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57GENNAIO2023 Mensile - Italia 5,00 euro - Prima immissione 27/01/2023 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 comma 1 LO/MI Paolo Paschetta / country head in Italia di Pictet Asset Management TOP&FLOP Fondi Mediolanum Flussi senza freni Esg, conti, esuberi BlackRock soffre CLASSIFICHE ASSOGESTIONI La top ten delle sgr in Italia nel 2022, i big dominano il mercato PICTET ASSET MANAGEMENT L’altro lato del presente

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NUOVO ANNO Regole chiare EDITORIAL

Col nuovo anno cambiano le regole in materia di informazioni-chiave che i fondi d’investimento devono fornire ai risparmiatori. Dal primo gennaio 2023, infatti, secondo le ultime modifiche al Regolamento Emittenti approvate dalla Consob in attuazione della disciplina comunitaria, il cosiddetto KID (Key Information Document), già adottato per i prodotti finanziario-assicurativi e per i Fia (Fondi di investimento alternativi) chiusi, rivolti agli investitori al dettaglio, varrà anche per le altre categorie di fondi, gli Oicvm (organismi di investimento collettivo in valori mobiliari) e i Fia aperti destinati alla clientela al dettaglio. Fino a tutto lo scorso anno, invece, Oicvm e Fia aperti hanno utilizzato un altro schema di documento informativo sintetico, il cosiddetto KIID (Key Investor Information Document), come prescritto dalle disposizioni Ue di settore.

Con il 2023 vengono così uniformate le regole sui documenti informativi sintetici, quelli che in poche pagine descrivono le caratteristiche dei prodotti finanziari offerti, come per esempio la durata, il rendimento e il grado di rischio. Dal 2023, quindi, tutti i tipi di Priips (Packaged Retail and Insurance-based Investment Products), cioè i prodotti finanziari ibridi di natura finanziario-assicurativa, rivolti alla clientela al dettaglio, saranno accompagnati da informazioni-chiave presentate secondo lo stesso modello. Fanno eccezione le offerte di fondi Oicvm rivolte agli investitori non al dettaglio (i cosiddetti investitori “qualificati”, come per esempio banche e imprese d’investimento), per le quali i gestori potranno scegliere tra KID e KIID. La modifica al comma 2 dell’art. 19 consiste nell’estendere anche alle informazioni contenute nel KID la disciplina relativa alle variazioni delle informazioni presenti nel KIID non comunicate ai sensi della regolamentazione della Banca d’Italia, che devono essere rese note ai partecipanti contestualmente alla comunicazione dei dati periodici aggiornati di cui alla parte II del prospetto, entro il mese di febbraio di ciascun anno. Assogestioni aveva chiesto di circoscrivere le variazioni delle informazioni contenute nel KID a quelle significative, al fine di evitare la comunicazione di tutte le variazioni relative all’informativa sui costi e sugli scenari di rendimento. Ma Consob non ha accolto l’osservazione. Al riguardo, ha detto, “si rappresenta, infatti, che l’informativa relativa ai costi e agli scenari di rendimento risulta significativa nella prospettiva dell’investitore esistente per decidere se procedere a ulteriori sottoscrizioni ovvero a richiedere il rimborso”.

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Le informazioni chiave contenute nel modello KID dovranno essere indicate anche per gli Oicvm e i Fia aperti

anno 6 - numero 57 - gennaio 2023 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 24 del 31/01/2018

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57GENNAIO2023 Paolo Paschetta country head Italia Pictet Asset Management TOP&FLOP Fondi Mediolanum Flussi senza freni Esg conti esuberi BlackRock soffre CLASSIFICHE ASSOGESTIONI La top ten delle sgr in Italia nel 2022 i big dominano il mercato PICTET ASSET MANAGEMENT L’altro lato del presente Contents / GENNAIO / 2023 g 56
5 g 6 GESTIONI A PROVA DI CRISI Matteo Chiamenti 12 16 24 28 38 56 60 LA STAFFETTA DI AMUNDI Francesca Vercesi AL FIANCO DEI CONSULENTI Andrea Telara ARTIGIANI DEL RISPARMIO Antonio Bottillo C’È VALORE NELL’HI-TECH Riccardo Simone NFT IN STILE MUNDIAL Viola Sturaro NELLE MANI DELLO STRATEGIST Andrea Barzaghi UN GIGANTE TRA DUE FUOCHI Edoardo Blosi 6 28 60 24 42 48

ARTIGIANI DEL RISPARMIO

Perché è vincente il modello multi boutique nell’asset management

La spinta decisiva dalla segmentazione della clientela e dei mercati

Opinion distribuzione A cura
di Antonio Bottillo

Tra i modelli di business adottati dall’industria negli ultimi decenni sicuramente quello che ha riscosso maggior successo è il cosiddetto modello multi boutique. La nascita di nuovi prodotti, la segmentazione della clientela, le aree geografiche e i canali di vendita che emergevano all’inizio degli anni 2000 hanno fatto sì che il modello di business adottato per la maggiore dalle case prodotto che venivano gestite da unità verticalmente integrate cominciasse a manifestare problemi di diseconomie di scala, anche a seguito dell’emergere di troppe regole e procedure.

Fenomeno in espansione

La risposta fu l’adozione di modelli multi boutique, dal 2005 in poi. Ancora oggi, il fenomeno risulta in espansione e a oggi si può dire che per circa il 50% (in netto calo dal 90% degli inizi del 2000), le case di gestione sono gestite attraverso un sistema integrato e centralizzato e per il resto attraverso un modello multi boutique. Alcune prevedono totale indipendenza con propri profitti e perdite e altri condividono servizi di supporto e di controllo/risk management con la holding, casa madre. Il concetto di multi boutique esalta la natura artigianale della gestione attiva, quella delle high conviction. Una caratteristica che si trova in linea con le necessità attuali del mercato che esprime, date le notevoli variabili che contribuiscono alla visione di uno scenario fortemente disruptive, la necessità di una gestione attiva. Infatti in tale scenario sarà inevitabile che vi saranno vincitori e vinti in termini

di società, settori e aree geografiche e quindi è richiesta una maggiore attività di analisi e selezione e non semplicemente indicizzata. L’attuale scenario prevederebbe anche il ritorno ad una maggiore adozione di modelli discrezionali verso i modelli di advisor recentemente sviluppati per una maggiore aderenza alla personalizzazione: e questa è la vera sfida del futuro. Inoltre la natura artigianale e indipendente è intrinsecamente non scalabile oltre una certa soglia alla quale i costi crescono più velocemente delle entrate in termini percentuali.

Sinergie e partnership

La distribuzione in Italia che ha conseguito risultati che a livello europeo ci invidiano tutti, conscia delle sfide di contrazione di revenues e necessità di eccellenza del servizio, guarda a sinergie e partnership con selezionati produttori. L’attuale situazione prevede un accorciamento della catena del valore: non nel senso di disintermediazione dei tradizionali canali di distribuzione, ma nella direzione di offrire un’esperienza digitale all’investitore. La scommessa consisterà nella capacità di coniugare e mettere al servizio l’indipendenza e il carattere di imprenditorialità (dell’artigianalità della gestione fortemente attiva) al servizio dell’investitore.

Questo si traduce e si sviluppa nella capacità per coloro che hanno adottato un modello di business multi boutique di percorrere quella sottile linea tra il ruolo di controllo della centrale e lo spirito imprenditoriale delle boutique.

Il tutto con la necessaria flessibilità di procedere alla formulazione di un’offerta che contiene le caratteristiche di quelle performance centralizzate che il sistema multi boutique non sembra ancora oggi prevedere. Si tratta non di performance di portafoglio, ma di performance di servizi integrati fra le varie boutique da rendere fruibili al distributore attraverso un unico accesso. Un elemento, quest’ultimo, che il sistema multi boutique non sembra ancora prevedere appieno ma sul quale i grandi player del settore stanno concentrando i propri sforzi nell’intento di realizzare un’emancipazione del modello di business e conquistare ulteriori fette di mercato.

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C’è la necessità di coniugare tra loro e mettere al servizio degli investitori l’indipendenza con l’imprenditorialità

eSport in stile Esg

VanEck ha sostituito l’indice seguito dal VanEck Video Gaming and eSports Ucits Etf per integrare i criteri Esg nel proprio processo d’investimento con il nuovo MarketVector™ Global Video Gaming & eSports Esg Index. L’Etf offre agli investitori l’opportunità di seguire la performance delle società che operano nel settore dei videogiochi o degli eSport. L’indice prevede una selezione secondo criteri Esg, con l’esclusione delle società incorse in violazioni delle norme sociali.

Pir in chiaroscuro

La raccolta netta dei Piani individuali di risparmio alternativi è stata resiliente, con flussi netti positivi per 14,5 milioni di euro nel terzo trimestre del 2022 (250,7 milioni di euro da inizio anno), mentre i Pir ordinari hanno registrato deflussi netti per 330,3 milioni.

Azimut nell’edutech

Azimut Eltif - Venture Capital Alicrowd ha investito nella startup edutech Tootor, piattaforma di e-learning in streaming per il settore odontoiatrico ideata da Davide Maria Battaglia e Alessandra Grohovaz. L’obiettivo è colmare le lacune dei neolaureati.

g Facts/1 news del mese

Il mattone di M&G

M&G Real Estate ha ampliato la propria capacità nel comparto residenziale con il lancio del fondo M&G European Living Property. Fornirà agli investitori rendimenti adeguati al rischio investendo in studentati, abitazioni e residenze per anziani.

Portafoglio multi-settore

Capital Group ha lanciato Capital Group Multi-Sector Income Fund attraverso una partnership di distribuzione esclusiva con Ubs Global Wealth Management per gli investitori in Europa e Asia. Il fondo combina quattro settori chiave del reddito fisso con caratteristiche distintive (obbligazioni societarie investment-grade e ad alto rendimento, obbligazioni dei mercati emergenti e credito cartolarizzato) in un unico portafoglio.

Xtrackers per gli emergenti

Dws ha quotato su Borsa Italiana un nuovo Etf Xtrackers basato sui mercati azionari emergenti, con un’attenzione particolare alle caratteristiche ambientali, sociali e di governance e allineato agli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi del 2015.

Facts/2 news del mese g
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AM
A cura di Andrea Telara Paolo Paschetta / country head in Italia di Pictet Asset Management

Al fianco dei consulenti

Paschetta (Pictet AM): “Così ascoltiamo e supportiamo i distributori”

stato un anno complesso ma foriero di soddisfazioni”. Così descrive il 2022 Paolo Paschetta, country head in Italia di Pictet Asset Management, che in questa intervista espone la view della casa di gestione sui mercati, parla delle sfide del 2023 e delle iniziative a favore dei consulenti finanziari.

Il 2022 sarà ricordato come uno più complessi degli ultimi 70 anni. Qual è il vostro bilancio?

Il 2022 è stato un anno complesso sotto molteplici aspetti, non soltanto finanziari. È stato l’anno della guerra in Ucraina, evento che ha profondamente destabilizzato le nostre comunità, generando tuttavia una forte accelerazione della transizione energetica; l’anno del ritorno dell’inflazione, che ha posto fine a oltre un decennio di politiche monetarie ultra-espansive; l’anno della tempesta perfetta per i portafogli, a causa del venir meno della correlazione inversa tra equity e bond, che ha vanificato gli sforzi di diversificazione nei portafogli bilanciati. Per Pictet Asset Management, il 2022 è stato un anno complesso, ma foriero di soddisfazioni. Nonostante le molteplici difficoltà, siamo riusciti a posizionarci come primo asset manager estero in Italia per nuovi investimenti, con una raccolta da inizio anno pari a circa 1 miliardo di euro. Con più di 40 miliardi di euro di asset under management e con un team di oltre 30 professionisti, Pictet Asset Management si conferma uno dei più grandi asset manager esteri in Italia. Grazie alle nostre specializzazioni abbiamo consolidato la nostra attività di subadvisory, che conta oggi 28 soluzioni d’investimento per circa 5 miliardi di euro in mandati in delega. Centrale nel nostro approccio è stata l’attenzione alla qualità del servizio, che contraddistingue da sempre la nostra relazione con i clienti: lo scorso anno, solo in Italia, abbiamo organizzato oltre 720 incontri di formazione per professionisti e clienti finali, 38 tappe di roadshow, 17 eventi digitali a cui hanno assistito oltre 18mila partecipanti.

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“È continua a pag. 14 > Fondazione 23 luglio 1805 Aum in Italia 40+ miliardi di euro Divisione asset management Pictet Asset Management Sede centrale Ginevra (Svizzera)

Cosa ha insegnato questa fase?

Il 2022 è stato l’anno spartiacque tra un decennio e più di politiche monetarie ultra accomodanti e la fase di ritorno alla normalità successiva alla pandemia. La spirale delle crisi che si è innescata in poco più di dodici mesi ha spinto molti investitori a utilizzare più la pancia che la testa nelle proprie decisioni d’investimento. I risparmiatori sono stati disorientati dal perdurare delle complessità del mercato. Ora il mondo si trova in una nuova fase: quella della ricostruzione. La capacità di discernere con chiarezza il contesto di riferimento rappresenta la principale arma per non farsi trascinare dalle emozioni. È dunque fondamentale guardare con attenzione a “l’altro lato del presente”: numerosi indicatori globali (dai livelli di povertà, al tasso di scolarizzazione di base, alla mortalità infantile, alla diffusione di forme di democrazia) indicano che stiamo vivendo la migliore delle epoche per la nostra umanità, anche se spesso il breve termine ci suggerisce il contrario. Vogliamo quindi iniziare il nuovo anno con una ricetta di quattro elementi: semplicità, lungo termine, metodo e obiettivi.

