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AZ Fund 1 - AZ Allocation - Balanced FoF è la scelta per accedere alle opportunità più esclusive delle società di gestione internazionali, trasformando la diversificazione in valore grazie alla gestione attiva di più asset class.
Siamo uno dei maggiori Asset Manager indipendenti europei specializzati nell’ambito del risparmio gestito. Orgogliosamente italiani ma con un’impronta globale grazie ai centri di investimento e distribuzione presenti in oltre 18 Paesi nel mondo.
* Rendimenti antecedenti 2018: 2017 -3,3% – 2016 +7,5% – 2015 +5,1% – 2014 +5,4% – 2013 +3,7% – 2012 +8,2%.
I Rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Fonte dati: Morningstar.
Il presente documento di marketing è stato redatto da Azimut Capital Management SGR S.p.A., società facente parte del Gruppo Azimut, anche in qualità di distributore dei fondi di Azimut Investments SA, sotto la propria esclusiva responsabilità a scopo promozionale e informativo. Prima di adottare qualsiasi decisione di investimento, è necessario leggere il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (il “KID”), e il modulo di sottoscrizione, così come il Regolamento di gestione. Per valutare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze personali, si consiglia di rivolgersi al proprio consulente finanziario. I destinatari del presente messaggio si assumono piena ed assoluta responsabilità per l’utilizzo dei dati, le informazioni e le opinioni contenuti nonché per le scelte di investimento eventualmente effettuate sulla base dello stesso in quanto l’eventuale utilizzo come supporto di scelte di operazioni di investimento non è consentito ed è a completo rischio dell’utente. La partecipazione ad un OICR comporta dei rischi connessi alle possibili variazioni di valore delle quote, che a loro volta risentono delle oscillazioni del valore degli strumenti finanziari in cui vengono investite le risorse dell’OICR.
Il RISPARMIO oltre la crisi? Parole chiare in assemblea EDITORIAL
“Il risparmio oltre la crisi. Accompagnare l’investitore verso scelte consapevoli”. Questo il titolo della tredicesima edizione del Salone del Risparmio organizzato da Assogestioni presieduta da Carlo Trabattoni che dal 16 al 18 maggio si terrà a Milano, per la prima volta nell’Ala Sud di Allianz MiCo. Un titolo che indica come l’industria del risparmio gestito vuole porre l’accento sul ruolo sociale che può giocare nel contribuire al rilancio dell’economia del Paese e alla sua trasformazione. Un modo per prendere atto senza smarrimento, ma con consapevolezza, dell’impatto globale delle incertezze geopolitiche, della crisi energetica, della volatilità finanziaria e del ritorno dell’inflazione. Rispetto al passato, ha detto Trabattoni, “c’è più consapevolezza da parte degli investitori italiani, ma anche più supporto professionale”, e questa è una direzione che va ulteriormente incoraggiata, al fine di riuscire a proiettare lo sguardo “oltre la crisi”. Dunque oggi l’attenzione dell’industria dell’asset management è rivolta da un lato alle strategie per affrontare il nuovo contesto di investimento e, dall’altro, al tema dell’educazione finanziaria, legato strettamente al ruolo sociale del settore in supporto alle famiglie e al tessuto produttivo del Paese. Il Salone si apre proprio mentre si sta per aprire la stagione assembleare delle società quotate dove i fondi italiani dovranno far sentire la propria voce in modo autorevole, oltre a occupare i posti nei consigli d’amministrazione riservati alle minoranze. Un buon orientamento in proposito viene da Fidelity, uno dei più grandi asset manager del mondo che si aspetta che i comitati per le remunerazioni (la cui relazione costituisce uno degli argomenti all’ordine del giorno delle assemblee) tengano conto, in generale, dell’esperienza della forza lavoro al momento di stabilire le retribuzioni dei dirigenti, evitando che gli aumenti dello stipendio base dei direttori esecutivi siano superiori a quelli della forza lavoro. Fidelity chiede, inoltre, ai consigli di amministrazione di tenere in considerazione il potenziale di guadagno per i premi del piano di incentivazione a lungo termine (LTIP) assegnati nella primavera del 2020, subito dopo l’epidemia di Covid-19.

I gestori italiani seguiranno l’esempio di Fidelity?
di Andrea Giacobino giacobino@bfcmedia.comIn attesa del Salone di Assogestioni, un big come Fidelity promuove l’equità
anno 6 - numero 60 - aprile 2023 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 24 del 31/01/2018
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Intelligenza ar tificiale, scacco matto

Mobeen Tahir, responsabile macroeconomic research & tactical solutions di WisdomTree in Europa, in un recente commento ha preso in esame il megatrend dell’intelligenza artificiale. “A dicembre del 2022 la tecnologia DeepNash, che applica l’intelligenza artificiale ai giochi, ha imparato a vincere a Stratego, un gioco molto più complesso degli scacchi e del Go. Per l’intelligenza artificiale, Stratego rappresenta una sfida più complessa in quanto aggiunge un ulteriore elemento,
ovvero quello dell’informazione imperfetta. Man mano che l’intelligenza artificiale diventerà più acuta, i casi d’uso prolifereranno. Prendiamo per esempio l’assistenza sanitaria. A gennaio 2023, la conferenza annuale di J.P. Morgan sul tema dell’assistenza sanitaria a San Francisco ha visto la partecipazione di nomi importanti dell’industria farmaceutica e biotecnologica e del produttore di chip Nvidia. Attualmente, secondo lo stesso gruppo statunitense, l’80% delle vendite dell’azienda al settore
medico proviene da sistemi di radiologia e robot chirurgici, mentre circa il 20% proviene da approcci di intelligenza artificiale per la scoperta in campo farmacologico e genomico. La funzione principale dei chip semiconduttori è quella di eseguire molti calcoli in modo estremamente rapido. L’intelligenza artificiale non riguarda quindi soltanto il software, ma anche i dispositivi hardware. E se questi due elementi si completano a vicenda, le applicazioni possono estendersi a qualsiasi settore”.
Il macrotrend dell’IA come opportunità d’investimento, secondo la view di WisdomTree
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*PFI è l'11° gestore più grande al mondo in termini di asset istituzionali gestiti a livello mondiale secondo P & I Top Money Managers pubblicato nel giugno 2022. Dati AuM aggiornati al 31.12.2022, secondo le stime della società e soggetti a variazioni. Questo materiale è a puro scopo informativo ed educativo.

(1)Rappresenta l'esperienza di gestione patrimoniale di PFI attraverso PGIM, le sue affiliate e i suoi predecessori. Un ciclo di mercato si identifica nelle fluttuazioni dell'economia tra fasi di crescita e di recessione. Per ulteriori informazioni relative ai cicli di mercato visitare: www.nber.org/cycles.
PGIM è la principale attività di gestione patrimoniale di Prudential Financial, Inc. (PFI) e nome commerciale di PGIM, Inc. e delle sue filiali globali. Nello Spazio economico europeo ("SEE"), le informazioni sono emesse da PGIM Netherlands B.V. con sede legale: Gustav Mahlerlaan 1212, 1081 LA Amsterdam, Paesi Bassi. PGIM Netherlands B.V. è autorizzata dall'Autoriteit Financiële Markten ("AFM") nei Paesi Bassi (numero di registrazione 15003620) e opera sulla base di un passaporto europeo. In alcuni paesi del SEE, le informazioni sono, ove consentito, presentate da PGIM Limited in base a disposizioni, esenzioni o licenze disponibili a PGIM Limited in base ad accordi di autorizzazione temporanea a seguito dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Questi materiali sono emessi da PGIM Limited e/o PGIM Netherlands B.V. a persone che sono clienti professionali come definito dalle regole della FCA e/o a persone che sono clienti professionali come definito nella pertinente attuazione locale della Direttiva 2014/65/UE (MiFID II).
Prudential Financial, Inc. (“PFI”) degli Stati Uniti non è affiliata in alcun modo a Prudential plc, costituita nel Regno Unito o a Prudential Assurance Company, una filiale di M&G plc, costituita nel Regno Unito.
© 2023 PFI e le sue societa' affiliate. PGIM, il logo PGIM e il design Rock sono marchi di servizio di PFI e delle sue entità correlate, registrati in molte giurisdizioni in tutto il mondo.
Matrimonio nel wealth management
Investec e Rathbones uniscono le forze per dar vita a un nuovo polo della gestione patrimoniale

Il valore in miliardi di sterline delle masse gestite dal nuovo gruppo
Un accordo da 100 miliardi di sterline di asset. È quello siglato da due colossi del risparmio gestito anglosassoni: Investec e Rathbones. Le due società hanno deciso di unire le forze nel Regno Unito dando vita a una partnership nel wealth management. Investec è un gruppo bancario anglo-sudaficano (fino a qualche anno fa presente anche in Italia con una sua branch dedicata all’asset management).


SEDE A LONDRA
Il valore in milioni di sterline britanniche della aggregazione tra Investec e Rathbones
Rathobones è invece una società inglese con quasi 300 anni di vita ed è nata a Liverpool, in origine come come attività di commercio di legname. I due gruppi hanno raggiunto un’intesa per una fusione con scambio azionario fra Investec Wealth Investment e Rathbones. Quest’ultima rimarrà una società indipendente che opererà con il suo marchio Rathbones, mentre Investec sarà azionista strategico di questa nuova realtà. Nello specifico, la partnership prevede che Investec detenga il 41,25% del capitale di Rathbones, benché diritti di voto nell’assemblea avranno un tetto del 29,9%. Il gruppo avrà sede a Londra.
Investimenti e clima
Robeco ha pubblicato un’indagine annuale sul modo in cui gli investitori affrontano i temi del cambiamento climatico. L’indagine ha coperto 300 dei maggiori investitori istituzionali e wholesale proveniente da tutto il mondo, per un totale di circa 27.400 miliardi di dollari di masse in gestione. Il report ha mostrato che il numero di investitori che hanno assunto pubblicamente un impegno per il net zero entro il 2050 è cresciuto al 48%, rispetto al 45% del 2022.
Zurich lascia l’alleanza
Zurich Insurance Group ha abbandonato la Net-Zero Insurance Alliance, organizzazione impegnata ad azzerare le emissioni di gas entro il 2050. Il gruppo ha detto di voler concentrare le risorse per supportare i clienti nel loro processo di transizione.

Strategia green
Nuveen ha lanciato la strategia articolo 9 Global Real Estate Carbon Reduction, incentrata sulla riduzione delle emissioni globali di anidride carbonica tramite investimenti nel real estate quotato.

Il progetto sarà gestito da Jay Rosenberg e Ben Kerl.

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© 2023 Franklin Templeton. Tutti i diritti riservati.

