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FENOMENO DEL MESE
DI WALTER FERRERI
soltanto la brillantezza dei due pianeti, ma anche la loro vicinanza. Infatti, molte congiunzioni avvengono a diversi gradi di distanza, con i due corpi celesti relativamente lontani fra di loro. Questa congiunzione sarà così stretta che i due pianeti si potranno osservare nello stesso campo telescopico.
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Osservare E Fotografare La Congiunzione
In questa circostanza, un comune binocolo mostrerà due “stelle” distinte più lontane l’una dall’altra di quanto non si veda a occhio nudo, ma la natura planetaria di Giove può essere messa in evidenza con lo stesso strumento dalla percezione del suo disco e dalla visione dei suoi satelliti. Ciò nonostante, per una persona inconsapevole che osservi con un modesto binocolo (come un galileiano da 3 ingrandimenti), potrebbe benissimo trattarsi di due stelle luminose, dato che è di cile da mettere in evidenza anche il disco di Giove con un ingrandimento così moderato. Il carattere planetario di entrambi i corpi inizia a emergere se si guarda con un potente binocolo o con un cannocchiale. Allora si vede anche il disco di Venere e con chiarezza i satelliti galileiani di Giove. Guardando con uno strumento, sarà interessante notare quanto Venere sia più brillante e di tonalità più bianca di Giove. Con un potere di 40-50 volte e un oculare a grande campo, si possono avere in campo entrambi i pianeti senza che questi siano troppo prossimi ai bordi. La congiunzione è molto facile da fotografare, grazie alla brillantezza dei due pianeti. Anzi, con degli sfondi suggestivi, si possono ottenere
Le Rare Occultazioni Planetarie E Non Solo
Congiunzioni planetarie così strette da arrivare a provocare delle occultazioni, ovvero sovrapposizioni apparenti dei rispettivi dischi, sono fenomeni rarissimi; l’ultima è avvenuta il 3 gennaio 1818 (Venere davanti a Giove) e la prossima è prevista per il 14 settembre 2123 (ancora Venere che passa davanti a Giove; ma non sarà precisamente un’occultazione, quanto un transito, vediin figura una simulazione realizzata con Stellarium). Il fatto che le occultazioni interessino soprattutto Venere e Giove non è casuale, ma è dovuto alle maggiori dimensioni angolari che questi pianeti presentano per un osservatore terrestre.
Secondo alcuni studiosi, fu proprio un fenomeno di questo tipo, anche se in luogo di Venere vi era Saturno, che generò la visione della “stella di Betlemme” narrata dal Vangelo di Matteo. Intorno all’anno 7 avanti Cristo vi fu in e etti una triplice congiunzione Giove-Saturno.
Fu “triplice” perché i pianeti si incontrarono tre volte: Giove passò una prima volta vicino a Saturno, superandolo; poi, retrogradando - perché “superato” dalla Terrapassò una seconda volta in prossimità di Saturno e quindi lo incontrò una terza volta per superarlo definitivamente.
risultati spettacolari. Per riprenderla, vanno già bene uno smartphone o una fotocamera compatta. Da un punto di vista estetico, le luci del tramonto, quando il cielo è ancora un po’ chiaro, consentono di ottenere un’immagine più gradevole. In queste circostanze gli automatismi assolvono egregiamente allo scopo, anche se probabilmente una sottoesposizione di uno o due stop forniranno risultati più incisivi. Orientativamente, la posa può essere di un secondo con aperture e sensibilità usuali.
È consigliabile appoggiarsi per essere più fermi o posare la fotocamera in modo che rimanga immobile durante la posa; l’ideale è utilizzare un treppiede. Comunque, grazie al digitale, è possibile veri care subito il risultato e quindi variare sia l’esposizione che la stabilità, per raggiungere la resa migliore. L’uso di teleobiettivi o zoom a focali lunghe rendono l’appoggio imperativo e rivelano meglio i due pianeti, ma oltre un certo limite si perde l’e etto congiunzione. Conviene riprendere una serie di immagini con focali via via crescenti. Per esempio, con uno zoom si possono utilizzare le focali grandangolari estreme più altre intermedie. Anche con teleobiettivi potenti non è necessario un movimento compensatore della rotazione terrestre, perché le pose non eccedono pochi secondi. Per fortuna, il divario in luminosità super ciale tra i due pianeti è abbastanza contenuto, così che si possa esporre correttamente per entrambi. È vero che una esposizione corretta di Giove produce una sovraesposizione per Venere, mentre un’esposizione corretta di Venere conduce a una sottoesposizione per Giove, ma in forma contenuta. Tra le due opzioni è preferibile esporre correttamente Giove, perché i sensori elettronici forniscono un’immagine più leggibile con una sovraesposizione che non viceversa. Non è possibile avere entrambi i pianeti nella stessa immagine, se si vogliono riprendere ad alta risoluzione, poiché in tale modalità di rado il campo eccede i 15’. Comunque, questa non è l’occasione per riprendere i dettagli di Giove, dato che è lontano dall’opposizione ed è pure basso sull’orizzonte. Questa posizione sconsiglia anche la fotogra a ad alta risoluzione di Venere, che è preferibile quando il pianeta è più alto sopra l’orizzonte, nonostante che allora il Sole non sia ancora tramontato.
*WALTER FERRERI SI È OCCUPATO DI RICERCA
SCIENTIFICA, DI TELESCOPI E DI ASTROFOTOGRAFIA PRESSO
L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI TORINO. NEL 1977 HA FONDATO LA RIVISTA ORIONE.