Qual è la vostra view di mercato per la prima metà del 2023 e su quali strategie puntare?

In questo inizio di 2023 continuiamo a essere cauti sul mercato azionario e a preferire il comparto obbligazionario. Anni di liquidità in eccesso, tassi a zero e rendimenti negativi hanno forzato gli investitori a ricercare sul mercato soluzioni complesse, strutturate e talvolta esotiche

alla ricerca di rendimento. Il 2022 è stato in tal senso il peggior anno della storia a memoria d’uomo, con portafogli bilanciati equity/bond che hanno registrato performance analogamente negative, indipendentemente dall’esposizione al rischio. Il ritorno della normalizzazione sul fronte delle correlazioni permette di tornare alla semplicità, primo ingrediente della ricetta 2023, investendo in obbligazioni. I bond europei a breve termine offrono oggi un interessante compromesso tra rendimenti a scadenza ed esposizione al rischio. Pictet Asset Management vanta un’ampia gamma di soluzioni che spaziano da duration inferiori ai 6 mesi (Pictet-Ultra Short-Term Bonds EUR) a soluzioni focalizzate sulla parte breve della curva del credito ad alto rendimento europeo (Pictet-EUR ShortTerm High Yield). Sul fronte azionario, nonostante siano ancora possibili delle sorprese negative lato utili, riteniamo che dopo la correzione del 2022 i multipli siano ora più interessanti. Alle valutazioni attuali, decidere di adottare e mantenere soluzioni tematiche sarà premiante nei prossimi anni. Il terzo ingrediente per arginare i condizionamenti di breve è il

metodo, perseguibile attraverso i piani di accumulo (Pac) in grado di limitare il rischio di market timing tramite ingressi programmati nel tempo, che notoriamente ben si sposano con l’approccio tematico. A questo fa seguito il quarto ingrediente, la definizione di obiettivi chiari e raggiungibili, realizzabili tramite strumenti in grado di fornire delle certezze: un esempio è dato dai comparti a distribuzione mensile.

Che sfide vedete per il 2023?

Il 2023 si prospetta un anno impegnativo per tutta l’industria finanziaria. Il campo di gioco è certamente cambiato rispetto agli scorsi anni: il ritorno di rendimenti attraenti sui governativi domestici potrebbe invogliare gli investitori privati a un ritorno al fai da te; al contempo, gli investitori potrebbero ridurre l’interesse per gli investimenti in private markets che rimangono invece un’area a grande valore aggiunto, soprattutto in un’ottica di lungo periodo. Sul fronte azionario, inoltre, potremmo ancora assistere a episodi di volatilità. Riteniamo però che un contesto di mercato più difficile e competitivo valorizzi maggiormente le economie di scala e quindi gli asset

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I soci del gruppo Pictet

manager più consolidati. I distributori stanno razionalizzando ulteriormente la loro gamma di offerta, ottimizzando il numero di partnership in essere, con un focus sui partner migliori, anche in termini di supporto e servizio.

Quali driver state mettendo in campo per i consulenti finanziari?

La risposta è racchiusa in queste parole: ascolto, vicinanza, supporto e affidabilità. Siamo stati tra i primi a raccontare, nel corso dei nostri roadshow, l’importanza e le tecniche di base per la costruzione di strategie di personal branding per i consulenti finanziari sui social media. Dall’ascolto deriva la capacità di adattare la “forma” alla necessità, impegnandoci a non inseguire le mode, ma a leggere il

domani alla luce delle forze strutturali che si intersecano con la nostra quotidianità. Il supporto e la vicinanza si concretizzano in tutti quelli che sono i nostri canali: un sito istituzionale, un blog di educazione finanziaria (Pictet per te), un canale YouTube aggiornato settimanalmente, una programmazione mensile di appuntamenti digitali con il team Commerciale e il team Advisory, un canale podcast e una presenza costante sui nostri social network, cui si aggiungono gli eventi in presenza. Infine, la fiducia, che abbiamo tradotto col termine affidabilità, che sottende a un rapporto diretto, trasparente e duraturo.

Siamo convinti che la sostenibilità vada di pari passo con un approccio collaborativo di lungo termine. Per noi Esg significa, infatti, responsabilità e integrità verso le generazioni presenti e quelle future. Abbiamo lanciato la prima strategia di natura ambientale, sociale e di governance best-in-class alla fine degli anni ’90. A oggi continuiamo a perseguire un tipo di capitalismo responsabile, certi che le considerazioni Esg possano aiutarci ad adottare decisioni d’investimento migliori a lungo termine. Il nostro obiettivo è creare un impatto positivo nel mondo attraverso un approccio responsabile agli investimenti e tramite una gestione che valorizzi tutte le parti interessate. Nel concreto, generiamo un impatto attraverso il dialogo e la collaborazione con le aziende in cui investiamo, conducendo la nostra attività di engagement e di azionariato attivo.

Quali iniziative state organizzando per i primi mesi di quest’anno?

Rispetto alla sostenibilità, quali sono gli sviluppi futuri?

Inaugureremo il nuovo anno con il nostro consueto Roadshow Invernale in 23 tappe dal titolo “Outlook 2023: l’altro lato del presente”. Oltre a parlare di scenari e soluzioni d’investimento, cercheremo di identificare e analizzare i principali bias di finanza comportamentale che condizionano il processo decisionale, per gestire al meglio l’emotività in momenti complessi. Abbiamo inoltre deciso di approfondire questo focus nella nostra terza serie di podcast con Federico Buffa, che ruoterà attorno ai tranelli della mente e a come operare scelte d’investimento scevre da trappole emotive.

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Headquarter del gruppo Pictet a Ginevra

La staffetta di Amundi

Un nuovo ceo per la sgr in Italia. Tagliabue alla presidenza

Cambiamenti ai vertici di Amundi in Italia. Il big player del risparmio gestito nazionale, primo in Europa e terzo nel nostro Paese alle spalle di Intesa Sanpaolo e Generali, ha infatti annunciato il 9 gennaio la nomina di Gabriele Tavazzani alla carica di amministratore delegato e direttore generale di Amundi Sgr. Nello stesso tempo Cinzia Tagliabue, che ha ricoperto la carica di chief executive officer della società dal 2017, è passata alla presidenza del consiglio di amministrazione. Tavazzani è un manager interno al gruppo, essendo stato ceo di Amundi Austria GmbH dal maggio 2020 e deputy ceo della medesima entità dal 2018.

Dal 2015 al 2018, prima di occuparsi delle attività sul mercato austriaco, Tavazzani è stato ceo, presidente del management board e cio di Amundi Polska TFI S.A., la società di gestione di Amundi in Polonia. In precedenza, dal 2009 al 2015, il manager è stato condirettore generale ed head of sales e marketing di Amundi Sgr. Ancora prima ha lavorato in Italia presso Credit Agricole Asset Management ricoprendo nel corso degli anni vari ruoli di crescente responsabilità. In particolare, Tavazzani lavora nel gruppo Crédit Agricole (che controlla Amundi) dal 1996 e vanta oltre 25 anni di esperienza nel settore finanziario sia in Italia che a livello internazionale.

IDENTIKIT DI UN BIG MONDIALE

I miliardi di euro di masse detenuti da Amundi

I milioni di clienti privati del gruppo a livello globale

I miliardi di asset di Amundi sul mercato italiano

I miliardi gestiti in Italia da Amundi in fondi aperti

I miliardi di masse in Italia nelle gestioni istituzionali

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Manager Gabriele
A cura di Francesca Vercesi
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La scelta è dunque ricaduta su un manager che conosce nel profondo il gruppo e le sue attività internazionali, soprattutto nel mondo del risparmio gestito. Un po’ diversa è invece la storia professionale di Tagliabue, una delle poche donne in posizioni apicali nell’asset management italiano. Lavora nel settore degli investimenti dal 1980 e la sua carriera infatti si è svolta per oltre 30 anni nei servizi finanziari con UniCredit

Ruoli apicali

Nel 2001 è entrata a far parte di Pioneer Investments, la società di gestione controllata dalla stessa UniCredit, le cui attività sono poi state acquisite da Amundi nel 2017. In particolare, in Pioneer Tagliabue ha ricoperto la carica di ceo in Italia ed head of Western Europe & Latin America. Oltre a svolgere questi incarichi, è stata anche consigliere di amministrazione di Capital Italia Sicav e di Aviva e oggi è presidente di Hope Sicaf e vicepresidente di Assogestioni. Dopo essere stata scelta da Amundi cinque anni fa per dirigere le attività

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Gabriele Tavazzani / amministratore delegato e direttore generale di Amundi Sgr

italiane subito dopo l’acquisizione di Pioneer, Tagliabue ha assunto nel tempo ruoli sempre più importanti nel gruppo, come deputy head of partner networks division e membro del general management committee per poi assumere la carica di head of international partner networks division a marzo 2022. L’Italia

è senza dubbio uno dei mercati-chiave per Amundi, che è il primo asset manager del Vecchio Continente ed è fra i primi 10 operatori a livello mondiale. Il gruppo propone ai suoi 100 milioni di clienti (privati, istituzionali e corporate) una gamma di soluzioni di risparmio e di investimento a 360 gradi, in gestione attiva e passiva, in asset tradizionali o reali ulteriormente arricchita da strumenti e servizi IT che coprono l’intera catena del valore del risparmio.

Leader in Europa

Controllata del gruppo Crédit Agricole, Amundi è quotata in Borsa e gestisce oggi asset under management pari a circa 1.900 miliardi di euro. A sud delle Alpi, il gruppo transpalpino gestisce 214 miliardi di euro circa, attraverso una rete di banche partner tra cui spicca un big player come UniCredit, che ha mantenuto un accordo commerciale dopo aver ceduto Pioneer. Il 2022 è stato un anno impegnativo per la società, vista la fase delicata attraversata dai mercati finanziari ma, tra gennaio e fine novembre (secondo i dati di Assogestioni) la raccolta netta nel nostro Paese è stata comunque positiva per oltre 3 miliardi di euro. Per quanto riguarda le masse sul mercato italiano, oltre 117 miliardi si concentrano sui fondi aperti mentre le gestioni per gli investitori istituzionali valgono 92 miliardi. Una quota residuale di oltre 4 miliardi di euro riguarda invece le gestioni di portafoglio retail.

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La scelta è ricaduta su un dirigente interno al gruppo e di lunga carriera
Cinzia Tagliabue / presidente di Amundi Sgr

Doppietta per Jupiter

Jupiter Asset Management

ha annunciato la nomina di Kiran

Nandra-Koehrer (1) come head of equities e Matthew Morgan (2) come head of fixed income. Questi ruoli porteranno una supervisione degli investimenti più mirata ed efficace, oltre a un supporto di investimento attivo.

Novità in MainStreet

MainStreet Partners continua a crescere con un nuovo ingresso: Stuart Cullinan (nella foto) è stato nominato recentemente chief technology officer e guiderà lo sviluppo tecnologico e strategico di Esgeverything.com, la piattaforma di dati Esg proprietaria di MainStreet Partners.

Buonomini in abrdn

Matteo Buonomini (nella foto) sostituirà Tommaso Tassi, approvato a Columbia Threadneedle, alla guida delle attività italiane di abrdn. Bonomini ha ricoperto in precedenza la carica di executive director Goldman Sachs e di sales manager in Fidelity.

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Comunicazione di marketing
classi di azioni. Il presente materiale è pubblicato da FIL Luxembourg) S.A., autorizzata e regolamentata dalla CSSF (Commission de Surveillance du Secteur Financier). CL21112103-2205

Due assi per MS

Morgan Stanley ha annunciato nelle scorse settimane che Emilio Greco (1) e Nicola Savoini (2) sono stati nominati co-head dell’investment banking di Morgan Stanley per l’Italia. Entrambi i professionisti vantano un’esperienza lavorativa più che ventennale nel settore dell’investment banking.

Gestori hi-tech

M&G Investments ha ingaggiato Jeffrey Lin e Thomas Lee, che vantano rispettivamente 32 e 25 anni di esperienza nel settore tecnologico. “Vediamo grande valore negli investimenti tematici sull’hi-tech”, ha commentato la chief investment officer Fabiana Fedeli (nella foto).

Carmignac si rafforza

Carmignac potenzia il team di investimento con la nomina di Lloyd McAllister (nella foto) a responsabile per l’investimento sostenibile. McAllister lascia Newton Investment Management, dove ha lavorato per quattro anni, da ultimo come responsabile della ricerca Esg.

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Italia: MSIM FMIL (Sede Secondaria di Milano), Palazzo Serbelloni Corso Venezia, 16 20121 Milano, Italia.

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Gestioni a prova di crisi

In un anno di fiacca per il risparmio gestito, Mediolanum è resiliente Nessun trimestre di flussi negativi per i fondi del gruppo di Basiglio

er il gruppo Mediolanum, il 2022 era stato da molti annunciato come l’anno della verità. Già, perché stiamo parlando del primo anno vissuto senza la carismatica, iconica e omnisciente figura di Ennio Doris, fondatore e demiurgo dell’azienda che ha sede in Basiglio, provincia di Milano. Se poi andiamo a sommare a questa mancanza, le innumerevoli incertezze macroeconomiche, geopolitiche e finanziarie che si sono accumulate nel corso dei mesi, lo scenario all’orizzonte per consulenti e gestori del gruppo non appariva certamente dei più rosei.

