





Nel 2022 è calato l’interesse degli italiani verso gli investimenti sostenibili, anche se in prospettiva la “finanza verde” mantiene la sua forza di attrazione, tanto che buona parte dei nostri connazionali è disposta a valutare nei prossimi due anni un riorientamento del proprio portafoglio titoli in favore dei prodotti sostenibili. Tra i fattori che più inducono alla prudenza c’è il rischio del greenwashing, inteso come affermazioni fuorvianti sulle effettive caratteristiche di sostenibilità dei prodotti, fenomeno ormai al centro dell’attenzione dei regolatori internazionali. Sono questi alcuni dei principali risultati evidenziati nel corso di un convegno in Consob a Roma sul tema “Investimenti sostenibili. Conoscenze, attitudini e scelte degli investitori italiani”. In un contesto di incertezza economica e geopolitica, caratterizzato da una brusca impennata dell’inflazione e dalla guerra in Ucraina, il 15% degli italiani, secondo un sondaggio condotto tra giugno e luglio 2022 su un campione di 1.436 intervistati, si dice interessato a investire in prodotti finanziari sostenibili (quelli che si contraddistinguono per l’impegno verso la tutela dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e dei valori del buon governo societario) anche a costo di accettare rendimenti più bassi rispetto a quelli prospettati da altre forme d’investimento. Nel 2021 il dato corrispondente era al 17%. Il 48% degli intervistati (57% nel 2021) si dichiara disposto a investire in prodotti finanziari Esg (Environment, social, governance) solo a condizione che i rendimenti siano pari o addirittura superiori a quelli offerti da investimenti non sostenibili. Il 17% dichiara, invece, di non avere alcun interesse per la finanza sostenibile contro il 13% di un anno prima. I dati rivelano che il greenwashing è fra i timori e i rischi percepiti dagli investitori e può minarne la fiducia. Per questo il contrasto del greenwashing è una priorità globale ed è nell’agenda dei regulator internazionali. Dal sondaggio risulta anche che le conoscenze degli italiani sul mondo della finanza sostenibile sono ancora piuttosto limitate. Solo il 29% del campione, infatti, ha risposto correttamente ad alcune semplici domande sulle caratteristiche dei prodotti finanziari sostenibili. L’interesse risulta maggiore tra le donne, i giovani, gli investitori abbienti e quelli più alfabetizzati dal punto di vista finanziario. Tuttavia, malgrado la flessione registrata nel 2022, il “verde” in finanza non perde appeal. Il 57% degli intervistati è infatti propenso a rafforzare la componente della sostenibilità nei loro portafogli.
Nei prossimi due anni, il 57% degli italiani è propenso ad accrescere la componente di sostenibilità nel portafoglio
anno 6 - numero 59 - marzo 2023 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 24 del 31/01/2018
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Saira Malik, chief investment officer di Nuveen, ha dedicato un’ampia analisi ai private asset. Ecco un estratto di ciò che ha scritto: “All’interno dei portafogli multiasset, riteniamo che la combinazione di credito privato e private equity possa offrire un rendimento interessante con un potenziale di rialzo derivante dalla rivalutazione del capitale. Entrambe le asset class hanno contribuito a ridurre la volatilità e hanno sovraperformato i loro equivalenti nei mercati pubblici durante la crisi finanziaria globale. Non prevediamo una profonda recessione, tuttavia, se dovesse verificarsi, prevediamo che entrambe le asset class si dimostrino nuovamente resistenti. Nel credito privato, privilegiamo i settori difensivi come la sanità, i servizi alle imprese, la tecnologia e i software.
Inoltre, la leva finanziaria è in netto calo per i limiti sui rapporti di copertura degli interessi. Ciò supporta la nostra convinzione che il credito privato possa ancora resistere all’indebolimento dell’economia. Nel private equity, preferiamo le società del mercato medio, che hanno una capitalizzazione di mercato compresa tra 75 milioni e 2 miliardi di dollari. Sia durante la crisi finanziaria che nel decennio successivo, il segmento del mercato medio del private equity statunitense ha sovraperformato la sua controparte a grande capitalizzazione. Inoltre, queste società hanno dimostrato la loro capacità di essere flessibili nell’affrontare i cambiamenti dei fattori esterni. Vediamo aziende forti che operano in mercati finali interessanti con trend secolari a lungo termine”.
Preferiamo le società del mercato medio con una capitalizzazione compresa tra 75 milioni e 2 miliardi di dollari
NN Investment Partners ha effettuato il rebranding in Goldman Sachs AM. Dopo il completamento dell’acquisizione, l’integrazione è proseguita con l’ingresso dei vertici di NN IP in Goldman Sachs in posizioni di leadership e l’integrazione di tutti i team d’investimento.
La società ritiene che, grazie alla business combination, l’azienda sia ora ben posizionata per servire i clienti a livello globale e offrire una gamma più ampia di soluzioni.
Bny Mellon IM, ha lanciato del fondo Responsible Horizons EM Debt Impact. Il comparto è gestito da Insight Investment (società d’investimento parte di Bny Mellon IM) un asset e risk manager globale. Il fondo è conforme all’articolo 9 della Sfdr.
Nell’ambito dell’impegno a raggiungere il Net Zero entro il 2050, sia come azienda e sia come investitore, per favorire la transizione verso un mondo più sostenibile, Axa IM ha incluso gli obiettivi Esg nella remunerazione dei suoi senior executive.
L’European Fund and Asset Management Association (Efama) ha pubblicato il report relativo al quarto trimestre del 2022, aggiungendo qualche valutazione sui trend di quest’anno. Secondo gli analisti di Efama, “il 2023 dovrebbe essere un buon anno per i fondi obbligazionari. È meno chiaro come si svilupperà la domanda di fondi azionari nei prossimi mesi, nonostante un inizio forte, date le restanti incertezze sulla resilienza dell’economia globale.
BlackRock Alternatives, attraverso la sua divisione Private Equity, ha lanciato due nuovi fondi europei d’investimento a lungo termine (Eltif). La società ha già raccolto quasi 1 miliardo di euro nei due fondi Eltif esistenti, focalizzati su infrastrutture e private equity.
Mediobanca Sgr, ha arricchito la propria offerta con un nuovo fondo a scadenza, Mediobanca ESG Credit Opportunities 2026, classificabile come fondo ex art. 8 ai sensi della Sfdr. Il fondo non investe in emittenti rientranti nei “criteri di esclusione”.
Gli investimenti nei servizi essenziali possono fornire rendimenti regolari e stabili in periodi di inflazione. Una straordinaria opportunità da cose ordinarie che usiamo ogni giorno..
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er Giovanni De Mare, country head Italy di AllianceBernstein (AB), il 2023 sarà ancora “un anno di transizione”. Molti accadimenti si sono infatti susseguiti dal 2022 in poi: la guerra in Ucraina, il ritorno dell’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali. Tutti hanno avuto effetti profondi o addirittura dirompenti sui mercati finanziari e per questo gli investitori dovranno abituarsi a convivere con la volatilità ancora per un po’, in attesa di vedere un nuovo equilibrio. Di fronte a uno scenario del genere, De Mare indica le soluzioni d’investimento in grado di soddisfare al meglio i bisogni degli investitori.
Quali sono, dottor De Mare, queste soluzioni?
Innanzitutto vorrei sottolineare qual è il tratto distintivo di AllianceBernstein. Siamo una società di gestione attiva di origine statunitense con oltre 700 miliardi di dollari di aum e ci caratterizziamo per avere una vasta expertise che spazia su diverse classi di attivi, dall’azionario agli alternativi fino al credito.
A proposito di credito, oggi c’è un rinnovato interesse tra gli investitori per il reddito fisso, dopo il rialzo dei tassi. Come si articola la vostra offerta su questo fronte?
Tra i nostri fondi flagship, c’è l’AB American Income Portfolio, che adotta uno stile di gestione flessibile e un approccio bilanciato. Il comparto combina titoli con rating di elevato merito creditizio che stabilizzano il portafoglio con obbligazioni high yield, che generano rendimenti interessanti. Questo è uno strumento utile per costruire un portafoglio ben diversificato nel reddito fisso, in alternativa all’acquisto diretto di titoli di stato. È vero che, dopo l’aumento dei tassi, c’è un maggiore interesse tra gli investitori per le obbligazioni e i Buoni del Tesoro. Le vicende degli ultimi decenni hanno dimostrato però quanto sia importante diversificare gli emittenti e non esporsi soltanto su un singolo paese, anche se si tratta del paese in cui si vive.
flessibili, tematiche e sostenibili per muoversi sui mercati”
AB Concentrated US Equity Portfolio è un fondo azionario di AllianceBernstein con 10 anni di track record e un chiaro focus sul mercato azionario statunitense. La filosofia di gestione del portafoglio è attiva e high-conviction, volta ad individuare le aziende che presentano una consistente e continuativa crescita degli utili nel tempo, per inserirle in un portafoglio di circa 20 titoli orientato alla generazione di alpha. La ricerca fondamentale supportata da algoritmi di intelligenza artificiale è alla base di questa filosofia di gestione che integra i criteri Esg ottenendo un prodotto art. 8 Sfdr con un portafoglio aziende di assoluta qualità che hanno resilienza nelle crisi dei mercati e sono le migliori opportunità di acquisto in caso di volatilità.
Il fondo AB American Income Portfolio è da decenni uno dei flagship di AllianceBernstein, una soluzione lifelong per quanto riguarda l’esposizione in dollari sui mercati obbligazionari. Uno dei benefici più importanti di questo fondo “all seasons” è quello di riuscire a erogare rendimenti positivi nelle varie fasi di mercato, sia quando i tassi salgono che a maggior ragione quando i tassi scendono: la costruzione bilanciata tra titoli ad alta qualità e titoli ad alto rendimento consente la creazione di un portafoglio ottimizzato che ha dimostrato di funzionare nella maggior parte dei periodi presi in osservazione. L’altro è l’accurato processo di selezione di emittenti ed emissioni basato sulla nostra ricerca interna.
Quali soluzioni invece per l’azionario?
Sull’equity la nostra offerta ha tra i suoi cardini le strategie concentrate, con portafogli di 15-20 titoli per l’azionario statunitense e di 30-35 titoli per l’azionario globale. Sono soluzioni che rappresentano una valida alternativa anche per chi ha sempre avuto portafogli di risparmio amministrato con l’acquisto diretto dei titoli. Spesso questi portafogli, seppur diversificati, non vengono costruiti con metodologie adeguate perché seguono determinati bias comportamentali.
