

I nuovi dati di YouGov, commissionati da BlackRock, indicano che la nuova generazione di investitori europei sta adottando numerosi Exchange traded fund (Etf). La ricerca, che analizza l’età, l’esperienza di investimento e la posizione di mercato dei potenziali investitori in Etf, in 14 paesi europei, offre una nuova visione dell’attuale e futuro possesso di Etf in Europa. Emergono con chiarezza tre tendenze chiave: i mercati degli Etf in Europa hanno lo slancio per crescere a ritmo sostenuto; gli Etf sono sempre più utilizzati dalle persone come punto di partenza per gli investimenti; gli investitori in Etf sono sempre più giovani. La diffusione europea degli Etf varia da paese a paese, ma ci sono ancora margini di crescita ovunque. La Germania è già il paese con il maggior numero di investitori in Etf in Europa, in termini di dimensioni del mercato, grazie all’evoluzione delle piattaforme di distribuzione digitale e alla crescente popolarità dei piani di risparmio in Etf. C’è ancora spazio per crescere. I paesi con una bassa penetrazione del mercato degli Etf presentano il maggiore potenziale di crescita. In Spagna e Portogallo, poco più di un milione di persone sono propense a investire tramite Etf nei prossimi 12 mesi, il che rappresenta una crescita relativa del 64% nei mercati Etf spagnoli e portoghesi. Francia, Belgio e Paesi Bassi registrano un tasso di crescita combinato elevato, pari al 42%, mentre per il Regno Unito si prevede un tasso di crescita del 56%. E secondo le proiezioni, in Italia il numero di investitori in Etf crescerà di oltre 800mila persone, pari a un incremento del 39% del mercato nazionale degli investimenti in Etf. La Generazione Z e i Millennial stanno emergendo come forza trainante per la crescita del mercato europeo degli Etf, mentre attualmente gli Etf sono in gran parte detenuti da investitori in una fascia di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Secondo YouGov, gli investitori di età superiore ai 35 anni rappresentano il 63% degli attuali possessori di Etf. In tutta Europa, il 54% dei futuri investitori in Etf avrà un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, rispetto al 32% dei nuovi investitori di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Ciò rappresenta un’inversione di tendenza in termini di detenzione, in quanto gli ultra trentacinquenni rappresenteranno solo il 46% dei possessori di Etf.
Gli Exchange traded fund incontrano un sempre maggiore apprezzamento nella Generazione Z e tra i Millennial Gli under 35 saranno la forza trainante per la crescita di questi prodotti
anno 6 - numero 62 - giugno 2023 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 24 del 31/01/2018
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Matilde Balestra, Andrea Barzaghi, Edoardo Blosi, Alessio Grassi, Riccardo Simone, Daniele Tortoriello, Francesca Vercesi
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Foto di Donato Savatteri in copertina e nell’intervista alle pagine 12-15 by Laila Pozzo
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Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro
Il
La trappola della liquidità. È l’argomento al centro di un’analisi nel blog di Pictet Asset Management (Pictet per te) che cita il pensiero del grande economista John Maynard Keynes, “C’è un caso”, scrivono gli esperti di Pictet AM, “in cui l’economia si trova in una situazione di stallo. Si chiama trappola della liquidità e si verifica quando gli operatori economici, condizionati da aspettative future negative e da tassi bassi, decidono di trattenere denaro anziché investirlo. Quando scatta la trappola, la politica monetaria (avendo esaurito gli strumenti convenzionali a propria disposizione) esaurisce la propria capacità di influire sull’economia. Ma vediamo, più nel dettaglio, quali sono
Opinion
i meccanismi che governano questo scenario. In condizioni normali, le banche centrali riducono i tassi per stimolare la domanda di moneta, con l’obiettivo di incentivare prestiti e investimenti. Quando però i tassi si abbassano al di sotto di un livello critico (vicino allo zero), imprese e famiglie, secondo Keynes, preferiscono accumulare liquidità piuttosto che investire. Succede perché gli operatori economici si aspettano un rialzo futuro dei tassi. Aspettano quindi di acquistare titoli di nuova emissione più remunerativi e sperano di evitare perdite patrimoniali (perché quando i tassi aumentano, il credito in portafoglio perde valore). Ed è qui che scatta la trappola.
COME EVITARE QUELLA TRAPPOLA
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Il fondo è classificato come ex articolo 9 della SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation).
AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave (KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. Nel caso di stacco cedola, l’importo da distribuire potrà anche essere superiore al risultato conseguito dal fondo, rappresentando in tal caso rimborso di capitale.
* Fonte: ESMA - Fund portfolio networks: a climate risk perspective.
** Le società in portafoglio sono selezionate fra quelle incluse nella lista della Science Based Targets initiative, con obiettivo di dimezzare le emissioni nette entro il 2030 e azzerarle entro il 2050.
Il cambiamento clima co ha importan conseguenze anche sugli inves men finanziari*.
Le turbolenze dei mercati finanziari hanno inciso sui risultati dei fondi pensione, tanto per le linee di investimento a maggiore contenuto azionario quanto per quelle obbligazionarie. A dirlo è l’ultima relazione della Covip, secondo cui i comparti azionari hanno registrato perdite in media pari all’11,7% nei fondi negoziali, al 12,5% nei fondi aperti e al 13,2% nei Pip. Per le linee bilanciate i rendimenti medi sono stati negativi in tutte le forme pensionistiche.
Il gestore elvetico Lombard Odier
Investment Managers ha annunciato insieme a Systemiq di aver siglato una nuova partnership strategica dalla quale nascerà HolistiQ Investment Partners. Si tratta di una nuova piattaforma per gli investimenti sostenibili.
I gestori senior di Gam Investments hanno dichiarato in una lettera di sostenere con forza la decisione del cda di Gam Holding di raccomandare l’offerta di Liontrust Asset Management per tutte le azioni di Gam, ritenendo che ciò sia nel migliore interesse dei clienti.
Fidelity International ha annunciato il lancio del Fast - Global Multi Asset Thematic 60 Fund. Il fondo è gestito attivamente e investe direttamente o indirettamente in un portafoglio diversificato di titoli azionari e obbligazionari.
J.P. Morgan Chase ha raggiunto un accordo per il pagamento di circa 290 milioni di dollari come patteggiamento nella class action intentata dalle vittime di Jeffrey Epstein, il finanziere arrestato nel 2019 con gravissime accuse di molestie sessuali e morto suicida in carcere il 10 agosto dello stesso anno. La causa contro J.P. Morgan mirava a ritenerla la finanziariamente responsabile, avendo mantenuto rapporti con Epstein anche dopo la sua condanna.
Pharus Management e Finint Private Bank hanno lanciato Progetto Tutela, per la creazione di opportunità d’investimento dedicate agli appartenenti alle categorie protette. L’iniziativa sociale si rivolge a tutori e amministratori di sostegno di persone bisognose di tutela.
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Mattone contro cedola, cedola contro mattone. Quando si tratta di investire i propri risparmi, molte famiglie italiane rinunciano difficilmente ai loro grandi amori: gli immobili e le rendite sicure (o presunte tali), che si ottengono dalle locazioni o dall’acquisto di bond e titoli di stato. Ma perché, viene da chiedersi, non pensare a qualche altra strada da percorrere, per costruire un portafoglio che segua le stesse logiche ma nello stesso tempo assicuri un grado maggiore di diversificazione e liquidità? Proprio partendo da questo interrogativo, la casa di gestione internazionale T. Rowe Price ha deciso di proporre un’alternativa ai risparmiatori del nostro Paese: una gamma di fondi a cedola con rendimenti periodici distribuiti ai possessori delle quote, che possono così soddisfare i loro bisogni incassando rendimenti periodici nel tempo. Ne parla in questa intervista Donato Savatteri, head of Southern Europe di T. Rowe Price.
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I trilioni di dollari gestiti
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I professionisti della società nell’azionario
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I professionisti della società nell’obbligazionario
Dottor Savatteri, perché un fondo a cedola dovrebbe rappresentare oggi una valida alternativa all’investimento immobiliare?
Prima di rispondere, apro una parentesi. Durante l’ultima edizione del Salone del Risparmio abbiamo presentato uno studio realizzato in collaborazione con Nomisma con risultati che non lasciano spazio a dubbi. Oggi gran parte degli italiani ama ancora tantissimo mettere i propri soldi nel mattone, che si tratti di prime o seconde case. Soltanto il 13% dei nostri connazionali, per esempio, non possiede neppure un immobile mentre l’80% considera l’acquisto di un’abitazione come una forma di investimento sicura. Una quota del 79-80% ritiene che acquistare una casa e metterla in affitto sia una scelta sempre conveniente e capace di garantire una rendita certa.
Dunque?
Il legame tra gli italiani e gli immobili, insomma, resta indubbiamente molto solido. Peccato, però, che ci siano degli aspetti tutt’altro che trascurabili che non vanno sottovalutati. Oggi, con il rincaro dei tassi, i mutui immobiliari sono meno convenienti
e meno accessibili che negli anni scorsi. Inoltre, l’acquisto di una casa non è a costo zero né privo totalmente di rischi. Ci sono spese notarili e di intermediazione e per la manutenzione del fabbricato, oltre alle imposte come l’Imu. E c’è sempre la possibilità di imbattersi in un inquilino moroso che non paga regolarmente i canoni di locazione dovuti. L’investimento immobiliare, insomma, è una vera e propria asset class e come tale va trattata all’interno del portafoglio. Da qui è maturata l’idea di proporre un’alternativa per soddisfare i bisogni espressi dagli acquirenti di immobili, assicurando però maggiore diversificazione e minori costi.
Perché proprio i fondi a cedola?