Previsioni smentite

Eppure la realtà dei fatti è talvolta capace di smentire con fermezza le previsioni

più scontate: il 2022 del risparmio gestito di Banca Mediolanum ha mostrato uno smalto invidiabile, degno appunto di una top story. Partendo dai numeri, quelli registrati da Assoreti, tra gennaio e dicembre 2022 la rete ha portato a casa una raccolta netta totale di 8,3 miliardi di euro, di cui ben 5,95 miliardi in prodotti di asset management. Stiamo parlando di un risultato che colloca la società in cima alla classifica assoluta del settore per

quanto riguarda gli afflussi in risparmio gestito. Cifre che si mostrano ancora più significative se si pensa che non sono così distanti da quelle raggiunte nel 2021 (6,6 miliardi di euro, n.d.r.) all’interno di un contesto di mercato decisamente differente e che ha visto nel 2022 una raccolta complessiva del settore in prodotti dell’asset management più che dimezzata rispetto a quanto portato a casa nel corso dell’anno precedente.

Capacità di adattarsi

D’altra parte sembra che Mediolanum faccia della capacità di esaltarsi nei momenti di difficoltà un proprio marchio di fabbrica; partendo dal 2008 con il caso Lehman Brothers, passando per la pandemia di Covid che ha colpito il nostro Paese a partire dal 2020, fino ad arrivare ai giorni nostri caratterizzati dal drammatico incedere della guerra in Ucraina e dall’esplosione dell’inflazione, il gruppo fondato da Doris ha sempre saputo ottenere in contesti complicati ottimi risultati sul fronte degli impieghi e della salvaguardia del portafoglio e del patrimonio della clientela.

Top Stor y raccolta A cura di Matteo Chiamenti g continua a pag. 26 >
P
Le masse complessive sono attorno a 60 miliardi, in settima posizione nella classifica nazionale

59,2

3

Furio Pietribiasi / chief executive officer di Mediolanum International Funds Limited ,7 I miliardi raccolti dai fondi tra gennaio e novembre I miliardi di euro di masse gestite da Mediolanum

A riprova di questa valutazione, nel 2022 il totale degli asset under management segnalato da Assogestioni e relativi al gruppo Mediolanum è diminuito solamente del 7% circa, quando il settore ha perso più del 14% del capitale in gestione. Nello steso tempo, la raccolta trimestrale non è mai stata negativa per l’asset management del gruppo che ruota attorno a Mediolanum International Funds guidata da Furio Pietribiasi e Mediolanum Gestione Fondi, il cui amministratore delegato è Lucio De Gasperis

Il ruolo della rete Ancora una volta quindi la sinergia tra le soluzioni d’investimento proposte dalle fabbriche prodotto e i professionisti della consulenza appartenenti al gruppo si è mostrata vincente, come ha avuto

modo di sottolineare di recente lo stesso Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum: “Chiudiamo il 2022 con flussi di raccolta netta pari a 8,3 miliardi. È un risultato”, spiega Doris, “senza dubbio prestigioso e che assume una valenza superiore in relazione al complesso contesto in cui è stato raggiunto. Inoltre, sul fronte del risparmio gestito ci confermiamo leader assoluti sfiorando i 6 miliardi di raccolta, a dimostrazione della nostra capacità di essere estremamente competitivi nel panorama bancario. Il nostro modello ha saputo rivelarsi sempre più attrattivo, con 168 mila nuovi clienti che nel corso del 2022 hanno scelto Banca Mediolanum. Considero quindi l’anno appena terminato un grande successo e con tutti i family banker siamo già al lavoro per replicare i traguardi e le soddisfazioni del 2022 con

l’entusiasmo e la determinazione che ci contraddistinguono”. Considerazioni alle quali hanno fatto da eco anche le parole di Stefano Volpato, direttore commerciale della società “Sono molto orgoglioso del lavoro straordinario fatto da ciascun professionista. È stato un anno oggettivamente complesso, per il conflitto russo-ucraino, una crisi energetica che ha messo sotto pressione imprese e famiglie, una pandemia di cui ancora non si conoscono gli sviluppi e un’inflazione che è tornata ai livelli di 40 anni fa. Un anno già particolare di suo, il primo senza il nostro fondatore. Eppure”, conclude Volpato, “nonostante queste premesse, i nostri family banker hanno dimostrato lucidità e presenza, hanno preso per mano i nostri clienti e li hanno aiutati a mantenere l’attenzione focalizzata sui loro bisogni e progetti di vita”.

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La sede di Mediolanum International Funds Limited a Dublino
A
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Flop Stor y Esg
cura di Edoardo Blosi
8.5
I trilioni di dollari gestiti da BlackRock nel mondo 90 I miliardi di euro gestiti sul mercato italiano Laurence Douglas “Larry” Fink / chief executive officer di BlackRock

1

Un gigante tra due fuochi

Attacchi concentrici contro BlackRock

Ecologisti e repubblicani lo bersagliano

Ggestito ma che, nel caso di BlackRock, fanno discutere. Per quale ragione? Da un lato c’è chi, come alcuni stati americani a guida repubblicana, accusa il colosso dell’asset management di adottare principi d’investimento sbagliati, proprio perché troppo condizionati dall’ideologia green. Dall’altro lato, c’è chi accusa invece BlackRock di fare della sostenibilità uno specchietto per le allodole, di usarla come marchio di facciata senza rispettare realmente i principi Esg.

Richiesta di dimissioni

A pensarla così è per esempio il fondo Bluebell Capital Partners che nel dicembre scorso ha chiesto addirittura al gruppo statunitense di sostituire il suo ceo Laurence Douglas “Larry” Fink, colpevole di non aver saputo

li ambientalisti e il fondo Bluebell da una parte, gli stati repubblicani più conservatori dall’altra. Sono i due fronti da cui sono partiti negli ultimi mesi gli attacchi a BlackRock, leader mondiale del risparmio gestito che da tempo è impegnato nel sostenere la bontà degli investimenti Esg, cioè rispettosi dell’ambiente, della responsabilità sociale e della trasparenza della governance. Si tratta di temi che ormai stanno raccogliendo sempre più consensi nell’industria mondiale del risparmio continua a pag. 30 >

29 g
.700
Le persone che lavorano per i clienti del gruppo

spostare sul serio i portafogli del gruppo verso un’economia libera dalla dipendenza dagli idrocarburi. In altre parole, concordando anche con alcune associazioni ambientaliste più radicali, Bluebell ritiene che la linea seguita da Fink esponga BlackRock al rischio di essere accusata di greenwashing, cioè di fare un ecologismo di facciata, mentre continua a essere azionista di importanti società che trasportano il gas liquefatto o di grandi compagnie petrolifere come ExxonMobil e ConocoPhillips. La presa di posizione di Bluebell nei confronti della società guidata da Fink non è certo l’unica di rilievo assunta nelle società quotate in borsa da questo fondo, che in BlackRock ha una partecipazione da prefisso telefonico, attorno allo 0,01%.

Si tratta di una “manciata” di titoli, sufficiente però per far sentire la voce di Bluebell come azionista, dopo che il fondo ha già punzecchiato (per svariati motivi) i vertici di diverse altre grandi aziende internazionali, da Richemont a Glencore, da Vivendi a GlaxoSmithKline fino a Danone

Coppia di italiani

Bluebell Capital Partners è guidato da due italiani, Giuseppe Bivona e Marco

Taricco, e in passato non ha risparmiato neppure UniCredit, contestando la designazione alla presidenza di Pier

Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia nel governo Renzi, ritenendo che i suoi precedenti ruoli politici fossero potenziale fonte di un conflitto di interessi. Tornando a BlackRock, al coro di critiche sul fronte Esg si è aggiunto nel settembre scorso

TRIMESTRE CON ESUBERI

Utili e ricavi in calo ma sopra le attese degli analisti. Sono i risultati di BlackRock nel quarto trimestre 2022. Il gruppo ha annunciato anche 500 esuberi (meno del 3% del personale) dopo un anno nero per i mercati. Il profitto netto adjusted è stato di 8,93 dollari per azione (-18%) mentre gli analisti si attendevano 8,1 dollari. I ricavi sono stati pari a 4,34 miliardi (-15%) contro i 4,26 miliardi attesi dal mercato. Gli aum sono scesi del 18% attestandosi a 8,59 trilioni.

anche l’Office of Comptroller di New York City, Brad Lander. Si tratta di una figura manageriale che, nella Grande Mela, sovrintende alle finanze delle agenzie cittadine. Anche lui ha messo in dubbio il reale impegno contro i cambiamenti climatici di BlackRock (ma anche di altri grandi asset manager mondiali). Sul fronte opposto, è divenuta più nutrita invece anche la schiera di chi critica il colosso dell’asset management statunitense per ben altri motivi. Alcuni stati americani pensano infatti che l’impronta green di BlackRock e dei suoi concorrenti sia dannosa per le loro economie, basate in buona parte sulla produzione di gas, petrolio e di altri combustibili fossili. L’ultimo in ordine di tempo è stato il

Kentucky, il cui tesoriere Allison Ball ha pubblicato un elenco di 11 società finanziarie, tra cui BlackRock, impegnate in “boicottaggi di società energetiche”. Prima ancora, la Virginia occidentale aveva vietato agli enti statali di avere rapporti economici con il colosso guidato da Fink (assieme a J.P. Morgan, Goldman Sachs e Morgan Stanley), proprio per contestare la sua politica di sostenibilità. Sulla stessa lunghezza d’onda si è mosso il Texas. Anche questo stato americano, centro dell’industria petrolifera a stelle e strisce, ha puntato il dito contro le strategie Esg delle banche e dei player del risparmio gestito, senza escludere ovviamente il numero uno BlackRock.

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Esposizione a fattori azionari Value, Momentum e Quality

I fondi restano a galla

A novembre flussi positivi per il risparmio gestito italiano Gli obbligazionari in affanno, nuovo sprint degli azionari

2.260 miliardi di euro

Il patrimonio del risparmio gestito italiano al 30 novembre

268 milioni di euro

La raccolta delle sgr nel mese di novembre 2022

Numbers/1 Assogestioni A cura di Alessio Grassi g

Nel mese di novembre 2022 il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito si è attestato a 2.260 miliardi di euro. A influire positivamente sulle masse è stato principalmente l’effetto mercato positivo, quantificato dall’Ufficio Studi Assogestioni in +2,4%. La raccolta netta è stata pari a +268 milioni di euro nel mese. Inversione di marcia per i fondi aperti che sono tornati in territorio positivo, raccogliendo 231 milioni di euro nel mese. In particolare, i dati hanno confermato il continuo interesse dei sottoscrittori per i prodotti azionari, che hanno registrato afflussi netti pari a 1,63 miliardi di euro. Allo stesso tempo, si sono affievoliti i deflussi dai comparti obbligazionario e bilanciato, pari rispettivamente a 216 e 379 milioni di euro. Sostanzialmente invariato il quadro sui fondi chiusi che, a novembre 2022, hanno raccolto 640 milioni di euro, portando il dato complessivo di raccolta delle gestioni collettive a +870 milioni, per un patrimonio di 1.180 miliardi. I mandati istituzionali hanno visto una raccolta negativa pari a 1,58 miliardi di euro nel mese, mentre quelli retail hanno registrato afflussi netti per 987 milioni di euro.

CLASSIFICA DELLA RACCOLTA A NOVEMBRE 2022 Generali 450 milioni 5 33 g
Poste Italiane 1,01 miliardi 1 Intesa Sanpaolo 786 milioni 2 Mediolanum 519 milioni 3 Gruppo Bper
milioni 4
481

Dieci big oltre l’ostacolo

La raccolta frena ma tiene. Ecco com’è andato il 2022 per i leader

Ancora non sono diffusi i dati definitivi di dicembre e saranno disponibili quando il numero di questo magazine sarà in stampa. Ma il trend è già ben delineato da tempo. Per il risparmio gestito italiano, il 2022 non è stato certo un anno da incorniciare. La raccolta nel complesso ha retto ma i ribassi dei mercati finanziari, conseguenti alla guerra in Ucraina e alla nuova politica finanziaria delle banche centrali, hanno indubbiamente frenato i flussi a favore delle sgr, soprattutto nel secondo trimestre. A partire da giugno, c’è stata però indubbiamente una ripresa.

Le statistiche di Assogestioni, aggiornate al 30 novembre, attestano per le sgr attive in Italia una raccolta complessiva di 8,6 miliardi in 11 mesi. Si tratta di un dato positivo, visto il contesto difficile, anche se è ben poco rispetto ai quasi 84 miliardi raccolti nello stesso periodo del 2021.

Fondi aperti in forma

L’anno che si è da poco concluso è stato comunque buono per i fondi aperti che, sempre tra gennaio e novembre, hanno registrato flussi netti complessivi per oltre

8 miliardi di euro.

Numbers/2 Assogestioni A cura di Matilde Balestra g

Tale risultato fa il paio con gli oltre 5 miliardi di flussi netti destinati ai fondi chiusi. Negativo invece il bilancio per le gestioni di portafoglio: quelle retail hanno avuto una raccolta netta di 6,4 miliardi di euro mentre quelle istituzionali presentano un segno meno per ben 11 miliardi.

La Caporetto degli obbligazionari

A livello di singole categorie di fondi aperti, il periodo gennaio-novembre del 2022 ha visto una vera e propria Caporetto per i prodotti obbligazionari, la cui raccolta è stata negativa per 17 miliardi di euro, controbilanciata da un risultato positivo di ben 19 miliardi messo a segno invece dai fondi azionari. Segno più per 4,7 miliardi di euro in 11 mesi anche per i bilanciati. Per quanto riguarda gli assetti di mercato, il settore dell’asset management nazionale è popolato da molti player anche se i big detengono quote di patrimonio largamente maggioritarie.