I nostri portafogli concentrati come quelli del fondo AB Concentrated US Equity Portfolio sono invece costruiti in maniera disciplinata e con criteri che partono da un’approfondita analisi dei fondamentali delle aziende.
I mercati azionari sembrano ormai abituati a convivere con la volatilità. Come comportarsi in questo scenario?
Un elemento importante della nostra gamma di fondi è rappresentato anche dalle strategie low volatility (a bassa
volatilità) che hanno la capacità di smussare le oscillazioni dei mercati, soddisfacendo le esigenze di chi vuole proteggere le perdite nelle fasi di ribasso ma anche di evitare le bolle nei periodi di forte rialzo.
Innanzitutto, possiamo dire con orgoglio che siamo una casa di gestione statunitense i cui fondi sono nella quasi totalità dei casi conformi all’articolo 8 e 9 del regolamento europeo Sfdr, sia nel segmento azionario che in quello
obbligazionario. Il nostro approccio alla sostenibilità è inoltre basato su tre macrotemi: salute, clima ed empowerment, che racchiudono a loro volta diversi sottotemi d’investimento, per evitare di focalizzarsi eccessivamente su uno soltanto. Nel caso del clima, per esempio, abbiamo individuato sotto temi come l’energia pulita, i trasporti sostenibili, l’uso efficiente delle risorse o il riciclaggio dei rifiuti. Il tema dell’empowerment, invece, racchiude a sua volta sottotemi come la formazione e i servizi occupazionali, la sicurezza e l’inclusione finanziaria,
le tecnologie dell’informazione e della comunicazione o le infrastrutture sostenibili.
Come muoversi invece sui mercati emergenti?
L’universo degli emerging market è assai variegato e noi suggeriamo un approccio multi asset. Abbiamo una strategia che si chiama EMMA (AB Emerging Markets
Multi Asset Portfolio) che ha già una storia molto lunga alle spalle e consente di avere un’esposizione su quest’area geografica con una minore volatilità.
Gli Stati Uniti stanno prestando crescente attenzione al tema della sostenibilità. In particolare, il governo ha recentemente approvato un piano infrastrutturale che andrà a sostenere gli investimenti in 3 grandi macro aree (Clima, HealthCare e Tecnologia) supportando la transizione energetica, il rinnovo delle infrastrutture fisiche e digitali, e un migliore accesso al sistema sanitario. Per gli investitori interessati al mercato americano da un punto di vista differente e orientato alla sostenibilità, l’AB Sustainable US Thematic Portfolio rappresenta un’interessante opportunità d’investimento che coniuga la nostra conoscenza del mercato americano e la nostra esperienza in tema di sostenibilità.
Novità importanti nel nostro Paese per Dws, l’asset manager che fa capo a Deutche Bank. La società ha annunciato nelle scorse settimane la nomina di Andrea Mottarelli a nuovo country head della propria sede italiana. In questo ruolo, avrà il compito di coordinare il team di Dws in Italia, dove il gruppo è presente con oltre 30 professionisti.
Stefan Kreuzkamp si è dimesso dalla carica di responsabile della divisione investimenti e ha lasciato l’azienda dopo 24 anni, in maniera consensuale. Dopo questo rimescolamento dei ruoli, il chief investment officer e i responsabili delle asset class fanno capo ora al ceo Stefan
Inizi come fund manager
Dopo precedenti esperienze nell’asset management, Mottarelli è approdato in Dws nel 2000, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, inizialmente come portfolio manager e in seguito come senior relationship manager e responsabile della distribuzione retail e wholesale. Prima ancora di entrare in Dws, tra il 1996 e il 2000, Mottarelli ha avuto una parentesi professionale come senior fund manager anche in Bpm Gestioni, la sgr allora facente capo alla Banca Popolare di Milano. “Sono davvero onorato di assumere questo incarico, che porta con sé responsabilità e aspettative, ma anche l’importante eredità di chi mi ha preceduto nel ruolo”, ha commentato Mottarelli. “Sono certo che saremo in grado di cogliere le grandi trasformazioni del settore dell’asset management,
grazie all’esperienza e alle competenze del nostro team e all’unicità della nostra gamma di offerta, che presenta soluzioni di eccellenza in tutti i segmenti di mercato, dai fondi a gestione attiva agli Etf, fino al mondo dei private asset”. Nel ruolo di country head per l’Italia, Mottarelli sostituirà Alexia Giugni, che ha assunto lo scorso settembre l’importante ruolo di head of client coverage Emea.
“L’Italia ha sempre avuto un ruolo centrale nella strategia di Dws per la regione Emea e lo sarà ancora di più in futuro. Per questo sono contenta di passare il testimone a Mottarelli”, ha commentato Giugni. “Andrea ha un’esperienza e una conoscenza più che ventennale della nostra azienda e del mercato italiano e il suo contributo sarà molto prezioso per i nostri obiettivi di crescita”. Giugni è in Dws dal 2018, ha un’esperienza alle spalle nel mondo delle banche d’investimento, con oltre 25 anni di carriera. I suoi inizi furono a J.P. Morgan, per passare poi in Citigroup e Ubs con diversi incarichi, sia nella distribuzione che nelle relazioni con la clientela istituzionale e assicurativa. Sul mercato italiano Dws detiene masse in gestione per 23,8 miliardi di euro (dati Assogestioni aggiornati al 31/01/2023)
ed è tra le prime venti sgr attive in Italia.
La sua forza si concentra per la maggior parte nel segmento dei fondi aperti, dove ha masse per 22,8 miliardi, alle quali si aggiunge un altro miliardo di euro nelle gestioni istituzionali.
Giri di poltrone
Va ricordato che, a livello di vertice, ci sono stati nel novembre scorso importanti cambiamenti all’interno del gruppo Dws.
Stefan Kreuzkamp si è dimesso dalla carica di responsabile della divisione investimenti e ha lasciato l’azienda dopo 24 anni, in maniera consensuale. Dopo questo rimescolamento dei ruoli, il chief investment officer e i responsabili delle asset class fanno capo ora al ceo Stefan Hoops. A settembre del 2022 c’era già stata già comunque una ridefinizione dei ruoli nella direzione investimenti:
Björn Jesch è diventato il global chief investment officer; Fiona Bassett ha assunto la direzione della neocostituita systematic solutions and implementation platform, mentre l’italiano Vincenzo
Vedda è diventato responsabile della divisione active, in cui Dws ha riunito le asset class active equity e fixed income (azionaria e obbligazionaria), inclusa la liquidità.
La Française ha rafforzato la sua struttura di governance e ha annunciato l’arrivo di Guillaume Cadiou (nella foto) come amministratore delegato e membro del cda del gruppo. Lavorerà alla creazione della linea di business di gestione patrimoniale multi boutique.
Artemis ha nominato Alex Stanic (nella foto) nella nuova posizione di head of Global Equities, in seguito alla decisione di Simon Edelsten di uscire dalla società. Il gruppo prevede di annunciare a breve la nomina di altri due nuovi membri del team azionario globale.
Sycomore AM ha annunciato l’ingresso di Denis Panel (nella foto) con il ruolo di amministratore delegato. Il co-fondatore Emeric Préaubert lascia il ruolo operativo ma rimane un membro del Consiglio di Sorveglianza, con la sua esperienza e conoscenza dell’azienda.
Il cda di Directa Sim ha deliberato la soppressione della carica di direttore generale, pertanto Elena Motta (nella foto) non farà più parte dell’organico. Le funzioni svolte dal direttore generale sono state assunte dall’amministratore delegato Vincenzo Tedeschi
Vontobel Wealth Management
Sim ha rafforzato il team milanese con l’ingresso di Tiziano Bregagnollo (nella foto), inserito come executive director per irrobustire il team di Lorenzo Palleroni. Bregagnollo entra in Vontobel dopo sette anni in Crédit Agricole Indosuez.
Tre nuovi ingaggi per Carmignac Christophe Moulin (nella foto) sarà vice responsabile del team cross-asset. Julien Chéron, diventa co-gestore di Carmignac Global Bond e Aymeric Guedy è stato promosso alla carica di co-gestore della strategia di Carmignac Sécurité.
Flessibilità, elevata diversificazione del portafoglio e una lunga storia di successo sono i punti di forza di KIS BOND PLUS, la soluzione di Kairos che evolve i tradizionali canoni dell’investimento obbligazionario e sfida il contesto di mercato contemporaneo.
Rischio più
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Dopo anni di torpore, negli assetti di mercato del risparmio gestito italiano è tornato un po’ di movimento, tra rumor, indiscrezioni, ipotesi di fusioni e acquisizioni. Tutto merito di Maurizio Tamagnini, investment manager di lungo corso con una carriera alle spalle tra New York, Londra e Milano. Con la sua Fsi Holding, società di cui è amministratore delegato e nata da uno spin off del vecchio Fondo Strategico Italiano, a metà febbraio Tamagnini ha acquisito una partecipazione di ben il 7,2% di Anima, quarta sgr italiana per patrimonio gestito, con masse di oltre 180 miliardi di euro (dati Assogestioni aggiornati a fine gennaio). E così, i media finanziari e gli analisti delle case d’investimento che seguono il titolo di Anima a Piazza Affari hanno iniziato a interrogarsi sulle ragioni di questa mossa, ipotizzando che nel settore del risparmio gestito possa iniziare un nuovo risiko, con fusioni, acquisizioni, scalate e con la nascita di un nuovo grande player nazionale. Non a caso, gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno rilasciato una raccomandazione buy (comprare) sulle azioni della casa
di gestione, con un prezzo obiettivo di 4,9 euro, contro i circa 3,9 euro toccati dal titolo nella prima settimana di marzo. “Anima è un forte generatore di cassa”, hanno scritto gli analisti di Intesa Sanpaolo, “e rimane ben posizionata per sfruttare le potenziali opportunità di M&A che potrebbero nascere in Italia anche come conseguenza di un potenziale consolidamento bancario”.