Innanzitutto perché permettono all’investitore di incassare un rendimento
periodico con regolarità, distribuendo ai possessori delle quote le cedole incassate con le obbligazioni presenti nel portafoglio. Inoltre, come tutti i fondi di investimento, permettono di costruire un portafoglio ben diversificato e facilmente liquidabile, con oneri più contenuti. Si tratta nello specifico di fondi obbligazionari, soprattutto della categoria high yield, ad alto rendimento.
Oggi i mercati finanziari si trovano in una fase delicata. Quali sono, secondo voi, gli strumenti più indicati per affrontarla?
Per il settore obbligazionario riteniamo indicate le strategie che gestiscono la duration in maniera flessibile, visto che ci troviamo in una fase particolare della politica monetaria, accompagnata da una
certa volatilità sui tassi. Inoltre, crediamo sia interessante anche il segmento dei corporate bond con rating investment grade, che offre cedole interessanti, grazie anche a solidi fondamentali. Negli ultimi mesi si è parlato molto di recessione ma, secondo la nostra view, sarà molto contenuta, ammesso che ci sarà. Sempre nel segmento obbligazionario, intravediamo opportunità anche tra i già citati titoli high yield, che attualmente offrono rendimenti attorno all’8-10% e che mostrano tassi di default contenuti, con stime attorno al 3% negli Stati Uniti.
Quali suggerimenti date per il settore azionario?
La nostra view è favorevole innanzitutto alle small cap, le società a piccola e
media capitalizzazione. Oggi, per questa categoria di aziende, il livello medio del rapporto prezzo utili (P/E) è veramente basso, inferiore addirittura a quello che si registrava nel 2008, ai tempi della crisi finanziaria. Senza dimenticare che le small cap sono di solito le prime a ripartire dopo una fase di crisi e oggi, a livello macroeconomico, beneficiano delle spinte contro la globalizzazione e verso il reshoring, cioè la tendenza a riportare in Occidente produzioni che erano state delocalizzate nei paesi emergenti negli anni passati. Oltre alle small cap riteniamo interessanti anche le big cap del settore tecnologico, che hanno già avuto una fase di ripresa ma stanno beneficiando del trend di crescita degli investimenti nell’intelligenza artificiale. Fatte queste premesse, però, vorrei sottolineare un aspetto importante che non deve mai essere trascurato nella costruzione del portafoglio.
Quale aspetto?
A parte le considerazioni sui singoli settori, non deve mai venir meno l’esigenza di costruire un portafoglio diversificato. Senza dimenticare l’opportunità di posizionarsi sui mercati in maniera graduale, attraverso per esempio un piano di accumulo del capitale (Pac).
Con i tassi d’interesse in rialzo, tra le famiglie italiane è tornata la voglia di titoli di stato, come dimostra la recente corsa all’acquisto del Btp Valore. Non è che questa tendenza vada a scapito del risparmio gestito?
In linea di massima, non credo sia di per sé un male che una quota del debito pubblico nazionale finisca nelle mani dei risparmiatori italiani, a patto però che questa non rappresenti l’unica forma di investimento. Inoltre, il dato interessante è che i flussi diretti verso l’acquisto dei Buoni del Tesoro poliennali, i cui rendimenti sono senza dubbio più corposi di prima, arrivano in gran parte dalle giacenze parcheggiate su conti infruttuosi. È dunque positivo che queste risorse siano state finalmente investite. Per quel che riguarda il risparmio gestito, credo che in questa fase dobbiamo accettare una sfida. Se è vero che in passato la crescita delle masse è stata determinata da una ricerca di rendimenti in un contesto di bassi tassi d’interesse, ora per i player del settore è venuto il momento di spiegare ancor meglio perché è importante affidarsi a un asset manager. Sta in capo a noi, in quanto gestori, offrire ai risparmiatori strategie che siano in linea con le loro esigenze. Per esempio, in un contesto di crescente attenzione verso temi come la sostenibilità e la digitalizzazione, offrire prodotti che rispecchino questi trend può essere un modo per attrarre un maggior numero di nuovi investitori. In generale, comunque, è necessario che tutta l’industria contribuisca a una maggiore educazione finanziaria: un risparmiatore consapevole è in grado di proteggersi meglio dai rischi, di sfruttare meglio le opportunità fornite dai mercati e anche, con una maggiore quota di risparmio gestito, di fornire un supporto migliore alle aziende oggetto degli investimenti.
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I professionisti della ricerca nel gruppo
L’anno di apertura di un ufficio a Milano
A parte le considerazioni sui singoli settori, non deve mai venire meno l’esigenza di un’asset allocation diversificata e di investire sui mercati in maniera graduale per esempio con i Pac
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Il colosso americano della gestione ha nominato Giovanni Sandri, attuale numero uno per l’Italia, come responsabile per l’Europa meridionale, creando un cluster che comprende anche Iberia (Spagna e Portogallo), Grecia e Israele. La nuova macro area dell’Europa meridionale segue gli analoghi hub regionali creati da BlackRock in tutta Europa, come Germania-Svizzera, Francia-Belgio-Lussemburgo e i Paesi nordici. A Sandri, nel nuovo ruolo dallo scorso maggio, spetterà il compito di garantire un miglior coordinamento tra i cinque Paesi, permettendogli di esprimere una voce più forte all’interno di BlackRock globale e nei confronti del quartier generale americano. Per Sandri si tratta di un nuovo riconoscimento, che si aggiunge alla presenza nel comitato esecutivo e nel comitato operativo dell’Emea di gruppo. Al contempo, Sandri resta anche head of BlackRock Italia con la responsabilità manageriale per l’attività italiana. La nomina è frutto di una riorganizzazione interna del gruppo, che tiene conto del peso dell’Europa continentale.
La regione Southern Europe da sola conta asset in gestione per 200 miliardi di euro, di cui 100 miliardi solo in Italia. Proprio negli uffici di Milano si concentrano anche le maggiori risorse, con 120 persone in organico, e i managing director di grande esperienza. Ma guardiamo il curriculum di Sandri. In precedenza, il manager ha ricoperto il ruolo di chief operating officer di BlackRock in Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo
Tripla nomina
Dal 2006 al 2009 è stato chief administrative officer per l’attività retail di BlackRock in Europa meridionale (Francia, Italia, Spagna e Portogallo). Sandri è entrato a far parte di Merrill Lynch Investment Managers nel 2005 quando è stato nominato head of client service and administration per l’Italia. Prima ancora, ha lavorato come business analyst e senior project manager in grandi organizzazioni italiane. Non a caso, oltre a Sandri, vedono crescere le loro responsabilità nel gruppo anche altri
Il numero uno nel Bel Paese del colosso statunitense è ora responsabile anche di un’area geografica che comprende Spagna, Portogallo, Grecia e Israele
due manager. Vediamo quali. Assieme alla nomina di Sandri a capo del Sud Europa, la riorganizzazione di BlackRock ha previsto un nuovo incarico per Luca Giorgi. Il manager italiano ha assunto la veste di head of iShares and Wealth Southern Europe dopo aver svolto per anni lo stesso incarico per i soli mercati di Italia, Grecia e Malta. Bocconiano, manager di lunga esperienza, Giorgi ha lavorato in passato in J.P. Morgan e Merrill Lynch. Altra figura importante per il mercato italiano è Fabio Laicchia, nominato responsabile del business istituzionale della nuova sub regione.
Masse in leggero calo
Il gestore patrimoniale capitanato da Larry Fink ha chiuso il primo trimestre 2023 con 9,1 trilioni di dollari di asset in gestione, in calo rispetto ai 9,57 trilioni di dollari dell’anno precedente e in aumento rispetto agli 8,59 trilioni di dollari del quarto trimestre. Questo grazie all’andamento positivo dei mercati e alla raccolta di 110 miliardi nel trimestre, in aumento rispetto agli 86,3 miliardi del primo trimestre 2022. Nel primo trimestre 2023 Blackrock ha registrato un calo dell’utile netto del 19% rispetto allo stesso periodo 2022 a 1,16 miliardi di dollari, pari a 7,64 dollari per azione (-18%). I ricavi sono scesi del 10% a 4,24 miliardi di dollari. Ma il suo management si è detto fiducioso sulla capacità della società di trarre slancio dalla recente crisi delle banche regionali statunitensi. Le commissioni di gestione sono scese del 9% rispetto a un anno fa a 3,5 miliardi, quelle di performance dei fondi
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a gestione attiva sono diminuite a 55 milioni di dollari dai 98 milioni di dollari di un anno fa, riflettendo minori entrate da prodotti alternativi. Alcune aziende e privati hanno paura di mantenere i propri depositi nelle banche regionali dopo il crollo di marzo scorso di Silvergate Capital, Silicon Valley Bank e Signature Bank. Per questo motivo si registra negli Usa uno spostamento dei depositi in fondi del mercato monetario, una tendenza di cui BlackRock, spiega il maggior gestore al mondo, trarrà vantaggio. Larry Fink ha
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fatto sapere che la società sta aiutando i clienti a sfruttare le opportunità durante questo periodo di transizione, citando gli afflussi netti positivi nel trimestre. La “crisi di fiducia nel settore bancario regionale accelererà ulteriormente la crescita dei mercati dei capitali e Blackrock sarà un attore centrale”, ha detto. La piattaforma Aladdin di Blackrock, il suo software tecnologico proprietario che aiuta gli investitori a gestire i portafogli e valutare il rischio, ha generato entrate per 340 milioni di dollari.