Nello specifico, il gruppo Intesa Sanpaolo (con le controllate Eurizon e Fideuram), è leader con masse complessive di oltre 492 miliardi di euro e una quota di mercato del 22,6%. In seconda posizione si piazza il gruppo Generali con asset under management di circa 450 miliardi e una market share del 20% circa. Terza forza dell’industria italiana del risparmio gestito è il gruppo francese Amundi (che a livello europeo è leader) con un patrimonio in gestione di quasi 214 miliardi di euro e una quota di mercato del 9,8%. Nel complesso, i 3 big controllano da soli oltre il 52% delle masse di tutto il settore. Non trascurabili, però, le posizioni conquistate dagli altri player inclusi nella top 10. In quarta posizione c’è Anima, con un patrimonio gestito di 183 miliardi e una quota di mercato dell’8,4%. Segue il gruppo Poste Italiane con circa 100 miliardi di euro in

LA TOP TEN DELL’ASSET MANAGEMENT ITALIANO

35 g
DATI IN MILIONI DI EURO INTESA SANPAOLO 1 Periodo Raccolta 1° trimestre 3.028 2° trimestre -4.679 3° trimestre 422 Ott 2022 358 Nov 2022 786 Totale -84,90 GENERALI
Periodo Raccolta 1° trimestre 2.289 2° trimestre -3.917 3° trimestre -1.071 Ott 2022 1.242 Nov 2022 451 Totale -1.007 continua a pag. 36 >
2
I primi tre player controllano da soli una quota del 52% del risparmio gestito nazionale Il gruppo Intesa Sanpaolo resta leader, seguito a ruota da Generali Amundi è terza

gestione e una market share del 4,6%. Primo gruppo straniero nella classifica di Assogestioni aggiornata a fine novembre 2022 è il colosso statunitense BlackRock, che in Italia detiene asset under management per quasi 90 miliardi di euro (quota di mercato del 4% circa). Chiudono la top ten un gruppo italiano e tre stranieri. Si tratta nell’ordine di Mediolanum (con ben 3,7 miliardi di raccolta annuale e quasi 60 miliardi di euro di masse), Allianz (che gestisce oltre 47 miliardi e ha una quota di mercato del 2,4%), J.P. Morgan AM (con un patrimonio di quasi 45 miliardi di euro e una market share del 2,1%) e Morgan Stanley IM (che detiene masse per più di 44 miliardi, corrispondenti a circa il 2% del mercato). Il 2022 è stato anche un anno non brillante per i flussi dei Pir (Piani individuali di risparmio), anche se bisognerà attendere le statistiche sugli ultimi tre mesi dell’anno per tirare un bilancio definitivo. Secondo i dati ufficiali

di Assogestioni, nel terzo trimestre di quest’anno i fondi Pir ordinari hanno registrato una raccolta netta negativa per 330,3 milioni di euro, in peggioramento rispetto ai -195,6 milioni del secondo quarter e dei +160,2 milioni del primo trimestre. La raccolta netta totale nei primi nove mesi del 2022 è stata negativa per 365,6 milioni a causa delle continue

incertezze geopolitiche e volatilità sui mercati. Secondo le stime de Il Sole24 Ore, la raccolta netta dei fondi Pir ordinari a ottobre è stata ancora negativa per -92,1 milioni. Includendo ottobre, il saldo dei primi 10 mesi del 2022 è dunque di -422 milioni. Per quanto riguarda i Pir alternativi, la raccolta netta è stata positiva per +14,5 milioni, rispetto ai

LA TOP TEN DELL’ASSET MANAGEMENT ITALIANO

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ITALIANE
Periodo Raccolta 1° trimestre -5.346 2° trimestre 1.353 3° trimestre 703 Ott 2022 1.178 Nov 2022 1.015 Totale -1.098 ANIMA 4 Periodo Raccolta 1° trimestre 592 2° trimestre 387 3° trimestre 41 Ott 2022 346 Nov 2022 272 Totale 1.637 BLACKROCK 6 Periodo Raccolta 1° trimestre 1.709 2° trimestre -329 3° trimestre -632 Ott 2022 n.d. Nov 2022 n.d. Totale n.d. AMUNDI
Periodo Raccolta 1° trimestre 2.690 2° trimestre -379 3° trimestre 796 Ott 2022 73 Nov 2022 -42 Totale 3.138
POSTE
5
3
IN MILIONI DI EURO
DATI

+152,7 milioni del secondo quarter e dei +83,4 milioni del primo trimestte. La raccolta netta totale nei primi nove mesi del 2022 è stata pari a +250,7 milioni. Gli aum totali promossi dai 13 fondi Pir alternativi erano pari in autunno a 1,45 miliardi. Il patrimonio complessivo, censito sulla base di 64 Pir ordinari e 13 alternativi, risulta pari complessivamente

a 17,9 miliardi di euro. Nel periodo 2023-25 gli analisti di Equita stimano una raccolta netta di circa 1,5 miliardi di euro (di cui circa 500 milioni nel 2023).

Crescita quinquennale

Per i Pir alternativi l’attesa è di 1015 miliardi di masse in cinque anni.

“Nonostante l’incertezza di breve,

continuiamo a ritenere che i Piani individuali di risparmio, sia tradizionali che alternativi, siano degli ottimi strumenti per investire in un’ottica di medio-lungo termine in maniera efficiente sulle aziende italiane, soprattutto pmi, con importanti vantaggi fiscali e diversificando nel tempo il periodo d’ingresso”, hanno scritto in una nota gli esperti di Equita.

LA TOP TEN DELL’ASSET MANAGEMENT ITALIANO

37 g MEDIOLANUM
Periodo Raccolta 1° trimestre 844 2° trimestre 1.046 3° trimestre 981 Ott 2022 320 Nov 2022 520 Totale 3.711 J.P. MORGAN
Periodo Raccolta 1° trimestre 1.008 2° trimestre 111 3° trimestre -237 Ott 2022 -157 Nov 2022 -8 Totale 717 ALLIANZ
Periodo Raccolta 1° trimestre 475 2° trimestre 167 3° trimestre 306 Ott 2022 121 Nov 2022 -2.441 Totale -1.372 MORGAN STANLEY 10 Periodo Raccolta 1° trimestre 265 2° trimestre -80 3° trimestre -281 Ott 2022 42 Nov 2022 137 Totale 82
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PATRIMONIO 492.145 PATRIMONIO 213.982 PATRIMONIO 449.735 PATRIMONIO 183.410 PATRIMONIO 99.906 Il PATRIMONIO al
Dati in milioni di euro PATRIMONIO 47.260 PATRIMONIO 59.218 PATRIMONIO 44.950 PATRIMONIO 44.292 PATRIMONIO 89.447
30/11/2022
DATI IN MILIONI DI EURO

Nelle mani dello strategist

Con i mercati finanziari ballerini cresce l’appeal della gestione attiva

I risultati di una ricerca realizzata in 33 diversi paesi da Schroders

Repor t sondaggi
A cura di Andrea Barzaghi

Mercati incerti, instabilità internazionale, volatilità dei prezzi. È il mix di fattori che ha spinto molti investitori verso le gestioni attive. È quanto emerge dalla ricerca annuale Schroders Global Investor Study 2022 sulle aspettative degli investitori che ha coinvolto 23mila persone in 33 paesi di tutto il mondo. Più in dettaglio, un terzo degli investitori italiani (34% contro il 48% a livello globale) ha indicato di ritenere i fondi a

È interessante notare che questo fenomeno, in Italia, sembra riguardare soprattutto gli investitori esperti (47%) e quelli inesperti (39%), contro solo il 29% degli investitori intermedi Lesley-Ann Morgan, head of multi-asset strategy di Schroders, commenta così i dati: “In effetti, è proprio in tempi come questi che la competenza e l’esperienza dei gestori attivi diventa fondamentale. Lo studio ha anche rilevato che, in questo contesto complesso, più di metà degli investitori a livello globale (58%-40% il dato italiano) concorda sul fatto che la performance dei propri investimenti abbia un impatto diretto sulla propria salute mentale. Ciò evidenzia ulteriormente il ruolo cruciale di gestori attivi e consulenti finanziari nel supportarli”.

gestione attiva più attraenti alla luce delle turbolenze degli ultimi mesi. Tra questi, sono soprattutto gli investitori più esperti ad affidarsi alle competenze di un gestore attivo: in Italia, il 47% degli investitori esperti e il 40% di quelli avanzati ritiene che i fondi attivi siano più interessanti, rispetto al 22% e 21% rispettivamente degli investitori principianti e inesperti. Numeri alla mano, la ricerca mostra, inoltre, che gli investitori tendono ad affidarsi alla competenza dei professionisti per trovare risposte in questi tempi incerti, con il 33% degli italiani (39% il dato globale) più propensi a rivolgersi a un consulente finanziario alla luce dell’aumento dei tassi di interesse.

L’inflazione fa paura

Da quanto emerge dallo studio di Schroders è il fenomeno dell’inflazione, che ha caratterizzato tutto il 2022, ad avere spinto gli investitori a mettere in discussione le proprie scelte multi boutique. Infatti, il 59% (80% il dato globale) degli investitori italiani che si definiscono esperti in termini di competenze finanziarie ha dichiarato di aver già apportato modifiche alle proprie strategie multi boutique in risposta all’aumento dell’inflazione, rispetto al 37% (55% a livello mondiale) degli investitori più in generale. Al contrario, solo il 17%

39 g
Il 47% degli investitori italiani più esperti ritiene conveniente affidarsi nella fase attuale alla perizia di un fund manager
Un po’ più scettici i risparmiatori inesperti
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degli investitori italiani che si definiscono principianti e il 19% di quelli inesperti ha modificato la propria strategia multi boutique alla luce delle sfide poste dall’inflazione, contro il 29% e il 27% rispettivamente a livello mondiale. Tra chi ha deciso di modificare la propria asset allocation, emerge anche una crescente attenzione alla diversificazione: se il 54% degli italiani ritiene che i propri investimenti siano sufficientemente diversificati per attenuare l’impatto di un evento di mercato significativo (60% a livello globale), il 40% intende invece aumentare la diversificazione del proprio portafoglio (42% a livello globale). Guardando più in dettaglio le scelte di asset allocation indicate dagli intervistati italiani, lo studio di Schroders rileva che nell’attuale contesto gli asset digitali (41%) e i mercati privati (34%) sono tra gli investimenti considerati più attraenti, in linea con i dati globali, rispettivamente del 43% e 40%.

Tematici in crescita

In generale è cresciuto anche l’interesse per gli investimenti tematici: tra questi i più attraenti risultano essere sostenibilità (indicata dal 56% degli italiani), internet e tecnologia (46%) e veicoli elettrici (45%). Il quadro a livello globale è simile, ma con la sostenibilità che passa in secondo piano (52%), superata da internet e tecnologia (57%) e seguita dai veicoli elettrici (46%). Per contro più di un quarto degli intervistati italiani ha indicato i titoli di Stato e la liquidità come le asset class meno interessanti (28% e 27%, contro il 24% e il 23% a livello globale),

considerando che entrambi potrebbero essere messi a dura prova dall’aumento dei tassi di interesse. Se la complessità del contesto socioeconomico induce gli investitori a modificare l’allocazione dei propri risparmi, emerge al tempo stesso dallo studio di Schroders una visione ottimistica per il futuro da parte degli intervistati, che dichiarano di aspettarsi un miglioramento delle performance degli investimenti nel prossimo quinquennio. In proposito, puntando la lente di ingrandimento sugli investitori italiani, la ricerca rileva che il rendimento atteso da questi ultimi nei prossimi cinque anni sale al 9,8% (11,4% il dato globale) rispetto all’8,2% del 2021 (11,3% il dato globale). Un miglioramento significativo, considerando che si tratta del dato più elevato dal 2017 per gli investitori italiani, che si confermano tra i più cauti a livello mondiale, insieme ai francesi (9,2%).

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Lesley-Ann Morgan / head of multi-asset strategy di Schroders
In tempi come questi diventano fattori fondamentali le qualità come la competenza e la conoscenza

DUBLINO, O CARA

Una fetta del risparmio italiano nella capitale irlandese

Sulle rive del Liffey, il fiume che bagna Dublino, i pub come il celeberrimo Temple Bar si trovano quasi a ogni angolo di strada. Ma nella capitale irlandese c’è pure un pezzo importante del risparmio degli italiani.

Già, perché molte società di asset management del nostro Paese hanno scelto da molto tempo di aprire a Dublino una propria società controllata, per sfruttare i benefici che la città offre ai player del risparmio

gestito di tutta Europa. Non a caso, nel comunicare la nascita di una management company in partnership con UniCredit, il fondatore di Azimut Pietro Giuliani ha annunciato di recente che la nuova

Inside internazionalizzazione
A cura di Andrea Telara
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realtà avrà sede in Irlanda. Non si tratta però della prima società che fa una scelta di questo genere, visto che aprire i battenti a Dublino significa per una sgr italiana poter operare in un paese dove la tassazione è bassa (quella sui profitti aziendali è al 12,5%) e dove i fondi creati hanno ovviamente un passaporto europeo che consente di arrivare facilmente anche a sud delle Alpi. Tra le società del risparmio gestito italiane che hanno aperto i battenti a Dublino

c’è per esempio Fineco Asset Management, che ha sede al sesto piano di un edificio in George’s Quay, una strada della capitale irlandese situata sulla riva meridionale del Liffey. A meno di 700 metri di distanza, in Harbourmaster Place, ci sono invece gli uffici di Fideuram Asset Management, altra realtà italiana che ha scelto l’Irlanda per dislocare una parte delle proprie attività operative. Bisogna percorrere più o una distanza equivalente, oltrepassata

la sponda del fiume, per raggiungere Mediolanum International Funds, la cui sede è ubicata all’International Financial Centre, un iconico edificio che si chiama The Exchange nella zona denominata George’s Dock. Case di gestione, società di intermediazione ma anche compagnie assicurative che emettono polizze di diritto irlandese e le vendono in altri paesi dell’Ue: la finanza del Vecchio Continente ha ancora a Dublino una dei suoi centri nevralgici.