Quarant’anni di rendimenti
Loeser (Arca Fondi Sgr): “Dal 1983 siamo al servizio degli investitori retail Rafforzeremo il nostro modello di business allargandolo ai private asset”

el 1983 esistevano ancora il muro di Berlino e l’Unione Sovietica, mentre il presidente degli Stati Uniti era Ronald Reagan. Non c’erano ancora internet né la moneta unica europea e i tassi d’interesse nel nostro Paese erano a doppia cifra.
In quell’Italia così diversa da oggi, dove il settore del risparmio gestito si trovava in uno stadio embrionale, muoveva i suoi primi passi Arca Fondi Sgr, che nel 2023 taglia un traguardo importante: compie i suoi primi 40 anni di vita. “Già festeggiare una tale ricorrenza è un segno di grande successo”, dice l’amministratore delegato Ugo Loeser, che in questa intervista ad ASSET CLASS illustra i tratti distintivi di Arca, il ruolo che vuole giocare sul mercato italiano e le strategie che metterà in campo nei prossimi mesi.
Quarant’anni di vita, dottor Loeser, sono davvero tanti per una società di gestione del risparmio... Direi proprio di sì, soprattutto per una ragione: se ci guardiamo attorno, vediamo che siamo forse l’unica casa di gestione che è arrivata sino ai giorni nostri conservando le sue caratteristiche originarie, senza esser finita in un ciclo di acquisizioni o aggregazioni con altri player. Certo, anche noi abbiamo visto variare nel tempo la nostra compagine azionaria, che tradizionalmente fa capo al mondo delle banche popolari. Alcuni azionisti, come le banche venete, si sono persi per strada, altri hanno perso lo status di istituti di credito cooperativo in seguito ai cambiamenti legislativi degli anni scorsi. Eppure, la nostra strategia è rimasta quella di sempre.
Quale?
Siamo una società di gestione al servizio dei clienti retail, delle reti dei nostri distributori, azionisti e partner. Siamo presenti anche nel segmento degli istituzionali, ma la nostra mission è soprattutto una: garantire il rendimento e la valorizzazione dei patrimoni ai risparmiatori privati. La nostra expertise si evidenzia per lo più in due ambiti. Il primo è quello degli investimenti nell’economia reale italiana, dove Arca Economia Reale Equity Italia ha costantemente ottenuto un rating tra i più alti del mercato. La nostra quota di mercato tra i Piani individuali di risparmio (Pir) è pari a sei volte di quella che abbiamo nell’intero settore dell’asset management nazionale. L’altro ambito in cui abbiamo accumulato forza e competenza è quello della previdenza integrativa, dove gestiamo il primo fondo pensione aperto italiano.
Su quali soluzioni punterete di più nei prossimi mesi?
Siamo impegnati principalmente su due fronti. Il primo è quello degli asset non quotati in borsa. Cito solo un dato significativo: venti anni fa sul listino di Wall Street c’erano ben 7.500 aziende. Oggi sono circa 4mila. Dunque gli investitori devono andare alla ricerca di valore anche al di fuori delle borse internazionali. In quest’ambito, abbiamo lanciato un nostro fondo di investimento alternativo (Fia) e abbiamo creato un fondo di private equity in partnership con Space Holding. Siamo inoltre intenzionati, ma assolutamente
Abbiamo un’expertise indiscussa nel settore dei fondi pensione e negli investimenti nell’economia reale dove il nostro prodotto ha ottenuto un rating tra i più alti sul mercato
1983
La fondazione
Viene fondata Arca Sgr SpA, subito dopo l’introduzione della legge n°77 che instituisce e disciplina i fondi comuni d’investimento, grazie all’unione di 12 Banche Popolari azioniste. Nel corso degli anni, a queste si sono aggiunti numerosi altri istituti di credito e società finanziare.
QUATTRO DECENNI DI STORIA, TAPPA PER TAPPA
1984
Primi Fondi
Nascono i primi fondi, Arca BB e Arca RR. Vengono inoltre realizzati i primi annunci stampa e prodotti, i primi folder per i punti vendita.
1987
L’espansione

Nasce il primo Fondo azionario Arca 27. Nello stesso anno, Arca Sgr raggiunge i 100mila clienti.
1998
Arca Previdenza
Inizia il collocamento di Arca Previdenza, uno dei primi Fondi Pensione Aperti in Italia.


2009
Innovazione di prodotto
Grazie ai Fondi Arca Cedola, Arca è tra le prime Società di Risparmio Gestito a lanciare prodotti a distribuzione dei proventi, con scadenza predefinita e duration decrescente. Inoltre, con Arca Strategia Globale, Arca introduce una nuova generazione di Fondi gestiti con tecniche innovative di “rischio controllato”.
2011
Il Servizio Risparmia & Consolida
Nasce il nuovo servizio Arca Risparmia & Consolida con l’obiettivo di “far lavorare i risparmi e consolidare i guadagni”.
senza fretta, a entrare anche nel mercato del private debt e degli investimenti in infrastrutture, prima con un’offerta per gli investitori istituzionali e poi vedremo se utilizzare il veicolo degli Eltif per arrivare alla clientela retail. Un altro fronte su cui
siamo impegnati è legato al cambiamento di scenario sui tassi di interessi, dopo la fine del ciclo ribassista. Un quadro così diverso, in cui i bond danno rendimenti maggiori, richiede uno sforzo in termini di innovazione di prodotto, con offerte in

grado di dare stabilità al portafoglio senza rinunciare all’eventuale upside dei mercati. Arca Fondi ha una grande esperienza nell’ideare soluzioni target date e progettate per soddisfare bisogni specifici della clientela.


L’impegno nell’economia reale
Nasce Arca Economia Reale Equity Italia, il Fondo d’investimento che consente di sfruttare le opportunità di crescita del mercato delle piccole e medie imprese, realtà dell’industria manifatturiera e dei servizi che rappresentano l’eccellenza dello stile italiano nel mondo.
QUATTRO DECENNI DI STORIA, TAPPA PER TAPPA
2017
Piani Individuali di Risparmio e digital
Arca Fondi Sgr è una delle prime sgr a lanciare un fondo Pir: Arca Economia Reale Bilanciato Italia. I Pir, Piani individuali di risparmio, sono fondi con fiscalità agevolata che investono nelle imprese di eccellenza italiane. A partire da giugno, Arca Previdenza è il primo fondo pensione in Italia ad abilitare i propri aderenti ai versamenti digitali online.
Un futuro più sostenibile
Arca Fondi Sgr sottoscrive i Principi per l’Investimento Sostenibile delle Nazioni Unite (UNPRI) nella convinzione che, anche attraverso il risparmio, si possa incidere in maniera positiva sull’ambiente e sulla società in cui viviamo, costruendo insieme un futuro più sostenibile.


Fondi per l’ambiente
Nasce Arca Oxygen Plus, il primo di una gamma di Fondi Comuni in grado di coniugare potenzialità di rendimento e rispetto per l’ambiente. Ai Fondi è infatti legato un progetto realizzato in collaborazione con AzzeroCo2 che si pone l’obiettivo di piantare 12 mila alberi in tutta Italia nei prossimi tre anni.

2022
Fondi per le risorse idriche e l’ecosistema marino
Viene lanciato Arca Blue Leaders, un Fondo azionario che investe in titoli del mercato azionario globale focalizzati sull’utilizzo sostenibile delle risorse idriche e dell’ecosistema marino. Come per Arca Oxygen Plus, anche Arca Blue Leaders si caratterizza per un progetto ambientale in cui, con la collaborazione dei volontari di Marevivo Onlus, verranno effettuati interventi di pulizia e di salvaguardia di alcuni ambienti marini e lacustri.

40 anni celebrando il passato, costruendo il futuro
“La forza di Arca Fondi Sgr”, secondo quanto scritto nel sito web della società, “risiede nella sua capacità di soddisfare da 40 anni le esigenze dei clienti e di offrire soluzioni su misura. Arca si distingue per la costante attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa, valori che sono sempre stati al centro della sua attività”.
Arca è una sgr di medie dimensioni, in un settore dominato da big player. Alcuni analisti sostengono che l’asset management sarà sempre più un business per grandi gruppi. Cosa ne pensa?
Rispondo con una domanda: se è vero quello che dicono alcuni analisti, come mai il nostro cost/income (il rapporto tra ricavi e costi della società, n.d.r.) è migliore di quello di grandi gruppi del settore del risparmio gestito?


Lo dica lei...
La spiegazione è che nel segmento retail non ci sono le economie di scala che si realizzano invece con i clienti istituzionali.
MARGINI E PATRIMONIO IN CRESCITA
Un margine operativo di 141,3 milioni. È il dato con cui si è chiuso l’esercizio 2022 di Arca Fondi Sgr, secondo il bilancio approvato dalla controllante Arca Holding. Escludendo l’apporto delle commissioni di performance, il risultato mostra un valore in crescita rispetto a quello del 2021 (che era a 140,5 milioni). L’utile di esercizio ha raggiunto i 57,5 milioni anche grazie all’ efficienza operativa, caratterizzata da un basso cost/ income, pari al 35%. La raccolta netta che ha superato gli 1,8 miliardi di euro e il patrimonio è salito del 5,6%, con un tasso di crescita nettamente superiore rispetto allo 0,7% del mercato nel suo complesso.
Se io voglio raggiungere e servire al meglio un risparmiatore che ha i suoi soldi investiti in un uno sportello bancario di una piccola o media città della provincia italiana, devo far leva su determinati fattori competitivi: l’innovazione di prodotto, il brand, un pricing adeguato, un contatto costante con le reti e la capacità di comprendere le particolari esigenze del risparmiatore italiano. Sono tutte cose che spesso una società di gestione di medie dimensioni e con un radicamento sul territorio può sfruttare meglio di un big internazionale.

Tassi d’interessi più alti, inflazione e tensioni geopolitiche. Oggi il risparmio gestito è di fronte a sfide impegnative. Riuscirà a essere all’altezza?
Io credo che, oltre ai fattori citati, ci siano anche elementi che possono favorire un’ulteriore crescita del risparmio gestito. Innanzitutto, non va dimenticato che negli ultimi anni è cresciuto molto il debito in tutti i Paesi avanzati, sia quello pubblico che quello privato. Dunque, nel rialzare il costo del denaro le banche centrali dovranno muoversi con accortezza.
Allora non è detto che i tassi reali, al netto dell’inflazione, saranno molto più alti di oggi, come qualcuno teme. Inoltre, nei decenni a venire si intensificheranno due rivoluzioni ora agli inizi: la green revolution legata alla sostenibilità ambientale e la digital revolution innescata dall’avvento delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale. Entrambe hanno necessità di investimenti finanziari che non possono arrivare soltanto dal settore pubblico, ma hanno anche bisogno del sostegno del risparmio privato e dunque del supporto dell’industria dell’asset management.
Idrogeno



CPR Invest - Hydrogen, un’opportunità da cogliere per creare valore investendo nell’ecosistema dell’idrogeno:




dà accesso a un mercato innovativo e ad alto potenziale;


si stima che l’idrogeno coprirà circa il 17% dell’intero fabbisogno energetico entro il 2050**;
l’idrogeno potrebbe contribuire a ridurre di un terzo le emissioni di gas serra a livello globale**.

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*Fonte: IPE “Top 500 Asset Managers” pubblicato a giugno 2021, sulla base delle masse in gestione al 31/12/2020. **ETC (Energy Transition Commission), “Making the Hydrogen Economy Possible”, aprile 2021. Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto e il KIID prima di prendere una decisione fi na le di investim ento. CPR Invest - Hydrogen (di seguito anche “Fondo”) è un Comparto della SICAV CPR Invest, gestito da CPR Asset Management, una società del gruppo Amundi. CPR Asset Management è autorizzata in Francia e regolamentata dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF). Il Comparto è autorizzato in Lussemburgo e sottoposto alla vigilanza della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento nel Fondo siano appropriati alla loro situazione, e devono altresì accertarsi di aver compreso interamente il presente documento. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente fi nanziario. Il valore dell’investimento potrebbe I risultati passati no n son o indicativi di quelli futuri e no n vi è garanzia di ottenere uguali rendim enti per il futuro. a nessuna “U.S. Person” come de fi nita nel Securities Act del 1933 e nel prospetto. Il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto sono disponibili gratuitamente presso le sedi dei soggetti collocatori nonché sul sito internet ww w.amundi.it. Una sintesi delle informazioni sui diritti degIi investitori e sui meccanismi di ricorso collettivo è reperibile in lingua inglese al seguente link: https://about.amundi.com. La società di gestione può decidere di ritirare la noti fi ca delle disposizioni adottate per la commercializzazione di quote, anche, se del caso, in relazione a categorie di azioni, in uno Stato membro rispetto alle quali aveva |
















