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1LA FUSIONE NUCLEARE SU UN ESOPIANETA
Mentre sulla Terra ci affanniamo a cercare di realizzare la fusione nucleare nei laboratori (vedi le Space News di Cosmo n. 36), c’è un esopianeta in cui incredibilmente questa reazione si verifica in modo del tutto naturale.
Lo spettrografo Gravity del Very Large Telescope (Vlt) è riuscito a caratterizzare l’atmosfera di un esopianeta situato a 125 anni luce di distanza, facendo intuire che al suo interno siano in atto processi di fusione nucleare. Già si sapeva che attorno alla stella HD 206893 orbita una nana bruna da quasi trenta masse gioviane. Ma successive misure di velocità radiale eseguite dal telescopio spaziale Gaia dell’Esa hanno rivelato anche la presenza di un pianeta, un gigante gassoso da 12,7 masse gioviane, che è stato chiamato HD 206893c
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La conferma è arrivata da Gravity, grazie all’imaging diretto e alla tecnica interferometrica, sfruttando il segnale combinato dei quattro telescopi del Vlt dell’Eso in Cile (figura). Analizzando i dati raccolti, gli astronomi del team guidato da Sasha Hinkley (Università di Exeter, UK) si sono accorti che quel grande pianeta “fa luce”. La sua massa lo colloca in quella zona di transizione in cui un pianeta riesce a esercitare all’interno una pressione tale da avviare processi di fusione nucleare. Precisamente del deuterio, un isotopo dell’idrogeno che richiede temperature e pressioni molto minori di quelle necessarie alla fusione dell’idrogeno più comune.
A Met Strada Tra Noi E Andromeda
Una popolazione di 208 vecchie stelle variabili di tipo RR Lyrae risiede a metà strada fra la Via Lattea e la vicina galassia di Andromeda, a circa un milione di anni luce da noi. Stelle appartenenti all’alone esterno della Via Lattea, che riducono con la loro presenza il margine che separa la nostra Galassia dal suo destino: quello di fondersi con Andromeda, per creare la supergalassia che è stata già battezzata Milkomeda. Questo gruppo di stelle mette in discussione anche la definizione di confine delle galassie, che dipende dalla estensione degli aloni.
La nostra Galassia e la sua dirimpettaia sono talmente grandi e vicine che non c’è quasi spazio vuoto nel mezzo. Anche se mancano ancora 5 miliardi di anni alla fusione, un destino inesorabile, determinato dal movimento delle due galassie che si avvicinano alla velocità di 120 km al secondo
La scoperta di queste stelle è avvenuta esaminando i dati raccolti dalla Next Generation Virgo Cluster Survey (Ngvs), un programma di studio dell’ammasso di galassie della Vergine. Nella ripresa di queste galassie, il Canada-France-Hawaii Telescope ha catturato anche le stelle variabili RR Lyrae del nostro alone. Stelle di cui è possibile misurare con precisione la distanza, grazie alla relazione precisa tra il loro periodo di pulsazione e luminosità, e che potrebbero mettere alla prova i modelli attuali delle dimensioni e della massa della nostra Galassia.
Un Antipasto Asteroidale Per Lucy
In attesa di raggiungere gli otto asteroidi che costituiscono i suoi obiettivi primari (vedi Cosmo n. 18), la sonda Lucy della Nasa potrà incontrare un nono asteroide già il prossimo novembre grazie a una lieve correzione di rotta. Con solo 700 metri di diametro, 1999 VD57 sarà il più piccolo asteroide della Fascia principale mai avvicinato da un veicolo spaziale e consentirà di condurre un importante test sui sistemi di bordo della sonda.
Lanciata il 16 ottobre 2021 verso gli asteroidi “troiani” di Giove, Lucy studierà questi piccoli corpi che condividono l’orbita del pianeta gigante, per raccogliere informazioni sulla formazione dei pianeti, trattandosi degli scarti dei materiali che si conglomerarono ai primordi del Sistema solare per formare i primi planetesimi Lucy avrebbe dovuto attendere il 2025 per il suo primo incontro con un asteroide, mentre questa piccola deviazione le permetterà di gustare un “antipasto” della sua importante missione già tra pochi mesi.
