Small Giants 7

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ESCLUSIVO ALESSIA MARCUZZI IMPRENDITRICE DEL BENESSERE

IL LUSSO È RESILIENTE

In un mercato turbolento, i luxury goods diventano investimenti L’Italia si conferma anche quest’anno tra i paesi leader di questo settore Economia circolare e trasformazione digitale i trend da cogliere

SERGIO MOMO FONDATORE E CEO DI XERJOFF
Supplemento al volume 68, giugno 2023, di Forbes Italia. Registrazione presso il Tribunale di Milano al n. 260 del 7 settembre 2017. Copia non vendibile separatamente
IL MAGAZINE DELLE PMI E DELLE STARTUP

Il lusso non si ferma mai

Vini e profumi pregiati, design di alta gamma e dimore storiche non conoscono crisi Il mercato dei beni luxury sarà in espansione per il resto del decennio, fino al 2030

Anche in tempi di crisi economica, i beni preziosi non perdono né appeal, né compratori. Normale in un mondo dove i ricchi sono sempre più ricchi. Quando un paese si sviluppa, le classi più abbienti trovano spazio e i consumi si alzano di qualità, non di quantità. Una persona ricca non mangia di più, mangia meglio. Però può arredare la sua casa con mobili di design, acquistare un orologio che prima non poteva permettersi. La ricerca pubblicata questa settimana da Forbes Small Giants per scandagliare i mercati è stata realizzata da Bain&Company e analizza il mercato globale dei beni luxury, che ha fatto un balzo in avanti nel 2022, nonostante le condizioni di mercato incerte, confermandosi un settore resiliente e in espansione per il resto del decennio, fino al 2030. E infatti il tema di copertina del numero di giugno è il lusso, che abbiamo raccontato attraverso tre storie d’impresa e una ricerca. La storia di copertina è dedicata a Xerjoff, brand di profumi di lusso che si è distinta sul mercato puntando su materie prime di qualità, sostenibilità e ricerca estetica dei suoi prodotti. Xerjoff è nato nel 2007 a Torino. Un brand di profumi di lusso in cui Momo ha riversato la cultura del bello, dell’arte e del design. “Ho cominciato a dipingere quando ero molto piccolo”. Poi il mondo del design che diventa una professione e infine i profumi. A seguire Edra, marchio di design che produce divani, poltrone e arredi innovativi unendo la bellezza alla tecnologia. Un'azienda giovane, nata nel 1987 in Toscana, ma già celebre e celebrata come simbolo di qualità e bellezza. In casa Edra il fine non è esclusivamente l'originalità, che niente sarebbe senza il comfort che caratterizza i suoi prodotti, frutto di una professionalità e una lavorazione interamente handmade. Un’esclusività che l’ha portata a ritagliarsi un posto nelle collezioni dei più importanti musei internazionali d’arte contemporanea. E poi Ruffino, storica realtà produttrice di grandi vini toscani. Ma non finisce qui, perché un po’ tutto questo numero è intersecato con il lusso. Come il viaggio all’interno di Palazzo Cozza Caposavi, dimora storica sul lago di Bolsena diventato resort di lusso, o l’intervista al vip del mese dedicata ad Alessia Marcuzzi, showgirl e

conduttrice televisiva che poco prima dell’inizio della pandemia ha fondato un brand di cosmetica.

Intanto prosegue il tour alla scoperta dei Piccoli Giganti. Dopo la tappa di Bologna, Forbes Small Giants si ferma a Cagliari, terra di

C’è spazio anche per i Piccoli Giganti che fanno della digitalizzazione il loro motore e per gli altri che cercano di unire le tradizioni all’innovazione, senza perdere di vista le proprie origini. Massimo Rossi, celebre doppiatore italiano che ha portato i più grandi attori del cinema sui nostri schermi, racconta l’industria del cinema e del doppiaggio. Infine la classica sezione dedicata alle startup e agli incubatori: in questo numero apriamo con Innois, acceleratore progetti innovativi focalizzato sulle realtà sarde).

E intanto il tour di Forbes Small Giants continua a scoprire Piccoli Giganti in giro per l’Italia: prossima tappa Cagliari.

5 giugno 2023 | SmallGiants Editoriale
tradizioni secolari che guarda al futuro con un approccio innovativo

FOTO

12 L’isola di Amazon

INSIDER

14 M’illumino di cosmetica

Giulia Piscina

LEADERSHIP

22 Il manager che vuole cambiare musica

Piera Anna Franini

COVER STORY

26 L’essenza del bello

Carola Desimio

IL LUSSO È RESILIENTE

35 Comodità di alta gamma

Maurizio Abbati

38 Qualità da stappare

Maurizio Abbati

RICERCA

41 Il lusso prende il largo

Fulvio di Giuseppe

SERVIZI

46 La piazza digitale delle imprese

Fulvio di Giuseppe

50 La consulenza crea valore

Matteo Calzaretta

52 Voglia di welfare

Matteo Calzaretta

INDUSTRY

54 Innovazione sulla strada

Maurizio Abbati

58 I motori dell’industria

Andrea Salvadori

INCHIESTA

60 Poche ma buone

Piera Anna Franini

MODA E DESIGN

66 La riscoperta dello streetwear

Andrea Salvadori

70 Raccontare il territorio con la manifattura

Valentina Lonati

6 SmallGiants | giugno 2023
Sommario
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“Il profumo non è mai fine a se stesso, aiuta a raccontare storie”
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Sergio Momo, fondatore e ceo di Xerjoff

NUOVO ALFA ROMEO STELVIO SIMBIOSI PERFETTA

Consumo di carburante gamma Alfa Romeo Stelvio benzina e diesel (l/100 km): 8,9 – 5,7; emissioni CO 2 (g/km): 202 - 150. Valori omologati in base al ciclo misto WLTP, aggiornati al 18/11/2022, e indicati a fini comparativi. Le immagini hanno scopo puramente illustrativo. Le caratteristiche ed i colori possono differire da quanto rappresentato. Immagini scattate in area privata. Rispettare sempre le regole del Codice della Strada.

TRASFORMAZIONE DIGITALE

72 Il pronto soccorso delle api

Matteo Marchetti

76 Il coraggio di osare

Matteo Marchetti

AGRIFOOD

79 L’isola in cucina

Raffaella Galamini

IMPRESA IN NUMERI

84 Società benefit: impatto, identità e obiettivi

Andrea Salvadori

WOMEN FRIENDLY

86 Pennellate di dignità

Stefania Di Pietro

90 La scrittura web punta all’AI

Raffaella Galamini

CULTURA

93 La dinastia del doppiaggio italiano

Fulvio di Giuseppe

96 Un viaggio

alla scoperta del bello

Edoardo Prallini

STORIES

101 L’arte di reinventarsi

Raffaella Galamini

104 Il suono del gran rifiuto

Stefania Di Pietro

IL ROADSHOW

106 I piccoli giganti arrivano a Bologna

Andrea Celesti

STARTUP

110 Fare sistema per non restare isolati

Maurizio Abbati

114 Recensioni trasparenti per acquisti liberi

Matteo Calzaretta

115 La sentinella delle inondazioni

Matteo Calzaretta

RUBRICHE

122 Tutela dei consumatori di prodotti finanziari

124 Il passaggio generazionale

UFFICIO

126 Produttività

all’aria aperta

Valentina Lonati

LIBRI

130 Letture d’impresa

8 SmallGiants | giugno 2023
Sommario
130
72 86 126

Ue, c’è l’obbligo del bilancio sostenibile

Con la direttiva dell’Unione Europea del 16 dicembre 2022, entrata in vigore il 5 gennaio di quest’anno, il Parlamento ed il Consiglio dell’Ue hanno emanato nuove regole, valide per le aziende europee in materia di bilancio, concernenti la Rendicontazione societaria di sostenibilità, anche nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd). Si tratta di una normativa che ha allargato la platea delle società assoggettandole a rigorosi obblighi di rendicontazione della sostenibilità sulle questioni di carattere ambientale, sociale e di governance. Considerati i

vincoli e le difficoltà scaturenti dall’esigenza di predisporre un Bilancio di sostenibilità, esso entrerà in vigore gradualmente. Nel 2024 e nel 2025 riguarderà le imprese di grandi dimensioni. Dal 1° gennaio 2026, invece, verranno incluse nell’obbligo anche le Pmi quotate in borsa. E dal 1° gennaio 2028 si arriverà a comprendere anche le imprese extra-Ue con un fatturato netto di oltre 150 milioni di euro conseguito all’interno dell’Ue per due esercizi consecutivi e che possiedano una succursale con un fatturato netto superiore ai 40 milioni di euro realizzato nell’esercizio precedente.

GIUGNO 2023 - NUMERO 7

Supplemento al volume 68, giugno 2023, di FORBES ITALIA registrazione presso il Tribunale di Milano al n°260 del 7 settembre 2017 Copia non vendibile separatamente

Editore

BFC Media spa - Via Melchiorre Gioia, 55 - 20144

Milano

Presidente

Denis Masetti

Amministratore delegato

Marco Forlani

Direttore responsabile

Alessandro Rossi

Executive editor

Edoardo Prallini

Contributor

Maurizio Abbati, Matteo Calzaretta, Massimiliano Carrà, Andrea Celesti, Mirko Crocoli, Carola Desimio,

Fulvio di Giuseppe, Stefania Di Pietro, Piera Anna Franini, Raffaella Galamini, Valentina Lonati, Matteo Marchetti, Andrea Salvadori, Matia Venini

Progetto grafico e impaginazione Psychodesign - Milano

Direttore commerciale Marco Bartolini - bartolini@bfcmedia.com

Project manager

Francesco Meloni - meloni@bfcmedia.com

Direttore marketing Andrea Agostini - agostini@bfcmedia.com

Direttore Forbes Live Fabio Wilhelm Invidia - invidia@bfcmedia.com

Video content officer Valerio Gallorini - gallorini@bfcmedia.com

STAMPA: Rotolito S.p.A. - Via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano)

Foto di copertina di Roberta Bruno

DISTRIBUZIONE ITALIA E ESTERO

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10 SmallGiants | giugno 2023 La notizia
PEFC/18-32-94 CertificatoPEFC Questoprodottoè realizzatoconmateria primadaforeste gestiteinmaniera sostenibileedafonti controllate www.pefc.it
12 SmallGiants | giugno 2023
La foto

L’ISOLA DI AMAZON

L’espansione di Amazon in Italia ha toccato, nel luglio del 2021, anche la Sardegna. La posizione è strategica: poche centinaia di metri dall’aeroporto di Cagliari e altrettanti dalle statali. Nella zona industriale di Elmas sorge il primo deposito di smistamento Amazon situato dell’isola. Si tratta del primo centro logistico e si affianca al customer service presente nella stessa zona da alcuni anni. Il deposito ha una superficie complessiva di seimila metri e serve il sud Sardegna: le consegne arrivano sino a Riola Sardo a ovest e Muravera San Vito a est, con pacchi smistati a sud ovest anche nella zona di Carbonia e Sant'Antioco, nel Sulcis. L’attenzione del colosso fondato da Jeff Bezos verso la Sardegna si concretizza anche in altre iniziative. Tra queste il bando per la candidatura di Amazon Women in Innovation, il progetto delle borse di studio rivolto alle studentesse universitarie nel settore scienze, tecnologia, ingegneria e matematica iscritte all'ateneo di Cagliari. Oppure nello storico accordo tra l’azienda Amazon Italia Customer Service e le segreterie regionali di categoria insieme alle rappresentanze sindacali. Un’intesa sancita a novembre 2022, riguardante i 1.700 lavoratori del servizio clienti di Cagliari.

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La foto

M’illumino di cosmetica

Ingredienti naturali, eco-compatibili e made in Italy: l’idea di benessere di Alessia Marcuzzi e del suo Luce Beauty

La mission del brand Luce Beauty della conduttrice e imprenditrice

Alessia Marcuzzi è prendersi cura delle pelli sensibili con formule innovative, realizzate con ingredienti naturali e biologici, funzionali alla salute e all’epidermide. Per la showgirl italiana, il concetto predominante del suo modo di fare impresa è fermamente ancorato all’eccellenza dei prodotti, all’innovazione nel settore cosmetico, ma anche e soprattutto al rispetto della natura e alla sostenibilità ambientale. Non solo: “Il made in Italy è un altro aspetto fondamentale, perché garantisce sia un elevato standard di qualità del prodotto, sia sostiene il lavoro delle piccole aziende del nostro Paese”, afferma.

Il lancio, avvenuto in piena pandemia, ha dimostrato grande coraggio in un momento in cui le persone hanno riscoperto tanti piccoli valori che nella vita di tutti i giorni a volte venivano dati per scontati, come la cura della salute e l’amore verso sé stessi. Oggi Luce Beauty, a tre anni dal posizionamento sul mercato, è una realtà

IMPARARE A PRENDERSI

CURA DI SE STESSI

E

NATURALI: QUESTO

IL MESSAGGIO

CHE IL BRAND

DELLA SHOWGIRL

VUOLE LANCIARE

AI SUOI CLIENTI

consolidata del settore, con un fatturato che cresce di semestre in semestre, e con un team, quasi tutto al femminile, di oltre 25 persone, a dimostrazione che se si crede in qualcosa e si opera con materie prime tra le migliori al mondo, gli effetti non tardano poi a riconoscere i giusti meriti. Con risultati progressivi, realistici e visibili, che durino nel tempo.

E infine un monito che Alessia non

teme di ‘sottoscrivere’ con assoluta cognizione di causa: “In Italia, l'idea di ‘donna imprenditrice’ è ancora lontana dalla mente di molte persone. Ci sono tanti stereotipi di genere e pregiudizi che ostacolano le donne nell'avvio di una propria attività imprenditoriale. Si deve ancora lottare contro l'idea che il loro ruolo principale debba essere quello di prendersi cura della famiglia, o che siano meno capaci degli uomini nel campo del lavoro”.

‘Luce’ è il nome che ha scelto per il suo brand. Luce come?

Luce come l’unicità di ogni persona e la Luce che dobbiamo trovare dentro di noi per splendere. Ogni individuo è unico e questa unicità rappresenta la sua luce. I piccoli dettagli che ci caratterizzano ci rendono straordinari nella nostra personale diversità. Proprio da questo concetto nasce la frase che guida la filosofia del mio brand: “Io Sono Luce”, significa appunto che tutti noi siamo preziosi esattamente per quello che siamo. Dobbiamo renderci conto della nostra unicità e averne sempre stima. L’obiettivo principale

14 SmallGiants | giugno 2023 Insider
AD AMARSI PER QUELLO CHE SI È, ATTRAVERSO PRODOTTI
15 giugno 2023 |
Insider
SmallGiants
Luce Beauty porta avanti un’idea di benessere a 360 gradi, che va dalla salute dell’epidermide fino all’attenzione all’impatto ambientale dei suoi prodotti

REALIZZARE I PRODOTTI NEL NOSTRO PAESE SIGNIFICA MANTENERE DEGLI STANDARD

QUALITATIVI ALTI E VALORIZZARE IL LAVORO DELLE PICCOLE IMPRESE ITALIANE

della mia azienda è offrire alle persone un modo per prendersi cura di una parte di quella unicità e promuovere l’amore per sé stessi. Proviamo a farlo ogni giorno sia offrendo prodotti skincare efficaci e di qualità, sia condividendo i nostri valori con la nostra community.

Quando ha deciso di dedicarsi a questa strada imprenditoriale e perché nel mondo della cosmetica?

Il mondo della cosmesi mi ha sempre appassionato. Lavoro nello spettacolo da quando ho 17 anni e sono sempre stata consigliata da tanti esperti del settore che mi hanno guidato verso la cura della pelle. Ho avuto la possibilità di provare moltissimi trattamenti skincare ma, con l’andare del tempo, notavo che la mia pelle diventava sempre più sensibile non solo agli agenti esterni, ma anche ai prodotti cosmetici. Questo mi ha spinto a interessarmi profondamente agli ingredienti delle formule dei trattamenti che utilizzavo.

Così ho scoperto l’universo dello skincare naturale e biologico e quello delle formule dedicate alle pelli sensibili. Dopo tanta ricerca, ho trovato un laboratorio specializzato in cosmesi naturale che corrispondeva esattamente a quello che cercavo e, insieme a quelle che oggi sono le mie cosmetologhe, abbiamo iniziato a dare vita alle formule della mia linea. Il mio desiderio è sempre stato quello di realizzare dei trattamenti funzionali al benessere della pelle sensibile, made in Italy, naturali e biologici, che potessero prendersi cura dell’unicità di ogni persona e farla sentire bene.

Qual è la filosofia su cui si fonda il suo brand?

La filosofia di Luce Beauty si fonda sui valori profondi che guidano ogni aspetto del nostro brand. Portiamo avanti un’idea di benessere a 360 gradi e mettiamo al primo posto la salute dell’epidermide; per questo abbiamo scelto di realizzare prodotti dedicati proprio alle pelli sensibili. La scelta di utilizzare ingredienti di origine naturale risponde all’esigenza di offrire alla pelle benefici straordinari in maniera efficace e delicata, con risultati visibili e progressivi nel tempo. Il made in Italy è un altro aspetto fondamentale, perché garantisce sia un elevato standard di qualità del prodotto, sia sostiene il lavoro delle piccole aziende del nostro Paese. L’intero processo produttivo, dalla creazione delle formule al confezionamento finale del prodotto, ha come obiettivo la sostenibilità, ambientale e umana. Poniamo estrema attenzione all’impatto ecologico delle nostre scelte e portiamo avanti progetti di beneficenza per sostenere la salvaguardia del pianeta. In rappresentanza dei nostri

principi etici, i nostri prodotti hanno certificazione biologica Aiab e Veganok.

Quali sono i suoi riferimenti in questo percorso imprenditoriale?

Possono essere molteplici, ma personalmente ho sempre ammirato Gwyneth Paltrow come imprenditrice. Dopo una notevole carriera come attrice, ha deciso di cambiare settore e dedicarsi a ciò che amava, mettendo in pratica le sue idee e dando vita a un'azienda di prodotti per la salute e il benessere, chiamata Goop. Nonostante abbia ricevuto molte critiche per alcune delle sue iniziative, ammiro la sua capacità di perseguire gli obiettivi e di costruire il suo mondo secondo i suoi desideri, senza farsi influenzare dai giudizi e dai pregiudizi delle persone. In Italia, l'idea di donna imprenditrice è ancora lontana dalla mente di molte persone. Ci sono tanti stereotipi di genere e pregiudizi che ostacolano le donne nell'avvio di una propria attività imprenditoriale. Si deve ancora lottare contro l'idea che il loro ruolo principale debba essere quello di

16 SmallGiants | giugno 2023 Insider
La conduttrice si è interessata al mondo dello skincare da giovanissima, iniziando a ricercare la formula perfetta per la sua pelle

prendersi cura della famiglia, o che siano meno capaci degli uomini nel campo del lavoro. Penso sia importante che queste difficoltà non scoraggino le donne dal perseguire i loro sogni imprenditoriali. Ci sono sempre più esempi di donne che hanno avuto successo in questo campo e che sono fonte di ispirazione per le generazioni future.

Conduttrice, imprenditrice, madre: qual è il fil rouge che le unisce?

Penso di potermi definire una donna coraggiosa e libera, e penso di essere riuscita a portare questa parte di me in ogni contesto della mia vita.

Un viaggio imprenditoriale iniziato nel 2020, un anno complesso. Cosa le ha insegnato quel periodo?

Stavo per lanciare Luce Beauty quando è scoppiata la pandemia. Inizialmente ho messo questo progetto da parte, tutti noi stavamo vivendo un momento di incredibile difficoltà. Nonostante fossi in una condizione fortunata, psicologicamente

è stato piuttosto complesso anche per me. Attraverso i miei social, però, ho avuto l’opportunità di ascoltare tantissime persone; sentivo che molti si stavano iniziando a lasciare andare, captavo sconforto, paura e grande tristezza. Così ho pensato che avrei potuto esprimere il messaggio positivo che il mio brand voleva trasmettere portando un po’ di luce, perché le persone ne avevano davvero bisogno. Ho aperto il profilo Instagram di Luce Beauty pubblicando una mia foto senza trucco e senza filtri, scrivendo #iosonoluce e invitando ogni persona a fare lo stesso. In molti hanno reagito con un entusiasmo pazzesco! Hanno inviato migliaia di fotografie, di messaggi di speranza e di fiducia, si sono sentiti compresi. È stato commovente, è nata una vera e propria community di persone pronte a sostenersi.

Guardando a ciò che è stato fatto fin qui, qual è stata la soddisfazione più grande?

La mia più grande soddisfazione è quella

di aver creato un'azienda che sta offrendo lavoro a molte persone e sta contribuendo al benessere di tanti clienti attraverso i prodotti che abbiamo realizzato. In un momento di crisi come quello che abbiamo vissuto, questa è una soddisfazione ancora più grande, in quanto nel nostro piccolo contribuiamo a mantenere un tessuto sociale ed economico vitale per il nostro paese. Ma non è solo questo a rendere orgogliosa la mia esperienza imprenditoriale. La cosa che mi rende particolarmente felice è che siamo riusciti a fare tutto questo seguendo i nostri valori e mettendo al primo posto la sostenibilità. È un grande risultato, in quanto dimostra che è possibile creare un'azienda di successo rispettando l'ambiente e le persone coinvolte in ogni fase della catena produttiva. Insomma, la soddisfazione più grande per me è quella di aver creato un'azienda che non solo è in grado di generare lavoro e benessere, ma che fa tutto questo seguendo principi etici e sostenibili.

Qual è ad oggi la sfida più grande che vede per il suo brand?

Quella di affermarsi come azienda di prodotti cosmetici di qualità andando oltre al fatto che il brand sia mio. Nonostante la visibilità ottenuta grazie al mio nome, la vera sfida è dimostrare che i nostri prodotti sono davvero ottimi, realizzati seguendo principi di eticità e sostenibilità, e in grado di fornire risultati visibili. Abbiamo lavorato duramente per costruire un'azienda in grado di offrire prodotti made in Italy, eccellenti e innovativi, con una produzione basata su principi sostenibili e una comunicazione trasparente e onesta con i nostri clienti. L’obiettivo è che i clienti scelgano i nostri prodotti per la loro efficacia e perché condividono i nostri stessi valori.

Qual è la Luce più grande che la guida?

Nonna Mela. Mia nonna ha 99 anni, è una forza della natura ed è fonte di ispirazione per me e per tutta la nostra famiglia. Lei non ha una sola Luce, lei ha proprio una lampadina intorno a sé.

17 giugno 2023 | SmallGiants Insider
Nello showbiz da quando aveva 17 anni, Alessia Marcuzzi oggi conduce Boomerissima su Rai 2
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Forte spinta sui dipendenti Cresce l’impegno sui fringe benefit

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ, certo, ma senza dimenticare il benessere dei propri dipendenti. Secondo l’ultima edizione del Welfare Index Pmi, il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha raggiunto un buon livello di welfare e una su due ha intenzione di voler sviluppare ulteriori iniziative in questo ambito. L’investimento delle aziende nel benessere dei propri dipendenti si traduce soprattutto nei cosiddetti flexible benefit, beni e servizi messi a disposizione dei lavoratori che esulano dalla retribuzione, come ad esempio corsi di lingua, borse di studio per i figli o polizze sanitarie. Welfare Index Pmi ha stimato che la quota delle imprese che utilizzano flexible benefit è aumentata e che circa un terzo delle aziende che non ne fanno uso hanno intenzione di usufruirne in futuro.

DALLA SCIENZA A SOLUZIONI HEALTHCARE CUBE LABS, UN ROUND DA 470MILA EURO

Trasformare la scienza italiana in soluzioni healthcare globali, questa l’ambizione di Cube Labs, il venture builder nel settore life science fondato da Filippo Surace che lo scorso marzo si è quotato in Borsa su Egm Pro, raccogliendo 4,1 milioni di euro.

Il titolo ha brillato in Borsa mettendo a segno un +3%, una delle migliori performance del

segmento che a ha spinto la capitalizzazione oltre i 35 milioni di euro.

L’innovativo business model di Cube Labs si concentra su progetti accademici di R&S con elevato potenziale di crescita, selezionati anche grazie alla partnership esclusiva con l’Istituto nazionale biostrutture e biosistemi (Inbb). Il portafoglio oggi comprende 13

startup biotech e medtech, per un valore di partecipazioni pari a oltre 52 milioni di euro. Recentemente la società ha compiuto un ulteriore importante passo avanti nel percorso di crescita chiudendo, a favore della controllata Adamas Biotech, un round di finanziamento da 470mila euro con Banco Bpm nel ruolo di lead investor.

19 giugno 2023 | SmallGiants News
WELFARE INDEX PMI
Il 68% delle aziende propone iniziative dedicate al personale come corsi di lingua, borse di studio o assistenza alla maternità

SUCCHI E SPALMABILI, LA NEW ENTRY DEL GRUPPO ILLY Achillea entra nel Polo del Gusto

Achillea, azienda specializzata nella produzione di succhi di frutta, soft drinks e

spalmabili, entra a far parte del Polo del Gusto. Si contraddistingue per la qualità degli

ingredienti e delle moderne tecniche di lavorazione: sin dalla fondazione nel 1980

RICERCA ADOBE SU DIGITALE E IMPRESE

tutto è biologico. Una scelta che si collega anche all’impegno dell’azienda nel ridurre il proprio impatto sull’ambiente, a partire dai packaging riciclabili. “Sono felice e orgoglioso di far parte della famiglia del Polo del Gusto e per l'importante opportunità di crescita che rappresenta per Achillea: i prodotti si integrano perfettamente con le altre eccellenze del Gruppo - dal tè al cioccolato, dalle confetture ai biscotti - in un'offerta dedicata che si rafforzerà sia in Italia che nei mercati esteri”, dice Fabrizio Molinari, ad di Achillea.

Buono l’utilizzo di documenti e videoconferenze

Mancano l’automazione e l’intelligenza artificiale

Si parla spesso di digitalizzazione. Ma che impatto ha questo fenomeno sulla produttività delle aziende?

La risposta arriva dalla nuova ricerca di Adobe Future of Digital Work, che ha analizzato lo scenario e i trend del lavoro digitale delle piccole e medie imprese a livello globale. Secondo lo studio, per oltre l’88% delle pmi le tecnologie poco all’avanguardia stanno compromettendo la produttività. La ricerca evidenzia come il gap tecnologico generi un impatto negativo non solo in termini economici ma anche di umore e soddisfazione dei dipendenti. Le tecnologie più utilizzate, secondo lo studio, risultano essere i documenti digitali e gli strumenti di collaborazione e videoconferenza; tra quelle che avrebbero bisogno di una maggiore implementazione invece ci sono l’automazione e l’intelligenza artificiale.

20 SmallGiants | giugno 2023 News
Fabrizio Molinari ad di Achillea

IMPRESE BORGHI IL BANDO PER RILANCIARE LE ECONOMIE LOCALI

L’Italia è ricca di borghi storici con attività artigianali uniche. Per sostenerle, il Ministero della Cultura ha promosso il bando Imprese Borghi, finanziato dall’Unione Europea attraverso i fondi destinati al Pnrr con una dotazione di 200 milioni di euro. Il contributo massimo accessibile a una singola attività è di 75 mila euro.

L’obiettivo del bando è rilanciare le economie locali grazie a progetti dalla duplice finalità: offrire servizi alla popolazione e ai visitatori e ridurre le emissioni inquinanti. La durata massima ammessa per ogni iniziativa è di 18 mesi a partire dall’accettazione del provvedimenti di ammissione. I progetti, finanziabili fino a 150mila euro, devono comunque essere conclusi tutti entro il 31 dicembre 2025. Con questo bando, il governo stima di sostenere circa 2.500 imprese.

MILIONI PER IL MEZZOGIORNO OBIETTIVO: PIÙ COMPETITIVITÀ 400

RAFFORZARE LA CRESCITA SOSTENIBILE per la competitività delle pmi del Sud. È l’obiettivo del bando firmato il 19 maggio dal ministro delle Imprese Adolfo Urso. La misura prevede uno stanziamento di 400 milioni di euro dal programma nazionale Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027.

Per avere accesso all’incentivo le aziende devono presentare progetti che prevedono l’uso di tecnologie abilitanti, come il cloud o la realtà virtuale, realizzati nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna), senza superare i 5 milioni di euro di spesa.