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Eroi digitali nell’azienda

Così Generali A&WM promuove l’innovazione tra i propri dipendenti

Due anni di pandemia hanno cambiato profondamente le modalità di lavoro e di attività delle imprese con trasformazioni che sono diventate ormai permanenti. Il cosiddetto new normal si concretizza nelle aziende in un nuovo modello di lavoro ibrido che integra la presenza in ufficio con lo smart working, allargando i confini non solo fisici del lavoro, ma le modalità d’interazione e di condivisione. Protagonista di questo cambiamento è certamente la tecnologia che diventa lo strumento guida di questa evoluzione inarrestabile che passa dai servizi digitali ai progressi delle reti nel cloud, per non parlare delle potenzialità che si delineano per le imprese estraendo il valore del dato e confrontandolo con nuove forme di interconnessione e profilazione.

Al pari della tecnologia come enabler di nuovi servizi capace di rendere più fluido e aperto il concetto di ufficio, c’è però un secondo elemento di pari importanza che rende imprescindibile il valore dell’esperienza: il capitale umano. L’arricchimento delle nuove dinamiche relazionali passa infatti dall’incontro delle competenze con la cultura dell’innovazione. Al pari del mondo puramente tech e del gaming che per osmosi si nutrono di innovazione,

uno dei settori che ha compreso fin da subito le potenzialità di questa nuova rivoluzione digitale è certamente quello finanziario che più di altri vive del costante confronto con l’evoluzione della domanda, l’efficienza operativa indotta dalla tecnologia e i requisiti di mercato. Una testimonianza di accelerazione in questa direzione ci arriva dalla galassia Generali Asset & Wealth Management, che raccoglie oltre 2mila dipendenti in 15 differenti paesi che per prima ha lanciato un progetto dal nome suggestivo, Digital Minds, che mette al centro la formazione e la cultura digitale delle persone. Non solo come competenze tecniche ma soprattutto come mindset, questa la chiave di svolta per la società del Leone. “Saper creare, diffondere e condividere una cultura dell’innovazione significa far dialogare il patrimonio di competenze presente in azienda con le best practice che ci circondano. Significa dunque aprirsi al confronto e abituare le persone a comprendere una nuova semantica che ci proietta in un orizzonte molto competitivo”, spiega Maurizia Cecchet, head of human capital di Generali Asset & Wealth Management (da gennaio responsabile risorse umane e organizzazione di Generali Italia).

Tutte le risorse umane presenti nell’organico possono proporre idee e progetti

Come nasce Digital Minds?

La trasformazione digitale è un pilastro chiave della nostra strategia che ci può supportare nel creare relazioni ancora più efficaci e vicine ai bisogni dei nostri clienti. Digital Minds nasce per rispondere a quest’esigenza lavorando sul capitale umano, il nostro asset più prezioso, e sulla cultura dell’innovazione. È un progetto unico nel suo genere, fatto da noi per noi, che ci permetterà di essere sempre più agili per raggiungere le nostre ambizioni di crescita.

Ci racconta più nel dettaglio?

Siamo partiti con una prima fase che ha mappato lo stato attuale delle competenze interne. Tutti i colleghi hanno completato una digital awareness survey che ha fatto emergere a livello individuale ed aggregato l’aderenza rispetto al profilo atteso. Questa fotografia è stata il punto di partenza di due flussi di azioni correlate tra di loro: la definizione dei progetti business di digitalizzazione e innovazione e l’identificazione delle iniziative di formazione e sviluppo da mettere in

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Maurizia Cecchet / head of human capital di Generali Asset & Wealth Management

campo a supporto dell’implementazione di questi progetti. Il primo punto è molto divertente e stimolante poiché valorizza la creatività e le competenze di ciascuno. Ogni collega potenzialmente è un “digital hero” che può proporre la propria idea che è analizzata da un processo strutturato e che può essere potenzialmente implementata al servizio di tutti. Nella seconda fase ci concentriamo sulla formazione e lo sviluppo delle competenze. Quindi, per ciascuna funzione chiave dell’azienda abbiamo definito i profili ideali identificando le skill digitali necessarie.

Coinvolgimento e partecipazione sono essenziali per questo tipo di iniziative, cosa ci dice a riguardo?

Digital Minds è un’iniziativa che parte dalle persone. I colleghi potranno non solo proporre idee ma anche essere parte dei team di progetto. Comunicazione e strumenti sono elementi indissolubili del progetto e quindi di pari passo i contenuti e le modalità sono pensati in maniera innovativa per favorire la condivisione e

l’interazione con la tecnologia. Abbiamo lanciato un’app dedicata come punto di accesso per tutte le iniziative e che guida le persone nella loro esperienza digitale a 360 gradi. Funziona in modo semplice sul modello dell’esperienza nel gaming per cui ciascun collega ha anche un’esclusiva Digital Membership Card. Si possono acquisire quindi “punti” ad ogni iniziativa a cui si prende parte: più si partecipa alle attività digitali, più punti si guadagnano per avere accesso a ulteriori opportunità e premi.

Cosa vi aspettate da questo programma al termine del triennio?

Vogliamo rafforzare la sensibilità alla cultura d’innovazione e l’apertura a tutte le nuove opportunità che ne derivano. Elementi questi che ci possono supportare nel raggiungimento dei nostri obiettivi di business e che allo stesso modo siano da volano per le persone nel trovare nuovi sbocchi di sviluppo per le proprie competenze così come per vivere meglio l’evoluzione della quotidianità sempre più pervasa di digitale. Digital

Minds vuole infatti essere anche essere uno strumento per la valorizzazione della diversità e l’inclusione all’interno dell’azienda per favorire la crescita di tutte le figure professionali. Per noi si tratta di un impegno in cui crediamo fortemente e che pone le basi per il continuo successo della nostra organizzazione.

Sempre più digitale nel futuro, come vede l’evoluzione del capitale umano in questo scenario?

A mio avviso, la risposta all’innovazione nasce proprio dal capitale umano.

Abbiamo visto la centralità della relazione che è emersa ancora più forte dopo questi drammatici due anni di pandemia. La tecnologia vincente è stata quella in grado di valorizzare gli elementi di aggregazione sociale. Non credo dunque all’ipotesi di una dialettica tra uomo e digitale ma vedo invece la condivisione di un percorso comune finalizzato a trovare nuove soluzioni che possono migliorare non solo le dinamiche di lavoro o di servizio ai clienti, ma in generale tra le persone stesse.

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Saper creare, diffondere e condividere una cultura dell’innovazione significa far dialogare il patrimonio di competenze presente in azienda con le best practice che ci circondano. Significa dunque aprirsi al confronto e abituare le persone a comprendere una nuova semantica che ci proietta in un orizzonte competitivo
Investments mercati emergenti A cura di Gianluigi Raimondi

Il risveglio del Dragone

La Cina viene da un anno difficile Ma ci sono le basi per una ripresa

+30%

Il recupero dell’indice Msci China tra ottobre dell’anno scorso e gli inizi di gennaio del 2023

-55%

Il calo dei mercati finanziari cinesi dai massimi del 2021 fino al minimo toccato a ottobre 2022

+5%

La crescita economica stimata per il 2023 in Cina, superiore di 2 punti rispetto al 2022

inalmente il Dragone rialza la testa. Dopo un anno particolarmente difficile per il mercato azionario cinese, l’indice che lo rappresenta, l’Msci China, nell’ultimo trimestre del 2022 e nelle prime settimane del 2023 ha gradualmente ricominciato ad attrarre l’attenzione degli investitori. Così questo ha recuperato circa il 30% di valore rispetto ai minimi dello scorso ottobre (quando evidenziava un calo del 55%, rispetto ai picchi di 18 mesi prima). Il ritorno dell’interesse degli investitori si deve alle decisioni di Pechino volte all’attenuazione delle misure di contrasto al Covid e all’adozione di misure di contenimento della crisi del settore immobiliare in cui diversi

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osservatori prevedono verranno iniettati oltre 180 miliardi di dollari di credito. In questo scenario, ecco di seguito l’outlook di una serie di asset manager.

Multipli più bassi

“Riteniamo che queste novità potrebbero porre le basi per la ripresa della crescita economica cinese che potrebbe salire dal 3% circa registrata nel 2022 al 5% di quest’anno. La Cina ha quindi la possibilità di diventare una forza anticiclica proprio mentre il resto del mondo cerca di evitare la recessione”, afferma Marco Mencini, senior portfolio manager Equity di Plenisfer Investments Sgr, che spiega anche come le azioni cinesi, nonostante il recupero, esprimano mediamente multipli pari a 11 volte gli utili attesi, valori decisamente inferiori rispetto alla media di 14 relativa agli ultimi cinque anni; inoltre, per Mencini la maggior parte delle revisioni al ribasso di ricavi e marginalità aziendali sono già incluse negli attuali prezzi. Attenzione però: “Meglio evitare temi connessi

alla prosperità comune e alla guerra commerciale tecnologica e puntare in primis su tematiche di lungo periodo quali, per esempio, la transizione energetica”, avverte Mencini. Sulla Cina è poi positivo anche l’outlook di Matteo Ramenghi, cio di Ubs GWM Italy: “Nel corso dell’anno ci aspettiamo che la riapertura dell’economia e la rimozione delle quarantene per i viaggiatori in arrivo in Cina (a partire dalla settimana scorsa) abbia un effetto positivo sul Pil. Come già avvenuto in Occidente, i consumi potrebbero beneficiare anche dei risparmi accumulati negli ultimi tre anni spingendo il Pil di quest’anno a una crescita di quasi il 5%. Si tratta di un tasso di espansione considerevole, data l’aspettativa che le esportazioni rallentino per via del debole contesto globale”. In questo contesto, “il mercato azionario potrebbe beneficiare delle riaperture, almeno relativamente al resto dei mercati asiatici, soprattutto per quanto riguarda alcuni settori legati ai beni di consumo, internet, la farmaceutica e i trasporti.

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Le Repubblica Popolare Cinese ha la possibilità di diventare quest’anno una forza anticiclica
Plenisfer Investments Marco Mencini
Ci aspettiamo che nel 2023 la rimozione delle quarantene abbia un effetto positivo sul Pil di Pechino
Ubs GWM Italy Matteo Ramenghi

Anche la valuta cinese e il mercato obbligazionario potrebbero sperimentare un recupero. Molto dipenderà però dalla situazione internazionale e dalle tensioni geopolitiche, che possono avere un impatto anche notevole”, conclude Ramenghi. Su cosa però puntare nello specifico?

A detta di Dale Nicholls, gestore di Fidelity International: “Allo stato attuale e viste le prospettive economiche del Paese, in termini di asset allocation, abbiamo aumentato l’esposizione ai titoli di beni di consumo che offrono valutazioni estremamente interessanti, dato che molti sono stati venduti a causa dei timori di lockdown. Continuiamo poi a rimanere sovrappesati nel settore IT, che è stato soggetto a una maggiore regolamentazione e a un maggiore controllo da parte delle autorità cinesi. E restiamo concentrati sui settori che potrebbero beneficiare di un sostegno politico, soprattutto alla luce delle

pressioni geopolitiche, come le energie rinnovabili, i semiconduttori e le industrie legate alle infrastrutture. I titoli industriali continuano inoltre a rappresentare una posizione consistente nel nostro portafoglio dato che la tesi principale del consolidamento del settore rimane valida, poiché comparti come quello dei materiali da costruzione sono molto più frammentati rispetto ai mercati più sviluppati. Abbiamo, infine, aumentato l’esposizione al settore immobiliare, in cui le valutazioni sono estremamente basse”. Diverso e con una lettura più trasversale per gli investimenti invece il parere di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim: “Il Governo cinese sta lavorando da tempo allo sviluppo del mercato domestico, riducendo nel contempo la quantità di risorse destinate oltre confine. Ciò potrebbe creare numerose opportunità per tutte quelle aziende europee pronte a raccogliere la sfida in quelle regioni cinesi che tuttora risultano mercati di frontiera o sotto penetrati”.

Timori di una stretta
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Allo stato attuale abbiamo aumentato l’esposizione sui titoli dei beni di consumo e siamo sovrappresati sull’
IT
Fidelity International Dale Nicholls
Il Governo cinese sta lavorando da tempo allo sviluppo del mercato domestico
Cfo Sim Antonio Tognoli

La polizza arriva con Amazon

Il mercato assicurativo potrebbe allargarsi Merito dell’ingresso di player non tradizionali

Compagnie telefoniche, tour operator o aziende di trasporto. Ma anche grandi colossi della tecnologia come Amazon ed Apple. Sono le categorie di aziende che nel prossimo decennio potrebbero entrare in forze nel business assicurativo con un risultato: allargare gli orizzonti di questo settore, facendone lievitare il fatturato a livello globale. L’ingresso di player non tradizionali sul mercato contribuirà infatti alla crescita dell’ecosistema assicurativo, che passerà da un valore mondiale di 5 trilioni di euro (2020) a 10 trilioni di euro entro il 2030. La pensano così i curatori di una ricerca da titolo: Open & Embedded Insurance, realizzata dall’azienda del Fintech Yolo, in collaborazione con l’Italian Insurtech Association (IIA). Il principale fattore di sviluppo sarà costituito dell’Embedded Insurance, cioè la possibilità di acquistare una polizza assicurativa integrata all’acquisto di un altro prodotto.