“Second life” per Lorenzo Alfieri (nella foto), per dieci anni a capo di J.P. Morgan Asset Management in Italia. Come anticipato da Bluerating.com, il manager milanese, classe 1962, è entrato come super-consulente finanziario in Intesa Sanpaolo Private Banking, chiamato direttamente da Tommaso Corcos, amministratore delegato di Fideuram ISPB, e si occuperà anche di private market, ma soprattutto porterà clienti facoltosi. Non a caso Alfieri ha aperto a Monza una impresa individuale con il suo nome che ha come oggetto la “attività di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede”. Tra gli investimenti personali fatti negli ultimi anni, quello nel padel del 2018 a Milano con l’ex calciatore Demetrio Albertini. Insieme hanno creato il club City Padel Milano: la società (la Demetrio Albertini srl) nel 2022 ha fatturato oltre 1,2 milioni di euro ma è in perdita.
Sandro Pierri (nella foto), amministratore delegato di BNP Paribas Asset Management, è stato eletto presidente di Efama (European Fund and Asset Manger Association), l’associazione continentale di categoria del risparmio gestito. Il mandato sarà di due anni, fino a giugno 2025.
AllianzGI ha annunciato la creazione di un nuovo team dedicato “Global Sustainability / SRI Equity” nell’ambito dell’offerta nel comparto azionario. Il team sarà guidato da Giles Money (nella foto), che approderà in AllianzGI come cio della divisione ad agosto.
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Prudential Financial, Inc. degli Stati Uniti non è affiliata in alcun modo con Prudential plc, costituita nel Regno Unito o con Prudential Assurance Company, una controllata di M&G plc, costituita nel Regno Unito.
Claire Peel (nella foto), chief financial officer di Dws, ha informato la società della sua intenzione di dimettersi come membro del consiglio esecutivo di Dws verso la fine del terzo trimestre 2023. Si avvia quindi la ricerca per cercare il sostituto da nominare.
Simone Da Dalt (nella foto) è il nuovo head of investment solutions in Euromobiliare Advisory Sim, riportando direttamente al direttore generale Gianmarco Zanetti. Da Dalt coordinerà le strutture per i servizi di gestione patrimoniale e di financial advisory.
Allfunds ha annunciato la nomina di Pablo Sanz (nella foto) a head of operations di Allfunds Alternative Solutions. La nuova divisione si concentrerà anche sulla canalizzazione della domanda attuale e sulla crescita del gruppo nei servizi per le strategie illiquide.
KIS ActivESG è la proposta di Kairos dedicata agli investimenti sostenibili che, puntando su società rispettose dell’ambiente, attive nel sociale e guidate da solidi principi di governance, ha l’obiettivo di ridurre l’esposizione alle emissioni di carbonio.
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Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degliinvestitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema di sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
Le informazioni e le opinioni qui riportate non costituiscono un’offerta al pubblico, né una raccomandazione personalizzata, non hanno natura contrattuale, non sono redatte ai sensi di una disposizione legislativa, non sono sufficienti per prendere una decisione di investimento e non sono dirette a persone residenti negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in Paesi dove il Fondo non è autorizzato alla commercializzazione.
Performance a due cifre per un fondo di Fideuram Asset Management
è un fondo che da dieci anni garantisce performance a doppia cifra ai propri sottoscrittori. Un comparto, è importante dirlo, pienamente “Made in Italy”; un esempio di successo finanziario a tinte tricolori. Stiamo parlando del fondo azionario Fideuram Italia R, proposto da Fideuram Asset Management, la società di risparmio gestito di riferimento della rete guidata da Tommaso Corcos Italiano è il benchmark di riferimento, così come italiano è il suo gestore, cioè Luigi Degrada, vera e propria istituzione tra gli asset manager del gruppo Intesa Sanpaolo; laureato in Economia e
Commercio con specializzazione in Finanza aziendale presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, nel 1999 è entrato in Fideuram Investimenti come gestore dei comparti azionari Italia. Dal 2002 è diventato gestore responsabile del mercato azionario Italia, per poi essere dal 2007 anche responsabile dell’unità Fondi italiani di Fideuram Investimenti.
Si può dire che il Fideuram Italia R sia un vero e proprio fiore all’occhiello per Degrada e non a caso il comparto è stato capace di vincere per cinque anni consecutivi, fino al 2021, il premio di migliore fondo nella categoria azionari Italia ai Morningstar Fund Awards Osservando i dati aggregati relativi ai rendimenti del comparto, da inizio 2023 la performance è superiore al 16%, quasi il 4% in più rispetto a quanto offerto mediamente dalla categoria degli azionari italiani; un sovrarendimento che si riflette su ogni orizzonte temporale indicato da Morningstar, cioè a un anno (+1,91%), a tre anni (+2,38%), a cinque anni (+3.23%) e a dieci anni (+2,90%), con una performance annualizzata che è stabilmente in doppia cifra per ciascuno dei periodi indicati in precedenza. Insomma, un fondo sulla cresta dell’onda da ben due lustri. Il presente ci mostra quindi una top story tutta italiana, ma qual è il futuro prossimo che attende il Bel Paese? Per rispondere a questa domanda proviamo a fare il punto sulla situazione macro. Gli ultimi dati forniti
da Istat lo scorso giugno hanno visto un aggiornamento sulle prospettive di crescita dell’Italia nel biennio 2023/2024.
In particolare, il Pil è atteso in crescita sia nel 2023 (+1,2%) sia nel 2024 (+1,1%), seppur in rallentamento rispetto al 2022. Nel biennio di previsione, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (+1 punto percentuale nel 2023 e +0,9 punti percentuali nel 2024) e da quello più contenuto della domanda estera netta (+0,3 e +0,2).
Inoltre, se i bassi livelli di disoccupazione aiutano a sostenere la domanda dal lato dei consumi, che è positiva per gli utili
societari, questo sarà potenzialmente negativo per l’inflazione e i tassi di interesse. Siamo di fronte dunque a previsioni economiche che sembrano offrire spunti di pacato ottimismo, ai quali si accostano i recenti risultati dell’ultima edizione dell’osservatorio semestrale di Anima Sgr, realizzato lo scorso maggio in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research
L’analisi mostra infatti un miglioramento del “sentiment” dei risparmiatori nostrani nei confronti dello scenario economico italiano: nonostante la maggioranza di
bancarizzati e investitori ritenga ancora che la situazione dell’Italia sia peggiorata rispetto a un anno fa, questa percentuale cala dal 71% al 55% fra i primi e dal 66% al 50% fra i secondi, segnando un miglioramento che non si registrava dall’autunno del 2021. Un fenomeno analogo si registra anche analizzando le aspettative per il futuro: la percentuale di chi si attende un peggioramento della situazione fra un anno scende di 15 punti tra i bancarizzati e di 12 fra gli investitori. Per contro, nelle due categorie aumenta rispettivamente dal 15% al 24% e dal 21% al 29% la quota di chi si attende un miglioramento dello scenario.
Alanciare le accuse è stato il Financial Times, la voce più autorevole tra i media della City di Londra. E le accuse sono costate caro a Crispin Odey, 64 anni, uno dei re degli hedge fund nel mercato britannico, accusato da più fonti di aver messo in atto molestie sessuali su diverse donne. Dopo un’inchiesta giornalistica dell’FT, per il guru degli hedge sono iniziati i guai, anche se i fatti hanno poco a che fare con questioni finanziarie. I partner della Odey Asset Management LLPP, società di gestione fondata più di 30 anni da dallo stesso Odey, hanno deciso di estrometterlo dal consiglio di amministrazione. E lo stesso hanno fatto con la Odey Asset Management Group Limited, la holding con cui il gestore di hedge aveva rappresentanza nel board. La società verrà gestita, hanno fatto sapere con un comunicato, dagli altri partner tra cui il ceo Peter Martin e il chief financial officer Micheale Ede. Ma a voltargli le spalle non sono stati soltanto i suoi colleghi.
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I milioni di sterline gestiti da Odey Asset Managment
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I milioni di sterline investiti da Odey nella società
“Discussioni avanzate per trasferire i fondi e lo staff ad alcuni concorrenti”. Così, quando questo numero del magazine andava in stampa, i vertici di Odey Asset Management hanno descritto la situazione dell’azienda, che ormai è in fase di smantellamento. Qualunque sarà l’esito della vicenda del suo fondatore Crispin Odey, la società di hedge fund è dunque arrivata all’epilogo finale.
Anche diversi clienti importanti hanno deciso di interrompere i rapporti con lui, per ovvi motivi di opportunità. È il caso di grandi case d’affari come Goldman Sachs, Morgan Stanley, ed Exane oltre a importanti società di gestione del risparmio come Schroders.
Il colpo più duro è arrivato poi quando J.P. Morgan Chase ha comunicato di voler interrompere il suo rapporto con Odey Asset Management come banca depositaria, facendo aleggiare lo spettro di una mancanza di custodia per gli asset dei fondi della società. La Fca, cioè l’authority britannica che vigila sui mercati finanziari, interpellata dalla stampa del suo paese non ha voluto commentare questa decisione ma ha fatto sapere che
J.P. Morgan è comunque obbligata a mantenere le attività di custodia fino a quando non verrà trovata un’altra banca depositaria in sostituzione. Comunque vada a finire la vicenda, ora sembra difficile fermare l’effetto-valanga, anche se Odey ha respinto ogni accusa, bollandola come “spazzatura”. Sta di fatto che la Odey Asset Management sta ora lottando per la sopravvivenza. Per evitare una fuga in massa dei clienti, Odey Asset Management ha chiuso un fondo e ne ha congelati altri, interrompendo i prelievi. Per quanto riguarda lo scandalo sessuale, il Financial Times avrebbe raccolto (secondo le ricostruzioni dei suoi cronisti) un totale di 40 testimonianze di episodi di sessismo, abusi e molestie messe in atto da Odey in un periodo prolungato di tempo, cioè tra il 1998 e il 2021, a
danno di 13 donne. Per il momento le accusatrici non vogliono rivelare la propria identità ma sono state molto esplicite nel descrivere la condotta del gestore. Si parla di palpeggiamenti, toccatine o atteggiamenti osceni che arrivano sino all’essersi masturbato davanti a una collega.