Al fine dell’assegnazione dei fondi vengono valutati anche i progetti per l’efficientamento energetico e quelli che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici individuati dall’Unione Europea.

21 giugno 2023 | SmallGiants News

Il manager che vuole cambiare musica

Paolo Petrocelli, 38enne alla guida della Dubai Opera House, chiede un ricambio generazionale ai vertici degli enti culturali

Paolo Petrocelli è l’unico italiano ad essere entrato nella classifica degli Young Global Leaders del 2023, le cento personalità sotto i 40 anni che - stando al World Economic Forum di Davos, artefice della classificaincarnano il meglio della leadership 4.0. In passato il tricolore ha brillato grazie a Erica Neri, nel 2015 venne scelto Roberto Bolle e andando più indietro col tempo troviamo anche chi però ha smentito le attese, per dire che non basta raggiungere la vetta, il punto sta nel viverla a lungo e al meglio.

Petrocelli è fresco di nomina come sovrintendente della Dubai Opera House. Guida dunque un teatro che produce musica senza barriere di genere, dall’opera lirica al musical, dai concerti di classica al pop e rock. Di Roma, 38 anni, è stato direttore dell’Accademia Stauffer di Cremona, icona del violino, e assistente di Carlo Fuortes (ex ad Rai) all’Opera di Roma. Attività che si saldano con un diploma di violino, un dottorato di ricerca in economia della cultura allo Iulm, un

DALL’ACCADEMIA STAUFFER DI CREMONA AGLI EMIRATI ARABI, È L’UNICO ITALIANO AD ESSERE ENTRATO

NELLA YOUNG GLOBAL LEADERS 2023

executive Mba in Bocconi, una laurea in lettere e musicologia alla Sapienza di Roma, una in musicologia a Londra, più lavori di ricerca alla Yale University e al Mit Media Lab. Il portfolio studi, diciamolo a chiare lettere, stride con quello mediamente povero di studi musicali dei colleghi boomer. Forse l’indizio di un cambio dei tempi? La strada è ancora in salita, ma il decreto appena sfornato, che vieta di sovrintendere una fondazione lirica dopo i 70 anni, rende l’erta un po’ più dolce in tema di cambio generazionale. In Italia non mancano dirigenti culturali di vaglia, di casa nostra e stranieri: punte dell’iceberg di una situazione di arretra-

tezza del management culturale. Possibile che accada questo nel Paese dal patrimonio artistico e culturale senza pari? “È una grande anomalia. Purtroppo c’è uno scollamento tra la dimensione accademica e professionale. Vengono formate migliaia di giovani specializzati nel management della cultura che poi si perdono perché, ammesso che riescano ad accedere a istituzioni culturali, non vi trovano spazi di crescita e mobilità. Spesso si chiude la propria carriera professionale con lo stesso ruolo assunto in partenza”, spiega Petrocelli che mette il dito nella piaga del settore lirico, alla ribalta negli ultimi mesi per via dei burrascosi cambi di vertice del Maggio di Firenze e del San Carlo di Napoli. “Quando bisogna scegliere chi posizionare in una fondazione lirica entra in campo la politica, e così la sovrapposizione di interessi rende più difficile mettere al centro le idee e il merito. Il tema non dovrebbe essere il nome del sovrintendente, ma il progetto culturale che porta con sé. Così come i top manager funzionano in alcune aziende mentre in altre no, anche i manager culturali dovrebbero farsi avanti solo se convinti di poter svi-

22 SmallGiants | giugno 2023 Leadership
23 giugno 2023 | SmallGiants Leadership PAOLO PETROCELLI
Paolo Petrocelli

luppare un progetto con quella città e comunità”.

A Dubai la politica non c'entra. O meglio, su tutto vede e provvede lo sceicco e chi per lui, le linee guida economiche, sociali, culturali vengono dettate dall’alto e guai a chi sgarra. È attenendosi a queste linee che si muove la società Emaar, proprietaria dell’Opera House oltre che del Burj Khalifa, del Dubai Wall e Marina (per citare le punte della costellazione Emaar). “Una realtà aziendale esige che anche le società culturali che promuove al suo interno

raggiungano determinati risultati. Le dinamiche dell’amico dell’amico vengano scalzate da un modello che mette al centro la capacità e il merito”. In Italia, prosegue Petrocelli, bisognerebbe fare un “lavoro intergenerazionale annullando la resistenza della classe dirigente senior nel promuovere un rinnovamento. Quando dirigi un grande ente, che sia un museo o un teatro, hai bisogno di esperienza, ma allo stesso tempo devi saper captare le esigenze della realtà circostante: e chi meglio di un giovane può farlo? Perché abbiamo un Primo

Ministro di 45 anni mentre l’età si alza in modo esponenziale quando si tratta di guidare un teatro?”.

Domanda. Salisburgo ha cucito attorno a Mozart un festival internazionale di grande smalto, nessuno dei nostri festival dedicati ai grandi musicisti - siamo la erra della musica - è riuscito in questa impresa: perché? Partiamo dal Festival Donizetti nella Bergamo quest’anno Capitale della Cultura: la manifestazione non è in linea con gli standard dinamici di un’area dalla brillante imprenditoria. “Non è solo una quesitone

24 SmallGiants | giugno 2023
Leadership
Paolo Petrocelli nel teatro di Dubai, un progetto realizzato da Emaar Properties. Capienza: duemila posti Il Teatro di Siracusa (in foto) è stato oggetto di investimenti per progetti destinati ai giovani Il teatro dell'Opera di Dubai è il principale centro per le arti performative degli Emirati Arabi Uniti

di management culturale, ma di sistema, di una rete che viene a crearsi fra professionisti e politici e che si consolida con gli anni. Solo così si può pensare a una proiezione internazionale”, dice Petrocelli. Più di altri settori culturali, il mondo della lirica orbita attorno a un nucleo di appassionati che vive l’opera con grande sentimento, come fosse una seconda pelle e con quanto ne consegue: fanatismo in testa. Un nucleo che va ascoltato ma non va posto al centro dell’attenzione e programmazione. “È un mondo autoreferen-

ziale che tra l’altro sta scomparendo. Le istituzioni devono saper parlare all’intera comunità. Bisogna prepararsi al futuro. Cosa succederà da qui ai prossimi vent’anni? Il pubblico del prossimo decennio sarà diverso da quello di oggi, se non cominciamo a lavorare con questa prospettiva di cambio aumenteranno le criticità. Bisogna programmare in modo creativo e coraggioso, bisogna andare oltre la logica di quale regista chiamare”. La mente va a iniziative che mettono al centro l’ultima generazione, ovvero il pubblico di domani.

È il caso di Inda (Istituto Nazionale del Dramma Antico) attiva al Teatro greco di Siracusa che da tre decenni investe sui giovani con progetti ad hoc per loro: i ragazzi presentano riletture dei testi classici, greci e latini nel corso di un evento che fa della partecipazione e dello stare insieme uno dei suoi punti di forza. L’esito è quello di spettacoli da tutto esaurito, con un pubblico giovane e di qualità. Perché il pubblico non è solo questione di numeri e di biglietti staccati, ma di qualità della platea.

25 giugno 2023 | SmallGiants Leadership

L’ESSENZA DEL BELLO

ESTETICA E MATERIE PRIME DI QUALITÀ:

ESTETICA E MATERIE PRIME DI QUALITÀ:

XERJOFF RIVOLUZIONA IL MERCATO DEI PROFUMI DI LUSSO OFFRENDO

XERJOFF RIVOLUZIONA IL MERCATO DEI PROFUMI DI LUSSO OFFRENDO

ESPERIENZE OLFATTIVE UNICHE

ESPERIENZE OLFATTIVE UNICHE

26 SmallGiants | giugno 2023 Cover
Story
SERGIO MOMO
27 Cover Story

Dai contrasti caravaggeschi alla riproduzione seriale di Andy Warhol, Sergio Momo, ceo e direttore creativo di Xerjoff Group, fa dell’esperienza estetica il centro delle sue creazioni. Dalla pop art di Roy Lichtenstein al sarcasmo e alla protesta della street art di Banksy e Shepard Fairey, passando per il mondo classico, Momo vive il profumo come una forma d’arte.

Nelle sue essenze c’è una ricerca culturale, storica e creativa da approfondire. “Il profumo non è mai fine a se stesso, aiuta a raccontare storie”, spiega. Interpretazione multisensoriale che il fondatore ha tradotto in collezioni evocatrici dagli accenti olfattivi legati all’arte e alla musica. La collezione con Brian May, chitarrista dei Queen, è un esempio. O ancora, quella dedicata all’heavy metal, una miscela rock dedicata a Tony Iommi, chitarrista dei Black Sabbath. C’è poi Groove Xcape, essenze che si ispirano alla musica elettronica di Max Casacci, attraverso i suoni della natura, della città e della metropolitana. “Dal punto di vista olfattivo la collezione realizzata con Casacci è l’opposto di quella pensata sulle note dei Black Sabbath”, spiega Momo. Due concetti di esplorazione diversi: una è digitale, moderna, elettronica, l’altra riporta alla rivoluzione rock dell’heavy metal. Xerjoff è nato nel 2007 a Torino. Un brand di profumi di lusso in cui Momo ha riversato la cultura del bello, dell’arte e del design. “Ho cominciato a dipingere quando ero molto piccolo”. Poi il mondo del design che diventa una professione e infine i profumi. “Mia nonna era una collezionista, teneva flaconi in casa. Anche mio padre era un appassionato. Ha girato l’oriente, tra Cina e Sudest Asiatico, alla ricerca di materie prime come il legno di sandalo

28 SmallGiants | giugno 2023 Cover Story
La boutique aperta a Torino nel 2017. Nella vetrina di destra il profumo GrooveXCape

o gli incensi”.

Ma la decisione di trasformare la passione in un brand di nicchia si materializza quando, nel 2005, Momo si reca a Grasse per frequentare corsi sulla creazione e sui fattori storici e culturali alla base della profumeria moderna, dal 1800 a oggi, oltre che corsi di distillazione.

“Quando ho iniziato a vedermi non più solo come utilizzatore, ma anche come produttore di profumi, volevo ritornare alle origini, capire come venivano creati in passato. Studiare il mondo della profumeria antica e utilizzare la natura attraverso i sistemi di trasformazione e distillazione della materia prima”, racconta. “Eravamo solo in due, io e la mia socia Dominique Salvo”. Oggi l’azienda si compone di 50 persone ed è arrivata in 142 paesi. Le prime tappe dell’internazionalizzazione sono state come un “colpo d’acceleratore” in Inghilterra e Russia.

L’azienda, anche grazie allo sviluppo della piattaforma online, è cresciuta molto, registrando un +15% sul fatturato durante la pandemia. “Questo fa capire che il profumo non è più concepito come qualcosa che si mette per uscire, ma si usa anche in casa”. La boutique digitale è molto importante e “cerca di mantenere un contatto con il consumatore”. Ma Xerjoff punta anche sulle strutture fisiche, “dove c’è qualcuno che può spiegare tutta la filosofia che

29 giugno 2023 | SmallGiants Cover Story
Dalla passione al brand internazionale Xerjoff è presente in 142 paesi. Nel 2023 apre Mykonos e Francoforte, il prossimo anno Singapore

c’è dietro”. Quest’anno ci saranno due nuove aperture a Mykonos e Francoforte. Il prossimo anno toccherà a Singapore e nel 2025 agli Usa.

Esistono molte fragranze totalmente sintetiche. Hanno una fascia di prezzo medio-bassa e dal punto di vista culturale dettano la moda. “Il fatto che la maggioranza delle persone usi lo stesso profumo, così come lo stesso pantalone o la stessa giacca, è depersonalizzante. È quello che è successo negli anni ’80 quando si è diffuso il concetto

di unisex”. È arrivata così una piccola rivoluzione cominciata dalla profumeria di nicchia. Invece di pensare al profumo dal punto di vista della grande distribuzione, “l’abbiamo rivisto dal punto di vista artistico e individuale. Come se fosse l’esposizione di un atelier di moda o una mostra”. L’idea ha conquistato molte persone, che si sono rese conto che il profumo può esprimere qualcosa di molto personale.

“Alcune materie prime hanno una profondità e uno sviluppo particolare, ma la

30 SmallGiants | giugno 2023 Cover Story
Profumi e chitarre, un legame indissolubile Alcune essenze sono ispirate alla musica: tra queste quella realizzata con Brian May, chitarrista dei Queen, o quella dedicata a Tony Iommi, dei Black Sabbath
Nello showroom di Torino ritorna la cultura del bello, del lusso e del design che Momo esprime nelle sue essenze Brian May, Sergio Momo e la collezione Save Me, i cui ricavi sono destinati all’associazione animalista del chitarrista
31 giugno 2023 | SmallGiants Cover Story

ricerca sintetica del profumo è stata essenziale. Ha aiutato a esplorare direzioni artistiche e olfattive diverse. La scelta non è tra un metodo naturale e un metodo di sintesi. Bisogna puntare a una più alta percentuale di elementi naturali rispetto a quelli sintetici”.

La maison produce oltre 140 profumi, divisi in collezioni. Ognuna racconta una storia attraverso lo spazio o la letteratura. “Lavorare di fantasia va bene, ma tutto quello che facciamo ha un risvolto reale”.

La collezione Shooting Star è il risultato di uno studio partito per creare una collezione più sperimentale possibile e “dare a ogni profumo il nome di una stella cadente”, che in realtà non è propriamente una stella, ma un frammento che viaggia nello spazio e casualmente arriva sulla terra. Oggetti che prendono il nome dal luogo in cui atterrano: un deserto, una città, un fiume, una valle. Dentro il cofanetto c’è un vero pezzo di meteorite “ricercato riunendo collezionisti da tutto il mondo”.

Poi c’è Oud Star. L’oud – resina oleosa estratta da un albero presente nel Sudest asiatico – è arrivato in Occidente da pochi anni e ha una storia e una cultura molto profonda nei paesi asiatici. Si tratta di un olio molto raro di difficile estrazione. È citato più volte nel Corano ed è conosciuto in tutto il Medioriente. La collezione è tratta da un libro del 1300 di Ibn Battuta, scrittore marocchino che per 30 anni esplorò il mondo conosciuto, dal Sahara alla Russia, fino alla Cina e all’India. Il racconto del

suo viaggio è raccolto nel Rihla, in cui descrisse molte città. Visitò Alessandria, “una donzella folgorante”, poi Il Cairo. Navigò il Nilo e attraversò il Sinai fino in Siria e Palestina. Raggiunse poi La Mecca e proseguì verso Tabriz, Bassora e Baghdad. Dai capitoli di questo libro Xerjoff ha tratto una serie di profumi che hanno i nomi delle antiche città visitate dallo scrittore.

Con l’acquisizione di Casamorati, storica maison bolognese, arriva la svolta green del packaging ecocompatibile al 100%. Non ci sono plastificazioni, tutte le riserve sono a base di acqua, non ci sono colorazioni dannose per l’ambiente, la carta stessa è certificata. “Piccoli passi, ma per noi importanti, che hanno stravolto il modello produttivo del lusso”. Quando si tratta di ingredienti commestibili, come la vaniglia e le spezie, Xerjoff impiega prodotti già utilizzati per altri scopi nell’ottica del riciclo. Anche dal punto di vista energetico l’azienda è sostenibile. “Siamo completamente indipendenti. Non siamo un settore energivoro, ma abbiamo installato pannelli solari su tutte le nostre strutture. L’impianto fotovoltaico alimenta le colonnine di ricarica per auto elettriche nei nostri parcheggi”. Sono diversi i progetti che il gruppo porta avanti nel campo della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale. “Abbiamo Spray To Help: diverse collezioni di profumo dedicate alle onlus o alle società benefiche che hanno collaborato con noi”. Pensata per migliorare l’approccio al territorio e alla comunità, l’iniziativa è nata in colla-

32 SmallGiants | giugno 2023 Cover Story
Sostenibilità e sociale Grande attenzione alla natura e alla solidarietà: Xerjoff realizza packaging eco-compatibili al 100% e si pone al fianco di onlus e centri per la ricerca scientifica

borazione con Brian May, che “oltre a essere un grande musicista, è anche un astrofisico e un attivista per l’ambiente e per i diritti degli animali”. Del resto, nel corto animato Who Wants To Live Forever, May diceva: “La gente mi ricorderà, quando sarò scomparso, per essere stato il chitarrista dei Queen. Ma io preferirei essere ricordato per aver fatto qualcosa per cambiare le condizioni di vita degli animali”. Con lui Xerjoff lancia Save Me, dal nome della canzone del gruppo. “Un profumo che racconta l’ambiente naturale dell’Inghilterra”, i cui ricavi vanno interamente all’associazione di May che difende i diritti degli animali.

L’azienda lavora anche con la British Asian Trust, che, oltre a occuparsi di sussistenza, istruzione, salute mentale, lotta alla tratta di esseri umani, si schiera per la difesa degli animali e delle tigri in India. L’organizzazione anglo-indiana è stata fondata nel 2007 da Carlo III, all’epoca principe di Galles, e da un gruppo di imprenditori. Del trust fa parte anche la Elephant Family, ong nata per proteggere l’elefante asiatico dall’estinzione, fondata dal fratello della regina Camilla, Mark Shand. All’evento internazionale londinese Animal Ball, Xerjoff presenterà il proprio profumo “alla presenza della famiglia reale inglese”.

In Italia, in collaborazione con l’Istituto Candiolo di Torino, centro oncologico di riferimento per diagnosi, cura e prevenzione, la maison ha lanciato un’essenza per supportare la ricerca scientifica e la lotta al cancro.

“La crescita è continua, ci siamo sempre focalizzati molto sull’estero e sull’internazionalità”, dice Momo. “Stiamo conquistando nuovi mercati dove le persone stanno imparando cos’è il profumo di nicchia. Dal Sud America all’Africa, dal Sudest Asiatico all’Oriente. Il futuro è adesso. Vorrei continuare su questa strada”.

33 giugno 2023 | SmallGiants Cover Story
Lusso sostenibile e panorami incantevoli a Milazzo: la tua residenza di prestigio affacciata sulle Eolie Mail: info@costrand.it Tel: +39 391 3569632

COMODITÀ DI ALTA GAMMA

e complementi di arredo unendo arte, ricerca, artigianalità e materiali pregiati

35 giugno 2023 | SmallGiants
Il lusso è resiliente

Il lusso è resiliente

Un'azienda giovane, nata nel 1987 in Toscana, ma già celebre e celebrata come simbolo di qualità e bellezza. In casa Edra il fine non è esclusivamente l'originalità, che niente sarebbe senza il comfort che caratterizza i suoi prodotti, frutto di una professionalità e una lavorazione interamente handmade. Un’esclusività che l’ha portata a ritagliarsi un posto nelle collezioni dei più importanti musei internazionali d’arte contemporanea, come ci racconta in un’intervista la vicepresidente Monica Mazzei.

Edra è conosciuta in tutto il mondo per caratteristiche ed eleganza dei modelli. Ci può definire l’impronta Edra?

Tutti i nostri modelli hanno caratteristiche che li riconducono alla nostra collezione e ognuno ha una sua identità. Sono capitoli diversi che raccontano una sola storia: Edra. Hanno un valore e una bellezza che unisce la classicità, nel senso di qualcosa che non perde valore col passare del tempo, all’innovazione, alla contemporaneità. Non lasciano indifferenti, per la loro estetica e per come si inseriscono nello spazio. Vivono tra arte, manualità e produzione industriale.

C’è sempre una narrazione che li accompagna, e anche se non la si conosce, la si può intuire: parlano di natura, di paesaggio, di relazioni. Nascono dalla materia e dal gesto, piuttosto che dal disegno. Poi c’è un altro aspetto molto importante. I nostri prodotti, al tatto, all’uso, offrono il più alto livello di comfort. Con forme anche molto differenti, hanno sempre un’altissima qualità di fattura, di materiali, di resa e cura nei dettagli. ‘Un divano Edra lo guardi per la sua bellezza, ma lo capisci quando ti ci siedi’.

Voi operate in un settore in cui la capacità di anticipare e fare tendenza è essenziale. Che ruolo ha la ricerca e come si con-

cretizza in Edra?

Tendenza è un termine che non mi piace. La tendenza, per me, è qualcosa che ha vita breve e poi si trasforma o passa. Abbiamo sempre cercato di fare ciò che ci piace, quello che a noi sembra interessante.

Riflettendo sulla contemporaneità e cercando di progettare oggetti autentici e che avessero quella bellezza senza tempo. E che fossero di qualità, che per un oggetto d’uso è fondamentale. Questo ci ha permesso di dare vita a modelli che dopo molti anni sono ancora in collezione e sono sempre molto apprezzati dai nostri clienti. Ad esempio, la Flowers Collection di Masanori Umeda, che abbiamo omaggiato con una serata al Teatro alla Scala durante il Salone del Mobile di Milano ad aprile, ha 33 anni. Quando l’abbiamo vista siamo rimasti affascinati. Per noi è fondamentale avere un’idea forte e cercare di darle forma attraverso la ricerca di materiali e soluzioni tecniche e ingegneristiche. Francesco Binfaré negli anni novanta, per la prima volta, ha separato la seduta dallo schienale. L’immagine delle persone sdraiate sugli scogli a prendere il sole l’aveva fatto riflettere sulla libertà e il piacere di trovare una propria posizione comoda. Edra aveva messo a punto un nuovo materiale: il Gellyfoam, una schiuma brevettata che sostiene e assorbe i movimenti in qualsiasi posizione.

36 SmallGiants | giugno 2023
PUNTA INNOVATIVA IL GELLYFOAM, SCHIUMA IN GRADO DI SOSTENERE E ASSORBIRE I MOVIMENTI IN OGNI POSIZIONE, E IL ‘CUSCINO INTELLIGENTE’, CONCETTO NUOVO DI RELAX FRUTTO DI ANNI DI STUDI
Il divano On the Rocks offre una seduta confortevole e comoda

Così è nato On the Rocks nel 2004. O ancora Francesco, che a Natale 2011 mandò a mio fratello Valerio uno schizzo di un cuscino che si poteva muovere. L’idea era che schienali e braccioli si potessero modellare liberamente. Nacque così il “cuscino intelligente” dopo alcuni anni di messa a punto sulla struttura e meccanismi interni che dovevano farlo ruotare a 180 gradi e anche separatamente. Quell’invenzione era frutto

di una riflessione sulla libertà e funzionalità di una seduta come valore assoluto. In azienda viene sempre portata avanti la ricerca, che parte da un’idea e si concretizza attraverso il dialogo e l’applicazione della competenza in termini di materiali, tecnologie, abilità delle maestranze. Questa è la vera innovazione. La cosa curiosa è che molti nostri arredi, quando sono nati, da alcuni sono stati guardati in modo un po’

strano. Oggi vediamo che alcune aziende propongono progetti non originali, soluzioni molto simili, e le presentano come se fossero novità. Ci sarebbe bisogno di maggior attenzione.

L’arredo di alta gamma si pone decisamente obiettivi internazionali, ma c’è qualcosa secondo lei che vi caratterizza come esponenti di un made in Italy contemporaneo?

Il made in Italy è riconosciuto nel mondo per la qualità del progetto, dei materiali, per il saper fare manuale unito alla cura dei dettagli. È nato in un particolare tessuto formato da piccole e medie imprese a conduzione familiare. Anche la nostra azienda si è sempre data l’obiettivo di produrre oggetti belli e di altissima qualità. Cerchiamo di unire l’innovazione alla tradizione artigianale. Utilizziamo materiali e maestranze locali. Firenze è stata la culla del Rinascimento e quei valori di bellezza, umanesimo, libertà che abbracciano tanti saperi che ci appartengono.

Quanto conta per voi essere entrati a far parte delle collezioni dei più importanti musei internazionali d’arte contemporanea?

È davvero un onore. Vuol dire che abbiamo dato vita a qualcosa che ha un valore intrinseco, non solo d’uso. Ci rende orgogliosi vedere i nostri prodotti in armonia, accanto a importanti opere d’arte. Anche i nostri clienti ‘collezionano’ Edra nelle loro case e spesso scelgono i nostri modelli con lo stesso piacere che dedicano all’acquisto di un oggetto d’arte. Uno dei nostri principi è quello di essere senza tempo ed essere tramandati da una generazione all’altra. La presenza nelle collezioni permanenti testimonia questo valore. È forte l’emozione di pensare che questi oggetti faranno per sempre parte di una storia, più grande di noi. www.edra.com

37 giugno 2023 | SmallGiants
Il lusso è resiliente
EDRA • TOSCANA
Nel divano Standard schienali e braccioli perdono rigidità: sono modellabili con un lieve movimento della mano

Qualità da stappare

Ruffino produce dal 1877 vini italiani di fascia alta: nel 2011

il salto manageriale e il passaggio al mercato internazionale

Cultura del bere, uve che sono il frutto di un’attenta selezione, un gusto che si affina, così come la consapevolezza dei consumatori. Un’evoluzione che caratterizza casa Ruffino dal 1877, quando è nata nei dintorni di Pontassieve, fino ad oggi, con una presenza in oltre 90 paesi del mondo. Qui, a due passi da Firenze, Ilario e Leopoldo Ruffino fondarono la cantina storica dell’azienda, che rimane il centro di gravità di tutta l’attività, già con il proposito di guardare a una clientela alla ricerca di un prodotto di qualità e anche per questo mirando ad ampliare i confini della distribuzione, tanto da diventare poi uno dei primi produttori di Chianti ad aprirsi uno spazio nel mercato americano.

Una sfida sulla qualità che compie un passo decisivo alla fine degli anni ’70, tanto da ottenere nel 1984 la prima fascetta Chianti Docg. Si punta al controllo di tutte le fasi produttive e prende avvio il progetto di Tenute Ruffino nelle più vocate Docg toscane: Montalcino per il Brunello, Montepulciano per il Nobile e soprattutto il Chianti Classico, partendo da Montemasso e poi con l’acquisizione di Gretole e Santedame, fino a comporre uno dei poli quali-quantitativamente più rilevanti del territorio. In parallelo, la voglia di espandere il mercato porta alla creazione di imponenti Supertuscan. Nel 2011, la famiglia Folonari cede l’azienda a Constellation Brands. Il pas-

saggio genera un cambio di mentalità, segnando una svolta da un modello di business a conduzione semi-familiare a uno manageriale; ma la qualità resta l’ele-

mento essenziale di un vino che mira a farsi sempre più prodotto da degustazione, posizionandosi verso la fascia alta di mercato. Arriva così una nuova sfida, quella della sostenibilità, con il territorio visto come valore da tutelare. Da qui nasce Ruffino Cares, progetto che passa attraverso l’adozione di una viticoltura di precisione, che significa gestione dei vigneti secondo le peculiarità di ogni sito, riducendo l’uso dei fitofarmaci di origine vegetale/naturale. Con il proposito di arrivare per il 2030 a un completo riciclo delle acque e per il 2035 alla neutralità carbonica.

Ruffino apre così le porte al futuro, partendo proprio dalla tradizione e da un posizionamento forte sul mercato internazionale, come evidenzia un export che oggi raggiunge il 90% della produzione e come ci conferma l’amministratore dele-

di Maurizio Abbati
38 SmallGiants | giugno 2023 Il lusso è resiliente
FORTE L’IMPEGNO SOCIALE E AMBIENTALE, CHE SI ARTICOLA SU TRE CONCETTI: L’AMBIENTE, IL BERE RESPONSABILE E L’IMPEGNO VERSO GLI ALTRI. ENTRO IL 2025 TUTTI I VIGNETI DIVENTERANNO BIOLOGICI
La cura del vigneto è fondamentale per garantire qualità

gato Sandro Sartor: “Abbiamo chiuso il nostro esercizio a fine febbraio con un fatturato attorno a cinque milioni di euro e 28 milioni di bottiglie, in leggera flessione. Questo perché abbiamo sofferto il periodo dicembre-febbraio, nel quale il mercato, in particolare nordamericano, si è raffreddato. Nel mercato europeo direi che stiamo procedendo bene, pur se anche qui si è visto un rallentamento. C’è invece una crescita del mercato asiatico, che potrebbe costituire un riferimento importante per il futuro”.