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Esg, fondi alternativi e bond Tris vincente nei por tafogli
Le strategie di sviluppo di Fideuram Asset Management Sgr per il 2023
La sostenibilità guida l’offerta assieme a nuove gestioni obbligazionarie
Gli investimenti Esg, il nuovo scenario dei tassi, i private market e le prospettive del risparmio gestito. Sono i temi al centro di questa intervista rilasciata ad ASSET CLASS da Gianluca Serafini, amministratore delegato e direttore generale di Fideuram Asset Management Sgr
Lo scenario sui mercati finanziari è abbastanza complesso in questo momento. Cosa dovranno aspettarsi gli investitori da qui a fine anno? Il quadro macroeconomico in questa prima parte di anno è stato caratterizzato da significativi cambiamenti. Si è passati rapidamente dall’idea di un rallentamento del ciclo economico e dell’inflazione all’attesa di una nuova accelerazione delle attività e delle dinamiche dei prezzi. Si è reso inoltre necessario intervenire con nuovi capitali e regolamentazioni più restrittive su alcuni istituti bancari
indeboliti dal contesto, tuttavia, non crediamo che questi eventi possano determinare rischi di natura sistemica. Pertanto, abbiamo solamente ridotto parzialmente il rischio di credito mantenendo un’esposizione a quelle obbligazioni societarie di maggiore qualità e che offrono un rendimento atteso attraente. Iniziare ad allungare la duration dei portafogli potrebbe in questo momento essere la giusta mossa per anticipare futuri movimenti favorevoli dei tassi. Le condizioni di accesso al credito prevedibilmente peggioreranno ma non ci aspettiamo un’evoluzione recessiva. Vediamo gli utili aziendali decelerare ma non collassare e riteniamo che possano poi riprendersi nel 2024. Intendiamo aumentare l’esposizione azionaria nelle fasi di debolezza. Consideriamo più attraenti le azioni cinesi ed emergenti grazie a una maggiore crescita degli utili e valutazioni interessanti.
Top Manager Gianluca SerafiniQuali sono gli obiettivi che vi siete posto per quest’anno?
Come ogni anno ci siamo posti obiettivi sfidanti e puntiamo a raggiungere i fenomenali risultati di raccolta dello scorso anno in un contesto più complicato. Il rialzo di tassi più veloce di sempre ci ha portati a privilegiare il comparto obbligazionario perché ci consente di offrire ai clienti soluzioni d’investimento in grado di cogliere le nuove opportunità di rendimento generate dai cambiamenti strutturali in atto e ci consente di costruire portafogli bilanciati di qualità, diversificati, equilibrati e resilienti nel tempo. Ci aspettiamo che i flussi nei nostri prodotti d’investimento continuino ad arrivare in modo massivo per la maggiore consapevolezza dei

clienti di affidarsi a gestori attivi che trovino opportunità in situazioni di volatilità elevata e persistente nel tempo.
Quale approccio Fideuram AM ha adottato sui private market?
Già a partire dal 2016, Fideuram Asset Management Sgr ha ritenuto strategico offrire ai propri clienti la possibilità di investire nei Mercati Privati così da fornire una nuova classe di investimenti che ha l’obiettivo di generare extrarendimento nel medio termine. Per poter rendere accessibili questi strumenti, tradizionalmente riservati agli investitori istituzionali, abbiamo sviluppato una piattaforma all’avanguardia sul mercato chiamata Fideuram Alternative Investments. In tal modo è possibile far accedere i clienti privati, insieme ai grandi operatori internazionali, a soluzioni e gestori top-tier e costruire portafogli diversificati multi-asset nei mercati privati con volatilità contenuta e ritorni più de-correlati rispetto agli investimenti tradizionali. Importante sottolineare che nelle ultime iniziative abbiamo messo al centro di questi portafogli la sostenibilità: riteniamo infatti che investire in società non quotate e sostenibili costituisca un

elemento forte di riduzione dei rischi e di stabilità dei rendimenti nel tempo proprio grazie a una governance più attenta volta a rendere i business più resilienti. Il successo della piattaforma FAI, che ha raccolto diversi miliardi di euro dall’avvio, è stato reso possibile anche dalla creazione di un team di professionisti dedicato ai mercati privati, con competenze specialistiche in termini di selezione delle opportunità d’investimento a livello globale.
Ci sono categorie di prodotti e servizi su cui avete intenzione di puntare di più nei prossimi mesi? Pensiamo che in questo contesto le gestioni patrimoniali obbligazionarie, lanciate da inizio anno, offrano profili di rischio/rendimento su diverse scadenze che non si vedevano da decenni e che siano la scelta d’investimento più coerente con l’attuale scenario. Finalmente nella costruzione dei portafogli il comparto azionario e quello obbligazionario sono tornati ad avere una correlazione bassa rendendo di nuovo possibile conferire valore alla diversificazione degli investimenti. Ci stiamo inoltre focalizzando sulle soluzioni
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più attente alla sostenibilità certi che i fattori Esg non siano solo l’acronimo di tre elementi a cui prestare attenzione ma un vero e proprio approccio da integrare nel processo d’investimento e metriche da utilizzare nell’analisi finanziaria e nella valutazione dei prodotti gestiti. In tal senso scegliere aziende che privilegino la decarbonizzazione del proprio core business potrebbe offrire opportunità incredibili di generare nel tempo alpha sui portafogli in gestione.
Il settore del risparmio gestito è reduce da un lungo ciclo di crescita che però potrebbe interrompersi alla luce di uno scenario mutato (maggiori tassi d’interesse, inflazione). Cosa ne pensa?
Le prospettive del risparmio gestito non sono assolutamente indebolite dal rialzo dei tassi di interesse e dal ritorno dell’inflazione, anzi vale l’opposto. Una maggiore volatilità macroeconomica permette infatti di avere un contributo superiore alla performance dei propri portafogli dato dal valore generato dalla gestione attiva. Se torniamo al 2022 possiamo vedere come, a titolo esemplificativo, la capacità di gestire
attivamente l’impatto dell’inflazione nelle diverse asset class (per esempio privilegiando le materie prime rispetto ai titoli inflation linked) sia stata essenziale per proteggere i portafogli. Anche riferendoci all’aumento dei tassi, il contributo della gestione attiva si dimostra essenziale per gestire consapevolmente il rischio di credito che si è venuto a modificare, come è stato confermato dagli eventi che hanno riguardato il settore bancario svizzero e americano. Un gestore professionista e attivo può creare extra-performance muovendo consapevolmente la duration sui diversi segmenti della curva dei rendimenti, cosa quasi impossibile per un investitore “faida-te”. Più in generale, l’efficacia di un processo d’investimento si misura proprio al variare delle condizioni di mercato e dalla qualità della consulenza finanziaria fornita al cliente in questi momenti.
In che modo le metriche Esg guidano le politiche d’investimento della vostra sgr?
Fideuram Asset Management integra nel proprio processo d’investimento i fattori ambientali, sociali e di governance (Esg) e Sri adottati dalla Società, nella
convinzione che questi elementi, oltre a favorire uno sviluppo economico e sociale sostenibile, possano contribuire positivamente ai risultati finanziari dei portafogli dei clienti riducendone, al contempo, i rischi. A testimonianza dell’elevata attenzione dedicata ai temi della sostenibilità nella scelta delle aziende su cui investire, ben quattro comparti della gamma Fonditalia hanno ricevuto quest’anno un rating Esg di Msci con tripla A. Ci siamo anche assunti importanti impegni con l’adesione alla Net Zero Asset Managers Initiative (NZAMI) che si articolano in più ambiti di azione e che sono finalizzati a raggiungere entro il 2050 la neutralità delle emissioni nette di gas serra dei patrimoni gestiti. Un esempio? In quanto firmatari di questa iniziativa ci siamo impegnati a ingaggiare entro il 2025 il 70% delle aziende responsabili delle emissioni finanziate dai nostri portafogli in scope per convincerle a impegnarsi nella decarbonizzazione delle loro attività e dotarsi di obiettivi Net Zero. Ci sentiamo veramente speciali in tal senso pensando che per noi, per i nostri clienti e per le nostre famiglie questo sia un dovere e una grande
opportunità.
DI UN BIG PLAYER
,8I miliardi di euro di masse di Fideuram Asset Management in gestioni retail
,3I miliardi di euro di masse di Fideuram Asset Management in gestioni istituzionali
,9%Quota di mercato di Fideuram nel settore del risparmio gestito italiano a febbraio 2023
Le prospettive del risparmio gestito non sono assolutamente indebolite dal rialzo dei tassi di interesse e dall’inflazione Piuttosto, la volatilità permette di avere un contributo grazie ai gestori attivi
Axyon AI ingaggia Tosato
Massimo Tosato (nella foto), ex top manager di Schroders e attuale presidente di M&G Group, entra nell’advisory board della fintech italiana Axyon AI. Nella sua lunga carriera, Tosato ha avuto diversi ruoli apicali sia nel mondo finanziario sia in quello dell’imprenditoria.



New entry in Artemis
Artemis rafforza le proprie competenze nel campo degli investimenti con la nomina di Sacha El Khoury (nella foto) nel ruolo di head of impact equities. El Khoury guiderà anche il team di quattro gestori responsabili dei portafogli azionari attivi a impatto globale.

Anni in Euromobiliare

Oscar Anni (nella foto) è stato nominato direttore generale di Euromobiliare Fiduciaria
Il manager arriva all’incarico dopo un’esperienza trentennale costruita in realtà bancarie nel mondo corporate e private banking, ed è entrato nel gruppo Credem nel 2014.




Un gestore per Plenisfer
Plenisfer Investments Sgr ha nominato Carlo Gioja (nella foto) come nuovo portfolio manager. Nel suo ruolo, Gioja contribuirà allo sviluppo dei nuovi comparti che Plenisfer si appresta a gestire, e si occuperà del fondo flagship che a maggio compirà tre anni.
Manni in Capital.com
Capital.com ha annunciato la nomina di Simone Manni (nella foto) come nuovo head of marketing Europa. Con sede a Milano, Manni sarà responsabile dello sviluppo di una roadmap di marketing per aiutare il gruppo ad espandersi in Italia e nell’Europa occidentale.


Ciccarelli a Intermonte

Intermonte ha accolto Raffaele Ciccarelli (nella foto) in qualità di managing director e head of financial sponsors. Avrà il compito di gestire le relazioni con gli investitori di private equity operanti in Italia, utilizzando la leadership di Intermonte nelle piccole e medie imprese.


La per formance è
rinnovabile
Massicci investimenti nelle energie alternative E rendimenti a due cifre per i fondi del settore

hi non è acerbo di esperienza sui mercati finanziari, sa bene che le asset class possono vivere momenti di particolare smalto in termini di performance, sulla base di spinte emotive e/o contestuali. Questi movimenti solitamente possono variare nella loro durata, ma quasi sempre si risolvono nel giro di un anno. Vi sono poi segmenti di investimenti che invece seguono un cammino di crescita regolare e ponderata, fondata su ragioni economiche e finanziarie solide e su una effettiva innovazione insita nella loro stessa natura. In questo caso si parla di cosiddetti “trend secolari”, veri e propri moti di sviluppi di alcuni settori produttivi che offrono ottime probabilità di benefici di portafoglio in un’ottica di lungo periodo. Sussistono infine delle coincidenze particolari, quando convenienza dettata dall’attualità e consistenza della perfomance long term vanno a braccetto: è questo il caso, possiamo dirlo, delle energie alternative.
L’evidenza di questa particolarità ce la offre l’analisi dei rendimenti dei comparti azionari dedicati all’interno del database Morningstar. Partendo dal lungo termine, tutti i prodotti che hanno almeno dieci anni di vita possiedono una perfomance positiva sul medesimo orizzonte; su 20 classi disponibili, ben 16 vanno in doppia cifra (l’80%) mentre la crescita minima si attesta all’8,66%. A cinque anni tutti i comparti registrati guadagnano in doppia cifra, discorso che si ripete anche analizzando l’orizzonte temporale a tre anni. Numeri impressionanti che si
In cinque anni il guadagno ha superato in media il 15% ogni 12 mesi
accompagnano a un’attualità che vede ben 77 fondi su 115 in territorio positivo nella perfomance Ytd, nonostante un contesto di mercato sicuramente non dei più agevoli.
Gestori blasonati
Al top, come evidenziato nella tabella a pagina 32, ci sono i prodotti di noti gruppi finanziari e dell’asset management come Ubs, BlackRock, Robeco e Pictet Asset Management. Se l’evidenza empirica ha certificato la bontà dell’assunto iniziale, a dare ulteriore linfa
alla nostra tesi vi sono le valutazioni degli addetti ai lavori del mondo del risparmio gestito internazionale: “Le energie rinnovabili svolgeranno un ruolo importante nel superare la dipendenza dai combustibili fossili che, a seguito del conflitto in Ucraina, è stato uno dei driver dell’aumento dell’inflazione e della crisi del costo della vita in tutta Europa. Il nostro obiettivo deve essere quello di rimuovere velocemente gli ostacoli che impediscono la rapida introduzione di nuova capacità di generazione, in modo da poter costruire impianti di energia
pulita e di stoccaggio delle batterie”, spiega Roman Rosslenbroich, ceo di Aquila Capital. Una convenienza, quella delle energie rinnovabili, che potrebbe offrire anche degli interessanti spunti sul fronte della gestione di uno degli spauracchi più temuti in questo momento dagli investitori, cioè l’inflazione: “Sarebbe un errore semplificarne in maniera eccessiva le cause, puntualizza Rosslenbroich, ma può essere influenzata da una serie di fattori, tra cui l’offerta di

moneta da parte delle banche centrali, le condizioni del mercato del lavoro e le catene di approvvigionamento. Tuttavia, i combustibili fossili sono stati troppo spesso una causa scatenante e per la prima volta abbiamo una soluzione, che passa attraverso il concetto di energia rinnovabile”. In sintesi, conclude il ceo di Aquila Capital: “L’aumento della produzione di energia rinnovabile può svolgere un ruolo importante nell’affrontare la sfida dell’inflazione in Europa. I suoi input non hanno un costo e sono illimitati in tutta Europa. Per avere successo, l’industria non ha bisogno di sussidi o aiuti, ma solo di un mercato libero ed equo, senza interventi governativi, e di autorizzazioni facili e
I CINQUE BEST PERFORMER
veloci”. Sulla stessa linea d’onda sono anche le parole di altri due operatori del settore, nel dettaglio Daniel Fauser e Gerhard Wagner, rispettivamente equity analyst ed head of sustainable purpose di Swisscanto Invest: “Guardando alle società che hanno uno specifico obiettivo di riduzione della CO2, le analisi indicano una crescita profittevole e superiore alla media”.