Tale situazione potrebbe dunque rappresentare una opportunità per la società di gestione guidata da Alessandro Melzi d’Eril, che nel frattempo si è conquistata una posizione di forza grazie a solidi accordi di distribuzione. I rumor e le ipotesi di M&A si sono diffusi sostanzialmente per un mix di fattori concomitanti. Il primo è la composizione dell’azionariato della stessa Anima, che ha un panel molto variegato di soci di peso. Oltre al 7,2% di Tamagnini e della sua Fsi, una quota del 20,6% è in mano al Banco Bpm,
L’ingresso di Tamagnini nel capitale della quarta sgr italiana ha riaperto l’ipotesi di un ciclo di fusioni e acquisizioni
7,2%
affiancato da Poste Italiane con il 10,3% e dai francesi di Amundi con il 5,1%. Last but not least, c’è anche l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone che con la sua Gamma detiene una partecipazione del 3,2% (ed è unito a Poste da un patto parasociale).
La designazione di Corsico
Nella lista lista presentata per il cda, al fianco rappresentanti di Poste Maria Cristina Vismara e Maria Annunziata, Caltagirone ha indicato un uomo di sua stretta fiducia: Fabio Corsico, direttore relazioni esterne, affari istituzionali e sviluppo di Caltagirone Spa. Corsico, classe 1973, ha un lungo curriculum manageriale alle spalle, essendo stato capo della segreteria tecnica dell’ex ministro dell’Economia Tremonti e consigliere di amministrazione di molte realtà industriali, assicurative e bancarie tra cui Fondazione Crt, Alleanza Toro
Assicurazioni, Ntv, oltre a essere senior advisor di Credit Suisse e Tikheau Capital. Marco Tugnolo è stato indicato invece per il cda da Tamagnini mentre Banco Bpm ha designato Maria Patrizia Grieco, Melzi D’Eril, Gianfranco Venuti, Costanza Torricelli e Giovanna Zanotti. Come sa bene chi ha seguito le cronache finanziarie degli ultimi mesi, il settore bancario italiano potrebbe avere presto un riassetto. Ci si interroga per esempio su quale sarà il destino di Banco Bpm, terzo polo bancario nazionale partecipato dai francesi di Credìt Agricole, che hanno una quota del 9% circa e che hanno siglato con lo stesso Banco Bpm una partnership nel settore della bancassicurazione.
Banco Bpm è stata dipinta nei mesi scorsi come possibile preda dei francesi, ma anche come polo aggregante per inglobare il Monte dei Paschi di Siena (Mps), oggi controllato dal Tesoro italiano, che da tempo è alla disperata ricerca di
un compratore. Gli sportelli di Mps sono tra l’altro un importante distributore di Anima, assieme a quelli del Banco Bpm e alla rete di uffici di Poste Italiane. Le sorti di alcune tra le maggiori banche del Paese, insomma, sembrano intrecciate con quelle della società di gestione guidata da Melzi d’Eril.
Se si muove qualcosa nell’azionariato delle prime, sembrano dunque inevitabili le conseguenze sul ruolo che Anima può avere nel risparmio gestito nazionale. In questo complesso intreccio di partecipazioni si è inserito dunque Tamagnini, facendo crescere l’ipotesi della nascita un polo italiano dell’asset management. Oggi il settore è guidato da due leader: il gruppo Intesa Sanpaolo (Eurizon-Fideuram) che ha masse per oltre 490 miliardi di euro, seguito a ruota da Generali con circa 450 miliardi.
Sono un pilastro dell’economia nazionale britannica e danno lavoro a migliaia di persone. Ma gli asset manager del Regno Unito non hanno certo trascorso un anno da incorniciare, come dimostrano i dati di bilancio in fase di pubblicazione.
L’anno passato, infatti, le società di gestione d’Otremanica hanno subito deflussi record dai loro fondi, con un saldo negativo di oltre 50 miliardi di
sterline di cui più di 25 miliardi nel segmento specifico degli investitori retail. A pesare, ovviamente, è stato il ciclo negativo dei mercati finanziari che nel 2022 ha visto calare a picco sia i prezzi delle azioni che quelli dei bond, complice il repentino rialzo dei tassi d’interesse. In più, a complicare le cose ci si sono messi pure l’inflazione e l’aumento del costo della vita, che hanno costretto
moltissimi investitori retail ad attingere ai loro risparmi nei fondi. Tra tutte queste cifre con il segno meno davanti, ce ne sono poi alcune che fanno pensare a una difficoltà specifica, legata alle sorti dell’economia britannica dopo che il Regno Unito ha scelto a sorpresa di uscire dall’Unione europea con il referendm del 2016. Tra i deflussi netti registrati tra gli investitori retail, quasi
12 miliardi di sterline sono stati infatti prelevati dai fondi azionari che investono proprio sul mercato britannico.
Effetto Brexit
I dati riflettono lo scenario macro che Oltremanica non si presenta particolarmente roseo, con l’inflazione che a gennaio era ancora sopra il 10% (sebbene con un trend in forte calo dai
picchi) e con un Pil che dovrebbe entrare in recessione nel 2023, forse unico caso tra i paesi avanzati secondo le previsioni della Banca d’Inghilterra. In questo contesto tutt’altro che esaltante, anche i grandi gestori del risparmio britannici sembrano dunque aver perso il loro smalto, dopo aver dominato a lungo il
A pesare è stato il calo dei mercati finanziari e delle classi d’investimento equity e obbligazionarie. Un contributo determinante anche dalla fiammata dell’inflazione
mercato europeo, mettendo solide radici anche al di fuori dei confino nazionali. A parte le difficoltà di breve termine, però, gli analisti che seguono il settore hanno iniziato anche a guardare ai trend di lungo termine, iniziati dal 2016 in poi, quando il referendum sulla Brexit ha segnato la volontà dei cittadini britannici di uscire dall’Unione Europea. A questo argomento ha dedicato un ampio servizio anche il quotidiano principe della City di Londra, il Financial Times, che ha messo in evidenza come, a partire dal referendum sulla Brexit, i flussi netti sui fondi azionari nel Regno Unito siano stati sempre negativi tra gli investitori retail, con un saldo netto negativo dal 2016 di oltre 33 miliardi di sterline. Non è andata però particolarmente bene neppure tra gli investitori istituzionali, un segmento di clienti dove, sempre secondo l’analisi del FT, i deflussi cumulativi registrati sono stati pari a oltre 16 miliardi di sterline tra
il 2016 e il 2022. Qualche settimana fa la società di analisi sui fondi Morningstar ha pubblicato i dati sui deflussi dai prodotti domiciliati nel Regno Unito, scorporandoli per singola casa di gestione.
La più colpita nel 2022 è stata la scozzese Baillie Gifford con un saldo negativo di oltre 10,2 miliardi di sterline in un anno, seguita a distanza dal gruppo Aviva con un dato di -6,1 miliardi. Non sono andati bene neppure Janus Henderson (-3 miliardi), Bny Mellon (-2,5 milardi), Fundsmith (-2,4 miliardi) e Columbia
Threadneedle (-2,3 miliardi di sterline). Completano la lista dei 10 gestori colpiti di più dai deflussi sui fondi britannici altri nomi noti del settore: Schroders (-2,3 miliardi), Jupiter (-2 miliardi), M&G (-1,7 miliardi) e Axa (-1,6 miliardi). Ora, dopo un 2022 pessimo, ci sono osservatori del mercato che non escludono una possibile
inversione di tendenza, dopo il recupero delle borse a partire dall’inizio dell’anno. A guastare la festa potrebbero però arrivare nuove turbolenze sui mercati, visto che il repentino aumento dei tassi d’interesse ha messo sotto pressione le banche americane con una crisi iniziata dal crack di Silicon Valley Bank, nota anche come la banca delle start up per la sua specializzazione nel finanziamento alle aziende tecnologiche. Un fattore che può giocare a vantaggio degli asset manager britannici è il fatto che, considerando i multipli dei titoli, le azioni quotate a Londra appaiono scambiate sul listino abbastanza a buon mercato rispetto alle medie storiche. Il che potrebbe portare un po’ di attenzione verso i fondi domiciliati nel Regno Unito. Intanto, la comunità della City e dell’asset management d’Oltremanica continua a dover vedersela con la tanto odiata Brexit, contro la quale si è sempre battuta.
Risparmio oltre la crisi. È questo il titolo scelto per l’edizione 2023 del Salone del Risparmio, evento simbolo dell’industria italiana del risparmio gestito, che si terrà dal 16 al 18 maggio 2023
con cui l’industria nazionale dell’asset management vuole porre l’accento sul ruolo sociale che può giocare nel contribuire al rilancio dell’economia del Paese e alla sua trasformazione.
La manifestazione di quest’anno, curata come sempre da Assogestioni, “mette al centro la cultura della gestione del risparmio come tassello fondamentale per superare le sfide del nuovo contesto economico e sociale”, recita un comunicato di presentazione degli organizzatori.
“Accompagnare l’investitore verso scelte consapevoli” è la seconda parte del titolo scelto per quest’anno,
“Un modo per prendere atto senza smarrimento, ma con consapevolezza, dell’impatto globale delle incertezze geopolitiche, della crisi energetica, della volatilità finanziaria e del ritorno dell’inflazione”, continua ancora il comunicato degli organizzatori. Il tema sarà approfondito come di consueto nel corso della conferenza plenaria di apertura, troverà ampio spazio nelle sue molteplici declinazioni durante i convegni organizzati dalle società partner del Salone e verrà ulteriormente
esplorato nel corso della terza giornata, aperta anche al pubblico di non operatori. Particolare attenzione sarà prestata all’educazione finanziaria. L’educational corner ospiterà la settima edizione de “Il tuo capitale umano”, programma di educazione e formazione professionale che si propone di avvicinare i giovani a una carriera nel risparmio gestito.
La kermesse, giunta alla sua tredicesima edizione, quest’anno si sposterà nell’Ala Sud del Centro Congressi MiCoMilano e si appresta ad accogliere più agevolmente gli oltre 150 marchi. Il programma conta già più di 110 appuntamenti e diverse iniziative.
Confermata la natura ibrida dell’evento che l’anno scorso, combinando la partecipazione in presenza con quella in streaming di tutte le conferenze in programma sulla piattaforma FR|Vision, ha permesso di raggiungere il numero record di 14.050 utenti unici. Alla conferenza di apertura sarà presente ovviamente Carlo Trabattoni, presidente di Assogestioni, mentre sono sette i percorsi tematici previsti durante il Salone: allocation e strategie d’investimento, mercati privati ed economia reale, distribuzione e consulenza, sostenibilità e capitale umano, previdenza complementare, educazione e formazione, innovazione e digitalizzazione.