Che cosa rappresenta oggi il vino e in

Il lusso è resiliente

Chianti questo ha comportato la necessità di fare vini più eleganti, si è ridotto l’uso di legno e barrique per l’invecchiamento, per smorzare un po’ i tannini e le gradazioni elevate. È una bella prova, perché significa riposizionarsi sul mercato senza perdere la propria connotazione.

Oggi si può parlare di vino come prodotto di lusso con forte valore aggiunto?

Per caratterizzarsi come prodotto di lusso la qualità è elemento imprescindibile, ma non basta. Bisogna riuscire a creare un brand che rappresenti per il consumatore un valore emozionale, quel quid in più determinato da fattori anche immateriali. Un aspetto che influenza poi anche la composizione del prezzo, che dipende in buona parte dal posizionamento sul mercato.

Cosa c’è nel futuro di casa Ruffino?

che modo si sono evoluti i gusti del consumatore?

Negli anni la concezione del vino è molto cambiata. È sempre più visto come un’esperienza, un aspetto emozionale anziché funzionale. Un’emozione che è anche cultura, perché può far pensare a un determinato territorio e alla sua vocazione. Il gusto dei consumatori si è modificato, evolvendo verso vini più aromatizzati e con note fruttate, soprattutto in riferimento ai giovani. C’è poi da tener presente la questione del riscaldamento climatico, per cui bisogna offrire un prodotto degustabile anche nei mesi più caldi. Per il

Ci proponiamo di diventare un brand of purpose, perché la sostenibilità ambientale e sociale per noi è un impegno centrale. Attueremo la conversione di tutti i vigneti a biologico entro il 2025. Inoltre stiamo lavorando su iniziative mirate al risparmio idrico, con l’uso di invasi per riutilizzare l’acqua piovana, così da contrastare l’emergenza climatica. Una vera novità è poi la creazione di un comitato di altissimo livello che lavorerà con i nostri agronomi e enologi per rispondere alle modifiche ambientali, con l’assistenza di profili come Alberto Antonini e Stefano Poni. Andranno rivisti i metodi di potatura e sfogliatura, così come sarà essenziale fronteggiare le gelate tardive. Grandi aziende come la nostra devono riuscire a prevedere e anticipare questi fenomeni. Sotto il profilo della produzione, invece, ci mancava un tassello importante per la Toscana come Bolgheri, dove abbiamo acquisito dei terreni, costruiremo una nostra cantina e daremo vita a un marchio con cui completare l’offerta dei vini top per questo territorio. Figlio del riposizionamento di Ruffino è anche il rivoluzionamento della nostra hospitality: abbiamo attuato un restyling della nostra sede di Poggio Casciano e invitiamo tutti a venirci a trovare, per capire che cos’è Ruffino oggi.

39 giugno 2023 | SmallGiants
www.ruffino.it
RUFFINO • TOSCANA Sandro Sartor, amministratore delegato

IL LUSSO PRENDE IL LARGO

Nuovo balzo nel 2022, con Usa ed Europa a trainare la crescita. Nel 2030 il mercato potrebbe salire a 580 miliardi di euro

41 giugno 2023 | SmallGiants Ricerca

di Fulvio di Giuseppe

La resilienza è un lusso. E viceversa. Non è un semplice gioco di parole ma un'analisi puntuale: a firmarla

è l'ultimo Bain-Altagamma Luxury Goods Worldwide Market Study, che prevede, infatti, una maggiore resilienza alla recessione dopo la robusta crescita del 2022. Perché se il mercato globale dei beni di lusso ha fatto un balzo in avanti nel 2022, nonostante le condizioni di mercato incerte, l'industria è pronta a vedere un'ulteriore espansione per il resto del decennio fino al 2030, anche di fronte alle turbolenze economiche. Il reportnato dalla collaborazione tra Bain&Com-

La forza dei giovani

La

Gen Z e Alpha

pany e Fondazione Altagamma, l'associazione di categoria dei produttori italiani di beni di lusso giunto alla 21esima edizione - propone un focus dettagliato, comprendendo sia beni di lusso che esperienze. Nove segmenti, guidati da auto di lusso, ospitalità di lusso e beni di lusso personali, che insieme rappresentano oltre l'80% del mercato totale.

E dopo una forte contrazione nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19, il mercato è tornato a 1,15 trilioni di euro nel 2021 e ha sorpreso tutti nel 2022 con un'ulteriore crescita del 19%–21%. "La resilienza è data da vari fattori”, commenta Claudia D'Arpizio, principale autrice della ricerca insieme a Federica Levato. “Sicuramente c'è l'aspetto legato al reinvesti-

42 SmallGiants | giugno 2023
Ricerca
spesa delle
è destinata ad aumentare tre volte più velocemente rispetto alle altre fino al 2030, quando rappresenteranno un terzo del mercato

mento dei tanti soldi risparmiati durante il Covid, oltre a una maggiore consumer confidence su prodotti ed esperienze di lusso, come spa, ristoranti e prodotti. E poi, va detto che in un mercato turbolento, oggetti come borse e orologi sono diventati quasi degli investimenti”.

Fa anche meno paura il rischio di una crisi: l'impatto di una possibile recessione globale sul settore nel 2023 potrebbe infatti differire da quello della crisi finanziaria globale del 2008-2009. "C'è una forte polarizzazione rispetto alla crisi del 2008-2009, che portò più forte gli strascichi”, sottolinea D'Arpizio. “Oggi c'è anche il peso forte dei consumatori più giovani, che sta contribuendo a reagire in

Experience-based goods

Personal goods

Experiences

Nota: la crescita è indicata a tassi di cambio correnti; i beni basati sull'esperienza includono belle arti, auto di lusso, jet e yacht privati, vini e liquori pregiati e cibo gourmet; i beni personali includono mobili/articoli per la casa di fascia alta e beni di lusso personali; le esperienze includono ospitalità di lusso, crociere e cucina gourmet Fonte: Bain & Company

modo positivo". Il mercato del lusso appare ora meglio attrezzato per far fronte alle turbolenze economiche, grazie a una base di consumatori più ampia e più concentrata sui clienti top meno sen-

sibili alle flessioni. La centralità del cliente affinata negli ultimi anni è un'altra fonte di resilienza per il settore, così come l'ecosistema multi-touchpoint che il lusso ha sviluppato.

43 giugno 2023 | SmallGiants Ricerca
L’andamento del mercato dei beni di lusso personali divisi per segmento
2010 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
La centralità del cliente e della customer experience è un’altra importante fonte di resilienza per il settore

Andamento da record, i marchi sorridono Quest’anno il lusso ha generato una crescita positiva per il 95% dei brand. Dopo la contrazione dovuta alla pandemia, nel 2022 è cresciuto del 19/20%

Di conseguenza - emerge dal reportnel 2023 potrebbero verificarsi due scenari, con una crescita delle vendite nel mercato dei beni di lusso per la persona compresa tra il 3% e il 5% nel caso base e fino al 68% (a tassi di cambio costanti) in un caso più positivo, a seconda della forza della ripresa economica in Cina e della capacità degli Stati Uniti e dell'Europa di resistere ai venti contrari economici. Intanto, come evidenzia D'Arpizio, "non c'è niente che non sia in crescita. E c'è anche il passaggio a quella che è stata ribattez-

zata quiet luxury, ovvero un'attenzione all'estetica meno chiassosa, più minimalista, con attenzione particolare anche per gli investimenti su prodotti più continuativi, come ad esempio il cashmere". Tutte le categorie di beni di lusso personali - rimarca il report - sono ora tornate ai livelli del 2019 o migliori, con l'hard luxury e la pelle che guidano la rinascita dopo la pandemia. Una deliberata (ed efficace) strategia di elevazione ha determinato un progressivo aumento dei prezzi in tutta la categoria della pelle, che rappre-

44 SmallGiants | giugno 2023 Ricerca
Il commercio al dettaglio ha guadagnato terreno. Ora è alla pari con quello all’ingrosso
2010 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 167 186 207 212 219 245 254 262 244 281 220 290 353 Vendita all’ingrosso Vendita al dettaglio 72 71 70 68 68 65 64 63 62 60 54 51 50% 28 29 30 32 32 35 36 37 38 40 46 49 50%
Nota: la crescita è indicata a tassi di cambio correnti Fonte: Bain & Company La cucina dei grandi chef ha ripreso forza anche grazie ai risparmi forzati durante il Covid

senta circa il 60% della crescita del 201922, senza danneggiare la crescita dei volumi. Nella geografia del lusso, invece, se i vecchi mercati guidano, i nuovi arrivati sorprendono. Il mercato del lusso statunitense si è dimostrato molto forte nel 2022, anche se attualmente si trova ad affrontare un contesto di maggiore complessità. "È anomalo perché solitamente il mercato americano è quello che tiene maggiormente in situazioni altalenanti”, spiega D’Arpizio. “L'Europa, invece, è riuscita a riprendersi oltre i livelli preCovid 2019 grazie alla solida domanda interna, insieme a una spinta da parte degli acquirenti di turisti statunitensi e mediorientali". Nel frattempo la Cina, che rimane cruciale per il futuro a lungo termine del mercato del lusso, è stata messa alla prova dalle restrizioni dovute al Covid. Ci si aspetta che le vendite di prodotti di lusso personali in Cina possano diminuire rispetto al 2021, con il mercato locale che potrebbe riprendersi entro la seconda metà del 2023. Sebbene non ci

sarà mai "un'altra Cina" in termini di contributo alla crescita del settore, i nuovi mercati (come l'India e i paesi emergenti del sud-est asiatico e dell'Africa) hanno un potenziale significativo, a condizione che la loro infrastruttura per lo shopping di lusso possa evolversi abbastanza rapidamente. Tra gli astri nascenti spicca l'India, il cui mercato del lusso potrebbe

espandersi fino a 3,5 volte le dimensioni odierne entro il 2030.

Consultando il report, si scopre poi come i negozi stiano riconquistando il loro ruolo. Il commercio al dettaglio ha infatti continuato a crescere più rapidamente del commercio all'ingrosso e ha raggiunto la parità in termini di quota di mercato. Nel frattempo, la quota di mercato del canale online si sta normalizzando. I prossimi anni vedranno un'ulteriore sfumatura dei confini tra punti vendita monomarca ed e-commerce, che spingeranno sempre più i brand ad adottare un approccio “omnicanale 3.0”, abilitato e potenziato dalle nuove tecnologie.

Un ulteriore elemento che spiega l'espansione dei clienti: la base di consumatori del mercato del lusso si espanderà da circa 400 milioni di persone nel 2022 a 500 milioni entro il 2030. La quota dei clienti top è in espansione e rappresenta circa il 40% del valore di mercato nel 2022, rispetto al 35% dello scorso anno. Un potente fattore di crescita del settore in questo decennio saranno i trend generazionali. La generazione Y (Millennial) e la generazione Z hanno guidato tutta la crescita del mercato nel 2022. La spesa della generazione Z e dell'ancor più giovane generazione Alpha è destinata a crescere tre volte più velocemente rispetto alle altre generazioni fino al 2030, arrivando a rappresentare un terzo del mercato. Ciò riflette un atteggiamento più precoce nei confronti del lusso, con i consumatori della Gen Z che iniziano ad acquistare articoli di lusso da tre a cinque anni prima rispetto ai Millennial (a 15 anni contro 18-20).

Pertanto – conclude il report - la robusta performance nel 2022 suggerisce che la crescita dovrebbe rimanere solida per il mercato dei beni di lusso personali nel lungo termine, arrivando a toccare quota 540 -580 miliardi di euro entro la fine del 2030.

45 giugno 2023 | SmallGiants Ricerca
Claudia D'Arpizio, autrice della ricerca Bain&Company

LA PIAZZA DIGITALE DELLE IMPRESE

Supply chain integrata e omnicanale: Tesisquare favorisce l’interconnessione di persone, dati, tecnologie e processi

46 SmallGiants | giugno 2023 Servizi
47 giugno 2023 | SmallGiants Servizi

Oltre 27 anni di esperienza nel campo dell’Information Technology. Una crescita costante, per un’azienda che continua a realizzare e distribuire soluzioni software complete e affidabili in 40 Paesi in tutto il mondo. Un fatturato di 45 milioni di euro. Niente male per un’azienda nata quasi per caso: “Avevo una formazione meccanica e l’informatica era solo un hobby. Poi mi sono ritrovato in cassa integrazione e allora ho trasformato l’hobby in una professione”. Così, nel 1995, è nata Tesi (acronimo di Tecnologia e sistemi di informatica), ora diventata il colosso Tesisquare: oggi come allora alla guida c’è Giuseppe Pacotto, da cofondatore a Ceo. E con una punta d’orgoglio, rivendica: “Il nostro è un percorso dal basso, una di quelle storie bottom up”. Una storia che, appunto, prende il via nel 1995, a Bra. Nel primo quinquennio, l’azienda cresce in modo significativo sia in termini di fatturato che di personale, ampliando la propria base clienti. Una delle prime svolte arriva all’inizio del nuovo millennio: nel 2001, Tesi SpA apre alcune filiali a Torino, Milano, Padova e Roma e si posiziona con successo sul mercato in qualità di provider di soluzioni tecnologiche per Supply Chain e Transportation. Nella seconda metà del decennio l’azienda consolida la propria posizione di leadership nel mercato B2B e poi, nel 2012, avvia l’espansione del business a livello internazionale attraverso nuovi progetti all’estero e l’apertura di sedi ad Amsterdam e Parigi. Nel 2013, il lancio del nuovo brand Tesisquare: si parte dallo spirito pionieristico che ha ispirato i fondatori e si intraprende un percorso volto a fornire soluzioni software collaborative al fine di innovare i processi aziendali dei clienti, aiutandoli ad affrontare la rapida evoluzione delle tecnologie. “Abbiamo portato avanti il nostro progetto: unire le competenze su internet e le soluzioni per collegare la

DIVENTATA UNA

MULTINAZIONALE, MANTIENE UN LEGAME

FORTE CON LE PERSONE: STANZIATI 1,7 MILIONI DI EURO PER INIZIATIVE A FAVORE DEI DIPENDENTI, TRA AUMENTI IN BUSTA

filiera. In sostanza noi usiamo la tecnologia per realizzare qualcosa che non c’era, per ridisegnare i processi tra le imprese. Ci siamo specializzati nel digital supply chain, nella supervisione di quelli che sono i processi tra imprese”. Quello che fanno è creare piazze in cui le imprese si incontrano: “Si supera così quello che è il limite di ogni azienda, cioè isolarsi perché si ritiene al centro dell’universo: noi, al contrario, sfruttiamo l’informatica come piazza in cui le imprese confezionano rapporti”.

Per farlo, però, è necessario avere una visione comune. “Quando dico che la mia è una storia dal basso è perché non avevo eccellenze finanziarie ma ho reso il gruppo

48 SmallGiants | giugno 2023
Servizi
PAGA E CORSI DI FORMAZIONE
Giuseppe Paccotto, cofondatore e ceo

con cui lavoro protagonista e co-partecipe della mia esperienza”. Un assunto frutto di una certezza: “La forza dell’intelligenza di gruppo supera quella del singolo e il senso di unione lo dimostra il fatto che oggi 90 collaboratori e dipendenti, circa il 20% della nostra azienda, detiene quote di partecipazione dell’impresa”. Un team che si è consolidato nel corso del tempo, con strategie vincenti frutto di una mentalità che si è rafforzata dal 2016 con la nomina di Andrea Pifferi in veste di direttore generale e l’apertura di nuovi uffici in Spagna e in Germania. “Un general manager che ci ha permesso di strutturarci meglio e in cinque anni ci ha dato un

cambio di passo metodologico. Un percorso indispensabile che ora sta proseguendo con un altro general manager, Giulio Berzuini, che ha contribuito a focalizzare l’attenzione sullo sviluppo del commercio internazionale”.

Perché se il quartier generale resta rigorosamente a Bra (anzi, è previsto anche un ampliamento), la prospettiva è di aprirsi ulteriormente al mercato internazionale.

L’obiettivo per i prossimi anni è infatti quello di ricavare un terzo del fatturato dai mercati esteri, un terzo da società italiane ma su mercati globali e meno del restante terzo da aziende che vivono solo di economia italiana.

Tutto, però, in un’ottica che resta ‘umana’ e sostenibile: “L’azienda non deve essere solo una macchina da profitto, ma una macchina sociale”. Parole rafforzate dalle azioni concrete di una multinazionale che ha sempre mantenuto un forte legame con il territorio in cui è nata, incarnando lo spirito dell’impresa familiare vicina al territorio e alle persone. La società ha infatti stanziato, tra il 2022 e l’inizio del 2023, 1,7 milioni di euro per supportare le proprie persone con una serie di incentivi economici

come buoni carburante, buoni pasto, voucher, aumenti in busta paga, pari ad una mensilità aggiuntiva, “una quindicesima”, per tutti i dipendenti.

Si tratta di iniziative maturate in un contesto emergenziale, che tuttavia si inseriscono in una tradizione di comportamenti virtuosi nei confronti delle proprie persone. Per promuovere la crescita del talento, ad esempio, in Tesisquare sono previste forme di sostegno a chi sceglie di intraprendere un percorso di studi universitari, con permessi speciali per studiare, premi ad ogni esame e un riconoscimento speciale all’ottenimento della laurea. Vengono inoltre offerti percorsi formativi differenziati, una piattaforma di e-learning per studiare fino a 14 lingue straniere, il co-design con i dipendenti di turni e organizzazione del lavoro, per venire incontro alle esigenze del personale. E nella sede centrale di Bra è stato inaugurato “The Ring”, un anello di 1,3 chilometri per passeggiate e riunioni di lavoro all’aperto, un’area con sabbia e sdraio per rilassarsi ma anche dove poter lavorare. Perché la piazza digitale si configura prima nel reale. www.tesisquare.com/it

49 giugno 2023 | SmallGiants Servizi TESISQUARE • PIEMONTE
Il quartier generale di Tesisquare a Bra, provincia di Cuneo

La consulenza che crea valore

Dalle startup alle realtà consolidate che cercano di espandersi:

Restartstudio aiuta le imprese a raggiungere il successo sul mercato

In un panorama economico in costante evoluzione, nel quale le startup falliscono per mancanza di know-how e risorse, è cruciale appoggiarsi a un partner affidabile e competente.

“Unire le risorse per creare valore”, è questa la direzione di Restartstudio, una delle società leader nel settore della consulenza imprenditoriale. L’azienda mira ad aiutare le startup a raggiungere il successo sul mercato grazie a un team di professionisti altamente qualificati. Inoltre “ci assumiamo realmente una parte del rischio e richiediamo sino all’80% del nostro compenso solo una volta ottenuti i risultati desiderati”.

Dal foodtech al medtech, dal fashion al travel dal digital allo sport, dal bioTech al legalTech, tante le realtà che l’azienda ha supportato nei suoi dieci anni di attività, portando avanti un lavoro di squadra basato sull’idea che ogni attività ha il potenziale per raggiungere l’eccellenza. Ne abbiamo parlato con la presidente e ceo Elisabetta Gaia e il cfo Roberto Gschwentner.

Quali sono gli elementi su cui basate la vostra attività?

“Il mindset imprenditoriale per noi è fondamentale – spiegano Gaia e Gschwentner – ed è il primo tassello che cerchiamo di riscontrare nei progetti che ci vengono sottoposti. La serietà è il secondo requisito che ricerchiamo nel nostro interlocutore.

CON UN TEAM

QUALIFICATO OFFRE

INTERVENTI MIRATI PER OGNI BUDGET E RICHIEDE

IL COMPENSO SOLO UNA

VOLTA OTTENUTI I RISULTATI

Tra gli strumenti più efficaci che utilizziamo c'è MyVentures, un nostro sistema che permette di monitorare le finanze in entrata e in uscita delle aziende che seguiamo, garantendo una gestione finanziaria ottimale e una scrematura a monte dei progetti che decidiamo di seguire. Il terzo elemento chiave di Restartstudio è la customizzazione: ogni azienda ha il proprio obiettivo e noi impostiamo la strada migliore per raggiungerlo. Riteniamo il nostro approccio

di Matteo Calzaretta
50 SmallGiants | giugno 2023 Servizi
Elisabetta Gaia, presidente e ceo

non convenzionale. Non utilizziamo un metodo “scolastico” perché non crediamo in formule preconfezionate”.

Cosa significa essere un “salvagente” per start-up e pmi?

“Potremmo definirci un "salvagente" in quanto ci preoccupiamo di offrire un servizio di consulenza personalizzato, di alta qualità, che può aiutare queste realtà a districarsi nel mondo degli affari”, spiega il cfo. “Nonostante la nostra qualità di servizio, siamo accessibili anche a chi dispone di un budget limitato proprio grazie all’approccio customizzato. Per ogni budget

offriamo un intervento mirato che consente di creare un effetto leva per guardare sempre più in alto”.

Quali sono le tipologie di aziende che più si affidano a voi?

“Ci rivolgiamo a una vasta gamma di attività, dalle start-up innovative alle imprese consolidate che cercano di espandersi o migliorare, fornendo soluzioni di accesso a capitali da 50 mila euro in su. Garantiamo i servizi a tutte quelle aziende che non possono permettersi (o che non desiderando avere internamente) le figure di problem solver, business development e

cfo. Offriamo servizi temporanei anche a grandi realtà che arrivano fino ai 50 milioni di fatturato”.

Un caso concreto in cui siete intervenuti?

“Una startup di software – racconta Gaia – è arrivata da noi, uscita da un incubatore, senza speranze e demoralizzata. L’abbiamo aiutata a smuovere la situazione. Abbiamo creato, attraverso RestartMethod, una partnership con una società già avviata nello stesso settore. Diverso è stato il caso di una società nel mondo dell’immobiliare: aveva una situazione finanziaria disastrosa e pertanto non risultava più credibile agli occhi di partner e finanziatori. Attraverso un’operazione di ristrutturazione del debito abbiamo migliorato la sua condizione di circa 8 milioni, identificato nuovi partner e riconvertito l’attività”.

Perché Restatstudio riveste un ruolo importante negli ambiti del debt restructuring e business transformations?

“In merito al debt restructuring, offriamo la nostra competenza per aiutare le aziende a gestire e ristrutturare i loro debiti, lavorando per sviluppare un piano realistico e sostenibile, che permetta di ristabilire la salute finanziaria nell’azienda cliente. Mentre nel campo del business transformations, Restartstudio supporta le aziende nel processo di adattamento ai cambiamenti del mercato”.

Richiedete il compenso solo dopo aver ottenuto i risultati. Quanto pesa questa scelta sul vostro fatturato?

“Questa decisione è prova della nostra fiducia nel valore che offriamo, ma soprattutto nei nostri strumenti”, spiegano i due. “Possiamo posticipare, in ottica di creazione di valore, fino all’80% dei nostri compensi che verranno pagati una volta ottenuto il successo dell’operazione. Certo, questo modo di lavorare può influenzare il nostro fatturato nel breve termine, ma preferiamo costruire relazioni di lunga durata con clienti soddisfatti che potranno diventare nuovi partner, quindi nuovi elementi chiave per una circolazione di valore”..

51 giugno 2023 | SmallGiants Servizi
www.restartstudio.it RESTART STUDIO • PIEMONTE
Roberto Gschwentner cfo

Voglia di welfare

Secondo uno studio condotto da Edenred sulle aziende clienti, cresce la disponibilità all’adozione degli employee benefit

Edenred Italia, l’azienda leader nel settore degli employee benefit, presenta i dati frutto di uno studio condotto su quattromila aziende clienti. Emerge un aumento della disponibilità e del consumo di questi benefit rispetto allo scorso anno, indizio che si traduce in una crescente importanza del welfare aziendale nella società. I dati dell’Osservatorio Welfare sono stati esposti a Milano il 17 maggio durante il Welfare Forum 2023, il più grande evento dedicato al mondo delle risorse umane, organizzato da Edenred Italia presso lo spazio Magna Pars. Insieme a ceo, direttori hr, opinion leader, ricercatori ed esperti, è stato analizzato qual è il sentiment dei lavoratori in merito al welfare aziendale. Edenred è la realtà che nel 1962 introdusse i buoni pasto sul mercato francese e grazie al suo ecosistema catalizzatore di business, nel 1976, raggiunse anche l’Italia. Con oltre 50 milioni di beneficiari, sono quasi un milione le aziende che nel mondo hanno scelto di affidarsi alla società capostipite dei buoni pasto.

Aumento della disponibilità media di spesa e del consumo effettivo è ciò che affiora dal Rapporto sullo stato del welfare aziendale 2023 in Italia, dati che quest’anno si impreziosiscono grazie a un approfondimento sul sentiment dei lavoratori curato da Bva Doxa. L’indagine, che si articola su due rilevazioni, è stata condotta sulle aziende del campione Edenred Italia, una

selezione composta da quattromila aziende e 670mila dipendenti. Sviluppo esponenziale anche per i fringe benefit, che occupano il primo posto tra le voci di spesa dei flexible benefit, retribuzioni di tipo incentivante rappresentate da compensi in forma non monetaria relativi all’area ricreativa e all’istruzione. Ampi margini di sviluppo anche per il welfare sociale, che evidenziano le sue potenzialità.

Come anticipato, tornando ai dati emersi dallo studio, si evidenzia che la spesa in fringe benefit sia addirittura triplicata, diventando prima voce soprattutto nelle fasce più giovani, in cui raggiunge il 60%

52 SmallGiants | giugno 2023 Servizi
IL SETTORE DIVENTA ANCHE STRUMENTO DI PROMOZIONE DI PARI OPPORTUNITÀ: FAVORISCE LA NATALITÀ GARANTENDO SUPPORTO ALLE DONNE IN MATERNITÀ E DIFFONDE UNA CULTURA ATTENTA ALLA GENDER EQUALITY
Le persone sono al centro dei piani di Edenred

tra gli under 30. Si attesta a 940 euro la disponibilità di spesa welfare media per i dipendenti nel 2022, marcando una crescita del 10,6% rispetto ai valori del 2021 e soprattutto ad un livello superiore rispetto all’inflazione media annua del 2022 che è stata dell’8,1%. Cresce anche il consumo

del credito welfare fino al dato del 70% in merito al 2022. Le tre principali voci di spesa sono rappresentate dai fringe benefit (38,6%), dall’area ricreativa (22,3%) e dall’istruzione (17,9%). Un altro dato evidenzia come il 76% delle persone che lavorano in aziende che prevedono piani

di welfare si dichiari appagato della propria condizione. Questa percentuale scende al 57% tra coloro che lavorano in aziende senza piani di welfare strutturati.

A questo settore è inoltre attribuita una significativa rilevanza quale strumento di promozione delle pari opportunità. Per il 71% del campione favorisce la natalità garantendo un importante supporto per le donne che decidono di avere un figlio. Per il 68% diffonde una cultura aziendale attenta alla parità di genere. Altro tema affrontato dall’Osservatorio Welfare focalizza l’attenzione dei dipendenti sul concetto di sostenibilità ambientale, sottolineando un maggior impegno dell’azienda in termini di riduzione dell’impatto sull’ambiente: è così per il 75% dei dipendenti, dato che diminuisce al 47%, per coloro che non hanno un piano welfare. In merito al ruolo che la tecnologia copre nel settore: l’82% dei dipendenti crede che la tecnologia renda facile, veloce e immediato l’accesso ai servizi di welfare. Inoltre, il 38% dei dipendenti ha affermato che nell’azienda in cui lavora sono presenti strumenti digitali per l’accesso ai sevizi di benefit. Tale percentuale aumenta in modo netto tra i dipendenti beneficiari di piani di welfare, il 63%, e scende drasticamente tra coloro che non li hanno, 11%.

È importante sottolineare il valore sociale che il welfare aziendale ricopre in questo scenario, aumentando così la produttività delle aziende e la loro crescita. “Con il suo ruolo centrale nel promuovere il benessere a supporto delle persone e delle famiglie si conferma come strumento in grado di valorizzare l’empowerment femminile”, spiega Paola Blundo, direttore corporate welfare di Edenred. “Il welfare aziendale favorisce inoltre i comportamenti inclusivi e rispettosi di una reale parità di diritti di genere, etnica e culturale, non tralasciando la tutela ambientale”. Il valore sociale emerge anche da alcuni numeri raccolti dall’Osservatorio: il 64% dei rispondenti considera infatti il welfare aziendale una forma di sostegno al reddito delle famiglie, oltre ad un supporto concreto alle spese quotidiane delle persone.