Nato nel 1959, Robin Crispin William Odey è sempre stato considerato un abilissimo gestore “noto per la sue visione ribassista” sui mercati”. Originario dell’East Riding of Yorkshire, figlio unico di una famiglia di industriali, può vantare nell’albero genealogico anche un nonno deputato conservatore, George Odey Dopo l’università e le prime esperienze come gestore, nel 1991 fondò la Odey Asset Management raccogliendo soldi da investitori di peso. Tra questi c’era anche George Soros che gli affidò 150 milioni di dollari. Sulle performance ottenute, in pochi tra i suoi clienti hanno avuto di che lamentarsi. Certo, non è mancato qualche inciampo nel passato. Un esempio risale al 1994, quando sbagliò nel prevedere le dinamiche della politica monetaria e subì forti perdite con uno nei suoi fondi, poiché non si aspettava che la Federal Reserve avrebbe alzato i tassi di interesse.
Spregiudicato e contestato, Odey ha sempre navigato con una certa perizia sui mercati, riuscendo a rimanere a galla e a cavalcare spesso le onde giuste. Ora, però, i guai sono arrivati per via della sua condotta privata e non per qualcosa fatto sui mercati. Essere un abile gestore non basta.
Casset, farà crescere in modo significativo la presenza di Franklin Templeton nel settore pensionistico, in particolare per quanto riguarda gli asset dei piani a contribuzione definita, che dopo l’operazione ammonteranno a circa 90 miliardi di dollari.
Numerose opportunità
irca 925 milioni di dollari. È il valore dell’operazione che porterà la casa di gestione americana Franklin Templeton a controllare Putnam Investments, acquisita dal gruppo finanziario internazionale Great-West Lifeco. Il prezzo del deal verrà saldato principalmente in titoli e i venditori di Great-West Lifeco diventeranno azionisti di Franklin Resources (che controlla il brand Franklin Templeton) con una quota di poco superiore al 6% del capitale.
L’ingresso nel gruppo di Putnam, che a gennaio gestiva 170 miliardi di dollari di
I top manager di entrambe le società hanno espresso parole di compiacimento per il deal e hanno dichiarato che la nuova partnership strategica tra Franklin Templeton e Great-West aprirà “numerose opportunità”. Franklin Templeton e Putnam “condividono una cultura incentrata sul cliente, una convinzione di fondo nella gestione attiva, un approccio all’investimento collaborativo e basato sulla ricerca e un impegno di lunga data nei confronti dei
principi fondamentali dell’investimento”, ha dichiarato Robert Reynolds, presidente e ceo di Putnam. Jenny Johnson, ceo di Franklin Templeton, ha detto invece che la strategia seguita con l’acquisizione punta a incrementare le attività del gruppo nel segmento della previdenza e in quello assicurativo e ha aggiunto: “Siamo entusiasti delle numerose opportunità che si apriranno grazie a questa partnership strategica a lungo termine, Putnam aggiungerà capacità complementari ai nostri gestori, in modo da soddisfare le diverse esigenze dei nostri clienti”.
Continua dunque la volontà di Franklin Templeton di crescere dimensionalmente attraverso operazioni straordinarie, in particolare le acquisizioni. La più importante degli ultimi anni, come sa bene chi ha seguito le cronache del risparmio gestito internazionale, risale al 2020. In quell’anno Franklin Resources, annunciò di aver siglato un accordo definitivo per acquisire la concorrente Legg Mason per un corrispettivo di 4,5 miliardi di dollari, ovvero 50 dollari per azione, in una transazione interamente finanziata da mezzi propri. Oltre a pagare il corrispettivo, Franklin Resources si fece carico di 2 miliardi circa di debito della società acquisita. Quella di Legg Mason fu senza dubbio un’acquisizione di ben maggiore portata rispetto al deal su Putnam e portò in dote ben 800 miliardi circa di asset, proiettando Franklin Templeton tra i big dell’asset management globale.
L’ultima operazione testimonia però come il risparmio gestito internazionale sia sempre più un business fatto di grandi numeri, alimentato proprio dall’M&A. Nella storia recente di Franklin Templeton, che fa capo alla famiglia statunitense Jhonson, discendente del fondatore Rupert Harris Jhonson, ci sono infatti altre operazioni straordinarie. Nel 2019, ci fu stata l’acquisizione di Benefit Street Partners, uno dei principali gestori di credito alternativo che ha rafforzato le posizioni di Franklin Templeton al di fuori del tradizionale perimetro dei mutual fund. Risale al 2021 l’acquisto di O’Shaughnessy Asset Management, una società di gestione patrimoniale quantitativa e fornitore di indici personalizzati attraverso la sua
piattaforma Canvas. Più recentemente, nell’aprile 2022, è avvenuta invece l’acquisizione di Lexington Partners, un gestore globale di private equity a cui si è aggiunto successivamente Alcentra, un gestore europeo di credito alternativo.
Radici in 30 paesi
Con oltre 75 anni di storia alle spalle, oggi Franklin Templeton ha uffici in 30 paesi e dà lavoro a circa 1.300 professionisti degli investimenti. Il gruppo ha sede in California e detiene oltre 1,4 trilioni di dollari in asset in gestione. In Italia è presente da ben 25 anni ed è, secondo i dati di Assogestioni, il 24esimo player nazionale con oltre 11 miliardi di euro di masse, concentrate quasi interamente nel segmento dei fondi comuni aperti.
AZ Fund 1 - AZ Allocation
AZ Fund 1 - AZ Allocation - Balanced FoF è la scelta per accedere alle opportunità più esclusive delle società di gestione internazionali, trasformando la diversificazione in valore grazie alla gestione attiva di più asset class.
Siamo uno dei maggiori Asset Manager indipendenti europei specializzati nell’ambito del risparmio gestito. Orgogliosamente italiani ma con un’impronta globale grazie ai centri di investimento e distribuzione presenti in oltre 18 Paesi nel mondo.
* Rendimenti antecedenti 2018: 2017 -3,3% – 2016 +7,5% – 2015 +5,1% – 2014 +5,4% – 2013 +3,7% – 2012 +8,2%.
I Rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Fonte dati: Morningstar.
Il presente documento di marketing è stato redatto da Azimut Capital Management SGR S.p.A., società facente parte del Gruppo Azimut, anche in qualità di distributore dei fondi di Azimut Investments SA, sotto la propria esclusiva responsabilità a scopo promozionale e informativo. Prima di adottare qualsiasi decisione di investimento, è necessario leggere il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (il “KID”), e il modulo di sottoscrizione, così come il Regolamento di gestione. Per valutare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze personali, si consiglia di rivolgersi al proprio consulente finanziario. I destinatari del presente messaggio si assumono piena ed assoluta responsabilità per l’utilizzo dei dati, le informazioni e le opinioni contenuti nonché per le scelte di investimento eventualmente effettuate sulla base dello stesso in quanto l’eventuale utilizzo come supporto di scelte di operazioni di investimento non è consentito ed è a completo rischio dell’utente. La partecipazione ad un OICR comporta dei rischi connessi alle possibili variazioni di valore delle quote, che a loro volta risentono delle oscillazioni del valore degli strumenti finanziari in cui vengono investite le risorse dell’OICR.
Aprile in chiaroscuro per l’industria nazionale dell’asset management
Raccolta mensile negativa, ma i fondi aperti vanno in controtendenza
2.253
miliardi di euro
Il patrimonio del risparmio gestito a fine aprile 2023
Il patrimonio è rimasto pressoché stabile per l’effetto positivo dei rialzi registrati dai mercati finanziari
Aprile è stato un mese a due velocità per il mercato italiano del risparmio gestito. È quanto emerge dai dati della mappa mensile di Assogestioni, che evidenziano da un lato una raccolta netta positiva di 2,8 miliardi di euro per le gestioni collettive e, dall’altro, deflussi per 6,68 miliardi euro per le gestioni di portafoglio, per un saldo netto pari a -3,88 miliardi. In particolare, il sentiment positivo sul fronte retail ha portato i fondi aperti a raccogliere 2,8 miliardi di nuove sottoscrizioni nel mese. Dal dettaglio spiccano in particolare i +4,36 miliardi di euro dei fondi obbligazionari. Restano in positivo, anche se di poco, i prodotti azionari (+28 milioni), mentre prosegue la disaffezione per flessibili (-1,59 miliardi) e bilanciati (-993 milioni). Inversione di rotta, infine, per i fondi monetari, la cui raccolta è tornata in positivo per la prima volta da inizio anno, con +1 miliardi di euro di afflussi. Per quanto riguarda le gestioni di portafoglio, a influenzare il bilancio finale sono soprattutto i mandati istituzionali, dai quali sono fuoriusciti 7,28 miliardi ad aprile.
Per il rapporto Censis-Assogestioni cala la liquidità sui conti
L’effetto erosivo dell’inflazione spinge gli italiani a investire
4 su10
Secondo il quarto Rapporto Censis
- Assogestioni, nel 2022 il contante nel portafoglio delle attività finanziarie delle famiglie italiane si è ridotto di oltre 20 miliardi di euro rispetto all’anno precedente: -1,6% in termini reali. Nel mese di marzo 2023 il valore dei depositi sui conti correnti bancari era diminuito del 6,1% rispetto al marzo 2022. L’inflazione (all’8,7% nel 2022) ha ridotto l’attrattività del contante, che nei dieci anni precedenti era aumentato complessivamente di quasi 470 miliardi di euro (+61,8%). Oggi 4 risparmiatori su 10 dichiarano che nell’ultimo anno, a causa della fiammata inflattiva, hanno cambiato le proprie idee su come impiegare i risparmi. Il 33% dei consulenti finanziari ha registrato in corso d’anno una più alta propensione dei propri clienti a liberarsi della liquidita accumulata.