Il risparmio gestito ha iniziato il 2023 con una raccolta negativa Crescita del patrimonio grazie al recente recupero dei mercati
2.267 miliardi di euro
Patrimonio del risparmio gestito al 31 gennaio
Idati della mappa mensile di gennaio 2023 di Assogestioni riportano una raccolta netta negativa per il risparmio gestito, per un totale di -927 milioni di euro. In particolare, i fondi aperti hanno avviato l’anno con 642 milioni di deflussi. Tra le sottocategorie, sono rimasti in territorio negativo i prodotti bilanciati (-625 milioni) e quelli flessibili (-1,67 miliardi). All’opposto, i fondi obbligazionari hanno messo a segno 609 milioni di nuove sottoscrizioni. Restano in positivo, proseguendo il trend consolidato nel 2022, i fondi azionari con +1,73 miliardi di afflussi nel primo mese dell’anno. Positivi anche i fondi chiusi per 214 milioni euro. Nel complesso, quindi, le gestioni collettive registrano un saldo di -429 milioni a gennaio. Sul fronte delle gestioni di portafoglio, in negativo per 498 milioni nel mese, i mandati istituzionali hanno registrato 756 milioni di deflussi, mentre in quelli retail sono confluiti 258 milioni. C’è stato un incremento del patrimonio gestito di circa 55 miliardi a 2.267 miliardi complessivi, principalmente attribuibile al contributo dell’effetto mercato, pari nel mese a +2,5%, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Assogestioni.
anno passato non è stato facile per i bond ma, in questi primi mesi del 2023, i titoli di Stato e quelli di credito stanno offrendo rendimenti interessanti. Questi livelli rappresentano senz’altro un’opportunità, ma a fronte di quali rischi? Approfondiamo le prospettive del credito globale con Elisa Belgacem, senior credit strategist di Generali Insurance Asset Management
Come evolverà l’attuale scenario, che vede inflazione e risposta delle banche centrali ancora protagoniste, e che implicazioni avrà per i mercati?
Dopo l’ottimismo dei mercati nelle più contenute valutazioni circa l’inflazione a inizio anno, le scorse settimane hanno rappresentato una doccia fredda sulle speranze di una rapida normalizzazione. L’inflazione complessiva è destinata a continuare a diminuire per il calo dei prezzi dell’energia e degli effetti base, ma la viscosità dell’inflazione di fondo ha messo a nudo il lavoro incompiuto delle banche centrali. Nell’area dell’euro, ha consolidato la sua ascesa sino
a un massimo storico del 5,3% a gennaio. Un mercato del lavoro teso, con continui incrementi occupazionali, indica significativi aumenti salariali fino a tutto 2023, supportati da una resilienza dell’economia migliore del previsto. Negli Stati Uniti, i forti consumi, i livelli salariali e l’inflazione core Pce hanno spazzato via il sentiment circa il processo di disinflazione. Pertanto, la complessa battaglia contro l’inflazione delle banche centrali sta diventando ancora più dura e la valutazione del mercato che prezza il primo taglio dei tassi a inizio 2024 si dimostrerà probabilmente ottimista nel caso della Banca centrale europea.
Come si posiziona il credito in questo contesto?
Le metriche di valutazione nell’universo del credito mostrano che il segmento europeo Investment Grade (IG) è il più conveniente rispetto ai titoli IG negli Stati Uniti ed anche rispetto al segmento high yield sia negli Usa che in Europa. Nel 2022 l’Europa è stata la più colpita dal
conflitto ucraino e dalle sue conseguenze, e il credito IG si è notevolmente ampliato rispetto al credito statunitense. Il quadro sembra ora diverso, con l’Europa che probabilmente eviterà la recessione e gli Stati Uniti che forse entreranno in una recessione entro la fine dell’anno. I fattori tecnici dovrebbero essere relativamente neutri nello spazio IG europeo, con il quantitative tightening che opererà in senso negativo nella prima metà del 2023, ma anche l’offerta dovrebbe essere limitata, soprattutto nei settori non finanziari. Al contrario, il credito statunitense sta iniziando a vedere deflussi, poiché il rendimento dei mercati monetari è molto vicino al segmento IG.
L’incerto quadro economico, che effetti ha sullo stato di salute delle aziende e sul profilo di rischio?
Sul lato dei fondamentali, i numeri di default sono stati più alti in Europa nel 2022 rispetto agli Stati Uniti, trend piuttosto raro negli ultimi 15 anni. Tuttavia, è probabile che entro la fine dell’anno i default statunitensi non solo recuperino, ma superino anche i dati europei. Prevediamo che entrambe le regioni finiranno il 2023 con un default del 4%, quasi il doppio rispetto ai numeri attuali. Pertanto, privilegiamo il credito europeo rispetto agli Stati Uniti.
Quali segmenti preferite in questo momento nella costruzione dell’asset allocation?
Nel complesso, sulla base delle valutazioni, preferiamo i titoli Investment Grade ai sovrani semi-core e periferici. In Europa, i livelli del credito IG sono ancora interessanti dopo il rally rispetto
agli standard storici e prevediamo che gli spread si muoveranno attorno ai livelli attuali nel corso del prossimo anno. Per l’universo high yield, riteniamo che le valutazioni attuali non riflettano rischi elevati. Di conseguenza, prevediamo che gli spread dovrebbero ampliarsi di quasi 100pb nella prima metà del 2023 prima di chiudere l’anno con un aumento di 50-60p rispetto ai livelli attuali. Inoltre, prevediamo che le aziende più piccole siano le più a rischio, con possibili implicazioni per gli attivi delle banche, il che ci porta a rimanere sottopesati nei finanziari rispetto ai non finanziari in termini di spread. Tuttavia, poiché il carry è ora più elevato nello spazio finanziario dopo che gli spread si sono sostanzialmente discostati nel corso del 2022, siamo neutrali in termini di rendimento totale.
Dopo l’ottimismo dei mercati nelle più contenute valutazioni circa l’inflazione a inizio anno, le scorse settimane hanno rappresentato una doccia fredda sulle speranze di una rapida normalizzazione. L’aumento del costo della vita
è destinato ad attenuarsi ancora ma la viscosità dell’aumento dei prezzi di fondo ha messo a nudo il lavoro incompiuto delle banche centrali
Il metaverso è presente e futuro. E permea tutto ciò che ci circonda.
Le grandi eccellenze agroalimentari italiane stanno già efficientando le catene di produzione.
E coltivano sani fatturati.
Come? Collaborando con le aziende che costruiscono oggi l’infrastruttura dei mondi virtuali di domani.
Investi nelle società che creano valore nel metaverso.
Mondi virtuali. Opportunità di investimento reali.
Gli strategist delle case di gestione analizzano il quadro macro
Tre scenari diversi sull’andamento dell’economia internazionale
0,8%
2%
ista l’assenza di precisi segnali direzionali, analisti e investitori (soprattutto istituzionali) continunano a dibattere tra potenziali scenari di soft landing (letteralmente atterraggio morbido, ovvero un rallentamento del mercato e dell’economia che comunque continua la sua fase di crescita seppure a ritmi più lenti), hard landing (brusca frenata dell’economia che non cresce più e cala vistosamente determinando una recessione) o addirittura nolanding (economia in una sorta di “galleggiamento” e navigazione a vista) come qualcuno ha iniziato a ipotizzare.
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2021
Dopo la pandemia, l’economia mondiale ha avuto un rimbalzo crescendo del 6%
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2022
Crescita sostenuta del Pil mondiale anche nel corso del 2022 con un +3%
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2023
Nell’anno in corso ci sarà una crescita frenata con un aumento del Pil del 2%
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Per il prossimo anno l’Ocse prevede un incremento del Pil del 2,3%
Tra gli altri, su tutti il ceo di J.P. Morgan, Jamie Dimon, si è detto possibilista sulla prima eventualità. Cosi come Francesco Lomartire, head of Spdr Etfs Southern Europe: “Le prospettive di un atterraggio morbido, accompagnato da elevate pressioni inflazionistiche, probabilmente sosterranno le esposizioni al segmento del credito. Per gli investitori che desiderano incrementare leggermente i rischi assunti, i bond high yield denominati in euro potrebbero rappresentare un’opportunità. Man mano che le probabilità che si verifichi una recessione si riducono, gli investitori sembrano infatti più propensi ad assumersi ulteriori rischi. Il contesto economico globale è migliorato, in scia alla riapertura della Cina e al calo dei prezzi dell’energia. E questi sviluppi stanno spingendo i mercati a ritenere possibile un atterraggio morbido, piuttosto che una recessione più estrema.
Le prospettive di un atterraggio morbido, accompagnato da elevate pressioni inflazionistiche, non rappresentano uno scenario ideale per i titoli di Stato e, di conseguenza, i loro rendimenti hanno ripreso una traiettoria al rialzo, invertendo gran parte del rally registrato a inizio 2023. Detto questo, lo scenario è più costruttivo per le esposizioni al segmento del credito”.
Scenario più ottimistico
Sulla stessa linea di pensiero anche
Jeffrey Cleveland, chief economist di Payden & Rygel: “Ci sono cinque ragioni, dunque, che indicano uno scenario più ottimistico per il 2023. Gli Stati Uniti
attualmente non sono ancora in fase di recessione. La forte domanda di manodopera non continuerà. Non bisogna temere la crescita salariale: gli aumenti salariali continueranno infatti a sostenere i consumi americani e a stimolare la crescita economica. Le criptovalute, il settore immobiliare e quello tecnologico hanno subito perdite consistenti, seguite da una serie di licenziamenti. Come conseguenza, alcuni eccessi sono stati eliminati dall’economia e dal sistema finanziario, ponendo le basi per una crescita più sana ed equilibrata. Seppur con un certo ritardo, infine, anche la pressione sugli affitti negli Stati Uniti dovrebbe di conseguenza diminuire”.