Il tasso di consapevolezza dell’importanza degli strumenti welfare è maggiormente elevato tra i dipendenti che già ne beneficiano.

53 giugno 2023 | SmallGiants Servizi
EDENRED
Paola Blundo, direttore corporate welfare

INNOVAZIONE SULLA STRADA

Servizi di trasporto e logistica 4.0: Arcese si pone come partner delle aziende per la copertura di tutta la supply chain

54 SmallGiants | giugno 2023 Industry
55 giugno 2023 | SmallGiants Industry

Gli spostamenti di merci rapidi ed efficienti sono un elemento chiave per il successo del commercio globale. È questa la risposta che si propone di dare Arcese, un’azienda di trasporti e operatore logistico integrato nata nel 1966 come ditta individuale, che offre oggi servizi di trasporto via terra, spedizioni via mare e aereo e soluzioni per la gestione dei magazzini e la logistica integrata attraverso specifiche divisioni: in particolare una Road freight e una Air & Sea freight affidata a Ventana Serra. Ogni anno Arcese collabora con oltre duemila partner di trasporto, movimentando quotidianamente merci sulle principali direttrici internazionali, offrendo una collaborazione basata sull'innovazione digitale e sull’eccellenza operativa. Una realtà cresciuta negli anni, che oggi lavora al fianco di altre aziende specializzate in tutti e cinque i continenti, e che ha raggiunto i 930 milioni di euro di fatturato, con 2.800 dipendenti e 70 filiali. Sviluppo conseguito anche attraverso una moderna gestione della logistica, gestita da un apposito dipartimento di ingegneria che affianca e supporta i clienti nella progettazione di una supply chain efficiente e una forte automatizzazione dei processi. Per completare la gamma dei servizi offerti, Ventana Serra si occupa direttamente dello svolgimento delle attività doganali, prendendosi cura di tutte le operazioni per ogni categoria merceologica e tipo di spedizione, aerea o marittima che sia. Un reparto interno controlla la documentazione necessaria e fornisce assistenza costante, velocizzando così le operazioni doganali. Tutto quanto serve dunque per le imprese che guardano a un mercato che vada al di là dei confini nazionali. Secondo Arcese “il mondo ha bisogno di connessioni, e noi esistiamo per crearle. Le persone scom-

LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE È TRA GLI ASSET PRINCIPALI DELL’AZIENDA, IMPEGNATA IN SOLUZIONI DI TRASPORTO GREEN E NELL’UTILIZZO DI IMBALLAGGI RICICLABILI

mettono sui propri sogni, le aziende investono sulle proprie idee: noi ci impegniamo a trasformarli in realtà, connettendo mondi altrimenti lontani. Perché dietro ad ogni consegna, c’è una storia fatta di emozioni”.

Un’azienda che già da tempo ha compiuto

anche una scelta precisa in termini di sostenibilità ambientale e sociale, sviluppando soluzioni di trasporto sempre più green, volte a ridurre l'impatto generato dall’esercizio delle proprie attività. La flotta di Arcese è costituita al 10% da mezzi Euro5-Eev, al 70% da mezzi Euro 6 e al 20% da Euro 6 Lng, per favorire la riduzione delle emissioni di co2, a cui si somma un accurato programma di manutenzione dei mezzi in officina per massimizzare l’efficienza e minimizzare i consumi. Inoltre l’attenzione va alla proposta di un trasporto intermodale, vista come la soluzione migliore per ridurre le emissioni di biossido di carbonio di oltre il 50%, attraverso l’alternativa dei servizi di trasporto combinato strada, ferrovia e short-sea. Sempre sul fronte della tutela ambientale, sono stati introdotti nella distribuzione retail i Red Boxes, contenitori

56 SmallGiants | giugno 2023
Industry
La flotta aziendale è organizzata per favorire la riduzione di Co2

di ultima generazione che grazie alla possibilità di riutilizzo permettono di ridurre il consumo di imballaggi monouso. Arcese inoltre ha recentemente ottenuto in Italia la conferma del mantenimento delle certificazioni Qualità, Ambiente e Sicurezza rilasciate dall’ente certificatore Certiquality.

“Il nostro obiettivo è fornire soluzioni ad alto valore aggiunto ai nostri clienti, garantendo qualità, sicurezza, innovazione e ridotto impatto ambientale”, ha spiegato la Global quality director, Paola Arcese. “Il mantenimento ci rende orgogliosi e conferma l’impegno quotidiano di Arcese nel migliorare costantemente il livello di servizio offerto. E per questo è fondamentale il coinvolgimento di tutte le nostre persone: questo risultato è stato raggiunto anche grazie al loro impegno. La qualità delle soluzioni del gruppo è riconosciuta dal 1994 ed è per noi fondamentale oggi continuare su questa strada, forti del know-how nel settore e con uno sguardo sempre rivolto allo sviluppo futuro”.

La conferma di una tendenza all’innovazione e una visione prospettica del mercato arriva dall’attenzione posta verso un canale in forte crescita come quello dell’e-commerce, che si rivela sempre più determinante per arricchire il business di molte imprese, ampliando gli orizzonti distributivi. Arcese si propone infatti come partner anche nella fase di avviamento del negozio online, oltre che nel garantire un supporto teso a ottimizzare le attività e le strategie di vendita, usufruendo della collaborazione con aziende leader nella progettazione di piattaforme per il commercio elettronico e corrieri espressi che facilitano i vari passaggi: dallo stoccaggio merce e l’approntamento degli ordini fino alla spedizione e consegna al cliente finale, così da ottimizzare i processi e velocizzare le procedure. Elemento essenziale per un mercato senza più confini.

www.arcese.com

57 giugno 2023 | SmallGiants Industry
ARCESE
• TRENTINO ALTO ADIGE
L'azienda ha sviluppato soluzioni di trasporto sempre più green

I motori dell’industria

Tesya si occupa di costruzioni, generazione di potenza elettrica e meccanica e gestione di cantieri, magazzini e logistica

Oggi è una multinazionale che fattura 1,6 miliardi di euro, cresce in media del 15% all’anno, conta su uno staff di 3.400 dipendenti e si occupa, attraverso le 24 società che ne fanno parte, di servizi sofisticati e soluzioni integrate business to business per le costruzioni, la generazione di potenza elettrica e meccanica e la gestione di cantieri, magazzini e logistica. Il gruppo italiano Tesya affonda le sue radici nel vercellese, dove nel 1934 fu fondata l'antenata Olmia, dedita all’importazione e commercializzazione delle macchine Caterpillar nelle regioni del Nord Italia. Composto da Alax Automation, Alfaproject.net, Cgt, Cgte, Cgt Trucks, Cls, Emerent, Finanzauto, Finanzauto Rental, Sitech, Stet, la subholding di aziende TeknoGroup che si estendono dalla Slovenia all'Albania, e Xiber Energy Solution, il gruppo fa capo ancora alla famiglia fondatrice, da sempre alla guida dell'azienda che si posiziona sul mercato come un insieme di imprese internazionali accumunati dagli stessi valori, da una visione condivisa, da solide sinergie e dalla valorizzazione di un'imprenditorialità locale nei 15 paesi dove è attivo. In termini di governance, la direzione strategica, le collaborazioni e le sinergie interaziendali sono dunque coordinate dal team esecutivo della capogruppo attraverso quattro dipartimenti centrali: strategia e sviluppo del business, finanza

DI GENOVA L’AZIENDA

HA MOBILITATO UNA

FLOTTA DI OLTRE 45

MEZZI TRA CUI

di manutenzione ordinaria o straordinaria ai servizi avanzati di ottimizzazione dei siti estrattivi, incentrati sull’abbattimento dei costi operativi e sull’aumento della produttività, sino al renting di svariate tipologie di mezzi e attrezzature.

Come avvenuto in occasione della realizzazione del nuovo ponte di Genova, un’opera che ha visto Tesya partecipare alla costruzione della rampa elicoidale e nella messa in sicurezza dei viadotti di collegamento al ponte, mobilitando una flotta di oltre 45 mezzi, tra cui piattaforme di sollevamento, macchine movimento terra, movimentatori telescopici e altri macchinari.

e controllo, tecnologie dell’informazione e risorse umane. L’offerta al mercato di Tesya spazia dalle soluzioni per il noleggio di generatori di energia per ogni esigenza

L’offerta contempla quindi la vendita di camion nuovi, veicoli ex noleggio, usato e servizi di assistenza tecnica, così come le attività di organizzazione e manutenzione dei magazzini e i processi di auto-

di Andrea Salvadori
58 SmallGiants | giugno 2023 Industry
PER IL NUOVO PONTE
noleggio di macchine per l’edilizia è uno dei punti di forza dell’azienda
PIATTAFORME DI SOLLEVAMENTO, MACCHINE MOVIMENTO TERRA, MOVIMENTATORI TELESCOPICI Il

mazione sempre in ambito logistico. Tesya continua a crescere sia per via organica ma anche per linee esterne. Nei primi mesi del 2023 è proseguita la politica di mergers & acquisitions finalizzata ad inserire nel perimetro del gruppo realtà imprenditoriali italiane ed europee caratterizzate dalla capacità di coniugare l’utilizzo di tecnologie avanzate alla competenza in diversi settori industriali. Tesya ha annunciato due opera-

zioni: Emerent in Spagna nel settore del noleggio e Alax Automation in Belgio nel comparto dell’automazione. Emerent è un’azienda specializzata nel noleggio di macchine per l’edilizia, le opere civili e l’industria, soluzioni complete per attrezzature e montaggio nell’organizzazione di eventi sociali, ricreativi e culturali, con sede nelle Asturie in Spagna, che conta 10 filiali, circa 70 dipendenti e un fatturato di 20 milioni di euro a fine

2022. «Nel percorso di sviluppo e consolidamento del nostro piano strategico, abbiamo l’obiettivo di rafforzare in maniera significativa la nostra presenza nel noleggio a breve in Spagna, analogamente a quello che abbiamo fatto in Italia con Cgte», ha spiegato Lino Tedeschi, presidente e ceo di Tesya.

«Come gruppo vogliamo puntare a una più estesa copertura geografica nel comparto e a una forte interazione con l’obiettivo di aumentare in modo rilevante l’offerta in Italia e ampliare la nostra presenza nella penisola iberica in tutti i segmenti in cui faccia premio il valore aggiunto delle nostre soluzioni».

In Italia, Cgte è stato un precursore del noleggio nel mercato italiano con una vocazione da general provider e numeri in costante crescita: 24 filiali dirette, circa 100 milioni di euro di fatturato e oltre 130 professionisti qualificati, con una flotta di età media di soli 20 mesi e composta da oltre 8.500 tra macchine e attrezzature.

La società offre ai clienti soluzioni integrate di noleggio in diverse applicazioni: edilizia e costruzioni, infrastrutture (strade, ponti e gallerie), manutenzione e cura del verde, manutenzioni e ristrutturazioni. La società belga Alax Automation, specializzata nella progettazione, realizzazione e assistenza di celle robotiche su misura e di impianti di riempimento e chiusura di contenitori per l’industria chimica e alimentare, entra invece nell’orbita del mondo Cls di Tesya. «Seppur di dimensioni inferiori, questa acquisizione è importante per il nostro gruppo anche dal punto di vista simbolico perché è la prima volta che acquistiamo una società in un paese al di fuori di quelli in cui operiamo con i nostri business tradizionali», aggiunge Lino Tedeschi. E non è tutto, perché a marzo il gruppo ha annunciato la nascita di Xiber Energy Solutions, un nuovo operatore del mercato dell’efficienza energetica che accompagnare l’industria italiana ed europea lungo il percorso della transizione energetica, fornendo soluzioni di decarbonizzazione multi-tecnologia, multi-fornitore, fortemente fortemente integrate e “chiavi in mano”.

59 giugno 2023 | SmallGiants Industry
www.tesya.com TESYA • LOMBARDIA
Lino Tedeschi, presidente e ceo gruppo Tesya

POCHE MA BUONE

SPIRITO INNOVATIVO E TRADIZIONE TUTTAVIA LA REGIONE CONTA SOLO 69 IMPRESE OGNI 1000 ABITANTI 60 SmallGiants | giugno 2023
Inchiesta
61 giugno 2023 | SmallGiants

Èl’isola della bellezza e del benessere, dove è la vita ad arricchire gli anni e non gli anni ad allungare la vita.

È un dato di fatto, in Sardegna si invecchia bene; cosa vera soprattutto nell’Ogliastra, tra Nuoro e Cagliari, area assurta a un caso di studio per via dell’alta presenza di centenari attivi. La Sardegna è la terza regione più estesa d’Italia, poco antropizzata se si considerano i 68 abitanti per chilometro quadrato dunque assai sotto la media italiana dei 199,5. Bassa densità demografica ma - ahimè - anche di imprese (69 ogni 1.000 abitanti vs. 86,5 in Italia) che si concentrano comunque a Cagliari (più di 58mila) la quale così si lascia alle spalle Sassari (45mila), Nuoro (26.461) e Oristano (12.796). Sull’economia della regione incide anzitutto il settore dell’amministrazione pubblica (13% del valore aggiunto vs. 6% dell’Italia), seguito da sanità (9% vs. 6%) e agricoltura (4% vs. 2%): sono 47 i prodotti DOP/IGP sardi tra formaggi, vini e Agnello di Sardegna IGP . Il 41,2% della produzione zootecnica sarda è legata al latte di capra e di pecora tanto che la regione produce il 66% del latte nazionale caprino e ovino.

Il manifatturiero, invece, non pesa granché sul piatto della bilancia (6% vs. 16% Italia). Il terziario occupa l’83,1% della forza lavoro (79,2% in Italia) e genera l’81,7% del valore aggiunto, più della media italiana (74%). Sempre stando alle analisi condotte da Intesa Sanpaolo, le 13mila imprese del turismo rappresentano il 9% del totale in una regione che accoglie ogni anno 15 milioni di turisti, pari al 3,5% dei turisti su territorio nazionale metà dei quali nella provincia di Sassari, quindi Nuoro con 2,5 milioni mentre Cagliari ne accoglie un milione e mezzo. Cagliari, del resto, spicca in altro. È infatti in questa provincia che si concentra l’industria isolana con oltre 420 imprese che impiegano 8 mila addetti.

Prevale il settore petrolchimico e chimico di base, comparto attorno al quale sono fiorite aziende di meccanica fine, carpenteria metallica, servizi all’industria. Il settore manifatturiero vede prevalere la lavorazione del legno e marmo. Nel 1961,

a supporto dell’industria, si è costituito il Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari (CACIP), per dimensioni il numero due in Italia, artefice delle più intriganti storie di successo dell’industrializzazione dell’isola. Tra queste brilla quella di IMI Remosa, 200 dipendenti, attiva a Macchiareddu da ormai 70 anni e dal 2012 acquisita da IMI PLC (UK). Produce valvole e sistemi di controllo nel settore Oil&Gas, in tempi recenti si è aperta alla produzione di idrogeno verde.

Il petrolchimico ha il suo apice in Saras (Società Anonima Raffinerie Sarde), avviata a Sarroch nel 1962 da Angelo Moratti. Ora è tra i primi dieci Gruppi industriali italiani, terza realtà economica nel settore dell’Oil&Gas. L’economia del polo di Sarroch inevitabilmente gravita attorno all’azienda dei Moratti ed è animata da aziende impegnate nella manutenzione degli impianti e meccanica, tra queste segnaliamo Cemis

IL 41% DELLA

PRODUZIONE ZOOTECNICA È LEGATA AL LATTE

(Società Cooperativa Costruzioni e Montaggi Industriali)

Curiosità. Sarroch, paese di 5mila anime a 20 chilometri da Cagliari, ospita Villa d’Orri, unica dimora reale della Sardegna; fu la residenza estiva dei Savoia, lì a ricordare che con la casata piemontese, Ca-

62 SmallGiants | giugno 2023
Inchiesta
DI CAPRA E DI PECORA. I DOP/IGP DELLA REGIONE SONO 47, TRA FORMAGGI, VINI E AGNELLO DI SARDEGNA
La piattaforma ambientale di Macchiareddu

gliari visse una stagione tutto sommato felice, sicuramente più prospera di quella contrassegnata dal predominio spagnolo: rapace anche in Lombardia dove i soldati spagnoli alleggerivano “a' contadini le fatiche della vendemmia” e “insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese” sintetizzò Alessandro Manzoni.

La Sardegna ha vissuto da isola, dunque conquistata, invasa, predata, un po’ come è accaduto nel resto del nostro Paese e in particolare nell’altra grande isola, la Sicilia. Con una differenza tuttavia, tanto la Sicilia sorride socievole e aperta nel mezzo del Mediterraneo quanto la Sardegna è schiva e austera, d’una bellezza selvaggia: da qui in tanti partono senza più fare ritorno, incarnazione della massima di Cesare Paese per cui “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”. Terra di diaspore, aspra e forte che dunque forgia caratteri e personalità che a loro

Il sistema imprenditoriale

Aziende

63 giugno 2023 | SmallGiants Inchiesta
Il centro servizi del Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari (CACIP)
Addetti 8mila
420

Inchiesta

I 15 MILIONI DI TURISTI RAPPRESENTANO IL 3,5% SUL TOTALE NAZIONALE: METÀ DI QUESTI

SI CONCENTRA NELLA PROVINCIA DI SASSARI, 2,5 MILIONI A NUORO E SOLTANTO 1,5 A CAGLIARI. IL CAPOLUOGO TUTTAVIA

CONTA 1.124 ESERCIZI COMMERCIALI E OCCUPA

3.300 PERSONE

volta nei periodici ritorni si ritrovano nella gente, nelle piante, nella terra: in ciclica attesa di ritorni però fugaci.

Nel settore della chimica di base si distingue la Società Chimica Assemini, attiva nella produzione di soda, acido cloridrico e ipoclorito e che si aggiudica una medaglia al valore: ecologico. Dispone infatti di un impianto per la produzione di soda caustica che utilizza un processo che impiega solo acqua, sale ed energia elettrica. In un anno produce 24mila tonnellate di cloro e oltre 26mila di soda caustica. Il tutto a un soffio dalle saline.

È a Cagliari anche Fluorsid, leader mondiale nella produzione e vendita di fluoroderivati inorganici. Al timone c’è Tommaso Giulini, tra l’altro presidente della squadra di calcio del Cagliari. Fluorsid veniva fondata dal padre, il conte Carlo Enrico Giulini, che si concentrava sull’estrazione della fluorite nelle miniere di Silius nel Gerrei e fluoroderivati.

Sono un’emanazione del settore chimico e petrolchimico le Costruzioni Meccaniche Fini, attive nella progettazione, costruzione, controllo e collaudo di apparecchiature in pressione per il settore chimico e petrolchimico. Tra i prodotti, scambiatori di calore a fascio tubiero, scambiatori areorefrigerati, colonne, filtri, serbatoi in pressione verticali e orizzontali. Nel 2016, CMF ha acquisito Entusa, azienda specia-

64 SmallGiants | giugno 2023
Gli scenari e i paesaggi suggestivi sono un asset importante del turismo sardo

lizzata nel campo delle manutenzioni su turbomacchine. Progetta, costruisce, monta e fa manutenzione di impianti industriali, la ICOM rinata nel 2019 come Nuova ICOM. È attiva nelle costruzioni meccaniche la Mintor, fondata da Roberto Minato nel 1987.

La palma del turismo sardo, come detto, non va a Cagliari che comunque conta 1.124 esercizi fra bar, ristoranti e locali occupando 3300 persone e con un fatturato di 265 milioni e valore aggiunto pari a 130 milioni. Ruotano attorno al segmento turistico imprese come Demi e Nivea, lavanderie industriali; la prima si è concentrata su alberghi, ristoranti, villaggi vacanze, B&B, pub, pensioni, navi di linea e navi da crociera, caserme, mense aziendali e allestitori privati di congressi, banqueting, catering, grandi eventi. Nivea è tra i leader nei servizi di lavanderia industriale, noleggio biancheria, ma anche nella vendita di prodotti per l’igiene e la pulizia, fino al noleggio di sedie, tavoli e stoviglie per matrimoni e altre cerimonie importanti. Nel manifatturiero sardo, oltre il 70% degli addetti è impiegato nell’alimentare, prodotti in metallo, riparazione, manutenzione e installazione macchine e at-

trezzature, industria del legno e sughero. Si contano 7mila imprese manifatturiere di cui 5.100 artigiane, di queste 1.555 sono nel cagliaritano e impiegano 8.158 addetti. Si distinguono imprese attive nella lavorazione legno e marmo come la Marmi e graniti Porcedda che da 99 anni è presente nell'edilizia residenziale e realizzazione di monumenti funebri, lapidi, monumenti marmorei e, più in generale, prodotti di arte funeraria. La cartiera Papiro Sarda, fondata nel 1982, è specializzata nella produzione di carta per il packaging,

per le lavorazioni dell'industria cartotecnica e carta riciclata ad uso grafico. Tutti i prodotti sono venduti in bobine.

Sempre in tema di riciclo, non si può non menzionare l’industria di alta specializzazione tecnologica Tecnocasic che offre servizi di trattamento di rifiuti solidi urbani, speciali e tossici-nocivi, di fanghi biologici e di origine industriale e di acque reflue. Per la realizzazione di questi servizi Tecnocasic gestisce gli impianti e le reti di proprietà del Consorzio Industriale Provinciale di

65 giugno 2023 | SmallGiants Inchiesta
Cagliari (CACIP). Il Poetto è la principale spiaggia di Cagliari e si estende per circa 12 chilometri, dalla Sella del Diavolo fino al litorale di Quartu Sant’Elena Il parco eolico realizzato nell’area industriale di Cagliari, nella zona di Macchiareddu

Moda e design e pop art: la scommessa imprenditoriale di Elias Eneh si chiama Blackhope

LA RISCOPERTA DELLO STREETWEAR

66 SmallGiants | giugno 2023

Moda e design

67 giugno 2023 | SmallGiants

Moda e design

Un marchio di abbigliamento di fascia medio-alta, pensato sia per un pubblico maschile sia per un target femminile, caratterizzato da un design e una produzione completamente made in Italy. Si chiama Blackhope Italy la scommessa imprenditoriale di Elias Eneh, giovane italiano di origini nigeriane "da sempre mosso da una profonda passione per la moda e per il design di abbigliamento e calzature, maturata nel corso della mia formazione e nei primi anni di carriera”. Dopo aver conseguito un diploma superiore professionale presso l’Istituto di Moda Ruzza di Padova, Eneh ha iniziato a viaggiare, ha vissuto per due anni a Londra, è andato in Nigeria, “dove ho riscoperto le mie radici”, ha collaborato con diversi brand del fashion e ha svolto uno stage per un brand di moda emergente a Parigi. “Un’esperienza formativa fondamentale, grazie alla quale ho potuto apprendere le tecniche per il confezionamento di abiti da sera e da giorno, dal cucito alle riparazioni, e ho potuto approfondire la conoscenza delle diverse qualità dei tessuti. Questo percorso mi ha fornito le basi per capire, dall’interno di una maison, come è organizzata e opera un’azienda di moda sia da un punto di vista creativo sia imprenditoriale”.

Il lancio di Blackhope Italy è dunque figlio del “bisogno che ho sentito di creare una realtà in cui le mie radici, le mie capacità e le mie ambizioni potessero trovare realizzazione, coniugando le mie due anime, quella legata all’Africa e quella italiana. Come? Dando vita ad un marchio di abbigliamento che potrebbe essere definito streetwear, ma che in realtà è caratterizzato da un lato da quell’approccio sartoriale che è tipico dei marchi del lusso italiano e dall’altro da quei colori vivaci e quelle linee provocatorie ed informali che sono propri della corrente della Pop Art di artisti come Andy Warhol, Basquiat e Jeff Koons”. L’ambizione di Blackhope Italy è diventare un brand di riferimento per tutti i ragazzi che si identificano nella cultura suburbana contemporanea, "in un ambiente sempre di più influenzato dal multiculturalismo e dalla scena casual e

IL FONDATORE, ITALIANO DI ORIGINI NIGERIANE, SI ISPIRA AI TEMI DELL’AFRICA ANTICA E AL CONTESTO URBANO IN CUI È CRESCIUTO. IL RISULTATO È UN’ENERGIA CHE DEFINISCE ‘MULTICULTURALE’

sportiva di marca, un brand dunque caratterizzato da grafiche e colori appariscenti, ma anche da abbinamenti di stili estremi con capi di lusso e capi economici indossati nell’ambito dello stesso outfit”. Senza dimenticare la sostenibilità ambientale, “uno dei valori principali di Blackhope Italy: il nostro abbigliamento è realizzato con materiali eco-friendly grazie a processi produttivi a basso impatto ambientale, il riciclo dei materiali di scarto e una filiera corta per garantire la massima qualità del prodotto”. L’idea alla base del progetto, prosegue Eneh, “nasce dalla volontà di riprendere quella moda diffusasi negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso negli Stati Uniti, che vedeva i giovani ragazzi di strada vestirsi con l’abbigliamento sportivo di alcune marche specifiche con taglie fuori misura. Un feno-

“Blackhope”richiama due parole concettualmente distanti: il nero e la speranza. Un contrasto ispirato alla frammentarietà della nostra società

68 SmallGiants | giugno 2023
Elias Eneh

Moda e design

meno che raggiunse il suo successo quando si legò con il mondo della musica rap, hip-hop e con la cultura nera delle città americane e successivamente europee, soprattutto in Francia. I capi di Blackhope Italy reinterpretano questo stile adattandolo al contesto minimalista e sofisticato di oggi, pur mantenendo la comodità e la fluidità tipiche dell'abbigliamento sportivo di allora, così come i colori audaci e vivaci in voga in quegli anni”. La produzione nel tempo sarà sempre più diversificata e spazierà dalle t-shirt alle felpe, dalle tute alle scarpe, dai cappotti alle borse, sino a zaini e accessori.

La strategia distributiva di Blackhope Italy è multicanale e punta sia sulle piattaforme online sia sui punti vendita fisici. “La vetrina ufficiale del brand è il sito ecommerce multilingue www.blackhopeitaly.com, un progetto che si contraddistingue per la sua chiarezza e semplicità d'uso offrendo contenuti essenziali senza trascurare foto e informazioni dettagliate sui prodotti. I canali social, invece, vengono sfruttati per divulgare l’immagine del marchio attraverso una comunicazione fresca e ricca di immagini dei capi, oltre che per intraprendere collaborazioni con influencer a fini promozionali”. Per quanto riguarda la distribuzione fisica, “stiamo individuando negozi e atelier di abbigliamento affini allo stile di Blackhope Italy, al fine di stabilire collaborazioni o accordi di conto vendita aumentando così la visibilità e l'autorevolezza del marchio. I nostri prodotti saranno inizialmente disponibili in una serie di negozi di lusso situati in Veneto. Inoltre, i nostri agenti stanno definendo accordi per ampliare la distribuzione all’estero presso diversi negozi situati a Dubai, Londra e Parigi, con l’obiettivo di entrare successivamente anche nei mercati giapponese e russo”. Blackhope Italy punta ad arrivare ad un fatturato complessivo di 400mila euro entro il 2025, con una marginalità del 60%. “Nel nostro percorso di sviluppo, non escludiamo infine l’idea di poter contare su un partner industriale o finanziario, ma solo se realmente interessato al nostro progetto imprenditoriale e alla sua crescita”.

www.blackhopeitaly.com

69 giugno 2023 | SmallGiants
BLACKHOPE • VENETO

Moda e design

Raccontare il territorio con la manifattura

Tra artigianato, industria e attenzione all’ambiente, Bolzan incarna l’imprenditoria italiana dell’arredo

Una produzione che mette insieme l’artigianato alla precisione industriale, coinvolgendo lanifici storici, piccole manifatture locali, falegnamerie. E poi un approccio di cura del territorio che si esprime in un impegno sociale e ambientale orientato alla circolarità. È questa la chiave del successo di Bolzan, azienda della provincia di Treviso specializzata nella realizzazione di letti e complementi, fondata nei primi anni ’90 da Elisabetta Bolzan, che oggi è alla guida insieme al fratello Piercarlo. Una realtà che incarna l’imprenditoria italiana dell’arredo, rappresenta il made in Italy e connette “il saper fare” all’innovazione e alla ricerca progettuale.