Confusione sui tassi
33%
il 47,8% non comprende gli effetti del tasso di interesse passivo su un prestito bancario, il 41,6% non sa distinguere tra azioni e obbligazioni. Sui quattro quesiti di verifica della reale educazione finanziaria, il 26,2% degli italiani ha risposto correttamente a due quesiti, il 16,2% ha risposto correttamente a un solo quesito, il 9,1% a nessun quesito. Tra le persone che dichiarano di sapere che cos’e l’inflazione, 4 su 10 non sanno che riduce il potere d’acquisto dei redditi. Vale per il 34,2% dei laureati, il 38,2% dei diplomati e il 63,2% di chi detiene titoli di studio più bassi. La verifica delle reali conoscenze finanziarie smentisce l’autovalutazione positiva di molti risparmiatori.
Eccesso di fiducia
“L’intenzione di riallocare il cash in portafoglio”, secondo il Rapporto “apre una stagione di decisioni sul risparmio per gli italiani. Ma le competenze dei risparmiatori su risparmi, investimenti e processi economici sono molto deboli”. Sono stati infatti somministrati quattro quesiti a un campione per verificare la reale conoscenza dell’inflazione, dell’effetto di tassi attivi sui depositi, di tassi passivi sui prestiti, della differenza tra azioni e obbligazioni. Il 40,9% dei risparmiatori italiani non conosce l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto dei redditi, il 35% non sa come opera il tasso di interesse attivo su un conto corrente,
Tra coloro che pensano di avere adeguate conoscenze finanziarie, il 25,4% ha risposto bene a due quesiti, il 15,4% a un solo quesito, il 7,1% a nessun quesito. La presunzione di sapere espone al rischio di fare scelte finanziarie sbagliate. Il 40,2% di chi è convinto di possedere adeguate conoscenze finanziarie ha sperimentato perdite sui propri investimenti rispetto al 29,8% di chi pensa di non avere adeguate conoscenze in materia. L’eccesso di fiducia nelle proprie competenze porta ad abbassare la guardia e a esporsi di più. Tra chi pensa di possedere ottime o buone conoscenze finanziarie, il 14,3% è pronto a prendersi alti rischi per ottenere subito rendimenti elevati rispetto al 7,9% di chi pensa di non avere sufficienti competenze.
Gli investimenti obbligazionari continuano a essere esposti a molteplici fattori: le prospettive di crescita economica, l’inflazione, l’azione restrittiva delle banche centrali, il rischio di instabilità dei mercati finanziari nonché il conflitto in Ucraina. In questo contesto di incertezza, le strategie obbligazionarie assumono un ruolo sempre più decisivo nella gestione degli investimenti. Mauro Valle, head of fixed income di Generali Investments Partners, delinea il ruolo che gli investimenti obbligazionari possono avere nei portafogli e l’allocation strategica guardano al secondo semestre dell’anno.
Sulla parte tedesca, la curva dei tassi è ancora invertita nella fase attuale DRIVER
Per il reddito fisso, i principali driver chiave sono legati alla fine del ciclo monetario
Che scenario si profila per il reddito fisso, dopo il primo semestre che ha visto un ritorno da protagonista degli investimenti obbligazionari?
Quello che attraversiamo è ancora un periodo di elevata volatilità, quindi scelte consapevoli sono quanto mai fondamentali. I driver chiave per il reddito fisso, in questo momento, sono legati all’approssimarsi della fine del ciclo monetario, con le banche centrali che sono arrivate alle ultime battute di una fase di forte rialzo nei tassi. Questo rappresenta un vero punto di svolta, che consente di cominciare a costruire una
maggiore esposizione al rischio tasso e guardare a duration più lunghe nei portafogli. È interessante sottolineare che la curva dei tassi è ancora invertita, sulla parte a breve tedesca abbiamo tassi a 2 anni vicini al 3%, ed è un punto che si può sfruttare con un’ottica di mediolungo periodo, proiettandoci a quando le banche centrali cominceranno a tagliare i tassi e la curva tonerà ad essere inclinata positivamente.
Su quali duration vi concentrate in particolare?
Nel complesso, i portafogli delle nostre strategie obbligazionarie in euro sono posizionati tatticamente neutrali dopo i recenti movimenti dei tassi, in attesa di capire meglio il quadro macroeconomico e inflattivo per il secondo semestre. Per il momento abbiamo aspettative di rendimenti in euro che dovrebbero muoversi nel range osservato in queste ultime settimane. Continuiamo con un’esposizione ai titoli di Stato periferici in euro, anche grazie alla volatilità degli spread che durante le ultime oscillazioni di mercato è stata piuttosto contenuta. Pensiamo di essere più esposti al rischio
Continuiamo ad avere una esposizione ai titoli di Stato periferici in euro grazie anche alla volatilità degli spread che è stata ultimamente più contenuta
tassi con rendimenti dei Bund intorno al livello chiave del 2,5%. Inoltre, dato che la curva tedesca è sempre ben invertita sulle scadenze più brevi, suggeriamo di mantenere l’esposizione a tale segmento.
Guardando al segmento governativo italiano?
Per quanto riguarda i titoli di stato italiani, siamo in una fase relativamente stabile. Anche durante la crisi di marzo legata al settore bancario, lo spread è rimasto
intorno ai 180 basis point, mostrando buona resilienza rispetto alla elevata volatilità dei mercati. Possiamo quindi sfruttare questa stabilità per incrementare l’esposizione al Btp, soprattutto guardando alle medie scadenze.
Un portafoglio diversificato non può non integrare anche emissioni corporate, quali sono i settori meglio posizionati nell’attuale contesto?
In questo momento, in generale, riteniamo che gli investimenti a mediobreve scadenza in titoli corporate siano una buona opportunità: data la curva dei tassi euro invertita si può investire in area 4% con un moderato rischio di tasso e di credito. Per quanto riguarda i settori, continuiamo a preferire i finanziari senior, banche e assicurazioni campioni nazionali, ma non siamo ancora orientati a sovrapesare i subordinati. Tra i corporate non finanziari siamo difensivi su ciclici e i beni di largo consumo, nonché sui settori industriali che subiranno pesanti trasformazioni competitive come le auto, per il tema elettrificazione. Favoriamo invece i settori più difensivi o cashgenerative come le utility, supportati dalla transizione green.
Che tipo di soluzioni d’investimento possono meglio rispondere a questo contesto?
Oggi gli investitori devono fare i conti con un livello più alto di inflazione, tensioni geopolitiche e scenari macroeconomici incerti, servono quindi soluzioni d’investimento attive, dinamiche di fronte alle differenti condizioni di mercato, in grado di generare alpha, gestendo i picchi di volatilità che ancora potranno verificarsi. La clientela cerca soluzioni dalla comprovata qualità e gestori con esperienza, in grado di navigare in sicurezza diverse fasi di mercato. L’investimento attraverso fondi, inoltre, consente di diversificare maggiormente il portafoglio e di beneficiare anche contemporaneamente di un’asset allocation dinamica.
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classi di azioni. Il presente materiale è pubblicato da FIL Luxembourg) S.A., autorizzata e regolamentata dalla CSSF (Commission de Surveillance du Secteur Financier). CL21112103-2205
Nel portafoglio degli investitori il reddito fisso è sempre stato un asset importante. Negli ultimi tempi però, le diverse situazioni mondiali e di conseguenza la volatilità dei mercati hanno inevitabilmente portato a dei cambiamenti. Ne abbiamo parlato con Christopher Hult, portfolio manager e gestore del fondo Threadneedle (Lux) European Corporate Bond di Columbia Threadneedle Investments.
qualcosa che è sceso molto l’anno scorso e che ora offre un rendimento interessante, e che all’interno di un portafoglio globale possa nuovamente ricoprire il suo ruolo tradizionale.
Quali sono i principali rischi e opportunità di investimento nel reddito fisso in Europa?
Negli ultimi tempi, è calata la capacità del reddito fisso di diversificare
Oltre che nelle utility, Columbia Threadneedle intravede opportunità nelle emissioni bancarie
Dottor Hult, parliamo della costruzione di un portafoglio. Qual è il ruolo del reddito fisso alla luce dello scenario di mercato attuale? Negli ultimi periodi la capacità del reddito fisso di essere un diversificatore in un portafoglio globale è forse meno buona di un tempo. Tuttavia, dopo il brusco calo del 10-15% del 2022, i rendimenti ora sono molto più alti e con più possibilità di sovraperformare, qualora entrassimo in un periodo di crescita inferiore o di recessione. Di conseguenza, è probabile che si torni alla normale correlazione tra reddito fisso e azioni. Stiamo vedendo i clienti voler aumentare la duration o incrementare l’esposizione ai tassi d’interesse, prediligendo il reddito fisso a più lunga scadenza per investire in
Le nostre prospettive si basano su diversi indicatori chiave. Uno di questi è la crescita, che sta scendendo. Ci sono state molte esitazioni, sia sulle prospettive di un atterraggio morbido o di una recessione, sia sulla direzione della crescita. Pertanto, dato lo scenario attuale, uno dei rischi è che le banche centrali possano commettere un errore di politica restrittiva, provocando una recessione. L’altro fattore di rischio è invece legato alle azioni dirette delle banche centrali che, aumentando i tassi di interesse e interrompendo il reinvestimento in numerosi programmi di acquisto annunciati o effettuati, sottraggono liquidità al sistema.
