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Capitale a rischio. Il valore degli investimenti e il reddito che ne deriva possono crescere così come diminuire, e non sono garantiti. Gli investitori potrebbero non rientrare in possesso dell’importo inizialmente investito.
Messaggio Promozionale: Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il PRIIPs KID disponibili su www.ishares.com/it, che contengono una sintesi dei diritti degli investitori. Informativa di Legge. Pubblicato da BlackRock (Netherlands) B.V. BlackRock (Netherlands) B.V. è autorizzata e disciplinata dall'Autorità per i mercati finanziari olandese. Sede legale: Amstelplein 1, 1096 HA, Amsterdam - Tel.: 020 – 549 5200 - Tel.: 31-20-549-5200. Iscrizione al Registro delle Imprese n. 17068311. A tutela dell'utente le telefonate potranno essere registrate. Per informazioni sui diritti degli investitori e su come presentare reclami, visitare https://www.blackrock.com/corporate/compliance/investor-right disponibile in italiano. © 2023 BlackRock, Inc. Tutti I diritti riservati. 2661375
La REGOL A del 60%-40% che divide i due GIGANT I EDITORIAL
BlackRock (8,5 miliardi di dollari di masse gestite a fine 2022) e Vanguard (7,6 miliardi) sono i due giganti americani e mondiali dell’asset management, da sempre in gara fra di loro. La competizione fra i due titani non poteva non riverberarsi anche su un concetto a lungo dominante nell’industria degli investimenti, la cosiddetta regola del “60%-40%”. Alla base della diversificazione essa prevede rispettivamente il 60% investito nell’azionario, che ha sempre offerto i migliori ritorni a lungo termine, e il 40% nell’obbligazionario, che riduce la volatilità del portafoglio. Questo modello, valido nel passato, oggi però vede un quadro cambiato dove la funzione stabilizzatrice offerta dalle obbligazioni pare non funzionare più. Tanto che nel 2022 i prezzi di equity e bond sono crollati simultaneamente. Di conseguenza, l’anno scorso il classico portafoglio bilanciato ha perso il 16%, il peggior calo dal 2008. Nei nove anni precedenti al 2022 questa strategia aveva reso l’8,9% medio ogni anno. Così BlackRock ha recentemente previsto che anche in futuro le obbligazioni non torneranno a muoversi in controtendenza rispetto all’azionario. Questo perché è improbabile che le banche centrali intervengano in soccorso con rapidi tagli dei tassi nelle recessioni che hanno architettato per far scendere l’inflazione verso gli obiettivi politici. Inoltre, gli investitori chiederanno sempre più un compenso per detenere titoli di stato a lungo termine in presenza di livelli di debito elevati, offerta in aumento e inflazione più elevata. Così il consiglio è di uscire dagli asset tradizionali e investire di più nei private markets. Tra le voci invece più decise a sostenere l’appeal del classico portafoglio 60%-40% c’è invece quella del colosso dei fondi a gestione passiva. Vanguard ha infatti innalzato le previsioni sul rendimento annualizzato decennale di questa strategia dal 3,83% di fine 2021 al 6,09%, da fine 2022. Gran parte della revisione, hanno affermato gli analisti di Vanguard, deriva proprio dal miglioramento delle performance attese dalla componente obbligazionaria del portafoglio, “più che raddoppiate” rispetto a quanto atteso a fine 2021. Quindi, “tutt’altro che morto, il 60%-40% è posizionato per un altro decennio molto forte”.

Mentre Vanguard crede ancora valido il modello di portafoglio bilanciato tra obbligazioni e azioni, BalckRock pensa che sia ormai necessario puntare anche sui private market
anno 6 - numero 61 - maggio 2023 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 24 del 31/01/2018
Editore
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Foto di Simone Rosti in copertina e nell’intervista alle pagine 12-15 by Laila Pozzo
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Se la perdita pesa più di un guadagno
Un’interessante analisi di finanza comportamentale tratta dal blog di Pictet Asset Management

Pictet Asset Management, nel suo blog dedicato all’educazione finanziaria che si chiama Pictet Per Te, affronta il tema delle scelte degli investitori dettate dall’emozione e dell’avversione alle perdite. Si tratta di un’analisi interessante sulla finanza comportamentale con diversi spunti di riflessione. Ecco un estratto del post. “Non è solo l’individuo che si muove in modo irrazionale. Può capitare che i mercati si muovano in modo irrazionale e soprattutto in modo inefficiente.
Dalle errate valutazioni dei prezzi alle anomalie sui ritorni degli investimenti, l’intera comunità economico-finanziaria può avere comportamenti irregolari. L’avversione alle perdite è un fattore centrale nonché uno dei bias più diffusi. Questa avversione è così forte che una perdita, secondo alcune teorie, pesa 2,5 volte più di un guadagno della stessa entità nella storia e nelle scelte di un investitore. Inoltre, una perdita può anche spingere l’investitore in due direzioni
opposte. In alcuni casi potrebbe portarlo a rischiare per tornare velocemente a guadagnare in una sorta di gioco d’azzardo. Il problema è che spesso si finisce così per peggiorare l’entità delle perdite, per una ragione: si investe in maniera irrazionale, spinti solo dalla voglia di mettersi in pari. In altri casi, può spingere chi si trova in una situazione in perdita a mantenere inalterata la situazione per timore di incappare in perdite più ingenti”.

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AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave (KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. Nel caso di stacco cedola, l’importo da distribuire potrà anche essere superiore al risultato conseguito dal fondo, rappresentando in tal caso rimborso di capitale.
* Fonte: ESMA - Fund portfolio networks: a climate risk perspective.
** Le società in portafoglio sono selezionate fra quelle incluse nella lista della Science Based Targets initiative, con obiettivo di dimezzare le emissioni nette entro il 2030 e azzerarle entro il 2050.
Il cambiamento clima co ha importan conseguenze anche sugli inves men finanziari*.
Premi per Eurizon
Eurizon Fund - Bond Aggregate RMB è stato premiato come miglior fondo Bond Asia Pacific Local Currency a tre anni ai 2023 Lipper Fund Award Europa, primo su 28 fondi. Il fondo lussemburghese è gestito da Eurizon SLJ Capital LTD, l’asset manager londinese specializzato nei servizi di investimento e consulenza. Eurizon Fund - Bond Aggregate RMB è stato premiato anche ai 2023 Lipper Fund Award Svizzera, Germania, Austria, Francia e Nordics.
Green bond a go go
Emissioni record per i green bond. Citando le statistiche di Goldman Sachs, la piattaforma Fundstore (gruppo Banca Ifigest) ha ricordato che nel 2022

“obbligazioni verdi” sono state collocate per un totale di 500 miliardi di dollari, contro i 200 del 2020.
Ubs multi-asset
UBS Global Wealth Management ha lanciato Ubs Multi Asset Emerging Markets Dynamic. Pensato per cogliere il potenziale degli asset dei mercati emergenti, si basa su diversificazione, selezione titoli bottom-up e gestione dell’esposizione azionaria.


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Five step di Symphonia Sgr
Symphonia Sgr, società di gestione del gruppo Banca Investis, ha lanciato sul mercato Symphonia Lux Five Steps, un fondo aperto che, grazie a un approccio flessibile, partendo da un portafoglio obbligazionario aumenta in modo progressivo e sistematico l’esposizione azionaria. Attraverso un piano di cinque anni, articolato in 60 versamenti mensili di pari importo, viene costruito un portafoglio che incrementa progressivamente l’esposizione azionaria.
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Ugo Loeser di Arca Fondi Sgr è stato riconfermato miglior ceo dell’asset management italiano dalla World Business Outlook, rivista internazionale economica-finanziaria che premia le società e i talenti che si sono distinti per le loro strategie di successo.

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*PFI è l'11° gestore più grande al mondo in termini di asset istituzionali gestiti a livello mondiale secondo P & I Top Money Managers pubblicato nel giugno 2022. Dati AuM aggiornati al 31.12.2022, secondo le stime della società e soggetti a variazioni. Questo materiale è a puro scopo informativo ed educativo.

(1)Rappresenta l'esperienza di gestione patrimoniale di PFI attraverso PGIM, le sue affiliate e i suoi predecessori. Un ciclo di mercato si identifica nelle fluttuazioni dell'economia tra fasi di crescita e di recessione. Per ulteriori informazioni relative ai cicli di mercato visitare: www.nber.org/cycles.
PGIM è la principale attività di gestione patrimoniale di Prudential Financial, Inc. (PFI) e nome commerciale di PGIM, Inc. e delle sue filiali globali. Nello Spazio economico europeo ("SEE"), le informazioni sono emesse da PGIM Netherlands B.V. con sede legale: Gustav Mahlerlaan 1212, 1081 LA Amsterdam, Paesi Bassi. PGIM Netherlands B.V. è autorizzata dall'Autoriteit Financiële Markten ("AFM") nei Paesi Bassi (numero di registrazione 15003620) e opera sulla base di un passaporto europeo. In alcuni paesi del SEE, le informazioni sono, ove consentito, presentate da PGIM Limited in base a disposizioni, esenzioni o licenze disponibili a PGIM Limited in base ad accordi di autorizzazione temporanea a seguito dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Questi materiali sono emessi da PGIM Limited e/o PGIM Netherlands B.V. a persone che sono clienti professionali come definito dalle regole della FCA e/o a persone che sono clienti professionali come definito nella pertinente attuazione locale della Direttiva 2014/65/UE (MiFID II).
Prudential Financial, Inc. (“PFI”) degli Stati Uniti non è affiliata in alcun modo a Prudential plc, costituita nel Regno Unito o a Prudential Assurance Company, una filiale di M&G plc, costituita nel Regno Unito.
© 2023 PFI e le sue societa' affiliate. PGIM, il logo PGIM e il design Rock sono marchi di servizio di PFI e delle sue entità correlate, registrati in molte giurisdizioni in tutto il mondo.
Investire è una cosa per tutti
Rosti (Vanguard): “Soluzioni semplici, diversificate, low cost e trasparenti La nostra visione del risparmio gestito, per democratizzare la finanza”
iù riesci a guardare indietro, più riuscirai a vedere in avanti. Prendiamo in prestito questa celebre frase di Winston Churchill per interpretare con poche parole lo spirito con cui Vanguard, tra i principali asset manager statunitensi al mondo, si è affacciata ormai da alcuni anni sul mercato italiano; una società forte di una concezione moderna e proiettata al futuro del risparmio gestito, ma che è stata senza dubbio capace di integrarsi al meglio all’interno di un contesto, quello dell’asset management nostrano, caratterizzato da servizi e clientela di stampo generalmente tradizionale. Le partnership sono nate e si sono sviluppate e l’offerta dedicata è cresciuta giorno dopo giorno, all’insegna di un claim che è soprattutto un manifesto aziendale: democratizzare gli investimenti. Ne abbiamo parlato con Simone Rosti, country head Italia della società.
Vanguard è ormai da alcuni anni in Italia. Quali sono state le tappe più significative di questo cammino?
Le tappe sono state diverse e impegnative. In primis abbiamo creato un team che fosse capace di trasmettere il messaggio di Vanguard sul mercato italiano, cosa non scontata, cioè quello di una società le cui politiche sui bassi costi sono frutto della struttura dell’azionariato, di fatto una mutua cooperativa che prevede il reinvestimento degli utili a favore degli investitori. Questo si traduce in una conseguente riduzione dei costi dei prodotti. La seconda tappa è stata la quotazione dei nostri Etf su Borsa Italiana, elemento che ci ha avvicinato alle diverse categorie di investitori, partendo dagli istituzionali. In seguito abbiamo ulteriormente strutturato la nostra sede italiana, costituendo a fine 2020 la nostra branch e trasferendo parte del team da Londra. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente vissuto momenti importanti, come per esempio il lancio del primo “Etf di Etf” in Italia o le diverse partnership avviate con le reti. Infine abbiamo reso disponibili anche per gli investitori privati i nostri fondi indicizzati.
Lei ha seguito il debutto sul mercato italiano della società fin dal principio. Come è cambiato il risparmio gestito nel corso di questi anni?
C’è stato un grande cambiamento, direi più una vera e propria evoluzione. Alcuni temi di nicchia sono diventati mainstream, si pensi ad esempio alla sostenibilità, mentre altri sono stati rivalutati,

