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IN VIAGGIO TRA I PIANETI CON IL MOTORE NUCLEARE DRACO

La Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) si è unita nel progetto Nasa per lo sviluppo di un razzo a propulsione nucleare per le future missioni interplanetarie. Il progetto Draco (Demonstration Rocket for Agile Cislunar Operations) è nato proprio con l’intento di creare un reattore a ssione nucleare che produca una spinta scaldando idrogeno che viene espulso dall’ugello del razzo. Secondo le stime teoriche, un motore di questo genere sarebbe da 5 a 7 volte più e ciente di un motore chimico, accorciando notevolmente i viaggi spaziali di lunga durata. Per esempio, sarebbe possibile raggiungere Marte in un mese e mezzo, invece dei sei mesi attuali.

Il primo test nello spazio è previsto per il 2027, una scadenza ambiziosa per una ricerca tanto complessa. La Darpa contribuirà mettendo a disposizione la propria expertise in progetti simili, e nello speci co si occuperà della supervisione sulla sicurezza dello sviluppo e sulla gestione dei contratti con tutti gli enti che partecipano al progetto.

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“Il dominio spaziale è fondamentale per il commercio moderno, la scoperta scienti ca e la sicurezza nazionale”, ha dichiarato la direttrice della Darpa, Stefanie Tompkins. “Compiere progressi nella tecnologia spaziale attraverso il programma di razzi a propulsione nucleare Draco sarà essenziale per una maggiore e cienza e rapidità nel trasporto di materiale e persone verso la Luna e Marte”.

Primo Lancio Dagli Usa Di Rocket Lab

L’azienda neozelandese Rocket Lab ha completato fra il 24 e il 25 gennaio il suo primo lancio da una rampa negli Stati Uniti: un razzo Electron è partito dal Rocket Lab Launch Complex 2 in Virginia. La nuova rampa si va ad aggiungere alle altre due collocate in Nuova Zelanda, da cui l’azienda può lanciare i suoi razzi. Questo aiuterà Rocket Lab a realizzare dei lanci su misura per i suoi clienti. Un risultato importante per competere con chi, come SpaceX, riesce a lanciare a prezzi notevolmente inferiori. Gli altri 13 lanci Electron in programma per il 2023 saranno suddivisi fra Nuova Zelanda e USA, per garantire che il carico (payload) venga consegnato in orbita quando il cliente ne ha necessità.

La base in Virginia sarà utilizzata anche per il lanciatore mediopesante Neutron, che debutterà l’anno prossimo. Anche questo razzo potrà essere recuperato, ma in modo più simile all’atterraggio verticale dei Falcon 9, piuttosto che alla di cile presa in volo degli Electron. Il recupero del primo stadio del razzo non sarà tentato nella nuova rampa, e infatti il booster di questo primo lancio statunitense è andato perduto. Il payload è stato però portato con successo in orbita, a una quota di 550 km: si trattava dei primi tre satelliti della costellazione di HawkEye 360. L’azienda, con sede in Virginia, ha già sottoscritto un contratto con Rocket Lab per il lancio di 15 satelliti fra il 2023 e il 2024.

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