In Europa la stretta si attesta al momento sullo 0,1% e dopo gli ultimi annunci della Bce di fermare i reinvestimenti,
La nostra filosofia d’investimento si basa innanzitutto su un analisi
bottom-up del settore del credito
salirà forse allo 0,25%. In termini di opportunità, la ragione principale per essere costruttivi sugli spread IG dell’euro sono i fondamentali delle aziende. La leva finanziaria è ai minimi da dieci/quindici anni, la copertura degli interessi è ancora elevata e il bilancio delle imprese è in ottima forma. Per noi i fondamentali delle aziende rappresentano quindi la “green flag” a investire.
Parliamo del vostro fondo, Threadneedle (Lux) European Corporate Bond. Quali sono la strategia e l’ approccio?
La nostra filosofia di investimento nel settore del credito si basa in primis sull’analisi bottom-up. Preferiamo concentrarci sull’analisi del credito dal basso verso l’alto. Riteniamo infatti che analizzare le circa 3.500 obbligazioni dell’Euro IG per trovare le opportunità con prezzi “errati” ci consenta di avere un vantaggio molto più ripetibile e robusto. La selezione dei titoli assicurativi è l’obiettivo principale della nostra strategia e gli altri due elementi della nostra filosofia si basano sul team. Disponiamo di molti analisti e portfolio manager che possono vantare anni di esperienza. In Columbia Threadneedle sono tutti incoraggiati ad approfondire portafogli e strategie, proporre sfide e lanciare nuove idee. Un terzo aspetto è il concetto di gestione del rischio di ribasso. Nel settore investment grade non ci sono molte insolvenze, pertanto quello che vogliamo evitare sono i crediti con i fondamentali in deterioramento, ovvero società che vediamo progressivamente peggiorare.
Nella pratica, per ogni emittente societario che copriamo, l’analista ha un modello finanziario previsionale a due anni, e come parte della raccomandazione, assegna un punteggio di rischio interno. Il punteggio di rischio si basa sui fondamentali e valuta fino a che punto il management ha il controllo degli utili o della redditività della società. Inoltre, ogni volta che trattiamo un tema, l’analista assegna un punteggio da uno a quattro all’esposizione a shock esterni, che noi usiamo per dimensionare le posizioni. A parità di altre condizioni, un punteggio di rischio più alto corrisponde a una posizione più bassa nel fondo. In generale, orientiamo il portafoglio verso la stabilità.
Il nostro processo di valutazione e analisi delle società ha l’obiettivo di evidenziare i titoli che vengono scambiati a prezzi troppo bassi rispetto alla loro qualità fondamentale. Chiaramente, se un settore è quotato a buon mercato, è più probabile ritrovare opportunità interessanti. Attualmente, guardando al nostro fondo Threadneedle (Lux) European Corporate Bond, siamo sovrappesati
sul settore dei servizi di pubblica utilità. Questo non vuol dire che ci piacciano le utility in quanto tali, quanto piuttosto troviamo interessanti gli emittenti che operano in questo settore, selezionati tramite il nostro approccio bottom-up. Un altro settore in cui troviamo buone opportunità è quello delle banche. Pur essendo legate all’economia, a partire dal 2008/2009 sono stati messi in atto molti cambiamenti: in Europa c’è una regolamentazione molto più stringente e il capitale è molto superiore al minimo regolamentare. Sono inoltre uno dei pochi settori a beneficiare dell’aumento dei tassi di interesse, e questo fa aumentare il margine di interesse netto e sostiene il rendimento del capitale proprio, che è la misura chiave della redditività delle banche. Infine, l’altro principale sovrappeso che caratterizza il nostro fondo è quello immobiliare. Il settore è stato il principale indice di sottoperformance del 2022 nell’Euro IG, mentre ora è scambiato a due deviazioni standard e mezzo a sconto rispetto al mercato Euro IG. Guardiamo con interesse anche ai data center e a tutto ciò che necessita di dati.
azionario giapponese è diventato rapidamente il mercato sviluppato più amato dagli investitori globali: l’indice Topix ha raggiunto un picco che non si vedeva dal 1990 e il Nikkei 225 segna via via nuovi massimi assoluti. Uno slancio dell’azionario nipponico che, almeno per il momento, non mostra segni di rallentamento.
Fattori di fiducia
“Nonostante siano ancora sottopesati rispetto ad altri paesi occidentali, gli investitori esteri sono stati acquirenti netti di azioni giapponesi, il che indica una crescente fiducia nelle prospettive economiche del Paese. Esistono diversi fattori che sostengono questo ritrovato interesse e che hanno portato l’indice
azionario al livello più alto degli ultimi trentatré anni: la riapertura dell’economia nazionale dopo la pandemia, la valuta a buon mercato, la crescita economica alimentata dalla riapertura della Cina e le riforme della corporate governance che stanno finalmente dando i loro frutti, stanno suscitando l’interesse degli investitori stranieri verso il Giappone, che restano comunque ancora sottopesati rispetto ad altri paesi occidentali. Gli investitori guardano inoltre al Sol Levante come un’opzione per beneficiare della riapertura della Cina senza investire direttamente in Cina. La recente visita di Warren Buffett che ha acquistato e decantato le opportunità che ha visto in Giappone ha certamente poi contribuito all’allungo”.
Ad affermarlo è Daniel Hurley, portfolio specialist for emerging markets and japanese equities di T. Rowe Price, che avverte però come il vero motivo di interesse sia il miglioramento dei rendimenti e della governance del Giappone, storicamente più deboli. Da citare poi, secondo Hurley, le riforme della corporate governance avviate dall’Abenomics, che hanno gettato solide basi per un aumento dei rendimenti per gli azionisti e i buyback che negli ultimi quattro anni hanno battuto ogni record. “Date le attuali condizioni di mercato, ci aspettiamo opportunità di investimento in aziende quality growth che sono in grado di aumentare costantemente la crescita degli utili nel tempo, nonché in aziende transformation che stanno dando
priorità al miglioramento della governance e dei rendimenti per gli azionisti. I tassi di cambio favorevoli del Giappone potrebbero inoltre creare un contesto favorevole per i titoli Growth”, fa poi notare Hurley.
Così parlò l’oracolo
Di parere analogo Antonio De Negri, amministratore delegato di Smart Bank: “Impossibile trascurare il fatto che quando l’oracolo di Omaha, Warren Buffett, ha annunciato degli acquisti di azioni giapponesi, il mercato l’abbia passivamente seguito nella scelta.
Ma i veri fattori sono da ricercarsi negli ottimi dati economici e societari che stanno arrivando dal Giappone. Tra tutti, i dati sul Pil, sulla crescita annualizzata
e sulla qualità degli utili e il deciso aumento dei programmi di riacquisti di azioni proprie e dei dividendi”. Anche gli investitori nazionali poi contribuiscono all’uptrend della Borsa nipponica: “Dopo più di un anno e mezzo dalla promessa del primo ministro giapponese Fumio Kishida di realizzare una nuova forma di capitalismo, si vanno finalmente delineando i contorni del suo programma di rilancio”, ha fatto notare Sam Perry, che ricopre il ruolo di senior investment manager di Pictet Asset Management, “il suo progetto di punta, che è volto a stimolare la crescita economica e ad affrontare le sfide sociali, sembra basarsi su una strategia semplice: convincere i cittadini giapponesi ad acquistare azioni domestiche”.
Nonostante le borse nipponiche siano sottopesate negli indici, gli investitori sono acquirenti netti di azioni giapponesiT. Rowe Price Daniel Hurley Sam Perry
Quando Warren Buffett ha annunciato di voler puntare sull azionario di Tokyo, i mercati lo hanno seguito
Si vanno finalmente delineando le riforme economiche del premier Fumio Kishida per stimolare il PilPictet Asset Management
Nonostante gli alti e bassi, il settore ha un notevole potenziale di crescita
Sviluppatosi di recente il Fintech è un settore che, in pochi anni e in maniera più o meno importante, ha condizionato le abitudini di miliardi di persone e che deve il suo successo alla capacità di facilitare l’accesso dei clienti ai servizi finanziari. Le imprese Fintech,
in pochi anni, sono passate da essere considerate marginali a diventare fari di riferimento in alcuni segmenti, come i pagamenti e le transazioni bancarie. Oggi ci sono circa 32mila Fintech a livello globale. Un settore non privo però di turbolenze: dai massimi del 2021 si
assiste a una drastica discesa nei 12 mesi successivi, con valutazioni crollate e nuovi finanziamenti diminuiti del 43%; nonostante ciò la crescita dei ricavi è lentamente continuata. Le prospettive di
Le valutazioni delle imprese sono crollate del 43%, ma l’incremento dei ricavi è stato sempre costante seppur a ritmi non elevatiGlobal Fintech 2023: Reimagining the Future of Finance È il titolo dell’ulitmo studio sul futuro dei servizi finanziari realizzato da Boston Consulting Group in collaborazione con Qed Investors
lungo periodo sono però incoraggianti, come rivela l’ultimo studio di Boston Consulting Group (Bcg), Global Fintech 2023: Reimagining the Future of Finance, sviluppato in collaborazione con la società di venture capital Qed Investors, sul futuro dei servizi finanziari. Secondo lo studio si tratta di una “turbolenza in fase di decollo perché quella dei servizi finanziari è l’industria più redditizia a livello globale”, che registra un fatturato annuo di 12,5 trilioni di dollari. Ci sono ancora margini di crescita dovuti all’esistenza di 1,5 miliardi di adulti nel mondo unbanked, ovvero senza un conto corrente, e di 2,8 miliardi di persone underbanked, ossia con un conto corrente ma che utilizzano anche servizi finanziari alternativi, di cui 54 milioni in Europa (circa il 50% degli adulti). Si tratta di una platea di nuovi clienti potenziali di servizi finanziari digitali che, sommati, rappresentano più della metà della popolazione mondiale.