“Di certo”, commenta Michael Palatiello, amministratore delegato e strategist di Wings Partners Sim, “la notizia di nuovi licenziamenti in Meta (dopo la riduzione di forza lavoro di novembre per 11mila addetti pari al 13% dello staff) sembra indicare un allentamento nelle persistenti pressioni sul mercato del lavoro americano, elemento che potrebbe in effetti essere favorevole a un approccio più moderato da parte della Fed nei mesi futuri, sebbene non manchino anche elementi di disturbo come le modeste proiezioni di crescita cinese. Ci sono tuttavia anche notizie direttamente più incoraggianti, come per esempio l’inattesa ripresa dei factory orders tedeschi, benché limitata all’1%, che potrebbe essere il primo concreto segnale di ripartenza per una economia europea. Entrambe comunque sono news potenzialmente positive per l’azionario”.
La pensa invece diversamente Vincent Mortier, group chief investment officer di Amundi: “L’anno è iniziato all’insegna del rally in un contesto contrassegnato dalla copertura delle posizioni short e dal ritorno della propensione al rischio degli investitori retail. Il rally è stato favorito da alcune situazioni, perlomeno in Europa e in Cina, dove i prezzi più bassi del gas nel primo caso, e la riapertura delle attività economiche nel secondo, hanno contribuito a rimuovere alcuni dei rischi economici ribassisti che incombevano lo scorso anno. Il rally è però già andato
Gli Stati Uniti attualmente non sono ancora in fase di recessione. La forte domanda di manodopera non continueràchief economist di Payden & Rygel Jeffrey Cleveland
Le prospettive di un atterraggio morbido e di pressioni inflazionistiche sosterranno le esposizioni al creditohead of Spdr Etfs Southern Europe
troppo oltre scommettendo su un rapido calo dell’inflazione, sulla fine della stretta monetaria delle banche centrali, su un’economia ben posizionata per un atterraggio morbido e su uno scenario dove non si verificherà una recessione degli utili”. Secondo l’esperto di Amundi, in altri termini, la parte più insidiosa per gli investitori inizierà ora: “Non è detto che si trovino a dover affrontare un mercato Orso, ma a partire da ora s’impone una certa prudenza dato che la dicotomia tra allentamento delle condizioni finanziarie e l’inasprimento delle condizioni di prestito all’economia reale è sorprendente con titoli continuano ad avere valutazioni apparentemente troppo elevate nonostante il clima di forte incertezza e le divergenze sul fronte economico”.
Di opinione analoga Maurizio Novelli, vicepresidente di Lemanik Invest SA: “La narrazione che l’inflazione tornerà presto al 2% e che le banche centrali torneranno a ridurre i tassi è sostenuta prevalentemente da chi ha iniziato a lavorare nel sistema finanziario dopo la crisi del 2008. Tutti coloro che sono nati professionalmente con il QE, pensano che la normalità del sistema sia quella di continuare a vivere con tassi a zero e l’assistenza della banca centrale. In realtà, tale fenomeno è stata un’anomalia storica dettata da eventi straordinari: chi è sui mercati da oltre trent’anni sa benissimo che abbiamo vissuto in un contesto atipico. I tassi rimarranno tendenzialmente più alti di quanto oggi sconta il mercato, salvo che non ci arrivi addosso
una recessione “non tecnica”, con conseguente decisa revisione al ribasso degli utili societari. Per questo motivo lo scenario di ribasso per i mercati azionari rimane intatto e il recente ampio rimbalzo, costruito su scenari improbabili, è un “sell on rally”. La nostra strategia sull’equity rimane decisamente negativa, e non avrei poi tutta questa fretta di riempirmi di bond a lunga scadenza sugli attuali livelli dei tassi, in particolar modo sull’area euro. Lo scenario post bellico imprimerà poi ulteriori pressioni al rialzo sui tassi Bce e credo che le opportunità di acquisto potrebbero verificarsi a rendimenti più elevati di quelli attuali”.
anno è iniziato all’insegna del rally ed è contrassegnato dalla copertura delle posizioni short e dal ritorno della propensione al rischiochief investment officer di Amundi Vincent Mortier
Chi è sui mercati da oltre trent’anni sa benissimo che abbiamo vissuto in un contesto atipico. I tassi rimarranno più alti del previstovicepresidente di Lemanik Invest SA
Ci sono tuttavia anche notizie direttamente più incoraggianti, come per esempio l’inattesa ripresa dei factory orders tedeschiceo di Wings Partners Sim Michael Palatiello
Finanziare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è oggi più importante che mai, dato l’impatto che i cambiamenti climatici continuano ad avere sulle economie, sulle imprese e sulle comunità a livello globale. La guerra in Ucraina ha causato un’impennata dei prezzi energetici, motivando ulteriormente i paesi europei a ridurre la
loro dipendenza dagli approvvigionamenti di petrolio e gas russi. Per finanziare la decarbonizzazione nei diversi settori occorreranno soluzioni innovative, il cui sviluppo richiederà ingenti quantità di capitale. In questa spinta verso un futuro più sostenibile, i mercati obbligazionari globali hanno il potenziale per diventare un’importante fonte di investimenti.
Un tempo considerate un prodotto di nicchia, le obbligazioni “verdi”, che finanziano progetti con un impatto ambientale positivo, figurano ormai fra le principali asset class. Grazie a questa rapida crescita e all’ampliamento della gamma di fondi d’investimento che offrono un’esposizione alle emissioni green, per gli investitori è oggi più
facile inserire questi titoli nelle proprie allocazioni obbligazionarie. Ora che i green bond sono diventati un segmento consolidato del mercato obbligazionario, un’allocazione a questi titoli rappresenta un’opzione sempre più fattibile per gli investitori. La base di emittenti di obbligazioni green ha continuato ad ampliarsi, con una crescente
diversificazione a livello sia settoriale che geografico. I titoli possono essere negoziati sul mercato secondario e il mercato delle nuove emissioni dovrebbe ritrovare un trend di forte espansione nel 2023, dopo un 2022 difficile per i mercati obbligazionari in generale.
Il mercato globale dei titoli di debito è dominato dal dollaro americano, con circa il 45% delle obbligazioni in circolazione in dollari, seguito dalle emissioni denominate in euro (21%). Per contro, nel mercato dei green bond, le obbligazioni in euro rappresentano circa il 66% dei titoli green in circolazione, mentre quelle in dollari sono solo il 20%, anche se in crescita. La composizione del mercato dei green bond societari differisce sensibilmente da quella del suo equivalente non verde. I principali emittenti del mercato obbligazionario più ampio sono le società industriali, le cui obbligazioni rappresentano circa il 52% del totale, seguite dai bond del settore finanziario (quasi il 40%) e delle utility (poco più dell’8%). Sul mercato dei green bond, gli istituti finanziari sono la categoria di emittenti più importante con il 61% delle obbligazioni in circolazione, seguiti dalle utility a quasi il 28% e dagli emittenti industriali, al terzo posto con l’11%. Queste differenze strutturali possono incidere sulla performance a livello di indice in vari momenti del ciclo economico. Per esempio, il maggior peso delle utility nel benchmark dei green bond può imprimere slancio alla performance dell’indice, in presenza di condizioni di mercato simili a quelle osservate nel 2022, poiché si tratta di titoli non ciclici che spesso sovraperformano nelle fasi di rallentamento della crescita economica. Per contro, nei periodi di solida espansione economica questi titoli potrebbero frenare la performance. Acquistando obbligazioni verdi, gli investitori possono contribuire potenzialmente al raggiungimento
degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg) delle Nazioni Unite. Gli emittenti tendono sempre più spesso ad allineare i loro titoli a queste iniziative globali per il clima, mentre i gestori patrimoniali che offrono un’esposizione al mercato dei green bond utilizzano gli obiettivi degli Sdg e dell’Accordo di Parigi come criteri di selezione dei potenziali investimenti e per dimostrarne il possibile impatto sui portafogli dei clienti.
Tuttavia, per gli investitori può essere difficile comprendere pienamente l’impatto ambientale positivo che i green bond potrebbero avere a livello di portafoglio. Inoltre, la sostituzione di parte delle obbligazioni tradizionali in portafoglio con green bond con una qualità creditizia e una duration simili offre potenzialmente una gamma di ulteriori vantaggi. Le emissioni green possono finanziare asset come gli edifici sostenibili, che possono comportare un rischio di credito inferiore nel tempo. Inoltre, possono contribuire a mitigare i rischi del portafoglio legati ai cambiamenti climatici e derivanti da cambiamenti delle politiche, come la tassazione del carbonio. Una questione molto dibattuta tra gli investitori è l’esistenza di un “greenium”, o premio green. In teoria, non vi è alcun motivo per cui la natura green di un’obbligazione debba incidere sul suo prezzo. Sebbene l’emissione di green bond comporti alcune spese
Nel mercato dei green bond, le obbligazioni in euro rappresentano circa il 66% dei titoli green in circolazione, mentre quelle in dollari sono solo il 20%, anche se in crescita
La composizione di questo settore per gli emettittenti societari differisce sensibilmente da quella del suo equivalente non verdeglobal head of Green, BRAM BOS Social and Impact Bonds di Goldman Sachs Asset Management
aggiuntive legate alla revisione e alla certificazione da parte di terzi, questi costi sono diminuiti nel tempo. Un elemento del mercato dei green bond che ha sostenuto il greenium è la combinazione tra la forte domanda di obbligazioni verdi da parte degli investitori e un’offerta relativamente limitata. Con l’aumento delle emissioni, gli investitori potrebbero essere sempre meno disposti a pagare un prezzo più alto per le obbligazioni verdi. Sebbene ci siano prove della sussistenza di un greenium in
alcuni settori meno sviluppati del mercato delle obbligazioni verdi, negli ultimi anni questo premio si è ridotto notevolmente nel mercato più ampio. La transizione verso un’economia mondiale a basse emissioni di carbonio è un processo complesso.
In futuro una delle sfide fondamentali sarà quella di finanziare gli ingenti investimenti richiesti per sostenere lo sviluppo di
tutto ciò che servirà in questo processo, dalle infrastrutture verdi alle tecnologie all’avanguardia che permetteranno di azzerare le emissioni nette entro il 2050 e frenare il riscaldamento globale. Crediamo che la continua enfasi posta dagli emittenti obbligazionari sulla lotta e sull’adattamento ai cambiamenti climatici crei un solido potenziale di crescita per il mercato dei green bond, e che tale crescita si rifletta in un ampliamento delle opportunità.
