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Noi e voi

N. 1 - ANNO LXVIII - 8 GENNAIO 2023

DIRETTORE RESPONSABILE: ALESSANDRO MAURO ROSSI

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CAPOREDATTORI CENTRALI: Leopoldo Fabiani (responsabile), Enrico Bellavia (vicario) CAPOREDATTORE: Lirio Abbate UFFICIO CENTRALE: Beatrice Dondi (vicecaporedattrice), Sabina Minardi (vicecaporedattrice), Anna Dichiarante REDAZIONE: Federica Bianchi, Paolo Biondani (inviato), Angiola Codacci-Pisanelli (caposervizio), Emanuele Coen (vicecaposervizio), Antonio Fraschilla, Vittorio Malagutti (inviato), Antonia Matarrese, Mauro Munafò (caposervizio web), Gloria Riva, Carlo Tecce (inviato), Gianfrancesco Turano (inviato), Susanna Turco ART DIRECTOR: Stefano Cipolla (caporedattore) UFFICIO GRAFICO: Martina Cozzi (caposervizio), Alessio Melandri, Emiliano Rapiti (collaboratore) PHOTOEDITOR: Tiziana Faraoni (vicecaporedattrice) RICERCA FOTOGRAFICA: Giorgia Coccia, Mauro Pelella, Elena Turrini SEGRETERIA DI REDAZIONE: Valeria Esposito (coordinamento), Sante Calvaresi, Rosangela D’Onofrio CONTROLLO DI QUALITÀ: Fausto Raso OPINIONI: Mauro Biani, Massimo Cacciari, Lucio Caracciolo, Franco Corleone, Donatella Di Cesare, Roberto Esposito, Luciano Floridi, Bernard Guetta, Sandro Magister, Bruno Manfellotto, Ignazio Marino, Ezio Mauro, Sofia Ventura, Luigi Vicinanza COLLABORATORI: Simone Alliva, Sabato Angieri, Erika Antonelli, Viola Ardone, Silvia Barbagallo, Giuliano Battiston, Marta Bellingreri, Marco Belpoliti, Caterina Bonvicini, Ivan Canu, Gino Castaldo, Giuseppe Catozzella, Manuela Cavalieri, Stefano Del Re, Francesca De Sanctis, Cesare de Seta, Roberto Di Caro, Paolo Di Paolo, Fabio Ferzetti, Alberto Flores d’Arcais, Marcello Fois, Wlodek Goldkorn, Marco Grieco, Luciana Grosso, Helena Janeczek, Alessandro Longo, Gaia Manzini, Piero Melati, Donatella Mulvoni, Matteo Nucci, Eugenio Occorsio, Massimiliano Panarari, Simone Pieranni, Sabrina Pisu, Laura Pugno, Marisa Ranieri Panetta, Mario Ricciardi, Gigi Riva, Stefania Rossini, Evelina Santangelo, Elvira Seminara, Chiara Sgreccia, Francesca Sironi, Leo Sisti, Elena Testi, Chiara Valerio, Stefano Vastano PROGETTO GRAFICO: Stefano Cipolla e Daniele Zendroni

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RISPONDE STEFANIA ROSSINI

stefania.rossini@espressoedit.it

SE ANCHE CHURCHILL CREDEVA ALL’OROSCOPO

Cara Rossini, come ogni inizio d’anno, questi sono i giorni in cui si scatenano gli astrologi che fanno a gara a raccontarci ciò che ci succederà nel prossimo futuro. Sembra incredibile, ma i numeri stanno a dimostrare che in una società secolarizzata come la nostra, dove nessuno crede più a nulla se non ai soldi, ci sono milioni di persone che ancora seguono gli oroscopi. E questo nonostante il fatto, inevitabile, che le previsioni siano quasi sempre sbagliate. Una mente razionale, di cui dovremmo essere, chi più chi meno, dotati tutti, come può credere che costellazioni lontanissime, composte da stelle che magari non esistono più, possano influire e condizionare il nostro destino? Di più, come può essere che tutti i nati sotto un determinato segno, siano condizionati alla stessa maniera dall’inesistente flusso astrale? Probabilmente tutto è dovuto all’atavica paura dell’ignoto che l’essere umano ha sempre cercato di esorcizzare, ci si rifugia dell’irrazionale per evadere da una realtà che non ci piace. Chi vuol credere negli oroscopi lo fa per affrontare la vita di tutti i giorni e può essere la stessa persona che vuol credere in un dio per affrontare la paura della morte. Mauro Chiostri Caro Chiostri, comunque la si pensi sulla fede religiosa, eviterei di equipararla alla fiducia negli oroscopi: impenetrabile e universale la prima, effimera e intercambiabile la seconda. Gli oroscopi sono al massimo un trastullo per lo spirito, un ricordo di quel pensiero magico che ci ha fatto compagnia nell’infanzia. Credere che il nostro destino dipenda dalla disposizione degli astri al momento della nascita è un’ingenuità consapevole, un piccolo tributo alla speranza che tutto vada bene. Peraltro non c’è neanche bisogno di credere all’astrologia per dare un’occhiata all’oroscopo. Non ci credevano neanche Galileo e Keplero che, pur osteggiando ufficialmente la lettura astrologica del cielo, passarono molto tempo a fare oroscopi (l’uno per divertimento, l’altro per soldi, raccontano gli storici). Sappiamo invece che circa 13 milioni di italiani (secondo una ricerca del Cicap, comitato per il controllo sulle pseudoscienze fondato da Piero Angela) ricorrono non solo all’oroscopo, ma anche a cartomanti, chiromanti, indovini, santoni, sensitivi, tutti autoabilitati a leggere il futuro. Creduloni? Certo. Ma creduloni che vanno a tenere compagnia a uomini come Churchill che fece arruolare un astrologo nell’intelligence britannica per scoprire le mosse di Hitler (a sua volta dedito all’occulto), come Fanfani, che aveva la sua astrologa personale, o anche come Andreotti, Malfatti, De Michelis e ancora oggi tanti altri tra politici, imprenditori e professionisti della finanza che non si muovono se non hanno le previsioni del presunto esperto. L’oroscopo diffuso dai giornali e altri media appare così il più innocuo tra gli strumenti divinatori, anche se è usato come fece diversi anni fa un amico giornalista di un quotidiano che ogni giorno riscriveva di suo pugno il testo del segno zodiacale di una ragazza che stava corteggiando, convincendola via via che l’uomo del suo destino somigliava proprio a lui. E la sciagurata lo sposò.

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