Attenzione alla qualità
“Nella selezione di questi titoli, prestiamo particolare attenzione alla qualità, vale a dire solidi ritorni del capitale, basso indebitamento, bassi rischi esg e un ottimo track record di performance gestionale”. Criteri di selezione chiari, uniti
ad alcuni progetti imprenditoriali che possono fare gola al portafoglio:
“Un fattore molto importante è la leadership nel settore tecnologico”, spiegano gli analisti, “e buoni esempi di società che soddisfano questi criteri sono la danese Orsted, leader mondiale nel mercato dell’energia eolica offshore, l’israeliana SolarEdge, che ottimizza i sistemi di monitoraggio dell’energia, e la cinese Contemporary Amperex Technology (CATL), il più grande produttore di batterie agli ioni di litio”. E se questi sono i numeri e i giudizi legati a ciò che oggi definiamo “alternativo”, non resta che sperare che tutto ciò possa assumere ben presto il ruolo di nuova normalità.


L’orizzonte è lontano ma in profondo rosso

termine
Può un risparmiatore perdere in media il 5% all’anno per cinque anni investendo in bond? Una volta sembrava quasi impossibile riuscire in un fiasco del genere ma, tra il 2018 e il 2023, in un lustro pieno di sommovimenti economici e geopolitici, ciò che pareva irrealizzabile è diventato realtà. Nel settore del reddito fisso, c’è una categoria di fondi d’investimento che ha riempito di perdite i portafogli, a causa del repentino aumento dei tassi di interesse deciso dalle banche centrali a partire dal 2021, allo scopo di fermare la fiammata dell’inflazione. I fondi in questione sono ovviamente quelli della categoria “obbligazionari a medio e lungo termine”, che investono in emissioni di lunghissima durata. Quando il costo del
denaro aumenta, si sa, i bond di lunga scadenza sono inevitabilmente destinati a svalutarsi, poiché offrono cedole poco appetibili rispetto alle obbligazioni di nuova emissione. In queste circostanze, il mercato fa il suo dovere: quando i tassi crescono, i prezzi dei titoli con vita residua più lunga scendono, fino a che i rendimenti incassati da chi li acquista non si allineano a quelli dei bond di eguale durata ma di nuova emissione. Nulla di strano, insomma, se non fosse che tra il 2021 e il 2023 è accaduto qualcosa che in pochi si aspettavano: l’aumento dei tassi da parte delle banche centrali è stato veramente rapido e deciso, come non si vedeva da decenni. E così, a pagare lo scotto sono stati quei fondi
La debacle in 5 anni dei fondi obbligazionari a lungo
d’investimento che avevano in pancia una gran quantità di obbligazioni di lunga scadenza, che hanno accumulato perdite su perdite. Dall’inizio del 2023, la debacle si è interrotta. Anzi, per alcuni gestori è iniziata una piccola riscossa con rendimenti superiori al 5% tra gennaio e marzo. Se allarghiamo l’orizzonte a un arco di 5 anni, però, il bilancio resta in profondo rosso.

Worst performer
La perdita media per i prodotti di questa categoria è pari infatti a oltre il 4% annualizzato ogni 12 mesi. Il che significa, tradotto in cifre, che chi ha investito una somma 10mila euro nel 2018 nei fondi obbligazionari a lungo termine
(denominati in euro), dopo 5 anni si ritrova con un capitale di appena 8mila euro in valore assoluto, per giunta fortemente svalutato in termini reali per effetto di un’inflazione di nuovo aggressiva.
Tra i fondi che hanno registrato le performance peggiori c’è il Vanguard
20+ Year Euro Treasury Index Fund
Eur Acc, che tra il 2015 e il 2023 ha registrato un rendimento annualizzato negativo per oltre il 5% ogni 12 mesi (dati Morningstar aggiornati all’11 aprile scorso). Non è andata molto meglio per i gestori di Fonditalia Euro Bond Long Term S che (sempre secondo i dati di Morningstar aggiornati all’l11 aprile) ha collezionato una perdita annualizzata in 5 anni del 4,5%. La musica non cambia
molto per i prodotti di altre blasonate case di gestione. È il caso del fondo
Amundi S.f. - Euro Curve 10+Year
F Eur Nd (rendimento annualizzato in 5 anni di -4,34%) e di Mercer Euro
Nominal Bond Long Duration Fund
M - 3€ Acc (-4,25%). Chiude il quintetto dei worst performer in 5 anni (secondo i dati Morningstar) il fondo Pimco Gis
Euro Long Average Duration Fund
Institutional Eur Accumulation (-4,09% annualizzato). Investire in bond di lunga scadenza nel 2018, insomma, è stata una pessima idea, almeno a giudicare con il senno di poi. Certo, con un po’ di accortezza non era difficile capire che si
L’aumento dei tassi più veloce del previsto ha spiazzato i gestori
I titoli nei loro portafogli si sono svalutati di oltre il 30%-40%
trattava di una scelta azzardata, visto che allora i tassi d’interesse erano ai minimi storici e sembravano inevitabilmente destinati a imboccare un trend rialzista negli anni successivi.
Insegnamenti preziosi
Un bravo consulente finanziario, insomma, mai avrebbe consigliato ai suoi clienti di puntare sulle obbligazioni
CINQUE FONDI IN ROSSO
con vita residua ancora prolungata. Ciò che non era prevedibile, però, è che la stretta sui tassi sarebbe stata così veloce e che la debacle dei fondi specializzati nei bond più lunghi sarebbe stata così netta, anche in un orizzonte medio di 5 anni, che viene di solito consigliato agli investitori per fissare degli obiettivi di rendimento attraverso i fondi. Da questi risultati si possono trarre probabilmente
due insegnamenti preziosi. Il primo è che nessuna asset class oggi sembra immune da forti scossoni. In secondo luogo, è evidente che i mercati hanno ormai abituato gli investitori a convivere con l’imprevisto e neppure i gestori delle più blasonate case di asset management sono in grado di mettere al riparo il portafoglio dall’onda d’urto di certi


SGUARDO OLTRE LA CRISI
Dal 16 al 18 maggio torna la manifestazione organizzata da Assogestioni
Torna il Salone del Risparmio, che quest’anno giunge alla sua tredicesima edizione. La manifestazione organizzata da Assogestioni si aprirà il 16 maggio 2023 e durerà come di consueto tre giornate, fino al 18, con le prime due riservate agli operatori del settore e la terza giornata aperta anche al pubblico dei risparmiatori e degli studenti universitari. Il tradizionale evento organizzato da Assogestioni, divenuto un punto di riferimento per l’industria del risparmio gestito, si terrà in presenza presso l’Allianz MiCo di Milano e in streaming sulla piattaforma FR|Vision. Mercati, futuro dell’industria ed educazione finanziaria saranno al centro dell’evento, strutturato sulla base
di sette percorsi tematici. Il primo, asset allocation e strategie d’investimento, analizza come le incertezze geopolitiche, crisi energetica, volatilità, incognite su inflazione e crescita ridefiniscano il contesto di mercato e impongano nuove sfide agli asset manager. Il secondo, mercati privati ed economia reale, è incentrato sulle novità regolamentari, i piani di stimolo dell’economia e le strategie d’investimento infrastrutturale, nonché le misure di promozione di un’economia sostenibile come importanti driver di crescita per i mercati privati. Il terzo, distribuzione e consulenza, studia come l’evoluzione normativa e di mercato, le mutate esigenze e la maggiore consapevolezza da parte degli investitori
abbiano ridisegnato la distribuzione e la consulenza nell’ultimo decennio. Il quarto, sostenibilità e capitale umano, approfondisce la finanza sostenibile come insieme delle pratiche orientate a ridirigere i capitali pubblici e privati verso investimenti Esg.

SUPPORTO ALL’ECONOMIA
Il quinto, previdenza complementare, descrive la situazione previdenziale e il gap per la costruzione di un sistema efficiente. Il sesto percorso, educazione e formazione, riguarda l’importanza dell’educazione finanziaria come strumento fondamentale affinché gli
individui siano risparmiatori informati e consapevoli. Infine il settimo percorso, innovazione e digitalizzazione, si occupa della digitalizzazione dei servizi finanziari e della crescente adozione di sistemi di intelligenza artificiale e deep learning nei modelli di analisi. In calendario sono previsti oltre 120 eventi già confermati, con il supporto di quasi 150 società. Il titolo dell’edizione di quest’anno, “Il risparmio oltre la crisi: Accompagnare l’investitore verso scelte consapevoli”, punta a mettere in evidenza il ruolo sociale svolto in questi tempi complessi dal risparmio gestito per il rilancio e la trasformazione dell’economia e il sostegno di famiglie e investitori. Una sfida che pone ulteriormente l’accento sulla rilevanza dell’educazione finanziaria come pilastro per la stabilità finanziaria e la crescita economico sociale del Paese. Per questo motivo, il tema assumerà un ruolo centrale nel corso del Salone del Risparmio 2023, declinato su numerose iniziative: la piazza dell’Educational Corner ospiterà numerosi appuntamenti dedicati al tema, con il coinvolgimento
di università ed enti di formazione, in particolare nel corso della terza giornata, quella tradizionalmente aperta anche a un pubblico di non addetti ai lavori.
STUDI IMPORTANTI
La tredicesima edizione dell’evento non sarà da meno di quelle precedenti: la kermesse 2023 sarà scandita dalla presentazione di importanti studi, paper e ricerche. Verrà presentato infatti
l’“Osservatorio sui sottoscrittori di fondi comuni”, in una conferenza aperta dall’intervento di Riccardo Morassut, senior research analyst dell’Ufficio Studi di Assogestioni. Lo studio indagherà: la composizione di genere e anagrafica dei sottoscrittori, la distribuzione geografica, i numeri sugli investimenti in fondi, le preferenze su prodotti e asset class e le modalità di sottoscrizione. In occasione della presentazione al

pubblico dei risultati dell’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni, l’Ufficio Studi di Assogestioni ospiterà una tavola rotonda in cui alcuni dei protagonisti del settore si confrontano sulle scelte degli investitori e di come queste siano correlate con i profili socio-culturali, in particolare con le caratteristiche generazionali, di genere e di residenza. Tra gli eventi da non perdere ospitati dal Salone, anche uno studio
derivante dai tavoli di lavoro istituiti dal Comitato Digital Finance (ComDigit) di Assogestioni con l’obiettivo di analizzare i potenziali impatti dell’introduzione della tecnologia a registro distribuito, da un lato, sull’emissione, la registrazione e la circolazione in forma digitale di quote o azioni di Oicr e, dall’altro, sugli investimenti degli Oicr in digital asset. Com’è noto, la definizione del perimetro di utilizzo negli investimenti delle
distributed ledger technologies (Dlt, cioè le tecnologie a registro distribuito come la Blockchain, ma non solo) costituisce una delle sfide oggi più importanti. Nel corso della conferenza dedicata allo studio esperti, rappresentanti delle istituzioni e addetti ai lavori avranno la possibilità di discutere gli ultimi sviluppi normativi in materia di finanza digitale.