“Le nostre creazioni rappresentano l’eccellenza nel tessile e la sapienza artigianale della filiera a km 0. Il tutto guidato dal design che ispira il nostro catalogo non soltanto in senso estetico, ma come viatico per una produzione sostenibile e attenta all’ambiente”, spiega Elisabetta Bolzan, ceo dell’azienda. Il binomio tra artigianato e industria permette la produzione dei letti Bend-e e Jack-e, entrambi disegnati dallo studio Zanellato/Bortotto: il primo reinterpreta l’antica lavorazione del ferro battuto, mentre il secondo racchiude la sapienza di alcune tra le migliori manifatture del territorio tra Friuli Venezia Giulia e Veneto come la Conceria Pietro Presot –che dal 1932 lavora il cuoio attraverso un lungo processo di lavorazione naturale –

L’IMPEGNO

e la falegnameria LorisTill, che crea tinte totalmente naturali realizzate con terre e sassi macinati e sciolti in acqua bollente e poi applicate ai legni certificati.

“L’evoluzione industriale ha allontanato dal design alcune lavorazioni artigianali come quella del ferro forgiato, relegandole alla produzione di arredi decorativi. Con lo studio Zanellato/Bortotto, nel 2022, abbiamo avviato un lavoro di rivisitazione delle collezioni Bolzan, che si è trasformato in un racconto del territorio attraverso le manifatture dalla forte vocazione sostenibile”, prosegue Elisabetta Bolzan. Caratteristica peculiare dei letti Bolzan sono i tessuti, che provengono da realtà storiche come il lanificio bergamasco Torri Lana –punto di riferimento di architetti e designer dalla metà del secolo scorso dal cui immenso archivio proviene il tessuto Filled usato per il letto Bend-e - e il Lanificio Bottoli, che produce tessuti di altissima qualità dal 1861.

“Quest’anno, insieme a Studio Salaris, abbiamo collaborato con il Lanificio Bottoli, eccellenza della tradizione veneta, specializzata nella lavorazione di lane pregiate e naturali attraverso tecniche attente dell’ambiente. Insieme a questa realtà abbiamo realizzato il nuovo plaid Spinapesce, creato con lana leggera proveniente dal vello di greggi italiani e realizzata senza l’uso di tinture artificiali. Questo è il nostro modo di portare valore nell’ottica di un’economia circolare e realmente ecologica”. L’impegno sostenibile inizia proprio dalla ricerca dei materiali: tutto il legname utilizzato dall’azienda proviene da produttori certificati

di Valentini Lonati
70 SmallGiants | maggio 2023
SOSTENIBILE INIZIA DALLA RICERCA DEI MATERIALI: IL LEGNO UTILIZZATO È CERTIFICATO, LE STRUTTURE DEI LETTI SONO COMPLETAMENTE RICICLABILI E LE VERNICI SONO ATOSSICHE
Il plaid Spinapesce è creato con una lana leggera realizzata senza l’uso di tinture artificiali

Pefc, le strutture dei letti sono interamente realizzate in alluminio - materiale completamente riciclabile -, e tutte le vernici sono atossiche. Inoltre, Bolzan è impegnata in un processo di ricerca e sviluppo di materiali alternativi per comporre l'imbottitura dei letti. “Dall’amore per la Terra e per il territorio discendono la nostra etica del lavoro e il nostro modo speciale di guardare alla sostenibilità, che non è soltanto rispetto delle leggi, ma tensione continua a fare sempre meglio e di più. Di recente abbiamo integrato un macchinario che taglia il tessuto ottimizzando gli scarti e una macchina che smembra le rimanenze di cartone permettendo di usarle negli imballaggi. Stiamo anche studiando come usare le lastre di cocco al posto del poliuretano. Gli scarti di pelle invece diventano maniglie per i

IL CARTONE VIENE

RIUTILIZZATO NEGLI IMBALLAGGI.

fondi dei contenitori, e la gommapiuma avanzata viene sminuzzata per poi essere riutilizzata come base per nuove lastre. In Bolzan siamo fedeli a un’idea di sostenibilità che vuol dire innanzitutto sostenere e sostenersi: ci impegniamo tutti i giorni affinché i nostri operai e dipendenti lavorino in luoghi sani, a misura d’uomo e che il posto di lavoro sia come una seconda casa. Nel 2022 siamo diventati una società benefit e stiamo lavorando per diventare una B corporation”. Una formula basata sulla responsabilità – culturale, sociale e ambientale – che ha contribuito a far diventare Bolzan una realtà internazionale con un export in crescita e un nuovo showroom a Milano, in Via Mercato 3, inaugurato durante l’ultimo FuoriSalone. www.bolzan.com

71 maggio 2023 | SmallGiants Moda e design
BOLZAN • VENETO
Elisabetta e Piercarlo Bolzan
I FONDI DEI CONTENITORI E LA GOMMAPIUMA È REIMPIEGATA PER NUOVE
GLI SCARTI DI PELLE DIVENTANO MANIGLIE PER
LASTRE
I letti Bend-e e Jack-e sono disegnati dallo studio Zanellato/Bortotto

IL PRONTO SOCCORSO DELLE API

Tecnologia a servizio di una specie fondamentale per la biodiversità: 3Bee sorveglia e protegge due miliardi di esemplari

72 SmallGiants | giugno 2023 Traformazione Digitale
73 giugno 2023 | SmallGiants Trasformazione
Digitale

Trasformazione Digitale

di Matteo Marchetti

Connettere la natura con la tecnologia. Si può fare anche questo oggi, o meglio ci riesce nel modo migliore possibile 3Bee, azienda e startup agritech che sviluppa sistemi intelligenti di monitoraggio e diagnostica per la salute delle api. Sembra incredibile ma da qualche anno è realtà: tenere sotto controllo una delle specie animale più difficile da sorvegliare. I numeri confermano che si tratta di un’operazione molto complessa ma realizzabile. Lo ribadisce il contatore che si aggiorna in tempo reale e viene riportato nell’home page dell’azienda con sede in provincia di Como; attualmente sfiora l’incredibile cifra di due miliardi di api sorvegliate con un totale di 353 oasi monitorate. Nello specifico 3Bee sviluppa tecnologie che permettono non solamente di “ascoltare” i bisogni delle api, ma anche di tutelare la biodiversità intervenendo quando non stanno bene. Fatte le debite proporzioni, una sorta di 118 dedicato in maniera specifica a chi produce il miele. Uno strumento oggi indispensabile per gli apicoltori, che possono controllare i propri alveari ottimizzandone la produzione e prevenendo problemi e malattie. Nata nel 2017, l’azienda ha sviluppato un network di 10mila addetti ai lavori, rivoluzionando un’arte antichissima e preziosissima. Ma come è possibile monitorare una realtà simile? Grazie a Hive Tech, un’intelligenza artificiale con sensori alimentati a energia solare in grado di raccogliere dati relativi a umidità, temperatura e suoni, le cui variazioni vengono rilevate da rail di alluminio impermeabili. Un display a led permette un controllo dall’esterno del peso dell’alveare in tempo reale, mentre un rilevatore di luce consente di analizzare meglio le fioriture.

Il risultato: una delle arti più antiche del mondo si fonde con la più moderna tecnologia e l’innovazione aiuta uno dei mestieri che perde le proprie radici nella preistoria, se è vero che le più antiche

raffigurazioni degli uomini intenti a carpire il miele dalle api risale al periodo del mesolitico, circa 9mila anni fa. Una conferma che due mondi completamente differenti possono unirsi e proseguire il cammino spalla a spalla se ognuno si mette al servizio dell’altro senza volerlo prevaricare. I benefici di un monitoraggio così efficace? L’ottimizzazione della produzione, una riduzione della moria delle api causata da una possibile mancanza di cibo e l’eventuale spostamento degli alveari in postazioni migliori.

L’idea di un progetto così ambizioso, per

certi versi forse anche visionario, nasce da un’idea di Niccolò Calandri, ingegnere elettronico, e Riccardo Balzaretti, biologo e apicoltore. Primo obiettivo: il controllo delle api da miele. Ma successivamente lo studio si è allargato e ha compreso anche le api solitarie. Un’idea che ha da subito trovato terreno fertile nel settore e che si è ben presto dilatata espandendosi anche oltre i confini nazionali. Attualmente infatti 3Bee ha raggiunto più di 10 stati avviando anche importanti progetti sostenibili con aziende multinazionali. Già, perché proprio la sostenibilità è un’altra delle basi fondanti

74 SmallGiants | giugno 2023
L’azienda ha sviluppato un network di 10mila addetti ai lavori

Trasformazione Digitale

della startup. “Vogliamo diventare leader nella protezione ambientale”, sono le parole di Calandri.

Per farlo hanno lanciato Adotta un alveare, che consente a chiunque, privati compresi, di unirsi al più grande progetto di studio delle api e della biodiversità adottando l’alveare tecnologico, monitorando i risultati attraverso una app che consente di analizzare i dati dei sensori e ricevendo in cambio oltre a foto e video pure qualche vasetto di miele come piccola ‘ricompensa’. Anche perché, nel rispetto della specie, viene raccolta solamente una

I BENEFICI DEL MONITORAGGIO SONO L’OTTIMIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE, LA RIDUZIONE DELLA MORIA CAUSATA DA UNA

POSSIBILE MANCANZA DI CIBO E L’EVENTUALE

SPOSTAMENTO DEGLI ALVEARI IN POSTAZIONI MIGLIORI

piccola parte di quanto prodotto dagli insetti. E attenzione: gli allarmi su un possibile disastro causato dallo sterminio delle api lanciati a più riprese dagli addetti ai lavori sono reali e disegnano uno scenario più vicino alla realtà di quanto si potrebbe temere. Se parliamo di biodiversità, le api garantiscono la vita di oltre 50mila specie viventi, se non ci fossero ne conteremmo meno di mille. Ma non è finita: attualmente abbiamo 105 tipologie

di vegetali, senza le api il numero scenderebbe drammaticamente a zero.

3Bee non realizza nuovi alveari, ma si prende cura di quelli esistenti proteggendoli attraverso metodologie innovative. E i risultati confermano che grazie a questo sistema la mortalità degli insetti è ridotta del 30%. Non solo, perché si punta anche a rigenerare disseminando il territorio di nettare e di polline, raccogliendo dati utilizzati da oltre 15 università e centri di ricerca.

Un’idea vincente che si basa su fondamenta sempre più solide. Lo scorso anno 3Bee ha dichiarato una crescita a valore del 200% annunciando anche il via di oltre 200 progetti di Corporate social responsability. Nel 2021 l’azienda ha fatturato 2,2 milioni di euro e alla fine dello scorso anno ha raccolto cinque milioni con un round di finanziamento di Serie A a cui hanno preso parte anche AgFunder Grow Impact Fund e Esa (European space agency). Come verranno utilizzati i fondi? Per rafforzare l’infrastruttura sulla biodiversità e sulla tecnologia per la mappatura dei dati, puntando a crescere ulteriormente a livello internazionale.

www.3bee.com

75 giugno 2023 | SmallGiants
3BEE • LOMBARDIA
“Adotta un alveare” consente di unirsi al più grande progetto di studio delle api

Trasformazione Digitale Il coraggio di osare

21 sedi sul territorio e centinaia di migliaia di follower: così Taffo è diventata la prima agenzia funebre in Italia

Lo chiamano black humor. Ma definirlo solo così è riduttivo, perché si tratta di un passaggio molto più importante e complesso, che ha portato di fatto a un risultato non solo complicato, ma anche molto rischioso: infrangere un tabù. Senza esagerare o sembrare blasfemi, nella comunicazione esiste un “prima di Taffo” e un “dopo Taffo”. Le onoranze funebri che grazie a una campagna marketing capillare e azzeccata sono diventate le più conosciute di tutta Italia sono riuscite dove gli altri nemmeno hanno provato a scendere in campo: scherzare, e a volte far ridere di gusto, parlando di morte. L’argomento più triste per antonomasia, quello che al massimo poteva scatenare gesti scaramantici più o meno eleganti, sbattuto su cartelloni pubblicitari, social e successivamente trasformato anche in oggettistica di largo consumo. Come un brand qualsiasi, che fosse un marchio di moda, una bevanda per gli sportivi o una merendina per bambini. Il tutto con slogan accattivanti ma senza nascondere niente, anzi spesso sbattendo in primo piano una bara di fronte all’incredulo spettatore. Taffo ha fatto uscire tutto il settore dal loculo in cui lo ha spinto il sentire comune, per decenni abituato a parlare di una situazione solo quando questa si presentava in tutta la propria tragicità. Adesso invece di morte si può anche discutere e sorridere e l’agenzia di onoranze funebri ha avuto

il grande merito di muoversi sul mercato pubblicitario come un brand qualunque, provando a vendere i propri prodotti (perché l’obiettivo finale rimane quello) cercando anche strade alternative. Percorsi magari più rischiosi ma senza dubbio più ambiziosi e spesso forieri di soddi-

sfazioni.

Oggi la pagina Facebook della Taffo Funeral Services ha oltre 410mila follower, quella Instagram sfiora i 200mila, con numeri in continua crescita, e i social presentano in primo piano tazze brandizzate, slogan irriverenti, addirittura inviti ad andare a votare con il motto “Riempite le urne” e la foto di un’urna cineraria. Ma ci sono anche le uova di Pasqua “Buone da morire”, il Taffo Game “Un funerale con i fiocchi” e anche inviti molto più seri, come “Seppelliamo tutti, tranne i diritti” in una campagna a favore dei diritti dei lavoratori. Ognuno di noi si è imbattuto in una delle pubblicità di Taffo, ma la domanda che si pongono gli esperti di marketing è: funziona oppure no? Lasciando le analisi agli addetti, i numeri indicano un’azienda che ottiene risultati importanti. Attiva dai primi anni del ‘900, attualmente vanta 21 sedi ope-

76 SmallGiants | giugno 2023
RICCARDO PIRRONE HA IDEATO UNA COMUNICAZIONE IRRIVERENTE, ISPIRATA AL BLACK HUMOR E CAPACE DI TOCCARE TEMI SOCIALI, COME LA CAMPAGNA SUI DIRITTI DEI LAVORATORI
Slogan accattivanti su cartelloni pubblicitari e social: Taffo si muove sul mercato come un brand qualunque

rative; partendo da Roma, dove al momento si contano cinque uffici in varie zone della città, il brand si è allargato in buona parte d’Italia, da Verona a Potenza passando per Torino, Bologna, Ancona e Genova. Da nord a sud, da est a ovest, il nome Taffo si sta facendo largo. Una vittoria, sostengono i responsabili, “di una sfida che nasce dal fare, di un’agenzia funebre che si contraddistingue per essere tra le più innovative del settore”.

Perché ovviamente alle spalle di una campagna marketing sicuramente ben

orchestrata deve esserci anche un’azienda strutturata nel modo migliore possibile, che punta anche a informare. Così Taffo ha creato pure un blog, uno spazio dedicato alla redazione di articoli relativi alla morte in cui si cerca di fornire risposte alle domande più frequenti, informazioni utili e anche supporto emotivo. Un esempio? I costi dei funerali con le cremazioni o anche cosa significa e cosa comporta l’affido delle ceneri.

Facendo un passo indietro, è bene sapere che la pubblicità innovativa di Taffo ha radici profonde e nasce ben prima

dell’approdo dei social, affidandosi a cartellonistiche molto provocatorie. “L’obiettivo è cambiare il volto dell’azienda”, spiegano i proprietari. “Le onoranze funebri sono ovviamente associate a un momento triste, ma di fatto il nostro è un mestiere simile a tanti altri, anche se visto con grande scetticismo. Stiamo provando a cambiare questa idea strutturata da tempo e per farlo ci siamo ispirati alla strada scelta da grossi brand come ad esempio la Coca cola. Per farlo ci informiamo e puntiamo sul marketing”. La comunicazione è gestita da un social media manager che nel corso degli anni ha dato una linea ben precisa a tutte le campagne, scegliendo un percorso che nessuno, nel settore, aveva mai osato intraprendere, quello dello humor. Riccardo Pirrone, l’ideatore delle campagne, su questa singolare esperienza ha anche scritto un libro con un titolo ovviamente accattivante: Taffo, ironia della morte. Riderne è l’unico modo per uscirne vivi. Nella sua opera ha spiegato come vendere l’invendibile puntando su scelte coraggiose e un’ironia pungente. Il risultato?

Un’agenzia di onoranze funebri di cui tutti parlano che nel 2021 ha sfondato i sei milioni e mezzo di fatturato e che ha una cinquantina di dipendenti in tutte le sedi italiane. Perché va bene ridere e divertirsi, ma per avere successo bisogna fare le cose sul serio. Il tutto con una base di sano ottimismo, perché non bisogna mai dimenticare, come recita lo slogan sulle tazze marchiate Taffo, che “Se la mattina ti svegli significa che è una buona giornata”.

www.taffofuneralservices.com

77 giugno 2023 | SmallGiants
Digitale
Trasformazione
TAFFO • LAZIO
Riccardo Pirrone, social media manager Non solo comunicazione: nel piano di marketing anche l’oggettistica di largo consumo

L’ISOLA IN CUCINA

79 giugno 2023 | SmallGiants Agrifood
Tra i principali asset dell’economia sarda ci sono i prodotti gastronomici, tra eccellenze secolari e nuove ricette

QUATTRO GENERAZIONI DI OLIO EXTRAVERGINE

La famiglia Fois produce olio extravergine di oliva da quattro generazioni. Era la metà del 1800 quando avviò un’azienda agricola nella terra generosa e fertile di Alghero, in Sardegna. Nel 2000 la nascita di Accademia Olearia, oggi una realtà di oltre 250 ettari e circa 28mila piante di olivo, principalmente di cultivar Bosana. A rendere l’azienda un’eccellenza del territorio, oltre al lavoro appassionato della famiglia Fois, l’accurata selezione delle colture degli ulivi, l’attenzione alla sostenibilità ambientale e uno stabilimento dotato di tecnologie e macchinari all’avanguardia e alimentato da fonti energetiche alternative. Inoltre, Accademia Olearia è il maggior produttore di olio extravergine d’oliva certificato “Sardegna DOP” dell’isola. I prodotti di Accademia Olearia, c’è anche una linea da agricoltura bio, sono venduti e distribuiti in Italia e nei maggiori mercati esteri. Tanti i riconoscimenti internazionali ottenuti. Il Gambero Rosso ha proclamato Accademia Olearia azienda dell’anno 2023. www.accademiaolearia.com

L’ACCURATA SELEZIONE

DELLE COLTURE, L’ATTENZIONE

ALLA SOSTENIBILITÀ

E GLI STABILIMENTI DOTATI

DI TECNOLOGIE MODERNE

E ALL’AVANGUARDIA RENDONO

ACCADEMIA OLEARIA

UNA VERA ECCELLENZA

DEL TERRITORIO

80 SmallGiants | giugno 2023 Agrifood
Da sinistra Antonello, Giuseppe e Alessandro Fois, la famiglia alla guida di Accademia Olearia

Passiu, 48 anni di passione

SorRiso di Sardegna

UN RISO 100% SARDO COLTIVATO AD ORISTANO. Dal 1975 l’azienda agricola Passiu lavora con l’obiettivo di produrre riso di altissima qualità. Il clima della Sardegna e l’accurata selezione dei terreni migliori uniti alle competenze maturate sul campo sono gli elementi alla base di un prodotto di riconosciuta eccellenza. Specificità e ricerca della qualità hanno da sempre contraddistinto il lavoro dell’azienda. Nei 130 ettari di proprietà sono coltivate sia le varietà storiche della risicoltura italiana sia le tipologie più recenti di riso, ognuna con caratteristiche proprie e peculiari. La svolta commerciale nel 2015 quando sono arrivati sul mercato i primi prodotti col brand Riso Passiu. Un sinonimo di qualità e garanzia per i consumatori. Oggi l’azienda Passiu continua nella sua missione di soddisfare le esigenze della cucina familiare e di tenere conto anche delle esigenze delle proposte gourmet. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni. www.risopassiu.it

DA NOVE PESCATORI A UN’ECCELLENZA DEL TERRITORIO

Nerette e certificate, le cozze Nieddittas portano il mare in tavola

Nel 1967 nove pescatori danno vita alla cooperativa di Arborea per valorizzare e commercializzare le cozze. Nieddittas, nerette come vengono chiamate in sardo per il colore dei mitili. Un prodotto ittico che diventa un marchio di qualità e soprattutto una solida realtà imprenditoriale. La cooperativa è la più importante realtà sarda nella mitilicoltura e nella pesca con oltre 150 persone occupate in pianta stabile e punte di 200 unità durante il periodo estivo. Conta una capacità produttiva che si estende per ben 86 ettari di vivai a mare nel Golfo di Oristano e un centro di depurazione e spedizione di quasi 3000 metri quadri. La cozza Nieddittas ha ottenuto la certificazione di prodotto per tutta la filiera. Oltre alle cozze del golfo di Oristano, Nieddittas propone il pescato di Sardegna: vongole nostrane, murici, orate, pesce locale, ostriche, cannolicchi, cuore, capesante, lumachini, fasolari, lupini e tartufi da acquistare sull’e-shop aziendale. www.nieddittas.it

81 giugno 2023 | SmallGiants Agrifood

DAL PANE CARASAU AL GUTTIAU, PASSANDO PER GALLETTEDDAS, MOSTACCIOLI E PER IL SAVOIARDONE DI SARDEGNA. L’AZIENDA DI FONNI, IN

GENUINITÀ E SEMPLICITÀ GLI INGREDIENTI Tipico, il forno dei buongustai

Tipico, la Buona Sardegna. Si presenta così l’azienda della famiglia Masini a Fonni. Da tre generazioni produce ogni giorno nello stabilimento in provincia di Nuoro pani, dolci e paste che arrivano in tavola direttamente dalla Sardegna dei centenari. In catalogo troviamo alcuni dei prodotti da forno più amati dai buongustai: pane carasau e pane guttiau, galletteddas e mostaccioli di Sardegna. Un discorso a parte merita il Savoiardone di Sardegna proposto anche nella nuova versione studiata per il tiramisù. Inoltre Tipico ha messo in vendita anche il kit per preparare il tiramisù con il Savoiardone di Sardegna subito ribattezzato tiramisardo. Ci sono poi le paste tipiche: fregula tostata e malloreddus e specialità come le panadas proposte in due versioni (con verdure; con polpa di suino). Genuinità, semplicità e passione gli ingredienti valorizzati al meglio con le ricette della famiglia Masini per raccontare i sapori di Sardegna.

www.tipicodisardegna.com

82 SmallGiants | giugno 2023 Agrifood
METTENDO
LA PASSIONE E L’ESPERIENZA DI TRE GENERAZIONI
PROVINCIA DI NUORO, REALIZZA LE PASTE TIPICHE DEL’ISOLA
NELLE RICETTE

Mille anni di cultura sarda tra sapori e profumi

PECORINO, ICONA NAZIONALE

IL PECORINO SARDO DOP esprime al meglio la cultura millennaria della Sardegna. Ne porta in tavola sapori, profumi e colori. A vegliare su qualità e tradizione di uno dei formaggi più antichi della Sardegna il consorzio di tutela istituito nel 1996, anno in cui il pecorino sardo consegue il riconoscimento comunitario della Dop. Il Pecorino Sardo Dop si presenta oggi in due tipologie differenti per tecniche di lavorazione, stagionatura, caratteristiche dimensionali e organolettiche: il Dolce e il Maturo. Nel corso degli anni grazie all’impegno del consorzio per la tutela, la promozione, la valorizzazione della Dop e soprattutto la vigilanza contro qualsiasi abuso, frode e contraffazione in commercio questo formaggio da tavola ha conquistato i mercati di tutto il mondo. Numerosi i riconoscimenti ottenuti che lo pongono oggi ai vertici delle classifiche di gradimento tra i prodotti alimentari più iconici e apprezzati. www.pecorinosardo.it

83 giugno 2023 | SmallGiants Agrifood
A vigilare su uno dei formaggi più antichi dell’Isola il consorzio di tutela istituito nel 1996, anno in cui il prodotto
è diventato ‘denominazione di origine protetta’

SOCIETÀ BENEFIT IMPATTO, IDENTITÀ E OBIETTIVI

Tra opportunità da cogliere e ostacoli da superare, Goodpoint analizza il fenomeno di queste nuove forme giuridiche d’impresa

Tentare un'analisi ragionata del fenomeno complessivo delle Società Benefit oggi: caratteristiche, punti di miglioramento e elementi di forza da consolidare. Indagare la varietà di approcci alla Società Benefit e trasmettere la molteplicità di interpretazioni e scelte possibili. Raccontare la peculiarità delle sfide per i diversi profili di Società Benefit e facilitare la definizione di percorsi personalizzati a seconda delle ambizioni e delle caratteristiche dell'azienda. Offrire alle Società Benefit l’op-

portunità di vedere l'intero percorso con maggiore consapevolezza e coerenza: dalla definizione delle finalità di beneficio comune ai cambiamenti necessari nell'organizzazione, passando per iniziative di impatto e rendicontazione. Permettere ad altre aziende di avvicinarsi al senso della Società Benefit e intraprendere questo percorso con maggiore facilità sfruttando le esperienze delle aziende che già hanno fatto questa scelta. E, infine, contribuire all'evoluzione del concetto stesso di Società Benefit e offrire spunti per il progredire della normativa. Sono questi gli obiettivi che si è posta Good-

point, società da tempo impegnata al fianco delle aziende per aiutarle a mettere in luce l’impatto sociale delle loro attività e nel percorso per acquisire la qualifica di Società Benefit, quando ha deciso di condurre e realizzare una ricerca qualitativa italiana sul tema. Anche perché nel nostro paese, dove le Società Benefit sono 2.626 (e tra queste figurano anche realtà come Eni Plenitude, Danone, Eolo, Illy e Alessi), e nonostante il fenomeno sia da tempo in crescita costante, mancano ancora letteratura e dati sul sistema, informazioni che possano dunque aiutare a delineare un framework per poter met-

Le metodologie usate per la creazione del beneficio comune

Dall’analisi delle Relazioni di impatto, è emerso che:

• Solo il 36% delle Società Benefit utilizza le finalità di beneficio come chiave di lettura delle attività svolte e dell’impatto generato nell’anno

• Oltre la metà (56%) delle Società Benefit si limita a rendicontare le attività svolte, non l’impatto generato

• Il 30% coinvolge gli stakeholder nella valutazione

• L’87% si dà obiettivi di miglioramento per l’anno seguente

• 37% delle grandi Società Benefit integra il bilancio di sostenibilità e relazione di impatto

SmallGiants | giugno 2023 Impresa in numeri
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36% 56% 30% 87% 37%

tere a sistema quello che si è imparato e capire come progredire e operare meglio. Ma cos’è innanzitutto una Società Benefit? È un’azienda che, nel perseguire il proprio scopo di lucro, si impegna a realizzare un beneficio che si ripercuote anche su altre categorie di soggetti, dai dipendenti ai fornitori, dall’ambiente alle società. La ricerca si è concetrata su due focus: da un lato ha analizzato 579 finalità di beneficio comune, su un campione rappresentativo in termini di di-

mensioni delle organizzazioni italiane; dall’altro ha messo in luce le modalità di valutazione e rendicontazione analizzando 105 relazioni di impatto.

Dallo studio è emerso che il 38% del campione vive l’essere Società Benefit con un approccio molto esteso alla sostenibilità e rende, dunque, vincolante l’impegno in tal senso per ridurre gli impatti negativi e massimizzare quelli positivi. Per un altro 33% l’impresa è concepita come strumento per creare valore condi-

L’approccio delle aziende alla società benefit

Dettagli sui risultati della divisione nei cinque profili

• Il 38% delle aziende vive il proprio essere Società Benefit con un approccio ampio alla sostenibilità (Committed to sustainability)

• Il 33% di aziende che integrano la loro ricerca di creazione di valore nel business (Business with purpose)

• Il 9% lega in modo più saldo la creazione di valore al concetto di impatto per perseguire una missione precisa di creazione di valore (impact driven),

• L’8% lega in modo più saldo la creazione di valore al concetto di impatto per risolvere problemi legati al business o alla industry (change maker)

• Il 12% vuole generare impatto facilitando le altre realtà a farlo (impact booster)

IN ITALIA SONO 2.626

viso attraverso il suo core business. Il resto del campione lega in modo più saldo la creazione di valore al concetto di impatto: per il 9% si tratta di realtà la cui esistenza è vincolata a una missione molto specifica in risposta a un problema sociale o ambientale; per l’8% si tratta di aziende che intendono risolvere un problema di sostenibilità legato al core business o all’industry; per il 12% infine l’obiettivo è generare impatto aiutando altre società ad essere sostenibili.