Nel 2030, secondo gli autori dello studio, l’Embedded Insurance raggiungerà il valore di 1 trilione di euro, di cui 60 miliardi solo in Italia. L’integrazione di servizi assicurativi a processi di vendita

Digital Finance innovazione
A cura di Francesca Vercesi

di prodotti e servizi non assicurativi permetterà ai player italiani di cogliere molteplici opportunità, adottare nuovi strumenti tecnologici e raggiungere target diversificati.

L’offerta di polizze assicurative correlata all’acquisto di un bene è una prassi ormai largamente diffusa. Sempre più aziende, di settori differenti, stipulano partnership con realtà assicurative per garantire ai

consumatori l’acquisto di una copertura a tutela. In quest’ottica, secondo la ricerca di Yolo e IIA, l’Embedded

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Un fattore trainante per il settore sarà l’embedded insurance, cioè la vendita di coperture associata ad altri prodotti

Insurance sarà uno dei principali driver della crescita del mercato assicurativo, che raggiungerà appunto, entro il 2030, un valore complessivo di 10 trilioni di euro. Al contempo, in futuro assisteremo all’ingresso di sempre più attori non assicurativi all’interno del mercato italiano: erano 60 nel 2018, saranno oltre 350 entro il 2025, secondo le stime di IIA.

Motore di crescita

“L’integrazione dell’offerta assicurativa secondo il modello dell’Embedded Insurance sarà un fattore trainante per la crescita del mercato assicurativo, sia mondiale che italiano”, dice Simone

Ranucci Brandimarte, presidente e founder di Italian Insurtech Association, il quale aggiunge: “Secondo i nostri dati, il mercato assicurativo italiano i raggiungerà un valore di 250 miliardi di euro entro il 2030. L’Embedded Insurance porterà infatti molteplici opportunità, in primis aumentando il target dei consumatori che acquisteranno polizze assicurative da enti terzi e al tempo stesso quello di migliorare la customer experience di tali prodotti, con un’offerta innovativa e servizi goto-market. Per evitare che nel mercato assicurativo si ripeta quel che si è già visti in altri mercati, come il travel con

l’avvento di Booking o quello discografico con Spotify, le compagnie devono investire in strumenti innovativi e nuove competenze digitali, che i competitor potrebbero sfruttare per monopolizzare il mercato, come nei contesti appena citati”. La vendita di prodotti assicurativi mediante nuovi canali permetterà di allargare la fascia utenti e raggiungere una nuova fetta di mercato. Secondo i dati della ricerca Open & Embedded Insurance, tra il 50% e il 70% dei clienti che acquisteranno nuovi prodotti arriveranno da nuovi segmenti, ovvero dalla schiera di coloro che non hanno ancora acquistato servizi assicurativi.

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Simone Ranucci Brandimarte presidente e founder di Italian Insurtech Association

A oggi, infatti, solo l’8% della popolazione italiana ha sottoscritto una polizza che non sia l’RC auto. Travel, Utilities, Telco e Mobility sono tra i settori più attivi nell’Embedded Insurance, mentre a livello internazionale le compagnie Big Tech si stanno già muovendo in questa direzione: Tesla, per esempio, offre ai propri clienti la soluzione InsureMyTesla per assicurare il veicolo acquistato con Zurich Insurance; nel Regno Unito Amazon ha inaugurato Amazon Insurance Store, per aiutare gli utenti a confrontare le polizze Casa di compagnie con cui collabora; Apple ha già lanciato sul mercato AppleCare, e ha inoltre annunciato la vendita di polizze salute a partire dal 2024.

Obiettivi prioritari

“L’ingresso delle Big Tech sul mercato assicurativo può contribuire all’innovazione dello scenario in Italia, aiutando a ridurre la distanza, oggi presente, tra i player assicurativi e i consumatori sempre più digitali; basti pensare che il 77% degli italiani vorrebbe sottoscrivere una polizza digitale”, prosegue Ranucci Brandimarte, evidenziando che, “l’arrivo di attori stranieri e non assicurativi sul mercato non può essere più ignorato, erano 60 nel 2018, nel 2022 sono arrivati a 168 e saranno probabilmente oltre 350 nel 2025. È necessario accelerare le partnership tra le grandi compagnie e l’ecosistema insurtech per stimolare una maggiore digitalizzazione di prodotti e servizi, incrementando la penetrazione di polizze digitali che passerà dall’1,5% del

2018 al 9-10% entro il 2030”. Tra i settori più coinvolti dall’Embedded Insurance in Italia troviamo quello bancario. Secondo la ricerca, oggi sono circa 15 le banche in Italia che distribuiscono prodotti assicurativi digitali e saranno 40 entro il 2025. Le assicurazioni digitali saranno un obiettivo prioritario del piano industriale delle banche digitali, e sebbene l’80% del target bancario sia digitale, a oggi l’offerta assicurativa online è ancora limitata. Secondo dati dell’Italian Insurtech Association, nel 2020 Amazon ha venduto oltre 100 milioni di polizze in Europa, a fronte di 3 milioni di polizze online vendute in Italia nello stesso periodo. Tali numeri evidenziano la portata del fenomeno dell’Embedded Insurance e le importanti ricadute che questo avrà nei prossimi anni nel mercato.

Vendite record

“L’ancora scarsa penetrazione di prodotti assicurativi”, conclude Ranucci Brandimarte, “non è dovuta a una qualche reticenza da parte dei consumatori italiani nei confronti della digitalizzazione. Al contrario, la vendita online in altri settori merceologici, come delivery o servizi di streaming, è a livelli record. Il problema deriva in parte da un’offerta obsoleta e poco trasparente che non riesce a indirizzare i consumatori verso questi prodotti. Per tale motivo è necessario per gli operatori evolvere l’offerta e andare incontro alle esigenze dei consumatori con soluzioni sempre più personalizzate e pay-per-use, pagabili sulla base del reale utilizzo”.

AMAZON

TESLA

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La società di Jeff Bezos ha inaugurato un proprio insurance store, con l’offerta di polizze La casa automobilistica di Elon Musk propone coperture in partnership con Zurich
APPLE
Oltre al servizio Apple Care, la società lancerà polizze sulla salute a partire dal 2024

NFT IN STILE MUNDIAL 1

Anche un campione come Leo Messi si avvicina alle valute digitali E diventa testimonial di un’azienda di fantasport basata sui token

Anche a Leo Messi piace il mondo crypto. Il neo campione del mondo è coinvolto in diversi progetti, tra cui Bitget, Sorare e Socios. Il primo è un exchange di criptovalute e con questa partnership la società ha offerto ai fan dell’argentino l’opportunità di esplorare il web 3.0. A novembre, invece, la “Pulce” è entrata a far parte di Sorare, azienda di fantasport basata sulla tecnologia degli Nft

STIPENDIO PARTICOLARE

Infine, anche una parte dello stipendio parigino del giocatore sarà in criptovaluta: il numero 30 del Paris Saint-Germain ha infatti firmato un contratto di due anni, con opzione per un terzo, a oltre 30 milioni di euro più bonus. g

NON SOLO CALCIO

Grazie a questo accordo, Messi è diventato ufficialmente ambassador di Sorare, che oltre al calcio ha lanciato anche giochi riguardanti baseball e basket. Un altro importante proseguimento dell’unione tra il mondo delle criptovalute e quello dello sport, in particolare nel calcio, riguarda l’accordo con Socios.com, che punta ad alzare l’asticella della presenza del brand in diversi settori, innovando il concetto di fan engagement. L’obiettivo finale del progetto con Messi riguarda quindi l’inclusione e la condivisione da parte del mondo crypto ai tifosi di calcio e non solo.

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“Lady Crypto” vuota il sacco

“Lady Crypto” vuota il sacco. Caroline Ellison, amministratore delegato di Alameda Research, la società del gruppo Ftx che si occupava di trading, si è dichiarata colpevole di frode e ha deciso di collaborare con le indagini del dipartimento di giustizia Usa. In questo modo la donna ha evitato una potenziale condanna a 110 anni di carcere. Secondo le ricostruzioni, sembra che Alameda Research fosse il fulcro dei problemi di Ftx, e che le sue perdite abbiano innescato il crollo della società.

Bancarotta nel mining

La società di mining di criptovalute Core Scientific, quotata in Borsa al Nasdaq, ha dichiarato bancarotta. I grossi crolli sono stati due: il primo tra fine aprile e fine giugno, il secondo tra la fine di agosto e ottobre, facendo registrare un -68%. Core Scientific, che ha sede ad Austin in Texas, ha dichiarato che per ora non cesserà le attività in quanto spera di stipulare un accordo con i suoi creditori per la ristrutturazione della società, in modo da ottenere circa 56 milioni di dollari di finanziamento.

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Caroline Ellison
A cura di Riccardo
Top Funds classifiche
Simone

C’è valore nell’hi-tech

La view di Franklin Equity Group sul settore tecnologico

Jonathan Curtis, portfolio manager di Franklin Equity Group, ha dedicato un’analisi al settore tecnologico, tanto bistrattato dai mercati nel 2022, intravedendo prospettive positive nel medio termine. Ecco cos’ha scritto Curtis: “Franklin Equity Group ritiene che la trasformazione digitale sia ancora agli inizi, con elementi favorevoli di crescita secolare di lungo termine che, a nostro avviso, si estendono ben oltre l’attuale ciclo economico. Nel 2022 l’aumento dei tassi di interesse, il rallentamento dell’attività economica e la normalizzazione delle abitudini di consumo dell’era Covid-19 hanno messo sotto pressione il settore tecnologico”.

RITMO PIÙ LENTO

“Sebbene l’anno passato sia stato difficile”, prosegue Curtis, “manteniamo il nostro ottimismo in quanto continuiamo a vedere segnali di qualità duratura, crescita sostenibile e valutazioni favorevoli. Guardando al 2023, prevediamo che le imprese continueranno a portare avanti molte delle loro iniziative di trasformazione digitale, sebbene a un ritmo più lento, anche a fronte della moderazione degli aumenti dei tassi e del rallentamento dell’attività economica.

Ciò è dovuto al fatto che questi investimenti stanno trainando i necessari aumenti di produttività, soprattutto in un contesto inflazionistico.

Abbiamo individuato opportunità in società simili a piattaforme di alta qualità, che sono essenziali per le operazioni dei loro clienti, in aziende di software aziendale e servizi informatici (IT) e nei sottotemi secure cloud e software-as-a-service (SaaS), intelligenza artificiale, apprendimento automatico, futuro del lavoro e cybersicurezza”.

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Ci sono sul mercato titoli che mostrano segnali di qualità e crescita duratura oltre ad avere prezzi attualmente favorevoli

Fideuram

Top Funds classifiche

TOP 20 AZIONARI ITALIA

L’oro torna sugli scudi

“L’oro torna sugli scudi. Benché sia ancora in calo di oltre il 3% su base annua, è difficile non entusiasmarsi per un movimento di 135 dollari l’oncia (8,3%) in un solo mese”. È l’opinione di Joe Foster di VanEck.

Cambio di regime

La statunitense T. Rowe Price ha detto che la pandemia e l’invasione russa in Ucraina porteranno a un cambio di regime, e ciò che ha funzionato in passato per gli investitori non è detto che funzionerà anche in futuro.

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Azionari
Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 54, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi i prodotti con meno di 12 mesi di vita.
Italia corrisponde alla categoria di Morningstar: Italy Equity.
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 01 g 02 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi Credit Suisse Cs (Lux) Copernicus Italy Equity Dbp LU2101404841 p 37,43% Lemanik Lemanik Sicav High Growth Cap Instl Eur LU0840526551 q -0,77% Anima Anima Italia F IT0004896541 q -2,14% Eurizon Eurizon Am Sicav Italian Equity I LU1238255431 q -2,63% Euromobiliare Euromobiliare Azioni Italiane Z IT0005238198 q -3,15% Amundi Lyxor Ftse Mib (Dr) Etf Dist FR0010010827 q -3,34% Fideuram Fideuram Italia Z IT0005397937 q -3,34% iShares iShares Ftse Mib Etf Eur Acc IE00B53L4X51 q -3,56% iShares iShares Ftse Mib Etf Eur Dist IE00B1XNH568 q -3,60% Dws Xtrackers Ftse Mib Etf 1d LU0274212538 q -3,64% Fideuram Fonditalia Equity Italy T LU0388707183 q -3,90% Amundi Amundi Is Italy Mib Esg Etf Dr - Eur C LU1681037518 q -4,10% NN IP Ing Direct Top Italia Arancio P Inc LU0456302776 q -4,50% AllianzGI Allianz Azioni Italia All Stars W IT0005320731 q -4,73% Fideuram Interfund Equity Italy LU0074298604 q -4,99% Eurizon Eurizon Azioni Italia I IT0005244980 q -5,24% Azimut Azimut Trend Italia IT0001055158 q -5,38% Mediolanum Mediolanum Flessibile Futuro Italia I IT0004985112 q -5,45%
Italian Equity B Eur Acc LU1936202131 q
Lemanik Planetarium
-5,66%
Azioni Italia I IT0005277881 q
Piano
-5,99%

Kairos International Sicav

BOND PLUS

La flessibilità si fa resilienza

Flessibilità, elevata diversificazione del portafoglio e una lunga storia di successo sono i punti di forza di KIS BOND PLUS, la soluzione di Kairos che evolve i tradizionali canoni dell’investimento obbligazionario e sfida il contesto di mercato contemporaneo.

Rischio più basso Rischio più alto

Rendimento potenzialmente più basso Rendimento potenzialmente più alto 123

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Le informazioni complete sui rischi sono disponibili sul Prospetto e sul KIID.

Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.