Le nazioni unite hanno stabilito alcuni target per assicurare un futuro più sostenibile all’umanità. Tra gli obiettivi fissati, c’è la lotta alla povertà, l’azzeramento della fame nel mondo, un’educazione di qualità, l’eguaglianza tra i generi, il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione e del livello di istruzione.
Nei modelli di distribuzione dove sono stati tolti i conflitti di interesse, sono cresciuti gli Exchange traded fund
ia in Europa che in Italia c’è un sempre maggiore utilizzo degli Etf nelle asset allocation dei privati. Ma qual è la differenza in materia di distribuzione di Etf tra Europa e Italia? Con Robyn Laidlaw, head of distribution di Vanguard Europe, parliamo del peso dei passivi nei portafogli e di come l’Europa dovrebbe muoversi sul fronte delle commissioni di retrocessione. Con uno sguardo al nuovo lancio di Vanguard 360 e ai prossimi obiettivi del gruppo in Italia.
Gli Etf sono sempre stati usati prevalentemente da investitori istituzionali ma oggi sono presenti nei portafogli di una quota sempre più alta degli investitori retail. Perché?
SPerché sono strumenti ampiamenti diversificati e a basso costo. Nei mercati come la Gran Bretagna, in cui si è passati da un sistema di distribuzione di prodotti finanziari basato sulle commissioni di retrocessioni a un modello fee based, la crescita degli Etf e dei fondi indicizzati ha registrato un maggiore impulso. Quando abbiamo iniziato a operare nel Regno Unito i consulenti finanziari avevano meno del 10% del portafoglio in passivi, ora siamo vicini al 30%. In mercati come l’Italia incoraggiamo il passaggio a modelli fee based, anche se comunque rileviamo già un aumento del peso dei passivi nei portafogli.
Quindi voi siete favorevoli all’introduzione a livello europeo del divieto di commissioni di retrocessione nella distribuzione di prodotti finanziari?
Da sempre Vanguard promuove la trasparenza negli investimenti ed è un sostenitore del divieto delle commissioni di retrocessione nella distribuzione di prodotti finanziari. L’introduzione di tale divieto ridurrebbe significativamente i costi per gli investitori e creerebbe
maggiore trasparenza, come accaduto nel Regno Unito e nei Paesi Bassi. Tale divieto dovrebbe quindi essere esteso a tutta l’Ue. In questo modo, l’investitore saprebbe esattamente cosa paga per le singole componenti della catena del valore dell’investimento. In quasi 50 anni di storia, Vanguard non ha mai pagato commissioni ai collocatori. Consideriamo i nostri prodotti clean-fee, in linea con la nostra struttura societaria mutualistica e con i nostri valori, focalizzati nel fornire ai clienti le migliori possibilità di successo negli investimenti.
In che modo Vanguard supporta i consulenti finanziari nell’utilizzo degli Etf per i propri clienti?
Il nostro obiettivo è quello di continuare a proporre strumenti a basso costo e diversificati a livello globale al fine di essere inseriti come building blocks nell’ambito dei portafogli con un orizzonte temporale di lungo periodo. Riteniamo pertanto strategico il canale dei consulenti finanziari che in questi ultimi anni ha capito l’importanza dell’inserimento di
strumenti semplici, diversificati e a basso costo come gli Etf nei portafogli dei propri clienti. Con Vanguard LifeStrategy, la gamma di Etf multi-asset composta da portafogli di investimento che a loro volta investono in Etf di Vanguard, siamo stati in grado di offrire ai consulenti finanziari italiani una soluzione one-stop-shop che consentisse loro la possibilità di dedicare più tempo ad altre attività a valore aggiunto per i propri clienti, come la pianificazione a lungo termine e il coaching comportamentale.
In questo contesto come si inserisce la decisione di lanciare Vanguard 360?
Vanguard non si propone solo come fornitore di soluzioni, ma anche come partner in grado di dare supporto per la costruzione portafogli coerenti con il profilo di rischio e gli obiettivi dei propri clienti, senza dimenticare gli aspetti comportamentali. Vanguard 360 è una piattaforma ricca di contenuti e tool pensati proprio per supportare concretamente il consulente nella propria
attività, con l’obiettivo di migliorare la qualità della proposta con un notevole risparmio di tempo. Sono migliaia i consulenti italiani che hanno partecipato ai webinar che abbiamo organizzato. Non sono solo i consulenti indipendenti a partecipare alle nostre iniziative. C’è anzi una predominanza di oltre il 70% di consulenti finanziari tradizionali che dimostrano un grande interesse per le soluzioni passive, nonostante siano disincentivati nel loro utilizzo, date le dinamiche attuali della distribuzione in Italia. Ma che comunque oggi possono utilizzare in soluzioni e contenitori come le unit linked e le gestioni patrimoniali.
Quali sono i prossimi obiettivi di Vanguard in Italia?
Continuare il processo di democratizzazione degli investimenti che abbiamo avviato quattro anni fa con la quotazione dei primi Exchange traded fund di Vanguard su Borsa Italiana, a cui si è aggiunta recentemente l’autorizzazione al collocamento presso il pubblico retail dei nostri fondi indicizzati e fondi attivi. Continueremo inoltre a dialogare con gli intermediari per promuovere un maggior ricorso a prodotti passivi all’interno di veicoli come le unit linked e le gestioni patrimoniali. L’obiettivo di creare partnership basate su soluzioni di prodotto efficienti che riducano il costo totale degli investimenti per i clienti. In tal senso, abbiamo già avviato una serie di collaborazioni molto proficue con società come Banca Widiba, Banca Consulia, Banca Aletti, Zurich e CheBanca!.
certificati.leonteq.com infoitaly@leonteq.com
Leonteq è una società svizzera attiva nei settori finanziario e tecnologico, specializzata nell’emissione di certificati di investimento. Fondata nel 2007 e quotata sulla Borsa di Zurigo dal 2012, è diventata uno dei protagonisti del mercato dei certificati di investimento grazie all’esperienza sviluppata negli anni ed alla piattaforma proprietaria di cui si avvale. Dall’inizio della sua attività in Italia, Leonteq ha emesso oltre 2400 prodotti di investimento sui mercati EuroTLX e SeDeX. A conferma della sua solidità, la società ha ottenuto il rating investment grade (BBB- con outlook positivo) dall’agenzia Fitch Ratings.
COME FUNZIONANO I NOSTRI CERTIFICATI TWIN WIN AUTOCALLABLE
• I certificati Twin Win Autocallable consentono di ricevere delle cedole condizionate se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è superiore alla barriera della cedola ad ogni data di osservazione, assumendo che non si sia verificato alcun rimborso anticipato. Grazie all’effetto memoria, ad ogni data di pagamento della cedola saranno accreditate anche le eventuali cedole non pagate in precedenza.
• Ad ogni data di osservazione, se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è superiore al rispettivo trigger autocall, il prodotto sarà rimborsato anticipatamente e l’investitore riceverà il 100% del valore nominale più le eventuali cedole non pagate in precedenza.
• Alla scadenza, qualora il prodotto non sia stato rimborsato anticipatamente, gli scenari possibili sono i seguenti: (1) la prestazione è positiva ed il certificato replica perfettamente il sottostante; (2) il rendimento è negativo ma il prezzo del sottostante è comunque sopra il livello della barriera. In tal caso, il Twin Win paga il valore assoluto della performance del sottostante; (3) il prezzo del sottostante si trova al di sotto del livello barriera. In questo caso il rendimento del certificato equivale a quello negativo del sottostante e l’investitore incorre in una perdita.
* La percentuale indica l’importo massimo per anno della somma delle cedole condizionali (pagabili periodicamente). Tale percentuale è puramente indicativa in quanto non vi è garanzia che si verifichino le condizioni per l’ottenimento dell’intero importo (e l’importo effettivamente pagato potrebbe essere anche pari a zero).
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I prodotti sono soggetti a limitazioni di vendita per SEE, Hong Kong, Singapore, Stati Uniti, soggetti statunitensi (US persons) e il Regno Unito (l’emissione è soggetta alla legge svizzera).
Questa comunicazione è redatta da Leonteq Securities (Europe) GmbH, Milan branch, che è autorizzata da Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht (BaFin) in Germania e soggetta a supervisione limitata da parte di CONSOB in Italia Gli investitori non possono acquistare i prodotti finanziari descritti direttamente da Leonteq Securities (Europe) GmbH o da società a essa affiliate ma soltanto tramite banche o altri fornitori di servizi finanziari. © Leonteq Securities AG, 2023. All rights reserved.
Piattaforme per e-commerce, finanza e gestione della liquidità
Profilo delle 14 aziende innovative selezionate da Cdp Venture
33,7%
12 ,9%
Operatori del banking 11,2%
Operatori dell’Insuretech
7,9%
Soluzioni per investimenti 3,2%
lockchain, Nft, commercio elettronico o gestione della finanza aziendale. Sono alcune delle specialità delle ultime startup selezionate da Fin+Tech, l’acceleratore dedicato alle aziende innovative che sviluppano soluzioni e servizi in ambito Fintech e Insurtech, parte della Rete Nazionale Acceleratori Cdp, un network presente su tutto il territorio per aiutare la crescita di giovani imprese specializzate nei mercati a elevato potenziale. Fin+Tech mira a favorire lo sviluppo di 48 startup e pmi in 3 anni per contribuire a consolidare l’ecosistema a livello nazionale e renderlo sempre più attrattivo per realtà e investitori internazionali. Il programma è nato da un’iniziativa di Cdp Venture Capital insieme a Digital Magics, Startupbootcamp, Fintech District, gruppo Credem e Nexi in qualità di promotori. 14 le nuove startup che stanno partecipando alla seconda edizione beneficiando di un investimento iniziale e di un percorso di accelerazione di 5 mesi con il supporto del team dell’acceleratore, di un network di mentor, corporate di settore e del mondo venture capital. Per le realtà che si dimostreranno più promettenti, l’acceleratore ha già stanziato almeno 600mila euro di investimenti in follow-on. Il percorso, iniziato a ottobre 2022, si è concluso il 9 marzo con il Demo Day in cui le startup hanno avuto l’opportunità di fare un pitch di fronte ai partner e agli investitori, per presentare progetti e risultati raggiunti nel corso del programma. Molte le candidature: più di 400 (+40% rispetto alla prima edizione) di cui oltre il 50% sono straniere, da 55 paesi differenti. Molteplici anche gli ambiti di applicazione delle realtà che si sono proposte. Tra le diverse focus area, emergono: abilitatori tecnologici (33,7%), realtà che operano in ambito banking (12,9%), Insurtech (11,2%), soluzioni per investimenti (7,9%) e financing (3,2%). Nelle pagine seguenti un ritratto delle 14 startup selezionate da Cdp Venture Capital e Digital Magics.