come i fondi tematici. Ora noto che alcuni argomenti di investimento vengono un po’ troppo commercializzati, rendendoli quasi oggetto di show, mentre a mio avviso sarebbe necessaria una valutazione più strutturata. In merito alla gestione del risparmio, negli ultimi anni le reti di consulenza finanziaria hanno conquistato quote di mercato rispetto alle banche tradizionali, elemento che mi fa pensare che il pubblico si stia abituando a una offerta più articolata e meno “da sportello”. In ultima analisi, la pandemia ha accelerato un processo di dematerializzazione dei servizi finanziari.
Coerentemente con questo scenario, come si articola la vostra proposta commerciale?
La nostra offerta rispecchia la nostra visione del risparmio gestito, cioè quella di servire investitori privati e istituzionali in maniera semplice, diversificata, a basso costo e trasparente. Con queste basi il vero ritorno di un portafoglio deriva dalle componenti “core”, che devono essere costituite dalle principali asset class che coprono il mercato azionario e obbligazionario. In tal senso i nostri prodotti riflettono questi elementi dell’asset allocation.
Il risparmio gestito in Italia ha nelle reti di consulenti finanziari probabilmente gli interlocutori più graditi. Come si articola il vostro dialogo con le banche-reti nostrane? E coi professionisti?
Noi siamo molto ottimisti sull’evoluzione di queste relazioni. Un ottimismo realistico basato sulle esperienze pregresse e sui dialoghi che stiamo sviluppando.
Da quando abbiamo avviato la nostra offerta in Italia abbiamo creato ben sette partnership con attori primari del mercato, tra i quali cito ad esempio Zurich Bank e CheBanca! Sebbene il mercato sia dominato dal collocamento di fondi classici, noi di Vanguard offriamo alle reti prodotti sottostanti con costi contenuti per i loro contenitori che, a parità di redditività per la rete, possono essere offerti a un minor costo ai clienti finali.
Tali soluzioni possono inoltre essere utilizzate per la parte “core” del portafoglio, consentendo un efficientamento dello stesso.
Una delle vostre mission aziendali consiste nell’alimentare il processo di democratizzazione degli investimenti. Cosa intendete con questa espressione?
Per noi l’emblema di questa filosofia sono i nostri Etf Life Strategy, cioè prodotti che possono essere visti come una gestione di portafoglio tout court, che costano solo 25 punti base e che permettono agli investitori privati di trovare una soluzione di asset allocation che fino a poco tempo fa era riservata solo alla clientela particolarmente patrimonializzata. Gli Etf in sé hanno permesso una democratizzazione degli investimenti, perché fino a dieci anni fa sarebbe stato impossibile investire su determinati mercati a prezzi così risibili. Oggi il nostro interesse è anche quello di democratizzare il mondo dei fondi e in tal senso è cruciale il passaggio che abbiamo fatto verso la piattaforma Online sim, dove abbiamo reso accessibili tutti i nostri prodotti.
Se è vero che la democrazia è sempre auspicabile, a suo giudizio il popolo dei risparmiatori italiani è culturalmente pronto a questo processo? Più in generale, cosa pensa del livello e delle politiche di educazione finanziaria in Italia? È un tema complesso. Dal mio punto di vista il risparmiatore italiano fa ancora fatica a capire come gestire i
Siamo a favore del divieto di inducement e pensiamo che rimuovere i conflitti di interesse possa essere un elemento fondamentale per migliorare l’offerta destinata ai risparmiatori
IL TEAM ITALIANO DELLA SOCIETÀ
propri risparmi ed è importante che si eviti il fai da te. Tuttavia uno dei freni per gli investitori è quello del conflitto di interesse, cioè la difficoltà nel comprendere se la banca o il professionista stiano davvero offrendo la migliore soluzione possibile per chi si rivolge a loro. In tal senso servirebbe uno sforzo collettivo tra il regolatore, gli operatori dell’industria e i risparmiatori finali. Il primo dovrebbe focalizzarsi sull’aumentare la trasparenza del mercato, i secondi dovrebbero garantire un’offerta il più possibile ampia e adeguata e infine gli investitori dovrebbero capire che la consulenza va pagata, in quanto servizio in grado di offrire un valore aggiunto.

A livello di opinione pubblica, tiene banco il dibattito sulla Retail Investment Strategy della Commissione Europea, con la questione degli inducement a farla da padrone. Qual è la posizione di Vanguard?






Lo dico chiaramente, noi di Vanguard siamo a favore del divieto di inducement. Pensiamo che la rimozione del conflitto di interesse possa essere un elemento fondamentale per il miglioramento dell’offerta per gli investitori.
Le esperienze nel Regno Unito o in altri paesi come l’Olanda ci dicono che scelte di questo tipo hanno ridotto i costi per i risparmiatori e migliorato le opportunità di scelta dei prodotti.
Concludiamo con una domanda “marzulliana”. La vita dovrebbe essere per il risparmio o i risparmi aiutano a vivere?
Ho dei figli adolescenti e sto cercando di trasmettere loro il concetto che lavorare è impegnativo e che quindi risparmiare è fondamentale e bisogna farlo fin da subito. Questo perché le fatiche di una vita devono remunerare la persona che le fa. Molto spesso ci si lascia ammaliare da beni che garantiscono un beneficio immediato, ma il risparmio è qualcosa che offre sostegno lungo tutto il percorso della propria esistenza. In sostanza, sicuramente i risparmi aiutano a vivere meglio, ma credo che si debba in primo luogo imparare a risparmiare al meglio.

Il leone britannico ha trovato la preda

Liontrust in crescita con l’acquisizione di Gam Continua la politica d’espansione voluta dal ceo
Jrisicato miliardo che trovò al momento del suo insediamento. Nelle ultime settimane, il ceo di Liontrust, gruppo il cui simbolo è un iconico leone, ha compiuto un altro salto dimensionale e di qualità. L’occasione è stata l’acquisizione di Gam Holding, noto player finanziario svizzero (ramo d’investimento del gruppo Gam).
Quinquennio non facile
121,3
ohn Ions, ceo di Liontrust, è un manager che conosce le aziende in difficoltà e sa certamente trasformarle in qualcosa di diverso, in imprese di investimento capaci di crescere, espandersi, fare acquisizioni. Nel 2010, quando assunse la guida di Liontrust, trovò una boutique d’investimento in una situazione un po’ problematica, che subiva deflussi e aveva perso alcuni importanti gestori. Nel giro di un decennio, Ions ha saputo ribaltare la situazione e creare un gruppo con oltre 30 miliardi di sterline di asset, contro il
Gli ultimi 5 anni non sono stati facili per Gam Holding, dopo la vicenda che ha visto protagonista Tim Haywood, gestore di un noto fondo a ritorno assoluto, che fu temporaneamente congelato per l’eccessiva presenza di asset illiquidi. Negli ultimi 5 anni, per il titolo del gruppo svizzero quotato a Zurigo, c’è stata una vera e propria Caporetto, con una discesa del prezzo da oltre 16 franchi a poco più di 62 centesimi. Nelle ultime settimane,
53

L’ascesa del gruppo inglese è iniziata nel 2010 quando deteneva masse per un miliardo di sterline Nell’arco di un decennio sono salite a 30 miliardi
però, è arrivata la svolta. Nonostante l’opposizione di alcuni azionisti di minoranza di Gam, Liontrust ha chiuso l’accordo per acquisire l’azienda elvetica creando così un gruppo da 53 miliardi di sterline di asset, corrispondenti a circa 60 miliardi di euro. Gam porterà in dote un patrimonio di grande entità, pari a oltre 23 miliardi di franchi svizzeri, che corrispondono a più 24 miliardi di euro. Oltre che in termini di asset, però, questa operazione che vale oltre 109 milioni di euro consentirà a Liontrust di mettere in atto un’espansione geografica di grande

portata. Gam ha infatti solide radici sul mercato asiatico e anche negli Stati Uniti, cioè in due aree preziose per l’asset e il wealth management, dove il gruppo elvetico possiede uffici propri. Inoltre, l’acquisizione di Gam rappresenta per Liontrust anche una crescita geografica nell’Europa continentale e più in generale al di fuori del Regno Unito. Basti pensare che Gam ha 3.500 clienti dislocati in tutto il mondo, di cui una parte consistente (cioè 2.700 circa) si concentra in alcuni mercati-chiave: Svizzera, Germania, Italia, Stati Uniti, Penisola Iberica e America
del Sud. Ions sembra dunque aver colto la palla al balzo per trasformare ancora una volta in realtà le sue mire espansionistiche, iniziate negli anni passati con altre acquisizioni importanti come quella avvenuta nel 2020 delle attività di gestione multi-manager che facevano capo ad Architas (gruppo Axa), un’operazione da oltre 80 milioni di euro.
Altri pretendenti
3.500
2 .700
9, 4
L’ultima preda del leone britannico è stata dunque Gam, un’operazione che ha senza dubbio dato vigore alle opinioni di Xavier Niel, proprietario del noto operatore telefonico francese Iliad. Assieme a una cordata di investitori, alla fine di aprile Niel era entrato nel capitale di Gam, arrivando a detenere una quota di circa il 7,5% e ritenendo che il gruppo elvetico, dopo 5 anni di passione in borsa, fosse davvero sottovalutato. Il patron di Iliad ci aveva visto giusto.In breve tempo è arrivato infatti un compratore che, a ben guardare, non era stato il primo a farsi avanti. Nell’ultima settimana di aprile aveva bussato alla porta anche Zuercher Kantonalbank (Zkb), gruppo bancario svizzero che aveva tentato di inserirsi nelle trattative e rompere le uova nel paniere ai negoziati con Liontrust, già in fase avanzata. Alla fine, però, ad avere la meglio è stato il leone britannico, con un’operazione carta contro carta. Il corrispettivo dell’acquisizione sarà soddisfatto dall’emissione di 9,4 milioni di nuove azioni ordinarie di Liontrust e si prevede che gli azionisti di Gam possiederanno circa il 12,6% del nuovo gruppo.
Kairos International Sicav
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KIS ActivESG è la proposta di Kairos dedicata agli investimenti sostenibili che, puntando su società rispettose dell’ambiente, attive nel sociale e guidate da solidi principi di governance, ha l’obiettivo di ridurre l’esposizione alle emissioni di carbonio.

