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EXTRATERRESTRI
CON LE RICERCHE SETI CI PONIAMO IN ASCOLTO RADIO DI ET; MA SE PROVASSIMO NOI A TRASMETTERE?
Abbiamo recentemente fatto il punto sulle tecnologie Seti (Search of Extraterrestrial Intelligence) e abbiamo visto il progetto più avanzato al riguardo, il Cosmic Seti (vedi Cosmo n. 31). Ma ci sono anche progetti che puntano a inviare messaggi nel cosmo verso eventuali intelligenze aliene, nonostante lo scetticismo di molti ricercatori sulle possibilità di stabilire un contatto con E.T. (vedi la rubrica di Franco Malerba e l’intervista a Piero Benvenuti su Cosmo n. 36).
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Oltretutto, il grande cosmologo Stephen Hawking invitava a essere cauti nell’inviare messaggi nello spazio, dato che gli alieni potrebbero non essere amichevoli. Segnalare la nostra presenza potrebbe offrire un pianeta ospitale e ricco di risorse a una civiltà tecnologicamente più avanzata, che potrebbe non farsi scrupoli nell’annientarci (succede anche tra gli esseri umani). Un tema spesso utilizzato nelle fiction cinematografiche, come Independence Day (1996) e il suo sequel del 2016.
Forse Hawking non aveva tutti i torti e sarebbe saggio non attirare troppo l’attenzione verso di noi. Prevale comunque l’idea che gli alieni siano essere animati da sentimenti altruistici, partendo dall’assunto che una civiltà sopravvissuta per millenni debba essere poco incline ai conflitti interni e ancor meno a quelli interstellari. In particolare, si cerca di spedire messaggi verso stelle di tipo solare potenzialmente ospitali o dove sia stata appurata la presenza di esopianeti.
I Primi Tentativi Meti
Sin dall’inizio dell’era spaziale, ci sono stati tanti tentativi di spedire “Messaggi per intelligenze extraterrestri” (Meti). Il primo fu un messaggio Morse inviato nel 1962 verso Venere dall’Evpatoria
» A destra: l’ammasso globulare M13 nella costellazione di Ercole, ripreso dal telescopio spaziale Hubble Verso M13 è in viaggio il “Messaggio di Arecibo”, che ha compiuto finora lo 0,2 per cento del percorso.
Planetary Radar (Epr) da 70 metri situato in Crimea, al tempo sovietica. Il messaggio – un po’ di parte - era formato solo da tre parole: Pace, Lenin e Urss. Il 16 novembre 1974 partì dal radiotelescopio di Arecibo a Porto Rico il segnale più potente mai trasmesso nello spazio. Progettato dal ricercatore Seti Frank Drake (che è mancato il 2 settembre scorso) e dal divulgatore scientifico Carl Sagan, il “Messaggio di Arecibo” aveva lo scopo di dimostrare il livello di realizzazione tecnologica dell’umanità. Era stato ideato in occasione di un aggiornamento del radiotelescopio, per dimostrare le nuove capacità dello strumento anche come trasmettitore radar. Il messaggio riproduceva un pittogramma ottenuto da 1679 cifre binarie (210 byte), disposte su rettangolo di 73 righe da 23 caratteri ciascuna (entrambi numeri primi, per impedire differenti partizioni).
Le cifre binarie (0 e 1) erano prodotte spostando la frequenza a una velocità di 10 bit al secondo; la trasmissione completa era durata meno di tre minuti
Il pittogramma forniva informazioni scienti che, geogra che, biologiche e astronomiche in diversi colori.
Il messaggio fu indirizzato verso l’ammasso globulare M13, distante circa 23mila anni luce nella costellazione di Ercole, assumendo che potesse essere raccolto da un’antenna con le stesse potenzialità di quella di partenza. Si credeva che l’ammasso fosse un buon ambiente per trovare civiltà intelligenti per via dell’antichità di formazione, calcolata in almeno 11 miliardi di anni. In realtà, la “metallicità” delle sue stelle è molto bassa, perciò è improbabile che in M13 si siano formate nuove stelle capaci di sostenere una chimica organica complessa. Drake e Sagan decisero di usare un linguaggio matematico, convinti che la matematica sia un linguaggio universale, facile da interpretare da qualsiasi forma di vita intelligente.
Sembra che il segnale schiverà di poco l’ammasso, perché durante i 23mila anni di durata del viaggio, M13 si sarà spostato lungo la sua orbita galattica. Ma il “Messaggio di Arecibo” è stato comunque un pioniere nell’ambito dei Meti.
IL NUOVO MESSAGGIO BITG
Dopo 48 anni, il “Messaggio di Arecibo” è stato aggiornato e sarà indirizzato verso altre destinazioni.
Un team internazionale, guidato da Jonathan H. Jiang del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, ha realizzato e Beacon in e Galaxy Message (Bitg), che combina contenuti del messaggio originale di Arecibo con altri tentativi Meti realizzati sinora, compresi quelli sici, come le targhe imbarcate sulle sonde Pioneer e i dischi caricati sulle Voyager
Il Bitg bilancia la necessità di contenuti accattivanti, per suscitare l’interesse del destinatario, e una base scienti ca necessaria per comprendere il messaggio che vuole presentare gli esseri umani e il loro mondo. Con la speranza di allettare una risposta dai destinatari alieni. A di erenza del messaggio di Arecibo, inteso principalmente come dimostrazione tecnologica, Bitg mira all’area della Via Lattea che ha la maggior probabilità di ospitare vita intelligente.
Il nuovo messaggio è composto da 13 pagine di circa 204mila cifre binarie, per un totale di 25.500 byte. Secondo il team, il radiotelescopio cinese Fast da 500 metri di diametro