L’indagine mette in luce dunque come non esista un solo modo di intendere il beneficio comune. Ad accomunare le Società Benefit è semmai la tensione a fare dell’impatto uno scopo, mentre ciò che le differenzia è l’approccio al concetto di impatto. Le Società Benefit è poi un percorso che può essere abbracciato da tutte le aziende, di qualsiasi settore e dimensione. Passando al tema della misurazione, l’indagine ci dice che solo il 36% delle Società Benefit utilizza le finalità di beneficio come chiave di lettura delle attività svolte e dell’impatto generato. Oltre la metà (56%) si limita a rendicontare le attività svolte ma non l’impatto generato. Il 30% coinvolge gli stakeholder nella valutazione, l’87% si pone obiettivi di miglioramento per l’anno seguente, mentre il 37% delle grandi Società Benefit integra il bilancio di sostenibilità con la relazione di impatto.

85 giugno 2023 | SmallGiants Impresa in numeri
NONOSTANTE IL FENOMENO SIA IN CRESCITA, MANCANO LETTERATURA E DATI CHE POSSANO AIUTARE LE IMPRESE A PROGREDIRE
MA,
38% 33% 12% 12% 8%

PENNELLATE DI DIGNITÀ

Illuminare il volto delle senzatetto regalando un sorriso: così Irene Scaringi ha attivato il progetto Street Make Up

86 SmallGiants | giugno 2023
Women friendly
87 giugno 2023 | SmallGiants
friendly
Women

Women friendly

Rossetto e rimmel per tutte, un’espressione di femminilità di cui molte donne non possono godere. Ad offrire loro questa possibilità, negata dalle difficoltà della vita, è Irene Scaringi, truccatrice pugliese e docente di make-up, che ha deciso di illuminare il volto di alcune donne senzatetto, attivando il progetto sociale Street Make up: un modo per regalare più attenzione alle invisibili abitanti delle città. “Immaginando come potesse sentirsi una donna che trascorre gran parte della sua vita per strada, alla vista di un’altra dall’aspetto più curato, ho deciso di mettere a disposizione la mia professionalità per trasformare, con un piccolo gesto d’amore, quegli sguardi cupi e sofferenti in volti sorridenti almeno per qualche ora”, racconta Irene. Durante il periodo di studi in accademia, la giovane truccatrice attraversava a piedi stazioni, giardinetti e sottopassaggi, imbattendosi spesso nei clochard distesi sui propri cartoni: donne e uomini facilmente dimenticati, che la società relega nella categoria dei reietti, perché privi di ogni considerazione. “Ho sempre girato molto a piedi per via del mio lavoro da estetista e pur di potermi permettere gli studi presso un’accademia di make-up, distante 300 chilometri da casa mia, mi alzavo alle quattro del mattino per affrontare il viaggio in treno”, racconta Irene. "In stazione, incontravo solo clochard assopiti nel tepore delle coperte, persone abituate ad essere

CON UNA POSTAZIONE DI TRUCCO MOBILE E UNA VALIGETTA, IL PROGETTO È PARTITO DALLA PUGLIA. L’OBIETTIVO È QUELLO DI PORTARLO NELLE

ignorate. Facendoci caso, quando la gente le incrocia, la prima reazione dei più è voltare lo sguardo dall’altra parte. Io non ci sono mai riuscita, ma ho sempre lasciato una brioche calda per addolcire quel risveglio”.

Dopo il diploma di make-up, Irene ha iniziato a viaggiare per mettersi all’opera, rintracciando le clochard direttamente in strada e chiedendo loro se fossero disponibili a cambiare look anche solo per un giorno. Per avviare il progetto, si è anche messa in contatto con l’associazione InConTra di Bari, un gruppo di volontari che assiste quotidianamente le persone senza fissa dimora; poi, ha imbracciato la sua valigetta professionale ed è andata incontro ad un gruppo di donne senzatetto portando loro un carico di bellezza. Alcune signore di mezza età hanno accettato entusiaste e si sono lasciate subito coccolare dalle mani esperte di Irene, che è riuscita così a realizzare quei desideri di femminilità

assopita. Ad ogni colpo di pennello, lo sguardo ha perso il grigiore, causato dalla polvere incastonata nei pori della pelle, ritornando alla luminosità che ha caratterizzato gli anni della loro giovinezza. Non

88 SmallGiants | giugno 2023
PIAZZE DI TUTTA ITALIA
La postazione di trucco mobile permette di spostarsi nelle metro e nelle strade delle città Irene Scaringi dona femminilità alle clochard, che spesso non si riconoscono allo specchio

solo coperte e cibo, già assicurati dai volontari, Irene ha deciso di mettersi al servizio delle clochard dimenticate, regalando loro qualcosa di unico, a prima vista più effimero, ma essenziale per ritornare a

sentirsi donne. Anna, Laura, Patrizia, Mirella, Maria, Gabriella sono state le prime modelle per un giorno: figlie, madri, compagne, sorelle di qualcuno che probabilmente non sa più nulla di loro già da molto tempo, donne che della strada hanno fatto la propria casa. Sedute di fronte allo specchio delle postazioni trucco mobili, ciascuna è riuscita a mettere da parte i brutti pensieri relativi alla perdita del lavoro o a situazioni di violenza domestica e malattia, ritornando a guardarsi con occhi diversi e con quel filo di trucco che fa la differenza. A fine seduta, le signore si sono infatti complimentate con Irene, vedendosi più belle e curate e riappropriandosi in un attimo di una femminilità incupita dalla vita. “Quando inizio a truccarle, dapprima sono incredule. Mai nessuno si è preso cura dei loro volti affaticati dalle intemperie. Man mano che il trucco procede, si specchiano e a tratti non si riconoscono. Alla fine, tutte si sentono più belle e coccolate. È un po’ come se riottenessero quella femminilità rubata, perché d’altra parte, il trucco dà sicurezza e fa sentire una donna più determinata, meno sgualcita o imbronciata”, spiega Irene. Il progetto Street Make up ha raggiunto tante altre città pugliesi, tra cui Barletta, dove è iniziata una collaborazione con la Caritas, che si occupa di organizzare l’allestimento delle postazioni trucco mobili

nelle vicinanze di mense o negli spazi delle associazioni sostenitrici: qui oltre a cibo e coperte, c’è Irene che dona pennellate di comprensione, rispetto ed empatia. “Le donne si sentono inebriate da quelle tinte e ritornano anche ad avere più fiducia in sé stesse”, prosegue Irene. "Non hanno particolari richieste, giusto qualche signora di mezza età mi chiede rossetto e unghie laccate di rosso, quasi a volersi riappropriare delle abitudini del loro passato”. Adesso Irene confida nella solidarietà di altri truccatori, sperando di poter presto consolidare la sua rete, toccando anche altre grandi città, come Roma e Milano, dove, armata di pennelli, desidera incontrare l’esercito muto delle clochard metropolitane. “Sarebbe presuntuoso credere che basti un’ora per scardinare la diffidenza accumulata in anni di vita ai margini. Sono stati gli occhi lucidi davanti allo specchio a parlare per loro. Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le fa sentire persone diverse, come se intuissero che qualcosa può cambiare da un momento all’altro”. Uno scambio reciproco tra donne, poiché oltre a regalare un sogno di bellezza, anche Irene è riuscita a dare un valore speciale al suo lavoro. "Le signore mi ritroveranno sempre in piazza, con mascara e rossetto alla mano, pronta trasformare la piega amara delle loro labbra in un nuovo sorriso”.

89 giugno 2023 | SmallGiants Women friendly
STREET MAKE UP • PUGLIA
Il make-up è anche un modo per chiudere gli occhi e lasciarsi alle spalle i brutti pensieri

La scrittura web punta all’AI

Wecontent crea contenuti per siti e social, su misura, dedicati ad aziende e privati di ogni settore

La sfida di Wecontent è creare testi per il web e i social, dove la capacità di emozionare e di stupire con originalità e fantasia si sposa con la perfetta ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca. Così la capacità di parlare al cuore del lettore facendo leva sulle giuste corde spinge le vendite aziendali e fa volare la presenza online di ogni impresa. Un’attività che di anno in anno è cresciuta e si è arricchita di nuove sfide per la content house milanese.

Wecontent è riuscita a coniugare le potenzialità del marketing, le opportunità offerte dal web e dalla scrittura in ottica seo per fornire un servizio che, grazie a oltre mille collaboratori tra autori e traduttori suddivisi per specializzazione, è in grado di creare testi flessibili e su misura per aziende e privati in ogni settore. Il quinto compleanno di Wecontent ha un sapore tutto particolare per i risultati ottenuti e per il riconoscimento attribuito in queste settimane alla fondatrice Angelica Eruli: è stata inserita nella classifica delle "50 most influential women in Europe in the seo sector" di Whitepress.

Per Eruli, giovane imprenditrice che ha bruciato le tappe con la società da lei creata è la conferma che la strada intrapresa è quella giusta. Wecontent, dopo aver creato una web application che sfrutta la tecnologia blockchain per tutelare la proprietà e l’inviolabilità dei contenuti in modo da certificarne integrità, paternità

e autenticità, ora si affida all’intelligenza artificiale.

"Poteva essere la fine alla luce del gran parlare che si è fatto sui giornali e sul web e invece è stato l'inizio per noi”, afferma l’amministratrice delegata di Wecontent. “Lavorare nel settore della scrittura di contenuti per web e social è molto difficile. Si lotta sempre contro il pregiudizio. Ma cosa ci vuole, ti dicono, a scrivere. Se sei laureato, sai scrivere per il web".

Così l’AI diventa un possibile alleato per un salto di qualità e per cercare di non subire il progresso ma al contrario di

90 SmallGiants | giugno 2023 Women friendly
L’AZIENDA, PUR MANTENENDO UN APPROCCIO UMANO, SI STA SPECIALIZZANDO NELLA STESURA DI TESTI PER L’E-COMMERCE CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La scrittura seo aiuta a cogliere le opportunità offerte dal web

contribuire in maniera attiva allo sviluppo.

“Nell’ultimo anno ci stiamo specializzando nella scrittura con intelligenza artificiale per schede prodotti e testi categoria per l’ecommerce pur mantenendo un approccio umano sui contenuti web” chiarisce l’imprenditrice. L’intelligenza artificiale quindi crea le schede prodotto per fornire informazioni dettagliate su quanto devono acquistare, aiutando i consumatori a fare delle scelte consapevoli. Pensa anche a

realizzare testi categoria per l’ecommerce ovvero contenuti "raccoglitore" dove con chiarezza vengono indirizzati i consumatori e sono aiutati a scegliere tra le differenti tipologie di prodotti. Ma questo, da solo, non basta. “Ben venga la tecnologia, io sono di questa idea, ma le persone in carne in ossa possono fare la differenza” assicura Eruli. Si può chiedere a ChatGPT e attendere che elabori le sue risposte ma un’attenta verifica è necessaria per

valutare l’originalità del contenuto e l’esattezza delle informazioni contenute. Al tempo stesso si deve procedere alla revisione morfologica e grammaticale tra refusi, errori e ripetizioni e alla formattazione più opportuna del testo visto che la divisione in paragrafi e l’uso dei grassetti non sono molto nelle corde dell’Intelligenza artificiale. Ecco così che la scrittura con l’aiuto di AI offre il suo contributo in quel che a oggi riesce a fare meglio sul mercato mentre il controllo di qualità dei contenuti elaborati resta saldamente in mano al team di esperti e traduttori di Wecontent. Dove le donne giocano un ruolo di primo piano. “La presenza di tante donne è importante perché va a completare le competenze in un’azienda, soprattutto in ambito editoriale. Avere un team tutto al femminile è un messaggio di grande coraggio, oltre che di speranza, dato che i numeri sull’imprenditoria femminile e sull’occupazione delle donne non sono molto lusinghieri. Posso dire che è capitato e che sono orgogliosa di tutto questo ma nella scelta dei collaboratori il principio è sempre quello della competenza”, sottolinea.

Eruli sa bene che nel mondo del digitale tanti sono i pregiudizi verso le donne e che emergere non è facile. “Io sono partita da zero. Ho fatto fare anche la maglietta ‘From zero to ceo’ il primo anno di attività della società”. Una maglietta che le ha portato fortuna e l’ha accompagnata in un cammino impegnativo ma carico di soddisfazioni.

“Per il futuro il nostro obiettivo è di cercare di stare dietro a un mercato che cambia e al tempo stesso evitare un abbassamento della qualità dei contenuti per web e social. Deve essere chiaro che i testi non possono essere presi e incollati da ChatGPT” conclude Angelica. Per la fondatrice di Wecontent parlano i fatti. Declina questi principi in tutto quello che fa: dalla realizzazione di contenuti in ottica seo per tutti i canali disponibili e in tutte le lingue che si scrivono nell’alfabeto internazionale contribuendo così attivamente all’internazionalizzare delle imprese. A livello editoriale nel ghost writing di ebook, nel writing coach e nelle collaborazioni con case editrici.

www.wecontent.com

91 giugno 2023 | SmallGiants Women friendly
WECONTENT • LOMBARDIA
Angelica Eruli, fondatrice & sole director di Wecontent

LA DINASTIA DEL DOPPIAGGIO ITALIANO

Oggi i fratelli Rossi sognano di lavorare insieme a teatro per coronare la loro carriera

93 giugno 2023 | SmallGiants Cultura

Cultura

Un affare di famiglia, nel senso letterale dell'espressione. Perché se il doppiaggio avesse una casa, sarebbe senz'altro necessario bussare all’abitazione Rossi. Un cognome così tradizionale e diffuso per una storia tanto originale quanto di successo. Tre fratelli, tre doppiatori. O ‘doppiattori’ come preferisce Massimo, il più grande dei Rossi. Lui ha cominciato a sei anni, prestando la sua voce per La guerra dei bottoni: è il 1961 e nessuno può ancora immaginare che stia per nascere una vera e propria dinastia, pronta a fare la storia. Subito dopo di lui, tocca a Emanuela e Riccardo. “Abbiamo fatto questo percorso insieme e abbiamo raggiunto inusualmente un livello abbastanza alto tutti e tre. Abbiamo avuto successo ma nessuno spicca rispetto all’altro”. Premi e riconoscimenti non possono che avallare questa tesi, oltre alla soddisfazione di aver portato sul grande schermo attori di calibro internazionale: Massimo ha interpretato Sean Penn e Charlie Sheen, Riccardo ha doppiato frequentemente Ben Affleck e Johnny Depp,

IL PRIMOGENITO MASSIMO ROSSI, VOCE ITALIANA DI SEAN PENN, CHARLIE SHEEN E ANTONIO BANDERAS, AMA DEFINIRSI

‘DOPPIATTORE’.

“FACCIAMO DUE LAVORI, PERCHÉ PRIMA STUDIAMO LA PARTE E POI LA RICAMIAMO SULL’INTERPRETAZIONE DELL’ATTORE”

Emanuela è la voce italiana di Emma Thompson e Michelle Pfeiffer, solo per dare qualche riferimento delle performance dei tre. E, paradossalmente, confrontarsi con un grande attore può rendere più semplice il proprio lavoro: “Il segreto del doppiaggio è quello di guardare soprattutto gli occhi. Può sembrare strano ma doppiare

i grandi attori è più facile perché riescono a trasmettere il senso della scena con un solo sguardo. Questa è la strategia vincente: guardarlo, riguardarlo, provare sul muto e poi incidere”.

A parole, sembra facile. A concretizzarlo, un po’ meno. E la difficoltà sta proprio in quel termine che Rossi ama ripetere: “Dico doppiattore, perché noi facciamo due lavori in uno. Al contrario dell'attore che quando riceve la sceneggiatura può costruire la sua parte, noi siamo tenuti non solo a studiare la parte ma a ricamarla sull’interpretazione dell'attore stesso. Ecco perché, per fare bene questo mestiere, è necessario fare corsi di dizione e studiare recitazione, perché noi non diamo semplicemente la voce ma interpretiamo e facciamo vivere il film”. Concetti – espressi da uno dei massimi rappresentanti del settore - che fanno comprendere come quello del doppiatore sia un mestiere tutt’altro che semplice, in costante equilibrio tra tecnica e interpretazione artistica. “Il nostro è un mestiere in cui un’emozione deve essere provata per essere trasmessa. Ecco perché ritengo che sia meglio un’interpretazione imperfetta ma che arriva, piuttosto che una perfetta ma che non lascia nulla allo spettatore e ascoltatore”, evidenzia Massimo Rossi.

E per riuscire a trasmettere queste emozioni è fondamentale la passione con cui si fa il lavoro e come si tramanda ai

94 SmallGiants | giugno 2023
Massimo Rossi ha iniziato la carriera a sei anni, nel 1961, prestando la voce nel film La guerra dei bottoni I tre fratelli al completo: da sinistra Emanuela, Riccardo e Massimo Rossi

giovani colleghi: “L'insegnamento lo faccio in sala, trasmetto quello che i grandi maestri mi hanno insegnato. Il tempo è tiranno e le occasioni sono poche, ecco perché ripeto spesso che il miglior modo per esprimersi è semplicemente farlo. Per riuscire in questo lavoro, la recitazione è la cosa più importante, insieme all'allenamento costante”. Proprio la variabile tempo, però, incide su un mestiere che, per varie ragioni, sta vivendo un momento di trasformazione. "Dal punto di vista qualitativo c'è oggettivamente un problema legato alla contrazione dei tempi e alla moltitudine di piattaforme che hanno portato una limitazione del periodo che si può utilizzare in studio e per lo studio. Le tempistiche non permettono di approfondire e affrontare il lavoro con quella dedizione che meriterebbe”. Una passione che, invece, è stato il condimento ideale della sua carriera, durante la quale – come per i suoi fratelli – ha

potuto confrontarsi con protagonisti assoluti del cinema internazionale. Quasi sempre a distanza, però. Perché non ha mai amato conoscere gli attori doppiati se non per puro caso. Un’esperienza, però, lo ha segnato particolarmente:

“Uno dei migliori complimenti l’ho ricevuto da Jim Belushi, che quando è stato a Roma e ha saputo della mia presenza in zona ha voluto incontrarmi. È stato molto gentile e mi ha gratificato molto

perché mi ha detto ‘grazie per la notorietà che mi hai dato in Italia, la tua interpretazione è riuscita molto bene perché hai capito la chimica'".

Un apprezzamento che, da solo, basterebbe a rendere lustro a una carriera formidabile, parte integrante di una straordinaria famiglia che ha fatto (e continua a fare) la storia del doppiaggio in Italia e che potrebbe riservare ancora qualche sorpresa. "Il rapporto con i miei fratelli è ottimo. Siamo legatissimi anche perché caratterialmente siamo completamente diversi. Ognuno di noi è contento del successo degli altri e fortunatamente i riconoscimenti non mancano a nessuno, quindi non c'è invidia o gelosia che si possa palesare". Anzi, c'è un sogno nel cassetto: "Vorrei riuscire a fare un lavoro a teatro insieme a Emanuela e Riccardo. Noi tre, sul palco, sarebbe davvero il coronamento di una carriera che ci ha uniti”.

95 giugno 2023 | SmallGiants Cultura
I FRATELLI ROSSI
JIM BELUSHI.
INCONTRATO
Emanuela Rossi, voce italiana di Emma Thompson e Michelle Pfeiffer
“TRA I MIGLIORI COMPLIMENTI QUELLI DI
L’HO
A ROMA, MI RINGRAZIÒ PER LA NOTORIETÀ CHE GLI HO DATO IN ITALIA”

Un viaggio alla scoperta del bello

Il VesConte, tra le più note dimore storiche d’Italia, racconta il passato attraverso il concetto di turismo esperienziale

Era il 2012 quando un ragazzo di 20 anni apriva un b&b di due camere nella provincia viterbese. Il giovane, contrariamente alla volontà della sua famiglia, decide di rendere fruibile alla comunità un immobile realizzato 500 anni fa, incurante delle difficoltà e dei trend turistici del momento. Un palazzo rinascimentale di quasi duemila metri quadri, che nonostante l’assenza di comfort moderni, aveva quel quid in più che solo il vero made in Italy conserva: un’anima intrisa di secoli di storia.

Inizia così lo sviluppo di un modello imprenditoriale tutto italiano. Nel tempo il b&b cresce e diventa un affittacamere, poi un albergo diffuso. I giornali e i tour operator iniziano a interessarsi a questa ‘cattedrale nel deserto’ e nel 2019 Forbes America lo premia tra gli Hottest new hotels del 2019.

“Aprii Forbes America e la mia struttura era in home page. Nella notizia successiva c’era Warren Buffett”. Nel 2020 è tra le 40 destinazioni preferite al mondo per il mercato asiatico e tra i consigliati dalle più importanti riviste di travel e hospitality.

Francesco Cozza Caposavi è un imprenditore 31enne e titolare del VesConte –Palazzo Cozza Caposavi, oggi tra le più note realtà turistiche del nostro Paese. È dotato di un albergo diffuso, un ristorante, un’enoteca e un museo che, nel complesso, contano decine di migliaia di visitatori ogni anno, con un fatturato in controten-

SITUATO SUL LAGO DI BOLSENA, IL PALAZZO DI FRANCESCO COZZA CAPOSAVI HA UNITO ALL’ALBERGO ANCHE UN MUSEO, UN’ENOTECA E UN

denza rispetto ad altre realtà del settore. Il modello di gestione del palazzo è sostenibile e mostra risultati tangibili, in un mercato di nicchia che si distingue come eccellenza del turismo, specialmente quello esperienziale.

Lo abbiamo intervistato nella sua dimora

di Bolsena, dove svolge la sua attività con l’antico savoir-faire del custode di una casa che ha visto passare Papi, personaggi di tutte le arti e le scienze, membri di famiglie reali e politici. Un palazzo che ancora oggi mantiene l’anima di un’autentica dimora aristocratica, ma aperta all’ospitalità.

La sua azienda rappresenta oggi un modello di sviluppo sostenibile per le dimore storiche italiane. Qual è stata la chiave per raggiungere la leadership in questo settore?

Ho avuto sin dall’inizio la netta sensazione che ciò che può essere il lusso, inteso nel mero senso letterale del termine, non era conciliabile con la reale vocazione di un edificio autentico e preservato nella sua anima come questo. Ho perciò virato

di Edoardo Prallini
96 SmallGiants | giugno 2023 Cultura
RISTORANTE
Le aree comuni del palazzo, ricche di opere d’arte, sono aperte al pubblico

presto verso un concetto di lusso più sostanziale e palpabile, seppur invisibile agli occhi. Sin da piccolo rimasi impressionato dalle frasi di Saint-Exupèry, nel suo racconto più noto, dove la volpe spiega al Piccolo Principe come “l’essenziale è invisibile agli occhi”, ovvero ciò che vediamo è un’illusione e non rappresenta la realtà. “Per osservare in profondità qualsiasi cosa, devi ascoltare le tue sensazioni ed emozioni”, scrive. Ho pertanto deciso di concentrarmi sulle emozioni dei miei ospiti, sullo stupore, creando quella che può essere considerata una grande WunderKammer, un palazzo

delle meraviglie, dove l’autenticità odierna supera persino i fasti del passato. Una macchina del tempo, dove sui comfort moderni prevale l’autenticità di un passato che non è passato, ma vivido e onnipresente, che continua a stupire.

Ci spieghi meglio

È molto semplice, ho riconosciuto fin da subito una massima: “Bastano cinque mesi per costruire un cinque stelle lusso, ma non bastano cinque secoli per ricreare lo charme di questo luogo”. Ho quindi avuto dal principio la consapevolezza che una colazione davanti a un camino del

‘500, intorno a quadri e affreschi rinascimentali, potesse valere di più di una vasca idromassaggio, oppure che dormire in un letto a baldacchino guardando i soffitti a cassettoni decorati, potesse emozionare più di una camera domotica. Questa intuizione ha funzionato e i limiti di una dimora storica vecchia di cinque secoli sono diventati dei punti di forza. Il mio scopo era quello di arrivare a toccare il cuore dei miei ospiti, risvegliando in loro emozioni che si possono trovare solo in quei luoghi d’Italia che hanno reso il nostro Paese la culla della cultura nel mondo.

97 giugno 2023 | SmallGiants Cultura
VESCONTE • LAZIO
Francesco Cozza Caposavi

Cultura

Come hai messo in pratica il tuo concetto di lusso esperenziale?

L’idea che un ospite potesse immergersi in un’atmosfera originale in tutto e per tutto, ha fatto sì che potessi distinguermi dai miei competitor, inserendomi in un segmento che non c’è. Molti proprietari di dimore storiche infatti hanno ceduto alla modernità, vuoi per comodità, vuoi per l’effimera caducità (e delicatezza) di tutto ciò che è autentico. Mantenere arredi del 18esimo secolo, o pavimenti del ‘500 (con migliaia di visitatori annui), è la parte più impegnativa di questo lavoro. Gestire una dimora storica richiede molta più dedizione e passione di un immobile contemporaneo, ma nella fragilità di questi luoghi risiede tutta la loro unicità.

Non solo arredi, pare che il suo palazzo sia un vero e proprio scrigno ricco di opere d’arte

Nella ‘trattativa’ con mio padre, quando mi ha concesso di aprire questo edificio al pubblico, c’è stata una promessa: non saremmo mai diventati degli albergatori

tout cour. Ho così affiancato all’apertura del palazzo la creazione di un percorso museale che offre ogni anno (per poche ore al giorno), la possibilità a ospiti ‘esterni’ di visitare le aree comuni del palazzo, ricche di opere d’arte dei maestri di ogni epoca, in una collezione che di anno in anno viene ampliata anche grazie ai proventi dell’attività. Un’economia circolare che porta il palazzo ad esser sempre più bello, e quindi ad attrarre ogni anno più ospiti e visitatori.

Come è stato possibile per un’azienda relativamente giovane sposare anche iniziative culturali?

Anche in questo il mio è un modello atipico di conduzione d’azienda, ma che a distanza di anni posso definire esemplare. Molte imprese investono in pubblicità e marketing tradizionale mentre io, in linea con la vocazione di questo luogo, ho deciso di usare tutto il mio budget disponibile alla promozione della mia azienda attraverso festival di arte, letteratura e musica. Oggi come ieri la cultura è bel-

lezza, e la bellezza può diventare ricchezza. Finanziare un festival culturale può portare molta più visibilità e pubblicità di una campagna social. Abbiamo avuto in quest’anni tantissimi servizi in televisione, interviste su giornali di tutto il mondo e nuovi clienti, soprattutto grazie alle iniziative che finanziamo. Un ritorno d’immagine forse meno immediato, ma che nel tempo sicuramente ci ha premiato e distinto rispetto alle tante realtà classiche legate all’hospitality. Ad oggi finanzio personalmente un festival di arte contemporanea che ha creato il più grande parco di sculture e installazioni del Lago di Bolsena, destinato a diventare tra le realtà più importanti del contemporaneo in Italia, oltre al festival Bolsena Letteraria che ogni anno ospita scrittori e giornalisti di livello nazionale, ed il Festival musicale della Tuscia di cui sono promotore per la parte afferente Bolsena, nato da un’idea dell’attuale sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, con il quale collaboro costantemente.

www.vesconteresidenza.com

98 SmallGiants | giugno 2023
Le camere mantengono arredi d’epoca. Nella camera matrimoniale Giulio Cesare (in foto) è presente un prezioso arazzo raffigurante il condottiero romano a cavallo
BLEND CRIOLLO 80% - PREMIO TAVOLETTA D’ORO 2023 PER LA CATEGORIA “CIOCCOLATO FONDENTE”.

