Siamo quel che mangiamo… e consumiamo

UDA “Siamo quel che mangiamo… e consumiamo”

Appuntamento col cibo: verso nuovi orizzonti…

Classe 2^ASC

a.s.2019-2020

Introduzione Fra non molto ricorrerà la 75^ Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2020 e la professoressa Marietta vuole essere pronta per l’occasione e soprattutto vuole che lo siano i suoi studenti.

La professoressa è molto sensibile a questa tematica e lo è sin da bambina, probabilmente per via dei racconti del suo papà, cresciuto in una famiglia di umile condizione che a fatica riusciva a sfamare lui e i suoi numerosi fratelli e che, anche quando aveva la fortuna di riuscirci, lo faceva sempre con le medesime povere vivande… un po’ di pane preparato con la farina scaduta in negozio e cipolla lessa… mai la carne e solo una volta a settimana, la domenica a pranzo, la pasta.

Dunque, non c’è giorno in cui la prof. non ripeta alla classe quanto sia importante questa ricorrenza: una delle più festeggiate nel calendario ONU; un appuntamento imperdibile che si rinnova ogni anno dal 16 ottobre del 1945, quando fu istituita l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, Organizzazione che gli studenti conoscono con il più familiare nome FAO. Ma come arrivare pronti e preparati all’appuntamento?

La professoressa Marietta ha in mente un approfondimento sul tema, ma vuole lasciare carta bianca agli studenti. Saranno loro a decidere quale aspetto approfondire e in che modo. La proposta più interessante arriva da Simon.

– Potremmo partire dal decalogo dell’alimentazione sostenibile che mi è capitato di leggere qualche giorno fa su un post su fb - dice il ragazzo e, poiché sul volto di prof. e compagni scorge un certo interesse, prosegue – Se la memoria non m’inganna il post diceva “Mangiare sostenibile / Non è terribile! / 10 le regole da seguire / se tu e l'ambiente non volete patire!”.

– Ma quali sono queste 10 regole? – chiede Giò incuriosita.

Reby, sempre un passo avanti rispetto agli altri, degna figlia della società del "subito", come un falco pronto ad avventarsi sulla preda per farla sua, si precipita sul PC dell’aula e in men che non si dica soddisfa la curiosità di Giò e della classe, mostrando il frutto della sua la ricerca.

– Trovati! – dice soddisfatta, mostrando la pagina con l’elenco delle 10 regole per mangiar sano, e comincia a declamarli: – 1. Acquista prodotti locali.

2.Mangia prodotti di stagione.

3. Riduci i consumi di carne.

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4. Scegli il pesce giusto.

5. Riduci gli sprechi: se l’hai acquistato mangialo!

6. Privilegia i prodotti biologici.

7. Cerca di non acquistare prodotti con troppi imballaggi.

8. Cerca di evitare i cibi eccessivamente elaborati.

9. Bevi l'acqua del rubinetto.

10. Evita sprechi anche ai fornelli.

Si tratta del decalogo dell’One Planet Food, il sito del WWF dedicato all'alimentazione sostenibile. Ma cosa fare del decalogo? Adesso gli studenti si affannano a trovare delle idee.

– Potremmo scrivere dei versi o raccontare storie che parlino di sana ed equilibrata alimentazione? – propone Michy.

– Perché no!!! E magari si potrebbero fare dei sondaggi! – Incalza entusiasta Sarina.

– Sondaggi? – il tono di Amy è un po' perplesso.

Sarina cerca allora di spiegarsi - Sì, potremmo, formulare delle domande da porre ai nostri genitori e ai nostri nonni… - spiega felice Sarina.

– Ottima idea – incalza Michy – Potremmo partire dalle 10 regole per costruire le nostre domande… e poi, sfruttando le nostre competenze matematiche e informatiche, potremmo sintetizzarne le risposte all’interno di diagrammi e istogrammi.

Le proposte entusiasmano i ragazzi che si mettono immediatamente al lavoro cimentandosi nell’elaborazione di versi e racconti e curiosando tra le abitudini alimentari dei propri genitori e dei propri nonni alla loro età.

Kawtar e Rebecca

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Cibo in versi

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Regola n. 1 – “Acquista prodotti locali” Se non acquisti prodotti locali, Incrementerai i biglietti autostradali, ma se locale vorrai mangiare il gusto genuino potrai constatare.

Vivrai a lungo e in perfetta salute perché non si tratta di vuote battute!

Alessandra A.

Acquistare locale ti può aiutare a non star male.

Frutta e verdura della tua zona Riempiono il tuo stomaco di roba buona.

Le emissioni di CO2 sono assai dannose Ed espongono la nostra vita a condizioni rischiose.

Alessandra U.

Regola 2 – “Mangia prodotti di stagione” Mangia soprattutto prodotti di stagione, se la salute vuoi preservare.

E se l’ambiente vuoi salvaguardare Informarsi è la sola soluzione.

Sara A. e Fatima

Mi sveglio la mattina e penso: “Mangerò una brioscina!”

Ma una voce suggerisce: – La tua salute certo preferisce Una fetta di torta di mammina Fatta con le mele fresche della vicina.

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Poi arriva la ricreazione a metà mattino E penso: “Adesso è l’ora del panino al salamino!”

Ma la solita vocina di nuovo suggerisce: – La tua salute forse favorisce un bel frutto di stagione come migliore soluzione.

Sokhna

Regola 3 – “Riduci i consumi di carne” Oh, mia bella fiorentina, tenera, succulenta e gustosina!

Per averti, prosciugherei un lago o tre, perché sei, per me, un boccone da re.

Mi tapperei il naso con la mano per la gran puzza di gas metano!

Comprerei montagne di cereali con enormi danni ambientali.

Va Beh! Piuttosto che questa rovina meglio una sana insalatina.

Chaimaa

Per aver a tavola una fetta di carne Le risorse naturali sono sempre più scarne.

Si alleva oggi in modo intensivo, assumendo un atteggiamento altamente lesivo.

Queste, purtroppo, le attuali condizioni ambientali!

Ma tu, ascolta, per avere robusti addominali Sostituisci la carne con un po’ di palestra e da domani – forse – sarà di nuovo festa.

Endri 5

Riduci i consumi di carne, Mai più dal macellaio di Marne!

Oppure cerca di non abusarne e qualche volta di acquistarne.

Salimata

Regola 4 – “Scegli il pesce giusto” Scegli il pesce giusto Mangia sano e fatti un tuffo.

Passando dalla trota al pesce spada Tutta la tavola aspetta affamata.

Sara B. Prediligi il pesce pescato anziché quello malato.

Dai la precedenza al pesce locale Per evitare un disastro mondiale.

Giada

Regola 5 – “Riduci gli sprechi: se l’hai acquistato mangialo!”

Smettila di sprecare e comincia a riciclare Su dai, inizia, non è difficile! tutto, se vuoi, diventa possibile.