È stata una delle prime soluzioni ESG in Italia ad adottare una strategia di gestione long-short. La consolidata expertise in metodologie di gestione alternative, unitamente alla capacità di selezione dei titoli, basata su di un rigoroso processo di analisi fondamentale e su di un modello proprietario di analisi ESG, consente a Kairos di proporsi sul mercato con un’offerta distintiva.
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Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degliinvestitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema di sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
Le informazioni e le opinioni qui riportate non costituiscono un’offerta al pubblico, né una raccomandazione personalizzata, non hanno natura contrattuale, non sono redatte ai sensi di una disposizione legislativa, non sono sufficienti per prendere una decisione di investimento e non sono dirette a persone residenti negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in Paesi dove il Fondo non è autorizzato alla commercializzazione.
Una donna per Man
Robyn Grew (1) è stata nominata ceo di Man Group e succederà a Luke Ellis (2) a partire dal 1° settembre. Per qualche mese Ellis rimarrà dunque alla guida del noto gestore di fondi hedge e alternativi che ha circa 145 miliardi di dollari di asset. Grew è presidente della sede di Man Group negli Stati Uniti, e si trasferirà nel Regno Unito dopo la nomina a ceo, ma continuerà a trascorrere una parte del tempo anche negli Stati Uniti.

Staffetta in Etica Sgr

L’assemblea dei soci di Etica Sgr ha eletto il nuovo cda della società, che resterà in carica per il triennio 20232025. Marco Carlizzi (nella foto), già consigliere indipendente, ha assunto la carica di presidente, subentrando all’uscente in carica Ugo Biggeri
Nuovo coo in Axa Italia
Enzo Alessandro Di Puma (nella foto) è stato nominato con decorrenza dal 1° maggio chief operating officer e membro del management committee del gruppo Axa Italia. Di Puma vanta oltre 20 anni di esperienza, sia nel settore finanziario sia in ambito consulenziale.



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* Rendimenti antecedenti 2018: 2017 -3,3% – 2016 +7,5% – 2015 +5,1% – 2014 +5,4% – 2013 +3,7% – 2012 +8,2%.
I Rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Fonte dati: Morningstar.
Il presente documento di marketing è stato redatto da Azimut Capital Management SGR S.p.A., società facente parte del Gruppo Azimut, anche in qualità di distributore dei fondi di Azimut Investments SA, sotto la propria esclusiva responsabilità a scopo promozionale e informativo. Prima di adottare qualsiasi decisione di investimento, è necessario leggere il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (il “KID”), e il modulo di sottoscrizione, così come il Regolamento di gestione. Per valutare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze personali, si consiglia di rivolgersi al proprio consulente finanziario. I destinatari del presente messaggio si assumono piena ed assoluta responsabilità per l’utilizzo dei dati, le informazioni e le opinioni contenuti nonché per le scelte di investimento eventualmente effettuate sulla base dello stesso in quanto l’eventuale utilizzo come supporto di scelte di operazioni di investimento non è consentito ed è a completo rischio dell’utente. La partecipazione ad un OICR comporta dei rischi connessi alle possibili variazioni di valore delle quote, che a loro volta risentono delle oscillazioni del valore degli strumenti finanziari in cui vengono investite le risorse dell’OICR.
Due cambi in Candriam
Candriam ha nominato Nicolas Forest (1), che ha ricoperto la carica di global head of fixed income dal 2013, nuovo chief investment officer. L’incarico è effettivo dal 1° maggio 2023 e Forest è subentrato a Vincent Hamelink (2), nominato ceo di Candriam.

Stella ad di Polis
Il cda di Polis Fondi Sgr ha annunciato che l’amministratore delegato Paolo Berlanda (1) ha lasciato la sgr, dopo averla guidata per oltre 15 anni.

L’assemblea ha quindi nominato Michele Stella (2) sia come consigliere sia come nuovo amministratore delegato.
Promozione per Piacentini
Per integrare il coordinamento tra i canali wholesale e retail, Lazard Fund Managers Italy ha nominato Lorenzo Piacentini (nella foto) come head of third party distribution. Piacentini sarà responsabile del team di intermediari finanziari e sviluppo del business.

















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La zampata dell’hi-tech
Tra alti e bassi, i fondi azionari tecnologici sono campioni di rendimenti Dal 2018 nessuna categoria ha fatto meglio, tranne le energie alternative

11,5%
È il rendimento medio annualizzato tra il 2018 e il 2023 dei fondi azionari del settore hi-tech secondo i dati di Morningstar rilevati a maggio. È la seconda più redditizia categoria di prodotti.
Rendimento medio annualizzato dell’11,5% ogni 12 mesi. È la performance da incorniciare messa a segno tra il 2018 e il 2023 dai fondi azionari che investono nel settore tecnologico, secondo le rilevazioni di Morningstar aggiornate al 5 maggio scorso. Nell’arco di 5 anni, sempre secondo i dati di Morningstar, gli azionari hi-tech sono la categoria di prodotti del risparmio gestito che ha reso più in assoluto, fatta eccezione per quelli specializzati nel comparto delle energie alternative. Tutto merito ovviamente della zampata del titoli tecnologici, che nel 2023 hanno ricominciato a viaggiare alla grande, dopo un 2022 non certo da incorniciare. Chi ha seguito il settore hi-tech negli ultimi anni se ne sarà
ha fatto temere una crisi energetica in tutta Europa, gli investitori hanno infatti riscoperto settori un po’ più tradizionali e troppo a lungo trascurati come i petroliferi. Ma tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 la musica è di nuovo cambiata: nuova rotazione di portafoglio e nuova riscoperta dei titoli hi-tech, molti dei quali erano stati eccessivamente trascurati dalla comunità finanziaria.
Tema di lungo termine
Il risultato è dunque sotto gli occhi di tutti: nonostante gli alti e bassi, nel medio e lungo termine la tecnologia resta un tema d’investimento importante, capace di dare sprint al portafoglio. Sarà così anche in futuro? Come sempre, nessuno ha la sfera di cristallo per prevederlo.
accorto di sicuro. Le azioni di questo comparto non hanno sempre regalato soddisfazioni agli investitori. Nel 2020, durante la fase più acuta della pandemia quando il mondo intero ha scoperto l’importanza del digitale, i titoli tecnologici sono schizzati verso l’alto. Poi, nei due anni successivi, si è assistito a una fisiologica rotazione di portafoglio, accentuatasi anche con lo scoppio della guerra in Ucraina. Quando il conflitto
E si sa che chi investe guardando nello specchietto retrovisore, entusiasmandosi un po’ troppo per i rendimenti del passato, rischia poi di masticare molto amaro in futuro. Resta però il fatto che chi avesse investito cento euro nel 2018 nei fondi azionari del settore tecnologico, oggi avrebbe un capitale di quasi 170 euro (al lordo del prelievo fiscale sui rendimenti). I campioni di performance nell’arco di 5 anni sono i prodotti di alcune grandi case di gestione internazionali. Come fondo più redditizio dal 2018, Morningstar segnala, Global Technology Fund di Fidelity che ha alle spalle un rendimento annualizzato di oltre il 19% ogni 12 mesi, sia nella versione denominata in dollari che in quella denominata in euro (anche in
Per formance annua a due cifre per gestori quali Fidelity, Columbia Threadneedle e J.P. Morgan. È stata premiante la scelta di puntare su colossi statunitensi e globali come Meta, Alphabet, Tesla e Amazon
TRE BEST PERFORMER DAL 2018 TRA GLI AZIONARI TECNOLOGIA
questo caso i dati sono aggiornati al 5 maggio 2023). Tra i titoli con il maggior peso nel portafoglio, ci sono i grandi nomi dell’hi-tech statunitense: Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon, ai quali si aggiunge anche la multinazionale svedese delle telecomunicazioni
Ericsson. Un po’ diversa è invece l’asset allocation di un altro dei fondi più redditizi del categoria azionari tecnologia. Si tratta del Threadneedle (Lux) - Global Technology Class che fa capo a Columbia Threadneedle e che vanta un rendimento annualizzato di oltre il 16% ogni 12 mesi, tra il maggio 2018 e il maggio 2023. Tra la azioni con il maggior peso nel portafoglio, oltre ai già citati Alphabet e Apple, ci sono nomi un po’ meno noti al grande pubblico. È il caso di Lam Reasearch,
gruppo quotato al Nasdaq che fornisce apparecchiature correlate all’industria dei semiconduttori. Un altro titolo su cui ha puntato il fondo è quello di Teradyne, produttore di apparecchiature per il settore hi-tech con il quartier generale nel Massachusetts, altro gruppo quotato sul mercato del Nasdaq. Ha un business legato all’industria dei semiconduttori anche Broadcoam, un altro titolo tra i più amati dal gestore del fondo di Columbia Threadneedle.
Frutti da raccogliere
Ancor diversa è l’asset allocation del fondo JPMorgan Funds - US Technology Fund C, il terzo dei best performer degli ultimi 5 anni, che ha realizzato un rendimento annualizzato del 15,8% ogni 12 mesi tra il 2018
e il 2023. Tra i titoli con il maggior peso nel portafoglio, agli inizi di maggio Morningstar segnalava i big statunitensi Meta, Tesla e Nividia, ai quali si aggiunge Synopsys, che ha sede a Mountain View, in California, e ha un business legato al settore dei microchip (e in particolare all’utilizzo del silicone che serve per la costruzione dei semiconduttori). I portafogli sono un po’ diversi, insomma, ma il risultato è stato più o meno lo stesso. Chi nel 2018 ha puntato sui fondi specializzati nel comparto tecnologico, dopo 5 anni raccoglie dunque indubbiamente grandi frutti, benché nel frattempo sia successo un po’ di tutto, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, fino al fallimento della banca californiana più rampante, la Silicon Valley Bank (Svb).