IL RAPPORTO DEL CENSIS
Infine, al termine della tredicesima edizione del Salone sarà presentato il 4° Rapporto Censis-Assogestioni, che avverrà durante la conferenza plenaria di chiusura e vedrà la partecipazione del segretario generale del Censis, Giorgio De Rita. Il Rapporto è dedicato alle “Inconsapevolezze nascoste”, ovvero ai bias e ai malintesi che talvolta possono influenzare le decisioni di risparmio. Un’istantanea dei comportamenti degli investitori che enfatizza l’aspetto umano e aiuta gli operatori del settore a orientare gli sforzi in tema di educazione finanziaria, che rappresenta il tema centrale del Salone 2023.
L’onda d’urto dei mercati

La fase volatile delle borse ha pesato sulle masse del risparmio gestito Flussi netti negativi ma è continuata la fase positiva degli azionari
2.242 miliardi di euro
Le masse del risparmio gestito a febbraio 2023
Idati preliminari della mappa mensile di febbraio 2023 di Assogestioni delineano un quadro sostanzialmente invariato rispetto a gennaio per il risparmio gestito italiano sul fronte della raccolta. Le masse sono state invece influenzate dalla volatilità di mercato. Nel dettaglio, la raccolta netta è stata pari a -1,94 miliardi euro mentre a fine mese il patrimonio gestito ammontava a 2.242 miliardi (contro i 2.267 miliardi di gennaio). A pesare sono stati principalmente i 2 miliardi di deflussi registrati dai mandati istituzionali nel mese e l’effetto mercato, stimato dall’Ufficio Studi di Assogestioni a -1%. È invece proseguito il consolidamento dei trend degli ultimi mesi dei fondi aperti. Nonostante febbraio si chiuda con una raccolta netta pari a -356 milioni di euro, sono rimasti in territorio positivo sia i fondi azionari (+1,32 miliardi) sia quelli obbligazionari (+570 milioni). In particolare, gli afflussi registrati sui primi hanno fatto salire l’ammontare raccolto da inizio anno da questa categoria di prodotti sopra i 3 miliardi a +3,06 miliardi di euro. Per contro, a febbraio i fondi bilanciati e i flessibili hanno fatto segnare rispettivamente 719 milioni e 1,41 miliardi di deflussi.

Debito degli emergenti, oppor tunità per investire
La view di Peter Marber, head of emerging markets di Aperture Investors
egli Stati Uniti la curva dei rendimenti potrebbe essere vicina alla normalizzazione e i rendimenti odierni del debito dei mercati emergenti sono notevolmente superiori ai minimi di cinque anni. Peter Marber, head of emerging markets di Aperture Investors (Generali Investments) e gestore del fondo Aperture Emerging Debt Opportunities, spiega perché l’avvicinarsi della fine del ciclo di rialzo dei tassi è il momento perfetto per gli investitori per posizionarsi sul debito dei mercati emergenti a più lunga scadenza.
Quali fattori rendono il debito dei mercati emergenti una asset class interessante oggi?
I mercati emergenti hanno continuato a registrare una costante crescita del Pil, insieme a ratio dell’indebitamento pubblico inferiori rispetto ai paesi sviluppati. Questo, unito al costante miglioramento della qualità del credito nei mercati emergenti, determina quella che riteniamo essere un’interessante opportunità nel reddito fisso. Guardando al passato, quando i rendimenti in dollari
Usa hanno raggiunto il picco, i periodi successivi si sono rivelati molto positivi per i rendimenti dei mercati emergenti: gli spread creditizi spesso si restringono, le valute si apprezzano e i mercati azionari salgono.
Aperture ha recentemente lanciato una nuova strategia, Aperture Emerging Debt Opportunities Fund: qual è l’approccio d’investimento? La strategia con lunga duration appena lanciata mira a cogliere le opportunità generate dall’avvicinarsi della fine del ciclo di rialzo dei tassi e dalla normalizzazione della curva dei rendimenti Usa, che si è spostata drasticamente negli ultimi 18 mesi. Inoltre, un principio fondamentale della filosofia d’investimento è la convinzione che le obbligazioni dei mercati emergenti possano offrire rendimenti aggiustati per il rischio più allettanti rispetto al credito di molti mercati sviluppati: il rendimento totale del debito estero dei mercati emergenti negli ultimi tre decenni ha superato quello dei Treasuries e dei titoli Usa ad alto rendimento. Ci avvaliamo di
un rigoroso framework quantitativo che analizza i dati economici fondamentali di oltre 75 paesi emergenti ed utilizziamo questo modello come filtro primario per più di 2mila obbligazioni. Analizziamo quindi la liquidità, il rating del credito, la maturity e il settore per trovare quelli che riteniamo essere valori anomali del mercato: titoli economici e con buone prospettive, sia tra emittenti governativi che nel segmento privato. Questo
aiuta a creare un elenco più ristretto di opportunità, a partire dal quale realizziamo poi un approfondimento mirato per finalizzare le posizioni. Le opportunità non sono limitate solo alle obbligazioni in valuta forte presenti nell’indice, investiamo anche in obbligazioni locali, derivati su tassi di interesse e altri titoli correlati in America Latina, Asia, Africa, Medio Oriente ed Europa centrale.

In Aperture già gestisce una strategia di debito emergente con una durata media di 2,5 anni, mentre la durata media della nuova strategia Emerging Debt Opportunities Fund è di 7 anni. Quali ragioni per offrire un’esposizione più lunga?
Come nei mercati sviluppati, ci sono diversi livelli di rischio che si possono assumere nei mercati emergenti. Gli investitori dovrebbero considerare le nostre due strategie come versioni a rischio “più basso” e “più alto”. Il nostro primo fondo ha una duration di soli 2,5 anni e un rating creditizio investment grade misto BBB. Il nuovo fondo ha un rating leggermente inferiore, in media BB+, con quasi il triplo della duration. Nell’ultimo decennio, il benchmark di duration più lunga ha mostrato una volatilità più che doppia rispetto al benchmark con duration più breve. Ma il fondo con duration più lunga ha anche il potenziale per rendimenti più elevati in determinati contesti di mercato.
Potrebbe illustrare alcune delle opportunità o dei temi attualmente nel fondo, sia dal punto di vista dei fondamentali che da quello tattico?
In primo luogo, abbiamo un sovrappeso strategico sulle obbligazioni societarie e quasi sovrane che riteniamo offrano più valore rispetto alle pure emissioni governative. Tendono a offrire 100-200 punti base di rendimento aggiuntivo per scadenze simili, a volte anche superiore. Le compagnie petrolifere statali indonesiane, messicane e colombiane rientrano in questa categoria. In secondo luogo, abbiamo una propensione generale verso le obbligazioni BBB e BB, rispetto a quelle B e al credito con rating inferiore. I tassi di insolvenza di Single B sono sei volte superiori a quelli delle obbligazioni BB, ma in media pagano solo il doppio dello spread. Riteniamo che non sia sempre necessario acquistare obbligazioni con rating inferiore per ottenere rendimenti più elevati. Ci sono spesso migliori situazioni di rischiorendimento, bisogna solo cercarle.
Da una prospettiva macro, quali paesi e aree daranno le migliori opportunità nei prossimi anni?
Da una prospettiva macro, è difficile prevedere per così tanti anni quali opportunità specifiche si prospettano nei mercati emergenti. Ma, nel breve periodo, potrebbero esserci motivi per essere ottimisti dopo le tante criticità del 2022, tra cui l’aumento dei tassi di interesse globali, il rallentamento della Cina legato al Covid e l’invasione russa dell’Ucraina. Il 2023 potrebbe rivelarsi un
anno di ripresa con un’inflazione globale in decelerazione, il dollaro Usa più debole e l’economia cinese in ripresa, tutti fattori che potrebbero fornire alle attività finanziarie dei mercati emergenti un vento favorevole. Dopo essere state colpite nel 2022, le valute dei mercati emergenti sono più deboli, gli spread del credito sono più ampi e i multipli del mercato azionario sono più bassi, fornendo un valore che non vedevamo da più di un decennio. A lungo termine, una cosa di cui sono fiducioso è il continuo recupero economico e finanziario di questi paesi. Si prevede che la crescita nelle nazioni emergenti rallenti, tuttavia continuando a superare le economie sviluppate come Usa ed Europa. La maggior parte delle economie emergenti asiatiche (con metà della popolazione mondiale) è destinata a crescere del 2-3% all’anno dal 2022 al 2050; al contrario, si prevede che Usa e Ue cresceranno della metà. Naturalmente, l’India e la Cina rappresentano le maggiori opportunità in Asia, anche se molto diverse in futuro. La Cina è ora un paese a reddito medio con un’enorme classe media e mercati finanziari in crescita, mentre l’India sta appena iniziando la sua fase di crescita trainata dai consumi. Ma entrambi hanno settori finanziari che dovrebbero essere tra i più grandi al mondo entro il 2050. La maggior parte degli investitori è sottopesata in questi paesi, per non parlare delle dozzine di altri in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina ed ex Unione Sovietica. Il rischio maggiore rispetto a tali paesi, secondo me, è non investire nelle opportunità che offrono.
Riteniamo che non sia sempre necessario acquistare obbligazioni con rating inferiore per ottenere rendimenti su livelli elevati
Preferiamo in generale i bond BB e tripla B rispetto a quelli con singola B
Kairos International Sicav
ActivESG
Benvenutinelcircolovirtuoso trasostenibilitàevalore

KIS ActivESG è la proposta di Kairos dedicata agli investimenti sostenibili che, puntando su società rispettose dell’ambiente, attive nel sociale e guidate da solidi principi di governance, ha l’obiettivo di ridurre l’esposizione alle emissioni di carbonio.

È stata una delle prime soluzioni ESG in Italia ad adottare una strategia di gestione long-short. La consolidata expertise in metodologie di gestione alternative, unitamente alla capacità di selezione dei titoli, basata su di un rigoroso processo di analisi fondamentale e su di un modello proprietario di analisi ESG, consente a Kairos di proporsi sul mercato con un’offerta distintiva.
KIS ActivESG intende generare un impatto positivo sul mondo, continuando a valorizzare il patrimonio dei clienti.
Rischio più basso Rischio più alto
Le informazioni complete sui rischi sono disponibili sul Prospetto e sul KID.
Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degliinvestitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema di sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
Le informazioni e le opinioni qui riportate non costituiscono un’offerta al pubblico, né una raccomandazione personalizzata, non hanno natura contrattuale, non sono redatte ai sensi di una disposizione legislativa, non sono sufficienti per prendere una decisione di investimento e non sono dirette a persone residenti negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in Paesi dove il Fondo non è autorizzato alla commercializzazione.
Uno spettro di nome AT1
Sono diventati celebri dopo il salvataggio discusso di Credit Suisse
Analisi dei rischi di una particolare categoria di bond subordinati

UN COLOSSO PLANETARIO E FEDERALE
Per salvare Credit Suisse in fase di dissesto, le autorità svizzere hanno spinto per l’acquisizione da parte del gruppo concorrente Ubs. L’operazione richiederà un intervallo di tempo di ben tre o quattro anni per integrare le strutture delle due banche.
Credit Suisse e il suo salvataggio hanno destabilizzato i mercati (facendo temere nell’immediato il peggio) e ha minato la credibilità degli AT1, bond che sono stati introdotti nel 2008 dopo il crack Lehman per rafforzare i bilanci delle banche che possono essere convertiti in azioni in caso di abbassamenti dei parametri sotto le soglie “Cet1”. E nello specifico dei titoli Credit Suisse AT1, la conversione di questi titoli sarebbe avvenuta stando al prospetto e alle note della banca all’emissione se il Cet1 fosse sceso sotto il 5,125%. Ancora lo scorso 14 marzo la banca, incontrando gli analisti, dichiarava un Cet1 del 14,1% ben più alto della soglia minima del 9,3% richiesto dalle autorità del Paese.
Strumento ibrido
“Di fronte a questi eventi”, fa notare Carlo Aloisio, senior broker di UniCredit, “è stato gigantesco e salvifico per prontezza ed efficacia, l’immediato intervento delle autorità finanziarie europee che hanno sottolineato i distinguo dell’Eurozona nella gestione dei titoli del settore bancario ridando così fiducia ai prezzi dei titoli AT1 europei, peraltro presenti in molti fondi ed Etf internazionali e quindi anche nei portafogli d’investitori retail finali”. In questa occasione, sta di fatto, tanti investitori hanno appreso per la prima volta il significato dell’acronimo AT1 (capitale aggiuntivo di classe 1).