Con sprechi di cibo il mondo annienterai, se alla lista della spesa non ti atterrai.

Rebecca

Regola 6 – “Privilegia i prodotti biologici” I prodotti con etichetta bio 6

Sono quelli che non mangio io.

Anche se sono migliori dei cibi elaborati, ahimè, sono da me i meno amati.

So che dovrei mangiarli, ma non riesco neppure a guardarli perché agli occhi fanno male, ma alla mia salute san badare.

Naminata

Se la salute vuoi risparmiare impara a mangiare salutare, per esempio prodotti bio e agli puoi dire pure addio.

Lo so, è faticoso, ma fidati, è meno pericoloso e anche tanto vantaggioso per evitare un giorno in ospedale in compagnia di un giornale nel giorno di Natale.

Aurora

Regola 7 – “Cerca di non acquistare prodotti con troppi imballaggi” Cerca di evitare prodotti con troppi imballaggi.

Ascolta! Il pianeta ti sta mandando messaggi.

Dovresti impegnarti a non inquinare, la vita di tutti dobbiamo salvare.

Forse non te ne fregherà niente, ma così farai del male agli animali e alla gente.

Amina

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Un contenitore o un imballaggio monouso Possono essere opportunamente sostituiti Con un prodotto alla spina o sfuso Che saranno più graditi.

Dispenser in ogni supermercato e il futuro è assicurato.

Serena

Regola 8 – “Cerca di evitare i cibi eccessivamente elaborati” I cibi elaborati fanno ingrassare e la ciccia impediscono di levare.

Certo! A volte son proprio gustosi, ma attenzione: possono essere pericolosi!

Per i troppi zuccheri e grassi fanno male, ma della fame sanno ben privare.

Naoual Evita il cibo eccessivamente elaborato per un mondo colorato ed amato.

Abdoul

Regola 9 – “Bevi l'acqua del rubinetto” Diminuire la plastica potrai Se l’acqua del rubinetto proverai.

A qualunque fonte ti abbevererai Tranquillo! La tua salute rispetterai!

E mentre bevi pensa all’ambiente ché la situazione è poco divertente.

Sara E. 8

Se in salute vuoi stare e il consumo di plastica limitare, all’acqua di rubinetto ti dovrai abbeverare.

Da qualunque fonte naturale attingerai Alla tua salute, certo, non nuocerai e l’ambiente al sicuro metterai!

Fiumi, laghi e falde acquifere impegnati a tutelare e trasporti inutili provare ad evitare, se l’acqua potabile nella tua casa vuoi far arrivare.

Hanane

Regola 10 – “Evita sprechi anche ai fornelli” Elettricità e gas risparmiamo così facendo l’ambiente tuteliamo.

Oltre a riciclare ciò che avanza in cucina, usiamo i fornelli in modalità genuina.

Mettiamo nel forno più teglie insieme per cuocere lasagne e torte supreme.

Ultimiam la cottura col calore rimasto, spegnendolo, per cortesia, prima del pasto.

Poi ricordiamoci sempre del coperchio contro lo spreco di calore soverchio.

Così facendo minuti ed energia è assicurato di non buttar via.

Hassna, Kawtar e Simone

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Alimentazione sostenibile Se vuoi mangiare salutare Devi ricordarti di consumare Prodotti buoni, prodotti locali Prodotti ecologici e stagionali.

Riduci la carne perché il suo gusto Può essere sostituito dal pesce giusto, Riduci gli alimenti con troppi imballaggi E, se li hai comprati, è giusto che li mangi.

Alimenti elaborati dovresti evitare E con l’acqua del rubinetto ti dovresti dissetare.

Michela

Mangiare è molto importante!

Il cibo è il nostro carburante!

Piatti genuini sono da privilegiare, se in ottima forma si vuole restare. È bene abbondare con frutta e verdura, sui cibi elaborati è meglio un po’ di censura.

Non saltare i pasti è raccomandato, mentre abbondare con la carne è sconsigliato.

Da prediligere è il cibo fresco, perché è il miglior su ogni desco.

Hassna e Kawtar

Se non vorrai star male cibo locale dovrai comperare.

La stagionalità potrai sfruttare se le tue conoscenze saprai usare.

Soprattutto con la carne non dovrai abbondare 10

se l’impatto ambientale vorrai limitare.

Un pesce locale da degustare sono decisamente le acciughe di mare.

Cerca pure di riciclare, e il cibo avanzato non lo buttare.

A mangiar “bio” ti dovrai convertire se le tossine dal corpo ti interessa smaltire.

Un consiglio che ti voglio dare è che di zuccheri non devi abusare.

Mangia sempre salutare, e dello sport non ti dimenticare.

Mi è piaciuto con te parlare, ma ora coi saluti ci dobbiamo lasciare, nella speranza di averti chiarito come poter essere un bravo cittadino.

Simone

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Storie di cibo

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LA GUERRA BIO - NO BIO – Mamma, puoi raccontarmi una storia?

– Va bene, Dany! Dopo a nanna, però, domani devi andare a scuola.

La mamma iniziò a raccontare una storia, ma non una storia qualunque, una storia veramente particolare.

C’erano una volta, ma non troppo tempo fa, un regno chiamato BIO BIO e un regno chiamato NO BIO. Il regno BIO BIO era comandato dal Re Zucchino; quello NO BIO dal Re Fagiolone che voleva a tutti i costi avere la supremazia su tutto il territorio.

Nel regno BIO BIO gli abitanti crescevano stagionalmente e naturalmente, mangiavano i concimi che la terra metteva loro a disposizione, si dissetavano con l’acqua piovana o quella dei vicini ruscelli e la loro forma fisica era invidiabile. A sottolinearne la natura sana ed equilibrata contribuiva il loro nome: Zucchino, Melanzanina, Patatina, Fagiolino, Pisellino, Carotina, Lamponino, Fragolina, Pomodorino ecc. ecc.

Nel regno NO BIO, invece, gli abitanti erano grassi e tutti perfettamente uguali per rotondità e brillantezza, avvezzi com’erano a nutrirsi di pesticidi, ormoni, additivi e coloranti; erano capaci di maturare a vista d’occhio e, ciononostante, di conservarsi a lungo per via della miriade di concimi chimici che riempivano le loro mense. I loro nomi non finivano per “ino”, come per gli abitanti del regno vicino, ma per “one”. E per ciascuno era un gran vanto.

Re Fagiolone aveva un piano ben chiaro: catturare Re Zucchino e tutti i suoi sudditi, imprigionarli in barattoli di vetro ermetici e sperimentare su di essi le nuove sostanze messe appunto dagli scienziati del regno, che promettevano risultati sorprendenti. Gli abitanti del regno BIO BIO sarebbero ingrassati in pochissimo tempo, raggiungendo le dimensioni sue e dei suoi sudditi, e lui avrebbe avuto il controllo dell’intero territorio.