Bye Bye Credit Suisse

Il gruppo svizzero ha perso asset anche nei fondi e nel wealth
Tutte le business unit pagano il duro prezzo della crisi bancaria
UN COLOSSO PLANETARIO E FEDERALE
Per salvare Credit Suisse in fase di dissesto, le autorità svizzere hanno spinto per l’acquisizione da parte del gruppo concorrente Ubs. L’operazione richiederà un intervallo di tempo di ben tre o quattro anni per integrare le strutture delle due banche.
ontinua il deflusso di denaro dalle casse di Credit Suisse, anche dopo il salvataggio di Ubs del 19 marzo, necessario di fronte allo spettro di una potenziale crisi di liquidità dell’intero sistema. E a pagarla sono anche le divisioni di asset management e wealth management della banca svizzera, due business unit sane che non sono certo la causa dei guai del gruppo. Credit Suisse ha infatti registrato nel I trimestre di quest’anno deflussi per 61,2 miliardi di franchi, vale a dire il 5% di tutti gli asset in gestione (i deflussi erano di 110 miliardi nel quarto trimestre del 2022) a fronte di depositi in calo di 67 miliardi di franchi. I clienti del wealth management, secondo quanto riporta Morningstar, hanno riscattato il 9% dei loro asset, mentre sono stati un po’ più limitati i deflussi dalla banca svizzera (1%) e dall’asset management (3%). Maxi colpo ai depositi dei clienti che sono invece sono diminuiti del 29% nel trimestre. I deflussi si sono verificati in tutte le regioni in cui il gruppo opera. Solo il ramo svizzero dell’istituto ha subito deflussi per 6,9 miliardi di

Cfranchi a causa del calo di fiducia dei clienti, sollevando interrogativi sul futuro del marchio. In occasione dell’assemblea di Ubs tenutasi nel mese di aprile il vicepresidente della banca, Lukas Gaehwiler, aveva assicurato che Credit Suisse avrebbe continuato a operare con il proprio nome in Svizzera. In un contesto di crescente pressione per lo scorporo delle attività nazionali del CS, Gaehwiler ha detto che Ubs non ha ancora deciso cosa fare e che “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
Un anno stand alone
La stessa Credit Suisse ha ammesso che “i deflussi si sono attenuati ma non si è registrata ancora un’inversione al 24 aprile 2023”, si legge nel comunicato della banca sui risultati del primo trimestre di quest’anno ancora stand alone, probabilmente per l’ultima volta dato che l’acquisizione da parte di Ubs dovrebbe essere portata a termine a breve. Quanto ai risultati, questi sono sfalsati dalle operazioni che hanno accompagnato il salvataggio. Formalmente la banca ha chiuso il periodo con un utile balzato a 12,4 miliardi di franchi (dopo cinque consecutivi di perdite), a fronte di una perdita di 1,39 miliardi nello stesso periodo del 2022 ma il profitto è frutto della cancellazione di 15 miliardi di franchi di bond subordinati AT1, chiesta dalle autorità svizzere per favorire la
fusione con Ubs. Al netto delle poste straordinarie, che hanno incluso anche una plusvalenza di 0,7 miliardi per la cessione di Spg ad Apollo e 0,3 miliardi di costi di ristrutturazione, il Credit Suisse ha registrato una perdita prima delle tasse di 1,3 miliardi. Quanto ai ricavi, questi sono stati pari a 18,47 miliardi di franchi, mentre gli asset gestiti nella gestione patrimoniale sono scesi a 502,5 miliardi di franchi alla fine di marzo rispetto ai 707 miliardi registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. In netto miglioramento, invece, il capitale con il Common Equity Tier 1 Ratio salito al 20,3% rispetto al 14,1% della fine del quarto trimestre del 2022. A seguire, Credit Suisse ha anche annunciato di non voler più acquisire per 175 milioni di dollari l’attività di investment banking di Michael Klein, che intendeva scorporare insieme al proprio ramo di investment banking. Ubs ha già dichiarato di voler ridimensionare l’investment banking della rivale, entrata in crisi in seguito al crollo delle banche statunitensi Silicon Valley Bank e Signature Bank. Le autorità svizzere hanno messo a punto un piano di salvataggio che comprende oltre 200 miliardi di franchi di garanzie finanziarie e che ha visto Ubs accettare di rilevare CS per 3,2 miliardi di franchi in azioni, facendosi carico di perdite fino a 5 miliardi di franchi. Sta di fatto che però le sfide per risanare il gruppo si annunciano molto impegnative. Anche in considerazione delle tante azioni legali avviate da obbligazionisti e risparmiatori. In particolare i possessori dei bond contestano la decisione di anteporre
l’azzeramento delle obbligazioni a quella delle azioni. Il Parlamento svizzero si è espresso contro l’operazione. Soprattutto per il timore che ai contribuenti svizzeri siano stati addossati rischi eccessivi. Ma il voto dell’assemblea ha un valore esclusivamente simbolico perché la legge che attribuisce al governo poteri straordinari per il salvataggio di banche sistemiche gli consente anche di oltrepassare la contrarietà delle camere.
Taglio agli organici
Infine, mentre Ubs sta completando l’acquisizione del CS, Christian Bluhm, chief risk officer di Ubs, continuerà a ricoprire il ruolo “per il prossimo futuro”. Bluhm aveva annunciato a novembre che si sarebbe dimesso. Il prolungamento del suo incarico presso Ubs ritarderà il passaggio di consegne a Damian Vogel, che sta assumendo il nuovo
ruolo di responsabile dell’integrazione del controllo dei rischi del gruppo, inizialmente previsto per il 1° maggio. “Avere entrambi i responsabili del rischio impegnati contribuirà a garantire la nostra adeguatezza in un’area che è cruciale per il futuro successo”, ha spiegato il ceo di Ubs, Sergio Ermotti. Il colosso svizzero non ha ancora annunciato quanti posti di lavoro verranno tagliati, ma subito dopo l’acquisizione alcuni dirigenti hanno detto di aspettarsi una riduzione dei costi di 8 miliardi entro il 2027, di cui 6 miliardi deriveranno dalla riduzione del numero dei dipendenti a tempo pieno. E c’è chi teme, come Thomas Hallett, analista di Kbw, che “la capacità del CS di generare ricavi è apparsa talmente danneggiata che la fusione potrebbe diventare un freno ai risultati operativi di Ubs, a meno che non venga annunciato un piano di ristrutturazione più profondo”.



IL FUTURO DEL TRADING VA IN SCENA A RIMINI
Fervono i preparativi per ITForum, la più importante manifestazione italiana dedicata al mondo del trading e degli investimenti, che torna il 15 e 16 giugno al Palacongressi di Rimini. Anche in questa edizione di ITForum, in cattedra saliranno i più noti e riconosciuti tra trader, formatori ed esperti del settore che dispenseranno al pubblico, come sempre gratuitamente, suggerimenti su come muoversi in un tale quadro di riferimento, spiegando tecniche nuove e quelle “storiche” e illustrando i modus operandi che più sapranno adattarsi al mutevole scenario di riferimento. “Il trading del futuro - Il futuro del trading”, sarà in particolare il tema portante
di questa edizione, che significa comprendere e imparare a gestire lo scenario in cui i trader devono muoversi, in termini macroeconomici, fondamentali, tecnici e (non ultimo) tecnologici.
FOCUS SULL’AI
Obiettivo: operare al meglio e affrontare il più possibile preparati i mercati finanziari oggi sempre più volatili e in rapida evoluzione in termini di funzionamento, regole e modus operandi. Tra gli appuntamenti in programma, la conferenza dal titolo “Intelligenza artificiale e investimenti: l’era della disintermediazione finanziaria”. Roberto Malnati, socio professional Siat e deputy cto
di Ten Sigma Sagl parlerà dell’impatto rivoluzionario dell’intelligenza artificiale (AI) nella finanza. La conferenza si concentrerà su tre temi principali: la disintermediazione finanziaria grazie all’intelligenza artificiale, l’evoluzione degli indici attivi e la creazione di investimenti personalizzati tramite sistemi AI. Altro appuntamento in programma è la conferenza dal titolo: “Broker e Prop House, la nuova evoluzione del trading online?” con la partecipazione di Pietro Paciello, trader, formatore, amministratore delegato di Paciello Trading Academy e direttore di QIA Sicav Sif. Più concentrato su aspetti operativi sarà invece il convegno
Il 15 e 16 giugno prossimi torna l’edizione “pre-estiva” di ITForum
dal titolo “Azioni, bond, crypto e Forex: situazione attuale, proiezioni e strategie” in cui Michelangelo
Massara, owner di Private Wealth Advisory, parlerà del forex, il
mercato più liquido al mondo, oltre che del settore azionario e quello obbligazionario che restano i più attenzionati. Senza dimenticare le ormai gettonatissime criptovalute,
considerate le asset class con il maggior potenziale e la maggiore decorrelazione dai listini azionari.

Francesco Caruso e Stefano Bini, vincitori di tre Siat Award e numerosi altri premi, presenteranno invece il loro modello di analisi statistica di punta, il Forecaster, e analizzeranno i segnali operativi sui principali mercati mondiali. La metodologia interpolata, ciclica e statistica, del Forecaster permette di avere precise indicazioni statistiche riguardo alla profittabilità potenziale e alle probabilità di vincita di un trader, sia sul breve che sul
medio e lungo termine. Parlerà di crptovalute come asset class anche Eugenio Sartorelli, membro del board di Siat e noto trader e analista.
QUALI CORRELAZIONI
Valuterà insieme al pubblico le correlazioni tra le principali valute digitali e le classiche asset class, cercando anche di capire le dimensioni del fenomeno crypto e se vi sono buone prospettive di crescita.
“Siamo arrivati al top dei tassi?”. Si intitola così l’intervento di Carlo Aloisio, senior broker specializzato in obbligazioni, che si concentrerà sulla politica monetaria e che negli Stati Uniti si inizia a parlare di recessione, con i rendimenti “lunghi” che sono più bassi di quelli brevi. Un focus anche sull’Eurozona dove ci s interrogherà se iniziare o meno ad approfittare dei titoli lunghi a super sconto per anticipare la fase di frenata. Gli Etf e le strategie di investimento attuabili con questi prodotti saranno al centro della partecipazione di Gabriele Bellelli, specialista in Etf e certificati, in un seminario in cui saranno in cui saranno descritte le principali strategie di costruzione e di gestione di un portafoglio di Etf, sia a gestione passiva che a gestione attiva.
Si intitola invece “L’importanza dell’analisi macro nell’operatività sul forex”, la conferenza tenuta da Saverio Berlinzani, trader e analista specializzato nel mercato valutario, terrà uno speach con live trading sui cambi usando correlazioni e analisi macro.