“Nonostante il forte rallentamento dell’ultimo anno su investimenti e valutazioni (dopo un biennio 2020-2022 di fortissima crescita)”, spiega Ugo
Cotroneo, managing director e senior partner di Bcg, “i fondamentali del settore Fintech nel lungo periodo rimangono solidi. Secondo le stime Bcg, i ricavi delle aziende Fintech continueranno a crescere a livello globale con un forte contributo di Asia Pacific. Anche in Europa cresceranno ancora registrando un Cagr (tasso composto di crescita annuo, n.d.r.) del 21% fino al 2030.
Mentre il decennio precedente è stato dominato dal settore dei pagamenti Fintech, la crescita futura sarà sostenuta dal trend positivo dell’embedded-finance, del B2B e del B2BX, trainati anche dalla maggiore maturità dell’open banking e delle tecnologie di Generative AI e Dlt. Nello sviluppo di questo mercato”, continua Cotroneo. “i player tradizionali dovranno quindi accelerare i loro piani di digitalizzazione e sarà importante considerare il ruolo che giocano i nuovi trend regolatori, un esempio è l’open banking nel Regno Unito tramite Obie e nell’Ue tramite Psd2, che continueranno a favorire la creazione di nuovi prodotti e servizi, contribuendo ulteriormente alla crescita del settore”. Come anticipato nelle prime righe, lo studio esprime ottime previsioni nel lungo periodo, con un fatturato globale dei servizi finanziari
I fondamentali del Fintech in un orizzonte di lungo termine restano solidi, nonostante il rallentamento degli investimenti
Ugo Cotroneo Boston Consulting Group
che raggiungerà circa 22mila miliardi di dollari entro il 2030 e una ripartizione relativamente equa tra banche e assicurazioni. I ricavi annuali del settore Fintech cresceranno di sei volte fino a raggiungere 1.500 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. Per l’area Regno Unito e Unione europea, insieme il terzo mercato finanziario al mondo, si stima una rilevante crescita del Fintech fino al 2030, oltre cinque volte rispetto al 2021, guidata dal settore dei pagamenti.
“In Italia, il settore soffre ancora della piccola quantità di operatori di grandi dimensioni, ma mostra una forte vitalità, con la nascita di molte iniziative innovative che potranno beneficiare
della complessiva crescita del settore nel lungo termine e del sempre maggiore interesse da parte di incumbent player a partnership e attività di M&A”, conclude Cotroneo.
Orizzonte 2030
L’area destinata a diventare nel 2030 il principale punto di riferimento per il panorama Fintech, superando anche gli Stati Uniti sarà l’Asia-Pacifico, con un tasso di aumento del 27%. Questa crescita sarà guidata principalmente dai Paesi Apac emergenti (Cina, India e Indonesia) grazie a fattori come il maggior numero di player, l’ampia popolazione unbanked, l’elevato numero di pmi e la
diffusione di una classe media e giovanile tecnologicamente preparata. Lo studio si sofferma anche ad analizzare rischi e incertezze del percorso di crescita: dalla regolamentazione, alla privacy dei dati, fino alla concorrenza delle big tech e alla volatilità dei tassi di interesse. Non è auspicabile né un’assenza di regolamentazione, in quanto l’incertezza dovuta a mancanza di regole potrebbe minare la fiducia dei potenziali clienti, che non adotterebbero così soluzioni Fintech, né una regolamentazione troppo rigida, che potrebbe tradursi in costi più elevati, approvazioni lente e investimenti ridotti.
Tutti i segmenti
Pagamenti
Conti correnti / Banking innovativo
Prestiti
Assicurazioni
Investimenti
Infrastrutture / Regtech
Si considerino inoltre i rischi di reputazione che corrono le Fintech nella raccolta di grandi quantità di dati sensibili in modo non regolamentato, rischiando di violare i dati e macchiare la loro immagine agli occhi dei clienti, perdendo così la loro fiducia e di fedeltà. Si valuti poi che l’ingresso di grandi aziende tecnologiche, avendo effetti al ribasso sui prezzi, tende a comprimere la concorrenza, spesso a danno delle startup Fintech più piccole, dell’innovazione e dei consumatori. Infine un contesto di tassi
d’interesse più elevati mette a rischio la capacità di finanziamento delle imprese. “Nell’universo delle Fintech ci sono quattro gruppi di parti interessate: le autorità di regolamentazione, le Fintech stesse, gli operatori storici e gli investitori. La crescita e il successo del Fintech dipenderanno in larga misura dal modo in cui queste quattro parti interessate saranno in grado di lavorare insieme”, conclude Nigel Morris, cofondatore e socio amministratore di Qed, tra gli autori dello studio.
In Italia c’è tuttora un numero limitato di player anche se il mercato mostra una certa vitalità
A partire dal primo giugno, Hong Kong ha dato il via libera al trading crypto al dettaglio, e il Bitcoin ha reagito in modo estremamente positivo alla notizia. Infatti, dopo il via libera da parte dell’autorità di regolamentazione dei titoli di Hong Kong, i prezzi delle crypto sono aumentati: Bitcoin è salito dell’1,7% a 27.293,64
dollari. La più grande criptovaluta è stata scambiata in un piccolo intervallo per tutto il mese di maggio, lottando per superare i 30mila dollari ma rimanendo sopra i 25mila. La mossa della Securities and Futures Commission di Hong Kong era ampiamente attesa, e l’annuncio ha segnato la fine di
una richiesta di commento pubblico presentata a febbraio sui requisiti normativi proposti per il commercio al dettaglio di criptovalute. Le nuove linee guida fanno parte di un impegno più ampio della regione amministrativa speciale per provare a diventare un hub crittografico a livello globale.
La scelta era ampiamente attesa, ma ha fatto crescere le quotazioni del Bitcoin. Sono previste comunque linee guida per l’operatività del retail all’interno della regione speciale
Un’ambizione, però, in netto contrasto con la Cina, che ha vietato il trading di criptovalute nel 2021. Non va poi dimenticato che anche negli Stati Uniti la posizione normativa nei confronti delle criptovalute è diventata un po’ più ostile dopo il crollo della piattaforma FTX nello scorso novembre.
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Sabato 10 giugno è andata in scena l’attesissima finale di Champions League tra Inter e Manchester City. Milioni le persone che hanno cercato di accaparrarsi un biglietto per godersi la partita direttamente dall’Ataturk di Istanbul, ma per i tifosi nerazzurri c’è stata una possibilità in più. Socios.com, infatti, ha deciso di regalare due biglietti ai tifosi dell’Inter tramite un contest direttamente dall’app della piattaforma. Chissà, quindi, chi avrà vissuto questo nuovo e storico appuntamento.
Attenzione ai pagamenti crypto, sopratutto se non volete rovinarvi le vacanze. A Bali, la polizia ha arrestato il proprietario di un autonoleggio per aver accettato pagamenti in criptovalute e multato il malcapitato cliente. Il motivo è presto detto: in Indonesia le criptovalute sono consentite come asset, mentre il loro utilizzo come forma di pagamento non è legale. Si rischia infatti fino a un anno di carcere e una multa di 200 milioni di rupie.
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Leonteq è una società svizzera attiva nei settori finanziario e tecnologico, specializzata nell’emissione di certificati di investimento. Fondata nel 2007 e quotata sulla Borsa di Zurigo dal 2012, è diventata uno dei protagonisti del mercato dei certificati di investimento grazie all’esperienza sviluppata negli anni ed alla piattaforma proprietaria di cui si avvale. Dall’inizio della sua attività in Italia, Leonteq ha emesso oltre 2600 prodotti di investimento sui mercati EuroTLX e SeDeX. A conferma della sua solidità, la società ha ottenuto il rating investment grade (BBB- con outlook positivo) dall’agenzia Fitch Ratings.
COME FUNZIONANO I NOSTRI CERTIFICATI LOW STRIKE CON CEDOLA GARANTITA
• I certificati low strike con cedola garantita consentono di ricevere delle cedole mensili a prescindere dalla performance dei sottostanti, assumendo che non si sia verificato alcun rimborso anticipato.
• Ad ogni data di osservazione, se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è superiore al rispettivo trigger autocall, il prodotto sarà rimborsato anticipatamente e l’investitore riceverà il 100% del valore nominale.
• L’autocall trigger level decrescente, elemento caratteristico dei nostri certificati autocallable, aumenta la probabilità di richiamo anticipato.
• Alla scadenza, qualora il prodotto non sia stato rimborsato anticipatamente, gli scenari possibili sono i seguenti: (1) se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore non è pari o al di sotto del relativo livello di strike, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale; (2) se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è pari o al di sotto del relativo livello di strike, l’investitore riceverà il valore nominale moltiplicato per il quoziente tra il valore di chiusura del sottostante (con la peggiore performance) ed il rispettivo livello di strike, in tale scenario pertanto si può avere la perdita totale o parziale dell’investimento iniziale.