Un giorno Re Zucchino, approfittando della bella giornata di sole, decise di fare una passeggiata nel suo vasto orto BIO. Quando, dopo diverse ore, tornò nelle sue dimore, trovò il maggiordomo Sedanino in preda all’ansia.

– Sua Maestà, Sua Maestà, da diverso tempo non si hanno più notizie delle famiglie Fragolina, Lamponino e Carotino. Sono come scomparsi nel nulla! – disse Sedanino, palesemente sconvolto.

Il sovrano consultò immediatamente il suo braccio destro Pomodorino, un esemplare davvero in gamba, dotato di cervello succosamente intelligente e perspicace. Questi capì al 13

volo che dietro alla sinistra faccenda non poteva che esserci il malvagio re Fagiolone; consigliò, pertanto, di imbracciare le armi e attaccar guerra.

E così accadde… L’esercito BIO avanzò con passo spedito contro Re Fagiolone che non si lasciò cogliere di sorpresa. Alle porte del suo Regno, infatti, aveva già schierato il suo grosso grasso esercito, armato fino ai denti di pesticidi, additivi, ormoni, coloranti e qualsivoglia concime chimico diluiti nell’acqua attinta dai ruscelli limitrofi e lanciati attraverso un gigantesco “spruzza NO BIO” L’esercito BIO, per nulla intimorito, non solo riuscì a schivare gli spruzzi, ma avanzò rapidamente contro il nemico.

L’obesità di Fagiolone e dei suoi uomini, di cui tanto andavano fieri, si era rivelata un’autentica trappola. Sopraffatti dalla resistenza fisica dell’esercito BIO, l’esercito di Fagiolone fu sconfitto e fatto prigioniero. Così accadde per Re Fagiolone e tutti gli abitanti del Regno, condannati a concimi naturali e acqua piovana in eterno. Lo “spruzza NO BIO” fu smaltito come rifiuto tossico, mentre le famiglie Fragolina, Lamponino e Carotino, per le quali tutto aveva avuto inizio, furono liberate.

E da quel giorno vissero tutti felici e... BIO! Aurora

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Cronaca dal fronte di guerra alimentare dell’anno 2.0 Ogni giorno si consumano accese discussioni e risse tra bande rivali.

Quest’oggi, per esempio, in Head Square si stanno fronteggiando la banda dei Bio Veg and Fruit e quella dei Junk Food per il dominio su Body Street.

Body Street è un territorio giovane che prospetta un enorme potenziale di sviluppo; entrambe le band mirano al controllo dello Stomac Center, presidiato notte e giorno da due sentinelle: le papille G. e G., due vere portinaie, pettegole e con una smania di controllo assoluta.

Dopo un primo lancio di sguardi in cagnesco si fa avanti Patty (bionda e snella patatina, fisico slanciato, tacco 12, che spande nell’aria un seducente profumo) e affronta l’ingenua e sgraziata Carotina.

– Ehi, sfigata, ma dove credi di andare pettinata così! Hai rotto con il parrucchiere? Con quel ciuffetto spettinato chi ti si fila? Solo lo spicchietto di limone! – prorompe Patty.

– Hai poco da fare la fighetta, cara la mia patatina – risponde Carotina – Ti sei ripassata tutti gli oli saturi e insaturi del locale, io invece mi vedo con EVO (olio Extra Vergine di oliva)!

Quello sì che è un figo! Ha degli addominali scolpiti con polinsaturi da urlo...e lui non mi farebbe mai del male. Toh, guarda chi arriva Big Mec con la sua amichetta BBQ la salsetta!

Mi fate venire i brufoli solo a guardarvi! – aggiunge Carotina rivolgendosi alle nuove arrivate.

– Camomillati! – risponde Big Mec – Guarda che con noi due ti fai un trip. Ogni morso è un’esplosione di sapore, con la salsa che ti impasta la bocca, poi un bel sorso di Cola, un rutto e via. Siamo una montagna di proteine, carboidrati e grassi, ideali per la crescita rapida.

– Sì al massimo cresci in larghezza! – salta su Bortolotto, il fagiolo – Se servono proteine nobili, io ne ho d’avanzo e non mi incrosto sulle arterie, non faccio venire il salvagente di grasso sul girovita, magari do un po’ di flatulenza, ma pazienza!

Smagliante nella sua bottiglietta colorata interviene Energy Drink – Con me salti come un grillo e puoi stare sveglio tutta notte a chattare o giocare......niente GAME OVER fino all’alba!

– Bravo! – controbatte ACE, il succo di frutta sagace – Così ti cala la diottria! Con me che son completo ti resta brillante la pupilla, hai pelle vellutata e assenza di carie assicurata.

– Anch’io, anch’io voglio essere dei vostri – dice la Mela – Recita il detto: “Una mela al giorno leva il medico di torno”.

La sfida si fa sempre più dura! Chi vincerà la partita?

A te che leggi la scelta sentita!

Chaimaa 15

Il valore dell’amicizia Andrea è un uomo con gravi problemi di obesità.

La sua alimentazione quotidiana si compone di hamburger, patatine fritte, pizza e cibi con una quantità di grassi e zuccheri sproporzionata rispetto a quella indicata nelle più recenti “Linee Guida per una sana alimentazione”.

Non è un ragazzo molto socievole, odia stare in mezzo alla gente perché non è raro che venga deriso a causa del suo peso, e tende ad isolarsi in casa anche per parecchi giorni consecutivi.

Ha provato diverse volte a dimagrire seguendo uno stile di vita sano ed equilibrato; ma, tra le pareti della sua casa, la tentazione è sempre in agguato con gli stipi della cucina e la dispensa stracolmi di ogni ben di Dio. È sufficiente un attimo di debolezza ed eccolo di nuovo punto e accapo, circondato dai suoi amici di sempre!

Non ha un lavoro perché vista la sua mole, nessuno è disposto ad assumerlo. Così il suo passatempo preferito è giocare ai videogiochi, in compagnia dei quali passa molte ore seduto sul divano, concedendosi – neanche troppo di rado – qualche trancio di pizza o delle fette di torta e una delle sue bibite gassate preferite.

Un giorno Andrea riceve l’invito a partecipare alla cena organizzata da Alice, una sua cara amica d’infanzia con cui erano rimasti sempre in contatto telefonico e che non vedeva dal liceo, quando con la famiglia si era trasferita nel nord Europa.

Andrea desidera tanto rivedere Alice, ma non è poi così sicuro di voler andare alla sua cena perché ha paura della reazione che l’amica potrebbe avere vedendolo così ingrassato. Ma poi si convince! È o non è l’unica persona che ancora si preoccupi per lui? E allora perché avrebbe dovuto reagire male? Così prende coraggio e accetta l’invito.

Arriva il giorno della cena e Andrea è agitatissimo. Suona il campanello e la porta si apre.