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Numbers Assogestioni
cura
Nuova alba per i bond

Raccolta col turbo a marzo dei fondi comuni obbligazionari
+2 miliardi di euro
milioni di euro
I flussi a marzo del 2023 dei fondi comuni azionari
Idati della mappa mensile di Assogestioni relativi a marzo 2023 mostrano un lieve calo sul fronte della raccolta del risparmio gestito, ma con masse sostenute da un effetto-mercato positivo. Nel dettaglio, il patrimonio gestito dell’industria si è attestato a 2.255 miliardi di euro, in crescita di oltre 12 miliardi di euro rispetto a febbraio. A influire sul dato, un effetto mercato che l’Ufficio Studi di Assogestioni stima positivo dello 0,8%. La raccolta netta è stata pari, invece, a -6,04 miliardi euro come conseguenza dei 6,4 miliardi di deflussi registrati dai mandati istituzionali nel corso del mese. È proseguito il consolidamento dei trend degli ultimi mesi sul fonte dei fondi aperti: nonostante marzo si chiuda con una raccolta netta totale pari a -642 milioni euro, sono rimasti in territorio positivo i fondi azionari (+588 milioni), mentre quelli obbligazionari si sono resi protagonisti di un exploit. Se a febbraio i nuovi afflussi erano valsi alla categoria 570 milioni di euro, marzo ha portato in dote oltre 2 miliardi di nuovi capitali per un totale di 3,2 miliardi da inizio anno. Per contro, i fondi bilanciati e flessibili hanno fatto segnare deflussi mensili pari rispettivamente a 1,1 miliardi e 1,7 miliardi di euro.

Piccole perle nel por tafoglio
Secondo i dati di Assogestioni, il patrimonio dei Pir supera i 18 miliardi Fonte preziosa di finanziamento per le società a capitalizzazione ridotta

Assogestioni
Risparmio gestito e pmi. Si conferma l’interesse delle sgr verso le aziende di dimensioni medio-piccole e l’universo delle imprese non quotate. Il mercato dei Pir (Piani individuali di risparmio), ordinari e alternativi, a oggi vale infatti circa 18,4 miliardi di euro. Questo, in estrema sintesi, è il risultato che emerge dall’aggiornamento a fine 2022 dell’Osservatorio Pir curato dall’ufficio studi di Assogestioni.
Sopra i livelli minimi
A supporto di quanto affermato, nello studio viene messa in evidenza l’incidenza degli investimenti dei Pir ordinari sul flottante degli indici di borsa, che si attesta al 9% per l’Egm (Euronext Growth Milan), il mercato azionario di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese italiane Ftse Mib. Importante poi notare, come giustamente osservato nel lavoro di Assogestioni, che i Pir ordinari hanno nettamente superato i livelli minimi di investimento previsti per le società a minore capitalizzazione. La normativa stabilisce in particolare che sul 70% del portafoglio investito in emittenti italiani, almeno il 25% debba essere investito al di fuori del Ftse Mib e almeno il 5% a esclusione sia del Ftse Mib sia del Mid-cap; i Pir attualmente hanno invece ampiamente superato entrambe queste soglie, arrivando rispettivamente al 52% e al 17%, quindi più del doppio e del triplo richiesto. l report fornisce dettagli anche sulle classi di fatturato e sul numero dei dipendenti delle aziende quotate inserite
nei Pir ordinari, che confermano come target le aziende di piccola e media dimensione: il 48% degli investimenti effettuati sull’Egm riguarda società con un fatturato fino a 50 milioni di euro e il 40% ha meno di 250 dipendenti. Inoltre, a livello di analisi settoriale, si rileva come oltre il 35% delle aziende dell’Egm su cui investono i Pir ordinari appartenga al comparto tecnologico. L’orientamento appare rispecchiarsi anche nei i Pir alternativi, un mercato ancora piuttosto contenuto, che a oggi vale 1,4 miliardi di euro di attivi. La composizione del portafoglio attualmente investito risulta molto favorevole verso le aziende non quotate, che pesano per l’82% del totale. Il 9% è diretto all’Egm, il 6% in small-cap e il 3% in mid-cap. In particolare, il 24% delle non quotate riguarda aziende con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e il restante 76% aziende con un fatturato tra i 50 e i 250 milioni di euro. Anche il 47% delle società dell’Egm incluse negli investimenti dei Pir alternativi fattura meno di 50 milioni di euro.
Mercato maturo
“Ora che il mercato dei Pir si può dire maturo, ciò che osserviamo è che questi strumenti stanno effettivamente offrendo supporto alle piccole e medie imprese italiane, ponendosi come fonte vitale di sviluppo e crescita per questo segmento così caratterizzante del tessuto imprenditoriale italiano”, ha detto Alessandro Rota, direttore dell’ufficio studi di Assogestioni.

I Piani individuali di risparmio stanno effettivamente offrendo supporto alle piccole e medie imprese, ponendosi come fonte vitale di sviluppo e crescita per aziende così caratterizzanti del tessuto produttivo del PaeseAlessandro Rota
Il fondo non resta a secco (per ora)
Scende il grado di liquidità nel risparmio gestito
Ma per Bankitalia la situazione è sotto controllo

Un’analisi sui fondi obbligazionari, sui fondi immobiliari e quelli alternativi. A pubblicarla è stata nelle scorse settimana la Banca d’Italia nel aggiornamento del 2023 del suo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria. Gli analisi di Palazzo Koch hanno passato sotto la lente la presenza di asset illiquidi nel mondo del risparmio gestito. Il quadro che emerge è che è diminuito il grado di liquidità dei fondi d’investimento in Italia, ma la situazione non appare problematica né allarmante. Nello specifico, tra settembre e febbraio passati il grado di liquidità dei fondi (inteso come il rapporto tra la giacenza sui conti correnti e il patrimonio netto) è diminuito, passando dall’8,3% al 4,9%
Più corti con i bond Ecco alcuni estratti di quanto scritto nel report di Bankitalia: “Nel corso del 2022 i fondi italiani hanno diminuito la durata finanziaria media del portafoglio obbligazionario (da 5,8 a 4,7 anni), che risulta più bassa di quella media dei fondi europei (6,4 anni), mostrando pertanto una più contenuta esposizione al rischio di tasso di interesse; hanno inoltre ridotto la loro esposizione verso i titoli di Stato domestici (per 1,7 miliardi) e acquistato titoli sovrani stranieri (6 miliardi). È scesa l’esposizione nei confronti di obbligazioni societarie high yield; è salita la quota di titoli societari caratterizzati da rating BBB mentre quella degli altri titoli investment grade superiori a BBB è rimasta stabile. I titoli emessi dal settore bancario rappresentavano alla fine dello scorso anno il 9% circa del totale degli attivi dei fondi italiani. L’esposizione risultava prevalentemente concentrata verso banche italiane e dell’area dell’euro; le quote di titoli emessi da banche domiciliate negli Stati Uniti e in Svizzera erano invece molto

Oggi nell’industria
c’è una sempre maggiore incidenza di strumenti diversi da quelli azionari e a reddito fisso
contenute (3% e 1,2%). Il patrimonio dei fondi di investimento alternativi mobiliari (Fia) ha continuato a crescere a ritmi sostenuti (11% nel 2022), spinto dagli intermediari che investono nel capitale di rischio delle imprese (private equity) e da quelli specializzati nell’erogazione diretta di finanziamenti o nell’acquisto di crediti originati da altri intermediari. Il patrimonio dei piani individuali di risparmio (Pir) alternativi si è invece ridotto (da 1,7 a 1,4 miliardi nel 2022), per effetto della dinamica negativa dei prezzi delle attività finanziarie, a fronte di una raccolta netta positiva di circa 250 milioni.
I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dall’attività dei Fia, che alla fine del 2022 rappresentavano il 10% del patrimonio netto complessivo dei fondi gestiti da gruppi italiani, sono limitati. La leva (102% del patrimonio netto) è inferiore alla media europea (139% nel 2020).
I fondi di private equity ricorrono di frequente, attraverso l’indebitamento delle società controllate, alla leva indiretta; a dicembre dello scorso anno quest’ultima ammontava a circa il 60% del loro patrimonio netto. I rischi di liquidità a breve termine per i fondi alternativi rimangono contenuti e attenuati dalla normativa italiana, che impone ai fondi che investono una quota superiore al 20% del proprio patrimonio in attività illiquide di costituirsi in forma chiusa.
Nel 2022 il patrimonio dei fondi immobiliari italiani è aumentato del 7,1%, arrivando a 114 miliardi . Gli investitori nei fondi istituiti nel 2022 sono principalmente operatori dell’area dell’euro (54% del totale).

+7,1%
54%
Il patrimonio dei prodotti alternativi ha continuato a crescere a ritmi alti con un incremento dell’11% nel 2022
Una spinta arrivata dal private equity e dai player specializzati nell’erogare finanziamenti diretti alle aziendeQuota di player europei tra i fondi immobiliari attivi in Italia nel 2022 Crescita degli investimenti dei fondi immobiliari in provincia di Milano
50%
Circa la metà dei nuovi investimenti è avvenuta nella provincia di Milano. Nell’anno i fondi immobiliari hanno beneficiato di una rivalutazione netta del portafoglio, grazie alla dinamica favorevole dei prezzi degli attivi detenuti”.
Poca leva finanziaria
“Il rischio che alla scadenza le valutazioni del portafoglio immobiliare contabilizzate nei rendiconti dei fondi divergano in modo significativo dai valori di mercato rimane ridotto. La leva finanziaria è
su livelli storicamente bassi . I rischi per la stabilità finanziaria restano complessivamente limitati, nonostante il peggioramento delle condizioni macroeconomiche. Gli intermediari che operano nel settore immobiliare, soprattutto quello commerciale, sono particolarmente vulnerabili ai rischi legati a un’elevata inflazione, al rialzo dei tassi di interesse e alla forte incertezza del quadro macroeconomico. A questi fattori si aggiungono anche cambiamenti strutturali, quali gli effetti indotti dalla
pandemia sulla domanda di immobili commerciali e i più stringenti requisiti ambientali in risposta alla crisi climatica. I rischi per la stabilità finanziaria connessi con l’attività dei fondi immobiliari rimangono complessivamente limitati. I fondi italiani non sono infatti soggetti al rischio di liquidità derivante da elevate richieste di rimborso, in quanto la normativa prevede che siano costituiti in forma chiusa. La leva finanziaria del settore, misurata come rapporto tra totale attivo e patrimonio netto, è progressivamente diminuita dal 2009 al 2022 (da 180 a 130) e risulta in linea con la media europea (140). Nonostante tale livello sia relativamente contenuto, alla fine del 2022 circa il 3,8% del patrimonio complessivo del comparto era riconducibile a fondi che utilizzano la leva in modo sostanziale, ossia superiore a 300. L’1,2% degli attivi era inoltre detenuto da fondi con un patrimonio netto negativo, condizione che segnala una particolare situazione di stress finanziario. Le esposizioni dirette degli altri intermediari finanziari verso il comparto immobiliare sono contenute. Alla fine del 2022 i crediti in bonis concessi da banche e altri intermediari operanti in Italia ai fondi immobiliari italiani erano circa 17 miliardi. Di questi, 8 miliardi (poco meno dell’1% del totale dei prestiti a imprese e società finanziarie non bancarie) erano stati erogati da gruppi bancari italiani. La quota di prestiti deteriorati sul totale dei finanziamenti al comparto, al lordo delle rettifiche di valore, si è progressivamente ridotta, raggiungendo il 13% alla fine del 2022”.