L’ARTE

DI REINVENTARSI

così Laura Astrologo Porché è diventata un riferimento nel mondo di orologi e gioielli

101 giugno 2023 | SmallGiants Stories
Crediti: Fuli Gemstones

Tenacia, competenza, spiccanti doti comunicative e soprattutto passione per il bello, l’arte, gli orologi e i gioielli. Laura Astrologo Porché è una donna fuori dal comune per la sua capacità di resilienza e di riuscire a reinventarsi sempre. Soprattutto è riuscita a centrare il suo grande sogno di scrivere di gioielli e orologi e di lavorare in questo settore in un periodo, la recente pandemia, che è stato drammatico per tanti e che per lei ha costituito la rinascita. Proprio durante l’emergenza Covid, Laura Astrologo Porché ha avuto l’intuito e l’abilità di sfruttare i social per farsi conoscere e per entrare in contatto con amministratori delegati e direttori dei più grandi brand del lusso nel mondo. Al punto che si definisce con una punta di ironia “una miracolata dal Covid”.

Ma procediamo con ordine nel raccontare la sua vita: un’esistenza fatta di tanti stop and go, come lei stessa ammette. “Mi ritengo un’antesignana per tanti motivi. Per cominciare la laurea all’università di Roma La Sapienza con 110 e lode in lingue orientali. La conoscenza di lingue

come l’arabo, l’ebraico e il turco aggiunto a un focus storico-artistico-archeologico sui paesi di riferimento sono stati di sicuro d’aiuto nel mio lavoro. Poi la conoscenza dell’inglese, dello spagnolo e il fatto di essere bilingue in francese. Conoscenza quest’ultima preziosa per conseguire poi il master di secondo livello a Parigi alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, sempre con il massimo dei voti”. Un percorso formativo di primo ordine. Una carriera che sembrava avviata. Laura Astrologo Porché comincia a lavorare alla Rai e si occupa spesso di arte, la sua grande passione. Fino a quando l’amore,

DURANTE IL LOCKDOWN INTUISCE IL POTENZIALE DEI SOCIAL ED ENTRA IN CONTATTO CON I GRANDI MARCHI: OGGI LE SUE PAGINE INSTAGRAM E LINKEDIN CONTANO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI FOLLOWERS

il matrimonio e i figli la portano a lasciare la Rai, il lavoro e a trasferirsi a Milano. Poi però arriva il divorzio e la necessità di ritrovare un nuovo lavoro. “Mi ritrovo a 45 anni a dover ripartire. Grazie alla conoscenza di così tante lingue straniere vengo assunta da una casa farmaceutica dove mi occupo del mercato medio-orientale. Nel frattempo ricomincio a scrivere e timidamente mi affaccio al mondo del giornalismo. Parte una collaborazione con un editore svizzero dove vengo chiamata a scrivere di gioielli e orologi”, ricorda. A quel punto però arriva il Covid. E Laura intuisce le potenzialità dei social, soprattutto in un momento così drammatico.

102 SmallGiants | giugno 2023 Stories
Crediti: Filippo Furst Laura Astrologo Porché alla Jewelry Week di Roma

All’inizio del 2020 apre una piccola pagina su Instagram dal nome Journal des bijoux, dove propone collage di gioielli. E qui avviene qualcosa che ha davvero del miracoloso: riesce a entrare in contatto con i grandi marchi. “Eravamo tutti in casa nel periodo del lockdown e così ho conosciuto amministratori delegati e imprenditori di primo piano che come me si trovavano a trascorrere tanto tempo sulle varie piattaforme social. Rapporti che mi hanno poi aiutato nella mia carriera”, ammette.

Oggi la pagina Instagram Journal des bijoux è molto seguita e conta più di 65mila followers. Ci sono poi un profilo

Linkedin con circa diecimila follower e all’attivo circa 100mila/120mila visualizzazioni mensili. Laura è presente anche su Facebook e su Tik Tok. “In generale amo i social, che mi hanno dato tante opportunità”. Oggi la giornalista è caporedattrice della rubrica Watches&Jewels per il gruppo editoriale del lusso svizzero Celebre Magazine World. Scrive inoltre per Rapaport Usa e Monaco Woman. Collabora con l’Ice Italian Trade Agency per il loro progetto Extra Ita Jewelry. Intensa la sua attività come press e influencer dei principali saloni europei, tra i quali Homi Fashion and Jewels, Vicenza Oro, Inhorgenta, Jewellery Geneva, Gemgenève, Fashion Paris 2023 a Parigi, nella prestigiosa Place Vendôme. Inoltre è media partner e membro di giuria della Roma Jewelry week e della Florence Jewellery Week.

Insomma è ormai un vero e proprio

punto di riferimento per il mondo dei gioielli e degli orologi. Oggi Laura sostiene con passione i jewelry designer e i giovani talenti ancora poco conosciuti. La sua passione, quando si parla dell’età d’oro dei gioielli, rimane l’Art Déco. “Un periodo che ha evidenziato la libertà delle donne moderne, con le sue forme audaci e geometriche e le linee sofisticate”. Il gioiello a cui è però più affezionata è l’anello di fidanzamento con diamante Marquise, incastonato da Andrea Buccellati, che le ha regalato il marito. Non contenta di essere giornalista professionista tesserata in Svizzera e dei riconoscimenti e gli incarichi ottenuti nel mondo degli orologi e dei gioielli, Laura Astrologo Porché è anche molto fiera di essere una guida turistica ufficiale di Milano e della Lombardia per il francese e l’inglese. Nel tempo libero è anche impegnata in importanti charity, tra cui il BeTeavon, la prima e unica cucina sociale kosher in Italia che offre pasti gratuiti a tutti i bisognosi. Inoltre, è sempre in prima fila nella difesa della parità di genere e dei diritti delle donne vittime di violenza: ogni anno collabora con il Premio Women in Cinema Award al Festival del Cinema di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma, di cui è presentatrice, ideatrice e ambassador la sua amica Claudia Conte. Una donna davvero dalle mille risorse e dai mille talenti.

103 giugno 2023 | SmallGiants Stories
LAURA ASTROLOGO PORCHÉ
È CAPOREDATTRICE DI UNA RUBRICA PER IL CELEBRE MAGAZINE WORLD. INTENSA LA SUA ATTIVITÀ COME INFLUENCER E GIORNALISTA NEI SALONI EUROPEI
L’Inhorgenta di Monaco 2023, importante evento dedicato a gioielli e orologi al quale Laura ha partecipato

Il suono del gran rifiuto

Scolapasta e taniche che diventano chitarre e batterie:

Daniele Guidotti applica l’economia circolare alla sua band

Riuso in musica, seguendo l’onda dell’economia circolare: è l’obiettivo di Daniele Guidotti, artigiano di Capannori, in provincia di Lucca, e insegnante di laboratori didattico musicali per bambini, ma soprattutto musicista ecologista. È lui il fondatore della Gaudats Junk Band, un gruppo formato da dieci amici appassionati di musica rock, che hanno deciso di puntare tutto sul connubio tra upcycling e passione per il sound ribelle. Eclettici e originali, i componenti della GJband lanciano numerosi messaggi green attraverso i testi delle loro canzoni. “Il nostro ultimo brano si intitola Economia circolare e racconta di come prendiamo ispirazione dalla natura dove non ci sono scarti, ma tutto è ciclico”, spiega Daniele. “Suoniamo insieme con un solo obiettivo: raggiungere il massimo partendo dal minimo. Quando saliamo sul palco, dobbiamo tirare fuori la componente umana, quella strana alchimia che si crea all’interno di un gruppo”. Ma una band ecologista non sarebbe tale se non avesse scelto di progettare di sana pianta anche i propri strumenti, partendo da materiali di riciclo. Così vecchie pentole, cassette per vino, taniche di benzina, valigie antiquate, fustini di detersivo in polvere e borse frigo hanno cambiato la propria veste, trasformandosi in chitarre, bassi e batteria, che compongono la loro straordinaria strumentazione. “Una delle nostre chitarre è stata realizzata mettendo insieme uno

DANIELE SILVESTRI, ELISA, GLEN HANSARD, STEVE VAI E PAOLA TURCI SI SONO INNAMORATI DEGLI STRUMENTI GREEN. IL FONDATORE DIRIGE ANCHE ‘DACCAPO’, UN EMPORIO SOLIDALE CHE OFFRE SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE FRAGILI

scolapasta, una vecchia cassa in legno e una ciotola per gatti in acciaio inox, ma straordinariamente possiede un sound che ricorda quello prodotto dai modelli americani degli Anni ’30”, afferma Daniele, che ha all’attivo oltre 200 concerti in tutta Italia, come quello del Primo Maggio e il Radio Italia Live di Milano. “I nostri strumenti non hanno nulla da invidiare a quelli più classici, ma per realizzarli ho dovuto studiare un bel po’, perché non ci si inventa nulla, quando si tratta di musica. Devo reperire prima i materiali più idonei, capire come assemblarli, ma soprattutto fare in modo che suonino correttamente, e qui entrano in gioco anche le leggi matematiche. A differenza di un liutaio che

di Stefania Di Pietro
104 SmallGiants | giugno 2023 Stories
Una volta reperiti i materiali di scarto, la sfida è assemblarli in modo tale che suonino correttamente

può selezionare il legno più pregiato, io devo accontentarmi di quello che trovo ed è sicuramente molto stimolante”. Oggetti di puro artigianato, che hanno fatto innamorare anche musicisti di fama internazionale, come Daniele Silvestri, Elisa, Glen Hansard, Steve Vai e Paola Turci. “Abbiamo incontrato Paola durante una tournée teatrale ed anche lei come molti altri Gaudats Junk Friends, ha voluto provare la nostra Biscotta, ovvero una chitarra realizzata con una scatola di latta e scarti di legname. La paletta circolare è un segno distintivo di questo strumento che ha un suono molto ‘resofonico’ ma allo stesso tempo in pieno stile junk", sottolinea.

Nell’ottica del riciclo, Daniele Guidotti dirige anche un emporio solidale che non a caso ha chiamato Daccapo, con l’obiettivo di offrire sostegno alle famiglie più fragili, portando avanti l’idea che oggetti e persone possono avere tutti una seconda possibilità. “Il centro è nato grazie alla collaborazione tra un gruppo di volontari dell’associazione Ascolta la mia voce, la Caritas di Lucca e

la società Sistema Ambiente per la gestione dei rifiuti urbani, rivolgendo il suo impegno verso i soggetti svantaggiati”, conferma Daniele. Nonostante l’emporio sia situato nei pressi della stazione ecologica di Capannori, non è consentito acquisire i materiali di riuso una volta superata la sbarra del centro comunale, poiché, secondo la legge, tutti gli oggetti che sono collocati presso una stazione ecologica, sono considerati dei rifiuti e non possono essere più utilizzati. Per ovviare al problema, Daniele e il suo team ritira il materiale da riciclare direttamente a casa dei cittadini e in seguito dà avvio alla trasformazione degli oggetti o alla loro riparazione. “Tutto quello che entra nei nostri magazzini ha due strade di uscita: la vendita ad un prezzo simbolico nel Temporary Store di Lucca o la distribuzione gratuita. In collaborazione con i servizi sociali e i centri di ascolto della Caritas, riceviamo la segnalazione di detenuti e famiglie in condizione di fragilità economica e li aiutiamo per quello che è nelle nostre corde”. E se

non bastasse, oltre l’emporio, Daniele dirige anche dei laboratori di falegnameria, una sartoria e la ciclofficina per il recupero di merce ormai inutilizzata. “La falegnameria ha ripristinato circa cento mobili, mentre l’officina oltre duecento biciclette di cui una parte sono state donate a persone bisognose”, prosegue Daniele. “I nostri impiegati hanno ricevuto un corso di formazione per garantire un inserimento futuro nel mondo del lavoro. Abbiamo professionisti che condividono il proprio sapere con i ragazzi, ma da noi non si effettuano solo riparazioni: si realizzano anche nuovi progetti nell’ottica del recupero”. E se dai rifiuti può nascere una speranza, sarà ancora più coinvolgente se viaggia sulle note di un pentagramma junk. “Tutti possiamo dare il nostro contributo all’economia circolare. Da musicista e artigiano, ho messo in campo le mie competenze, ma si possono sviluppare soluzioni in innumerevoli altri settori, perché chi ha passione e inventiva è in pole position”.

105 giugno 2023 | SmallGiants Stories
GAUDATS JUNK BAND • TOSCANA La Gaudats Junk Band ha all’attivo oltre 200 concerti, tra cui quello del Primo Maggio e il Radio Italia Live di Milano

I PICCOLI GIGANTI ARRIVANO A BOLOGNA

Prosegue il viaggio di Forbes alla scoperta delle eccellenze del nostro Paese. Il roadshow dedicato alle pmi italiane ha fatto tappa a Bologna, all’interno dello storico Palazzo di Varignana, per raccontare i piccoli giganti emiliani. L’evento, realizzato in collaborazione con Confindustria Emilia, ha visto la partecipazione di oltre 120 persone e 50 aziende del territorio. La serata è stata moderata da Edoardo Prallini, giornalista di Forbes ed executive editor del

progetto Forbes Small Giants , che ha aperto l’evento chiamando sul palco Chiara Del Vecchio, direttrice sviluppi produttivi divisione food e direttrice aziende agricole di Palazzo di Varignana, e Gian Luigi Zaina, vicepresidente Confindustria Emilia, che ha voluto ringraziare le oltre 50 pmi presenti. Un numero che testimonia ancora una volta l’importanza delle relazioni e delle sinergie che possono nascere nel corso di eventi come Forbes Small Giants.

Il primo panel della serata, dedicato ai servizi alle pmi, ha visto la partecipazione

106 SmallGiants | giugno 2023 Il roadshow
Il tour targato Forbes Italia, dedicato alle piccole e medie imprese italiane, ha fatto tappa in Emilia-Romagna.
Hanno partecipato più di 120 persone e circa 50 aziende del territorio
La quarta tappa ha visto la partecipazione di numerosi relatori (in foto), che hanno raccontato le loro aziende nella cornice di Palazzo di Varignana (in basso)

di Giorgio Emiliani, fleet by dealer manager di Stellantis, che ha spiegato l’importanza della transizione energetica e le leve strategiche su cui la sua società sta puntando, Gianmarco Tassara, responsabile commercial banking customer relationship management Nord Est di Banca Ifis, che ha voluto sottolineare l’impegno della banca nell’offrire soluzioni innovative e un concreto supporto alle pmi nell’innovazione e nella digitalizzazione dei processi. E ancora Luca Como, head of disty channels sales di Samsung, che si è soffermato su workplace, cyber-

Benessere e natura in una location da sogno Ad ospitare il roadshow Palazzo di Varignana, resort immerso tra i colli bolognesi che ha sviluppato anche un’azienda agricola e un centro benessere

security e lavoro ibrido, illustrando i prodotti di Samsung destinati alle pmi. Diversi i relatori che sono saliti sul palco nel panel dedicato alla valorizzazione del made in Italy. Tra loro il dottor Francesco Corbello, che ha illustrato l’impor-

tanza e le opportunità che l’internazionalizzazione può offrire, Nicola Davanzo, head of sales Alibaba.com, che ha evidenziato gli strumenti a disposizione della piattaforma B2B per valorizzare il made in Italy ed esportarlo, e Stefano

107 giugno 2023 | SmallGiants Il roadshow

Sarti, presidente di Meccanica Sarti, che vuole valorizzare il ruolo della subfornitura per rendere competitivo il prodotto italiano. Nella parte centrale dell’evento,

gli ospiti si sono soffermati sulla trasformazione digitale, fondamentale per rendere più efficienti tutti i processi aziendali. Tra i relatori sul palco Enrico Zuffellato,

ceo di Zuffellato Technologies, che rappresenta un osservatore privilegiato sul mondo dell’innovazione applicata alle aziende grazie anche alla tecnologia Rfid,

108 SmallGiants | giugno 2023 Il roadshow
Chiara Del Vecchio, direttrice sviluppi produttivi divisione food e direttrice aziende agricole di Palazzo di Varignana, intervistata da Edoardo Prallini, giornalista Forbes Da sinistra Enrico Zuffellato, Vittorio Grassi, Massimo Crivello e Simone Checcoli Gian Luigi Zaina, vicepresidente Confindustria Emilia

La parola alle pmi Piccole per dimensioni, ogni giorno si ritrovano ad affrontare delle sfide da giganti: sono queste le imprese protagoniste del progetto Small Giants

Vittorio Grassi, ceo Sidea Group, società che accompagna le imprese nel processo di digitalizzazione, Massimo Crivello, chief business officer di Tesisquare, pmi che porta innovazione nell’ambito della supply chain. Alle loro parole sono seguite quelle di Simone Checcoli, fondatore e cto di Dotenv, società che offre soluzioni ad hoc per le pmi con servizi difficili da trovare sul mercato.

L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata alla sostenibilità, con i manager presenti che hanno illustrato le loro soluzioni per ottimizzare i processi aziendali. Da Michele Bonfiglioli, ceo di Bonfiglioli, che ha spiegato come le aziende del settore agrifood possono migliorare la qualità e i costi dei prodotti lungo tutta la catena del valore, passando per Mauro Antonelli, sustainability manager di Natù, che ha parlato invece dell’importanza del bilancio e del report di sostenibilità e di come poterlo trasformare in una leva di business, fino a Lucio Cavazzoni, ceo di Goodland, che si è soffermato sulle sinergie virtuose che possono crearsi sul territorio. L’evento bolognese ha messo in evidenza ancora una volta l’importanza del networking tra le aziende per fornire agli imprenditori gli strumenti necessari per sfruttare al meglio le opportunità presenti nel nostro Paese. Il prossimo appuntamento con i piccoli giganti è previsto per il 22 giugno a Cagliari.

109 giugno 2023 | SmallGiants Il roadshow
Da sinistra Michele Bonfiglioli, Mauro Antonelli e Lucio Cavazzoni Da sinistra Stefano Sarti, Nicola Davanzo e Francesco Corbello Da sinistra Giorgio Emiliani, Gianmarco Tassara e Luca Como
110 SmallGiants | giugno 2023 Startup

FARE SISTEMA PER NON RESTARE ISOLATI

superare i limiti geografici della Sardegna per facilitare i processi imprenditoriali

111 giugno 2023 | SmallGiants Startup

Apportare un contributo determinante per fare della Sardegna un territorio di opportunità, stimolando un processo virtuoso di coinvolgimento del mondo dell’impresa attraverso un hub dell’innovazione per la business community nazionale e internazionale in grado di coinvolgere una pluralità di attori e dare prospettive di crescita economica. È questo il proposito con cui nel giugno 2020 è nata Innois, piattaforma per l’innovazione sviluppata da Fondazione di Sardegna, pensata per attivare un canale di comunicazione con quelle realtà che puntano a crescere e si aprono al futuro, affrontando temi come l’agritech, la smart city, le scienze della vita, il turismo, la blockchain e guardando alla sostenibilità, così da creare condizioni di sviluppo ideali anche per le future generazioni e salvaguardando l’ecosistema. Un’autostrada digitale che faciliti la business communication e permetta di superare i limiti geografici propri di un’isola, molto meglio di un ponte fisico, nella consapevolezza che l’interconnessione è la chiave per farsi spazio nel mercato globale. Senza dimenticare che l’attrazione più vera della Sardegna resta il paesaggio unico e le tradizioni enogastronomiche che devono essere valorizzate, anche attraverso la rete. Innois si pone così come riferimento per l’informazione, la formazione e il confronto al fine di generare nuove conoscenze e far decollare progetti innovativi in un contesto che peraltro appare già favorevole. Un aspetto confermato dalla presenza di numerose startup con anima locale: 18,7 per centomila abitanti a Cagliari e 13,5 per centomila abitanti a Sassari, con gli atenei delle due città che sono stati inseriti nella top 10 delle università italiane nella classifica 2019 redatta dal Censis. Inoltre, secondo Innois, “il contesto socio-economico e geografico della regione è uno dei più attrattivi a livello nazionale e internazionale, poiché unisce la presenza di competenze

La piattaforma per l’innovazione vuole valorizzare le aree industriali sarde come quella di Porto Torres (in foto), tra le più importanti per estensione e presenza di imprese

INCONTRI SULLE NUOVE TECNOLOGIE, CONFERENZE E PERCORSI DI VALIDAZIONE PER STARTUP: IL PROGETTO SVILUPPATO DA FONDAZIONE

DI SARDEGNA VUOLE ESSERE UN PUNTO

DI RIFERIMENTO PER LE REALTÀ INNOVATIVE DELLA REGIONE

altamente qualificate e vantaggi competitivi diretti”.

A questo scopo Innois ha adottato una serie di strumenti pensati per la partecipazione. A cominciare dagli Innois Talk online e in presenza sui temi legati alle tecnologie di frontiera e all’impatto che queste possono avere sulla società e sui processi innovativi e imprenditoriali. Altro strumento caratteristico è quello degli Innois Hack, delle vere e proprie maratone che si prefigurano come momenti di condivisione tra esperti di diversi settori dell'informatica, con un massimo di 30 presenti riuniti in team e l’obiettivo di generare soluzioni disruptive nei settori chiave dell’innovazione sarda. Ci sono poi gli Innois Make, percorsi intensivi di validazione per startup con idee imprenditoriali innovative della durata di

112 SmallGiants | giugno 2023
Startup

cinque giorni. In ogni make viene approfondito uno specifico tema innovativo, coinvolgendo fino a dieci startup attive nel settore, chiamate a fare sistema. Infine gli Innois Impact, finalizzati alla creazione di progetti e di modelli d’impresa con un impatto positivo sulla società e sul territorio. Un percorso che Innois ha iniziato ad affrontare al fianco di due incubatori certificati, sempre con forti matrici sarde, come Abinsula e The Net Value, oltre che con due imprese attente all’innovazione come Open Campus, che stimola la collaborazione tra startup e aziende operanti nel campo del digitale, e Rumundu network, che vede collaborare Sardegna e Sudafrica in progetti imperniati sulla sostenibilità e sullo stretto legame tra sviluppo e tutela dell’ambiente e anche dei valori culturali.

Motore di questa operazione è Fondazione di Sardegna, creata allo scopo di promuovere lo sviluppo socioeconomico della propria regione, anche assumendo partecipazioni in imprese bancarie e finanziarie attive in loco. Una realtà che nasce grazie a uno stretto rapporto tra il settore pubblico e quello privato, con un’esperienza maturata nel venture capital, nel finanziamento della ricerca scientifica e nella spinta alla crescita del sistema delle startup. Ogni anno la Fondazione mette a disposizione 20 milioni di euro, in collaborazione con il sistema pubblico regionale e i poli universitari sardi, che sono tra i partner di progetto, e investe oltre 30 milioni di euro in otto fondi caratterizzati sempre dal must dell’innovazione. Il bilancio consuntivo 2022 ha segnato proventi finanziari totali pari a 42,2 milioni di euro a fronte di un totale dell’attivo patrimoniale di 1.102 milioni di euro. Risultato che ha consentito di destinare 23,6 milioni di euro ai fondi per le attività di erogazione a favore del territorio nazionale. Nel 2022 sono stati deliberati 1.349 progetti per un importo di 31,4 milioni: questo, ad oggi, è il risultato più significativo raggiunto dalla Fondazione.. www.innois.it

113 giugno 2023 | SmallGiants Startup
INNOIS • SARDEGNA
L’agritech e le eccellenze culinarie sono gli asset preferiti di Innois

Recensioni trasparenti per acquisti liberi

Approvalo.it raccoglie i feedback sui prodotti di uso quotidiano

Una libera spesa per un mercato libero. Cresce Approvalo.it, il sito di recensioni scritte dalle persone, per le persone. Una piattaforma innovativa che occupa uno spazio autonomo, dove gli utenti possono parlare in modo trasparente dei prodotti di uso quotidiano, traendo utili consigli per la vita di tutti i giorni, scegliendo cosa mettere nel carrello. Il lancio del sito, avvenuto nel mese di gennaio, ha da subito destato grande interesse mediale. Il progetto è nato da un’intuizione di Angelo Frigerio, del team Prodigital, start-up di Meda, in provincia di Monza Brianza, in collaborazione con la redazione di alimentando.info, sito leader di mercato nel settore food. La creatività per Approvalo.it è stata pensata sia per il target consumer sia per il B2B: la piattaforma vuole infatti essere un’esperienza efficace anche per i merchant. Una possibilità di dialogo importante per le aziende, che hanno così l’opportunità, attraverso il sito, di raggiungere la community di recensori, effettuando test e sondaggi sui prodotti in fase di lancio. Non solo: possono promuovere anche azioni di acquisto consapevoli ed informate, implementando attività profilate e iniziative dedicate alle community del sistema. “In Approvalo.it le opinioni di un recensore aiutano le scelte di chi si informa e possono rivelarsi molto utili anche per le aziende, che sono incoraggiate dal basso a migliorare i propri prodotti”, spiega il ceo di

Approvalo Angelo Frigerio. Un’azienda che si basa su quattro capisaldi: condivisione, trasparenza, conoscenza e cambiamento. “In una piattaforma collaborativa come la nostra, le opinioni dell’uno aiutano le scelte dell’altro, vogliamo che il sito abbia il potere di cambiare l’idea di consumo e di produzione grazie ad una conoscenza informata”. Ponendo lo sguardo più sul dettaglio, Approvalo è suddiviso

in cinque macrocategorie: cibi e bevande, cura della persona, casa, infanzia e animali. In ciascun settore possono essere cercati, postati e recensiti tutti i prodotti ad oggi in commercio, naturalmente accompagnati da fotografie postate dagli utenti. Le categorie riflettono le corsie del supermercato, il settore agroalimentare ne rappresenta un esempio perfetto: i consumatori possono recensire freschi e freschissimi, salumi e formaggi. Ma anche pasta, riso, snack dolci e salati, senza dimenticare bevande, alcolici, superalcolici e vino.

Come funziona Approvalo? Per accedere ai preziosi consigli del sito bisogna registrarsi sulla piattaforma inserendo i dati personali. L’utente (o l’azienda) potrà poi ricercare sul sito il prodotto a cui è interessato. Se è già stato recensito può aggiungere il suo commento, altrimenti sarà il primo a dire la sua sulla referenza in questione, allegando la foto. Deve esprimere un giudizio generale (i voti vanno da uno a cinque) ed è libero di valutare anche caratteristiche più specifiche in base alle diverse categorie.

114 SmallGiants | giugno 2023 Startup
di Matteo Calzaretta
www.approvalo.it
LA SUDDIVISIONE IN CINQUE MACROCATEGORIE RIFLETTE LE CORSIE DEL SUPERMERCATO: L’UTENTE TROVERÀ CIBI E BEVANDE, CURA DELLA PERSONA, CASA, INFANZIA E ANIMALI APPROVALO.IT • LOMBARDIA
e li mette a disposizione sia dei consumatori che delle aziende

La sentinella delle inondazioni

Grazie a un sistema plug&play, Rainapp monitora in tempo reale la rete di drenaggio superficiale della pioggia

Non è facile dimenticare le immagini di un’Italia sott’acqua. Causa i cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento del suolo, crescono fenomeni estremi quali frane ed alluvioni. Risale al mese di maggio la tragica inondazione, di eccezionale portata, che ha colpito il cuore e il litorale romagnolo. Come si può prevenire e gestire i rischi legati a questi eventi? Di certo ogni territorio ha le sue caratteristiche che implicano interventi precisi legati alla specificità del luogo in cui ci si trova. Esiste però una giovane realtà che ha brevettato un dispositivo capace di lanciare allarmi tempestivi e localizzati. Una startup che, studiando questi fenomeni estremi, ha progettato uno strumento concreto, utile per una corretta gestione delle emergenze e a prova di disastro.

Ci troviamo in Sardegna, nel cagliaritano, più nello specifico nel Parco scientifico e tecnologico di Pula. Proprio qui nasce Rainapp. Laura Pala e Omar Mamusa, rispettivamente amministratrice e cofondatore della startup, hanno condotto un importante studio per il monitoraggio delle reti di drenaggio urbano. Ma come funziona? È presente un dispositivo modulare plug&play che è possibile installare nelle caditoie (pozzetti che collegano la sede stradale alle canalizzazioni fognarie) e nelle vasche di raccolta. Sul sistema troviamo dei sensori pronti ad inviare una serie di dati alla centrale, i quali verranno elaborati e analizzati,

fornendo poi il servizio a chi ne fa richiesta, come la Protezione Civile o un ente locale.