E molti professionisti si sono resi conto che probabilmente avrebbero dovuto preoccuparsi di più. Ma cosa sono, di preciso gli AT1 e cosa comportano?
“Si tratta di uno strumento ibrido, a metà strada tra le azioni e le obbligazioni”, spiegano da Dws, “Il rischio che si stava palesando era che il taglio del valore nominale del capitale AT1 per Credit Suisse diventasse la norma nel resto d’Europa. Fortunatamente, questi timori si sono attenuati dopo i commenti rassicuranti delle autorità di vigilanza europee. Attenzione però: la Svizzera, per via di una peculiarità locale nel trattare le obbligazioni AT1, ha rischiato più di altri: la Confederazione ha infatti una definizione più ampia di evento stress per le obbligazioni AT1, che può comportare una svalutazione di
dimensioni significative. Tuttavia, sarebbe comunque servita un’interpretazione alla lettera delle regole da parte del Governo elvetico per far sì che l’intero stock di capitale AT1 venisse cancellato”. Risultato finale: “Gli investitori pessimisti trarranno da questo episodio la consapevolezza che le leggi possono essere applicate in modo flessibile in caso di emergenza. E gli investitori obbligazionari sono pessimisti per professione, in quanto tendono a essere avversi al rischio. Pertanto, ci aspettiamo che il rifinanziamento tramite AT1 diventi più costoso per le banche”, avvertono da Dws. Quando le obbligazioni AT1 sono state introdotte come strumento aggiuntivo per consentire alle banche in crisi di assorbire le perdite e risparmiare il denaro dei contribuenti, le banche europee detenevano un Common Equity Tier 1 (Cet 1) del 5-6%. Oggi è quasi il doppio. In questo scenario, “non ci aspettiamo che la conversione in capitale proprio, come previsto dalla normativa se il Cet 1 ratio scende sotto il 5,125%, avvenga mai: l’autorità di regolamentazione probabilmente interverrà prima di questo”, tengono a sottolineare da Dws. Ma a prescindere da ciò, è probabile che i recenti avvenimenti spingano le banche a rafforzare la propria base di capitale per evitare di finire sotto l’esame dei mercati. Il dato più rassicurante è comunque che il settore bancario europeo non sta andando così male, non solo rispetto al 2007-2008, ma anche rispetto agli Stati Uniti. E su questo concorda la maggior parte delle case di gestione. Questo fatto, insieme
alle recenti turbolenze di mercato, ha spinto molti gestori a sovrappesare le obbligazioni euro investment grade, anche se la volatilità resterà probabilmente elevata. Sostanzialmente in sintonia il parere di Davide Serra, fondatore di Algebris Investments :“Non pensiamo che ci sarà un impatto strutturale a lungo termine sugli AT1 in Europa, al di fuori della Svizzera. Si tratta di strutture di capitale del G20 che esistono in tutto il mondo. Queste obbligazioni che assorbono le perdite fanno parte del tessuto del debito bancario e rimarranno tali con Basilea 3”.
Crollo elvetico
“Dopo il crollo di 15,8 miliardi di franchi svizzeri di AT1 CoCos del Credit Suisse domenica 19 marzo 2023, che rappresentavano circa il 6,2% del comparto a fine del 2022 stando all’indice ICE BofaML CoCo, molte voci si sono affrettate a sostenere che gli AT1 CoCos


Non ci sarà un impatto strutturale a lungo termine sugli AT1 al di fuori della Svizzera. Si tratta di strutture di capitale che attualmente esistono in vari paesi di tutto il mondoAlgebris Investments Davide Serra
erano morti”, afferma Jérémie Boudinet, head of investment grade credit presso La Française Asset Management che sottolinea poi come la perdita di “gerarchia tra i creditori” non sarebbe potuta avvenire in Europa o nel Regno Unito: “La gestione dell’acquisizione del Credit Suisse da parte di Ubs è stata particolarmente complicata, in quanto la Finma e il Governo svizzero hanno dovuto modificare la legge durante il week end affinché i CoCo AT1 potessero essere azzerati in modo permanente senza però dover azzerare anche il capitale di rischio. Si è trattato di una violazione della cosiddetta gerarchia dei creditori”. Sulle banche, sempre di recente, è inoltre piovuta la tegola della crisi di liquidità delle banche regionali Usa dove l’eccessiva deregolamentazione e l’insufficiente supervisione hanno portato alla scomparsa di Silicon Valley Bank e Signature Bank. Che cosa servirebbe per tentare di evitare analoghe crisi del

comparto in futuro? “Riteniamo”, sostiene Boudinet, “che dovrebbe essere prevista una revisione dei coefficienti di liquidità di Basilea 3, in quanto il Liquidity Coverage Ratio può non riflettere la velocità dei deflussi di depositi. Vale infatti la pena ricordare che tra i circa 5mila istituti di credito statunitensi, solo 14 sono tenuti a pubblicare e rispettare un Liquidity Coverage Ratio. Mentre quasi tutte le banche europee devono rispettare questo standard di liquidità”. In questo scenario comunque sembra che, per una volta, le autorità di regolamentazione finanziaria americane vogliano seguire la strada degli europei, imponendo al loro sistema bancario gli stessi standard del nostro. “Questo serve oltretutto a dimostrare che la deregolamentazione bancaria non è e non sarà mai una buona scelta: gli obbligazionisti bancari hanno bisogno di stabilità, che può essere raggiunta solo con standard normativi aggiornati”, conclude Boudinet.
Française Asset Management

La deregolamentazione bancaria non è e non sarà mai una buona scelta: gli obbligazionisti bancari hanno bisogno di stabilità con standard normativi aggiornatiUna veduta di Zurigo, dove ha sede il colosso finanziario nato dall’aggregazione Credit Suisse-Ubs
Fondi o Et f? Oltre i luoghi comuni
Un confronto tra prodotti attivi e passivi Non sempre il low cost è conveniente
Moltissimi canali di formazione riportano quanto siano importanti gli strumenti a replica passiva (Exchange traded fund) nella strutturazione di un portafoglio di investimento che sia remunerativo e performante nel lungo periodo. Questo in quanto, proprio grazie alla loro natura passiva, sono strumenti che consentono di avere una buona diversificazione a fronte di un costo veramente ridotto.
Il Ter medio (Total Expensive Ratio, ovvero l’insieme dei costi di gestione, le commissioni della banca depositaria, i diritti di replica, i costi di distribuzione) è di circa 0,15% dell’investito per gli Etf che vanno a replicare indici obbligazionari, lo 0,20% per gli Etf a replica di indici azionari e 0,50% per gli Exchange traded fund con strategie operative più complesse e replicanti settori più di nicchia. Questo indicatore di costi non è complessivo, non tenendo conto dei costi di custodia (spesso gli intermediari bancari caricano un costo sull’apertura
0,15%
Il Ter medio degli Etf obbligazionari

Nelle fasi di ribasso la presenza di un bravo gestore limita le perdite
,
titoli se si acquistano Etf) e del fatto che gli Etf a replica sintetica (rispetto a quelli a replica fisica) hanno dei costi di swap (commissioni aggiuntive); tuttavia il Ter è un dato molto utile che si può comprendere e reperire con molta semplicità in qualunque KIID. Tornando al confronto iniziale, il Ter medio dei fondi a gestione attiva risulta essere di 2,38% sull’investito per i fondi azionari, mentre scende a 0,60% per i fondi monetari. Il gap percentuale sul gestito risulta essere, prendiamo per esempio sull’azionario, di 2,18 punti percentuali, una differenza decisamente rilevante. Questo significa che, ipotizzando un investimento in un unico ordine di 10mila euro, noi spenderemmo annualmente 238 euro di commissioni per un fondo a gestione attiva medio, mentre spenderemmo solamente 20 euro per un fondo a gestione passiva: una differenza di circa il 91%. In questo calcolo, abbiamo volutamente ignorato i costi variabile che ogni intermediario propone, come quelli che abbiamo visto non essere contemplati nel Ter, ma abbiamo comunque già un’indicazione sulla diversità di questi strumenti.

,
Un esempio concreto
Morgan Stanley è una banca d’affari con sede a New York, e vanta quasi 90 anni di esperienza nell’ambito del risparmio gestito, e detiene oltre 1.400 miliardi di dollari di aum (asset under management,
ovvero di gestione per conto dei clienti). Il fondo che abbiamo scelto per questa analisi, ovvero il Global Brands Fund, il cui codice identificativo Isin è LU0119620416, può essere acquistato dalla gran parte degli intermediari cosiddetti ad architettura aperta, ovvero che non detengono strumenti di una sola casa di gestione, ma possono scegliere tra diverse. Questo fondo presenta un track record di +64,29% in 5 anni di investimento, con un drawdown a 1 anno di circa il 14%, mentre un classico Etf iShares Core Msci World Ucits Etf Usd del 19,83%. Il vantaggio della gestione attiva è riscontrabile proprio in occasione

di forti e brusche contrazioni di mercato: dovendo detenere liquidità per fare fronte ad eventuali richieste di liquidazione delle quote da parte dei clienti, e potendo pesare discrezionalmente le quote di investimento (questo non può essere fatto da un Etf per definizione), consente al cliente retail di avere una maggiore stabilità del portafoglio.
Gioco in difesa
In un mercato ribassista, infatti, un fondo attivo può bilanciare il proprio portafoglio aumentando l’esposizione a società difensive con tempistiche più rapide rispetto a un fondo passivo:
la resilienza mostrata nei periodi di difficoltà ha permesso a questa sicav di sovraperformare il mercato praticamente in ogni situazione. Mettiamo caso di aver necessità di uscire dal mercato per un’urgenza o perché ci si è palesata un’opportunità di investimento maggiormente remunerativa, potremmo liquidare l’asset minimizzando la perdita rispetto a uno strumento a replica passiva, senza dover attendere che l’Etf (e quindi il mercato) si riprenda dalla contrazione subita. Il costo da pagare nell’acquisto e nel mantenimento del fondo o della sicav è sicuramente maggiore, ma talvolta (come in questo caso) premiante in quanto consente (se la gestione attiva è buona ed è davvero attiva) di poter muoverci nei mercati sfruttando quanti più strumenti possibili, diversificando i rischi attraverso l’utilizzo di questo strumento. Un’attenzione che dobbiamo avere è quella di tenerci distanti “falsi attivi” ossia fondi che vengono venduti come attivi ma che in realtà si limitano a replicare il benchmark, facendo pagare comunque commissioni come fossero attivi. Come spesso accade, a fare la differenza non è (solo) la scelta dello strumento, quanto piuttosto la scelta dello strumento giusto nella nostra pianificazione finanziaria: Exchange traded fund e sicav sono strumenti diversi che spesso dividono, ma possono trovare senso e funzione entrambi se inseriti nel giusto portafoglio con le corrette valutazioni e considerazioni riguardante rischi e benefici.
Un portafoglio indicizzato non consente di reagire ai cambiamenti di scenario
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Leonteq è una società svizzera attiva nei settori finanziario e tecnologico, specializzata nell’emissione di certificati di investimento. Fondata nel 2007 e quotata sulla Borsa di Zurigo dal 2012, è diventata uno dei protagonisti del mercato dei certificati di investimento grazie all’esperienza sviluppata negli anni ed alla piattaforma proprietaria di cui si avvale. Dall’inizio della sua attività in Italia, Leonteq ha emesso oltre 2500 prodotti di investimento sui mercati EuroTLX, SeDeX e Hi-Cert. A conferma della sua solidità, la società ha ottenuto il rating investment grade (BBB- con outlook positivo) dall’agenzia Fitch Ratings.
COME FUNZIONANO I NOSTRI CERTIFICATI OUTPERFORMANCE