Non tagliate quella cedola “D
ividendi sostenibili alla ricerca di qualità e prudenza”. È il titolo di un recente commento di Aline Avzaradel, gestore di portafoglio di Capital Group. Ecco cosa ha scritto: “Gli aggressivi aumenti dei tassi di interesse statunitensi del 2022 hanno determinato un reset delle valutazioni soprattutto per i titoli con una capitalizzazione di mercato più affidabile sul valore terminale. La stretta aggressiva della Federal Reserve (Fed) potrebbe causare un rallentamento del Pil nominale americano. A nostro avviso, la prossima leg down dei mercati potrebbe essere trainata soprattutto da un ciclo di revisioni al ribasso degli utili per azione, dovuto al rallentamento della crescita dei ricavi. La Fed ha fatto capire chiaramente che la sua priorità è ridurre l’inflazione, che negli Stati Uniti ha probabilmente raggiunto il picco, mentre il ritmo della disinflazione rimane incerto. Un potenziale rischio che sto monitorando è quello di un’inflazione più vischiosa delle attese. Un atterraggio morbido negli Stati Uniti è plausibile in uno scenario Goldilocks di diminuzione dell’inflazione e mercato del lavoro forte, ma raggiungere tale equilibrio può essere difficile. Dato l’attuale scenario di mercato stiamo

Il valore dei dividendi per gli investitori
Come individuare società con prospettive di sviluppo solide, utilizzando quale criterio e approccio la volontà di premiare adeguatamente gli azionisti con i profitti realizzati ogni anno

riducendo i rischi dei nostri investimenti nel 2022, riducendo o eliminando l’esposizione a titoli con rischi al ribasso più elevati in uno scenario recessivo e abbiamo ricominciato a impiegare la liquidità quest’anno. Nel settore IT abbiamo ridimensionato l’esposizione ai semiconduttori e incrementato quella alle società tecnologiche con caratteristiche difensive e valutazioni interessanti”.
Strategia prudente
“Detto questo, adottiamo un approccio prudente a questo settore, a fronte della maggiore competizione e di potenziali rischi normativi. Considerando i potenziali rischi sugli utili in un’economia mondiale in rallentamento, cerchiamo di individuare società con modelli di business più difensivi o la cui valutazione già sconta un ampio reset degli utili. L’esperienza ci ha insegnato che il Santo Graal degli investimenti orientati ai dividendi è cercare un rendimento interessante con prospettive di crescita dei dividendi solide e coerenti, e la sostenibilità dei dividendi, la capacità e volontà di una società di distribuire dividendi, è una componente importante di tale approccio. Per gli investimenti orientati ai dividendi a lungo termine ciò che conta è la crescita sostenibile, non la crescita elevata.

Aumentare i dividendi troppo in fretta può causare pressioni su distribuzioni e bilanci. Le società in grado di aumentare con costanza i loro dividendi nell’arco di un lungo periodo di tempo sono spesso quelle capaci di aumentare utili e flussi di cassa in condizioni e cicli di mercato diversi. La società biofarmaceutica
AbbVie, per esempio, ha costantemente aumentato i dividendi dalla sua costituzione, avvenuta nel 2013 a seguito dello spin-off da Abbott Laboratories. Il rischio di tagli o sospensioni dei dividendi può aumentare nei periodi di stress economico. Prevedere ed evitare i tagli ai dividendi non soltanto contribuisce a proteggere la generazione di reddito all’interno del portafoglio, ma produce un impatto anche sul suo ritorno complessivo, poiché, tradizionalmente, i titoli che tagliano i dividendi tendono a registrare performance peggiori rispetto a quelli che pagano dividendi costanti o li aumentano”.
Potenziali rischi
“Noi teniamo sempre presente un elenco di potenziali rischi, uno dei quali riguarda i rating creditizi, laddove i vertici di un’azienda possono decidere di tagliare i dividendi per proteggere i rating o ripristinare la fiducia al fine di ridurre il rischio di rifinanziamento. I problemi legati ai bilanci possono emergere innanzitutto nei mercati del reddito fisso, soprattutto nei periodi di crisi. Grandi operazioni come fusioni e acquisizioni o spin-off possono indurre le società a tagliare i dividendi per accelerare il rimborso del debito o reimpostare le politiche sui dividendi. In termini di rischi normativi, le autorità possono intervenire per limitare o sospendere la distribuzione dei dividendi, come accaduto per le banche europee all’apice della pandemia di Covid-19. Anche gli avvicendamenti ai vertici aziendali possono determinare un cambio di politica sui dividendi”.
Per quanto riguarda gli utili distribuiti dalle società quotate sui mercati, pensiamo che sia veramente importante una crescita sostenibile nel tempo piuttosto che una crescita su livelli elevati Aumentare i dividendi troppo in fretta può causare infatti pressioni sulla distribuzione e anche sui bilanciCapital Group Aline Avzaradel
Non scordate gli emergenti
Le case d’investimento guardano con fiducia ai paesi in via di sviluppo
elle ultime settimane l’inflazione nei mercati emergenti ha sorpreso le aspettative al ribasso. “Nei 17 principali paesi emergenti, la media equamente ponderata del costo della vita complessivo a marzo è sceso al di sotto del 9% su base annua, dal 10% di gennaio (il livello più elevato degli ultimi 14 anni). Quasi ovunque l’inflazione è tuttavia ancora al di sopra dei target, a eccezione della Cina dove la disinflazione rimane un problema nonostante il
rimbalzo economico in corso, ma è scesa negli ultimi mesi nella stragrande maggioranza degli altri principali mercati emergent”. A farlo notare è David Rees, senior emerging markets economist di Schroders, che spiega poi come il calo dell’inflazione energetica sia stato finora il fattore determinante e che, probabilmente, anche l’inflazione alimentare beneficerà un’inversione di tendenza. E visto l’elevato peso all’interno del paniere dell’indice dei prezzi al

consumo dei mercati emergenti (circa il 20-30% nei principali emerging market), potrebbe ridurre significativamente i tassi di inflazione complessiva: nel dettaglio, secondo Rees, un calo del 12% potrebbe plausibilmente ridurre di circa il 3% l’inflazione media degli emergenti entro fine dell’anno”. Il calo dell’inflazione e il connesso consequenziale rallentamento della crescita economica dovrebbero poi indurre le banche centrali dei paesi emergenti a orientarsi verso tagli dei tassi d’interesse nel corso dell’anno.
Profitti in crescita
Sul fronte corporate poi, a detta della Strategy Unit di Pictet Asset Management, “quest’anno l’andamento degli utili societari rimarrà per lo più piatto in tutto il mondo, con l’eccezione dei mercati emergenti e, soprattutto, della Cina, dove hanno il potenziale per superare le previsioni degli analisti”. In particolare, Pictet Asset Management stima utili per quest’area in crescita di oltre il 10%, contrariamente al consensus di mercato, che li vede flat. Non solo: per il gruppo ginevrino queste economie si trovano nella fase più avanzata del ciclo di politica a contrasto dell’inflazione e, in alcuni casi, hanno già ricominciato a fornire stimoli. “Nonostante il possibile perdurare delle incertezze nel 2023, i rendimenti del debito dei mercati emergenti offrono ora un interessante punto di ingresso per gli investitori di lungo periodo”, afferma poi Kirstie Spence, portfolio manager di Capital Group che spiega come, sebbene i mercati emergenti rimangano penalizzati

dal contesto globale, i fondamentali macroeconomici relativamente robusti dei principali paesi, a cui si aggiungono elevati rendimenti iniziali e tassi di cambio sottovalutati nell’ambito dei titoli in valuta locale, dovrebbero fornire un cuscinetto in caso di inasprimento della volatilità. Più nel dettaglio, “abbiamo una preferenza per le obbligazioni in valuta locale, su un orizzonte di 12-18 mesi”, specifica Spence, “e al momento intravediamo il maggior valore nei Paesi dell’America Latina che hanno alzato i tassi di interesse in anticipo, come Brasile, Messico e Colombia, manovra che ha aiutato a tenere sotto controllo l’inflazione e supportare i tassi di cambio. Inoltre, l’America Latina ha beneficiato dell’aumento dei prezzi delle materie prime ed è stata meno esposta alla guerra in Ucraina”.

Rating più alto
Non solo: “Un ulteriore vantaggio delle obbligazioni in valuta locale è che hanno un rating di credito superiore rispetto a quelle in valuta forte: il rating medio dei titoli di Stato in dollari dei mercati emergenti è BB+, mentre quello delle obbligazioni sovrane in valuta locale è BBB (per definizione, le obbligazioni in valuta locale devono avere un rating di credito superiore: per poter creare una propria fonte di finanziamento interna è necessario uno sviluppo istituzionale notevole, sia in termini di politiche delle banche centrali che di sistemi finanziari) e questo indica che il segmento locale del mercato tende a offrire una certa resilienza”.
Nei 17 principali emerging market, il livello del costo della vita a marzo è sotto il 9% dal 10% di gennaioSchroders David Rees
Il debito e le infrastrutture, coppia vincente per investire
Progetti che forniscono soluzioni alle attuali sfide socio-economiche
P
er gli investitori istituzionali, il debito infrastrutturale continua ad essere un’asset class interessante poiché offre l’opportunità di investire in progetti ed aziende che forniscono soluzioni alle sfide socio-economiche dei nostri tempi, quali la transizione energetica e lo sviluppo delle reti digitali. Ne parliamo con Philippe Benaroya, ceo di Infranity, società di asset management specializzata in investimenti in infrastrutture parte all’ecosistema di Generali Investments, uno degli investitori più attivi in Europa su questo segmento.
Quali sono i benefici degli investimenti in infrastrutture per gli investitori istituzionali?
Continuiamo a vedere una forte domanda di soluzioni d’investimento legate alle infrastrutture da parte di investitori istituzionali quali compagnie assicurative (che beneficiano del minor costo del capitale in termini di Solvency 2), fondi pensione, fondi sovrani.
Resilienza e stabilità sono le caratteristiche di base degli investimenti in infrastrutture, che fungono anche da strumento di hedging e diversificazione del rischio in portafogli ben costruiti, offrendo inoltre un interessante profilo rischio/rendimento, con un ulteriore illiquidity premium spesso superiore ai 100 basis point rispetto ai mercati pubblici (dato il nostro volume di transazioni e la capacità di eseguire operazioni complesse, abbiamo ottenuto premi aggiuntivi di oltre 150 punti base). Gli investitori istituzionali ne sono sempre più consapevoli e, nonostante un’ allocazione di portafoglio sulle infrastrutture ancora limitata, vediamo una robusta domanda strutturale per questa asset class. In Infranity, disponiamo di entrambe le competenze (debito infrastrutturale nel quale siamo attivi dal 2018, ed equity dal 2020) che ci permettono di guardare al mercato per intero, insieme ai nostri investitori.
La view di Infranity su un asset che piace sempre più agli istituzionali

