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Valzer di poltrone e il sì dell’Economist

A The Economist piace Giorgia. Con riserva «Pochi governi si avvicinano alla fine dei loro primi 100 giorni in carica in ottima forma come la coalizione di Giorgia Meloni». Inizia così l’editoriale dedicato dal The Economist al compimento dei primi 100 giorni del governo Meloni. Al netto di alcune criticità esplicitate in coda al pezzo, come le scadenze del Pnnr e la gestione degli alleati, il quadro è complessivamente positivo.

Chi entra e chi esce

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Il brillante Stefano Scalera dal Mef approda a capo dipartimento del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) su proposta del ministro Francesco Lollobrigida

Riforme: si dimette il capo di gabinetto della ministra Elisabetta Casellati, il professor Alfonso Celotto, considerato da molti un’eccellenza. Per la cronaca, Casellati, quando era presidente in Senato, cambiò sette portavoce.

Non ritiene che in una fase di debole crescita economica sarà particolarmente difficile intervenire sulle tax expenditures, tenendo anche presente, come si legge nel rapporto, che le spese fiscali presentano «un prevalente utilizzo per finalità politiche e di scambio con i vari gruppi di interesse»?

«Come già detto, non sarà facile. Ma anche guardando ai tentativi fatti nel passato, credo di poter dire che la fase attuale offra un evidente vantaggio: è vero che semplificare e sfoltire la giungla delle tax expenditures sarà un lavoro complesso, ma è altrettanto vero che una razionalizzazione delle spese fiscali può avere maggiori possibilità di successo se inserita, come noi faremo, in un percorso complessivo di riforma fiscale, per di più in una prospettiva di legislatura. Togliere a un contribuente un beneficio fiscale è, ovviamente, difficile. Farlo in un contesto più ampio di riordino della tassazione può rendere il percorso meno accidentato. E, forse, può essere d’aiuto per arginare le richieste di lobby e gruppi di interessi». V.M.

Mise: lasciano il portavoce Gerardo Pelosi e il capo della segreteria particolare del ministro Adolfo Urso, Valentina Colucci. Pare che il motivo del contendere sia legato allo sciopero dei benzinai.

Il respiro di Shlomo

Bellissima presentazione del docufilm “Il respiro di Shlomo”, scritto dallo storico Marcello Pezzetti e diretto da Ruggero Gabbai sulla testimonianza del superstite dell’Olocausto italiano Shlomo Venezia al Teatro dell’Opera di Roma in occasione della settimana della Memoria. Fu tra i pochissimi sopravvissuti all’eliminazione sistematica dei prigionieri appartenenti al Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau.

Testimone dei massacri vissuti in prima persona dal “Kommando Speciale” costretto a lavorare nelle camere a gas dove venivano uccisi i prigionieri. Sala piena di autorità e palchi pieni di studenti. Un documentario che tocca da vicino e che dovrebbe essere proiettato nelle scuole per entrare nell’educazione civica dei giovani. Prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah e dal suo presidente Mario Venezia, figlio di Shlomo.

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