliori sentinelle oggi a disposizione sono i satelliti
È indubbio la bellezza del nostro Pianeta sia uno stimolo per comprendere quanto sia importante difenderlo dall’azione antropica, capace di alterare l’ambiente e i suoi equilibri: le foreste hanno lasciato spazio a pascoli e campi coltivati, i fiumi sono stati deviati, sbarrati e prosciugati dall’eccessivo prelievo di acqua, l’inquinamento è ovunque. Non bastasse, la civiltà industriale ha modificato la composizione dell’atmosfera immettendo quantità enormi di anidride carbonica (CO2), con conseguenze significative sul clima. che controllano il nostro Pianeta, capaci di rilevare sia quel
La registrazione giornaliera della concentrazione atmosfe- che si vede sia l’invisibile agli occhi. Sappiamo misurare la rica di CO2, detta “curva di Keeling”, è effettuata dallo Scripps quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera, ma Institution of Oceanography in vetta al Mauna Loa, alle per capire chi l’abbia prodotta occorre sfruttare ciò che vieHawaii (e disponibile al sito: keelingcurve.ucsd.edu), mentre ne emesso insieme con il gas. Per capire, ad esempio, quansull’impatto delle emissioni sono consultabili i Rapporti di do e quanto inquini una acciaieria occorre utilizzare i savalutazione periodici del Gruppo intergovernativo sui cam- telliti che lavorano nell’infrarosso e misurano il calore libebiamenti climatici, o Ipcc, delle Nazioni Unite. rato durante la lavorazione. Mentre, per monitorare le per-
Le conseguenze della crescita dei gas serra, invece, sono dite di metano dai gasdotti o dai pozzi petroliferi, bisogna davanti agli occhi di tutti: le estati diventano sempre più impiegare satelliti ad hoc. È perciò evidente che non esista calde, le piogge più sporadiche ma intense, le alluvioni non una ricetta unica per monitorare i gas serra; vanno incrodi rado catastrofiche. Sono effetti del cambiamento climati- ciati dati di fonti diverse. co, legato all’utilizzo dei combustibili fossili che, bruciando, È quello che fa Climate Trace, un’associazione no-profit liberano anidride carbonica, un gas in gra- che utilizza l’intelligenza artificiale per metdo di permanere a lungo nell’atmosfera con- tere a fattor comune quanto rilevato da 300 tribuendo a intrappolarne il calore. Con il satelliti e 11mila sensori sparsi ovunque sul metano, è il gas serra per eccellenza: sono Globo. Trace sta per Tracking Real-time Atloro i responsabili del progressivo aumento mospheric Carbon Emission; durante la Cop delle temperature. 27, Al Gore ha presentato il primo rapporto
Beninteso, l’emergenza non è una novità: dell’organizzazione, che individua quasi già nel 1992, 154 nazioni avevano sottoscritto 80mila inquinatori individuali. Benché Clilo Un Framework on Climate Change proprio mate Trace riconosca e tracci una dozzina per tagliare le emissioni e scongiurarne - o tra attività industriali, agricole e sociali
GRAZIE AI DATI RACCOLTI IN ORBITA E ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE È POSSIBILE MONITORARE LE EMISSIONI DI C02. E MIGLIORARE LE PREVISIONI DEGLI EVENTI CLIMATICI PIÙ ESTREMI
Patrizia Emilio
Caraveo Cozzi
Astrofisica Giornalista
La Kaombo Norte gestita da Total al largo della costa dell'Angola che producono gas serra, la palma dei maggiori inquinatori va ai pozzi petroliferi, la cui emissione risulta essere il triplo di quella dichiarata. I combustibili fossili inquinano quando vengono estratti e trasportati, quando vengono raffinati e utilizzati. Una parabola non certo virtuosa, che oggi possiamo seguire in tempo reale attraverso le mappe pubblicate su climatetrace.org.
Misurare è un passo cruciale per combattere le emissioni di gas serra e per calcolare la compensazione per chi, pur non contribuendo all’inquinamento, è vittima delle sue conseguenze. Per questo è di fondamentale importanza ampliare e diversificare la flotta dei satelliti che opera alle diverse lunghezze d’onda.
Grazie alle risorse del Pnrr - 1,07 miliardi di euro più 230 milioni da fondi diversi -, l’Italia si doterà dal 2026 della costellazione Iride, che utilizzerà diversi tipi di apparati per monitorare lo stato del suolo. A inizio dicembre è stato firmato un contratto da 68 milioni di euro per la realizzazione dei primi 22 satelliti, dieci dei quali affidati alla torinese Argotec - già fra i protagonisti di Artemis 1 - e 12 a Ohb Italia. Forniranno alle istituzioni e a clienti privati immagini di alta risoluzione del territorio, che potrà essere monitorato grazie a passaggi frequenti. Solo così sarà possibile tenere sotto controllo le fragilità del nostro Paese, per contribuire alla prevenzione di eventi disastrosi come la tragedia di Ischia.
La prevenzione, però, deve poter contare sulla capacità di anticipare gli eventi atmosferici più violenti. Sarà uno dei compiti del nuovo satellite Meteosat Third Generation Imager-1 (o Mtg-I) lanciato il 13 dicembre per raggiungere il suo
IL LAVORO SVOLTO DA CLIMAT TRACE HA DIMOSTRATO CHE L’INDUSTRIA PETROLIFERA RILASCIA UNA QUANTITÀ DI ANIDRIDE CARBONICA TRE VOLTE SUPERIORE A QUANTO DICHIARATO punto di osservazione privilegiato nell’orbita geostazionaria, giusto sull’equatore, da dove ha sempre l’Europa e l’Africa sotto il proprio occhio vigile. È il primo di una nuova generazione di sei satelliti europei in grado di fornire informazioni basilari per il rilevamento precoce di tempeste violente, oltre che per le previsioni meteo e il monitoraggio del clima. Frutto della collaborazione annosa tra l’Agenzia spaziale europea e l’Organizzazione europea per l’esercizio dei satelliti meteorologici (Eumetsat), progettato e costruito da un consorzio di oltre 100 partner industriali europei sotto la guida di Thales Alenia Space e Leonardo (in collaborazione con Ohb e con Telespazio a realizzare e gestire il “segmento di terra”), il satellite vanta anche il primo “cacciatore di fulmini” europeo, l’unico al mondo in grado di riconoscere anche il bagliore di un singolo fulmine nel cielo. I dati di Mtg-I miglioreranno le previsioni anche su una scala temporale da minuti a ore, consentendo di fotografare la situazione quasi in tempo reale (il cosiddetto nowcasting). Basterà a scongiurare il peggio? No, ma come disse Cernan, grazie allo spazio la Terra si può conoscere. E, magari, imparare ad averne più cura.