Un ruolo non da poco quello che ricopre la giovane realtà imprenditoriale: Rainapp infatti è in grado di fornire un sostegno concreto durante le emergenze ma anche nella fase di prevenzione. Grazie ad un sistema in grado di avvertire gli organi preposti alla sicurezza, può infatti agire prontamente per tutelare l’incolumità dei cittadini, riducendo i tempi di intervento. Nello specifico, i dati ottenuti vengono elaborati dalla piattaforma, analizzando il

rischio di inondazioni minuto per minuto per ogni strada e segnalando nell’immediato situazioni di pericolo, come ad esempio un’area allagata o potenzialmente allargabile.

Un brevetto a tutti gli effetti, quello depositato da Rainapp. La startup ha prima partecipato a due bandi pubblici dell’agenzia regionale Sardegna Ricerche, che le ha permesso di avviare l’ambizioso progetto. Lei ingegnere idraulico e lui metalmeccanico, puntano ad un’azienda green a tutto tondo, riducendo l’impatto ambientale della start-up con minori emissioni di co2 grazie ad una politica del riuso di ogni componente utilizzato. Con lo strumento proposto inoltre è possibile allertare via smartphone anche i cittadini, avvisando del possibile pericolo e delle vie di fuga da seguire, indicando il percorso più sicuro per allontanarsi e mettersi in sicurezza. Un sostegno completo nel quale la prevenzione resta fondamentale: questi dispositivi sono capaci infatti di misurare i livelli di detriti che si accumulano nei canali, segnalando così la necessità di ripulirli. Per delle città più smart, a prova di alluvione. ww.rainapp.it

115 giugno 2023 | SmallGiants Startup
IL SISTEMA INVIA I DATI RILEVATI ALLA PROTEZIONE CIVILE SEGNALANDO MINUTO PER MINUTO I RISCHI E ALLERTANDO I CITTADINI IN CASO DI PERICOLO RAINAPP • SARDEGNA
Laura Pala e Omar Mamusa, alla guida di Rainapp

PRODOTTI EDILI DA PADOVA AGLI EMIRATI

Fila Solutions, è un punto di riferimento internazionale nei sistemi per la protezione e manutenzione di tutte le superfici. Quest’anno celebra gli 80 anni dalla fondazione ed entra a far parte delle aziende riconosciute come marchio storico di interesse nazionale. Un prestigioso riconoscimento che testimonia come Fila abbia fatto la storia dell’imprenditoria nazionale e del made in Italy. La storia di Fila è un lungo percorso evolutivo di prodotti che hanno accompagnato e accompagnano l’evolversi della cultura dell’abitare, per uno stile di vita più attuale e salubre, igienizzando e proteggendo le superfici. Ne sono un esempio i prestigiosi interventi in location quali il Palazzo della Regione di Padova, del Tempio Canoviano di Possagno o più internazionali come il Presidential Palace negli Emirati Arabi, il Louvre di Abu Dhabi o l’International Airport in Bahrain e in Qatar. In continua e costante espansione, l’azienda conta oggi 104 collaboratori, tra l’headquarter, l’innovation center e l’area logistica di San Martino di Lupari (Pd), il centro di sperimentazione a Fiorano Modenese, nel cuore del distretto ceramico di Sassuolo e un’organizzazione commerciale presente in Francia, Germania, Spagna, Usa, Gran Bretagna e Emirati Arabi. Francesco Pettenon

116 SmallGiants | giugno 2023 Anni d’oro
Punto di riferimento nei sistemi di protezione e manutenzione delle superfici, Fila Solutions è attiva dal 1943. 80 anni di prodotti che hanno accompagnato l’evolversi della cultura dell’abitare

Il primo decennio di Spotify Italia

Spotify festeggia i suoi primi 10 anni italiani. La piattaforma di streaming musicale, fondata nel 2006 da Daniel Ek, ha rivoluzionato l’ascolto della musica. È arrivata in Italia nel 2013 per il Festival di Sanremo e dieci anni dopo è ancora la piattaforma musicale preferita dagli italiani. Tra gli artisti più ascoltati in questi 10 anni: Sfera Ebbasta, Guè, Salmo, Thasup, Marracash e Gemitaiz, Lazza, Capo Plaza, Ultimo e Rkomi. Al femminile invece è Madame la più ascoltata, seguono Elisa e Alessandra Amoroso, Elodie, Baby K, Ariete, Annalisa, Mara Sattei, Elettra Lamborghini e Giusy Ferreri.

UN SIMBOLO DELLA SICILIA

Tanti auguri Birra Messina Quest’anno un secolo di storia

BIRRA MESSINA, originariamente “Birra Trinacria”, è stata fondata nel 1923 dalla famiglia Faranda. Era il momento della ricostruzione della città dopo il terremoto del 1908 e dopo pochi anni divenne la birra siciliana per eccellenza prendendo il nome di “Messina, birra di Sicilia”. Nel 1988 lo stabilimento messinese, e con esso anche il marchio “Birra Messina”, fu rilevato dalla Dreher, marchio storico di Heineken. Nel febbraio 2008 la fabbrica messinese è stata acquisita da Triscele, società della famiglia Faranda, che però non potendo produrre sotto il nome di “Birra Messina” lancia sul mercato “Patruni e sutta” e “Birra del sole”. Nel gennaio 2019 Heineken, in collaborazione con il Birrificio Messina, lancia la non filtrata “Cristalli di Sale”, con un’aggiunta dei cristalli di sale di Trapani.

117 giugno 2023 | SmallGiants Anni d’oro
Da sinistra Alessandra Pettenon (ad), Beniamino Pettenon (presidente) e Francesco Pettenon (ad) di FIla Solutions

LA GRANDE STORIA DI AMBROSOLI Un secolo tutto al miele

Miele Ambrosoli festeggia 100 anni dalla fondazione. Con il motto “al miele non bisogna aggiungere niente”, nel 1923 nasce l’azienda familiare fondata da Giovanni Battista Ambrosoli. L’impresa è diventata negli anni il marchio più noto tra i produttori italiani ed europei. Con circa 29 milioni di fatturato nel 2021, l’azienda conta 80 dipendenti e prevede di crescere ancora per l’aumento delle vendite negli Stati Uniti. L’azienda prevede di installare pannelli fotovoltaici che produrranno circa 500 MWh di energia verde.

L’AZIENDA FONDATA

DA GIOVANNI BATTISTA AMBROSOLI È DIVENTATA LA PIÙ NOTA TRA I PRODUTTORI ITALIANI ED EUROPEI.

ATTENZIONE ANCHE ALLA

SOSTENIBILITÀ: IN FUTURO

VERRANNO INSTALLATI PANNELLI FOTOVOLTAICI CHE PRODURRANNO CIRCA 500MWH DI ENERGIA

Guna, 40 anni di terapie d’avanguardia

GUNA, l’azienda fondata da Alessandro Pizzoccaro nel 1983, festeggia i suoi 40 anni di attività. L’azienda milanese opera nel campo delle medicine biologiche e naturali e detiene circa il 30% del mercato di riferimento in Italia. L’impresa ha chiuso il 2022 con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, registrando una crescita a doppia cifra nei ricavi degli ultimi 20 anni. Guna opera negli Usa attraverso il distributore Guna Inc. ed è presente in oltre 40 paesi. Oggi la quota di export sul fatturato complessivo è dell’11%. “Siamo una realtà ambiziosa che punta a crescere costantemente: presente e futuro della medicina sono ancora tutti da scrivere”, afferma Alessandro Pizzoccaro, presidente e fondatore di Guna.

118 SmallGiants | giugno 2023 Anni d’oro

LUCKY STRIKE, un nome avvolto nel mistero

È STATO IL MARCHIO DI SIGARETTE PIÙ VENDUTO

NEGLI STATI UNITI NEGLI ANNI

’30. Oggi fanno parte della British American Tobacco, la seconda più grande azienda mondiale produttrice di sigarette, quotata al London Stock Exchange. Possiamo affermare con certezza che il marchio fu fondato nel 1871 da R. A. Patterson e che inizialmente produceva tabacco da masticare. Tuttavia, per quanto riguarda le origini del nome, la storia del brand rimane avvolta nel mistero. Diverse leggende metropolitane si sono evolute nel corso degli anni, la maggior parte delle quali piuttosto strane e fantasiose. La prima narra che le sigarette Lucky Strike siano state battezzate con questo nome per un motivo preciso: in passato, una ogni cento sigarette conteneva della marijuana. Solo i fumatori più fortunati potevano trovarla. Alcuni dicono che ce ne fosse addirittura una in ogni pacchetto. Una variante di questa leggenda afferma che questo “colpo fortunato” poteva verificarsi solamente nei pacchetti riservati ai soldati americani durante la seconda guerra mondiale. La seconda leggenda racconta che il pacchetto è cambiato durante la seconda guerra mondiale, (bianco con un cerchio rosso) in onore al bombardamento americano sul Giappone, per via della similitudine con la bandiera del Giappone. La terza fa risalire il nome a un incendio scoppiato all’interno di uno degli stabilimenti.

A causa delle fiamme il tabacco si tostò e divenne più buono: le sigarette prodotte con quel tabacco divennero per sempre il modello di gusto da imitare. Un “lucky strike”, per l’appunto.

119 giugno 2023 | SmallGiants Lo sapevi che
DELLE LEGGENDE NARRA CHE IN PASSATO
SIGARETTA OGNI CENTO CONTENESSE
SECONDO ALTRE INVECE
POTEVA
SOLO NEI
RISERVATI
SOLDATI AMERICANI
UNA
UNA
MARIJUANA:
IL “COLPO FORTUNATO”
VERIFICARSI
PACCHETTI
AI

ALBERTO CARTASEGNA

E FILIPPO MOTTOLESE, I DUE FONDATORI DEL BRAND, NEL 2019

SONO STATI INSERITI DA FORBES ITALIA NELLA LISTA DEI 100 GIOVANI ITALIANI UNDER 30

MI SCUSI, NEL 2021 LO SBARCO A LONDRA Da una cena in Germania al business della pasta

Alberto Cartasegna nel 2016 era un 29enne milanese che lavorava in Germania. Una sera va a cena in una catena di ristoranti italiani gestita da tedeschi, i quali erano riusciti ad aprire 200 locali in tutto il mondo e a quotarsi in Borsa. “Mi convinsi che avrei potuto fare anche di meglio”, afferma Cartasegna. La sera stessa contatta Filippo, amico dai tempi dell’università, per raccontargli l’idea. In quel momento nacque Miscusi, il ristorante italiano di pasta fresca fatta al momento e direttamente sul posto che nel 2021 ha fatturato nove milioni di euro. Nel febbraio 2017 viene inaugurato il primo pastificio a Milano in zona Cinque Giornate. Ma si tratta soltanto del primo di una lunga serie, che vede il brand di Cartasegna e Mottolese espandersi in tutta Italia e sbarcare addirittura a Londra, nel 2021, nella centralissima piazza pedonale The Yard a Covent Garden. Nel 2019, Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese vengono inseriti, da Forbes Italia, tra i 100 giovani Italiani Under 30. “Il nome è legato ad un aneddoto”, continua a raccontarci Cartasegna. "I colleghi mi chiamavano ‘miscusi boy’ rifacendosi a una frase dei Griffin. Da lì ho pensato fosse un ottimo nome. Anche perché ‘mi scusi’ è l’espressione con cui chiamiamo lo staff di sala a ristorante.”

Artemest, la piattaforma che distribuisce il made in Italy

Il primo marketplace per il design del lusso?

“QUANDO HO LASCIATO YOOX A 24 ANNI, TUTTI I MIEI AMICI ERANO CONTRARI”, afferma Marco Credendo. Perché il ragazzo, con doppia laurea, un’esperienza in un fondo Vc a New York e un posto nel gruppo Yoox, disponeva di tutto ciò che un 24enne avrebbe potuto desiderare. “Continuavano a ripetermi che ero pazzo a pensare di poter convincere un cliente a comprare un lampadario da 20mila euro online con carta di credito senza aver mai visto il prodotto”. La storia, tuttavia, ha dato ragione a lui. Tutto nasce da un’intuizione. Marco si rende conto che il mondo del design doveva ancora attraversare quella trasformazione digitale che invece aveva già coinvolto il settore del fashion. Dunque decide di rendere omaggio al made in Italy e al nostro know-how artigianale creando un network di imprese operanti nel design di lusso. Quando mette nero su bianco il business plan, insieme all’attuale socia e creative director Ippolita Rostagno, artigiana fiorentina diventata poi imprenditrice di successo nel Stati Uniti nel settore jewelry, Marco non lascia nulla al caso. A partire dal nome: “Artemest ricorda la locuzione latina Ars est celare artem il cui significato letterale è ‘L’arte consiste nel celare l’arte’; il logo, invece, è stato disegnato dal compasso d’oro Italo Lupi”. La sua piattaforma offre oltre 40mila prodotti di oltre mille artigiani e brand italiani nelle categorie furniture, home décor, lighting e lifestyle dai pregiati vetri di Murano a pezzi realizzati in antichi laboratori fiorentini. “Oggi sono fiero dell’impatto positivo che generiamo su migliaia di artigiani, designer e artisti che distribuiamo nel mondo”.

120 SmallGiants | giugno 2023 Lo sapevi che
“All’inizio tutti dicevano che ero pazzo”

GCDS, DA UN AZZARDO AL MERCATO MONDIALE Lo streetwear che sfida

UNA GRANDE FORZA INTERIORE, una spietata volontà di arrivare all’obiettivo. Se poi si aggiungono anche capacità creativa e manageriale, gli ingredienti per una storia di successo ci sono già tutti. Giuliano Calza, stilista trentenne, si porta dietro queste caratteristiche da quando è nato. Idem per quanto riguarda il fratello Giordano, 34 anni. Due fratelli che non temono la sfida, nemmeno quella all’Entità più alta: il loro brand si chiama Gcds, nient’altro che l’acronimo di “God Can’t Destroy Streetwear”, cioè “Dio non può distruggere lo streetwear”. Il significato? Rimanere fortemente legati alla propria identità e al proprio stile, a prescindere dalle possibili rivoluzioni che possono esserci nel fashion system. Il fatturato di Gcds negli ultimi due anni è raddoppiato passando da 10 a 20 milioni di euro con 380 clienti multimarca nel mondo, di cui 100 in Italia, dove genera il 30% delle proprie vendite. I suoi principali mercati esteri sono la Corea del Sud, la Cina e il Giappone, ma è distribuito anche negli Stati Uniti e in Europa. E pensare che tutto ebbe inizio per uno dei tanti azzardi di Giuliano, su internet, nel 2015. I primi pezzi andarono a ruba tanto che non riusciva a produrne in quantità da soddisfare il mercato. Nel dicembre 2017 ha inaugurato il suo primo negozio monomarca nel nuovo quartiere milanese della moda, Porta Nuova. Poi un crescendo esponenziale.

121 giugno 2023 | SmallGiants Lo sapevi che
TUTTO EBBE INIZIÒ QUASI PER GIOCO, NEL 2015. I PRIMI PEZZI ANDARONO A RUBA E NEL 2017 I FRATELLI GIULIANO E GIORDANO CALZA APRIRONO IL PRIMO NEGOZIO MONOMARCA A MILANO. NEGLI ULTIMI DUE ANNI IL FATTURATO È CRESCIUTO DA 10 A 20 MILIONI DI EURO
l’entità più alta

TUTELA DEI CONSUMATORI

DI PRODOTTI FINANZIARI

Qual è lo scopo dei nuovi principi Ocse/G20? Possono rafforzare la fiducia nel sistema e favorire l’inclusione e la resilienza delle persone?

La Task Force Ocse/G20 per la Tutela dei consumatori di prodotti finanziari ha pubblicato gli High-level principles on financial consumer protection, una soſt law che stabilisce i requisiti fondamentali cui gli ordinamenti nazionali dovrebbero attenersi per tutelare in modo efficace i consumatori di prodotti e servizi finanziari. Tali principi si articolano in 12 punti e riconoscono, tra i vari aspetti di rilievo, l’importanza dei progressi e degli avanzamenti tech, come quelli legati all’innovazione finanziaria e alla digitalizzazione. Il loro scopo è fornire supporto alle autorità di regolamentazione nell’assicurare che i consumatori possano beneficiare di queste nuove opportunità, tenendo al contempo sotto controllo i rischi e mantenendo un livello di tutela dei consumatori di prodotti finanziari. Fra i principi, aggiornati rispetto alla prima versione del 2011, vi è la richiesta di una tutela finanziaria

dei consumatori per far sì che divengano "parte integrante" del quadro normativo, regolamentare e di vigilanza. Ma non solo. Sono stati introdotti organismi di sorveglianza "ufficialmente responsabili della tutela del consumatore di prodotti finanziari", con compiti di stretta cooperazione con le autorità di settore e a cui si riconosca l'autorità necessaria per adempiere i loro mandati con "competenza, flessibilità, nonché strumenti e poteri adeguati". Ancora, i governi, gli organismi di sorveglianza, i fornitori di servizi finanziari e gli intermediari "dovrebbero cercare di promuovere l'accesso e l'utilizzo di prodotti e servizi finanziari da parte dei consumatori e di favorire l'inclusività del sistema finanziario", nonché promuovere alfabetizzazione e consapevolezza finanziaria. Ai fornitori e intermediari di prodotti finanziari, infine, sono richieste trasparenza e corretta informazione ai consumatori, e l'offerta di prodotti "progettati per andare incontro agli interessi e agli obiettivi dei consumatori cui si rivolgono". Tra i principali aspetti da considerare e porre in evidenza, vi è quello della trasversalità delle tematiche dei principi Ocse. In primo

luogo il benessere finanziario dei consumatori di prodotti e servizi finanziari e la loro resilienza; poi l’impatto, le opportunità e i rischi della digitalizzazione e dei progressi tecnologici (tra cui criptoattività e valute digitali), il comportamento dei consumatori in un contesto digitale, l’effetto del maggiore ricorso a intelligenza artificiale, tecnologie di apprendimento automatico e algoritmi. Si sottolinea ancora l’impatto, le opportunità e i rischi della finanza sostenibile per i consumatori di prodotti e servizi finanziari. Ciò significa riconoscere che i fornitori di servizi finanziari prendono in considerazione sempre di più i fattori Esg (ambientali, sociali e di governance) e altri fattori legati alla sostenibilità nei loro prodotti, servizi e transazioni, e che la domanda di tali prodotti da parte dei consumatori è in aumento. I principi pongono le basi per una disciplina complessiva e più consapevole, volta alla tutela dei consumatori. I principi pertanto, toccano tutti gli aspetti rilevanti: dal quadro normativo agli strumenti di vigilanza sugli intermediari, dall’alfabetizzazione all’inclusione finanziaria, dalla trasparenza alla tutela dei beni dei consumatori da frodi o truffe, senza dimenticare la tutela della privacy dei consumatori e la gestione e risoluzione di potenziali reclami. Si tratta quindi di principi già a più riprese presenti nella regolamentazione di diversi settori, tra cui certamente spicca quello assicurativo, sottintendendo che tali principi dovrebbero sovraintendere all’applicazione della disciplina di settore per i prodotti a contenuto finanziario, quali le polizze o comunque dei prodotti Ibridi o Multi-Comparto. La pubblicazione degli stessi principi sul sito dell’autorità di vigilanza assicurativa italiana, oltre che della Banca D’Italia, ne ribadisce e conferma la centralità.

122 SmallGiants | giugno 2023 Avvocato
Chiara D'Antò

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IL PASSAGGIO GENERAZIONALE

In che modo bisogna affrontare questo momento così delicato per un’azienda?

Quali sono gli strumenti a disposizione degli imprenditori?

Quello del passaggio o ricambio generazionale è un tema che negli ultimi anni sta assumendo sempre più importanza a causa delle peculiarità del tessuto produttivo italiano, composto principalmente da realtà imprenditoriali di piccole e medie dimensioni.

Molte imprese a conduzione familiare sono infatti sorte nel periodo del boom economico degli anni ’50 e ’60, e devono ora – o dovranno nel prossimo futuro – confrontarsi con il delicato momento della cessione della funzione imprenditoriale dai fondatori ai successori.

Quando si parla di ricambio generazionale si intende appunto il processo che conduce al passaggio di capitale, e talvolta di responsabilità gestionale, dalla generazione presente a quella emergente, al fine di garantire la continuità dell’impresa.

Gestire il trasferimento del patrimonio in modo efficiente e strutturato è indispensabile per assicurare la sopravvivenza di un’attività imprenditoriale, come anche la sua stabilità e il suo ulteriore sviluppo nel tempo.

Si stima che, nei prossimi vent’anni, almeno 400 miliardi di euro di solo patrimonio mobiliare italiano (a cui vanno sommati tanto il patrimonio immobiliare quanto quello aziendale) saranno interessati da questa circostanza. Eppure, secondo l’Associazione Italiana Private Banking, soltanto un individuo su quattro ha attivamente pianificato le fasi del passaggio. Similmente si può notare che solo il 30% delle imprese familiari

sopravvive al suo fondatore e appena il 13% giunge alla terza generazione. Infatti il ricambio generazionale si rivela spesso difficile, in alcuni casi traumatico, poiché non attiene solo alla dimensione economico-finanziaria o di mera successione al vertice dell’impresa, bensì coinvolge anche dinamiche di tipo relazionale e familiare. Un ulteriore livello di complessità è dato poi dal fatto che al trasferimento delle quote e delle cariche si accompagna – o quantomeno dovrebbe accompagnarsi – la trasmissione del patrimonio di conoscenze e competenze aziendali accumulate negli anni, nonché la condivisione dei valori fondanti l’impresa.

Tra i principali strumenti idonei alla trasmissione del patrimonio aziendale possiamo considerare il trust, il patto di famiglia, la holding di famiglia.

Appare quindi evidente che affidare tale accadimento all’improvvisazione aumenta il rischio di generare effetti destabilizzanti e potenzialmente distruttivi per l’impresa.

124 SmallGiants | giugno 2023 Commercialista
Risponde Alberto Ferlin, dottore commercialista presso Ferlin Tiozzo&Associati Alberto Ferlin
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Produttività all’aria aperta

Tra un’e-mail e un caffé al sole, lo spazio di lavoro diventa outdoor di Valentina Lonati

Inaugurata la stagione delle terrazze, l’home office si sposta all’aperto: in giardino o sul balcone, organizzare gli strumenti necessari al lavoro outdoor – a casa, in studio o in ufficio – è un’arte che si avvale di arredi capaci di offrire lo stesso comfort e la stessa piacevolezza estetica di quelli dedicati all’indoor. A loro il compito di essere resistenti agli agenti atmosferici, certo, ma anche comodi ed eleganti, invitando al relax (ma non troppo). In genere basta poco:

il giusto supporto innanzitutto, rappresentato da tavoli e tavolini adatti sia a un pranzo en plein air che alle giornate davanti al computer, e poi una seduta confortevole dove lavorare, sì, ma anche godersi il tramonto accarezzati dall’aria tiepida. E se l’estate invita a osare, allora via libera alla scelta di arredi percorsi da colori inattesi, che accendono gli ambienti di tonalità calde e vivaci. Ecco qualche novità da portare fuori, tra un’email e un caffè al sole.

TRUE DESIGNLAGUNA Comodità funzionale

Rilassarsi sì, ma sempre col pc accanto. Sembra pensata per la vita dei freelance contemporanei la sdraio Laguna di True Design. Disegnata da Marco Turcato, è una seduta imbottita dotata di tavolino integrato. Sulla struttura in tubo metallico è appesa la parte in tessuto outdoor resistente all’acqua e agli agenti atmosferici, con imbottitura drenante.

126 SmallGiants | giugno 2023 Ufficio

GERVASONI – BRISE

In armonia con la natura

ISPIRATA ALLA BREZZA –BRISE, per l’appunto, della stagione estiva, la nuova collezione outdoor di Gervasoni si compone di tavoli e tavolini in acciaio inox dalle geometrie essenziali, colorati di tonalità dinamiche come il rosso, il blu e il panna. Firmata da Federica Biasi, Brise rievoca l’Art Noveau e il suo stile floreale per armonizzarsi con la natura. Su un terrazzo o in giardino, un piano d’appoggio felice per l’home office.

127 giugno 2023 | SmallGiants Ufficio
Il comfort di un ufficio indoor si può riprodurre in giardino o in balcone, con attenzione all’estetica e alla funzionalità

CAPPELLINI – LIDO Estetica e spensieratezza

In occasione dell’ultima Milano Design Week, il brand Cappellini ha presentato Lido, la sua prima linea outdoor. Una collezione di arredi dal sapore nostalgico, ispirati al fascino dei grandi alberghi del passato delle coste italiane o francesi, e percorsi dai toni del bianco puro, blu violaceo e rosso ossido. Tavoli, sedie e poltrone dalle forme rotonde, accoglienti, giocose. Un invito alla spensieratezza.

128 SmallGiants | giugno 2023 Ufficio
L’estate invita ad osare e gli arredi si tingono di colori imprevedibili. Preferibili le tonalità calde e vivaci

LAPALMA – CROSS Un riposo

ergonomico

TROVARE IL GIUSTO EQUILIBRIO tra il riposo e il moto perpetuo di una quotidianità frenetica: nasce con questo obiettivo Cross, lo sgabello di Lapalma progettato da Mario Ferrarini. Una seduta scultorea ed ergonomica, che ricorda il sellino di una moto, dove leggere, lavorare e creare affacciati al mondo esterno, magari in una terrazza protesa verso il mare.

KETTAL – PLUMON Vestizione e stampa 3D

PER L’AZIENDA

SPAGNOLA KETTAL, Patricia Urquiola ha progettato Plumon, una famiglia di arredi da esterni basati sul concetto di “vestizione”. Nate da un approccio sartoriale, le sedute si compongono di una struttura leggera avvolta da un abito imbottito.

Una particolarità non solo estetica, ma che offre tutto il comfort di una poltrona indoor. Tra tecnologia e maestria artigianale si muovono invece i tavolini della collezione, realizzati con stampa 3D.

129 Ufficio
giugno 2023 | SmallGiants

L’impronta delle donne

Sette racconti: quando in azienda il contributo femminile diventa fondamentale

Adriano Moraglio

Pagine 146, € 14,00

Sette donne impegnate nelle rispettive aziende si raccontano in questo libro che vuole rendere omaggio all’apporto femminile nelle imprese del nostro Paese. Storie di persone che per convenzioni sociali o circostanze particolari non riescono inizialmente a dare corso ai propri sogni giovanili, ma che proprio per la loro speciale capacità di adattarsi alle situazioni imboccano strade impreviste verso la realizzazione nel mondo del lavoro. Sette donne che descrivono in altrettanti racconti autobiografici la loro vocazione alla maternità come un bene da preservare nella società e nelle imprese stesse. Sette storie di donne che emergono con la loro nettezza nel riconoscere i problemi e nel volerli risolvere. Un messaggio positivo, un caleidoscopio dell’universo femminile nel mondo dell’impresa.

L’arte dei prodotti eccellenti

Riccardo Illy

Pagine 272, € 19,00

In un’ottica contemporanea, in cui le aziende mirano al raggiungimento di obiettivi di guadagno in tempi rapidi e perdono di vista il senso della pazienza e della cura, i marchi italiani spiccano per la loro capacità di creare prodotti di qualità superiore, in grado di resistere sia alla concorrenza del mercato che all’usura del tempo. Perché? Lo spiega, in queste pagine, Riccardo Illy, presidente di Polo del Gusto. Attraverso il suo esempio emblematico, e raccogliendo le testimonianze dirette di altre aziende a conduzione, Riccardo Illy ci conduce all’interno della sua attività, mostrando al lettore le sue carte vincenti e descrivendo, con amore e passione, cosa significa fare impresa e farla bene secondo gli standard aziendali italiani che hanno portato il sogno di suo nonno a diventare una realtà apprezzata in tutto il mondo.

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130 SmallGiants | giugno 2023 Libri
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IL VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE Eccellenze Italiane

Dopo il grande successo ottenuto nelle 6 tappe del 2022, continua anche nel 2023, con ben 9 tappe, il viaggio di Forbes dedicato alla scoperta delle PMI, spina dorsale dell’Italia che cresce.

Un’occasione per confrontarsi su temi quali sostenibilità, innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, welfare, accesso al credito e per creare relazioni professionali.

Il progetto è rivolto a imprenditori e manager che gestiscono PMI del territorio e alle grandi aziende che vogliono mettersi in contatto con loro.

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