In che modo gli investimenti infrastrutturali stanno supportando la transizione energetica?
Attualmente, i settori più attivi sono lo sviluppo delle energie rinnovabili, del trasporto ferroviario e della fibra ottica, che contribuiscono ad obiettivi europei e nazionali come la decarbonizzazione e la digitalizzazione. Il trend verso le energie rinnovabili e la transizione energetica è sostenuto da numerose iniziative politiche da parte dell’Ue e degli Stati membri. Gli indicatori di mercato, tra cui il costo inferiore delle energie rinnovabili rispetto ad altre fonti energetiche come il gas, contribuiscono a dare impulso all’ulteriore sviluppo del settore delle energie rinnovabili, ma anche di altri ambiti d’investimento come l’efficienza energetica, la modernizzazione della rete elettrica, le batterie per l’accumulo e le infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici.
In questo scenario, qual è la strategia d’investimento di Infranity?
Con circa 2 miliardi di euro l’anno investiti in debito infrastrutturale, Infranity è uno degli investitori più attivi in Europa in questo segmento. Miriamo a costruire un portafoglio di investimenti con una correlazione molto limitata con l’attività economica e i mercati pubblici, offrendo allo stesso tempo una protezione contro alti tassi di inflazione. Seguiamo un processo selettivo, esaminando circa 400 transazioni l’anno, ed investendo in circa il 5%. La focalizzazione su asset o progetti solidi che beneficiano di forte sostegno
da parte del regolatore, di ricavi garantiti da contratti a lungo termine o di una posizione monopolistica in mercati con elevate barriere in entrata si è dimostrato, nel tempo, un fattore di successo. Sebbene il 2022 sia stato un anno molto difficile per i mercati pubblici, vediamo condizioni migliori, con rendimenti attesi in aumento per le transazioni di debito ed equity. C’è una decompressione dello spread nel mercato che funziona bene per gli investitori interessati a transazioni di debito senior, sia investment grade che BB.
Nel contesto degli investimenti in infrastrutture, qual è il ruolo dei mercati privati?
I mercati privati svolgono un ruolo importante nella realizzazione della transizione energetica, visti gli ingenti capitali che questa trasformazione richiede. Per fare qualche esempio, alla fine dello scorso anno abbiamo fornito una linea di credito di 120 milioni di euro a un’azienda energetica greentech in Germania, che sarà utilizzata per rifinanziare nuovi pannelli solari e sistemi di stoccaggio dell’energia. In Spagna, Infranity ha investito in numerosi progetti di rilievo legati alle energie rinnovabili. In questo modo, asset manager specializzati come Infranity contribuiscono a fornire le risorse per consentire alle economie nazionali di diventare indipendenti in termini di politica energetica, accrescendo la disponibilità di energia pulita dei diversi Paesi e promuovendo l’introduzione di soluzioni energetiche sostenibili.
I settori oggi più attivi sono la fibra ottica, le energie rinnovabili e il trasporto ferroviario che contribuiscono a obiettivi europei e nazionali importanti come la decarbonizzazione e la digitalizzazione
È ora di cogliere il potenziale dei trend di domani con il fondo FF - Global Thematic Opportunities Fund. Scopri la soluzione di investimento multi-tematica e flessibile, pensata per consentire ad ogni investitore accesso ai trend più promettenti ed esclusivi del settore.



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classi di azioni. Il presente materiale è pubblicato da FIL Luxembourg) S.A., autorizzata e regolamentata dalla CSSF (Commission de Surveillance du Secteur Financier). CL21112103-2205
A Piazza Affari compro un token
Il
Decreto Fintech apre alla finanza digitale
Azioni, bond, quote di Oicr italiani e altri strumenti finanziari. Presto potrebbero avere una natura molto diversa da come li conosciamo oggi ed essere negoziati attraverso un token (gettone in inglese), nuovo strumento dell’era digitale nato con l’avvento della tecnologia Blockchain Merito del Decreto Fintech (decreto legge 25/2023), provvedimento approvato di recente dal Governo, ancora in fase di conversione in legge in Parlamento (e dunque suscettibile di modifiche) quando questo numero di ASSET CLASS è andato in stampa.
In linea con l’Ue
Il provvedimento adegua l’ordinamento nazionale alle disposizioni del regolamento (Ue) 2022/858, le cui finalità sono quelle di costruire un quadro giuridico europeo volto a ricomprendere parte delle cripto-attività nell’ambito di applicazione della legislazione in materia di servizi finanziari e di consentire, quindi, lo sviluppo della finanza digitalizzata,
preservando al contempo un livello elevato di tutela degli investitori, integrità del mercato, stabilità finanziaria e trasparenza, evitando così arbitraggio normativo e scappatoie. Il regolamento Ue introduce un regime pilota (DLT pilot regime) per testare efficacia e solidità delle infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito (in inglese distributed ledger technology, DLT), di cui le cripto-attività costituiscono una delle principali applicazioni. Gli strumenti oggetto del decreto sono definiti strumenti finanziari digitali, comprendono molti strumenti finanziari

Titoli e strumenti d’investimento diffusi come le azioni e i bond potranno essere negoziati in futuro in una Blockchain
tradizionali purché siano emessi su un registro per la circolazione digitale. Il procedimento di tokenizzazione consente sia di rappresentare digitalmente strumenti finanziari esistenti nei registri distribuiti, sia di emettere categorie di attività tradizionali in formato digitale per consentirne l’emissione, la custodia e il trasferimento in un registro distribuito. Gli strumenti finanziari digitalizzati, derivando dai cosiddetti smart contract, godono di proprietà di auto-esecuzione e garanzia di liquidazione che migliorano l’efficienza del processo di scambio. Si evidenziano inoltre effetti positivi anche sull’aumento

del grado di disintermediazione, con una riduzione dei costi per gli utenti, e su quello della trasparenza, perché i registri digitali, essendo visibili da parte di tutti gli utenti offrono la certezza di un controllo completo.
La lente della vigilanza Affinché sia garantita la corretta esecuzione, il decreto prevede che l’emissione e il trasferimento degli strumenti finanziari digitali siano eseguiti attraverso scritturazioni su un registro per la circolazione digitale tenuto da determinati soggetti sottoposti alla
vigilanza di Consob e Banca d’Italia ai fini, rispettivamente, della trasparenza dei comportamenti e della stabilità del sistema. Altro fattore, infine, a favore degli strumenti finanziari digitali consiste nella possibilità di frazionare i titoli, o meglio la proprietà degli stessi, in singoli token. Si pensi al caso dei titoli di Stato italiani, che prevedono un taglio minimo di sottoscrizione del valore nominale di 1.000 euro. Un’obbligazione digitale presenta invece il vantaggio di poter essere frazionata in valori più piccoli aumentando la platea dei potenziali investitori.

IL BITCOIN ALLE FALDE DEI GRANDI HIMALAYA
Il fondo sovrano del Bhutan punta sul mining di criptovalute E per produrle sfrutta l’energia idroelettrica dei corsi d’acqua
Situato tra le montagne dell’Himalaya, stretto tra due grandi nazioni come Cina e India, sorge il piccolo regno del Bhutan Uno Stato decisamente chiuso al resto del mondo, tanto da limitare persino l’arrivo dei turisti per mantenere intatte le proprie bellezze paesaggistiche. Nonostante l’avversione ai visitatori e i suoi 780mila abitanti, il Bhutan possiede un fondo sovrano chiamato Druk Holding and Investments, che gestisce asset per 2,9 miliardi di dollari.
UN TESORO NEI FIUMI
Il Paese asiatico è ben predisposto per il “mining” (il processo in cui una rete globale di computer che eseguono il codice Bitcoin lavora per garantire che le transazioni siano legittime e aggiunte correttamente alla Blockchain della criptovaluta) in quanto produce molta energia pulita grazie ai suoi numerosi fiumi, fondamentali per generare l’idroelettrico. In questo modo l’energia costa poco, requisito essenziale per poter operare nel settore. Una pratica tanto all’avanguardia quanto costosa: l’impiego di energia è infatti altissimo, e tanti governi si sono mostrano preoccupati dell’impatto negativo che il mondo delle monete digitali sta avendo sull’ambiente. g
Recentemente, il ceo Ujjwal Deep Dahal ha dichiarato che l’ente sta puntando sulle criptovalute, in particolare sulle “estrazioni” di Bitcoin

Nonostante l’avversione ai turisti e una popolazione scarsa, il regno asiatico ha una società di investimenti nazionale che ha dato vita a un business basato sulle monete digitaliUjjwal Deep Dahal ceo di Druk Holding & Investments
HIMAL AYA BITCOIN

HIMAL AYA BITCOIN HIMAL AYA HIMAL AYA BITCOIN BITCOIN HIMAL AYA BITCOIN

In campo con l’Uomo Ragno
Anche l’Uomo Ragno, a modo suo, è un tifoso di calcio. Per promuovere il film Spider-Man: Across the Spider-Verse, la Marvel ha creato alcuni fan token legati al mondo del pallone e a diversi campionati europei. L’iniziativa coinvolgerà presto anche la Serie A e consentirà ai possessori dei token di fare le stesse esperienze di un animatore travestito da Uomo Ragno, per esempio entrare negli spogliatoi e avvicinarsi ai grandi campioni delle maggiori squadre italiane.