Andrea e Alice si trovano l’uno di fronte all’altra e a stento si riconoscono: Alice non è più la liceale semplice, tutta acqua e sapone che ricorda; e Andrea ha un bel po’ di chili di troppo di cui lei non sapeva nulla; chili che la impressionano, sebbene provi a non darlo a vedere.

Alice si informa, chiede ad Andrea come proceda la sua vita, quale sia il suo lavoro, quali i suoi hobby. È seriamente preoccupata e gli consiglia di provare con lo sport, di consultare un dietologo. Gli risparmia l’elenco delle conseguenze del suo malsano stile di vita, ma Andrea lo conosce per filo e per segno: malattie cardi ovascolari, diabete, apnea notturna (di cui soffre da tempo!), ictus, problemi di fertilità, cancro del colon piuttosto che della prostata e quant’altro.

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Le parole di Alice, la preoccupazione dipinta nei suoi occhi, la sua mesta tenerezza non lasciano indifferente Andrea che, sulla via del ritorno, valuta la possibilità di riprendere in mano la sua vita facendo un po’ di attività fisica e seguendo alla lettera, questa volta seriamente, i dettami di un dietologo. Ma mille dubbi cominciarono ad insinuarsi nella sua mente. Come avrebbe potuto, un grassone del suo livello per nulla avvezzo al sia pur minimo movimento, praticare uno sport? Proprio lui che, per raggiungere casa di Alice, distante solo due isolati dalla sua, aveva preso l’auto, nella quale – tra l’altro – stava sempre più stretto.

E poi come avrebbe fatto con l’alimentazione? Tante, troppe volte ci aveva provato, ma ogni volta senza risultati!

Il mattino seguente, quando in cielo la luna non ha ancora lasciato campo libero al sole, squilla il telefono. Dall’altra parte della cornetta una voce familiare, Alice.

– Sto arrivando! Mi accompagni a far due passi e poi un po’ di spesa! – sono le sue uniche parole.

E così accade… Prima una passeggiata lungo le strade del quartiere, costata ad Andrea molto in termini di fatica e sudore, vista la sua stazza. Ma sempre meglio che starsene sul divano ad ingozzarsi di schifezze! E poi al supermercato a riempire il carrello di frutta e verdura, qualche porzione di carne, uova, pesce fresco e altro ancora, tutto rigorosamente con contenuto apporto calorico ed elevato valore nutrizionale.

E così accade anche nei giorni a seguire…

Questa volta Andrea è determinato, vuole vincere la partita e regalarsi finalmente un’autentica vita.

Ilaria

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La storia di Pomodorino che vuole diventare grande La storia, che per l’inserimento dei versi iniziali, può essere definito un prosimetro, parla di due pomodori, uno più piccolo (il figlio) e uno più grande (la mamma).

Pomodorino cresce nei campi di un anziano contadino, con la sua mamma.

Presto è tempo di raccolta e mamma e figlio sono costretti a separarsi. Ma Pomodorino, che tiene molto alla sua mamma, fa di tutto pur di raggiungerla. Al contrario di mamma-Pomodoro, cresciuta gradualmente nutrendosi di sostanze genuine e concimi naturali, Pomodorino cresce in poco tempo grazie a pesticidi, erbicidi e altre sostanze chimiche e la sua natura non è per nulla Bio. Si incontrano nello stesso supermercato, dove occupano zone diverse. Pomodorino alloggia al reparto frutta, la mamma al reparto Bio. L’incontro, che avrebbe dovuto restituire gioia e felicità, rivela un’amara realtà.

Si narra la storia, abbastanza vicina, di Pomodorino e la sua amata mammina.

Rossi, lucidi, sani e profumati dovrebbero essere i pomodori coltivati!

Ma in questo caso la storia cambia per Pomodorino che non raggiunge la taglia.

Non molto tempo fa, nelle battute e afose campagne del Sud Italia, un contadino con molti anni sulle spalle girava per i suoi campi alla ricerca di qualche pomodoro maturo da vendere al reparto ortofrutticolo del vicino supermercato. Pieno d’orgoglio riempiva la cesta dei frutti della sua immane fatica, che dopo mesi e mesi veniva finalmente ripagata.

Guardava quei pomodori tondi e succulenti con incanto e ammirazione perché gli ricordavano le guance rosate della sua amata che apparteneva a lui e a lui soltanto. Si rapportava ad essi nel medesimo modo usato con lei, perché si sa: ciò che il cuore ama, l’uomo tratta bene! Li faceva crescere naturalmente, mettendo alla base di ogni seme e di ogni germoglio un amore sincero e innocente.

Da una delle innumerevoli piante di quegli assolati campi penzolava un polposo pomodoro per il quale non era possibile passare inosservato vuoi per la sua taglia vuoi per il riflesso dorato impresso sulla sua buccia. Era paffuto, sembrava essere di quelli pronti per essere colti.

Non era solo. Dietro si nascondeva una piccola bacca di colore verdastro simile ad un pisello.

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Ma che cosa ci faceva un pisello in un campo di pomodori?

In effetti, quella piccola bacca, imbarazzata e piena di vergogna per il suo colore, non era affatto un pisello! Era anche lei un pomodoro, per sua sfortuna germogliato prematuramente. Tutti al campo lo chiamavano Pomodorino, tutti tranne la sua mamma, su cui ora si protendevano le mani dell’amorevole contadino.

La stagione volgeva al termine e le giornate diventavano man mano sempre meno calde.

Come avrebbe potuto crescere con queste temperature la piccola bacca?

Pomodorino era scoraggiato e sfiduciato! Non sarebbe mai diventato polposo e sugoso al pari degli altri pomodori del campo. E ora, come se non bastasse, l’anziano contadino lo aveva privato dell’unico conforto a sua disposizione, quello dell’adorata mamma.

Passarono ancora alcuni giorni e dalla pianta ormai spoglia pendeva il solo Pomodorino, ancora acerbo. Non faceva che pensare alla sua mamma e a come fare per poterla raggiungere, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce del contadino: – Dubito tu possa far maturare e ingrossare gli ultimi pomodori rimasti, ma tentar non nuoce!

L’uomo stava parlando con un tizio, un biologo volenteroso di sperimentare i propri concimi chimici sulle sue rimanenze.

Quando le parole di quella conversazione giunsero a Pomodorino, poco mancò che si staccasse dal suo picciolo per l’entusiasmo. Non poteva crederci! Adesso anche lui sarebbe potuto maturare e, chissà, raggiungere la sua mamma.

Il coraggioso piccolo pomodoro aspettò prontamente che il getto di quella sostanza magica finisse sulla sua scorza verdastra.

Ma non appena quel composto acido lo sfiorò, si sentì bruciare ovunque, come se il sol leone avesse deciso di irraggiare solo lui.