Alla scadenza:
(1) Se il livello di chiusura del sottostante è superiore al livello di fixing iniziale, l’investitore riceverà EUR 1’000 a certificato aumentati della performance positiva del sottostante, fino al livello cap, moltiplicata per la partecipazione. l’investitore partecipa quindi all’eventuale performance positiva del sottostante in modo più che proporzionale.
(2) Se il livello di chiusura del sottostante è inferiore al fixing iniziale, l’investitore riceverà EUR 1’000 a certificato decurtati della performance del sottostante. Il rendimento per l’investitore sarà quindi equivalente a quello che si avrebbe con un investimento diretto nel sottostante.
SOTTOSTANTE
Emittente Leonteq Securities AG Rating emittente Fitch BBB- Positive outlook
PUBBLICITÀ
Denominazione EUR 1’000


Mercato di quotazione EuroTLX
La presente comunicazione ha finalità pubblicitarie e non costituisce sollecitazione, consulenza, raccomandazione né ricerca in materia di investimenti. Prima di assumere qualsiasi decisione di investimento, leggere attentamente il Prospetto di Base, ogni eventuale supplemento e la relativa Nota di Sintesi nonché le Condizioni Definitive (Final Terms) e il Documento contenente le informazioni chiave (KID) di ciascun prodotto, con particolare attenzione alle sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, alle sedi di esecuzione ed ai costi e oneri connessi. Per prodotti emessi da Leonteq Securities AG, il Prospetto di Base è stato approvato dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) in Lussemburgo e notificato alla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) in Italia. Per i prodotti emessi da EFG International Finance (Guernsey) Ltd, il Prospetto di Base è stato approvato dalla Central Bank of Ireland in Irlanda e notificato alla CONSOB in Italia. L’approvazione dei Prospetti di Base non va intesa come approvazione da parte delle relative autorità degli strumenti finanziari emessi in base agli stessi e/o ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione (MTF). I Prospetti di Base e gli altri documenti relativi agli strumenti finanziari sono disponibili sul sito https://certificati.leonteq.com/our-services/ prospectuses-notices, oppure gratuitamente presso Leonteq Securities AG, Europaallee 39, 8004 Zurigo, Svizzera. Il valore dei prodotti finanziari è soggetto a oscillazioni del mercato, che possono condurre alla perdita, totale o parziale, dei capitali investiti nei prodotti finanziari. I rendimenti riportati non sono indicativi di quelli futuri e sono espressi al lordo di eventuali costi e/o oneri a carico dell’investitore. I prodotti finanziari descritti non sono prodotti semplici e il loro funzionamento può essere di difficile comprensione. Si raccomanda agli investitori di consultare un consulente finanziario competente prima di investire nei prodotti finanziari. Gli strumenti finanziari collegati agli indici non sono in alcun modo sponsorizzati, garantiti, promossi o venduti dai licenziatari ed i licenziatari non rilascia alcuna dichiarazione, garanzia o assicurazione espressa o implicita in merito a: (a) l’opportunità di investire negli strumenti finanziari; (b) la qualità, l’accuratezza e/o la completezza dell’Indice; e/o (c) i risultati conseguiti o che verranno conseguiti da qualsiasi persona o soggetto tramite l’utilizzo dell’Indice. I licenziatari si riservano il diritto di modificare le modalità di calcolo o di pubblicazione relative all’Indice. I licenziatari non saranno responsabili per eventuali danni subiti o derivanti dall’utilizzo (o dall’impossibilità di utilizzo) dell’Indice. In alcun modo i licenziatari promuovono, garantiscono o sono in altro modo coinvolti nell’emissione e nell’offerta dei presenti Prodotti. I licenziatari non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, in merito all’opportunità di investire in titoli o prodotti finanziari in generale, o nei presenti Prodotti in particolare, o rispetto alla capacità di alcuno dei rispettivi indici di riflettere le opportunità di investimento nei mercati finanziari o di raggiungere in altro modo il proprio obiettivo. I licenziatari non assumo alcun obbligo o responsabilità in relazione alla gestione, alla commercializzazione o alla vendita dei presenti Prodotti.
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La mappa del Fintech
Pagamenti digitali, chatbot, open banking o cybersecurity
Tutti i business delle aziende che innovano nella finanza

#257MEMBERS
Pagamenti digitali, chatbot, open banking, criptovalute e cybersecurity. Ecco alcuni dei business che compongono il ricco mosaico del Fintech italiano. Un quadro di questo settore è stato incorniciato nell’edizione 2023 della Fintech Guide, la guida edita da Fintech District che raccoglie le eccellenze del settore, i trend in atto e le iniziative più rilevanti. Nel 2022, 54 aziende si sono aggiunte alla community, che ha raggiunto oggi le 257 Fintech associate: di queste 60 possono essere definite techfin, comprendendo ambiti che vanno dalla cybersecurity all’open banking, dall’AI e machine learning ai chatbot; 39 sono attive nei pagamenti, 28 nel lending e 23 nell’insurtech. Si aggiungono poi 7 neobank, 22 Fintech che operano nel settore delle crypto e DeFi, 22 nel wealthtech, 14 nel crowdfunding, 12 nel comparto dell’invoice e tax management e 7 in quello del personal financial management. Della community sono parte anche 14 real estate Fintech e 9 realtà regtech. Le collaborazioni avviate da

Fintech District nel tempo, con importanti realtà corporate, sono ormai più di 40 (16 quelle con cui sta attualmente lavorando). Nel 2022, sono stati 100 i matchmaking, ovvero le iniziative tra Fintech e corporate organizzate da Fintech District con l’obiettivo di sviluppare collaborazioni (nei 5 anni di vita della community se ne contano oltre 400).
Carta d’identità
La guida raccoglie le “carte di identità” delle eccellenze del settore, insieme a un insight sui trend in atto e le iniziative più rilevanti, e racconta le testimonianze delle singole Fintech della community, che qui descrivono offerta, visione e crescita; tra queste anche quelle 13 unicorni: BitPanda, C2FO, eToro, Klarna, N26, Qonto, Revolut, ScalableCapital, Scalapay, Satispay, Trade Republic, TradingView, Younited. Così Clelia Tosi, head of Fintech District, ha presento la pubblicazione: “La Italian Fintech Guide giunge alla quinta edizione ed è per noi motivo di grande soddisfazione vedere come ogni anno siano più numerose
le realtà presenti; è lo specchio di come parallelamente stiano crescendo la nostra community e il Fintech nel Paese. L’ecosistema Fintech italiano è sempre più pronto per una strategia di collaborazione con aziende finanziarie e non. Il Fintech sta disegnando un modo più semplice di gestire le esigenze finanziarie dei clienti e diventando il partner strategico per scalare il proprio business sia in termini di investimenti sia di crescita internazionale”. Per rafforzare la presenza e l’importanza del Fintech italiano, Fintech District ha costruito un network di relazioni con equivalenti innovation hub internazionali per moltiplicare le opportunità d’investimento e cooperazione, affermando il proprio ruolo di porta d’accesso e riferimento del mercato italiano. A queste si aggiungono programmi continuativi con la città di Milano, come il Milan Fintech Summit, la cui quarta edizione si terrà a Milano il 9, 10, 11 ottobre 2023. Il summit è diventato l’evento di riferimento del settore a livello internazionale ed è promosso e organizzato da Fintech District e Business

Il Fintech sta disegnando un modo più semplice di gestire le esigenze finanziarie dei clienti e sta diventando un partner strategico per le aziendehead of Fintech District Clelia Tosi
International - Fiera Milano, con il supporto del Comune di Milano tramite Milano&Partners. L’obiettivo è sempre confermare il ruolo di Milano come capitale del Fintech a livello internazionale e accendere i riflettori sull’ecosistema del nostro Paese, rafforzando l’interesse e gli investimenti da parte di player internazionali.
Acceleratore di startup
Oltre al summit, sono realizzate anche altre iniziative per favorire lo sviluppo dell’ecosistema e di una cultura dei servizi finanziari innovativi. La prima iniziativa è Fin+Tech, l’acceleratore
Fintech e insurtech della Rete nazionale acceleratori CDP, nato da un’iniziativa di CDP Venture Capital insieme a Digital Magics, Startupbootcamp, Fintech District, Credem e Nexi. Il progetto favorisce la collaborazione tra startup e primarie aziende nei settori finanziario e assicurativo, con il duplice obiettivo di far crescere e perfezionare le soluzioni delle startup e accelerare la trasformazione digitale delle aziende. Fin+Tech è un programma triennale che mira a supportare lo sviluppo di 48 startup e pmi innovative selezionate su criteri legati al potenziale di crescita e alla capacità di indirizzare le principali sfide di innovazione
delle aziende del settore bancario e assicurativo. La seconda iniziativa è FD Academy, progetto formativo di Fintech District volto a promuovere la diffusione e la valorizzazione della cultura Fintech e formare figure con competenze verticali in tecnologie finanziarie, grazie al coinvolgimento di esperti del settore che guidano realtà Fintech della community. Lanciata nel 2020, l’Academy è un punto di riferimento per aziende, istituzioni finanziarie e autorità, con uno scopo dichiarato: permettere alle proprie risorse di acquisire competenze specifiche sul Fintech. L’iniziativa ha coinvolto oltre 25 mila persone.

Nf t, tutti pazzi per Trump
Nonostante non stia passando uno dei suoi periodi migliori, l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dimostra ancora una volta di essere un uomo dalle infinite risorse. Dopo essere stato formalmente incriminato dal Tribunale di Manhattan, con oltre 30 capi di accusa, i suoi Nft sono letteralmente schizzati alle stelle, tanto da aver registrato un aumento delle vendite del 445%, per un valore pari a 186mila dollari



Il lancio della collezione era avvenuto il 16 dicembre 2022 con risultati deludenti: in soli dieci giorni, infatti, oltre ad aver perso gran parte del loro valore, erano anche spariti da tutti i radar dell’informazione.
Business vero
Alla base di questo ritrovato interesse c’è senza dubbio una delle accuse che più fa rumore in questo nuovo capitolo giuridico del Tycoon, ovvero il presunto acquisto
del silenzio della pornostar Stormy Daniels circa la loro relazione durante le elezioni presidenziali del 2016. In tutta questa faccenda, anche la signora Daniels sta avendo il proprio tornaconto: la porno star ha infatti messo in piedi una vero e proprio business, vendendo magliette da 20 dollari con la scritta “#TeamStormy”, poster autografati e un giocattolo da masticare per cani da 30 dollari che assomiglia proprio a Trump.
I token dell’ex presidente americano sono andati a ruba Merito della sua rinnovata notorietà dopo l’incriminazione
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Addio uccellino
Utenti di Twitter, dimenticatevi l’uccellino blu. Il nuovo social network acquistato da Elon Musk ha infatti cambiato la tradizionale icona con un popolare meme che ritrae un cane Shiba Inu, diventato simbolo della criptovaluta Dogecoin
Secondo i dati CoinDesk, pochi minuti dopo il cambiamento il valore del Dogecoin è aumentato del 30%, salendo da 8 a 11 cent.
Non è un segreto che Musk sia sempre stato un sostenitore di questa criptovaluta, ritenuta più funzionale del Bitcoin per i pagamenti online.

3 Phishing senza freni
Gli attacchi di phishing sono in costante aumento e il tema preferito dagli hacker sembra essere quello delle criptovalute. A dirlo, in un report, sono stati i ricercatori di Kaspersky, che hanno registrato un aumento di queste truffe del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, cioè il 2021. Gli schemi di frode a tema criptovalute e phishing hanno prodotto oltre 5.040.520 attacchi solo nella rete analizzata da Kaspersky, che conferma quanto sia difficile prevedere nuovi scenari.