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(1) al 30.09.2022 +17,84% +61,86% RENDIMENTO CUMULATIVO A 5 ANNI* RENDIMENTO CUMULATIVO A 10 ANNI** KIS BOND PLUS +1,0% 2016 +6,2% 2017 -6,1% 2018 +6,0% 2019 +2,2% 2021 -10,2% 2022 (1) +9,0% 2020 +5,9% 2013 +17,7% 2012 +7,4% 2014 +2,0% 2015
UCITS Hedge Awards 2022 Long/Short Equity – Italy Best Performing Fund over 4, 5 and Kairos International SICAV – Italia (Kairos) WINNER BEST FUND MANAGER 2022 ITALIA Kairos Partners

TOP 20 AZIONARI EUROPA

Recessione: forse sì, forse no “In Cina la possibilità di una recessione nel 2023 dipenderà in larga misura dall’allentamento delle restrizioni anti-Covid e dalla capacità del paese di gestire la crisi immobiliare”. È l’opinione di Andrea Siviero (Ethenea).

Rialzi in arrivo

“A dicembre la Federal Reserve ha confermato quanto già preannunciato, rallentando i rialzi dei tassi a 50 punti base e segnalando altri rialzi in arrivo”. È questa la panoramica descritta da Gero Jung (Mirabaud AM).

Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 378, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita. Azionari Europa corrisponde alle categorie di Morningstar: Europe Equity Income, Europe Large-Cap Blend Equity, Europe Large-Cap Growth Equity, Europe Large-Cap Value Equity ed Europe Flex-Cap Equity. g Top Funds classifiche
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 03 g 04 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi Natixis Mirova Europe Climate Ambition Eq R/A LU1847728844 p 23,43% Affm Alken European Opportunities Ch1 LU0866838658 p 12,96% Zadig Memnon European I Eur Acc LU0578133935 p 7,96% Odey Brook European Focus I Eur (Oi Plc) Acc IE000YMX2574 p 7,46% M&G M&G (Lux) Eurp Strat Val Ji Eur Acc LU1866903203 p 7,07% F. Templeton Franklin Mv Eurp Eq G&I E Usd Acc IE00B546QY43 p 7,03% Schroders Schroder Isf European Value I Acc Eur LU0161305916 p 6,17% iShares iShares Stoxx Europe 50 Etf Eur Dist IE0008470928 p 6,06% MultiConcept Cs European Dividend Value Fa Eur LU2194269929 p 6,05% Ubs Ubs (Lux) If Key Sel Euro Equity I B Acc LU0154870629 p 5,97% Abn Amro Aaf-Pzena European Equities I € Acc LU0949827314 p 5,70% Dnca Finance Dnca Invest Value Europe Id Eur LU1234713854 p 5,18% Dimensional Dimensional European Value Eur Acc IE00B1W6CW87 p 5,03% WisdomTree WisdomTree Europe Equity Income Ucit Etf IE00BQZJBX31 p 4,92% Union Investment Univaluefonds: Europa A LU0126314995 p 4,83% Amundi Amundi Is Msci Europe Value Factor Etf-C LU1681042518 p 4,76% Santander Santander European Dividend I LU0341648516 p 4,73% Union Investment Unidividendenass A LU0186860408 p 4,61% F. Templeton Franklin European Dividend Etf IE00BF2B0L69 p 3,47% Oddo Bhf Oddo Bhf Valeurs Rendement Ci-Eur FR0010258731 p 2,95%

TOP 20 AZIONARI USA

Crescita con il freno a mano “La crescita degli emergenti nel 2023 rallenterà per vari motivi: gli Stati Uniti seguiranno l’Europa nella recessione; il rallentamento della crescita globale inciderà sui prezzi delle materie prime”. Tom Wilson e David Rees (Schroders).

Rendimenti ad alto livello “Nell’attuale contesto, i mercati emergenti rappresentano la metà del Pil mondiale e due terzi della crescita globale. Il debito di questi paesi offre un rendimento superiore al 10%”. Polina Kurdyavko (BlueBay).

Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 333, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita. Azionari Usa corrisponde alle categorie di Morningstar: US Large-Cap Blend Equity, US Large-Cap Growth Equity, US Large-Cap Value Equity e US Flex-Cap Equity. g Top Funds classifiche
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 05 g 06 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi Efg New Capital Us Growth Usd X Acc IE00BDGNWD08 p 29,68% E. Rothschild Edrf Us Value N Eur LU1170683236 p 17,57% Amundi Amundi Fds Pio Us Eq Esg Impr v I Usd C LU2146567446 p 15,55% Dws Dws Invest Croci Us Dividends Usd Ic LU1769942589 p 13,72% Invesco Invesco Us Value Equity C Usd Acc LU0607514121 p 11,33% Invesco Invesco S&P 500 Qvm Etf IE00BDZCKK11 p 10,33% State Street State Street Us Value Spotlight I Usd LU1159224085 p 9,56% Gam Popso (Suisse) Invt Us Value Eq B Usd LU0095507397 p 8,05% Fidelity Fidelity America Y-Acc-Usd LU0318939179 p 7,82% T. Rowe Price T. Rowe Price Us Select Value Equity I LU2187418350 p 7,53% Robeco Robeco Bp Us Premium Equities I $ LU0226954369 p 7,41% Fineco AM Us Equity Value Fam L Acc IE00BFXY6K57 p 7,11% BlackRock Bgf Us Basic Value X2 Usd LU0147417983 p 7,06% Dws Dws Invest Croci Us Ic LU1900875656 p 6,93% Efg New Capital Us Value Usd Mc Acc IE00BN71XS56 p 6,54% State Street Spdr® S&P 500 Low Volatility Etf IE00B802KR88 p 6,38% Invesco Invesco S&P 500 Low Volatility Etf IE00BKW9SX35 p 6,31% J.P. Morgan Jpm Us Value I2 (Acc) Usd LU1727360171 p 6,18% Bnp Paribas Bnpp Sust Us Value Mlt-Fac Eq I R LU1458428759 p 5,96% M&G M&G (Lux) North Amer Val Ci Eur Acc LU1797808281 p 5,96%

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TOP 20 AZIONARI GIAPPONE

Materie prime in positivo Le prospettive per l’asset class delle materie prime rimangono positive. A dirlo sono gli esperti di Goldman Sachs, che le indicano come potenziale miglior asset del 2023 con un progresso potenziale stimato del 43%.

Stabilità per il biglietto verde “Nonostante una reazione molto contenuta del dollaro, crediamo che lo spirito da falco della Fed possa favorire un periodo di stabilizzazione per il biglietto verde”. A dirlo è Francesco Pesole, forex strategist di Ing.

Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 117, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita. Azionari Giappone corrisponde alle categorie di Morningstar: Japan Flex-Cap Equity e Japan Large-Cap Equity. g Top Funds classifiche
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 07 g 08 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi J.P. Morgan Jpm Japan Sustainable Equity I2 Acc Jpy LU1814673551 p 12,45% Eastspring Eastspring Inv Japan Dynamic Ae LU1118707725 p 8,55% Eric Sturdza E.I. Sturdza Nippon Growth B Jpy IE00B97RRK58 p 5,52% Man Man Glg Jpn Corealpha Eq Ixx Usd Dist IE00BDFF1Y16 p 1,83% M&G M&G (Lux) Japan Ci Eur Acc LU1797806582 p 1,65% Polar Capital Polar Capital Japan Value S IE00B8843R79 q -0,83% Morgan Stanley Ms Invf Japanese Equity Z LU0512094433 q -1,78% NN IP Nn (L) Japan Equity I Cap Eur LU0293039599 q -2,60% Nomura Nomura Fds Japan Strategic Value I Usd IE00B3YZ8K73 q -2,83% J.P. Morgan Jpm Japan Strategic Value X (Acc) Jpy LU0329207301 q -3,24% Sei Sei Gmf Japan Equity Inst H Gbp Acc IE00B040QR43 q -3,26% WisdomTree WisdomTree Japan Equity Etf - Jpy Acc IE00BYQCZN58 q -3,44% Schroders Schroder Isf Jpn Opports I Acc Jpy LU0270819914 q -3,55% Carne Amo Japan Value Equity Jpy Acc LU1779687497 q -3,67% Fidelity Fidelity Japan Value Y-Acc-Jpy LU0370789561 q -3,79% Candriam Indexiq Factors Sustainable Jpn Eq Etf C LU1603797587 q -4,62% Dws Dws Invest Croci Japan Jpy Ic LU1769942076 q -5,29% Nikko Nikko Am Japan Value A Jpy LU1314308336 q -5,36% Ubp Ubam Snam Japan Equity Sust Ic Jpy LU1861470497 q -6,07% Bnp Paribas Bnp Paribas Japan Eq I Cap LU0101987716 q -6,87%

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TOP 20 AZIONARI ASIA*

Cambio

di rotta

Tra il ritorno della guerra in Europa e l’arrivo di una iperinflazione, il 2022 sarà ricordato come un un anno nel quale c’è stato anche un deciso cambio di rotta delle banche centrali. Lo scrivono gli esperti di Banca Generali.

Tendenze chiave per il 2023

Gli esperti di iBanFirst hanno fatto il punto sul mercato Forex, individuando le tendenze per il 2023. Recessione incombente, crisi energetica, inflazione che rimane costante fino al 2024: per questo il 2023 sarà di alta volatilità.

*Escluso il Giappone. Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 140, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita. Azionari Asia ex Japan corrisponde alle categorie di Morningstar ASEAN Equity, Asia ex Japan Equity, Asia-Pacific ex-Japan Equity e Asia-Pacific ex-Japan Equity Income. g Top Funds classifiche
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 09 g 10 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi Invesco Invesco Asean Equity S Usd Acc LU1934329050 p 14,74% Jupiter Jupiter Asia Pac Inc D Gbp Acc LU0946225140 p 5,64% F. Templeton Legg Mason Mc Ap Exjpn Ri X Usd Acc IE00BYT1LF39 p 4,07% J.P. Morgan JPM ASEAN Equity I2 (acc) EUR LU1931928318 p 3,80% F. Templeton Franklin Mv Apexj Eq G&I Pr Usd Acc IE00B23ZBR90 p 3,40% Fidelity Fidelity Asean Y-Acc-Usd LU0346390510 p 2,36% First Sentier Fssa Asia Focus Iii Usd Acc IE00B0169M10 p 1,11% M&G M&G (Lux) Asian Ci Eur Acc LU1797804967 p 1,08% Schroders Schroder Isf Asn Div Mxmsr Iz Acc Usd LU2016213485 q -0,01% Legal & General L&G Qual Eq Div Esg Excls Ap Ex-Jpn Etf IE00BMYDMB35 q -0,67% Invesco Invesco Asian Equity S Usd Acc LU1775950634 q -0,82% Fidelity Fidelity Asia Pacific Div Y-Acc-Usd LU1273509064 q -0,94% Bny Mellon Bny Mellon Asian Income Gbp W Inc IE00BL0RDJ74 q -1,35% E. Rothschild EdRF - Asean Equity J-USD Inc LU1583297434 q -2,01% Eastspring Eastspring Inv Asian Low Vol Eq C LU1558648348 q -2,67% Fidelity Fidelity Emerging Asia I-Acc-Usd LU0742535718 q -2,89% Hermes Federated Hermes Asia Exjpn Eq C2 Gbpdis IE00BRHY9Z14 q -3,01% Vanguard Vanguard Ftse Dev Asiapac Exjpn Etf $Dis IE00B9F5YL18 q -3,43% Axa Axa Imallcntryapexjpnsmcpeq Qi A€ Acc IE00BD008N99 q -4,66% Janus Henderson Janus Henderson Hrzn Asn Div Inc I2 Usd LU0264606467 q -4,76%

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TOP 20 AZIONARI EMERGENTI

Dollaro a fine corsa

Nel 2022, il dollaro Usa si è apprezzato nei confronti di quasi tutte le altre valute. Ci sono tanti fattori che nel 2023 potrebbero modificare l’insaziabile domanda di dollari. A dirlo è l’analisi elaborata dagli analisti di J.P. Morgan AM.

Scenario in evoluzione

“L’inflazione si avvicinerà ai target a medio termine delle banche centrali. L’economia mondiale scivolerà in una recessione poco profonda, per poi entrare in un periodo di crescita debole”. Questa la view di Ethenea.

g Top Funds classifiche Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/11/2022. Fondi considerati: 246, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita. Azionari Emergenti corrisponde alle categorie di Morningstar: Global Emerging Markets Equity e Global Frontier Markets Equity.
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 11 g 12 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi Pictet Pictet-Emerging Mkts High Div Hr Eur LU0725973464 p 43,37% Amundi Amundi Azionario Paesi Emergenti B IT0004813975 p 29,72% Aqr Aqr Emerging Equities Ucits E LU0977245710 p 27,88% Morgan Stanley Ms Invf Emerging Markets Sm Cp Eq C LU0898771216 p 25,13% Polar Capital Polar Capital Emerging Markets Inc R Acc IE00B4VVWP88 p 24,60% Man Man Numeric Emerging Markets Eq D Sek IE00BTC1N822 p 23,27% AllianzGI Allianz Glbl Emerg Mkts Eq A Usd IE0002488884 p 22,94% Capital Group Capital Group Em Growth (Lux) T LU0516375184 p 21,76% State Street State Street Em Sel Esg Scrn Eq P Eur LU0379089245 p 16,16% Raiffeisen Raiffeisen-Emergingmkts-Aktien R Vt AT0000497268 p 15,93% Amundi Amundi Fds Eq Emerging Cnsr v Fu-C LU0945154598 p 15,83% Nomura Nomura Fds Global Emerging Market I Usd IE00BHBFDG90 p 15,70% Belgrave Vitruvius Emerging Markets Equity B Usd LU0148751588 p 13,59% Ram Ram (Lux) Sys Emg Mkts Core Eq F Usd LU0935267913 p 12,34% Nordea Nordea 1 - Emerging Mkts Foc Eq E Eur LU0772939061 p 12,05% Delaware Delaware Invmts Em Mkts F Usd Acc IE00B29Q7R89 p 10,14% Calamos Calamos Emerging Markets C Usd Acc IE00B537DN67 p 9,37%
Heptagon Oppenheimer Devmktseq Sri C Usd IE00BLS06M28 p 8,84% Nomura Nomura Fds Global Frontier Em Eq A Eur IE00BK0SD159 p 8,39%
Suisse Cs (Lux) Multimanager Em Mkts Eq B Usd LU0863552302 p 7,92%
Heptagon
Credit

Clara ha compiuto cento anni.

