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POLITICA LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA
from L'Espresso 5
by BFCMedia
essere in compagnia di Alexander Solzhenitsyn. Ma i veri traditori sono quelli che stanno distruggendo il futuro, il benessere e la reputazione del nostro Paese per il loro potere personale. Ma la Storia metterà tutto al suo posto».
Come vede la Russia dal carcere?
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«Un grande Paese, bello e culturalmente ricco, con molte persone buone e di talento, che viene malgovernato e derubato da un regime aggressivo, autoritario e cleptocratico. Ma so che non sarà sempre così». La Russia non è, quindi, condannata all’autocrazia?
«Una delle nozioni più offensive che abbia mai sentito è che ci sono alcune nazioni che semplicemente “non sono fatte” per la democrazia. Ronald Reagan la definì “condiscendenza culturale o peggio”. Non ho dubbi che avremo libertà e democrazia, penso che arriverà molto prima di quanto si possa vedere oggi. Una caratteristica della società russa è che, per quanto bui siano i tempi e per quanto forte sia la repressione, ci sono sempre persone disposte a difendere quello che è giusto. La mia speranza è che quando le persone nel mondo libero pensano e parlano della Russia, ricordino non solo gli abusi, gli aggressori e i cleptocrati che siedono al Cremlino, ma anche coloro che si oppongono a loro. Anche noi siamo russi». Pensa che la guerra in Ucraina non si fer- merà finché Vladimir Putin rimarrà al potere? Cosa dovrebbe fare l’Occidente?
«Putin è al potere da più di due decenni segnati da guerre. È arrivato al Cremlino come conseguenza della brutale guerra in Cecenia. Poi la distruzione dei media indipendenti, del pluralismo politico, delle libere elezioni e dei diritti civili. Quindi l’invasione della Georgia, l’annessione della Crimea, la prima incursione nell’Ucraina orientale, il bombardamento della Siria. Ora un attacco su vasta scala all’Ucraina, con crimini contro l’umanità nel mezzo dell’Europa.
Non si fermerà finché rimarrà al potere. Anni di pacificazione occidentale nei confronti di Putin ci hanno portato a questo. Se gli viene concessa un’uscita salva-faccia da questa guerra, tra un anno o due ne avremo un’altra. L’unica soluzione è avere un governo in Russia che rispetti lo Stato di diritto sia in patria che all’estero. Spetta a noi il cambiamento ma è importante che il mondo libero mantenga il dialogo con la parte della società russa che vuole un futuro diverso». Cos’è la libertà per lei, ora? «Nessuno può toglierti quella interiore, qualunque siano le circostanze esterne. Quelli di noi che sono in prigione per aver parlato contro la guerra sono più liberi di quelli fuori che sono costretti a difenderla pubblicamente. Ho visto in tv la sessione del nostro cosiddetto Parlamento che stava approvando l’ennesimo pacchetto sulla guerra. Ho visto la paura sui volti dei parlamentari. Quando, anni fa, stavo realizzando un documentario sul movimento dissidente sovietico ho chiesto a Vladimir Bukovsky cosa lo avesse sostenuto in prigione. Lui mi rispose: la consapevolezza di avere ragione. Quando sai che hai ragione, la paura scompare. Oggi so esattamente di cosa parlava».
IL PRESIDENTE
Vladimir Putin, presidente della Russia, durante una cerimonia della chiesa ortodossa

Il Giorno del Ricordo rievoca le vicende avvenute nel secolo scorso nell’Alto Adriatico. La memoria di questa tragica pagina di storia è difficile.