Giunse la sera, ma nemmeno la frescura notturna poté alleviare il fastidio che sentiva lungo tutto il corpo.

– Avrò fatto bene? Ne sarà valsa la pena? – Andava ripetendosi. E continuò così per tutta la notte gemendo sommessamente di tanto in tanto e ripetendo a sé stesso che avrebbe raggiunto la sua mamma e niente e nessuno lo avrebbe fermato! Insomma fu la determinazione di Pomodorino a rispondere tempestivamente ai mille interrogativi che frullavano nella sua testa! Sì, perché, se davvero si desidera qualcosa e si è consapevoli che questo qualcosa regalerà la felicità, poco importa il male che si potrebbe subire per ottenerlo.

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Così Pomodorino sopportò per giorni un dolore lacerante, confortato tuttavia dal vedersi ogni giorno sempre più grosso e più rosso. Giunse il fatidico giorno! Finalmente, dopo tanto tormento, era maturo e pronto per essere colto, ma anche tanto affaticato. La stanchezza, infatti, prese il sopravvento facendolo crollare in un sonno profondo.

Senza rendersi conto di nulla, Pomodorino finì nel reparto ortofrutticolo del vicino supermercato. Le luci delle lampade a neon assolutamente diverse dalla luce solare cui era avvezzo lo destarono bruscamente dal tormentato sonno.

Gli bastò uno sguardo per capire che non si trovava più nel suo campo, e subito si lasciò prendere dal panico. Ma una voce familiare lo calmò – “Rino, cosa ci fai qui?”. Era la voce dell’amata mamma, ne era sicuro. Solo lei lo chiamava a quel modo.

Pomodorino si guardò attorno pieno di gioia. Passò in rassegna tutti i suoi vicini. Poi allargò lo sguardo e finalmente scorse la mamma. Era sullo scaffale accanto al suo sotto l’insegna “BIO”. Ce l’aveva fatta! Eccola, la sua mamma era proprio lì davanti a lui, ma a differenza sua non sembrava così felice di vederlo.

– Mamma, sono cresciuto per venire qui da te – disse innocentemente Pomodorino.

– Ma come hai fatto a crescere così tanto? Cosa hai fatto per maturare in così pochi giorni?

Io ho visto trascorrere tutta l’estate prima di poter essere colta! – incalzò preoccupata la madre. – E che colorito spento che hai, figlio mio! Cosa hai fatto?” – aggiunse angosciata squadrando dall’alto in basso Rino.

– Ho usato una sostanza magica che mi ha trasformato – spiegò Pomodorino. - Ma perché tu sei così lontana da me? – chiese rattristato.

– Perché, figlio mio, io sono maturata con il tempo e secondo natura; invece, tu con la chimica – spiegò addolorata la madre cercando di essere il più chiara possibile.

Pomodorino capì allora che la sua crescita era stata solo una bugia e la fatica fatta assolutamente inutile.

Michela (con introduzione di Endry e Alessandra A.)

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Angelina e il suo desiderio di cambiare Viveva, un tempo, una fanciulla rimasta improvvisamente orfana di madre.

Angelina, questo il nome della fanciulla, da quel terribile giorno aveva iniziato a strafogarsi di cibo. Le sembrava così di riuscire a colmare quell’assenza tanto ingombrante.

I giorni passavano, ma la sua malsana abitudine restava e nulla potevano l’affetto dei nonni e le amorevoli raccomandazioni del papà.

Sì, perché la giovane era triste e si sentiva sola, e il cibo era l’unico sfogo a tanto malessere.

Ma più trovava sfogo nel cibo, più si sentiva triste e sola e più si sentiva triste e sola, più il desiderio convulso di cibo cresceva… e insieme a lui anche il peso.

All’abitudine di mangiare a dismisura Angelina ne aggiungeva un’altra: si abbuffava di cibi ricchi di colesterolo, zuccheri, sale, grassi saturi e idrogenati, coloranti, nitriti, polifosfati…; quegli stessi cibi che era solita consumare con l’amata mamma e che ora consumava in solitudine perché in qualche strano modo le facevano percepire il suo affetto.

Un giorno Angelina, colta da malore improvviso durante l’ora di ginnastica, si ritrovò in una camera d’ospedale. La riconobbe subito! Era la stessa in cui due anni prima la madre l’aveva pregata, supplicata di non essere come lei e poco dopo era spirata per improvviso arresto cardiaco.

Il dottore aveva riferito ai familiari che se Angelina non avesse smesso di strafogarsi, per di più di cibo per nulla sano, avrebbe fatto la stessa fine della madre.

Quest’ultima, infatti, era morta proprio a causa della pessima alimentazione che ne aveva innalzato esageratamente i livelli di zuccheri nel sangue, causandole un primo infarto dal quale era riuscita a riaversi e poi un secondo, mortale.

Le parole del dottore risuonavano acute nelle orecchie di Angelina che d’improvviso aveva sentito crescersi dentro una sensazione mista di paura e inquietudine. La morte la terrorizzava e quel letto d’ospedale ancor più. Così in lacrime era scappata e si era rifugiata nel vicino bosco, dove era solita passeggiare con la mamma. Qui incontrò uno strano tizio, poco più giovane del nonno.

– Chi sei? – gli aveva chiesto Angelina.

– Non ha importanza chi io sia, sono qui per esaudire un tuo desiderio – aveva risposto l’uomo.

La fanciulla incredula – Davvero?

– Certo, quello che vuoi, scegli bene però, è solo uno! – l’aveva esortata il tipo con voce dolce.

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– Voglio smettere di mangiare cibo cattivo. Il dottore mi ha detto che di questo passo morirò com’è successo alla mia mamma, ma io non voglio morire – aveva detto Angelina, abbandonandosi ad un pianto ininterrotto.

– Seguimi e il tuo sogno diverrà realtà – aveva aggiunto l’uomo prendendola per mano.

Aveva quel vecchio signore un aspetto e un modo di fare che agli occhi di Angelina lo facevano apparire come un mago. Ma non era un mago... però ciò avrebbe fatto di lì a poco si sarebbe potuta credere un’autentica magia!

Aveva portato Angelina in un’enorme fabbrica. Vi si produceva di tutto: hamburger, hot dog, patatine fritte in busta, patatine al formaggio, popcorn, salse, snack, barrette, merendine e biscotti bibite gassate, succhi di frutta... insomma il cibo preferito di Angelina e della defunta madre.

La fanciulla era rimasta sconvolta dallo spettacolo che si era manifestato ai suoi occhi.

Cucchiaiate di zucchero e miscele di fetidi coloranti nelle sue insostituibili bibite in lattina.

Carcasse di carne di pollo ridotte in poltiglia nei suoi adorati hot dog. E poi patatine fritte in olio di dubbia qualità… snack annegati in maleodorante margarina… e tanto altro ancora.

Esterrefatta Angelina aveva esclamato, rivolgendosi al suo accompagnatore – Non credevo di poter mangiare tanta spazzatura!