Ecco perché dovresti festeggiare anche tu.

Ci sono forze inarrestabili che ci parlano del mondo che sarà. L’aspettativa di vita aumenterà, la sostenibilità diventerà fondamentale, Internet sarà ovunque. In economia si chiamano megatrend. Per te sono grandi opportunità di investimento. I fondi ANIMA Megatrend* si concentrano sulle aziende che beneficeranno di questi cambiamenti globali per permetterti di investire nell’economia di domani, oggi.

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Top Gestore Fondi Italia Big dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza. Per maggiori info: www.istituto-qualita.com

AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID/KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KIID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione

Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente.

ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito

di più su megatrend.animasgr.it
* con “Fondi Megatrend di ANIMA” si intendono i fondi Anima Bilanciato Megatrend People e Anima Megatrend People.

TOP 20 AZIONARI GLOBALI

L’anno delle regole

Nel 2023 l’Ue regolamenterà, tramite una tassa, il Bitcoin e il resto delle criptovalute. Sarà solo una delle tante manovre regolative del 2023, che sarà all’insegna della trasparenza, come riportato dagli esperti di cryptonomist.ch.

Dubbi e certezze

“Fondi, strategie, asset. Mandato in archivio un 2022 molto complicato, il nuovo anno per i mercati resta pieno di dubbi ma con qualche buona certezza”. Questa la view di Andrew Harvie (Columbia Threadneedle).

g Top Funds classifiche Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 664, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita. Azionari Globali corrisponde alle categorie di Morningstar: Global Equity Income, Global Flex-Cap Equity, Global Large-Cap Blend Equity, Global Large-Cap Growth Equity e Global Large-Cap Value Equity.
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 13 g 14 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi Fidelity Fidelity Fast Global I-Acc-Usd LU0966156555 p 28,45% BlackRock Blk Global Enhanced Index A Acc IE0032010377 p 25,79% VanEck VanEck Morningstar Devmrkts Div Lead Etf NL0011683594 p 20,41% Pictet Ltif Classic Eur LU0244071956 p 19,60% J.P. Morgan Jpm Global Equity I (Dist) Usd LU0973524886 p 19,08% Ersel Fondersel Value Selection IT0005397077 p 16,81% Jupiter Jupiter Global Value I Gbp Acc LU0459991906 p 13,67% Hsbc Hsbc Gif Global Eq Volatil Focus Icusd LU1103712250 p 12,91% Lazard Lazard Global Managed Vol A Acc Usd IE00B563W456 p 11,42% Dws Dws Invest Croci Global Dividends Gbp Ic LU1769943124 p 10,51% Dws Dws Invest Croci Sectors Plus Ic LU2357751408 p 10,26% Gam Multilabel Lapis Glbl Top 50 Divyidceur LU1630053012 p 9,98% Mfs Mfs Meridian Global Equity Inc I1 Usd LU1280186385 p 9,40% Lazard Lazard Global Eq Franchise Ea Acc Usd IE00BYR8PM17 p 9,29% Union Investment Univaluefonds: Global I LU2355246864 p 8,85% J.P. Morgan Jpm Global Sust Eq I2 (Acc) Usd LU1727356146 p 8,38% J O Hambro Johcm Global Opps Offshore A Eur Inc IE00B7MR5575 p 8,23% Robeco Robeco Bp Global Premium Eqs I Eur LU0233138477 p 8,09% Bny Mellon Bny Mellon Global Equity Inc Gbp W Acc IE00B8YX0888 p 7,67% Dws Dws Invest Croci World Ic LU1769940708 p 7,59%

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TOP 20 BILANCIATI

Sospiro

“I mercati hanno tirato un sospiro di sollievo in un degli anni più travagliati per gli investitori. Il trend sembra però essere meno negativo grazie ai guadagni dell’indice S&P 500 e di alcuni indici dei Treasury”. Vincent Mortier (Amundi AM).

La Bce diventa falco

“L’ultima riunione della Bce ha rappresentato una svolta decisamente da falco, con la presidente Lagarde che ha segnalato che ulteriori rialzi dei tassi di interesse sono in arrivo”. Gero Jung (Mirabaud AM).

g
Funds classifiche Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 935, tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita. Azionari Bilanciati corrisponde alle categorie di Morningstar: Eur Flexible Allocation, Eur Flexible Allocation - Global, Eur Cautious Allocation, Eur Cautious Allocation - Global, Eur Moderate Allocation ed Eur Moderate Allocation - Global.
Top
01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 15 g 16 g Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi Azimut Az Fd1 Az Allc Bal Fof A-Az Fd Acc LU0346933400 p 17,33% Eurizon Ise Equity Index Strategy Id LU1819520591 p 16,31% Zeus Zeus Capital Sicav Active Strategy B Acc LU1280556652 p 16,12% Vontobel Vontobel Fd Ii Vescore Glrskdvrs Iz Eur LU0716975684 p 15,67% Generali Voba Responsible Flex I LU0503463076 p 11,15% E. Rothschild Edrf Quam 10 B Eur LU1005540114 p 10,56% Azimut Az Fd1 Az Allc - Cnsrv Fof B-Az Fd Acc LU0346934804 p 9,89% Fondaco Fondaco Active Investment Return Rsa IT0005241325 p 9,40% Polar Capital Melchior Global Conser vative I1 Eur LU0340436806 p 8,32% Open Capital Open Capital Opportunity I IT0005279671 p 6,70% Link Fund Frederik G Gaffino Flex I Eur Acc LU1340605739 p 6,03% Amundi Amundi Sf Equity Plan 60 E Eur Nd LU1322782373 p 5,49% Azimut Az Fd1 Az Eq Global Infras A-Az Acc LU1621767737 p 5,24% Eurizon Eurizon Mltmngr Stars Priv Style Tr I LU0456583417 p 4,28% Credit Suisse Indaco Sicav-Sif Indaco Pentagramma A LU1217763918 p 3,68% Lombard Odier Lo Selection Conser vative Eur Ua LU1291041710 p 2,60% Pictet Ruffer Total Return Intl C Eur Cap LU0638557669 p 2,45% Banca Generali Lux Im Esg Flexible Global Eqs Fx LU0841676140 p 2,43% Schroders Schroder Isf Inflation Plus I Acc Eur LU0134345908 p 2,23% Lazard Lazard Patrimoine Sri Pc Eur FR0012355113 p 2,21%
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Con un approccio flessibile e diversificato, puntiamo a trarre vantaggio dalle mutevoli condizioni di mercato e dalle opportunità di investimento sostenibile e a impatto positivo, investendo in diverse asset class tra cui azioni, obbligazioni societarie, governative e green, infrastrutture e liquidità. Il fondo è classificato come Art.9 del Regolamento SFDR.

Capitale a rischio

Il presente documento è concepito a uso esclusivo di investitori qualificati. Non destinato alla distribuzione ad altri soggetti o entità, che non devono basarsi sulle informazioni in esso contenute. Queste informazioni non costituiscono un'offerta o una sollecitazione di offerta per l'acquisto di azioni di investimento di uno dei Fondi qui citati. Gli acquisti relativi a un Fondo devono basarsi sul Prospetto Informativo corrente. Copie gratuite degli Atti Costitutivi, dei Prospetti Informativi, dei Documenti di Informazione Chiave per gli Investitori (KIID) e delle Relazioni annuali e semestrali sono disponibili presso M&G Luxembourg S.A. Tali documenti sono disponibili anche sul sito: www.mandg.com/investments/professional-investor/it-it. Prima della sottoscrizione gli investitori devono leggere il Prospetto informativo e il Documento di Informazioni Chiave per gli Investitori, che illustrano i rischi di investimento associati a questi fondi e che descrivono i diritti degli investitori. Le informazioni qui contenute non sostituiscono una consulenza indipendente in materia di investimenti. M&G Luxembourg S.A. può decidere di terminare gli accordi presi per la commercializzazione in base al nuovo processo di revoca della notifica della direttiva sulla distribuzione transfrontaliera. Informazioni sulla gestione dei reclami sono disponibili in italiano presso www.mandg.com/investments/professional-investor/it-it/complaints-dealing-process. Questa attività di marketing è pubblicata da M&G Luxembourg S.A. Sede legale: 16, boulevard Royal, L-2449, Luxembourg. MAY 22 / 729902

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TOP 20 OBBLIGAZIONARI GLOBALI

Un debutto a Piazza Affari ErreDue, azienda specializzata nell’elettrolisi dell’idrogeno a zero emissioni, ha debuttato sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana. La società progetta elettrolizzatori e di generatori di gas tecnici.

Bye bye Bitcoin

“È probabile che l’apparente stabilizzazione del valore di Bitcoin sia un ultimo sussulto prima che il cripto-asset intraprenda una strada verso l’irrilevanza”. A dirlo è la Banca centrale europea dal proprio profilo Twitter.

g Top Funds classifiche Fonte: Morningstar. Dati aggiornati al 15/12/2022. Fondi considerati: 176, tutti valorizzati
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TOP 20 OBBLIGAZIONARI HIGH YIELD

Opportunità per gli investitori

Il gestore Stephen Snowden di Artemis afferma come i suoi primi tre anni nella casa inglese siano stati caratterizzati da mercati tra i più difficili, ma ritiene che gli attuali rendimenti possano rappresentare una grande opportunità.

Italia resiliente

“L’economia italiana è più resiliente del previsto: la crescita dello 0,5% nel terzo trimestre e dell’1,1% nel secondo hanno creato un progresso del 3,9% nel 2022”. Maurizio Mazziero (Mazziero Resarch).

g
Fonte:
15/12/2022.
considerati: 96,
Obbligazionari High Yield
alla categoria di Morningstar: Global High Yield Bond.
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Morningstar. Dati aggiornati al
Fondi
tutti valorizzati in euro. Sono esclusi prodotti con meno di 12 mesi di vita.
corrisponde
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Società Nome fondo Isin Rendimento di gestione annualizzato a 12 mesi M&G M&G (Lux) Glb Fl Rt Hy C Usd Acc LU1670723482 p 5,83% UBP Ubam Global High Yield Solution Ic Usd LU0569863243 p 3,58% Bny Mellon Bny Mellon Glb Shrtdtd Hy Bd Usd Y Acc IE00BD5CVT79 p 3,49% Lgt Lgt Select Bond High Yield (Usd) Im LI0026564646 p 3,23% Liontrust Liontrust Gf High Yield Bond B8 Acc Usd IE00BFXZFK11 p 2,81% Principal Principal Pst Short Dur Hy I Inc Usd IE00B89Z4873 p 2,66% Artemis Artemisfds(Lux) Sd Glb Hy Bd I Usd Acc LU1988890080 p 2,43% Aviva Aviva Investors Shrtdurglhybd I Usd Acc LU0747473022 p 1,97% Invesco Invesco Global Hi Yld S/T Bd Z Acc Usd LU1701678648 p 1,46% Adepa Cb-Accent Lux Swan S/T Hi Yld A Usd H LU0860713980 p 1,08% Swisscanto Swc (Lu) Bf Sust Global Hy Nt LU1637934743 p 1,05% Muzinich Muzinich Longshortcredityld Husd Acc Nr IE00BF8H6P48 p 0,47% Candriam Candriam Sst Bd Glbl Hi Yld R Usd H Acc LU2211181206 p 0,25% Sphereinvest Sphereinvest Global Credit Strategies F IE00BKXBBV70 p 0,22% AllianceBernstein Ab Short Duration High Yield I2 Usd LU0654560100 q -0,10% Swisscanto Swc (Lu) Bf Responsible Sec Hy Gt LU1057799501 q -0,15% Jupiter Jupiter Global Hy Bd D Uacc Hsc LU1981108845 q -0,33% Aegon Aegon High Yield Global Bd B Inc Usd IE00B296WW80 q -0,62% Axa Axawf Global High Yield Bds I Cap Usd LU0252440952 q -1,31% Payden & Rygel Payden Global High Yield Bond Usd Acc IE0030624831 q -1,44%

Transizione svizzera

Un nuovo capitolo di BlackRock nella rubrica “Storie di contributo sociale”. La società ha visitato la cava di calcare di Holcim vicino a Zurigo, in Svizzera, una delle aziende che contribuisce a guidare la transizione verso un’economia #netzero.

Il momento è green

“Quando arriverà il tuo green moment, lo coglierai?”. È questa la domanda che Allianz pone dalla propria pagina LinkedIn. “La casa è il luogo in cui piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza, da ciò che mangiamo all’energia che consumiamo”.

Nella vita di un top manager

Gli occhi della sostenibilità

Com’è strutturata la giornata di un top manager? Lo spiega Vanguard nella propria pagina Facebook entrando nella vita di Joe Davis, global chief economist della società, che mostra gli step fondamentali della sua routine quotidiana.

Dalla pagina Instagram di Pictet AM la foto “In Search of” di Chloe Dewe Mathews Frankenstein, presente in “Collage”, l’ultimo libro pubblicato da Prix Pictet che mostra i lavori sul tema della sostenibilità con gli occhi di 64 eccezionali fotografe.

Social Network curiosità dal web g

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