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“La salute degli oceani dovrebbe interessare tutti noi, non solo per motivi ecologici, ma anche economici”, parola di Paul Buchwitz, gestore di portafoglio di Dws, che si è espresso così in occasione della Giornata mondiale degli oceani dell’8
giugno scorso. Si prevede che la Blue Economy crescerà più velocemente dell’economia globale entro il 2030 e più che raddoppierà il suo contributo alla creazione di valore globale entro il 2030, a partire dal 2010. Ma, secondo una previsione del WWF, nei prossimi
15 anni potrebbero verificarsi perdite di valore per oltre 8,4 trilioni di dollari: l’inquinamento, la pesca eccessiva e l’avanzare dei cambiamenti climatici stanno esercitando una notevole pressione sull’ecosistema marino in tutto il mondo. Secondo Buchwitz,
L’inquinamento, la pesca eccessiva e l’avanzare dei cambiamenti climatici stanno esercitando una notevole pressione sull’ecosistema marino in tutti il mondoPaul Buchwitz / gestore di portafoglio di Dws
la pressione ad agire è quindi più forte che mai: “Circa il 70% di tutte le attività economiche e di servizio legate all’oceano dipendono da un ecosistema sano. O, per dirla in altro modo, la maggior parte delle attività in cui investiamo sono esposte ai
rischi legati al degrado degli oceani”. Secondo il gestore di Dws, un passo importante per ridurre questi rischi a lungo termine è trasformare la Blue Economy in un’economia blu sostenibile. Gli investitori, in particolare, hanno un ruolo importante
da svolgere in questo senso. È importante non solo promuovere le aziende i cui modelli di business e prodotti hanno già un impatto positivo sugli oceani, ma anche lavorare con le aziende che devono ancora migliorare il loro impatto sugli oceani”.
Albo crypto
Anche in Italia arriverà una regolamentazione crypto. L’idea è quella di dotare il Paese di uno specifico albo di fornitori specializzati nella tokenizzazione di strumenti finanziari societari. (Cryptonomist.ch).
Collocamenti perfetti
“Il collocamento del Btp Valore è andato benissimo. Il Tesoro ha trovato il momento giusto e i valori corrisposti, perfettamente in linea con il mercato, rendono il titolo appetibile”. Ciro Pietroluongo (direttore generale di Mts).
CPR Invest - Hydrogen, un’opportunità da cogliere per creare valore investendo nell’ecosistema dell’idrogeno:
dà accesso a un mercato innovativo e ad alto potenziale;
si stima che l’idrogeno coprirà circa il 17% dell’intero fabbisogno energetico entro il 2050**;
l’idrogeno potrebbe contribuire a ridurre di un terzo le emissioni di gas serra a livello globale**.
amundi.it
*Fonte: IPE “Top 500 Asset Managers” pubblicato a giugno 2021, sulla base delle masse in gestione al 31/12/2020. **ETC (Energy Transition Commission), “Making the Hydrogen Economy Possible”, aprile 2021. Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto e il KIID prima di prendere una decisione fi na le di investim ento. CPR Invest - Hydrogen (di seguito anche “Fondo”) è un Comparto della SICAV CPR Invest, gestito da CPR Asset Management, una società del gruppo Amundi. CPR Asset Management è autorizzata in Francia e regolamentata dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF). Il Comparto è autorizzato in Lussemburgo e sottoposto alla vigilanza della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento nel Fondo siano appropriati alla loro situazione, e devono altresì accertarsi di aver compreso interamente il presente documento. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente fi nanziario. Il valore dell’investimento potrebbe I risultati passati no n son o indicativi di quelli futuri e no n vi è garanzia di ottenere uguali rendim enti per il futuro. a nessuna “U.S. Person” come de fi nita nel Securities Act del 1933 e nel prospetto. Il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto sono disponibili gratuitamente presso le sedi dei soggetti collocatori nonché sul sito internet ww w.amundi.it. Una sintesi delle informazioni sui diritti degIi investitori e sui meccanismi di ricorso collettivo è reperibile in lingua inglese al seguente link: https://about.amundi.com. La società di gestione può decidere di ritirare la noti fi ca delle disposizioni adottate per la commercializzazione di quote, anche, se del caso, in relazione a categorie di azioni, in uno Stato membro rispetto alle quali aveva |
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L’Italia che reagisce
“Nell’affrontare le conseguenze degli avvenimenti degli ultimi anni, l’economia italiana ha mostrato una grande capacità di reazione. Tutti ottimi segnali da sfruttare per aumentare le nostre potenzialità”. Ignazio Visco (Bankitalia).
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Quasi 25mila trader hanno intrapreso un esperimento di copy trading con ChatGPT. Si chiama GPT Portfolio e si basa sull’analisi di dati per identificare azioni per un portafoglio di 50mila dollari. A dirlo è Cryptonomist.ch.
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La presente comunicazione di marketing è pubblicata da MSIM Fund Management (Ireland) Limited. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è regolamentata dalla Banca centrale d’Irlanda. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è costituita in Irlanda come società privata con numero di registrazione 616661 e ha sede legale presso The Observatory, 7-11 Sir John Rogerson’s Quay, Dublin 2, D02 VC42, Irlanda.
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Indice resiliente
“Nei primi quattro mesi di quest’anno, l’indice FTSE
Italia Growth ha registrato una performance invariata, con solo metà delle società quotate che ha realizzato una performance positiva”. (KT&Partners).
Sec vs
Una nuova causa legale scuote il mercato delle criptovalute.
È quella che la Sec ha intentato contro Binance, soggetta a ben 13 capi d’imputazione. L’accusa più grave è quella di operare come piattaforma non registrata.
Pasquarelli Auto ha debuttato all’Euronext Growth Milan di Borsa Italiana. Il gruppo è provider di mobilità attivo nel commercio di veicoli commerciali nuovi e usati, oltre che nel noleggio a breve e vendita ricambi.
Recessione? No, grazie
“Un anno fa si parlava di recessione in Europa per l’inverno 2022, a seguito della crisi energetica in Ucraina. Questo scenario non si è verificato, poiché l’approvvigionamento è stato ben gestito”. Dieter Aigner (Raiffeisen).
Nuova partnership
Bitpanda Technology Solutions ha stretto una partnership con Coinbase per far crescere un’infrastruttura di trading regolamentata fuori degli Stati Uniti. Offrirà un’infrastruttura flessibile e
24/24 e 7/7.
La rivincita dei big tech
“I titoli big tech sono stati i vincitori della pandemia nel 2020 e nel 2021 grazie alla forte domanda dei loro prodotti. Il 2022 è stato invece difficile a causa delle preoccupazioni per l’inflazione e i tassi”. Simon Webber (Schroders).
Futuro e ottimismo
“Il 2022 è stato soddisfacente per Friulchem e i risultati raggiunti sono la conferma della validità del modello di business della società. L’andamento positivo ci permette di essere ottimisti sul 2023”. Giovanni Mazzola (Disma).
Risultato top per Poste
Dopo i difficili numeri di marzo, anche aprile è stato un mese a doppia velocità per il mercato italiano del risparmio gestito. Poste Italiane ha però registrato la migliore performance di masse gestite tra i gruppi.
MAGAZINE / EXPERIENCES / EVENTS / WEB / NEWSLETTER / SOCIAL
BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.
Dollaro e inflazione
“L’inflazione rimane al di sopra dei livelli ideali e alcuni funzionari della Fed hanno riproposto l’idea di aumenti dei tassi di interesse. In tal caso, un ulteriore rafforzamento del dollaro è possibile”. Ricardo Evangelista (ActivTrades).
Accordo raggiunto È stato raggiunto l’accordo sul debito Usa. Prevede la sospensione del limite massimo dell’indebitamento del governo per un periodo di due anni. In cambio, l’accordo congela di fatto la spesa federale.
EVENTS / NEWSLETTER / WEB/ SOCIAL / PODCAST / TV
Domanda aperta
“Se i mercati possano smentire le previsioni pessimiste nella seconda metà dell’anno è una domanda aperta. In queste situazioni è difficile distinguere i segnali utili dai dati senza significato”. Sébastien Page (T. Rowe Price).
Chi entra e chi esce Euronext ha annunciato i risultati della revisione annuale dell’indice Mib Esg. Brembo, Campari e Ferrari entreranno a far parte di questo paniere, mentre Anima Holding e Salvatore Ferragamo saranno invece quelli esclusi.
Musk, Soros e Magneto
“Soros vuole erodere il tessuto della società. È come Magneto che combatte per aiutare i mutanti a sostituire gli umani come specie dominante, odia l’umanità”. A dirlo è Elon Musk, che ha attaccato l’imprenditore ungherese.
Rischi in aumento
“Si alza il rischio di recessione negli Usa, mentre cala in Uk ed Europa. Un cambiamento rispetto a inizio 2023, quando le probabilità erano 90% Regno Unito, 80% Europa e 60% Usa”. Steven Bell (Columbia Threadneedle).
Durante il più importante evento italiano su trading e investimenti si è riunita, ancora una volta, la più grande community del settore.
Grazie agli oltre
4.700 partecipanti che hanno animato i due giorni di evento!
Su YouTube Pictet Asset Management parla di sostenibilità. L’Europa ha conquistato i primi posti della classifica delle città più green al mondo, con Oslo in prima posizione. Secondo l’Onu, i centri urbani sono responsabili del 60-80% del consumo energetico.
“A livello macro prosegue il lento cammino verso una recessione negli Stati Uniti e in Area Euro”. È il quadro delineato in un post su LinkedIn da Anima, che rimanda al suo consueto Flash sui mercati dove consiglia prudenza sulle azioni.
Proteggere i risparmi dall’inflazione rimane un obiettivo centrale degli italiani. Se ne parla in un post su Facebook nel profilo di Banca Mediolanum, che invita gli utenti a consultare il blog dei Family Banker, i consulenti finanziari della rete.
Cento anni fa nasceva a Firenze Don Lorenzo Milani, le cui idee hanno influenzato il mondo della didattica e non solo, originando un aspro dibattito nel mondo cattolico e tra gli intellettuali italiani. Etica Sgr gli dedica un post su Instagram
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