Da quel giorno la fanciulla aveva cambiato registro. Il suo regime alimentare aveva assunto toni differenti. Non avrebbe più rinunciato ad una spremuta d’arance per una bottiglia da litro di coca cola né ad una fetta di torta di mele della nonna per una confezione di merendine.

Le abbuffate di cibi cattivi erano solo ricordi lontani.

A farle compagnia, ora, c’erano il ricordo di sua madre, l’affetto di nonni e papà, la gratitudine per l’uomo del bosco e la fierezza di sé stessa.

Sara E. (con contributo di Hassna)

22

Da San Marzano sul Sarno a La Spezia – Sono stanco di essere il più piccino.

– Crescerai anche tu, figliolo.

– Voglio diventare come te, grande grande e super rosso.

– Crescerai e sarai il più gustoso Pomodorino mai assaggiato qui a San Marzano sul Sarno!

Così conversano tra loro mamma e figlio pomodoro. Lui è triste e sconfortato, lei cerca di tirargli su il morale, prospettandogli un futuro di successo.

Mamma dice che crescerò e diventerò buono e forte! Sì, io diventerò il più buono, il più rosso e il più grande di tutti i pomodorini San Marzano! D’altro canto in questa casa ci danno acqua e cibo a volontà e fa sempre caldo per cui non solo cresciamo e maturiamo in fretta, ma lo facciamo in tutte le stagioni.

– Chi sono quei signori, mamma?

– Sono gli umani che conoscono ciò di cui abbiamo bisogno e si prendono cura di noi.

– Sono loro che fanno funzionare lo spruzzino dell’acqua?

– Sì, proprio loro.

In effetti i signori che lavorano nella nostra casa sono davvero gentili! Quando noi pomodori siamo maturi, ci raccolgono in cassette e ci portano in un’altra stanza, dicono sia una stanza da sogno, comoda e accogliente.

Qualche tempo dopo…

– Chi sono quei signori laggiù, mamma?

– Non saprei, figliolo. Non li ho mai visti prima d’ora.

– Cosa hanno in mano?

– Saranno sacchetti di concime o sali minerali che ci aiuteranno a crescere in fretta e più saporiti!

– Tu dici, mamma?! Non mi piacciono affatto!

– Tranquillo, figliolo!

Il piccolo pomodoro osserva quei signori fare avanti e indietro dalla sua casa, che mamma pomodoro continua a chiamarla “serra”, ma che lui odia chiamare così.

Ma adesso cosa vogliono dalla mia mamma? Perché non è più al suo posto? Dove la portano?

23

– Mamma dove vai?

– Io oramai sono matura, mi devono raccogliere.

– No mamma, non lasciarmi qui da solo.

– Ma ci sono i tuoi amici pomodorini, vedrai che sarà bello crescere con loro!

– Ci rivedremo mamma?

– Forse!

Credo sia Gaspare il signore che sta portando via la mia mamma. Per fortuna non è sola su quel furgone… i nostri vicini sono con lei! E comunque Gaspare è sempre stato gentile e bravo con noi, non credo le farà del male.

Una settimana dopo…

La mamma diceva che i sacchetti portati da quegli strani individui contengono concime naturale, ricco di sali minerali, ma ne sono sempre meno convinto! Mi pizzica tutta la scorza, ho prurito ovunque, altro che concime naturale ricco di sali minerali naturali!

Beniamino, il ragazzino, ha lasciato una di quei sacchetti poco discosto dalla pianta di un mio amico pomodoro, che sarebbe riuscito a leggere qualcosa… “pesticicci” dice di aver letto, ma il sacchetto era sporco di fango e non ne era poi così sicuro! Sento delle voci. Chi sarà mai?

Pomodorino riconosce la voce di Gaspare, poi scorge il volto di uno dei signori che avevano portato i sacchetti di “pesticicci”.

– È stato il capo dell’azienda a ordinare i pesticidi, gli erbicidi, i fungicidi e gli insetticidi? – chiede l’uomo.

– Sì, ha voluto dare una svolta all’azienda – risponde orgoglioso Gaspare.

– Sapevo che questa era un’azienda biologica! – asserisce meravigliato il signore dei “pesticicci”.

– In effetti, lo era! – aggiunge Gaspare.

Non ho idea di cosa vogliano dire tutti sti -cidi, però non mi piacciono. So solo che fino a pochissimo tempo fa ci aiutavano a crescere soltanto con i fertilizzanti naturali! La mamma è cresciuta così! Da qualche giorno, invece, il mio gambo dice di sentirsi solo, nessun insetto viene più a trovarlo! Però è contento di non avere più erbacce cattive attorno che rubano spazio alle sue radici!

24

– Ciao, Pomodorino, sei cresciuto tantissimo dall’ultima molta che ti ho visto? – Gaspare parla sempre con Pomodorino, pur sapendo che non potrà rispondergli. - Vedo che stanno facendo il loro effetto gli “aiutanti della crescita” che aggiungiamo al terriccio ogni mattino!

In effetti è vero che sono scresciuto molto e molto in fretta; sono grande quasi quanto lo era la mamma!

Pochi giorni dopo…

– Ora tocca a te, Pomodorino! Devo raccoglierti, ti porto via dal gambo così lasci spazio ad altri pomodori che vogliono crescere come sei cresciuto tu! – È di nuovo Gaspare.

Non ci posso credere, mi porteranno nella stanza accogliente, sognavo di andarci sin da piccino. Gaspare mi ha messo nella sua cassetta verde insieme a tutti i miei amici. Si apre la porta davanti a noi! Eccoci, siamo nella stanza accogliente… la pensavo più bella, ma è solo il magazzino dell’azienda! Quante cassette piene. Ma non ci sono solo i miei amici pomodori! Vedo i vicini fagioli, gli spinaci, i finocchi e i peperoni… siamo in tanti e tutti della mia serra. Forse ci sarà anche la mamma! La cerco, ma non la trovo, ho un po’ di paura e cerco di stare vicino ai miei amici.

– Due cassette di carote, tre di patate e cinque di pomodori vanno sul camion numero due che le porta al supermercato. – Così dice Beniamino, avvicinandosi alla mia cassetta.

Vado in un supermercato? Chissà che posto è? Non ne ho mai sentito parlare.

Nel frattempo sul camion…

Oh, oh… ma che buio è questo? Possibile che non ci sia neppure una lucina? Fortuna che sono comodo in questa cassettina di plastica! Vorrà dire che schiaccerò un sonnellino!

– A te l’ordine della serra! – Pomodorino viene destato improvvisamente dalla voce di Beniamino che sta parlando con un uomo sulla quarantina mai visto prima.

– Grazie mille e alla prossima!

Beniamino, che ha già portato fuori tutte le cassette, ora abbandona tra le braccia dell’uomo anche quella di Pomodorino.

