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L’ULTIMO CIELO INVERNALE
SALUTIAMO IL CANE MAGGIORE E L’AURIGA CHE RIVEDREMO NEL PROSSIMO AUTUNNO
Nel numero di marzo 2021 abbiamo parlato di Sirio, la stella più luminosa del cielo, e di M41, il brillante ammasso aperto situato 4,5 gradi più a sud della stella. Visibile al binocolo e anche a occhio nudo, a patto di occultare la stella con una mano. In prima serata il Cane Maggiore è ancora ben visibile in meridiano, e allora appro ttiamo per dare un’occhiata ad altri ammassi aperti meno appariscenti, ma alla portata di una strumentazione modesta.
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TRE DEBOLI AMMASSI
Ha ner 6 si trova 22’ a ENE di NGC 2359, la nebulosa “Elmo di or” (vedi Cosmo n. 26). È un ammasso aperto molto lontano, distante circa 10mila anni luce e con un’età poco inferiore ai 700 milioni di anni. In strumenti da 20 cm di diametro appare molto debole, ma anche in telescopi più grandi è solo un piccolo gruppo di una decina di stelline, nove delle quali ricordano un cuore. Questo oggetto è stato catalogato dall’astronomo tedesco Hans Ha ner, attivo all’osservatorio di Gottinga dal 1941 al 1953, dove si è dedicato alla fotometria degli ammassi aperti. Basel 11A si trova circa 50’ a SSW di NGC 2359. In piccoli telescopi da 10-15 cm si notano solo due stelle brillanti di magnitudini 7 e 9,5, distanti 2,5’ in direzione NNW-SSE, mentre uno strumento da 30 cm ne mostra la struttura di ammasso aperto. È abbastanza serrato, di forma vagamente triangolare, con il vertice più acuto che punta verso un piccolo arco di quattro stelline a nord-est. Una “V” di stelline deboli di luminosità uniforme si trova attorno alla stella più brillante, nella parte occidentale dell’ammasso. Nei dintorni, 3,5° a SSW dal precedente e 6° scarsi a est di Sirio, si trova Ha ner 23. Già in un 15 cm a circa 50 ingrandimenti si possono contare 15-20 stelline disperse su un fondo nemente screziato, esteso una dozzina di primi. In strumenti da 40 cm appare come un gruppo irregolare, dove si contano una decina di stelle brillanti, con al centro la più luminosa, di 9a grandezza, e molte altre più deboli sparse su un’area quasi circolare. L’ammasso è abbastanza ben de nito verso sud, per la presenza di un’ampia zona vuota, allungata da est a ovest.
Una Breve Escursione Con Il Cocchio Celeste
L’Auriga è una tipica costellazione invernale, in parte circumpolare, che si estende dai 28 ai 56 gradi di declinazione; estesa 657 gradi quadrati, è dominata dalla brillante Capella (Alfa Aurigae), la sesta stella più luminosa del cielo. Il nome deriva dal latino “capretta”; la mitologia la identi ca infatti con la capra Amaltea, la nutrice di Giove, che si era spezzata un corno contro un albero; le ninfe lo raccolsero e lo coronarono di ori, così Giove promise loro che da questo corno sarebbe scaturito tutto ciò che avessero desiderato; per questo fu chiamato cornucopia, il “corno dell’abbondanza”.
» A sinistra:mappa del Cane Maggiore. Sono riportati i tre ammassi aperti descritti nel testo. Sotto:il cielo attorno alle 10 di sera guardando verso ovest, quando l’Auriga si trova in posizione più comoda per essere osservata; si notino le stelle brillanti presenti in zona.

Capella ha lo stesso spettro e la stessa temperatura super ciale del Sole, ma queste sono le uniche caratteristiche in comune con la nostra stella. È una doppia spettroscopica, le cui componenti, risolte con un interferometro, hanno una separazione di soli 0,05 secondi d’arco. Le due stelle del sistema sono più massicce del Sole, con masse pari rispettivamente a 2,7 e 2,6 volte quella solare, che le collocano nel “ramo delle giganti” del diagramma Hertzsprung-Russel. Combinando la loro distanza apparente con quella del sistema, situato a circa 45 anni luce da noi, si determina che la distanza e ettiva tra le due componenti è di un centinaio di milioni di chilometri. Trovandosi a una declinazione di 46°, Capella è circumpolare per chi osserva dalla latitudine di Milano, o meglio ancora dalla cerchia alpina, anche se i fenomeni di estinzione atmosferica ne rendono problematica l’identi cazione quando si trova alla minima altezza.
Qualche osservatore potrà tentare di cercarla in luglio attorno alla mezzanotte.
UN CELEBRE TRIO
DI AMMASSI APERTI
Ci stiamo riferendo a M36, M37 e M38, facilmente visibili in un cercatore e trasformati da un piccolo telescopio in scrigni di gemme scintillanti. Furono scoperti da Giovanni Battista Hodierna nel 1654, oltre 100 anni prima che Messier li elencasse nel suo famoso catalogo. Ma le descrizioni di questo architetto e astronomo siciliano sono molto scarne e non rendono l’idea di cosa fosse possibile vedere con gli strumenti dell’epoca. Il primo e il terzo si trovano all’interno del pentagono irregolare che costituisce l’asterismo principale dell’Auriga, mentre M37 è situato all’esterno, 2 gradi a sud-est del punto mediano della congiungente Beta Tauri- eta Aurigae. M37 è senza dubbio uno dei più belli ammassi aperti che è possibile osservare con piccoli strumenti: in uno strumento da 15 cm a 50 ingrandimenti è già perfettamente risolto in un tto luccichio di stelle che si staglia su un campo molto ricco. Appare di forma vagamente ellittica, orientato da est a ovest, con stelle a basso range di luminosità. Una stella arancione di 9a grandezza si trova proprio nel centro. Sino alla magnitudine 13 ne sono presenti 170 e ben 570 sono più brillanti della 16a: osservando in uno strumento da 40 cm, occorre metà nottata per contarle tutte! M37 è distante 4600 anni luce e ha un’età di circa 200 milioni di anni. Si può provare a rintracciarlo a occhio nudo, sotto il cielo limpido di una località di alta montagna. M36 è abbastanza concentrato e presenta stelle con maggior di erenze di luminosità; le più brillanti, che nei grandi binocoli possono talvolta mostrare lievi sfumature di colore, sembrano dipartirsi dal centro come le zampe un grosso ragno. M36 è distante circa 4100 anni luce e ha circa 25 milioni di anni, un dato che si ottiene dal buon numero di stelle azzurre presenti nell’ammasso.
M38 è il più di cile dei tre: distante 4200 anni luce, è visibile come una debole macchia a basso gradiente di luce nei binocoli, dove si può averlo nello stesso campo dell’ammasso precedente. Può talvolta apparire poco più esteso di M37, più uniforme in luminosità e di aspetto quadrangolare.
È il più vicino dei tre, trovandosi a 2750 anni luce da noi, ma alcune fonti lo pongono a una distanza simile a quella di M36, anche se l’età risulta essere analoga a quella di M37. È opportuno dare un’occhiata anche al piccolo e compatto NGC 1907 situato una circa 30’ a sud; è un oggetto prettamente telescopico, pur potendolo già intravvedere in un binocolo 12×50. In uno strumento da 20-25 cm, a un centinaio di ingrandimenti, si possono contare circa 30 stelle con basso range di luminosità, distribuite su un’area estesa 5 primi.