3 Per i fan giallorossi
I token stanno diventando uno strumento sempre più utilizzato dalle squadre di calcio per fidelizzare e omaggiare i tifosi. Una delle ultime iniziative è della Roma, che ha voluto fare un regalo ai supporter giallorossi, in collaborazione con la piattaforma Socios.com. Nello specifico, i possessori dei fan token AS Roma hanno avuto un accesso anticipato nell’acquisto dei biglietti della semifinale di andata di Europa League giocata lo scorso 11 maggio contro il Bayer Leverkusen


Il Sudafrica, tra dif ficoltà e speranze
Il paese subsahariano oggi ha problemi Ma qualche fattore spinge all’ottimismo
Robert Davy, emerging market equities fund manager, e Andrew Rymer, senior strategist della Strategic Research Unit di Schroders
hanno dedicato una recente analisi al Sudafrica, sostenendo che ci sono buone ragioni per essere ottimisti. “L’economia sudafricana

deve affrontare una serie di sfide strutturali e la necessità di riforme è più urgente che mai”, hanno scritto Davy e Rymer. Tuttavia, “le valutazioni sono interessanti nel settore azionario e la valuta è a buon mercato, il che ci spinge a mantenere una view d’investimento favorevole”.
OPPORTUNITÀ DIVERSIFICATE
“Il mercato azionario sudafricano offre una serie di opportunità diversificate e”, aggiungono i due strategist, “continuiamo a trovare diverse società ben gestite e con team manageriali solidi”. Per i due esperti di Schroders, “il coinvolgimento del settore privato
AZIONARI ITALIA
Credit Suisse
Cs (Lux) Copernicus Italy Equity Dbp
AZIONARI EUROPA
37%
Mkts High Div Hr Eur
nel settore energetico è incoraggiante e fa sperare in una risoluzione della crisi nei prossimi anni. La forza del settore privato in Sudafrica non deve essere sottovalutata e ha la capacità di contribuire a risolvere alcuni dei problemi strutturali”. Nel breve termine non mancano i punti interrogativi.

STRESS ENERGETICO
Il rischio principale è rappresentato dall’ulteriore stress del settore energetico e dalle più ampie ramificazioni per l’economia e gli utili aziendali. All’orizzonte si intravedono però segnali di un potenziale allentamento della crisi energetica,
ma l’incertezza permane e questo vale anche per il 2024. La compagnia energetica Eskom ha già avvertito di gravi carenze nella produzione di elettricità per i prossimi 12 mesi. La politica presenta qualche rischio a medio termine a causa delle elezioni del 2024.
Top Funds classifiche
TOP 20 AZIONARI ITALIA
Società Nome fondo
di gestione
Debutto flop per Lottomatica
Pil oltre le aspettative
“Molto bene il Pil italiano nel 1° trimestre a +0,5%, che sorprende nella rilevazione preliminare Istat e va oltre le aspettative. Un dato che permette di alzare le stime del 2° e 3° trimestre a +0,4%”. Maurizio Mazziero (Mazziero Research).












TOP 20 AZIONARI EUROPA
Italia
Secondo gli analisti di Moody’s, il debito italiano è l’unico in Europa a rischio spazzatura e potrebbe perdere il rating investment grade. Le prospettive sono negative da agosto, con una valutazione pessimistica del nostro Paese.
Tensioni
Secondo Coface, le tensioni sul mercato petrolifero continueranno per tutto il 2023: “Con il ritorno degli interventi dei Paesi produttori, difficilmente si avrà un atteso calo dei prezzi, nonostante le incertezze sulla crescita”.







TOP 20 AZIONARI USA
Tra
Come da attese del mercato, la Fed ha confermato il rialzo di 25 punti dei tassi. “A questo punto non c’è più un bias, ma la scelta tra ulteriori rialzi e la pausa dipende esclusivamente dai dati”. Jerome Powell (Federal Reserve).
Giudizio
“Nello scenario attuale, confermiamo il giudizio di sovrappeso sui titoli governativi di Usa e Germania. Neutrali, invece, circa le azioni e le obbligazioni a spread”. Questa la view degli esperti di Eurizon.






TOP 20 AZIONARI GIAPPONE
Nuovo corso a Tokyo
La Banca del Giappone si è riunita per la prima volta con il nuovo presidente, Kazuo Ueda. “Qualsiasi cambiamento nella politica avrà conseguenze sui mercati dei capitali e sul bilancio della banca”.

Stablecoin al via Sg Force, divisione crypto di Societe Generale, ha lanciato una nuova stablecoin, l’Eur CoinVertible, ancorata al valore dell’euro. È il primo caso di emissione da una banca su una Blockchain


TOP 20 AZIONARI ASIA*
Sotto la lente
Due big tech asiatiche sotto la lente di My Finance Club, portale di ricerche e studi sui mercati finanziari. Si tratta di JD.com, il secondo e-commerce piú grande della Cina, e di EHang Holdings, società di piattaforme per
Tra utili e recessione
“Con l’avvio della stagione degli utili, l’attenzione si concentra sugli indizi del possibile impatto del rallentamento. Questo fornirà indicazioni chiave sulle performance nel lungo periodo”. Axelle Pinon (Carmignac).




TOP 20 AZIONARI EMERGENTI
Opportunità a lungo termine
“I veicoli elettrici sono un hanno registrato un aumento del 38% nel 2021, mentre nel 2022 hanno perso terreno a causa di diversi fattori, come per esempio la guerra in Ucraina”. Anthony Sassine (KraneShares).

Migliora la fiducia
L’indice che misura la fiducia degli investitori a livello globale è salito a quota 83,5 con un aumento all’ultima rilevazione. Il sentiment è stato eterogeneo tra le varie aree del mondo: Stati Uniti, Europa e Asia. (State Street Global Markets).

Idrogeno




CPR Invest - Hydrogen, un’opportunità da cogliere per creare valore investendo nell’ecosistema dell’idrogeno:






dà accesso a un mercato innovativo e ad alto potenziale;

si stima che l’idrogeno coprirà circa il 17% dell’intero fabbisogno energetico entro il 2050**;
l’idrogeno potrebbe contribuire a ridurre di un terzo le emissioni di gas serra a livello globale**.

amundi.it
*Fonte: IPE “Top 500 Asset Managers” pubblicato a giugno 2021, sulla base delle masse in gestione al 31/12/2020. **ETC (Energy Transition Commission), “Making the Hydrogen Economy Possible”, aprile 2021. Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto e il KIID prima di prendere una decisione fi na le di investim ento. CPR Invest - Hydrogen (di seguito anche “Fondo”) è un Comparto della SICAV CPR Invest, gestito da CPR Asset Management, una società del gruppo Amundi. CPR Asset Management è autorizzata in Francia e regolamentata dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF). Il Comparto è autorizzato in Lussemburgo e sottoposto alla vigilanza della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento nel Fondo siano appropriati alla loro situazione, e devono altresì accertarsi di aver compreso interamente il presente documento. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente fi nanziario. Il valore dell’investimento potrebbe I risultati passati no n son o indicativi di quelli futuri e no n vi è garanzia di ottenere uguali rendim enti per il futuro. a nessuna “U.S. Person” come de fi nita nel Securities Act del 1933 e nel prospetto. Il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto sono disponibili gratuitamente presso le sedi dei soggetti collocatori nonché sul sito internet ww w.amundi.it. Una sintesi delle informazioni sui diritti degIi investitori e sui meccanismi di ricorso collettivo è reperibile in lingua inglese al seguente link: https://about.amundi.com. La società di gestione può decidere di ritirare la noti fi ca delle disposizioni adottate per la commercializzazione di quote, anche, se del caso, in relazione a categorie di azioni, in uno Stato membro rispetto alle quali aveva |
















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TOP 20 AZIONARI GLOBALI
La resilienza del lusso
“I top brand del lusso beneficiano di forte determinazione dei prezzi.
Gli aumenti dei prezzi dei prodotti iconici del lusso non hanno avuto un effetto importante sulla domanda”. Rebecca Irwin (PGIM Investments).

Momento positivo
“Quello attuale è un buon momento per i mercati azionari e i risk asset in generale, nonostante il rialzo dei tassi della Fed e i persistenti rischi di recessione”. Gianluca Ungari (head of portfolio management Italy di Vontobel).





TOP 20 BILANCIATI
Nuova emissione
La banca d’affari Goldman Sachs ha quotato sul Mot di Borsa Italiana, segmento EuroMOT, una nuova emissione obbligazionaria a tasso fisso crescente callable in euro con flussi cedolari fino al 5,85%.

Questione di priorità

“Proseguire con la crescita organica e il consolidamento delle manifestazioni in portafoglio nel mercato domestico, restare impegnati nella digitalizzazione e nel percorso di
Corrado Peraboni (Ieg).
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TOP 20 OBBLIGAZIONARI GLOBALI
New entry a Piazza Affari Ecomembrane sbarca a Piazza Affari all’Euronext Growth Milan. La società opera nel settore delle energie rinnovabili e dei biogas, ed è l’ottava ammissione da gennaio sul mercato di Borsa Italiana dedicato alle pmi, a quota 197.
Consolidamento in vista
“L’attuale correzione che interessa oro e argento è iniziata dopo che i dati economici statunitensi hanno evidenziato un’importante forza economica, costringendo la Fed a mantenere i tassi più alti, più a lungo”. Ole Hansen (Bg Saxo).


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BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.



TOP 20 OBBLIGAZIONARI HIGH YIELD
Approccio prudente
Aviva Investors ha rivisto marginalmente al rialzo le proiezioni di crescita sulla base della solidità dei dati di inizio 2023. I rischi rimangono orientati al ribasso, in alcune delle principali economie.

Francia crypto-friendly
La Francia è sempre più leader globale del settore crypto, e questo anche grazie alle politiche dal presidente Emmanuel Macron. Binance, Circle e altri cripto giganti hanno infatti scelto Parigi come base europea (cryptonomist.ch).

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Storie del Leone

Orcel, l’europeista

Sono ancora disponibili su YouTube le clip di #StorymakerClub, la community di Generali Italia dove i dipendenti e i collaboratori della compagnia del Leone di Trieste diventano ambassador sui social, raccontando storie di “passione, orgoglio e crescita”.
Doppio anniversario
“UniCredit vuole vedere un’Europa vincente”. Parola di Andrea Orcel, ceo di UniCredit, che nel suo profilo su LinkedIn, sempre ricco di post, ha ricordato la Giornata dell’Europa e l’anniversario della firma della Dichiarazione Schuman nel 1950.



La forza delle donne
Arca Fondi Sgr ha ricordato su Facebook il rinnovo del sodalizio con Fast and Furio Sailing Team. Un’occasione per celebrare i 30 anni di attività della squadra di velisti capitana da Furio Benussi (a sinistra nella foto accanto a Ugo Loeser, amministratore delegato di Arca Fondi Sgr)

Per la Festa della Mamma del 14 maggio scorso Banco Bpm ha celebrato la forza delle donne, con un post su Instagram in cui promuoveva la raccolta di fondi dell’Airc (l’associazione italiana per la ricerca sul cancro) con l’acquisto di un’azalea.

Extra.Ordinary
Quando viaggi puoi essere più di un semplice passeggero.
Gli investimenti nelle infrastrutture essenziali e necessarie per soddisfare la crescente domanda globale di viaggi possono fornire un’opportunità di rendimento nei periodi di inflazione. Un’opportunità d’investimento straordinaria dall’ordinario che ci serve per vivere ogni giorno.

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