Sarà il signore del supermercato? Sì, dev’essere per forza il supermercato! Guarda un po’ in quanti siamo! Tanta frutta e verdura insieme neanche in serra c’è mai stata! Ma perché siamo separati? Perché sulla mia cassetta il cartello recita “Pomodori di serra a 1 euro al 25

kg”, mentre sull’altra “Pomodori di serra biologici 1,30 al kg”? E poi cosa vorrà dire “bi-o-logi-ci”?

– Sei tu, Pomodorino?

Sento una voce familiare! Da dove arriva! Ma è… è la mia mamma!

– Mamma! Che bello rivederti!

– Sì, ma io sono cresciuta nutrendomi di sostanze naturali e della luce del sole! Tu, invece…

Avevi ragione a non fidarti dei tipi con i sacchetti! Altro che sali minerali e concime naturale!

Per questo ora siamo separati e il tuo e il mio cartello dicono cose diverse!

La mamma non aveva neppure finito che il signore sulla quarantina è di nuovo lì ad imbracciare la cassetta di Pomodorino. E Pomodorino si ritrova su un altro camion.

– E con questa, l’ordine per La Spezia è completo! – dice l’uomo, chiudendo il portellone Serena

26

La guarigione di Arianna Non mi piace molto questo posto, le pareti sono troppo pallide e le persone, poi, sembrano tutte uguali, tutte vestite di bianco o di un verde strano. Alcuni signori e alcune signore girano in carrozzella, altri si portano appresso una specie di valigia da cui fuoriescono tubicini che finiscono direttamente nei loro nasi.

Ma dove ci portano ora? Cos’è questo stanzone enorme pieno di odori e vapore? E che frastuono di piatti e pentole! Dev’essere per forza una cucina. E la donna con quel buffo cappello in testa che sta venendo verso di noi dev’essere sicuro la cuoca.

– Voi andrete da Arianna e speriamo che i vostri colori accesi e brillanti riaccendano in lei la voglia di mangiare. – Dice la donna dal buffo cappello prendendo una manciata di pomodorini dalla cassetta e mettendoli su un vassoio color lilla. Tra questi è finito anche Pomodorino.

A quanto pare ci portano da qualcuno che non vuol mangiare! Che strano! Lo sanno tutti che gli esseri viventi hanno bisogno di mangiare per avere le energie che servono anche solo a respirare!

– È di nuova l’ora del pranzo?! – da sotto le lenzuola fuoriesce una flebile voce.

– Sì, Arianna, e oggi devi sforzarti di mangiare un po’ più di ieri. – risponde con dolcezza l’infermiera.

– Non ho fame!

– Lo sai che lo facciamo per il tuo bene.

– Dite tutti la stessa cosa!

L’infermiera lascia il vassoio color lilla sul comodino della ragazza e va via.

Ma cosa fa! Che stai facendo Arianna??? Che stupido… non può sentirmi!!!

Arianna prende i grissini, li annusa, storce il naso e ad uno ad uno li spezza e li ripone in una scatola che tiene sotto al letto e che usa come nascondiglio per il cibo.

Poi prende tre spicchi di mela dal piattino di ceramica bianca e li nasconde nel terriccio del vaso di orchidee che le aveva regalato sua mamma il giorno prima.

Oh, mio Dio… ora è il nostro turno! Cosa vuol farci?

27

Arianna prende due pomodorini dal cestino di vimini, li schiaccia e li avvolge in un fazzoletto.

Poi si alza, raggiunge trascinandosi il bagno della sua stanza e butta tutto nel wc. Torna a letto, prende Pomodorino e, tenedolo tra il pollice e l’indice della mano destra, lo porta al suo naso. Poi lo mette nel piatto e si avvicina minacciosa con la forchetta.

Non farlo… non farlo… Non farmi fare la stessa fine dei miei poveri amici! Ti prego, ti prego, ti prego… AIUTOOOOO… – Un pomodoro che parla! – Arianna ritrae sconcertata mano e forchetta.

– Grazie di non avermi schiacciato! – Pomodorino, tira un sospiro di sollievo.

– Hai un nome? – chiede Arianna.

– Sì, Pomodorino! È il nome che mi ha dato la mia mamma quando ero piccino piccino.

– Non sapevo che i pomodori parlassero! – dice meravigliata la ragazza.

E Pomodorino, altrettanto meravigliato perché neppure lui avrebbe mai immaginato di conversare con una persona in carne ed ossa, aggiunge – E io non sapevo che ci fossero umani che non mangiano! Sei una ragazza speciale tu.

– Anche la mia mamma ripete sempre che sono speciale e che devo combattere contro questa malattia. – La voce e lo sguardo di Arianna si intristiscono.

– Sei malata? – chiede preoccupato Pomodorino.

– Diciamo che da quattro mesi il mio stomaco e la mia testa rifiutano qualsiasi cibo.

– E perché fai questo? Lo sai che è importante mangiare, altrimenti da dove prendi le energie che ti servono per affrontare le giornate?

– Lo so! Lo ripetono tutti: mamma, papà, il dottore, l’infermiera… Ma il problema è che, guardandomi allo specchio, mi vedo brutta e grassa e il cibo è il solo responsabile!

– Tu, brutta e grassa? – chiede esterrefatto Pomodorino. Poi aggiunge – Io non ho visto molte persone in vita mia, men che meno ragazze. Nella serra da cui vengo ronzavano prevalentemente uomini: Gaspare era uno stuzzicadenti tanto era magro e Beniamino aveva un pancione tondo tondo. Ma tu sei bellissima e niente affatto grassa!

– Dici davvero? Non mi prendi in giro? Posso fidarmi di te? – incalza Arianna.

– Una pallina rossa e simpatica come me, che è riuscita a far salva la sua pelle, non ti sembra abbastanza affidabile e degna della tua fiducia? – risponde Pomodorino.

– Okey okey, mi hai convinta! – dice sorridendo la ragazza, conquistata dalla simpatia di Pomodorino.

Nel pomeriggio…

28

– Su, prendimi in mano e alzati dal letto! – ordina Pomodorino – non puoi fare la pigrona tutto il giorno sotto le coperte!

– Ma dove vuoi che andiamo? Restiamocene al calduccio. – replica supplichevole Arianna.

– No, no e no. Alzati! È un ordine e gli ordini non si discutono! – dice con tono perentorio Pomodorino.

– Va bene, va bene… facciamo come vuoi tu!

Pomodorino, sulla mano di Arianna, indica la rotta e i due si ritrovano davanti allo specchio del bagno.

– Perché proprio allo specchio, non mi piace! – Arianna fa per andarsene.

– E pensi che a me piaccia stare in un posto così poco colorato?! – Il tono di Pomodorino è fermo e severo - Nella serra in cui sono cresciuto c’erano mille colori, c’era l’arancione delle carote, il verde dei broccoli, il viola delle melanzane, il giallo dei limoni… e poi c’era un profumo inimitabile.