I calcoli hanno mostrato che sarebbe passata a 65mila km da 1999 VD57, una distanza esagerata per un asteroide così piccolo. Ma la lieve correzione di rotta, che verrà e ettuata nel prossimo mese di maggio, potrà ridurre questa distanza a soli 450 km in occasione del y-by, che avverrà il primo novembre 2023. Inquadra il QR per un video dedicato alla missione Lucy
Il Primo Lancio Di Ariane 6
Il battesimo del volo per il nuovo e potente razzo vettore europeo Ariane 6 avverrà (salvo intoppi) a ne 2023. Lo ha confermato Philippe Baptiste, presidente del Cnes, l’Agenzia spaziale francese, in occasione del tradizionale incontro di inizio anno con i media.
Il 23 giugno scorso è stata completata la costruzione del primo esemplare del nuovo razzo, che l’11 luglio è stato posizionato sulla piattaforma di lancio a Kourou nella Guyana francese per i test statici. Tutte le operazioni si stanno svolgendo con un ritardo di almeno tre anni rispetto a quanto previsto dall’originale tabella di marcia. Il primo Ariane 6 sarebbe dovuto partire nel 2020, ma alcuni problemi tecnici riscontrati durante la fase di sviluppo si sono sommati a quelli causati dalla pandemia, accumulando ritardi.
Intanto, l’Ariane 5 si avvia verso una meritata pensione dopo il suo ultimo lancio, il n. 115, della sonda Juice, che avverrà in aprile. L’Agenzia spaziale europea deve anche pensare come riassettare la otta dei suoi lanciatori, dopo il deterioramento dei rapporti con la Russia a causa della guerra in Ucraina, che impedisce il ricorso ai vettori Sojuz. Mentre il settore medio-basso è occupato dal Vega e quello alto sarà occupato da Ariane 6, per il settore medio-alto che era occupato dai Sojuz probabilmente ricorrerà ai Falcon 9 di SpaceX.
In Idrovolante Su Titano
La Nasa ha recentemente selezionato 14 progetti sperimentali e innovativi per le future missioni di esplorazione del Sistema solare. Tra questi, uno dei più originali riguarda una sorta di idrovolante progettato appositamente per operare su Titano, la luna di Saturno ricca di laghi di idrocarburi e sinora visitata solo dalla mini-sonda europea Huygens
Pur essendo ancora in fase di progetto (e già nanziato) la missione TitanAir ha l’obiettivo di inviare un veicolo simile a un idrovolante in grado di volare nell’atmosfera di Titano e raccogliere la condensazione di metano e sostanze organiche complesse sospese. Il veicolo dovrebbe essere in grado di planare e atterrare sulla super cie dei laghi, allo scopo di raccogliere campioni di liquidi da analizzare. Un altro progetto, sempre in fase sperimentale, è ideato e progettato dai laboratori di Lunar Resources, con sede a Houston. Prevede di installare un condotto di ossigeno sulla super cie della Luna, a supporto dei futuri insediamenti umani, in programma con le missioni Artemis e con quellidelle compagnie private. L’obiettivo è quello di estrarre ossigeno dalla polvere e acqua dai depositi ghiacciati del Polo sud, per poi utilizzare le pompe lungo una sorta di oleodotto lungo 5 chilometri.
Ultimi Test A Terra Per Starship
Il 23 gennaio scorso SpaceX ha e ettuato il primo Wet Dress Rehearsal del sistema di lancio Starship, cioè il test di carico del carburante.
La navicella è stata impilata sul booster Super Heavy ed entrambi sono stati riempiti di metano e ossigeno liquidi. Il razzo, alto complessivamente circa 120 metri, è stato rifornito con più di 4500 tonnellate di carburante in un’ora e 15 minuti. Dopo la conclusione del test, gli operai di Starbase, in Texas, hanno rimosso la navicella e l’hanno trasferita al sito di costruzione per la messa a punto dello scudo termico
Nel frattempo, al booster sono stati aggiunti i 33 motori Raptor per il successivo static re test, la prova di accensione dei motori da fermo. A subire lo sforzo non è solo il gigantesco booster, ma anche la stessa base di lancio, che deve resistere a una potenza mai sprigionata prima d’ora da un razzo. Queste prove servono per il primo test di lancio orbitale, ma SpaceX ha bisogno anche di una serie di permessi per raggiungere lo spazio con la Starship. Quello riguardante le telecomunicazioni è già stato ottenuto: la Federal Communications Commission ha rilasciato all’azienda di Elon Musk un permesso valido no al 20 settembre per comunicare con Starship tramite la rete Starlink. Quando la Federal Aviation Administration rilascerà anche i permessi di volo, allora si accenderà la luce verde per il lancio.