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POLITICA RIFARE L’UCRAINA
from L'Espresso 5
by BFCMedia
Incontro
L’incontro tra Volodymyr Zelensky e il ministro italiano delle Imprese Adolfo
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Urso. Sotto: il manifesto dell’evento Rebuild Ukraine ro), Mykhailo Fedorov (Digitale), Oleksandr Kubrakov (Infrastrutture) coordinati dal presidente dei costruttori Lev Partkhaladze. Premier Expo suggerisce alle aziende di aderire al Forum perché si tratta dell’unica piattaforma che fa interagire produttori, appaltatori, architetti, investitori, assicuratori. Un meccanismo per incentivare efficienza e trasparenza. Però l’affiliazione non è gratuita: ci sono tre livelli, da 3.000 a 7.000 euro più commissioni, per ottenere vantaggi. Il “General Partner” è considerato un socio accomandatario, può essere menzionato durante i lavori, ha diritto a leggere un discorso di dieci minuti (il testo va autorizzato) e ai posti in prima fila, il logo sarà valorizzato sui cartelloni e soprattutto avrà un colloquio riservato con gli ospiti vip.
L’ex deputato leghista Walter Togni, presidente della Camera di commercio italiana per l’Ucraina, porterà a Varsavia 34 aziende (circa 75.000 euro soltanto per esserci) e sarà orfano del governo italiano a differenza degli altri europei (all’ultimo l’esecutivo ha delegato l’Istituto per il Commercio Estero). «È importante iniziare a muoversi immediatamente, senza aspettare la fine della guerra, così da poter essere pronti - dice Togni - a collaborare quando si potrà, come peraltro ci ha sollecitato l’Ucraina. In qualità di presidente, mi farò carico, poiché proprio a Varsavia non è previsto il governo italiano, di chiedere un coordinamento più forte sulle iniziative inerenti alla ricostruzione. Questo è assolutamente necessario per dare una immagine di collaborazione istituzionale e per dare alle nostre imprese e all’Ucraina le garanzie di serietà e competenza che sono una nostra risorsa non sempre compiutamente espressa». Insomma procedere con tentativi sparsi non aiuta. Indebolisce. L’analisi politica utilizza criteri differenti.
Il ministro Adolfo Urso (Imprese) può ritenersi soddisfatto. È andato a Kiev due volte in quattro mesi e ha anticipato Giorgia Meloni. A gennaio era in gruppo con Carlo Bonomi, il capo di Confindustria, e Francesco Talò, il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, e l’ha accolto persino il presidente Volodymyr Zelensky. Un argomento era la ricostruzione e perciò il governo italiano sta preparando un suo vertice a Roma per la primavera. Al ritorno Urso, che ha esordito alla Camera quando Meloni era ancora minorenne ed è un tipo autonomo che deve a Fratelli d’Italia il secondo tempo della sua carriera e non la sua carriera, si è precipitato in Veneto per esporre quanto raccolto a Kiev. Il ministro è convinto che il laborioso Nord Est, zona di antichi possedimenti leghisti che ha assistito già al sorpasso di FdI alle recenti elezioni e conserva i governatori Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia e Luca Zaia in Veneto, possa diventare lo snodo per le merci da e verso l’Ucraina. Sul porto di Trieste è già dirottato il traffico di Odessa e, assieme a Venezia e Monfalcone, può trasformarsi nella porta di accesso in Europa anche tramite collegamenti su gomma. E dunque è lo scenario perfetto per sfruttare il Quadrante Europa, il polo logistico di Verona. A facilitare le operazioni è la tedesca Hamburger Hafen und Logistik, una società pubblica, che ha un importante scalo a Odessa ed è proprietaria del terminal di Trieste. La premessa di qualsiasi discorso politico è l’appoggio incondizionato agli ucraini aggrediti. La sensazione è che, dopo un anno di guerra e la morte smorzata in sottofondo, i governi europei e ucraini vogliano comunicare ai cittadini (assuefatti?) e agli imprenditori (scoraggiati?) che presto nei cannoni ci metteranno i fiori. E i dollari.
Giuseppe De Marzo
La disuguaglianza non conosce crisi. In costante crescita a livello globale, come denuncia l’ultimo rapporto di Oxfam. L’1 per cento più ricco si è impossessato di quasi due terzi della nuova ricchezza generata lo scorso anno. Al restante 99 per cento della popolazione mondiale è andato solo il 37 per cento. Ma c’è una novità: crescono simultaneamente ricchezza e povertà estreme. Non era mai successo negli ultimi 25 anni. I super ricchi vedono i loro patrimoni crescere di 2,7 miliardi di dollari al giorno, mentre quasi 2 miliardi di lavoratori diventano sempre più poveri a causa dell’aumento dei prezzi e del costo della