Piattaforma di E-commerce B2B per il mondo retail. Barter è un magazzino virtuale in cui gli utenti possono inserire, con una scansione del codice a barre e pochi clic, i prodotti che hanno in magazzino e sono disposti a cedere. Altri utenti possono così cercare nel marketplace di Barter
Soluzione PropTech che aiuta gli affittuari a diventare proprietari di casa in 36 mesi. L’inquilino sceglie l’abitazione, Cooabit la acquista, rendendo possibile vivere nella casa dei propri sogni mentre si costruiscono le condizioni ideali per comprarla con un mutuo.
Soluzione SaaS per monitorare i flussi di cassa aziendali, la liquidità e gestire i rischi legati a valute, attività finanziarie e fisiche (per esempio oro, energia) in tempo reale.
BPay, il primo software ERP in cloud, permette ad aziende ei negozianti di accettare i pagamenti in Bitcoin, registrare la transazione e dichiararla comodamente al commercialista.
Piattaforma SaaS per la gestione finanziaria di e-commerce e agenzie web con focus sulle attività di marketing. Il software si integra tramite API con i principali strumenti finanziari e di marketing permettendo di visualizzare in un’unica dashboard i dati gestiti in precedenza manualmente.
Piattaforma digitale di patient engagement flessibile e multitouch che supporta le persone nel loro percorso di salute, consentendo una raccolta dati facile ed efficiente e in generale una migliore comunicazione medico-paziente.
Ha creato una piattaforma di servizi innovativi che consente alle persone di monitorare i dati personali, prevenendo furti d’identità e truffe creditizie. La startup allerta ed assiste le potenziali vittime in tempo reale, permettendogli di agire tempestivamente.
Piattaforma SaaS di analisi predittiva per banche e provider di servizi di pagamento, che aiuta a massimizzare il valore estratto dai dati di pagamento, migliorando la redditività e ottimizzando le commissioni operative degli istituti di pagamento.
Sviluppa due soluzioni software per affrontare le normative antiriciclaggio, Brain e Amlet. Brain è uno strumento di valutazione del rischio che aiuta le banche a trovare transazioni sospette. Amlet rende i dati di due diligence “portabili” e riutilizzabili all’interno di un ecosistema di intermediari.
Nasce dall’esperienza di professionisti e ricercatori per provare a risolvere uno dei maggiori problemi del nostro secolo: le emissioni di gas serra delle aziende. La piattaforma AI-Impact consente alle aziende di raccogliere dati affidabili e di ridurre la propria carbon footprint lungo l’intera catena del valore.
Permette, per la prima volta nella storia, di rivendere viaggi trasformando le prenotazioni nominali in beni digitali rivendibili e scambiabili (Nft). Per fare ciò ha creato la “Tariffa Rivendibile” e lanciato il “Travel Exchange”, primo marketplace di prenotazioni di servizi turistici, basato su Blockchain.
Piattaforma di raccomandazione e distribuzione assicurativa proattiva B2B2C basata sui dati bancari. Rileva, sulla base dei dati transazionali, la necessità di un’assicurazione e suggerisce proattivamente al cliente finale e/o al suo consulente la copertura migliore.
Fornisce una soluzione completa per il tracciamento di criptovalute, Nft e qualsiasi altro asset digitale. A questo scopo, raccoglie, struttura e rende disponibili i dati attraverso moduli specializzati che abilitano l’adozione di soluzioni Blockchain in modo semplice ed efficace.
La prima piattaforma SaaS di Flood Risk Intelligence, sviluppata con il supporto di EIT Climate-KIC ed ESA, che permette a pianificatori urbani, società immobiliari, pubblica amministrazione e compagnie di assicurazione e riassicurazione di effettuare simulazioni real-time.
Il singolo di Rihanna “Bitch Better Have My Money” è stato venduto come Nft agli utenti di anotherblock da parte di Deputy, uno dei produttori della hit del 2015 della cantante barbadiana. I possessori di questo token riceveranno parte delle royalty ricavate dallo streaming della traccia. Il triplo disco di platino è stato offerto agli utenti della piattaforma Web3, diviso in 300 token non fungibili
riguardo alle royalty, conferendo più garanzie ai possessori dei token. Inoltre gli holder possono ottenere altri vantaggi: l’accesso a gruppi privati su Discord, l’entrata a eventi esclusivi e un invito prioritario per future vendite di Nft. Nel mentre, i token di “Bitch Better Have My Money” sono stati strategicamente venduti poco prima dell’esibizione di Rihanna al 50° Superbowl g
al prezzo di 210 dollari ciascuno, andati sold-out in pochi minuti. Il primo giorno di paga è stato il 16 febbraio, con i successivi pagamenti effettuati ogni sei mesi, secondo le entrate derivanti dallo streaming. Oltre ai dividendi, i proprietari di questi token hanno ricevuto anche un’illustrazione creata da un artista Nft, un singolo musicale personalizzato e un contratto legale che specifica i termini
Fin dall’inizio dell’invasione in Ucraina è stata ventilata la possibilità che le criptovalute venissero sfruttate dalla Russia per aggirare le sanzioni. Un’analisi della testata Coindesk ha in parte confermato questa tesi. In particolare, un nutrito gruppo di volontari (composto anche da influencer e celebrità russe) le utilizza per raccogliere fondi a favore dell’esercito di Mosca, alle prese con una cronica carenza di beni di prima necessità, dispositivi bellici oltre che armi e munizioni.
I finanzieri del comando provinciale di Milano hanno fermato una banda di truffatori che ha provato ad acquistare criptovalute per un controvalore in contanti di circa 700mila euro, utilizzando banconote false. Gli acquirenti sono tre uomini e una donna di nazionalità straniera, due dei quali gravati da specifici precedenti di polizia. I quattro truffatori sono stati segnalati all’autorità giudiziaria di Milano per i reati di tentata truffa, utilizzo di denaro falso, riciclaggio e auto-riciclaggio.
sicuramente possibile che la sopravvalutazione della moneta statunitense non sia così estrema come sei mesi fa. Ciò nonostante, riteniamo che vi siano motivi sufficienti per aspettarsi una sua flessione nel medio termine”.
La pensano così gli esperti del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management. Ecco cosa hanno scritto nell’ultima edizione del loro Bond Bulletin.
“Dopo l’invasione russa dell’Ucraina all’inizio del 2022, gli investitori si sono precipitati ad acquistare dollari statunitensi per due motivi principali.
In primo luogo, il dollaro è una valuta che funge da bene rifugio in periodi di incertezza. Secondariamente, l’aumento della produzione di petrolio di scisto negli ultimi anni ha permesso agli Stati Uniti di raggiungere l’indipendenza energetica, rendendo il paese meno esposto alla volatilità dei mercati globali del gas.
Gli Stati Uniti hanno persino iniziato a esportare il gas e a trarre profitto dalla vendita del proprio surplus energetico all’estero a prezzi più alti, in particolare in Europa. Negli ultimi mesi, tuttavia, abbiamo assistito a un capovolgimento di questi fattori”.
“Le banche centrali hanno rialzato considerevolmente i tassi di interesse, riuscendo comunque a mantenere viva in qualche modo la prospettiva di un atterraggio morbido dell’economia e a sostenere così la fiducia degli investitori, che non hanno più provato la necessità di ricorrere ai beni rifugio. Parallelamente, i prezzi dell’energia sono calati sensibilmente rispetto ai picchi raggiunti nell’estate del 2022 e sono rimasti bassi durante una stagione invernale più calda del previsto in Europa. Con il progressivo venir meno di questi fattori fondamentali, che nel 2022 lo avevano spinto al rialzo, il dollaro statunitense dovrebbe ritornare ai livelli precedenti”.
Il biglietto verde resiste, ma può aprirsi un ciclo di debolezza
Fideuram
Fideuram
Fondi pensione in ripresa BFF Banking Group ha pubblicato l’analisi dei rendimenti dei fondi pensione italiani. “Il 2023 è iniziato con una ripresa dei fondi, che hanno beneficiato dell’andamento positivo dei mercati sia azionari che obbligazionari”.
Commodity resistenti
“La riapertura della Cina e la crescita della domanda a livello globale post pandemia rafforzano l’ipotesi che i prezzi delle materie prime continuino a rimanere elevati”. Greg Sharenow, Lewis Hagedorn e Jennifer Ziehe (Pimco).
Boom degli Eltif
“Si stima che il mercato dei fondi Eltif abbia raggiunto i 10 miliardi di euro alla fine del 2022 e si prevede che arriverà a superare i 100 miliardi entro il 2027”. È quanto emerge da uno studio redatto degli esperti di BlackRock Alternatives.
Tris per Zurich Bank
Zurich Bank ha presentato recentemente tre nuove linee di prodotti per l’investimento assicurativo sviluppate da Zurich Investments Life. Si tratta di Zurich Invest Platform, StepInvest e Prestige Invest.
Ricerca all’italiana
La Banca d’Italia è alla ricerca di nuovi modi per applicare la tecnologia di registro distribuito e si sta preparando per l’avvento del regolamento Markets in CryptoAsset”. A riportare la notizia sono stati gli esperti di Cryptonomist.ch.
Green bond vantaggiosi
“I green bond hanno il vantaggio di generare un impatto ambientale positivo e di dare contezza su come i capitali vengano utilizzati, oltre a a offrire interessanti opportunità di rischio-rendimento”. Romain Miginiac (Gam).
Debutto
Il rame è importante
“I veicoli elettrici, l’energia solare e le batterie sono i protagonisti della transizione energetica dove investire per le emissioni zero entro il 2050, e tutti questi protagonisti hanno bisogno di rame”. Giacomo Calef (NS Partners Group).