La stretta via sui mercati
a strada stretta”. È il titolo di un recente flash della casa di gestione Anima sullo scenario dei mercati finanziari. Ecco cosa hanno scritto gli esperti di Anima: “Con l’emergere dei casi Silicon Valley Bank e Credit Suisse, i mercati globali si trovano a dover affrontare una nuova variabile inattesa. Le banche centrali, già alle prese con una crescita ancora resiliente e un’inflazione core che non rallenta, devono ora fare i conti anche con i rischi per l’economia derivanti dall’instabilità del settore finanziario”.
dell’accesso al canale del credito bancario, tanto maggiori quanto più le difficoltà del settore finanziario dovessero propagarsi. Sul fronte della crescita, ci aspettiamo che sia gli Usa che l’area Euro attraversino una fase di recessione nel terzo e quarto trimestre, seppur breve e di lieve entità”.
TURBOLENZE IMPROVVISE
“L’irrompere sulla scena macroeconomica e sui mercati delle turbolenze provenienti dal settore finanziario, con i casi di Silicon Valley Bank prima e di Credit Suisse poi, ha cambiato profondamente lo scenario globale nel giro di poche settimane. Al tema della resilienza dell’economia e della conseguente persistenza dell’inflazione si sommano i rischi per la crescita derivanti dalla contrazione
VISCHIOSITÀ DEI PREZZI
“Per quanto riguarda l’inflazione si conferma la vischiosità dei prezzi, soprattutto a livello core, ma le conseguenze dell’instabilità finanziaria sulla crescita potrebbero compensare queste dinamiche. L’insorgere di nuovi rischi per la crescita ha ridotto lo spazio di manovra per ulteriori, importanti, rialzi dei tassi da parte delle Banche centrali, che vedono quindi avvicinarsi il picco dei cicli restrittivi. In questo contesto siamo costruttivi sulle obbligazioni governative core in ottica difensiva, mentre adottiamo un approccio più prudente per quanto riguarda l’azionario”.

“L
Anima consiglia ancora di muoversi con prudenza sull’azionario

Top Funds classifiche
TOP 20 AZIONARI ITALIA
p 18,09%
Azimut Azimut Trend Italia IT0001055158 p 17,59%
Schroders Schroder Isf Italian Equity I Acc Eur LU0134339687 p 17,58%
Fideuram Fideuram Italia Z IT0005397937 p 17,55%
Anima Anima Italia F IT0004896541 p 17,22%
Fideuram Fonditalia Equity Italy T LU0388707183 p 16,40%
AllianzGI Allianz Azioni Italia All Stars W IT0005320731 p 16,24%
Eurizon Eurizon Azioni Italia I
Amundi Lyxor Ftse Italia Allcap Pir2020dr Etfc€
IT0005244980 p 15,45%
LU1605710802 p 15,45%
Europa rinnovabile
Il consiglio dell’Unione europea e l’Europarlamento ha raggiunto un accordo sulla nuova direttiva per le fonti rinnovabili. “Si tratta di indicazioni positive per il settore e per le opzioni di crescita nel medio lungo termine”, dicono da Equita.

Nuove cripto-regole
“Nelle prossime settimane è attesa l’approvazione da parte del Parlamento Europeo del nuovo regolamento sulle cripto-attività.
Occorreranno poi 18 mesi per l’obbligo di adeguamento”. Gli esperti di Cryptonomist.ch.


TOP 20 AZIONARI EUROPA
Fiducia a rischio
“La fiducia è la moneta fondamentale per le transazioni di tutte le epoche, e ultimamente è stata messa a dura prova per tutti gli operatori, oltre che a far tremare le banche europee”. Carlo Benetti (Gam Italia Sgr).
Attenzione all’immobiliare “Maggiori costi di finanziamento e aumenti di capitale nel settore bancario europeo, insieme a una stretta del credito, potrebbero provocare il crollo del settore immobiliare europeo”. Simone Di Biase (BG Saxo).




TOP 20 AZIONARI USA
Doppietta per Bnp
Bnp Paribas ha emesso due nuove obbligazioni strutturate rivolte al retail, con scadenza a quattro anni. Si tratta della target steepener in euro e della target steepener in dollari Usa. Entrambe sono quotate sul segmento EuroTlx.


Occhio ai dividendi
“Nel 2022 non abbiamo assistito a un cambiamento delle politiche dei dividendi delle società e molte aziende dovranno modificare le loro aspettative sul fronte della redditività del capitale”. Jonathan Crown (Columbia Threadneedle).
Virtuale. Reale.
Il metaverso è presente e futuro. E permea tutto ciò che ci circonda.

Le grandi eccellenze agroalimentari italiane stanno già efficientando le catene di produzione.
E coltivano sani fatturati.
Come? Collaborando con le aziende che costruiscono oggi l’infrastruttura dei mondi virtuali di domani.
Investi nelle società che creano valore nel metaverso.
Mondi virtuali. Opportunità di investimento reali.
TOP 20 AZIONARI GIAPPONE
Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi
J.P. Morgan Jpm Japan Sustainable Equity I2 Acc Jpy
Eric Sturdza E.I. Sturdza Nippon Growth B Jpy
Polar Capital Polar Capital Japan Value S
Eastspring Eastspring Inv Japan Dynamic Ae
Fidelity Fidelity Japan Growth I-Acc-Jpy
Bitcoin in risalita
Il Bitcoin è tornato al di sopra della resistenza dei 28mila dollari. I prossimi potenziali target sono a quota 29 e 30mila dollari. Come fanno notare gli esperti, sono il livello attorno al quale oscillò il prezzo lo scorso maggio.

Occasioni di mercato
“La stagione delle trimestrali delle mid e small cap italiane è finita con un’ottima performance nel 2022, con risultati in linea. È possibile trovare aziende più resilienti che possono trovare opportunità”. Antonio Amendola (AcomeA Sgr).






TOP 20 AZIONARI ASIA*
Eni e gli e-fuel

L’Ue ha trovato un accordo con la Germania sugli e-fuel, i carburanti sintetici che possono essere miscelati con combustibili tradizionali anche dopo il 2035. Eni ne accelererà la produzione a 3 milioni di
entro il 2025.
Oro
“Dopo settimane agitate per i mercati finanziari, sono tanti gli investitori che si chiedono se il prezzo record dell’oro di 2.060 dollari per oncia sia destinato a scendere”. Naylor Leyland (Jupiter Asset Management).

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Capitale a Rischio. Ogni investimento comporta dei rischi e l’investitore può anche non riottenere la somma investita. Prima di prendere qualsiasi decisione di investimento contatta il tuo consulente.
AVVERTENZA: prima dell’adesione leggere attentamente il prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (“KIID”), i quali sono stati debitamente pubblicati, in lingua italiana, presso la Consob e sono disponibili presso i soggetti collocatori, nonché sul sito fidelity-italia.it. Se non altrimenti specificato, i commenti sono quelli di Fidelity. Queste informazioni non devono essere riprodotte o circolarizzate senza autorizzazione preventiva. Fidelity fornisce esclusivamente informazioni sui suoi prodotti e non offre consulenza sugli investimenti basata su circostanze individuali, salvi i casi in cui ciò stato specificamente concordato da una società autorizzata in una comunicazione formale con il cliente. Fidelity International si riferisce al gruppo di società che compone l‘organizzazione globale di gestione di investimenti che fornisce informazioni su prodotti e servizi in determinate giurisdizioni, ad eccezione dell‘America settentrionale. Questa comunicazione non è diretta e non deve essere diretta a persone residenti negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in paesi dove i fondi non sono autorizzati alla distribuzione o dove non è richiesta alcuna autorizzazione. Salva espressa indicazione in senso contrario, tutti i prodotti sono forniti da Fidelity International e tutte le opinioni espresse sono di Fidelity International. Fidelity, Fidelity International, il logo di Fidelity International e il simbolo „“F““ sono marchi registrati da FIL Limited. Vi invitiamo ad ottenere informazioni dettagliate prima di prendere decisioni di investimento. Tali decisioni devono basarsi sul Prospetto in vigore e sul documento contenente informazioni chiave per gli investitori (KIID) , disponibili assieme alla relazione annuale e semestrale senza costi presso i nostri distributori, presso il nostro Centro Europeo di Servizi in Lussemburgo , FIL (Luxembourg) S.A. 2a, rue Albert Borschette BP 2174 L-1021 Lussemburgo. Fidelity Funds „“FF““ è una società di investimento a capitale variabile (OICVM) di diritto Lussemburghese multicomparto e con più
classi di azioni. Il presente materiale è pubblicato da FIL Luxembourg) S.A., autorizzata e regolamentata dalla CSSF (Commission de Surveillance du Secteur Financier). CL21112103-2205
TOP 20 AZIONARI EMERGENTI
Digital asset sul Nasdaq
Il Nasdaq entrerà nel settore criptovalute lanciando un servizio di custodia nel secondo trimestre del 2023. L’annuncio è stato fatto da Chris Auerbach, vicepresidente della divisione Digital Assets del Nasdaq.

Virata sulle banche
“Anche se siamo entrati a marzo cauti sugli asset di rischio, abbiamo sovra-allocato verso il debito bancario. Non potendo prevedere l’attuale crisi bancaria, è stato difficile approfittarne”. Mark Dowding (Bluebay AM).




TOP 20 AZIONARI GLOBALI
Stretta sui tassi
La Banca nazionale svizzera ha alzato di 0,50 punti il tasso guida, da 1% a 1,5%. Al rialzo anche le previsioni inflazionistiche: i prezzi al consumo dovrebbero salire del 2,6% nel 2023. Anche la Banca d’Inghilterra rialza i tassi al 4,25%.


Volatilità e opportunità
“Il 2022 è stato un annus horribilis per i mercati azionari e per l’obbligazionario. Nel 2023 si parla ancora di volatilità, e nonostante sia difficile affrontarla, rappresenta un’opportunità”. Giovanni De Mare (AllianceBernstein).

















TOP 20 BILANCIATI
Preziosi al rialzo
“Dopo il crollo di Svb, l’oro e l’argento sono stati scambiati al rialzo di oltre il 4% e il 5%. Con un dollaro più debole, i metalli preziosi hanno conquistato il supporto”. Ole Hansen (Bg Saxo).
Petrolio, stime invariate
L’Opec ha lasciato invariate le stime sulla domanda e sull’offerta globale di petrolio. “La domanda mondiale di greggio è prevista in crescita per il 2023, ma con rischi sull’offerta piuttosto significativi”, hanno detto gli esperti.


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TOP 20 OBBLIGAZIONARI GLOBALI
Le previsioni di S&P S&P Global Ratings ha analizzano il debito sovrano a livello globale del 2023 sia per i paesi dell’Europa sia per i mercati emergenti. L’indebitamento rimarrà elevato e raggiungerà i 10.500 miliardi di dollari.

La Svizzera fa reset Secondo gli esperti, nel cantone di Zugo, la “crypto valley svizzera” ha deciso di attuare un importante reset delle sue regole, dopo i vari scandali del 2022. A dirlo è stato Dirk Klee, responsabile di Bitcoin Suisse.

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TOP 20 OBBLIGAZIONARI HIGH YIELD
Parola della Casa Bianca
La Casa Bianca ha stilato un rapporto dal quale esce un pessimo quadro per le criptovalute, come riportato da Cryptonomist.ch. Il documento, a cadenza annuale, mostra grandi pericoli per gli investitori.

Nuova emissione
Societe Generale ha quotato su Borsa Italiana un’obbligazione a tasso fisso in euro con durata di 18 mesi. Il bond prevede il pagamento di tre cedole fisse, su base semestrale, a un tasso annuo lordo del 3,25%.

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A cura di Viola Sturaro
La view di Anima
L’ultima puntata di “Anima View” vede Fabio Fois, responsabile investment research&advisory, porre l’accento sull’allerta dei mercati finanziari causata dalle politiche monetarie e dall’inflazione, ma che non impedisce di trovare nuove opportunità.

Consulenti al top
Sono 161 i dipendenti Ubs nominati nell’elenco dei migliori 1.200 consulenti finanziari di Barron del 2023. “Grazie per tutto quello che fate, per aiutare i nostri clienti a raggiungere i loro obiettivi nel mondo degli affari e nella vita” ha scritto la società.

Donne e opportunità
“15 anni di impatto, 10mila opportunità future”. Goldman Sachs ha accolto donne leader da tutto il mondo, nella sede di New York, nell’ambito del programma #10KWomen, creato nel 2008 per affrontare il divario di credito globale per le imprese femminili.
Empowerment rosa
Vontobel è al fianco delle donne per incoraggiare la prossima generazione a perseguire i propri obiettivi. “C’è ancora molto da fare per l’empowerment delle donne sul tema degli investimenti, e le professioniste di Vontobel vogliono aiutare nel cambiamento”.




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