– Doveva essere bello quel posto! – Arianna ritorna sui suoi passi e poggia le sue mani sul lavandino… gelido.

– Puoi giurarci! – dice malinconico Pomodorino. Poi aggiunge – Ora guardati allo specchio!

Qual è la prima differenza che vedi tra noi due, Arianna?

– Beh, io sono molto più grande di te, sono più alta. – risponde Arianna.

– Che fai, mi prendi in giro. Se la mettiamo così… io sono più rosso di te, tu sei pallida e il verde del tuo pigiama è di un giallo troppo spento. Possibile che tu non abbia una maglietta più colorata? – Arianna esce dal bagno e comincia a rovistare in una borsa blu piena di vestiti. Poi rientra con indosso una maglietta rosa fluo e dei pantaloni di tuta verdi.

– Molto meglio, no? Vestita così colorata, sei ancora più bella! – Pomodorino è contento e Arianna ha un’aria più allegra.

Quella sera la ragazza, sotto lo sguardo vigile di Pomodorino, mangia metà piatto di pasta asciutta e tutti gli spicchi della mela. L’infermiera si congratula.

Diversi giorni dopo…

– Buongiorno Pomodorino! – Una luce improvvisa spezza il sonno di Pomodorino, che apre gli occhi di scatto. È Arianna che indica a Pomodorino la parete a cui ha appeso tanti fogli con immagini colorate: una melanzana colorata di viola, un gambo di pomodori colorati di 29

rosso, un vaso di limoni con vari frutti di tutte le dimensioni colorati di giallo‌ c’è persino una zucca colorata di arancione. – Ti piace? Non ti senti un po’ piÚ a casa, ora?

Pomodorino è commosso. – Grazie mille, Arianna! Nessuno prima d’ora mi aveva fatto un regalo cosÏ grande! – E tu pensa che nessuno prima di te mi aveva fatto sentire cosÏ bene e in pace con me stessa. – gli confida Arianna accarezzandolo.

E mentre racconta a Pomodorino della sua scuola e delle sue amicizie, Arianna finisce le due fette di pane con marmellata di lamponi e mangia tutto il mandarino.

Alle tre di questo pomeriggio ha una visita e le diranno se potrà tornare a casa o se dovrà stare un altro po’ in ospedale. Mi ha chiesto di andare con lei. Le ho spiegato che un pomodorino non passerebbe inosservato e lei ha sorriso. – Credo che tu sia abbastanza coraggiosa e forte da poter andare senza di me! – il tono di Pomodorino è dolce.

Alle tre meno un quarto l’infermiera viene a prendere Arianna. – Ce la farai, Arianna – Pomodorino le regala un sorriso che la ragazza ricambia amorevolmente.

Credo che la mia missione possa considerarsi terminata! Anche perchĂŠ non credo di avere vita lunga!

E comunque, sono convinto che la dimetteranno perchĂŠ ha rimesso chili da quando le faccio compagnia con le storie che mi raccontava la mia mamma.

Pomodorino, prima di finire sullo stesso carello che giorni addietro lo avevano condotto in quella stanza, scrive qualcosa‌

Cara Arianna, sono sicuro che riuscirai ad andar via da questo posto piĂš forte e piĂš bella di prima. E forse anche un po’ meno snella đ&#x;˜‰ Sono felice di averti conosciuta e aiutata a volerti bene. Sappi che io te ne vorrò sempre.

Non è un addio, ma un arrivederci in un altro mondo, magari quello dei sogni.

Tuo Pomodorino

Serena (con contributo di Hassna)

30

Sondaggi alimentari

31

Regola n. 1 – “Acquista prodotti locali” Domanda: «Acquistate/acquistava prodotti locali?»

20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0

mai

qualche volta tu e la tua famiglia

spesso la famiglia di tua mamma

la famiglia di tuo padre

sempre

non ci bada

la famiglia dei tuoi nonni

Regola 2 – “Mangia prodotti di stagione” Domanda: «Mangiate/mangiava prodotti di stagione?»

20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 MAI

QUALCHE VOLTA

SPESSO

SEMPRE

LA TUA FAMIGLIA

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

NON CI BADA/BADAVA

32

Regola 3 – “Riduci i consumi di carne” Domanda: «Consumate/consumava carne più di quattro volte a settimana?»

18 16 14 12 10 8

TU E LA TUA FAMIGLIA

6

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

4

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

2 0

Regola 4 – “Scegli il pesce giusto” Domanda: «Scegliete/sceglieva il pesce locale?»

14 12 10 8 6 4 2 0 MAI

QUALCHE VOLTA

SPESSO

SEMPRE

TU E LA TUA FAMIGLIA

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

NON CI BADA

33

Regola 5 – “Riduci gli sprechi: se l’hai acquistato mangialo!”

Domanda: «Mangiate/mangiava tutto quello che acquistate/acquistava?»

25 20 15 10

TU E LA TUA FAMIGLIA LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

5

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

0

Regola 6 – “Privilegia i prodotti biologici” Domanda: «Privilegiate/privilegiava i prodotti biologici?»

12 10 8 6 4 2 0 MAI

QUALCHE VOLTA

SPESSO

SEMPRE

NON CI BADAVA

TU E LA TUA FAMIGLIA

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

34

Regola 7 – “Cerca di non acquistare prodotti con troppi imballaggi” Domanda: «Acquistate/acquistava prodotti con troppi imballaggi?»

25

20

TU E LA TUA FAMIGLIA

15

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

10

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

5

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

0 MAI

QUALCHE VOLTA

SPESSO

SEMPRE

NON CI BADA/BADAVA

Regola 8 – “Cerca di evitare i cibi eccessivamente elaborati” Domanda: «Evitate/evitava i cibi eccessivamente elaborati?»

12 10 8 6 4 2 0 TU E LA TUA FAMIGLIA

MAI

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA QUALCHE VOLTA

SPESSO

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

SEMPRE

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

NON CI BADA/BADAVA

35

Regola 9 – “Bevi l’acqua del rubinetto” Domanda: «Bevete/beveva l’acqua di rubinetto?»

14 12

10 8 6 4 2 0 MAI

QUALCHE VOLTA

SPESSO

SEMPRE

TU E LA TUA FAMIGLIA

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

NON CI BADA/BADAVA

Regola 10 – “Evita sprechi anche ai fornelli” Domanda: «Evitate/evitava sprechi anche ai fornelli?»

16 14 12 10 8 6 4 2 0 MAI

QUALCHE VOLTA

SPESSO

SEMPRE

TU E LA TUA FAMIGLIA

LA FAMIGLIA DELLA TUA MAMMA

LA FAMIGLIA DEL TUO PAPÀ

LA FAMIGLIA DEI TUOI NONNI

NON CI BADA/BADAVA

36