CPR Invest - Hydrogen, un’opportunità da cogliere per creare valore investendo nell’ecosistema dell’idrogeno:
dà accesso a un mercato innovativo e ad alto potenziale;
si stima che l’idrogeno coprirà circa il 17% dell’intero fabbisogno energetico entro il 2050**;
l’idrogeno potrebbe contribuire a ridurre di un terzo le emissioni di gas serra a livello globale**.
amundi.it
*Fonte: IPE “Top 500 Asset Managers” pubblicato a giugno 2021, sulla base delle masse in gestione al 31/12/2020. **ETC (Energy Transition Commission), “Making the Hydrogen Economy Possible”, aprile 2021. Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto e il KIID prima di prendere una decisione fi na le di investim ento. CPR Invest - Hydrogen (di seguito anche “Fondo”) è un Comparto della SICAV CPR Invest, gestito da CPR Asset Management, una società del gruppo Amundi. CPR Asset Management è autorizzata in Francia e regolamentata dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF). Il Comparto è autorizzato in Lussemburgo e sottoposto alla vigilanza della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento nel Fondo siano appropriati alla loro situazione, e devono altresì accertarsi di aver compreso interamente il presente documento. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente fi nanziario. Il valore dell’investimento potrebbe I risultati passati no n son o indicativi di quelli futuri e no n vi è garanzia di ottenere uguali rendim enti per il futuro. a nessuna “U.S. Person” come de fi nita nel Securities Act del 1933 e nel prospetto. Il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto sono disponibili gratuitamente presso le sedi dei soggetti collocatori nonché sul sito internet ww w.amundi.it. Una sintesi delle informazioni sui diritti degIi investitori e sui meccanismi di ricorso collettivo è reperibile in lingua inglese al seguente link: https://about.amundi.com. La società di gestione può decidere di ritirare la noti fi ca delle disposizioni adottate per la commercializzazione di quote, anche, se del caso, in relazione a categorie di azioni, in uno Stato membro rispetto alle quali aveva |
Un grande passo per i tuoi investimenti e per la transizione energetica.
Vontobel punta sui Pac
Vontobel AM ha lanciato una campagna a favore dei clienti retail sui piani di accumulo in cui l’asset manager si farà carico dei costi amministrativi di attivazione dei Pac sottoscritti dal 1 gennaio al 31 dicembre 2023, su tutti i comparti.
Obiettivi Esg
Con l’impegno a raggiungere il Net Zero come azienda e investitore entro il 2050, per favorire la transizione verso un mondo più sostenibile, Axa IM ha incluso gli obiettivi Esg nella remunerazione dei suoi senior executive.
Coinbase in perdita Coinbase, uno dei maggiori exchange di criptovalute, ha registrato una perdita di 2,62 miliardi di dollari nel quarto trimestre del 2022, dovuta a una svalutazione. Lo riportano gli esperti di Cryptonomist.ch.
Titoli a sconto
“Le attuali valutazioni delle società a minore capitalizzazione quotate sul listino di Piazza Affari non trovano giustificazione nei fondamentali e nelle prospettive aziendali”. Lo affermano gli strategist di Pharus.
Scopri benefici e vantaggi dei piani di risparmio a lungo termine, ideali per accrescere il proprio patrimonio in modo graduale nel tempo.
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AD USO ESCLUSIVO DEI CLIENTI PROFESSIONALI. Il valore degli investimenti e il reddito da essi generato possono aumentare o diminuire e l’investitore potrebbe non recuperare l’importo investito.
La presente comunicazione di marketing è pubblicata da MSIM Fund Management (Ireland) Limited. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è regolamentata dalla Banca centrale d’Irlanda. MSIM Fund Management (Ireland) Limited è costituita in Irlanda come società privata con numero di registrazione 616661 e ha sede legale presso The Observatory, 7-11 Sir John Rogerson’s Quay, Dublin 2, D02 VC42, Irlanda.
Italia: MSIM FMIL (Sede Secondaria di Milano), Palazzo Serbelloni Corso Venezia, 16 20121 Milano, Italia.
Moneyfarm ha ampliato le sue partnership nel segmento B2B2C con il lancio di “&me”, soluzione d’investimento digitale sviluppata per la clientela nel Regno Unito. L’iniziativa arriva dopo l’ingresso di M&G nel capitale sociale.
“Un tira e molla delle banche centrali rispetto all’inflazione. Le aziende trasferiscono i prezzi sui consumatori, mettendo alla prova l’elasticità e intaccando i risparmi accumulati con il Covid”. Christophe Nagy (Comgest).
“Il mercato Usa resta complesso. Il pendolo del risk off si è spostato troppo in là per le società più piccole, ma il 2023 potrebbe essere un momento opportuno per puntare sulle società più piccole”. Curt Organt (T. Rowe Price).
Cripto
“Per il Fondo monetario internazionale si dovrebbe fare di più per regolamentare il mondo crypto. Il loro divieto non dovrebbe essere escluso se queste mettono a rischio la stabilità finanziaria”. Kristalina Georgieva (Fmi).
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Obbligazionari,
“Il 2023 dovrebbe essere un buon anno per i fondi d’investimento obbligazionari. È meno chiaro come si svilupperà la domanda di fondi azionari nei prossimi mesi, date le restanti incertezze globali”. Bernard Delbecque (Efama).
Perdite in salsa elvetica
La Banca nazionale svizzera ha confermato che ha accusato una perdita di 132,5 miliardi di franchi (2022), dopo aver registrato un utile di 26,3 miliardi (2021), come riportato dal sito web della Rsi. Niente dividendo per gli azionisti.
EVENTS / NEWSLETTER / WEB/ SOCIAL / PODCAST / TV
Mercati
“I mercati pensano che sia possibile evitare una recessione. L’inflazione in calo favorirebbe una svolta accomodante sul fronte monetario. I listini paiono ignorare i rischi geopolitici”. Hans-Jörg Naumer (AllianzGI).
“Nel 2023 gli investitori si concentreranno sulle prospettive degli utili e sulla resilienza degli utili societari a fronte del rallentamento dell’attività economica e delle pressioni inflazionistiche”. Antonio Tognoli (Cfo Sim).
MAGAZINE / EXPERIENCES / EVENTS / WEB / NEWSLETTER / SOCIAL
BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.
Il Green Program è un programma speciale che UniCredit Start Lab ha dedicato alle startup e scale-up protagoniste dell’innovazione green. In una serie di 5 video vanno in scena confronti con i founder delle imprese, per raccontare le loro strategie.
Vanguard presenta #lifeatvanguard, una visita virtuale all’interno del gruppo, dove i clienti potranno vedere in che modo si raggiungono gli obiettivi attraverso il lavoro come singoli, come team e come azienda, per offrire agli investitori il meglio.
“Migliaia di bambini sono stati colpiti dai devastanti terremoti. All’indomani di questa crisi, c’è urgente bisogno di aiuti umanitari. Ecco perché abbiamo dato un contributo all’Unicef Deutschland”. Recita così il post pubblicato su Facebook da Allianz
“L’inizio di tutte le possibilità è credere in te stesso”. L’attaccante della nazionale americana di calcio femminile, Ashley Hatch, parla di come il gioco sul campo può ispirare le prossime generazioni, in relazione alla #SheBelievesCup di Deloitte
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Solo per investitori professionali. Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita di capitale. Nessuna strategia d’investimento o tecnica di gestione del rischio può garantire un rendimento sicuro o eliminare i rischi, in qualsiasi contesto di mercato.
*PFI è l'11° gestore più grande al mondo in termini di asset istituzionali gestiti a livello mondiale secondo P & I Top Money Managers pubblicato nel giugno 2022. Dati AuM aggiornati al 31.12.2022, secondo le stime della società e soggetti a variazioni. Questo materiale è a puro scopo informativo ed educativo.
(1)Rappresenta l'esperienza di gestione patrimoniale di PFI attraverso PGIM, le sue affiliate e i suoi predecessori. Un ciclo di mercato si identifica nelle fluttuazioni dell'economia tra fasi di crescita e di recessione. Per ulteriori informazioni relative ai cicli di mercato visitare: www.nber.org/cycles.
PGIM è la principale attività di gestione patrimoniale di Prudential Financial, Inc. (PFI) e nome commerciale di PGIM, Inc. e delle sue filiali globali. Nello Spazio economico europeo ("SEE"), le informazioni sono emesse da PGIM Netherlands B.V. con sede legale: Gustav Mahlerlaan 1212, 1081 LA Amsterdam, Paesi Bassi. PGIM Netherlands B.V. è autorizzata dall'Autoriteit Financiële Markten ("AFM") nei Paesi Bassi (numero di registrazione 15003620) e opera sulla base di un passaporto europeo. In alcuni paesi del SEE, le informazioni sono, ove consentito, presentate da PGIM Limited in base a disposizioni, esenzioni o licenze disponibili a PGIM Limited in base ad accordi di autorizzazione temporanea a seguito dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Questi materiali sono emessi da PGIM Limited e/o PGIM Netherlands B.V. a persone che sono clienti professionali come definito dalle regole della FCA e/o a persone che sono clienti professionali come definito nella pertinente attuazione locale della Direttiva 2014/65/UE (MiFID II).
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* Rendimenti antecedenti 2018: 2017 -3,3% – 2016 +7,5% – 2015 +5,1% – 2014 +5,4% – 2013 +3,7% – 2012 +8,2%.
I Rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Fonte dati: Morningstar.
Il presente documento di marketing è stato redatto da Azimut Capital Management SGR S.p.A., società facente parte del Gruppo Azimut, anche in qualità di distributore dei fondi di Azimut Investments SA, sotto la propria esclusiva responsabilità a scopo promozionale e informativo. Prima di adottare qualsiasi decisione di investimento, è necessario leggere il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (il “KID”), e il modulo di sottoscrizione, così come il Regolamento di gestione. Per valutare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze personali, si consiglia di rivolgersi al proprio consulente finanziario. I destinatari del presente messaggio si assumono piena ed assoluta responsabilità per l’utilizzo dei dati, le informazioni e le opinioni contenuti nonché per le scelte di investimento eventualmente effettuate sulla base dello stesso in quanto l’eventuale utilizzo come supporto di scelte di operazioni di investimento non è consentito ed è a completo rischio dell’utente. La partecipazione ad un OICR comporta dei rischi connessi alle possibili variazioni di valore delle quote, che a loro volta risentono delle oscillazioni del valore degli strumenti finanziari in cui vengono investite le risorse dell’OICR.